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NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE
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DANIELE.41
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NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ho aperto questa discussione su richiesta del webmaster. Vorrei che grazie a questo nuovo forum si avviasse una discussione tra chi vede il nucleare come fonte energetica innovativa da gestire con le dovute sicurezze e la chiarezza di informazione verso le persone, e chi al contrario vede in questa tecnologia un ritorno al passato sopratutto a causa la gestione delle scorie prodotte che non permette di chiudere questo ciclo energetico.
L'idea è arrivata da una mia discussione con Enrico 73.
Quello che propongo è di mettere a disposizione di tutti gli scritti che determinano le posizioni assunte. Su quelli, chiaramente uo all volta, discutere senza pregiudizi.
Penso di alternare i documenti così che si discuta su testi pro e contro l'uso del nucleare.
Prima di caricare un mio documento vorre sapere la vostra opinione, i vostri dubbi o i vostri consigli.

23-10-2006 11:07
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Duke Nukem
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Messaggio: #2
RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao Daniele,

sono Enrico; ti avviso che nell'ambito del forum ho come nickname Duke Nukem: non si tratta di uno sdoppiamento di personalità indotto da radiazioni ma deriva dal fatto che l'iscrizione al forum è antecedente ai miei contributi nell'ambito di Archivio Nucleare.
Ti comunico che ho completato la lettura del tuo documento circa il deposito nazionale delle scorie radioattive che, dal quel che ho capito, è incentrato sulle vicende di Scanzano Jonico dell'autunno del 2003 nella prima parte e sulla discutibile gestione di SOGIN s.p.a. nella seconda.
Se questo rappresenta il primo documento oggetto di discussione ti rinnoverei la richiesta di esporre le motivazioni che ti hanno indotto a effettuare una indagine molto circostanziata, quasi di stampo "giornalistico".
Entreremo poi nel merito delle conclusioni a cui sei arrivato.
Grazie.
Ciao.

25-10-2006 11:23
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DANIELE.41
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Messaggio: #3
RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

ciao Enrico. Ho scaricato anch'io il tuo lavoro. Complimenti per la tesi molto più professionale della mia. Sarà il secondo oggetto di discussione allora.

Prima motivazione: ho scoperto un anima giornalistica e da grande, ho 42 anni e da 18 lavoro nel campo della grafica dtp, voglio fare inchieste giornalistiche.

La ricerca analizza articolo per articolo il famoso decreto per Scanzano e lo smonta. Smonta anche la dichiarazione di emergenza e mostra cosa ha fatto la Sogin ed il governo insieme per gestire il problema.
La Sogin è stata usata per far ripartire il nucleare italiano e non per smantellare le centrali. La Sogin è stata usata come uno dei tanti carrozzoni italiani per dispensare favori e premi. Ma un conto sono pomodori e latte, un conto le piscine che perdono acqua radioattiva. E tutto questo è stato fatto con i soldi che servivano a chiudere il nucleare. Se Berlusconi vinceva la lobby nuclearista avrebbe riaperto i giochi quì in Italia. Se pensi a come stà gestendo il problema delle scorie la Sogin, immagina su che basi sarebbe ripartito il nucleare in Italia. Ho i brividi a pensarci.

Ecco la seconda motivazione: indignazione.
Non accetto che qualcuno dica una cosa e poi lo neghi.
Spero che su questo sia daccordo anche tu, perché quello che è scritto nella mia ricerca è quello che dicono e fanno i protagonisti. Se scrivo che Jean dice che non si sarebbero portati lì subito i rifiuti, riporto le sue parole integrali; se riporto l'articolo che dice che a Scanzano si sarebbe fatto un deposito provvisorio e li si sarebbero portati i rifiuti, se poi dico che il generale ha detto una bugia, non è una mia deduzione: sono i fatti.

Attendo con piacere i tuoi commenti su questo primo oggetto di discussione.
Grazie a te.
Ciao.

p.s.
Ho scaricato e letto la tua tesi. Se questo è il tuo modo di vedere la cosa non posso pensare che la lettura della mia ricerca non ti abbia colpito. La tesi "parla" con termini esatti,oggettivi e chiari. Tutto il contrario di come ha gestito il problema la Sogin. Tu riapri una speranza: forse non è tardi per completare il piano di smantellamento. Ti ringrazio di cuore.

