A questo link:
http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nucl...te2009.pdf
c' l'aggiornamento riassuntivo del 2009 di uno studio del MIT.
Il documento redatto da una serie di professori del MIT fra cui professori di ingegneria nucleare, fisica, chimica, economia, scienze politiche.
Il documento originale di 180 pagine, troppo complicato per essere studiato senza una gran quantit di tempo.
Soprattutto se uno è totalmente privo di competenze come te.
Vengono analizzati, in un modo estremamente pi articolato e competente, gli spunti da me indicati, pi molti altri. Sono analizzati una serie di ipotesi evolutive che tengono conto di elementi socio politici, produttivi, di mercato e tecnici.
Che tu non hai affatto letto e capito.
Il risultato pone come fonte pi economica il carbone, seguito da metano, quindi dal nucleare.
Dimostri di non aver letto il rapporto del MIT, da te stesso linkato, seppur nella versione "ridotta".
Ma hai già dato ampio saggio di "linkaggio random", qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...53#pid2753
Entrando nel merito della questione, la tabella 1,
Costs of Electric Generation Alternatives (di pagina 6), nell'aggiornamento (
update), nel
base case fornisce (
LCOE -
levelized cost of energy generation) il nucleare a 8,4 c$/KWh contro i 6,2 c$/KWh del carbone e 6,5 c$/KWh del gas (tab. 1, pag. 6), ma se si carica alle fossili il costo ambientale (le emissioni di gas serra), il gas aumenta a 7,4 c$/KWh mentre il carbone sale a ben 8,4 c$/KWh.
Se invece si calcola il costo costo livellizzato (
LCOE) riferito all'energia elettronucleare, sempre secondo il rapporto
MIT 2009, senza il
risk premium (con un
WACC,
Weighted average cost of capital - costo medio ponderato del capitale, del 7,8 % anzichè del 10 %, come nel caso di carbone e gas),
il costo di tale energia (nucleare) scende a 6,6 c$/KWh rimanendo assai inferiore al costo delle fossili a cui si includo i costi ambientali delle emissioni di di gas serra.
Come spiegato a pagina 9 del
The Cost of New Generating Capacity in Perspective (Febbraio 2011) del
N.E.I. (
Nuclear Energy Institute):
http://www.nei.org/filefolder/WHITE_PAPE...ective.pdf
"
The study (MIT 2009) shows that nuclear energy is cost-competitive at 6.6 c$/KWh (vs. 6.2 c$/KWh for coal and 6.5 c$/KWh for gas) if the technology risk premium is removed from the financing assumptions (i.e., when the first few plants have been built and investors are confident that they can be built to cost and schedule). The study also shows that nuclear plants become increasingly competitive as the price of carbon increases. The example provided in the report showed that a $25/ton carbon tax would increase the price of coal-fired generation to 8.3 c$/KWh and gas-firedgeneration to 7.5 c$/KWh (nuclear remains at 6.6 c$/KWh)".
Come mai il MIT non compara anche l'eolico e il solare (fotovoltaico e a concentrazione) con le fossili e il nucleare!?
Secondo me ciascuno di noi potrebbe produrre decine di documenti di eminenti scienziati e studiosi che affermano uno l'opposto dell'altro.
Questo tuo post è l'ennesima prova che quando qualche ignorante (scolasticamente parlando) e ideologizzato antinucleare, si attacca ai costi del nucleare, sa citare e male solo il MIT.
Il più autorevole e aggiornato rapporto sui costi della produzione di energia elettrica al mondo, è il
Projected Costs of Generating Electricity - 2010 Edition della
I.E.A. (
International Energy Agency) e
N.E.A. (
Nuclear Energy Agency); funge anche da rassegna sistematica, in quanto riporta i costi del kWh stimati da diversi studi (MIT incluso), i dati reali riferiti a ogni Paese e la riduzione di anidride carbonica dovuta alle diverse tecnologie.
In breve, a pagina 18 (pag. 19 del pdf) e successiva, sono riportati i costi livellizzati delle varie fonti energetiche, riferite a 3 macro-regioni (nord-America, Europa e Asia) ed in tutte e tre (nel caso del tasso di sconto del 5 %), il costo medio del nucleare è mediamente il più basso in assoluto (inferiore alle fossili, carbone e gas, e eolico), mentre risulta mediamente poco più alto del gas, solo nel caso con tasso di sconto (
discount rate) del 10 % ed esclusivamente riferito alla macro-regione europea.
Nella tabella 3.7,
Nuclear power plants: Levelised costs of electricity in US dollars per MWh (da pagina 59 a pagina 63 - da pag. 60 a pag. 64 del pdf), sono riportati i costi del nucleare e delle altre fonti (fossili e rinnovabili), riferiti ai singoli Paesi.
