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NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Versione stampabile

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NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 23-10-2006 11:07

Ho aperto questa discussione su richiesta del webmaster. Vorrei che grazie a questo nuovo forum si avviasse una discussione tra chi vede il nucleare come fonte energetica innovativa da gestire con le dovute sicurezze e la chiarezza di informazione verso le persone, e chi al contrario vede in questa tecnologia un ritorno al passato sopratutto a causa la gestione delle scorie prodotte che non permette di chiudere questo ciclo energetico.
L'idea è arrivata da una mia discussione con Enrico 73.
Quello che propongo è di mettere a disposizione di tutti gli scritti che determinano le posizioni assunte. Su quelli, chiaramente uo all volta, discutere senza pregiudizi.
Penso di alternare i documenti così che si discuta su testi pro e contro l'uso del nucleare.
Prima di caricare un mio documento vorre sapere la vostra opinione, i vostri dubbi o i vostri consigli.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 25-10-2006 11:23

Ciao Daniele,

sono Enrico; ti avviso che nell'ambito del forum ho come nickname Duke Nukem: non si tratta di uno sdoppiamento di personalità indotto da radiazioni ma deriva dal fatto che l'iscrizione al forum è antecedente ai miei contributi nell'ambito di Archivio Nucleare.
Ti comunico che ho completato la lettura del tuo documento circa il deposito nazionale delle scorie radioattive che, dal quel che ho capito, è incentrato sulle vicende di Scanzano Jonico dell'autunno del 2003 nella prima parte e sulla discutibile gestione di SOGIN s.p.a. nella seconda.
Se questo rappresenta il primo documento oggetto di discussione ti rinnoverei la richiesta di esporre le motivazioni che ti hanno indotto a effettuare una indagine molto circostanziata, quasi di stampo "giornalistico".
Entreremo poi nel merito delle conclusioni a cui sei arrivato.
Grazie.
Ciao.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 26-10-2006 00:35

ciao Enrico. Ho scaricato anch'io il tuo lavoro. Complimenti per la tesi molto più professionale della mia. Sarà il secondo oggetto di discussione allora.

Prima motivazione: ho scoperto un anima giornalistica e da grande, ho 42 anni e da 18 lavoro nel campo della grafica dtp, voglio fare inchieste giornalistiche.

La ricerca analizza articolo per articolo il famoso decreto per Scanzano e lo smonta. Smonta anche la dichiarazione di emergenza e mostra cosa ha fatto la Sogin ed il governo insieme per gestire il problema.
La Sogin è stata usata per far ripartire il nucleare italiano e non per smantellare le centrali. La Sogin è stata usata come uno dei tanti carrozzoni italiani per dispensare favori e premi. Ma un conto sono pomodori e latte, un conto le piscine che perdono acqua radioattiva. E tutto questo è stato fatto con i soldi che servivano a chiudere il nucleare. Se Berlusconi vinceva la lobby nuclearista avrebbe riaperto i giochi quì in Italia. Se pensi a come stà gestendo il problema delle scorie la Sogin, immagina su che basi sarebbe ripartito il nucleare in Italia. Ho i brividi a pensarci.

Ecco la seconda motivazione: indignazione.
Non accetto che qualcuno dica una cosa e poi lo neghi.
Spero che su questo sia daccordo anche tu, perché quello che è scritto nella mia ricerca è quello che dicono e fanno i protagonisti. Se scrivo che Jean dice che non si sarebbero portati lì subito i rifiuti, riporto le sue parole integrali; se riporto l'articolo che dice che a Scanzano si sarebbe fatto un deposito provvisorio e li si sarebbero portati i rifiuti, se poi dico che il generale ha detto una bugia, non è una mia deduzione: sono i fatti.

Attendo con piacere i tuoi commenti su questo primo oggetto di discussione.
Grazie a te.
Ciao.

p.s.
Ho scaricato e letto la tua tesi. Se questo è il tuo modo di vedere la cosa non posso pensare che la lettura della mia ricerca non ti abbia colpito. La tesi "parla" con termini esatti,oggettivi e chiari. Tutto il contrario di come ha gestito il problema la Sogin. Tu riapri una speranza: forse non è tardi per completare il piano di smantellamento. Ti ringrazio di cuore.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 26-10-2006 18:47

Ciao Daniele,

ammetto di essere stato colpito da certi particolari della vicenda inerente Scanzano Jonico come d'altronde rimasi colpito allora dalla repentinità con cui si proclamò di aver individuato il sito idoneo per ospitare le scorie radioattive italiane (in particolar modo quelle a medio e lungo periodo di dimezzamento, rispettivamente MLW, Medium Level Waste e HLW, High Level Waste).
All'epoca sapevo che il problema era oggetto dei lavori di un apposito gruppo di lavoro, costituito da esperti nel settore ,nell'ambito della Commissione Grandi Rischi del Parlamento (non ricordo sè di Camera o Senato). Come sai la scelta deve avvenire sulla base del possesso dei requisiti idro - geologici ( e non geo - morfologici come correttamente sottolinei nella tua relazione) richiesti per lo stoccaggio a lungo (se non lunghissimo) termine di materiale radioattivo.
La scelta del decreto legge, in effetti, fatta dal governo di allora, di certo non contribuiva ad assecondare la soluzione del problema: anzi a mio parere ha posto in seria difficoltà la possibilità di risolverlo in maniera soddisfacente anche nel futuro; la popolazione locale, colta di sorpresa, ha reagito nella maniera più naturale considerati i termini in cui è stata posta (o sarebbe meglio dire imposta) la questione.
Le conclusioni circa i legami tra soggetti politici nazionali e vertici di Sogin e le inconfessate intenzioni di quest'ultimi (invio delle scorie in Russia) gettano una luce inquietante sul modo in cui si intende gestire o si gestirà il problema delle scorie.
Ma d'altronde mi sembra che anche in altri ambiti, non solo quello nucleare, vi sia la tendenza ad adottare scelte che tendono a generare malumore se non addirittura contrarietà nell'opinione pubblica e rabbia e risentimento presso le comunità più direttamente coinvolte (penso al problema della TAV in Valsusa o quello dei rifiuti in Campania). Sembra quasi che la politica si impegni in questi esercizi contorsionistici in cui anzichè coinvolgere sin dal primo momento tutti i soggetti coinvolti ci si limiti ad offrire una soluzione preconfenzionata sperando poi di limare gli spigoli con estenuanti trattative sul territorio (che, come dimostrano i fatti, portano sistematicamente a procrastinare nel tempo l'individuazione della soluzione).
Il "nucleare" è una delle vittime più illustri di questo malcostume o sport nazionale; converrai con me che nessuna tecnologia è in sè buona o cattiva ma tale discrimine dipende dall'uso che si decide di farne.
Mi preme precisare che la Sogin non nasce per "rilanciare" il nucleare ma per gestire la fase conclusiva degli impianti ereditati da ENEL (insieme ad altre installazioni legate al ciclo del combustibile ed alla ricerca, alcune delle quali gestite da ENEA), compresa la sistemazione dei rifiuti. Ogni deviazione da questa "missione", più o meno consapevole, tradisce le finalità originarie . Ho personalmente conosciuto ingegneri e personale della Sogin (e prima ancora dell'ENEL), di cui ho potuto contare della collaborazione fattiva nella stesura della tesi (a proposito ti ringrazio dei giudizi lusinghieri ma sappi che un pò di merito và anche allo stesso personale della Sogin e a quei docenti "nucleari" che oltre a trasmettermi delle nozioni specialistiche, mi hanno reso partecipe di una certa sensibilità con cui occorre affrontare determinati problemi) e posso tranquillamente affermare che sono impegnati nei piani di smantellamento, anche se, magari sconcertati loro stessi da certe scelte strategiche che arrivano da livelli molto più alti.
Certo se le risorse economiche destinate al decommissioning vengono impegnate per altri scopi, non solo non si completa il programma ma addirittura rischia di diventare il classico pozzo senza fondo capace di attirare gli appetiti più disparati (e di qualsiasi colore politico).
Il trattamento delle scorie tra l'altro richiede approfondimenti anche di carattere scientifico su cui dovebbe impegnarsi il mondo della ricerca (altra nota dolente nel nostro paese).
Mi spiace che l'infelice gestione del problema del deposito nazionale si stia riverberando sul settore del nucleare nel suo complesso, facendo affollare la già ben nutrita schiera dei suoi detrattori, spesso non ben informati o vittime di autentica contro - informazione.
Quel che è grave è che della questione non si è più parlato, forse nel timore di sollevare altro clamore; ciò avvalora la tesi secondo la quale le scorie potrebbero essere destinate a qualche deposito nel profondo della Siberia (dopo l'estrazione del "prezioso" Plutonio e magari in cambio dell'ammorbidamento della posizione nei confronti di un ingresso di Gazprom nel mercato italiano).
Forse tu sei più informato di me sulla situazione e ti sarò grato se potrai ragguagliarci in merito.
Chissà se non possa essere istituita una commissione parlamentare d'inchiesta che se ne occupi.
E magari solleciti l'attribuzione della guida di Sogin ad un Comitato Scientifico collegiale.
Attendo le tue opinioni in merito e quelle dei gentili frequentatori del forum che hanno avuto la pazienza di sorbirsi questo interminabile messaggio !


