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DAILY WIRED
Le riserve mondiali di carbone potrebbero essere una frazione delle stime previste
20 gennaio 2009 di Maurizio Di Matteo
San Francisco- Un nuovo calcolo delle riserve mondiali di carbone ha rivelato stime molto più basse di quelle precedenti. Se confermata, questa informazione potrebbe avere un impatto enorme sulla sorte del clima del pianeta.
Questo perchè il carbone è il principale responsabile per le emissioni di anidride carbonica che determinano i cambiamenti climatici. Se il carbone da bruciare fosse effettivamente di meno, gli studiosi del clima dovrebbero eseguire nuove stime sul livello di emissioni che gli umani produrranno.
Il nuovo modello scientifico di Dave Rutledge, Direttore della divisione di Ingegneria e Scienze Applicate di Caltech, suggerisce che gli esseri umani estrarranno dalla Terra solo un totale - incluse tutte le estrazioni passate- di 662 miliardi di tonnellate di carbone. Secondo le stime precedenti stime del World Energy Council, il mondo avrebbe almeno 850 miliardi di tonnellate di carbone ancora da estrarre.
"Tutte le stime sulle risorse finali di carbone sono state più alte", dice l'ecologista Ken Caldeira della Stanford University, che non era coinvolto nel nuovo studio. "Ma se ci fosse davvero molto meno carbone di quello che pensiamo, sarebbe una buona notizia per il clima".
Il biossido di carbonio emesso quando gli esseri umani bruciano il carbone per produrre energia è il principale responsabile del surriscaldamendo del pianeta. I maggiori scienziati ritengono che la stabilità climatica della Terra sarà dettata dal modo in cui il pianeta usa- o non usa- le sue risorse di carbone. Secondo loro se non interverranno profondi cambiamenti a livello sociale e politico, il mondo avrebbe comunque molto piu del carbone necessario a provocare danni catastrofici al sistema climatico .
Quindi le nuove stime, che lasciano vagamente intendere che il genere umano pur non facendo niente per ridurre le emissioni di anidride carbonica potrebbe comunque aggirare alcuni effetti del surriscaldamento globale, è abbastanza scioccante.
Rutledge sostiene che i governi non siano in grado di stimare correttamente le proprie riserve di combustibile fossile. Il Direttore della divisione di Ingegneria e Scienze Applicate di Caltech ha sviluppato il suo nuovo modello considerando alcuni esempi di esaurimeno di combustibile fossile avvenuti nella storia. Per esempio, la produzione di carbone inglese ha subito una drastica riduzione rispetto al picco del 1913. La produzione di petrolio americana ha avuto un famoso crollo nel 1970, così come aveva predetto King Hubbert . Entrambi i paesi avevano ampiamente sovrastimato le proprie riserve.
Rielaborando I dati realtivi ai crolli precedenti, Rutledge ha sviluppato il suo nuovo modello, basato su appropriate curve della produzione cumulativa di una regione. Egli sostiene che il modello fornisca stime molto più stabili rispetto a quelle ottenute con altre tecniche , e oltretutto molto più accurate di quelle fornite dai singoli paesi.
"Il rapporto sulle stime geologiche fatte dai governi nel calcolare le quantita' dei loro combustibili fossili è davvero tremendo", ha riferito Rutledge durante una conferenza stampa all'annuale riunione dell' American Geological Union. "Queste stime tendono ad essere abbastanza alte, e a sopravvalutare la futura produzione di carbone".
Più specificamente, Rutledge sostiene che le indagini sulle risorse naturali sottovalutino la difficoltà e la spesa per raggiungere le riserve di carbone del mondo. E questo assumendo che i paesi abbiano quanto meno tentato di dare alla comunità internazionale una stima reale. La Cina, per esempio, ha presentato solo due stime delle sue riserve di carbone al World Energy Council- ed erano ampiamente diverse tra loro.
"Ai cinesi interessa produrre carbone, non certo calcolare quanto ne abbiano", sostiene Rutledge. "Questo è ovvio".
Il Comitato sulla Ricerca sul Carbone, Tecnologia e Valutazioni informative delle Risorse per la Politica Energetica della National Research Council è effettivamente d'accordo con molte delle critiche di Rutledge, anche se continua a mantenere stime molto più ottimistiche sulle scorte di carbone disponibili in America.
"Le stime attuali delle riserve di carbone sono basate su metodi che non sono stati aggiornati o rivisti dalla loro formazione nel 1974 e la maggior parte dei dati inseriti è stata compilata all'inizio degli anni Settanta", ha scritto il comitato in una relazione del 2007. "Programmi lanciati di recente per valutare con metodi più aggiornati le riserve in alcune aree limitate, hanno indicato che solo una piccola frazione delle riserve stimate precedentemente è effettivamente estraibile."
Purtroppo la tecnologia non ha un piano di salvataggio per i minatori. La meccanizzazione in realtà ha addirittura diminuito le riserve recuperabili che ci sono nel mondo perché le gigantesche macchine minatrici non sono così efficaci a scavare il carbone quanto gli esseri umani.
Secondo i nuovi numeri di Rutledge, se il mondo bruciasse tutto il carbone (e altri combustibili fossili) che riesce ad estrarre, la concentrazione atmosferica di CO2 si assesterebbe intorno ad appena 460 parti per milione, ovvero un livello che, si prevede, potrebbe causare un aumento delle temperature globali di circa 2 gradi centigradi.
Per molti scienziati questo surriscaldamento è comunque troppo. Una coalizione sempre più numerosa si sta battendo per abbassare i livelli di CO2 nell'atmosfera a 350 parti per milione, dagli attuali 380 ppm , una è ancora una voce debole rispetto ad alcuni degli scenari sconvolgenti ipotizzati dall' Intergovernmental Panel on Climate Change.
"Dobbiamo attivamente cercare di ridurre le emissioni provocate dal carbone - non possiamo semplicemente aspettare che questa risorsa si esaurisca- entro il 2030", afferma Pushker Kharecha, uno scienziato del Goddard Institute per gli studi spaziali della Nasa. "Il carbone che abbiamo è più che sufficiente a mantenere la CO 2 ben sopra i 350 ppm per ben oltre questo secolo".
L'Intergovernmental Panel on Climate Change, utilizza modelli economici che partono dal presupposto che nel mondo il carbone non finirà.
Alcune proiezioni future dell' IPCC rivelano che solo nel corso del 2100 saranno bruciate 3.4 miliardi di tonnellate di carbone. Questo valore è superiore di oltre 5 volte quello che Rutledge ritiene possibile - ed anche un molto più alto della stima del WEC sulle riserve di carbone estraibile.
D'altro canto, se il mondo stesse davvero andando incontro ad un rapido, e ripido, declino delle risorse accessibili di carbone, non si sa bene come gli esseri umani potrebbero mantere gli attuali livelli industriali o l'uso dei trasporti e il loro generale consumo di energia.
Quindi, anche se il carbone stesse per terminare e dunque riuscissimo ad evitare I cambiamenti climatici più pericolosi, rimarrebbe comunque l'obbligo di sviluppare risorse energetiche non fossili .
"Per quel riguarda il clima, i picchi di petrolio, gas e carbone potranno davvero andare in su o in giù -dice Kharecha- ma tutto dipende dalle scelte che faremo sulle future fonti di energia