26-10-2006 00:35
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Duke Nukem
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RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao Daniele,

ammetto di essere stato colpito da certi particolari della vicenda inerente Scanzano Jonico come d'altronde rimasi colpito allora dalla repentinità con cui si proclamò di aver individuato il sito idoneo per ospitare le scorie radioattive italiane (in particolar modo quelle a medio e lungo periodo di dimezzamento, rispettivamente MLW, Medium Level Waste e HLW, High Level Waste).
All'epoca sapevo che il problema era oggetto dei lavori di un apposito gruppo di lavoro, costituito da esperti nel settore ,nell'ambito della Commissione Grandi Rischi del Parlamento (non ricordo sè di Camera o Senato). Come sai la scelta deve avvenire sulla base del possesso dei requisiti idro - geologici ( e non geo - morfologici come correttamente sottolinei nella tua relazione) richiesti per lo stoccaggio a lungo (se non lunghissimo) termine di materiale radioattivo.
La scelta del decreto legge, in effetti, fatta dal governo di allora, di certo non contribuiva ad assecondare la soluzione del problema: anzi a mio parere ha posto in seria difficoltà la possibilità di risolverlo in maniera soddisfacente anche nel futuro; la popolazione locale, colta di sorpresa, ha reagito nella maniera più naturale considerati i termini in cui è stata posta (o sarebbe meglio dire imposta) la questione.
Le conclusioni circa i legami tra soggetti politici nazionali e vertici di Sogin e le inconfessate intenzioni di quest'ultimi (invio delle scorie in Russia) gettano una luce inquietante sul modo in cui si intende gestire o si gestirà il problema delle scorie.
Ma d'altronde mi sembra che anche in altri ambiti, non solo quello nucleare, vi sia la tendenza ad adottare scelte che tendono a generare malumore se non addirittura contrarietà nell'opinione pubblica e rabbia e risentimento presso le comunità più direttamente coinvolte (penso al problema della TAV in Valsusa o quello dei rifiuti in Campania). Sembra quasi che la politica si impegni in questi esercizi contorsionistici in cui anzichè coinvolgere sin dal primo momento tutti i soggetti coinvolti ci si limiti ad offrire una soluzione preconfenzionata sperando poi di limare gli spigoli con estenuanti trattative sul territorio (che, come dimostrano i fatti, portano sistematicamente a procrastinare nel tempo l'individuazione della soluzione).
Il "nucleare" è una delle vittime più illustri di questo malcostume o sport nazionale; converrai con me che nessuna tecnologia è in sè buona o cattiva ma tale discrimine dipende dall'uso che si decide di farne.
Mi preme precisare che la Sogin non nasce per "rilanciare" il nucleare ma per gestire la fase conclusiva degli impianti ereditati da ENEL (insieme ad altre installazioni legate al ciclo del combustibile ed alla ricerca, alcune delle quali gestite da ENEA), compresa la sistemazione dei rifiuti. Ogni deviazione da questa "missione", più o meno consapevole, tradisce le finalità originarie . Ho personalmente conosciuto ingegneri e personale della Sogin (e prima ancora dell'ENEL), di cui ho potuto contare della collaborazione fattiva nella stesura della tesi (a proposito ti ringrazio dei giudizi lusinghieri ma sappi che un pò di merito và anche allo stesso personale della Sogin e a quei docenti "nucleari" che oltre a trasmettermi delle nozioni specialistiche, mi hanno reso partecipe di una certa sensibilità con cui occorre affrontare determinati problemi) e posso tranquillamente affermare che sono impegnati nei piani di smantellamento, anche se, magari sconcertati loro stessi da certe scelte strategiche che arrivano da livelli molto più alti.
Certo se le risorse economiche destinate al decommissioning vengono impegnate per altri scopi, non solo non si completa il programma ma addirittura rischia di diventare il classico pozzo senza fondo capace di attirare gli appetiti più disparati (e di qualsiasi colore politico).
Il trattamento delle scorie tra l'altro richiede approfondimenti anche di carattere scientifico su cui dovebbe impegnarsi il mondo della ricerca (altra nota dolente nel nostro paese).
Mi spiace che l'infelice gestione del problema del deposito nazionale si stia riverberando sul settore del nucleare nel suo complesso, facendo affollare la già ben nutrita schiera dei suoi detrattori, spesso non ben informati o vittime di autentica contro - informazione.
Quel che è grave è che della questione non si è più parlato, forse nel timore di sollevare altro clamore; ciò avvalora la tesi secondo la quale le scorie potrebbero essere destinate a qualche deposito nel profondo della Siberia (dopo l'estrazione del "prezioso" Plutonio e magari in cambio dell'ammorbidamento della posizione nei confronti di un ingresso di Gazprom nel mercato italiano).
Forse tu sei più informato di me sulla situazione e ti sarò grato se potrai ragguagliarci in merito.
Chissà se non possa essere istituita una commissione parlamentare d'inchiesta che se ne occupi.
E magari solleciti l'attribuzione della guida di Sogin ad un Comitato Scientifico collegiale.
Attendo le tue opinioni in merito e quelle dei gentili frequentatori del forum che hanno avuto la pazienza di sorbirsi questo interminabile messaggio !