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 27-10-2006 01:41

Ciao Enrico.
Ho letto con attenzione la tua risposta.
E' vero, la Sogin è nata per smantellare e posso assicurarti che tra il 1995 ed il 2000 c'é stato un periodo prolifico che ha portato a esaminare a fondo tutto il problema. Purtroppo al momento del passare dagli studi ai fatti, la politica,sinistra e destra pari sono, ci ha messo del suo per inquinare un progetto partito bene.
Proprio in questi giorni un senatore DS, Aleandro Longhi, e altri 40 parlamentari stanno proponendo un disegno di legge per istituire una commissione d'indagine sulla Sogin.
Dal 2004 c'é un Comitato Scientifico di 12 persone di cui fanno parte esperti del governo e delle regioni interessate che devono controllare il lavoro del commissario delegato, generale Carlo Jean, che a questa commissione deve fornire un cronoprogramma con le azioni fatte e da fare, per avere le loro direttive.

Come vedi dopo Scanzano qualcosa è stato fatto, ma non basta.
Tu mi dici dell'insofferenza di alcune persone! Lo sò anch'io che ci sono competenze in Sogin, ma perché allora la società manda in pensione i tecnici e assume impiegati presso la sede centrale? Forse perché lo smantellamento non lo vuole fare ed è più interessata a diventare un ente burocratico che appalto lo smantellamento ai privati (Ansaldo, Finmeccanica, Technit...), così da potersi dedicare ad altro, vedi i propositi di affiancare Enel nel nucleare o gli affari russi, che vedono Sogin e Rosatom russo essere i gestori dei 360 milioni di euro del progetto. Se proprio vuoi farti del male leggi le delibere 66/05 e 103/06 al sito dell'autorità per l'energia ed il Gas. Leggerai di come ha agito Sogin. Leggerai come un generale, solo per mantenere salda la poltrona e lo stipendio, si sia arrogato il diritto di comandare su un progetto che avrebbe potuto far diventare l'Italia la punta di diamante in un'industria che, tra 10-15 anni, gestirà un bussiness mondiale con un giro di centinaia di miliardardi di euro.
Chiudo chiedendoti due cose:
- stò scrivendo un libro su Sogin. Sarebbe molto interessante conoscere qualcuno della Enel-Sgn per conoscere la storia nuclere italiana dal suo punto di vista e per capire la differenza tra loro e la Sogin che, come saprai, altro non è che quella struttura privatizzata;
-se fosse possibile vedere questo benedetto piano ventennale. L'unica "cosa" che ho è un foglio A4 fotocopiato con tante barre nere e una scala temporale (questo documento è quello che la Sogin ha prsentato alla VIII commissione della camera).

Aspetto la tua risposta e poi, se vuoi, parliamo del decommissioning. Leggendo il tuo lavoro non posso non realizzare che senza di voi non è possibile smantellare un bel niente e che alcune mie posizioni sono discutibili. Dopo aver appurato che la Sogin non ha realizzato la sua mission, ma ne vorrebbe realizzare un'altra, andiamo avanti. Vediamo se ci sono le basi (e mi sembra che ci siano) per poter dire che esiste una possibilità di chiudere il ciclo nucleare. Una cosa è importante: le nuove generazioni di ingegneri nucleari devono collaborare con noi gente comune per un informazione assertiva! Sarà poi il tempo ha decidere se ci sarà un'altra era nucleare oppure no. L'importante è che la decisione sia presa in libertà e piena coscienza, che può avvenire solo con la trasparenza e l'umiltà di ascoltarci, sia che siamo "nuclearisti" o "ambientalisti".

Attendo la tua risposta e... andiamo avanti!


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 27-10-2006 11:45

Ciao,

prendo atto delle iniziative in corso e di quanto è stato fatto per controllare l'attività di Sogin. Posso aggiungere che accanto alla probabile fase di burocratizzazione e colonizzazione politica della società che stà interessando la sede romana, negli impianti soggetti a futuribile smantellamento sono stati assunti (anche se talvolta con contratti "flessibili") anche alcuni giovani ingegneri. Contemporaneamente però stanno andando in pensione gli ingegneri "storici" con il rischio che venga conpromesso quel trasferimento di conoscenze e competenze che dovrebbe caratterizzare ogni avvicendamento generazionale.
Vorrei chiarire solo un concetto: Sogin non realizza il decommissioning ma bensì lo progetta e lo coordina, affidando poi l'esecuzione a imprese che possiedono i mezzi e le competenze richieste (la capofila è senz'altro Ansaldo, costola energertica di Finmeccanica). Queste aziende vengono coinvolte sin dalla fase progettuale e probabilmente si aggiudicheranno l'appalto per il semplice motivo che non esistono realtà nel contesto nazionale che possono affrontare una impresa del genere. L'alternativa sarebbe affidarsi a imprese estere (mediante gare d'appalto internazionali); sappi che regolarmente vengono richieste consulenze (pagate a peso d'oro) di operatori stranieri attivi nel campo nucleare. A sua volta Ansaldo sub - appalta determinate opere ad aziende attentamente selezionate tra quelle in grado di operare in regime di "Qualità Totale", requisito indispensabile per chi desideri accostarsi a questo settore. E' auspicabile che si crei un indotto del decommissioning costituito da piccole e medie aziende italiane che possano in futuro competere nel mercato internazionale (e che oltre a crescere industrialmente offrano concrete prospettive occupazionali).

Sottoscrivo il tuo ultimo pensiero circa a un ripensamento partecipato sia dei programmi di smantellamento che di un possibile, ma certamente non imminente,"ritorno" del nucleare in Italia.

Inizierei col chiederti, in base ale idee che ti sei fatto sino ad ora, quali alternative ritieni praticabili al deposito sotterraneo (sempre che non lo ritieni invece fattibile) e se è giusto in ogni caso procedere allo smantellamento accelerato degli impianti.



RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 28-10-2006 01:38

Ciao Enrico.
Vedo di risponderti in merito alle tue riflessioni.
Intanto ti ringrazio per aver accettato il mio punto di vista invece di rifiutarlo a priori, come hanno fatto altri. In questo cercherò di emularti.

Purtroppo la politica ha visto nei soldi dati a Sogin un pozzo senza fondo (hai letto la storia del taglio fiscale di Berlusconi e dove ha preso una parte dei soldi mancanti?) dove prendere per creare consenso.

La Sogin gestisce appalti ma non fà decommissioning? Certo che è vero. Sin dall’inizio il progetto era questo. Gestire il flusso di soldi miliardario per i propri scopi e non sporcarsi le mani con il decommissioning.
Quindi via i tecnici “anziani” che potevano rompere i coglioni. Dentro invece tecnici giovani, meglio se precari, magari più diplomati che laureati, che non fanno tante domande e li puoi indirizzare dove meglio preferisci. Allo stesso tempo, mentre si indebolisce la parte tecnica, una bella infornata di impiegati presso la sede centrale (magari facendo contento anche qualche amico politico), creando uffici su uffici che muovono solo carte. E’ chiaro che alla fine tu pensi che la Sogin da sempre “non realizza il decommissioning ma bensì lo progetta e lo coordina, affidando poi l'esecuzione a imprese che possiedono i mezzi e le competenze richieste”. Posso garantirti, e lo dicono persone che hanno partecipato alla nascita del progetto di smantellamento, che l’idea era tuttaltra. Si voleva far studiare come smantellare utilizzando un procedimento accelerato, all’unico gruppo di tecnici che conosceva le centrali, ovvero le 600 persone della struttura Enel-SGN. La Sogin, ovvero la Enel-SGN trsformata in azienda privata, doveva acquisire (imparare) esperienza sul decommissioning accelerato sfruttando la possibilità di lavorare su impianti relativamente piccoli e fermi da venti anni, con un quantitativo di combustibile irraggiato da gestire minimo. Insomma la condizione ideale per arrivare a realizzare quello che hai descritto tu: un’industria del decommissioning. Invece dopo 6 anni siamo al punto di partenza.
Chiediti una cosa: chi è adesso l’ente di riferimento per quello che riguarda il nucleere? Chi è l’unico proprietario delle centrali, dei centri di ricerca nucleare, delle officine del combustibile? L’Enea, che nata come CNEN era il nostro campione nucleare negli anni 60-70, o la Sogin?

Adesso è ora di cambiare. Adesso il problema non è nucleare si, nucleare no. Adesso il problema è eliminare il pericolo delle scorie che di anno in anno si aggrava (sai della perdita di acqua radioattiva dell’Eurex o dell’incidente al centro della Casaccia?). Siamo in due, per adesso. Due persone che, per ora, la pensano in maniera opposta sul nucleare, ma che nella chiarezza e nella trasparenzea hanno trovato un terreno comune. E un buon inizio.

Per quanto riguarda il deposito la mia idea vede nella reversibilità il concetto chiave. Prendiamo atto che non sappiamo cosa fare per disfarsi del combustibile irraggiato e stocchiamolo in depositi di superfice, chiusi in cask corrazzati, e affidiamoci alla provvidenza perché in un prossimo futuro si riesca a trovare il metodo per eliminarli. Ti posso assicurare che nel momento in cui c’é la soluzione sui rifiuti, la mia posizione sul nucleare cambierebbe, ma per adesso è un problema irrisolvibile.

Per lo smantellamento la mia idea è di continuare su quello accelerato ma tornare alle origini. Ci deve essere un’agenzia nazionale che gestisca le discariche ed il futuro deposito. La Commissione Scalia propose addirittura un disegno di legge. Dobbiamo ripartire da lì.

Scusa la lunghezza. Con stima. Daniele
A presto.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 29-10-2006 23:07

Ciao Daniele,

le risposte che hai fornito ai miei quesiti sono indubbiamente condivisibili.
I depositi di superficie, veri e propri bunkers, rappresentano una alternativa praticabile; per un tecnico (o aspirante tale) però l'affidamento alla divina provvidenza non è una fattore sufficientemente rassicurante. Meglio spendere risorse intellettive e ingegnarsi nell'individuare soluzioni che diano sufficienti garanzie; senza dubbio uno dei problemi del deposito superficiale è che esso in ogni caso sorgerà al di sopra delle falde acquifere e freatiche; quindi potenzialmente sussiste un rischio teorico della loro contaminazione, in caso di fessurazione dei casks (eventualità comunque molto remota) . Rischio che però è fortemente minimizzato dal fatto che le scorie comunque stoccate saranno già condizionate e pertanto allo stato solido (all'interno di opportune matrici vetrose o cementizie). Il rischio è certamente più elevato in caso di persistenza di rifiuti allo stato liquido, quelli cioè con il maggior grado di permeabilità e penetrabilità e che rappresentano una quota non trascurabile di quelle che attendono ancora di essere trattate.
E per le quali bisognerebbe sottolineare debitamente l'urgenza (come tu stesso hai fatto).
Il deposito sotterraneo a grande profondità (possibilmente in giacimenti di salgemma) potrebbe garantire invece il mantenimento a debita distanza delle scorie da qualsiasi contatto con bacini idrici, anche in eventuali situazioni incidentali.

In merito allo smantellamento, accanto a quello accelerato sussiste l'alternativa di quello differenziato nel tempo (noto come "safstor" abbreviazione di safe storage); quest'ultima ipotesi implicherebbe la messa in sicurezza e protezione passiva degli impianti per un tempo sufficiente a garantire il decadimento del radionuclide di riferimento ovvero il Co-60, prodotto di attivazione del Ferro; esso è un emettitore gamma però con breve periodo di dimezzamento (poco più di 5 anni); questo significa che nell'arco di pochi decenni l'inventario di radioattività dell'impianto spento si riduce drasticamente e alla fine le scorie contaminate saranno decisamente di minor volume. Il problema è che nel frattempo bisogna presidiare l'impianto e, in poche parole, spendere dei soldi (non pochi) per mantenerlo in sicurezza, seppur improduttivo (dandolo tra l'altro in eredità alle generazioni successive).
La disattivazione accelerata pone problemi più severi in quanto si deve operare con livelli di radioattività che, per esempio, impediscono l'attività umana in determinate aree (per cui si ricorrerà ad operazioni remotizzate e\o robotizzate possibilmente subacquee, per disporre di un efficace schermo contro le radiazioni) e non ultimo, il fatto di avere un maggior quantitativo di rifiuti radioattivi da stoccare. Ma ciò non si può mettere in pratica se prima non si provvede alla costruzione del deposito : come vedi si torna al punto di partenza.
Non si dovrebbe neanche parlare di decommissioning in assenza di deposito. Ma in Italia stiamo facendo (come spesso ci capita) esattamente l'opposto !


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 31-10-2006 01:50

Ciao Enrico.

Sul deposito.
Sarai daccordo con me che attualmente il combustibile irraggiato è stoccato presso le stesse centrali o nelle piscine di decadimento o in cask corrazzati a prova di impatto aereo.
Sai bene, o almeno è questo che mi hanno detto, che è impossibile che un cask si spacchi, visto che l'unica possibilità, il gas di idrogeno che si forma per elettrolisi sopratutto nei rifiuti cementati, quando satura il contenitore viene disperso nell'ambiente tramite valvole presenti in ogni cask (la cosa mi ha turbato quando l'ho saputa perché credevo, povero bischero, che il contatto con la biosfera non esistesse).
Depositi superficiali già ci sono (Francia, Inghilterra, Spagna) e sub superficiali particolari come in Germania (miniera) e Svezia (sottomarino). Certo nessuno sà cosa succederà tra cento anni, visto che non esite uno storico, e tutti i calcoli sono proezioni matematiche.
Non penso però che chi ti ha detto che il geologico è meglio sappia veramente quello che dice perché da 15 anni stanno studiando il problema e nesuno ancora è sicuro che anche nel geologico non ci sino problemi sul lungo termine (si parla di tempi geologici, appunto, che vanno dai 24 secoli in sù).