Il "caso" tedesco è emblematico (
LCOE al 5 % e 10 % del tasso di sconto -
discount rate):
• nucleare (PWR 1600) - 49,97 $/MWh (5 %) e 82,64 (10 %)
• carbone - da 68.06 $/MWh a 85.28 $/MWh (5 %) e 87.41 $/MWh a 109.61 $/MWh (10 %)
• gas - da 85.23 $/MWh a 118.77 $/MWh (5 %) e 92.81 $/MWh a 122.61 $/MWh (10 %)
• eolico - da 105.81 $/MWh a 137.94 $/MWh (5 %) e 142.96 $/MWh a 186.76 $/MWh (10 %)
• solare fotovoltaico - da 304.59 $/MWh a 352.31 $/MWh (5 %) e 439.77 $/MWh a 508.71 $/MWh (10 %)
• CHP (
combined heat and power plants) - da (black coal) 38.37 $/MWh a (natural gas) 67.97 $/MWh (5 %) e (black coal) 61.48 $/MWh a (natural gas) 77.81 $/MWh (10 %)
si nota come l'energia elettronucleare tedesca costa sempre meno delle fossili (e ampiamente meno delle rinnovabili) ad esclusione del carbone nero in impianti combinati di calore e di energia elettrica (
CHP)!
Su quest'ultima tecnologia (
CHP), si afferma (pagina 58 - pag. 59 del pdf) che: "
The relative competitiveness of CHP depends primarily on the value of the heat generated. This heat value varies widely according to country and the nature of the energy service provided" e va precisato (pagina 65 - pag. 66 del pdf) che "
The cost components that compose the LCOE bars are the following: investment costs, (Investment costs are slightly different from Tables 3.7a to 3.7g in Section 3.2, where investment costs only include overnight costs and interest during construction. Here investment costs include also the costs for refurbishment and decommissioning. The latter are too small for graphically plotting them as separate categories) operations and maintenance costs, fuel costs, carbon costs, waste management costs, decommissioning costs and a heat credit for combined-heat and power plants, CHP (Consistent with the LCOE methodology, total CO2 emissions for CHP as well as their costs have been allocated to electricity output only. While this raises carbon costs for electricity, it also raises the credit for heat output, from which no carbon costs are subtracted. The deduction from gross electricity costs is thus higher. The difference between allocating carbon cost to electricity only or splitting it between electricity and heat is thus second-order.), that is indicated as a negative cost and hence a benefit to the operator (see Chapter 2 on Methodology, Conventions and Key Assumptions for further details). The segments for carbon costs and the CHP heat credit are shaded rather than in solid colours. The CHP heat credit pertains to a value determined outside of the electricity generating costs in this study. In the case of carbon costs, this is to indicate that these costs reflect a specific policy decision to price carbon, which has not been taken in all the countries surveyed. As noted earlier, one of the key assumptions is that the carbon cost is fixed for the lifetime of the plant at USD 30 per tonne of CO2".
Nela tabella 4 (da pagina 90 a pagina 97 - da pag. 91 a pag. 98 del pdf),
Country-by-country data on electricity generating costs for mainstream technologies, vi è una comparazione tra i costi (sia al 5 % che al 10% del
discount rate) del nucleare, fossili e rinnovabili, riferiti ai singoli Paesi. E' fondamentale, la tabella 6.1 (pagina 105 - pag. 106 del pdf),
Median case (o la tabella 5.2:
Median case specifications summary di pagina 103 - pag. 104 del pdf), la quale riporta i dati "medi" sul costo livellizzato (
LCOE) e sulle voci che lo compongono: emerge chiaramente, che
con un tasso di sconto del 5 % il nucleare sia la fonte più conveniente in assoluto, mentre con un tasso di sconto del 10 % il più conveniente è il carbone ma senza cattura di CO2! Interessante notare, che anche levando il costo ambientale dal moderno gas a ciclo combinato (
CCGT -
combined cycle gas turbine), nel caso di un tasso del 5 % risulta sempre meno conveniente del nucleare!
Da pagina 196 a pagina 198 (da pag. 197 a pag. 199 del pdf) vi sono riportate le stime dei diversi studi (
MIT 2009, incluso) sul costo livellizzato del nucleare e delle fossili.
Da segnalare che a pagina 179 (180 del pdf) è riportato il contributo di emissioni di CO2 dalle varie tecnologie di produzione elettrica e nella pagina successiva gli scenari di produzione al 2050, ma di questo, ne ho già parlato abbondantemente qui (da cui
è possibile scaricare il rapporto in questione):
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...841#pid841
e qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...866#pid866
Tale rapporto è riassunto, nei suoi dati salienti, qui:
http://www.world-nuclear.org/info/inf02.html
La fonte più economica in assoluto al momento è il carbone
Questo lo dici tu.
ma penso anche che sia estremamente inquinante, anche le cosiddette "centrali a carbone pulito". Finchè non si troverà un modo di risolvere i vari tipi di inquinamento che questo combustibile comporta (comprese le ceneri radioattive), io sarò contrario. Se mai troveranno il modo di renderlo veramente pulito, probabilmente i costi di produzione aumenteranno e si allineeranno a quelli delle altre fonti.
