Altra alternativa, idea mia, creare ( non è possibile, ma non diciamolo agli Eco-storditi) un software che gestisce la tipologia di corrente, tu non vuoi energia da fonte nucleare ma solo FV accontentato, ti costa 10 volte di più ed è solo disponibile quando c'è .
Non sarà possibile distinguere distinguere da cosa sia prodotta la corrente una volta messa in rete ma si può garantire che, quanto immesso, non provenga da determinate tecnologie. Qualcosa di simile a quanto hai provocatoriamente proprosto avviene già con opportuni contratti in cui il produttore si impegna a produrre, ad esempio, solo energia da fonte rinnovabile.
guarda che non è che diminuendo da 3Kw a 2Kw che riduci gli sprechi!!
Non riduci gli sprechi, infatti... abbassi di un terzo il carico necessario per le abitazioni.
gia adesso il sistema di installare impianti Fv ed eolici fa consumare meno conbustibili fossili alle centrali,non c'è bisogno di modificare nulla ,e ripeto non è nemmeno spegnendo le luci stad by o le luci d'illuminazione delle strade che risparmi..
Per risparmiare, risparmi. IL prblema è che il risparmio in questione è quasi irrilevante.
Il risparmio per me è una bufala colossale noi non c'entriamo nulla,il risparmio va fatto a livello industriale gia nei gruppi di "rifasamento TA" e nella rete enel che poi non sarebbe di nostra competenza ma loro anzi ti diro che di sera è meglio tener accesa qualche lampadina che tenerla spenta,è un discorso complicato da affrontare ci sono migliaia di parametri da tener conto!!!
Si, OK; tu mi stai parlando di problemi nel dispacciamento con l'attuale rete (ENEL?).
Certo che se uno accende tutto in casa poi esce e va via a lavoro quello si che è spreco ma è un altro discorso..
A me sembra lo stesso discorso.
L'importante a livello industriale è rimanere vicino ad un Cosfi 0.8 0.9 altrimenti i carichi capacitivi e reattivi dei rispettivi macchinari farebbero buttare una marea di corrente!! noi in ambito civile non possiamo incidere piu di tanto non usiamo carichi capacitivi o induttivi significativi.
I problemi di rifasamento, come dicevo, riguardano il trasporto. Comunque se abbassi uniformemente la richiesta di potenza attiva, non basta rifasare il sistema con le nuove condizioni?
Veramente i "principi di Kirckioff" cui alludi sono in realta' le "leggi di Kirchhoff"
Avevo letto anche questo errore ma non lo trovo più. Le cariche elettriche non si possono accumulare in un nodo della rete, è vero, ma la corrente elettrica può essere accumulata, trasformandola in energia chimica o potenziale (con le dovute perdite e costi, ovviamente).
Motivo di più per dire NO alle FV e Eolico in quanto la gestione di queste rinnovabili, in quanto intermittenti, creeranno non poche difficoltà nel gestire la loro produzione.
Questo è vero. Ci tocca una nuova rete. Non so quanto sia valida come soluzione ma, come viene spesso ricordato, dovremmo installare una nuova rete intelligente. Un investimento che si dovrebbe approvare.
...complimenti per l'analisi e la competenza di Nikonzen...
Veramente bravo.
E sono tre... e io non capisco mai se mi si sfotte. Vabeh, che devo dire; grazie se sono complimenti sinceri (.per quanto la lusinga sia il cibo degli sciocchi).
Riconosco alcuni errori (per esempio non aver specificato che i 1600 MW erano per una centrale solo) e pure le abbondanti approssimazioni, ma di questo non mi pento, se si vuole raggiungere il lettore comune bisogna semplificare al massimo.
Io capisco le esigenze di divulgazione ma non si rischia di dare informazioni sbagliate se si semplifica troppo? In questo forum, poi, il livello di preparazione è leggermente superiore alla media, si potrebbe fare uno sforzo di precisione in più, senza cadere in eccessivi tecnicismi.
Se mettiamo delle centrali a gas, carbone, eoliche o solari, per quanto inquinanti o brutte potranno essere smantellate dai miei figli o nipoti e l'inquinamento creato per il loro uso o costruzione ce lo assorbiamo noi. Se invece costruiamo centrali nucleari, per quante generazioni non potranno essere smantellate?
Dobbiamo distinguere.
Per impianti eolici e solari il ragionamento è corretto. L'impatto (non consideriamo il ciclo vita) è facilmente eliminabile, quando non nullo, nel tempo. Faccio notare che non sono io a protestare contro le fattorrie del vento.