Sul decommissioning.
Daccordo con te. Nel 1999 la SOGIN non doveva nascere e l'Enel doveva con il suo ufficio Enel-Sgn continuare a praticare lo smantellamento differito.
Il fatto era che i nostri impianti erano fermi già da 15 anni e più, quindi pronti per essere smantellati. Ecco lo sbaglio! Siccome sono abbastanza piccoli, siccome è passato già molto tempo, si può provare a fare lo smantellamento accelerato, così da diventare i precursori e il riferimento per il modo intero (e non dico bischerate!). Io sono daccordo con te per il safestore ma la nostra situazione ci permetteva di realizzare lo smantellamento con questo sistema.

Il deposito
Infatti se in questi 5 anni si diceva all'Enel di attivarsi nel decommissioning, magari integrando la spesa del colosso elettrico con un contribuo della bolletta elettrica adesso staremmo a parlar di trovare il deposito ed il sito dove costruirlo. Non sò se lo sai ma il comune di Saluggia ha accettato il progetto Cemex ed il comune di Sasso Arunca ha accettato la costruzione di infrastrutture per il decommissioning della centrale del Garigliano. La gente si rende conto del problema e si prende le sue responsabilità.

Ma andiamo oltre. Te la senti di elaborare un MANIFESTO firmato da tecnici e fisici insieme alla gente comune come me che chieda un nuovo approccio allo smantellamento dei siti nucleari e alla chiusura del ciclo del combustibile?
Un MANIFESTO al quale far aderire personaggi importanti del settore nucleare e ambientalistico insieme a gente comune, come me (e come tanti altri che ho conosciuto girando per forum) per dire ai nostri rappresentanti politici che non siamo stupidi ignoranti da prendere per i fondelli, ma gente che sà quali sono i problemi e come risolverli?
Se la politica ha preso le redini di questo gioco, perché non strappargiele di mano? Io sono sicuro che un ingegnere e un comune cittadino, ambedue dotati di buonsenso, possono rivoltare la situazione.

Cosa ne pensi?

p.s.
Ho visto che a questa discussione ci sono stati 80 contatti. Possibile che nessuno di questi voglia unirsi a noi due?


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 03-11-2006 13:49

Ciao,

l'opzione del sito sotterraneo a grande profondità rappresenta una delle possibilità ipotizzate e non certamente quella che necessariamente raccoglie i maggiori consensi tra gli esperti. Effettivamente la valutazione della "stabilità" del sito su tempi "geologici" è sicuramente una delle più fondate obiezioni scientifiche alla quale è pressochè impossibile fornire risposte attendibili (le "previsioni" in genere sono estrapolazioni di dati riguardanti gli eventi passati che cercano di delineare le dinamiche future, ma in alcuni campi, come quello geologico o meteorolgico, sono pure utopie).
Fortunatamente si può ragionare sulle alternative rappresentate dai depositi superficiali o sub superficiali: in tal caso occorre coinvolgere l'opinione pubblica in maniera costruttiva, informandola preventivamente.

Ovviamente anch'io propendo per lo smantellamento accelerato (in gergo tecnico DECON); ti ho citato il SAFSTORE per onestà intelettuale, nell'intento di far comprendere che l'approccio a questi problemi deve contemplare tutte le opzioni tecnicamente possibili: analisi in termini di costi\benefici (non solo di ordine economico, beninteso) decreteranno la strategia più indicata.

Effettivamente per l'esecuzione tecnica del decommissioning si sarebbe forse dovuto pensare ad un Consorzio misto pubblico - privato guidato da ENEL - SGN in cui figurassero Ansaldo Nucleare e tutte le realtà medio-piccole con competenze "nucleari";al Ministero del Tesoro sarebbe rimasta la facoltà di garantire la copertura finanziaria dei progetti e il compito di "vigilare" sulla utilizzazione dei fondi erogati magari con la consulenza tecnica del Ministero delle Attività Produttive e dell'Ambiente.
Sono solo fantasie ma non è detto che in esse non si possano ravvisare suggerimenti per un cambio "tattico" in corso d'opera, magari sulla spinta di precise istanze della società civile, del mondo industriale e di quello scientifico-accademico.

A tal proposito l'idea del Manifesto o Appello sottoscritto da un'ampia e omogenea rappresentanza della società, trasversale per posizioni politiche, culturali, tecno-scientifiche,contribuirebbe perlomeno ad una sensibilizzazione sul problema dello smantellamento in generale e dell'urgente questione della messa in sicurezza delle scorie in particolare.

In due si può concepire il progetto ma sarebbe bello poter, già all'interno di questo forum trovare altri aderenti, anche solo per un parere, un consiglio, al limite anche un insulto: sempre meglio del silenzio!

Coraggio, gente !


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 04-11-2006 02:08

Nel 1999 la Commissione Scalia concludendo la sua indaine conoscitiva sul problema della gestione degli esiti del nucleare propose la creazione di un'agenzia nazionale pubblica che gestisse il piano nazionale di smantellamento, diventando il riferimento per gli smantellatori. Scoprirono l'acqua calda perché già Francia e Spagna avevano operatori di questo genere. Disse la commissione la cosa più naturale e giusta che si potesse dire. Creare due figure: chi raccoglie i rifiuti e chi li gestisce. Due enti separati doveche gestisce controlla che chi raccoglie adotti le giuste tecniche e rispetti le direttiva date da chi gestirà poi questi rifiuti. Tanti spazzini, un unica discarica.
C'é anche un disegno di legge, fermo in parlamento dal 1999, per realizare questo; Un disegno che proprio all'inizio della nuova legislatura è stato nuovamente portato a conoscenza dell'assemblea parlamentare. Si tratta del disegno di legge n. 969 presentato dal deputato Zanella il 6 giugno 2006 dal titolo: "Istituzione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi - ANGERIR". Questo disegno ripropone l'idea che la Commissione Scalia ebbe nel 1999. Questo disegno di legge risponde alla nostra richiesta (mia e di Enrico) di far sentire la voce delle persone (tecnici e non) perché sia risolto un problema di sicurezza nazionale senza utilizzare generali in pensione. Un problema che vede l'uso della trasparenza nel confronto dialettico come l'unica soluzione per arrivare alla soluzione del problema.
Si potrebbe pensare di realizzare un MANIFESTO di sotegno di questo disegno di legge. Un MANIFESTO firmato da chiunque voglia risolvere un problema così importante. Mi associo quindi ad Enrico nel dire: forza gente! Fatevi sentire.





RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Friulano79 - 13-11-2006 19:37

Un saluto a tutti!

Scusate se mi intrometto così improvvisamente nel forum.
Sto cercando un aiuto, ho guardato un po' in giro nella rete e questo è l'UNICO forum di discussione che ho trovato a riguardo del nucleare.

Quello che sto per raccontarvi potrebbe farvi sorridere. Spero di no.

Domenica sono andato a fare un giro in campagna qui in Friuli centrale.
Passando vicino al recinto di un gigantesco poligono militare ABBANDONATO da 10 anni ho notato un pezzo di recinzione rotto. Non resistendo alla tentazione sono entrato a dare un' occhiata.