Il carbone è una fonte fossile, come il gas, ha quindi emissioni inesorabili in atmosfera che possono solo essere limitate.
Vale sempre quello che ti ho detto qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...27#pid2327
Il fatto è che tutti, con riferimento a nucleare e gas, danno delle differenze minime che a mio avviso non influenzerebbero minimamente il prezzo al consumo.
Questo lo dici tu.
La differenza essenziale tra produrre energia elettrica per fonte nucleare e a gas è che, nel caso del nucleare, la maggior parte del costo del kWh è data dal costo finanziario dell'impianto stesso (
Investment costs), in misura inferiore i costi operativi e di manutenzione, mentre incidono in minima parte il combustibile (fissile); al contrario, nel caso del gas (e in parte vale anche per il carbone), la maggior parte del costo del kWh è data dal combustibile stesso, mentre incide assai meno il costo dell'impianto e i costi operativi e di manutenzione, come illustrato a pagina 18, di questo interessante documento della
I.A.E.A. (
International Atomic Energy Agency), intitolato
NPP Costs (Capital, O&M and Fuel Costs) Calculation of LUEC (
Technical Cooperation Workshop on Nuclear Power Plant Technology Assessment Vienna, November 17-20, 2008):
http://www.iaea.org/NuclearPower/Downloa...nzalez.pdf
e in questo documento del
CeSSA (
Coordinating Energy Security in Supply Activities, è un ente facente parte dell'
Unione Europea), intitolato
Can Nuclear Power Be Flexible? (di
Laurent Pouret e
William J. Nuttall, entrambi della Università Cambridge), il grafico di pagina 11:
http://www.cessa.eu.com/sd_papers/wp/wp2...uttall.pdf
Si vedano i dati riferiti al
Overnight cost ($/kW),
O&M ($/MWh) e
Fuel cost ($/MWh) riportati nella già citata tabella 6.1,
Median case (pagina 105 - pag. 106 del pdf), e i dati per ogni singolo Paese riportati graficamente (in istogrammi) nel capitolo 4 (da pagina 66 a pagina 88 - da pag. 67 a pag. 89).
Ciò pone interrogativi sul costo futuro del kWh basato sulle fossili e sopratutto sul gas (assai meno diffuso del carbone e presente in aree geopoliticamente instabili) a causa della difficile previsione a medio e lungo termine del costo del gas stesso!
I costi operativi e di manutenzione (
O. & M.), sono così ulteriormente ripartiti, come esemplificato nella figura 12 (
Example of O&M cost structure) del documento
Integrated approach to optimize operation and maintenance costs for operating nuclear power plants della
I.A.E.A. (Giugno 2006):
http://www-pub.iaea.org/MTCD/publication...09_web.pdf
Infatti, un aumento del tasso di sconto incide di più sul costo livellizzato (
LCOE) di produzione di energia elettronucleare in quanto ha un costo (
Overnight cost) di investimento (essenzialmente di costruzione) più elevato delle fossili (sopratutto per il gas), come illustrato nella figura 6.7 (
LCOE as a function of the discount rate) di pagina 112 (pag. 113 del pdf) e nella figura 6.8 (
The ratio of investment cost to total costs as a function of the discount rate) di pagina 113 (pag. 114 del pdf) e nei grafici di pagina 156 e 157 (pag. 157 e 158 del pdf),
Impact of corporate taxes at 5% discount rate and 50% equity finance e
Impact of corporate taxes at 10% basic discount rate and 50% equity finance.
Analogamente, l'aumento del costo di costruzione incide di più sul costo livellizzato (
LCOE) del nucleare (ma anche sulle rinnovabili) rispetto alle fossili; a tal proposito si vedano i grafici
LCOE as a function of a 30% construction cost increase, di pagina 119 (pag. 120 del pdf), entrambi calcolati con un
discount rate del 5 % e del 10 %. Così pure, i ritardi di costruzione incidono maggiormente sulle fonti con elevati costi di investimento come il nucleare, il carbone con cattura di co2 (
Coal w/CCS -
Carbon capture and storage) e le rinnovabili (eolico e solare), come mostrato nel grafici
LCOE as a function of a variation in the construction period riferiti sempre nei 2 casi di 5 % e 10 % di
discount rate (pagina 120 - pag. 121 del pdf).
I costi ambientali delle fossili, quindi la produzione di CO2, incidono sui costi livellizzati (
LCOE) di carbone e gas, come illustrato nel paragrafo 6.2.3 intitolato
Carbon costs (pagina 117 e successiva - pag. 118 e successiva).