26-10-2006 18:47
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DANIELE.41
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Messaggio: #5
RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao Enrico.
Ho letto con attenzione la tua risposta.
E' vero, la Sogin è nata per smantellare e posso assicurarti che tra il 1995 ed il 2000 c'é stato un periodo prolifico che ha portato a esaminare a fondo tutto il problema. Purtroppo al momento del passare dagli studi ai fatti, la politica,sinistra e destra pari sono, ci ha messo del suo per inquinare un progetto partito bene.
Proprio in questi giorni un senatore DS, Aleandro Longhi, e altri 40 parlamentari stanno proponendo un disegno di legge per istituire una commissione d'indagine sulla Sogin.
Dal 2004 c'é un Comitato Scientifico di 12 persone di cui fanno parte esperti del governo e delle regioni interessate che devono controllare il lavoro del commissario delegato, generale Carlo Jean, che a questa commissione deve fornire un cronoprogramma con le azioni fatte e da fare, per avere le loro direttive.

Come vedi dopo Scanzano qualcosa è stato fatto, ma non basta.
Tu mi dici dell'insofferenza di alcune persone! Lo sò anch'io che ci sono competenze in Sogin, ma perché allora la società manda in pensione i tecnici e assume impiegati presso la sede centrale? Forse perché lo smantellamento non lo vuole fare ed è più interessata a diventare un ente burocratico che appalto lo smantellamento ai privati (Ansaldo, Finmeccanica, Technit...), così da potersi dedicare ad altro, vedi i propositi di affiancare Enel nel nucleare o gli affari russi, che vedono Sogin e Rosatom russo essere i gestori dei 360 milioni di euro del progetto. Se proprio vuoi farti del male leggi le delibere 66/05 e 103/06 al sito dell'autorità per l'energia ed il Gas. Leggerai di come ha agito Sogin. Leggerai come un generale, solo per mantenere salda la poltrona e lo stipendio, si sia arrogato il diritto di comandare su un progetto che avrebbe potuto far diventare l'Italia la punta di diamante in un'industria che, tra 10-15 anni, gestirà un bussiness mondiale con un giro di centinaia di miliardardi di euro.
Chiudo chiedendoti due cose:
- stò scrivendo un libro su Sogin. Sarebbe molto interessante conoscere qualcuno della Enel-Sgn per conoscere la storia nuclere italiana dal suo punto di vista e per capire la differenza tra loro e la Sogin che, come saprai, altro non è che quella struttura privatizzata;
-se fosse possibile vedere questo benedetto piano ventennale. L'unica "cosa" che ho è un foglio A4 fotocopiato con tante barre nere e una scala temporale (questo documento è quello che la Sogin ha prsentato alla VIII commissione della camera).