Ovviamente la pavimentazione era piena di immondizia di ogni genere: scatolette di razione K arrugginite, scatole di cartone, bidoni di benzina vuoti, bossoli, teloni ecc. ecc., le solite cose che si vedono in una caserma abbandonata, insomma (qui ne abbiamo tante!).

Però una cosa ha attirato subito la mia attenzione: ho trovato uno stranissimo mattone di colore NERO, ma proprio NERO PERFETTO. Cioè voglio dire, non è neanche un po' scolorito, non sembra vecchio come le altre cose che ci sono per terra. Anzi: sembra proprio che questo mattone non c'entri NULLA con tutto il resto.

Ecco com'è fatto (dimensioni in millimetri):


All'inizio credevo fosse di gomma, ma ho provato a graffiarlo con un pezzo di metallo ed è rigido.

Da notare che tutte le superfici sono perfettamente rettificate, senza un graffio.

Mi sono spaventato quando ho provato a muoverlo: pesa qualcosa come più di 30 kg, ha una massa incredibile per le dimensioni!

Il blocco appare totalmente ermetico, sembra realizzato in un unico pezzo.
Eppure anche qui c'è qualcosa di strano. Infatti un angolo si sta come sbriciolando (forse ha preso una botta) e all'interno si intravede una piastra metallica arrugginita.

Da qui ho pensato che si tratta di qualcosa di complesso, mi sembra un involucro per qualcosa di importante.

Ero tentato di avvertire le Forze dell' Ordine di questo oggetto insolito, ma ho voluto evitare problemi.

Secondo voi cosa accidente può essere?
Sinceramente ci sono rimasto un po' male.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 13-11-2006 23:05

Ciao Friulano79,

il fatto di aver "scovato" un oggetto così misterioso non autorizza necessariamente a ricondurlo ad un manufatto utilizzato in ambito nucleare o ad uso nucleare. Certo, forse per aspetto, dimensioni e peso avrai pensato magari a qualche contenitore speciale destinato a contenere radionuclidi.
Non conoscendo nello specifico questo tipi di oggetti, posso solo dirti, in base agli elementi che hai fornito nella decrizione, che il materiale di cui è costituito può essere senz'altro un acciaio contenente elementi di lega come il manganese, molibdeno o titanio, utilizzati tipicamente per strutture che devono garantire una grande resistenza alla penetrazione (come ad esempio le cassaforti); la densità di questi acciai si aggira intorno agli 8 kg al dm cubo per cui, moltiplicandola per il volume dell'oggetto (3 dm cubi), supposto non cavo (ovviamente si tratta di una approssimazione) si arriverebbe a 24 kg, compatibile con il dato che hai suggerito.
Ciò esclude comunque che l'oggetto possa essere costituito da Uranio, ovvero il metallo più pesante in natura, che con i suoi quasi 19 kg al dm cubo comporterebbe una massa di 57 kg !
Per quel che ne so, oltre all'utiizzo dell'Uranio come materiale fertile\fissile per i reattori nucleari, vi è quello come materiale dei dischi di inerzia per le turbopompe degli stessi impianti nucleari e, purtroppo, come materiale per appesantire la testa dei proiettili in grado di forare mezzi corazzati e bunkers.(in entrambi i casi si utilizza l'uranio depleto, ovvero lo "scarto" del processo di arricchimento).
L'oggetto potrebbe essere stato realizzato per fusione od estrusione e questo spiega la sua apparenza monolitica (assenza di saldature e\o parti accoppiate esternamente).
Considerato il luogo di ritrovamento forse una risposta più attendibile potrebbe giungerti da un forum che si occupi di poligoni od altre strutture militari (ammesso, e non concesso, che esistano !).
Se però hai elementi o sospetti che l'oggetto possa non c'entrare affatto con l'attività militare o addirittura comportare rischi per la salute pubblica, forse ti conviene fare una segnalazione a forze dell'ordine o ad enti con funzioni di tutela ambientale e sanitaria come ASL o ARPA in modo da fugare qualsiasi dubbio.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 13-11-2006 23:30

Errata Corrige.
L'Uranio è l'elemento con il maggior peso atomico (238.0508); in termini di densità è invece al terzo posto dopo Platino (21.45 kg/dm³) e Oro (19.3 kg/dm³) con 18.05 kg/dm³.
Per cui non è l'elemento più pesante in natura, pur avendo una densità comunque ragguardevole.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 13-11-2006 23:43

Pardon.
Ho stilato una classifica delle densità del tutto personale; in base alla Tavola periodica risultano:

Osmio 22,57 kg/dm³
Iridio 22,421 kg/dm³
Platino 21,45 kg/dm³
Renio 21,02 kg/dm³
Tungsteno 19,35 kg/dm³
Oro 19,3 kg/dm³
Uranio 18,05 kg/dm³

Mi scuso per l'abbaglio.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Friulano79 - 14-11-2006 00:26

Duke Nukem, grazie per la disponibilità.

Credo che semplicemente eviterò di ritornarci, in fondo non dovevo entrare.

Comunque il misterioso mattone escludo che sia di metallo, perchè nonostante le superfici rettificate era assolutamente privo di lucentezza, come ho scritto prima credevo che fosse di gomma.

Dopo aver cercato di graffiarlo senza esito, avevo pensato a grafite, o roba del genere. Siccome so che è usata come moderatore nelle centrali, da qui in mio dubbio che fosse un contenitore speciale.

E in ogni caso, anche se è monolitico, attraverso la sfaldatura si intravede (anche se per pochi mm) una struttura interna metallica e arrugginita, quindi dentro ci deve essere qualcosa per forza.

Vabbè mi fermo qui, senò vado fuori dal tema di questo forum.

Grazie ancora per avermi dato delle risposte.
Ciao.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 16-11-2006 00:57

Salve a tutti,

innanzitutto un caloroso benvenuto a Giovanni; per la cronaca sono Duke Nukem alias enrico73, se sei frequentatore anche di Archivio Nucleare.
Sono laureato in Ingegneria Nucleare e mi sono occupato, in sede di tesi, di decommissioning di impianti nucleari.

Ho letto attentamente gli ultimi tre interventi:conosco ormai abbastanza bene le posizioni di Daniele e soprattutto il percorso che lo ha portato ad affrontare la questione delle scorie radioattive e quella, connessa, della gestione di Sogin;e ritengo alquanto apprezzabile il punto di vista di Giovanni che pone il problema in un ottica più generale e sistematica, che merita non solo delle risposte ma anche un approfondimento.

Non trovo le due posizioni antitetiche : ciascuno di voi, per specifici interessi e inclinazioni personali e culturali, si è accostato al discorso del "nucleare" in maniera comunque costruttiva, tra l'altro fondando le proprie opinioni su uno sforzo di preliminare documentazione in materia: e vi posso garantire che sono virtù assai rare in chi disserta di questioni nucleari (sia tra i sostenitori che tra i denigratori).
Le domande poste da Giovanni rispondono ad una esigenza di chiarimento che se debitamente soddisfatta contribuisce ad inquadrare ancor meglio l'argomento della discussione ma soprattutto impegnano seriamente chi è chiamato in sede tecnica a fornire delle risposte.
Il fatto che tra gli esperti nucleari non vi sia uniformità di pareri non deve meravigliare più di tanto: non mi pare che rappresenti una eccezione nel variegato universo scientifico (basti pensare alla questione del riscaldamento del pianeta, ritenuto un fatto normale nell'evoluzione geologica da taluni e una perturbazione esclusivamente antropica da altri ); è certo che pareri contrastanti se non addirittura opposti non contribuiscono certamente a fornire indicazioni univoche ai nostri rappresentanti politici, cui spetta legittimamente il compito di prendere decisioni nell'interesse dell'intera collettività.