Valori elevati di
load factor (
The load factor of a power plant indicates the ratio of the electrical energy produced by a plant and the theoretical maximum that could be produced at non-interrupted power generation), rendono più competitivo il nucleare rispetto alle fossili, come illustrato nel paragrafo 6.2.5 intitolato [/i]Load factors[/i] (pagina 121 - pag. 122).
Però, in caso di aumento, anche elevato, del combustibile, la produzione per fonte elettronucleare dimostra un costo livellizzato (
LCOE) praticamente costante, al contrario del carbone e soprattutto del gas, come rappresentato nei 4 grafici di pagina 115 (pag. 116 del pdf),
LCOE as a function of fuel cost variation e Share of fuel cost over total LCOE calculated (entrambi calcolati con un
discount rate del 5 % e del 10 %).
Come tutti saprete, le tariffe elettriche sono stabilite dalla borsa elettrica (ho fatto una consuleza a Sorgenia e qualcosina l'ho capita).
Quindi, quando un operatore immette in rete energia, accetta di venderla in funzione dell'andamento finanziario della commodity, non del costo di produzione.
Chissà a che titolo avresti fatto questa fantomatica "consulenza"!
Di sicuro non hai capito nulla!
Il costo dell'energia elettrica, è ovviamente stabilito dalla borsa elettrica e dall'incontro tra domanda e offerta!
Ciò è ben spiegato in questo documento del
G.S.E. (
Gestore servizi energetici):
http://www.gse.it/media/ConvegniEventi/P...TTRICA.pdf
e in questo documento del
G.M.E. (
Gestore dei Mercati Elettrici):
http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuB...ttrica.pdf
meno ufficialità, ha questa dispensa universitaria:
http://www2.dse.unibo.it/mmotta/Teaching...ttrico.ppt
qui è spiegato in poche parole:
http://www.bcp-energia.it/normativa/mercato_energia.php
Chiunque ci dica che le tariffe elettriche possono essere influenzate da un tipo o l'altro di centrale ci dice il falso.
Sei tu che non hai capito nulla! L'ho dimostrato ampiamente.
Le differenze di costo dell'elettricit dei vari paesi dipendono in gran parte dalle accise e dai costi di distribuzione (Terna per l'Italia).
Perch poi in Italia il costo di distribuzione incida quasi per la met non sono in gradi di dirlo, ma mi piacerebbe saperlo.
Ennessima "perla di un pirla".
Analizzando il costo del kWh, anche senza tasse/accise (
Without tax), l'Italia ha il costo più elevato in assoluto per i cittadini e tra i costi più elevati per le imprese (è seconda solo a Cipro - CY) nell'
Unione Europea (
EU-27):
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/I...046-EN.PDF
Ne avevo gi parlato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...858#pid858
"
Con la completa realizzazione degli interventi previsti nel Piano di Sviluppo 2010, la diminuzione delle perdite alla punta potrebbe raggiungere un valore di potenza di 200 MW, cui corrisponde una riduzione delle perdite di energia nella rete valutata in circa 1.200 GWh/anno":
http://www.terna.it/default/Home/AZIENDA...sioni.aspx
Le perdite rappresentano alcuni punti percentuali, precisamente intorno al 6 % (per il 2008), come riportato in questo documento di
TERNA (pag. 4):
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?filet...p;mid=2501
ciò è, tra l'altro, leggermente inferiore agli altri Paesi dell'Unione Europea (
EU-27): è sufficiente interrogare il database della
I.E.A., in quanto alla voce
Losses sono riportate le perdite e si può così calcolare la percentuale sulla
Total Production:
http://www.iea.org/stats/electricitydata...RY_CODE=18
EU-27 = 6,4 % (circa)
Alcuni esempi sulle perdite nella rete elettrica (dati
I.E.A. 2008):
Francia = 5,7 % (circa)
Germania = 4,7 % (circa)
Regno Unito = 7,2 % (circa)
U.S.A. = 5,6 % (circa)
Giappone = 4,7 % (circa)
Per l'Italia, si veda qui ulteriormente:
http://www.autorita.energia.it/allegati/...051021.pdf
A fronte di queste considerazioni mi piacerebbe ancora una volta cercare di fare una sintesi ed affermare:
Più che di considerazioni si tratta di farneticazioni!
Il costo di produzione a Kwh NON un buon motivo per scegliere una centrale piuttosto che un'altra.
Bene, mettiamoci anche le emissioni di CO2 e di sostanza inquinanti e particolato e geoplitica. Chi vince!?
Se non siete daccordo parliamone, altrimenti vorrei fare un riepilogo delle altre considerazioni fin qui emerse.
Ma di cosa vuoi parlare!? Non sai quel che dici!