Aspetto la tua risposta e poi, se vuoi, parliamo del decommissioning. Leggendo il tuo lavoro non posso non realizzare che senza di voi non è possibile smantellare un bel niente e che alcune mie posizioni sono discutibili. Dopo aver appurato che la Sogin non ha realizzato la sua mission, ma ne vorrebbe realizzare un'altra, andiamo avanti. Vediamo se ci sono le basi (e mi sembra che ci siano) per poter dire che esiste una possibilità di chiudere il ciclo nucleare. Una cosa è importante: le nuove generazioni di ingegneri nucleari devono collaborare con noi gente comune per un informazione assertiva! Sarà poi il tempo ha decidere se ci sarà un'altra era nucleare oppure no. L'importante è che la decisione sia presa in libertà e piena coscienza, che può avvenire solo con la trasparenza e l'umiltà di ascoltarci, sia che siamo "nuclearisti" o "ambientalisti".

Attendo la tua risposta e... andiamo avanti!

27-10-2006 01:41
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Duke Nukem
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RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao,

prendo atto delle iniziative in corso e di quanto è stato fatto per controllare l'attività di Sogin. Posso aggiungere che accanto alla probabile fase di burocratizzazione e colonizzazione politica della società che stà interessando la sede romana, negli impianti soggetti a futuribile smantellamento sono stati assunti (anche se talvolta con contratti "flessibili") anche alcuni giovani ingegneri. Contemporaneamente però stanno andando in pensione gli ingegneri "storici" con il rischio che venga conpromesso quel trasferimento di conoscenze e competenze che dovrebbe caratterizzare ogni avvicendamento generazionale.
Vorrei chiarire solo un concetto: Sogin non realizza il decommissioning ma bensì lo progetta e lo coordina, affidando poi l'esecuzione a imprese che possiedono i mezzi e le competenze richieste (la capofila è senz'altro Ansaldo, costola energertica di Finmeccanica). Queste aziende vengono coinvolte sin dalla fase progettuale e probabilmente si aggiudicheranno l'appalto per il semplice motivo che non esistono realtà nel contesto nazionale che possono affrontare una impresa del genere. L'alternativa sarebbe affidarsi a imprese estere (mediante gare d'appalto internazionali); sappi che regolarmente vengono richieste consulenze (pagate a peso d'oro) di operatori stranieri attivi nel campo nucleare. A sua volta Ansaldo sub - appalta determinate opere ad aziende attentamente selezionate tra quelle in grado di operare in regime di "Qualità Totale", requisito indispensabile per chi desideri accostarsi a questo settore. E' auspicabile che si crei un indotto del decommissioning costituito da piccole e medie aziende italiane che possano in futuro competere nel mercato internazionale (e che oltre a crescere industrialmente offrano concrete prospettive occupazionali).

Sottoscrivo il tuo ultimo pensiero circa a un ripensamento partecipato sia dei programmi di smantellamento che di un possibile, ma certamente non imminente,"ritorno" del nucleare in Italia.

Inizierei col chiederti, in base ale idee che ti sei fatto sino ad ora, quali alternative ritieni praticabili al deposito sotterraneo (sempre che non lo ritieni invece fattibile) e se è giusto in ogni caso procedere allo smantellamento accelerato degli impianti.


27-10-2006 11:45
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DANIELE.41
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Messaggio: #7
RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao Enrico.
Vedo di risponderti in merito alle tue riflessioni.
Intanto ti ringrazio per aver accettato il mio punto di vista invece di rifiutarlo a priori, come hanno fatto altri. In questo cercherò di emularti.

Purtroppo la politica ha visto nei soldi dati a Sogin un pozzo senza fondo (hai letto la storia del taglio fiscale di Berlusconi e dove ha preso una parte dei soldi mancanti?) dove prendere per creare consenso.