Verrei comuque al dunque ripartendo esattamente dai quesiti posti da Giovanni al termine del suo primo intervento e provando a vedere di individuare un terreno comune di dialogo su cui ritrovare poi le radici dell'argomento originario della discussione.


Il ciclo.

Spero che Giovanni abbia appreso che nell'energetica nucleare non si debba porre al centro del discorso il reattore nucleare ma bensì le varie fasi che compongono il cosiddetto ciclo del combustibile nucleare; esso si apre con il mining, ovvero le operazioni di estrazione dei minerali contenenti i composti dell'uranio rintracciabili in natura e si dovrebbe chiudere con lo stoccaggio de prodotti di fissione a medio e lungo tempo di dimezzamento , opportunamente trattati e condizionati, in siti idonei.
Da un certo punto di vista il ciclo è una astrazione: è utile almeno sulla carta a delineare il destino del materiale fissile\fertile ma,ad esempio, nel caso italiano esso, iniziato 45 anni fà, non si è ancora completato.
Personalmente ritengo che nel momento che si conferiscono in deposito i rifiuti radioattivi, almeno su un piano tecnologico, il ciclo possa ritenersi chiuso.
In altri termini poichè essi sono potenziali fonte di rischio per la salute umana occorre assicurarne la corretta sistemazione in condizioni di sicurezza.
Che attualmente non si può certo ritenere garantita all'interno delle centrali spente !
La minimizzazione dei rifiuti o le innovative tecnologie per il loro "bruciamento" sono senz'altro obiettivi che la ricerca nucleare deve perseguire (soprattutto in ottica futura) ma ciò comporta inevitabilmente l'investimento di notevoli risorse finanziarie; se poi quelle che attualmente sono affascinanti ipotesi scientifiche si rivelassero non attuabili, avremmo compiuto l'errore di disperdere risorse ingenti non provvedendo a fare subito qualcosa che all'estero già si fà regolarmente : ovvero i depositi superficiali, sub superficiali e, presto, sotterranei.












RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 16-11-2006 03:32

Mi associo a Enrico e lo ringrazio per il suo intervento perché, in verità, non avevo ben capito cosa intendesse dire Giovanni.
Sarò breve e coinciso.

Si può dire che un ciclo è chiuso quando il materiale che si è usato per generare energia rimane, pur essendosi consumato, inalterato nella forma e nella massa?
Si può dire ciclo chiuso di un qualcosa (rifiuto) che non puoi distruggere ma che devi isolare dalla biosfera con contenitori appositi e seppellirlo sottoterra perché la tua dimensione umana non ti permette di sapere che succederà fra 24 secoli?

Sarò ancora più conciso: si sà come distruggere i rifiuti nucleari, così da chiudere il ciclo? Questa è la domanda. Il gas può inquinare, il petrolio pure, ma alla fine si consumano e si trasformano in qualcosaltro che comunque esiste in natura. Il combustibile nucleare co'sé? Il ciclo si chiuderà quando l'uranio naturale prelevato in miniera e trasformato in combustibile nucleare ritornerà uranio naturale, oppure si trasformerà in una sostanza che comunque esiste in natura.
Con l'opzione nucleare il combustibile che"fabbrico" quando non mi serve più lo devo "accantonare" da qualche parte.

Per Enrico il ciclo si chiude quando il rifiuto nucleare è sistemato in sicurezza e portato al deposito. Per me no! Il ciclo rimane aperto ed il cerino rimane acceso. E anche se il bastoncino è lungo, alla fine il cerino ci brucerà i diti, se non riusciamo a spegerlo.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 17-11-2006 02:23

Caro Giovanni non ci siamo. Mi dispiace ma così, per me, non và.

Io non gioco come fai tu. Se speri che scimmiottando tuo padre tu riesca, come lui, a darti importanza ti sbagli. Se poi vuoi far ardere in un bel fuoco atomico questo topic creando ad arte, come un piccolo scienziato, trappole dialettiche solo per divertirti, mi dispiace ma non lo accetto.
Ripeto non stiamo giocando con il giocattolo di papà e tu, te lo dico da padre, non potrai mai essere come lui. Quindi smetti di crederti il genio di casa solo perché reciti a memoria qualche parola latina o ti ricordi qualche bella frase ad effetto del babbo, con la quale lui riesce adincantare le persone.
Vai fuori, scopri il mondo e fatti una sana trombata; vedrai che papà sarà molto, ma molto più contento.
Non scrivere più in questo topic perché sei fuori tema e sopratutto troppo giovane! Bisogna avere 18 anni per guidare.

Ciao


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 17-11-2006 12:40

Vedi caro Giovanni sentir parlare di filosofia su un problema così scottante, perché ci stiamo avvicinando alla definitiva chiusura delle centrali ed il problema dello smantellamento delle centrali e della gestione del combustibile nucleare sarà un problema mondiale di inquinamento ambientale, per me è voler essere superiori al problema stesso perché lo si affronta in astratto. Me lo confermi quando chiedi notizie del progetto ADS dicendo: "la macchinetta mi affascina". Parliamo delle automobiline o di un progetto che è un tentativo di risolvere un problema, ripeto, mondiale.

Ti rendi conto della superficialità con cui affronti l'argomento?
Leggi cosa scrivi:
«Secondo un indice morale non potrebbero essere dei "gran maiali" [srry per il termine, ma rende l'idea] quelli che vogliono concentrare le scorie in un punto (creando rischi MAGARI CONCRETI in quel punto che qualcuno ci stia poi male) per non dover spiegare al resto del mondo che prendendo OGNUNO un REM si sta forse MEGLIO tutti (sembra che le dosi basse facciano bene, cioè che migliorino l'attività di riparazione dei processi biologici fuori rotta) e si EVITA che qualcuno ne prenda 50.000 e crepi secco?»
Ma ti rendi conto di cosa dici? Vuoi applicare un modello virtuale ad una situazione reale? Poi spiegami come faresti. Un sachettino di scorie per ciascuno, così si ha l'idrogeno per andare in macchina, il riscaldamento personale in inverno e nessun problema di reumatismi. Ecco perché per me stai giocando.

Per il Topic. Siamo in due e eravamo arrivati a pensare ad un cartello che facesse presente alle autorità che le persone (fisici e non) vogliono informazioni assertive e avevamo trovato un comune sentire nel dire che il problema delle scorie esiste, che deve essere gestito bene, che molti strumenti devono ancora essere fabbricati, che in ITALIA, prima nazione al mondo a tentare un decommissioning, ci sono stati e ci sono problemi di gestione.
Se vuoi partire da questo possiamo ampliare il discorso e verifivcare come gli altri paesi stanno studiando il problema, e le tue conoscenze sarebbero utili.
Se vuoi chiaccherare per chiaccherare questo non è il Topic per farlo. Se l'amministratore stà ascoltando che intervenga a dire la sua.



Per il T


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - magnesium - 17-11-2006 12:50

ragazzi potete tranquillamente continuare a chiacchierare nel forum.

senza allungare a dismisura questa discussione potete anche aprire più discussioni, ognuna che tratti di un argomenti mirato.

se le idee sono diverse, affrontatevi sulle idee senza andare sul personale. cerchiamo sempre di mantenere i toni adatti per avere un piacevole luogo di conversazione ;-)

buona mattinata :-)


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 17-11-2006 13:35

Caro Giovanni la tua teoria è inaccettabile.
Come ha detto l'amministratore puoi aprire un topic dal titolo "Entropia e nucleare", se vuoi.
Se hai letto la mia precedente risposta sai cosa devi fare per continuare a dialogare in questo topic.
Non voglio dirti di andartene, ma non voglio parlare di questo argomento.

