RE: Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari
Tratto da:
http://www.archivionucleare.com/index.ph...-nucleare/
Umberto Foli scrive:
3 Maggio 2011 alle 23:05
Repetita iuvant
REFERENDUM SUL NUCLEARE
Alla luce del referendum sul nucleare, l’attuale governo, allo scopo di non precludersi la possibilità di ritornare a proporre al Paese in un prossimo futuro l’utilizzo dell’energia nucleare, ha deciso di sospendere questa opzione e di utilizzare in modo esteso le energie rinnovabili, ovvero, il fotovoltaico e l’eolico.
Queste forme di energia, propagandate da Di Pietro, dai verdi, dagli ambientalisti e dalle sinistre, come il toccasana per risolvere i problemi energetici del Paese, in realtà poco posso fare e con costi molto elevati. Il costo del kWh prodotto dall’eolico è dell’ordine dl 0,10-0,12 Euro mentre per il fotovoltaico difficilmente scende al disotto di 0,5 Euro. In più, considerato che il prezzo pagato in Italia dalle utenze è del 30% più alto della media europea ed il doppio di quanto lo pagano i francesi, con l’utilizzo di queste forme di energia risulteranno impossibili riduzioni del prezzo, ma solo aumenti.
Infine si tratta di energie che sono presenti quando c’è vento o la presenza del Sole, con tutte le conseguenze sulle utenze ed sulla stabilità della rete.
L’Italia è circondata da centrali nucleari a meno di 100 km dalle nostre frontiere per cui, un eventuale incidente con dispersione di radioattività, ci coinvolgerebbe. Allora, la rinunzia a questa fonte energetica per la quale il costo di produzione del kWh è dell’ordine di 0,05 Euro è solo una forma di masochismo inutile e costoso.
Infine, circa il 15 per cento dell’energia elettrica che consumiamo è importata dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Slovenia ed è di produzione nucleare. Pertanto è una falsità quando si afferma che noi non utilizziamo il nucleare per produrre energia elettrica.
Al contrario paghiamo le ricerche di altri Paesi in questo importantissimo settore.
Dopo queste riflessioni, risulta evidente che in Italia, tutte le decisioni che implicano scelte importanti, come quella sul nostro futuro energetico, possono essere condizionate da minoranze politiche completamente digiune sui reali problemi energetici del Paese e sulle tecnologie per risolverli.
Si preoccupano solo del consenso elettorale, sfruttano l’emotività della popolazione e la mancanza di una corretta informazione.
Con la stessa protervia, queste minoranze, dovrebbero proibire qualsiasi attività lavorativa, visto che le morti per incidenti sul lavoro assommano ad oltre 1500 l’anno, e proibire il traffico automobilistico che ne fa oltre 4000.
Purtroppo gli organi di informazione parlano molto poco delle possibilità del nucleare, riflettono solo le opinioni dei contrari, che sfruttano i tre gravi incidenti avvenuti, falsandone spesso le conseguenze sia sui danni all’ambiente che sul numero di morti o della diffusione di tumori e di malformazioni.
L’incidente di Tree mile Island, avvenuto negli Stati Uniti, provocò la fusione parziale del nucleo del reattore, ma una scarsissima diffusione nell’aria di vapori radioattivi, tanto che la popolazione circostante, evacuata in un primo momento per prudenza, fu fatta ritornare quasi subito nelle proprie abitazioni e non vi furono contaminazioni di nessun tipo.
Fu perso il reattore per cui il danno fu solo economico. Questo incidente non causò morti ne contaminati. Nel caso della centrale di Chernobyl in Ucraina vi fu luna esplosione causata dalla produzione di idrogeno e dalla combustione della grafite. Un nube radioattiva si disperse nell’atmosfera e polveri radioattive si depositarono sulle zone circostanti la centrale e sull’Europa. Le zone circostanti alla centrale furono evacuate ed oggi la radioattività che si misura al di fuori del perimetro della centrale è inferiore a quello che si misura in piazza S.Pietro a Roma, pavimentata in porfido.
I morti furono una sessantina fra gli addetti alla centrale ed i pompieri accorsi a spegnere l’incendio.
Coloro che affermano che vi furono migliaia di morti immediati e altre migliaia ve ne sarebbero stati in futuro per le radiazioni affermano il falso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità a constatato che i casi di tumori in Europa ed Ucraina non è aumentato per effetto dell’incidente.
L’ultimo incidente in Giappone, è stato causato dalla mancanza dell’acqua di raffreddamento del combustibile dopo che i sistemi automatici di controllo automatico avevano arrestato i reattori a causa del terremoto. L’acqua, utilizzata per il raffreddamento del nucleo è stata poi dispersa nell’oceano, attualmente si sta procedendo al recupero in serbatoi.
La radioattività dispersa nell’ambiente dall’incidente giapponese è alcune migliaia di volte inferiore a quella che fu rilasciata dall’incidente di Chernobyl.
In questo caso sono stati sottoposti a radiazione e contaminati gli addetti alle operazioni di contenimento dell’incidente, e pochi fra la popolazione che è stata evacuata.
Si fa notare che nel mondo sono operativi 440 reattori e d altri 60 sono in costruzione. La sospensione dell’utilizzo del nucleare, almeno per ora, dovrebbe essere utilizzata per uno studio più approfondito delle condizioni di sicurezza allo scopo di evitare che, eventuali malfunzionamenti, abbiano conseguenze sia sugli addetti che sulla popolazione ed il territorio.
È opportuno far notare che le riserve di petrolio e di gas naturale potranno durare per altri 50-60 anni a costi sempre crescenti, mentre per il carbone si parla di 200 anni. Dilazionando la scelta dell’utilizzo del nucleare rischiamo di trovarci, in un futuro non troppo lontano, a fare i conti con costi sempre più elevati dell’energia, che dovremo importare dall’estero.
Infine, per coloro che considerano l’eolico ed il fotovoltaico le sorgenti energetiche in grado di risolvere i nostri problemi, è bene che sappiano che l’ENEL prevede un aumento dei consumi di energia elettrica, per i prossimi venti anni di ben 140.000 GWh, che potrebbero essere coperti dalla messa in servizio da una centrale da 1000 MW di potenza, da installare ogni anno. Per coprire con le rinnovabili questa produzione, bisognerebbe installare 5000 generatori eolici all’anno, per un totale di 100.000 macchine, oppure 50 kilometri quadrati di pannelli fotovoltaici all’anno, per un totale di 1000 kilometri quadrati di territorio, il tutto con buona pace degli ambientalisti.
Questa moratoria non dovrebbe comportare un rallentamento od una rinunzia al proseguimento dello studio sulla tecnologia e sulla sicurezza dei reattori nucleari, ma quello di proseguire nello studio delle nuove soluzioni, sia per il miglioramento dei rendimenti termodinamici, sia sui problemi di sicurezza e, infine, sulle possibilità, offerte dalle nuove tecnologie, di ridurre notevolmente le scorie radioattive prodotte dalla fissione del nucleo.
Operando in tal senso potremmo trovarci preparati alla realizzazione di impianti nucleari sul nostro suolo e, nello stesso tempo, mettere l’industria nazionale in grado di affrontare con competenza le sfide del futuro.
Una fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.
Cher03@hotmail.it
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