La Sogin gestisce appalti ma non fà decommissioning? Certo che è vero. Sin dall’inizio il progetto era questo. Gestire il flusso di soldi miliardario per i propri scopi e non sporcarsi le mani con il decommissioning.
Quindi via i tecnici “anziani” che potevano rompere i coglioni. Dentro invece tecnici giovani, meglio se precari, magari più diplomati che laureati, che non fanno tante domande e li puoi indirizzare dove meglio preferisci. Allo stesso tempo, mentre si indebolisce la parte tecnica, una bella infornata di impiegati presso la sede centrale (magari facendo contento anche qualche amico politico), creando uffici su uffici che muovono solo carte. E’ chiaro che alla fine tu pensi che la Sogin da sempre “non realizza il decommissioning ma bensì lo progetta e lo coordina, affidando poi l'esecuzione a imprese che possiedono i mezzi e le competenze richieste”. Posso garantirti, e lo dicono persone che hanno partecipato alla nascita del progetto di smantellamento, che l’idea era tuttaltra. Si voleva far studiare come smantellare utilizzando un procedimento accelerato, all’unico gruppo di tecnici che conosceva le centrali, ovvero le 600 persone della struttura Enel-SGN. La Sogin, ovvero la Enel-SGN trsformata in azienda privata, doveva acquisire (imparare) esperienza sul decommissioning accelerato sfruttando la possibilità di lavorare su impianti relativamente piccoli e fermi da venti anni, con un quantitativo di combustibile irraggiato da gestire minimo. Insomma la condizione ideale per arrivare a realizzare quello che hai descritto tu: un’industria del decommissioning. Invece dopo 6 anni siamo al punto di partenza.
Chiediti una cosa: chi è adesso l’ente di riferimento per quello che riguarda il nucleere? Chi è l’unico proprietario delle centrali, dei centri di ricerca nucleare, delle officine del combustibile? L’Enea, che nata come CNEN era il nostro campione nucleare negli anni 60-70, o la Sogin?

Adesso è ora di cambiare. Adesso il problema non è nucleare si, nucleare no. Adesso il problema è eliminare il pericolo delle scorie che di anno in anno si aggrava (sai della perdita di acqua radioattiva dell’Eurex o dell’incidente al centro della Casaccia?). Siamo in due, per adesso. Due persone che, per ora, la pensano in maniera opposta sul nucleare, ma che nella chiarezza e nella trasparenzea hanno trovato un terreno comune. E un buon inizio.

Per quanto riguarda il deposito la mia idea vede nella reversibilità il concetto chiave. Prendiamo atto che non sappiamo cosa fare per disfarsi del combustibile irraggiato e stocchiamolo in depositi di superfice, chiusi in cask corrazzati, e affidiamoci alla provvidenza perché in un prossimo futuro si riesca a trovare il metodo per eliminarli. Ti posso assicurare che nel momento in cui c’é la soluzione sui rifiuti, la mia posizione sul nucleare cambierebbe, ma per adesso è un problema irrisolvibile.

Per lo smantellamento la mia idea è di continuare su quello accelerato ma tornare alle origini. Ci deve essere un’agenzia nazionale che gestisca le discariche ed il futuro deposito. La Commissione Scalia propose addirittura un disegno di legge. Dobbiamo ripartire da lì.

Scusa la lunghezza. Con stima. Daniele
A presto.

28-10-2006 01:38
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RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao Daniele,

le risposte che hai fornito ai miei quesiti sono indubbiamente condivisibili.
I depositi di superficie, veri e propri bunkers, rappresentano una alternativa praticabile; per un tecnico (o aspirante tale) però l'affidamento alla divina provvidenza non è una fattore sufficientemente rassicurante. Meglio spendere risorse intellettive e ingegnarsi nell'individuare soluzioni che diano sufficienti garanzie; senza dubbio uno dei problemi del deposito superficiale è che esso in ogni caso sorgerà al di sopra delle falde acquifere e freatiche; quindi potenzialmente sussiste un rischio teorico della loro contaminazione, in caso di fessurazione dei casks (eventualità comunque molto remota) . Rischio che però è fortemente minimizzato dal fatto che le scorie comunque stoccate saranno già condizionate e pertanto allo stato solido (all'interno di opportune matrici vetrose o cementizie). Il rischio è certamente più elevato in caso di persistenza di rifiuti allo stato liquido, quelli cioè con il maggior grado di permeabilità e penetrabilità e che rappresentano una quota non trascurabile di quelle che attendono ancora di essere trattate.
E per le quali bisognerebbe sottolineare debitamente l'urgenza (come tu stesso hai fatto).
Il deposito sotterraneo a grande profondità (possibilmente in giacimenti di salgemma) potrebbe garantire invece il mantenimento a debita distanza delle scorie da qualsiasi contatto con bacini idrici, anche in eventuali situazioni incidentali.