All'amministratore voglio dire che se io apro un topic con un titolo voglio parlare su quell'argomento. Non mi sembra che l'icipit di Giovanni sia coerente con la nostra discussione.Se però ognuno può dire quello che vuole solo per fare confusione, bé non è democrazia ma "ignorantaggine" che non penso sia quello che l'amministratore voglia si pensi del suo forum.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 17-11-2006 13:46

Per Daniele,

ho parlato di ciclo chiuso da un punto di vista tecnologico ma certamente da un punto di vista fisico il ciclo non si chiude: infatti i radionuclidi continuano ad emettere radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari e quindi energia termica, ovvero complessivamente continuano ad interagire con l'ambiente alla ricerca dell'equilibrio energetico che la configurazione del loro nucleo non può garantire (e per questo decadono, ovvero si trasformano contribuendo, per dirla con Giovanni, all'aumento dell'Entropia ovvero del grado di disordine dell'Universo).
Siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo impedire che tali radiazioni, sia in forma concentrata che in forma dispersa, interagiscano con il tessuto biologico in maniera inconsapevole; è provato che l'organismo umano è sottoposto a dose da fondo naturale, che tollera ulteriori dosi impartite mediante pratiche radiodiagnostiche e radioterapiche, ma tutto ciò entro limiti ben precisi che sono sanciti dalle normative vigenti e oggetto di
studio degli organismi competenti in materia radioprotezionistica.

Per Giovanni,

spero che oltre ad Impianti nucleari,"testo sacro" per l'ingegneria nucleare, il professor Cumo abbia avuto modo di omaggiare te o tuo padre della pietra miliare dello smantellamento di impianti nucleari, sia in ambito italiano che internazionale, ovvero quel Nuclear Plants Decommissioning, Università La Sapienza Roma, scritto a "sei mani" con Spezia e Tripputi.
E magari integrare con la lettura dell'articolo scritto da Cumo, "Da reattore a prato verde" sul numero 416 di Le Scienze (aprile 2003) od altri contributi del genere.
Ecco, questi testi sarebbero un ottimo punto di partenza per disquisire costruttivamente sull'argomento di questa discussione.
Diversamente potresti aprire un'altra discussione in questo forum più mirata sulle questioni di tuo interesse.



RE:  NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - magnesium - 17-11-2006 17:16

DANIELE.41 ha Scritto:


All'amministratore voglio dire che se io apro un topic con un titolo voglio parlare su quell'argomento.


ciao daniele.
è quello che si vuole: tante discussioni "mirate" anzichè un' unica lunga discussione.
e questa discussione sta già diventando abbastanza grande...

---
tenete conto che tramite google arrivano ogni giorno nuovi visitatori: solo se il forum è correttamente frequentato, una persona può essere stimolata a registrarsi e quindi poi a partecipare.

il forum vorrebbe essere uno spazio gestito più che altro da voi. l'intervento qui è limitato quanto più possibile.
forza ragazzi siate costruttivi ;-)



RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - Duke Nukem - 18-11-2006 00:47

Ciao Giovanni,

innanzitutto apprezzo lo sforzo che hai compiuto nel riportare la discussione nel suo alveo naturale e nell' offrire spunti per uno scambio di opinioni su tematiche pertinenti.
A proposito della scelta della strategia di smantellamento tra le due opzioni adottabili per i grandi impianti, ovvero quello accelerato (DECON) e quello differito (SAFSTORE),è ovvio che essa debba essere effettuata sulla base di criteri tecno - economici, e tu in qualche modo hai provato ad individuarne qualcuno.
Ad esempio ritieni che le centrali italiane siano di concezione troppo vecchia per affrontare uno smantellamento accelerato: intanto i 16 - 19 anni previsti per il raggiungimento della condizione di prato verde per gli impianti italiani autorizzano a considerare l'aggettivo "accelerato" in termini molto relativi;è senz'altro vero che la progettazione di tali impianti, soprattutto di quelli a cavallo degli anni '60, non tenne conto della loro possibile dismissione, tanto da rendere effettivamente lunga e laboriosa l'operazione, ma non certamente impossibile. Tieni conto che lo svantaggio di aver a che fare ancora con un considerevole inventario di radioattività nel circuito primario (vessel, internals, tubazioni) dovuto alla presenza del Co-60 obbliga a remotizzare molte delle fasi di taglio e segmentazione e ad operare sotto battente d'acqua; quindi concordo sul fatto che ciò implica il dispendio di ingenti risorse economiche anche se sarei più prudente nel giudicarle genericamente enormi.
In paesi che hanno adotatto il nucleare per la produzione elettrica, come la Germania, sono stati fatti studi per l'individuazone di modalità per l'accantonamento di fondi da destinare al decommissioning degli impianti, una delle quali consiste nella destinazione di una quota parte del profitto ricavato dalla vendita del kilowattora prodotto (una sorta di autofinanziamento); è ovvio che affinchè tali strategie abbiano senso occorre avere degli impianti funzionanti e soprattutto una potenza installata significativa .
Certamente l'Italia si trova in posizione di svantaggio in quanto non possiede nessuno dei due requisiti con il risultato di far gravare l'onere dello smantellamento sulle tasche dei contribuenti.
Correttamente rilevi la non standardizzazione impiantistica delle centrali nostrane (al contrario della Francia che della standardizzazione ha fatto il fiore all'occhiello del suo parco reattori) ma questo è un limite comune a gran partedegli impianti oggi funzionanti e prossimi allo spegnimento.
Gli impianti di terza e quarta generazione traggono insegnamento proprio dall'esperienza e dagli errori passati e quindi è inevitabile che i progettisti si preoccupino da subito di adottare soluzioni che ne semplificheranno lo smantellamento a fine vita commerciale.
Il DECON per di più genera un maggior quantitativo di rifiuti radioattivi (per lo più materiali attivati) che dovranno essere stoccati anch'essi con le stesse precauzioni previste per le scorie e possibilmente in un deposito.
Quest'ultimo diventa il vincolo fondamentale di tale strategia: la sua assenza ne pregiudica l'attuazione.
Non ritengo proponibile l'opzione di trasformare le vecchie centrali in i impianti per il trattamento delle scorie: si sosterrebebro comunque costi elevati non compensati da un adeguato sfruttamento dei processi industriali di concentrazione (in altri termini il solo trattamento delle nostre scorie non garantirebbe il ritorno dell'investimento). Nè tantomeno l'opzione di trasformarle in depositi di susperifcie (se non per i tempo necesario a conferire i rifiuti all'eventuale desposito).
Optando per lo smantellamento differenziato si utilizzerebbe il tempo come agente decontaminante: quindi trascorsi 50 - 60 anni effettivamente l'inventario di radioattività sarebbe decisamente più basso e minore il volume di rifiuti prodotto.
Mi sembra però una scelta egoista : in sostanza non facciamo altro che dare in eredità il problema alle generazioni successive come peraltro noi lo abbiamo ereditato da quelle che ci hanno preceduto: sarebbe ora di spezzare questa catena !
E comunque mantenere gli impianti in sorveglianza passiva implica dei costi non trascurabili, considerando che si tratta, per di più, di siti improduttivi.
Arrivo, infine, al nocciolo della questione e della discussione: il ruolo di Sogin.
Su questo tema mi pare di capire che in fondo le tue posizioni siano molto più vicine a quelle di Daniele di quello che siete disposti entrambi ad ammettere; entrambi vi siete infatti posti il problema del ruolo che la società debba giocare, avendo avuto una eredità scottante da ENEL.
Ruolo che a questo punto i cittadini hanno diritto di conoscere ed eventualmente di indirizzare,tramite i loro rappresentatnti politici, visto che vengono gestiti soldi pubblici.
Disattivazione accelerata o differita, depositi superficiali o sotterranei, alienazione delle scorie all'estero o concentrazione sul territorio nazionale, sono solo alcune delle scelte che implicano il parere degli esperti e magari meritano l'approfondimento scientifico. A maggior ragione l'opinione pubblica deve essere attivamente coinvolta e sensibilizzata affinchè si possano spiegare in maniera trasparente i motivi che porteranno ad effettuare determinate scelte piuttosto che altre.
A tal riguardo lo sforzo di documentazione e divulgazione che state facendo sia tu che Daniele sarà prezioso proprio perchè non condizionato da interessi di parte ma alimentato dalla volontà di fare chiarezza.