Per impianti fossili,il discorso è diverso.
Gli impianti in se (le strutture e i siti) sono entrambi (chimico e nucleare) bonificabili. Ammetto di non conoscere i tempi esatti, anche perchè il decomissioning nucleare non è ancora pratica comune. Non si parla però di generazioni. Oltretutto conto sul fatto che, come tutto, quando diventerà pratica comune con lo smantellamento dei vecchi reattori,si abbasseranno costi e tempi.
Parlando del funzionamento, invece, faccio notare che l'inquinamento chimico e le sue conseguenze si ripercuoteranno anche sulle future generazioni (possibile effetto serra in primis).
Però a differenza di quello nucleare:
- è meno circoscritto
- è meno controllabile
- è certo e non possibile
- il numero: certo, oltre 60 reattori francesi sono una bella eredità, ma una decina sono un carico più gestibile. Un EPR vale circa tre turbogas.
Con quale diritto possiamo ipotecare delle vaste aree di terra rovinandola per sempre e riempire eternamente il sottosuolo di materiale radioattivo?
Non posso arrogarmi nessuna sicurezza, posso solo mostrare il mio punto di vista.
Prima di tutto, mi rifaccio in parte al principio di sostenibilità debole. Le risorse naturali impegnate oggi potranno essere sostituite dal capitale tecnologico prodotto. Naturalmente questo va preso con le pinze. Neppure io credo che si possa convertire il 100% del capitale naturale in tecnologico e farla franca. Senza scendere troppo nelle speculazione filosofiche, analizziamo però la tua frase.
"Con quale diritto possiamo ipotecare" : Questo è bivalente. Con quale diritto possiamo, dopo avere vissuto nel benessere e sperperato risorse, costringere i nostri figli a vivere senza tali privilegi? Credo saremo concordi che il punto è superare l'età post industriale mantendeno il più possibile inalterati i vantaggi acquisiti. La ricetta certa non c'è. Per me, considerati anche i possibili rischi, un pizzico di nucleare può aiutare nella transizione, a patto che si investa il capitale naturale ipotecato per migliorare il futuro delle prossime generazioni e non si sperperi tutto per aumentare l'attuale benessere.
"vaste aree di terra rovinandola per sempre e riempire eternamente il sottosuolo di materiale radioattivo?": Dovremmo quantificare il "vaste", e confrontare i chilometri quadrati contaminati con il terreno che si perde con altre attività aventi lo stesso fine (produzione di energia).
Dovremmo anche ricordare che quella terra è (se non la si vuole bonificare) inutilizzabile per uso antorpico ma il resto della vita cresce e prospera senza particolari problemi. Eliminiamo anche i parchi naturali?
Per sempre e eternamente sono altri paroloni. I tempi di dimezzamento, se escludiamo alcuni elementi, sono comparabili con la vita di qualche generazione umana. Non è poco, non è da sottovalutare ma una cosa è dire: vietato l'accesso per cento o duecento anni, un'altra è: vietato l'accesso per sempre (o anche solo milioni di anni come spesso si sente dire). Ripeto, il problema c'è, tuttavia io lo trovo gestibile.
Io, fino ad ora, ho fatto riferimento a quanto accade con possibii incidenti. Se si parla di riempire il suolo con materiale radioattivo, suppongo ci si riferisca alle scorie. Anche qui: avere tre metri cubi all'anno di scorie davvero pericolose per reattore non credo voglia dire riempire per l'eternità il pianeta di veleni. Ammetendo che non si troverà il modo di riutilizzarle in reattori veloci, diminuendone l'emivita, mi chiedo quante tonnellate di altri inquinanti ci fanno risparmiare queli 3m^3.
Sono stato un pò sbrigativo alla fine ma l'ora è tarda e ho letto che gli altri utenti hanno approfondito un pò il discorso.
Mentre per il nucleare non c'è bisogno di nessun incentivo statale perche le grandi industrie sanno che è una fonte redditizia che fa guadagnare!!!
Dai, non è vero che per il nucleare non serva nessun incentivo statale.
Io faccio un altro ragionamento. Dato che le rinnovabili non richiedono più grossi investimenti e si dice siano competitive, lasciamo che si sviluppino da sole (oppure si ammetta che sono ancora poco produttive).
Che il nucleare invece richieda sforzi economici troppo grandi è risaputo ed è anche per questo che dovrebbe intervenire il pubblico (oltre che per un maggiore controllo sulla parte privata).