In merito allo smantellamento, accanto a quello accelerato sussiste l'alternativa di quello differenziato nel tempo (noto come "safstor" abbreviazione di safe storage); quest'ultima ipotesi implicherebbe la messa in sicurezza e protezione passiva degli impianti per un tempo sufficiente a garantire il decadimento del radionuclide di riferimento ovvero il Co-60, prodotto di attivazione del Ferro; esso è un emettitore gamma però con breve periodo di dimezzamento (poco più di 5 anni); questo significa che nell'arco di pochi decenni l'inventario di radioattività dell'impianto spento si riduce drasticamente e alla fine le scorie contaminate saranno decisamente di minor volume. Il problema è che nel frattempo bisogna presidiare l'impianto e, in poche parole, spendere dei soldi (non pochi) per mantenerlo in sicurezza, seppur improduttivo (dandolo tra l'altro in eredità alle generazioni successive).
La disattivazione accelerata pone problemi più severi in quanto si deve operare con livelli di radioattività che, per esempio, impediscono l'attività umana in determinate aree (per cui si ricorrerà ad operazioni remotizzate e\o robotizzate possibilmente subacquee, per disporre di un efficace schermo contro le radiazioni) e non ultimo, il fatto di avere un maggior quantitativo di rifiuti radioattivi da stoccare. Ma ciò non si può mettere in pratica se prima non si provvede alla costruzione del deposito : come vedi si torna al punto di partenza.
Non si dovrebbe neanche parlare di decommissioning in assenza di deposito. Ma in Italia stiamo facendo (come spesso ci capita) esattamente l'opposto !

29-10-2006 23:07
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RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao Enrico.

Sul deposito.
Sarai daccordo con me che attualmente il combustibile irraggiato è stoccato presso le stesse centrali o nelle piscine di decadimento o in cask corrazzati a prova di impatto aereo.
Sai bene, o almeno è questo che mi hanno detto, che è impossibile che un cask si spacchi, visto che l'unica possibilità, il gas di idrogeno che si forma per elettrolisi sopratutto nei rifiuti cementati, quando satura il contenitore viene disperso nell'ambiente tramite valvole presenti in ogni cask (la cosa mi ha turbato quando l'ho saputa perché credevo, povero bischero, che il contatto con la biosfera non esistesse).
Depositi superficiali già ci sono (Francia, Inghilterra, Spagna) e sub superficiali particolari come in Germania (miniera) e Svezia (sottomarino). Certo nessuno sà cosa succederà tra cento anni, visto che non esite uno storico, e tutti i calcoli sono proezioni matematiche.
Non penso però che chi ti ha detto che il geologico è meglio sappia veramente quello che dice perché da 15 anni stanno studiando il problema e nesuno ancora è sicuro che anche nel geologico non ci sino problemi sul lungo termine (si parla di tempi geologici, appunto, che vanno dai 24 secoli in sù).

Sul decommissioning.
Daccordo con te. Nel 1999 la SOGIN non doveva nascere e l'Enel doveva con il suo ufficio Enel-Sgn continuare a praticare lo smantellamento differito.
Il fatto era che i nostri impianti erano fermi già da 15 anni e più, quindi pronti per essere smantellati. Ecco lo sbaglio! Siccome sono abbastanza piccoli, siccome è passato già molto tempo, si può provare a fare lo smantellamento accelerato, così da diventare i precursori e il riferimento per il modo intero (e non dico bischerate!). Io sono daccordo con te per il safestore ma la nostra situazione ci permetteva di realizzare lo smantellamento con questo sistema.