P.S. : sul Nuclear Power Plants di Cumo troverai una sezione dedicata al finanziamento del decommissioning; mi raccomando di non trascurare questa opera che è una autentica miniera di informazioni.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 18-11-2006 02:30

Ciao a tutti e due. Sono daccordo con Giovanni: la Sogin stà facendo gli affari suoi (e del precedente governo che l'ha usata) con i soldi che noi gli diamo per mettere in sicurezza le scorie.
Su una cosa siamo daccordo: il decommissioning italiano è partito male (anche se alla base c'era veramente l'intenzione di "chiudere" definitivamente quella stagione) e di anno in anno è andato sempre più peggiorando. Dobbiamo ripartire da capo.

Siamo in tre, adesso, tre persone differenti per età ed esperienze.
Avendo trovato un punto di accordo possiamo provare a fare qualcosa per far si che sempre più gente conosca il termine decommissioning e sappia la situazione critica (e vi assicuro che lo è veramente) nella quale ci troviamo? Critica per le scorie nucleari e critica per i problemi ambientali.
Un caro amico mi ha fatto conoscere una rivista di conroinformazione degli anni 70 chiamata SAPERE; voi parlate della rivista LE SCIENZE. Visto che siamo nell'era internet perchè non pensiamo ad una rivista che illustri le tesi nucleari e antinucleari in un contesto non di scontro ma di aperta conoscenza dalla quale ognuno scopra la sua verità. LA BASE COMUNE POTREBE ESSERE LA PAROLA "INQUINAMENTO" valida per l'atomo e le convenzionali.
Il modo di superlarli entrambi potrebbe essere la base comune su cui lavorare. Che si voglia il nucleare o no siamo tutti daccordo che il risparmio e l'uso consapevole è, per adesso, l'unica maniera per rallentare il disastro.
La rivista potrebbe chiamarsi RIFIUTI (e la parola ha più di un senso visto che potrebbe voler dire: rifiuto di tutti i preconcetti; rifiuto delle menzogne,...) oltre che rifiuto come scoria.
L'idea della rivista su internet è perché in internet posso animare la rivista, creare percorsi interattivi, ma anche stamparmela o stampare l'articolo che mi interessa.
Vorrei una vostra impressione.

p.s.
La rivista è un esempio, sia chiaro.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - magnesium - 18-11-2006 02:48

ciao giovanni,

un blog esiste ed è archivionucleraare. se hai news puoi anche inviarle e le pubblicheremo.

il forum punta ad essere invece un modo per far sentire attivi in prima persona gli utenti\lettori. e proprio per far sentiri attivi gli utenti la funzione di moderazione nel forum è molto soft.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 18-11-2006 11:27

Non voglio sostituirmi al sito zonanucleare. La mia idea è un'altra. Nemmeno pensavo ad un blog. L'idea era di creare una rivista interattiva (scopro l'acqua calda lo sò) che unisca le possibilità della reta alla valenza della scrittura. Siamo abituati a essere bombardati dall'informazione, invertiamo il processo, come quando leggiamo un libro o un giornale e decidiamo noi cosa leggere e come, anche prendendoci il giusto tempo(l'articolo me lo stampo e lo leggo in poltrona). Io penso di aggiungere a questa rivista le potenzialità della rete (l'istantaneità del messaggio e la possibilità di interagire in tempo reale), ma sempre decidendo noi cosa fare e cosa leggere o cosa rispondere.
In pratica penso alla realizzazione di un sito, ma che utilizzi le forme della rivista tradizionale (lo sfogliare le pagine) inseme alle possibilità della rete, ma sempre tenendo conto che si legge una rivista. Quindi niente forum ma si all'angolo delle lettere.
Mi fermo qui. la mia è un'idea che si stà formando.

Per fare il punto. Abbiamo raggiunto una base comune:
1 - il problema delle scorie esiste e deve essere affrontato prima di poter ripartire con il nucleare. Risolviamo il problema poi discuteremo nucleare si, nucleare no.
2 - bisogna informare la gente del serio problema. L'informazione assertiva e l'assoluta trasparenza delle info serve anche perché le persone si "costruiscano" la loro idea, cosi che l'eventuale si o no al nucleare sia una scelta.
Adesso bisogna pensare a cosa fare e come farlo.
Siamo al punto di cosa fare e come.


RE: NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - DANIELE.41 - 19-11-2006 02:00

Per me la discussione si chiude qui.
Vorrei chiedere al webmaster cosa intende lui per forum. Io pensavo a una sorta di agorà telematica dove le persone parlassero di un'argomento in maniera costruttiva. A quanto pare mi sbagliavo ed un forum non è altro che una stanza dove chiunque può entrare senza bussare e dire la sua. Se poi questa cosa non serve alla discussione per andare avanti va bene lo stesso.
Mi dispiace ma cosi non va e non ho voglia di spiegare più niente.
Ciao Giovanni. Spero che tu faccia il texista (visto l'orientamento politico) e non il fisico. Certo il babbo e "Maurizio" forse un posticino presso l'AIN te lo trovano. Magari a far fotocopie a quei incartapecoriti che tu stimi tanto.

p.s.
il web master mi ha rimproverato per il linguaggio. la risposta di Giovanni come la considerà.


RE:  NUCLEARE. SICUREZZA E SCORIE - magnesium - 19-11-2006 02:21

DANIELE.41 ha Scritto:

Per me la discussione si chiude qui.
Vorrei chiedere al webmaster cosa intende lui per forum. Io pensavo a una sorta di agorà telematica dove le persone parlassero di un'argomento in maniera costruttiva. A quanto pare mi sbagliavo ed un forum non è altro che una stanza dove chiunque può entrare senza bussare e dire la sua. Se poi questa cosa non serve alla discussione per andare avanti va bene lo stesso.
Mi dispiace ma cosi non va e non ho voglia di spiegare più niente.
Ciao Giovanni. Spero che tu faccia il texista (visto l'orientamento politico) e non il fisico. Certo il babbo e "Maurizio" forse un posticino presso l'AIN te lo trovano. Magari a far fotocopie a quei incartapecoriti che tu stimi tanto.

p.s.
il web master mi ha rimproverato per il linguaggio. la risposta di Giovanni come la considerà.



ciao daniele, scusa ma dove ti avrei rimproverato in modo specifico? non ho fatto alcune richiamo specifico, ma auspicavo da parte di tutti un ritorno all'argomento originario del 3d.

A questo punto, credo sia inutile tenerlo aperto.