Il deposito
Infatti se in questi 5 anni si diceva all'Enel di attivarsi nel decommissioning, magari integrando la spesa del colosso elettrico con un contribuo della bolletta elettrica adesso staremmo a parlar di trovare il deposito ed il sito dove costruirlo. Non sò se lo sai ma il comune di Saluggia ha accettato il progetto Cemex ed il comune di Sasso Arunca ha accettato la costruzione di infrastrutture per il decommissioning della centrale del Garigliano. La gente si rende conto del problema e si prende le sue responsabilità.

Ma andiamo oltre. Te la senti di elaborare un MANIFESTO firmato da tecnici e fisici insieme alla gente comune come me che chieda un nuovo approccio allo smantellamento dei siti nucleari e alla chiusura del ciclo del combustibile?
Un MANIFESTO al quale far aderire personaggi importanti del settore nucleare e ambientalistico insieme a gente comune, come me (e come tanti altri che ho conosciuto girando per forum) per dire ai nostri rappresentanti politici che non siamo stupidi ignoranti da prendere per i fondelli, ma gente che sà quali sono i problemi e come risolverli?
Se la politica ha preso le redini di questo gioco, perché non strappargiele di mano? Io sono sicuro che un ingegnere e un comune cittadino, ambedue dotati di buonsenso, possono rivoltare la situazione.

Cosa ne pensi?

p.s.
Ho visto che a questa discussione ci sono stati 80 contatti. Possibile che nessuno di questi voglia unirsi a noi due?

31-10-2006 01:50
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RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE

Ciao,

l'opzione del sito sotterraneo a grande profondità rappresenta una delle possibilità ipotizzate e non certamente quella che necessariamente raccoglie i maggiori consensi tra gli esperti. Effettivamente la valutazione della "stabilità" del sito su tempi "geologici" è sicuramente una delle più fondate obiezioni scientifiche alla quale è pressochè impossibile fornire risposte attendibili (le "previsioni" in genere sono estrapolazioni di dati riguardanti gli eventi passati che cercano di delineare le dinamiche future, ma in alcuni campi, come quello geologico o meteorolgico, sono pure utopie).
Fortunatamente si può ragionare sulle alternative rappresentate dai depositi superficiali o sub superficiali: in tal caso occorre coinvolgere l'opinione pubblica in maniera costruttiva, informandola preventivamente.

Ovviamente anch'io propendo per lo smantellamento accelerato (in gergo tecnico DECON); ti ho citato il SAFSTORE per onestà intelettuale, nell'intento di far comprendere che l'approccio a questi problemi deve contemplare tutte le opzioni tecnicamente possibili: analisi in termini di costi\benefici (non solo di ordine economico, beninteso) decreteranno la strategia più indicata.

Effettivamente per l'esecuzione tecnica del decommissioning si sarebbe forse dovuto pensare ad un Consorzio misto pubblico - privato guidato da ENEL - SGN in cui figurassero Ansaldo Nucleare e tutte le realtà medio-piccole con competenze "nucleari";al Ministero del Tesoro sarebbe rimasta la facoltà di garantire la copertura finanziaria dei progetti e il compito di "vigilare" sulla utilizzazione dei fondi erogati magari con la consulenza tecnica del Ministero delle Attività Produttive e dell'Ambiente.
Sono solo fantasie ma non è detto che in esse non si possano ravvisare suggerimenti per un cambio "tattico" in corso d'opera, magari sulla spinta di precise istanze della società civile, del mondo industriale e di quello scientifico-accademico.

A tal proposito l'idea del Manifesto o Appello sottoscritto da un'ampia e omogenea rappresentanza della società, trasversale per posizioni politiche, culturali, tecno-scientifiche,contribuirebbe perlomeno ad una sensibilizzazione sul problema dello smantellamento in generale e dell'urgente questione della messa in sicurezza delle scorie in particolare.

In due si può concepire il progetto ma sarebbe bello poter, già all'interno di questo forum trovare altri aderenti, anche solo per un parere, un consiglio, al limite anche un insulto: sempre meglio del silenzio!

Coraggio, gente !

03-11-2006 13:49
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