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Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!
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Cher
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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

http://www.chicago-blog.it/2011/12/23/20...more-11072

2012: Benvenuti nella fattoria degli animali – di Gerardo Coco

Si osservino i grafici riportati sotto,elaborati dalla società di ricerca macrotrend Gavekal. Entrambi offrono una rappresentazione efficace dell’andamento dell’economia italiana.





Il primo descrive l’andamento della produzione (linea rossa) rispetto al PIL(linea grigia).

Dal primo grafico emerge che dal 2000 la produzione italiana cresceva parallelamente al reddito nazionale. Dopo il 2000, cioè da quando l’euro è entrato in funzione ha cominciato a ristagnare. Dopo il 2008 l’indice è crollato più velocemente del PIL scendendo al di sotto del livello degli anni precedenti.

Il secondo grafico mostra il tasso di espansione della spesa del governo rispetto al PIL.

Per ragioni di spazio abbiamo omesso i grafici dell’andamento delle altre economie dell’eurozona ma presentano tutte lo stesso andamento, Germania inclusa: E’ in atto un declino industriale in tutti i paesi dell’eurozona ed in alcuni una deindustrializzione accelerata. Stime OCSE e FMI confermano gli stessi andamenti. La spesa dei governi dopo la crisi è cresciuta dappertutto a scapito dei sistemi industriali.

Ciò conferma un fatto che ha il valore di un teorema: o cresce lo stato o l’economia. Entrambi non possono crescere allo stesso tempo.

Ricordiamo, per inciso, che l’eurosistema era stato pensato e costruito come area in grado di riparare da shock esterni. In realtà li ha assecondati (la BCE attraverso il sistema bancario ha indirettamente finanziato la bolla americana) e ha prodotto contemporaneamente shock interni da spesa e debito incontrollato.

I leader europei affermano perentoriamente che la ripresa, deve passare per l’Europa. Ma ci dovrebbero spiegare come, sommando aree che contemporaneamente si impoveriscono si ottengano aree che miracolosamente si arricchiscono. La “soluzione europea” è imperniata su maggiore integrazione fiscale, maggior accentramento dei poteri statali per ricostituire una nuova capacità di indebitamento e, allo scopo, si servirà di maggiore tassazione aggravando il declino industriale. Questo sarà il terzo shock che l’eurosistema ci regalerà.

Rendere i governi sempre più forti e gli individui sempre più deboli, ecco l’essenza della scienza economica europea.

In Italia l’antica lotta tra il principio del governo o di autorità e il principio di libertà ha raggiunto il suo acme. L’eccessiva imposizione sta divorando con rapidità spaventosa redditi e capitali e la spoliazione collettiva al limite del diritto ormai vieta che si possa seminare per raccogliere fra qualche anno. Essa ha creato artificialmente le condizioni dell’esaurimento delle energie lavorative ed imprenditoriali senza le quali nessuna risorsa può essere valorizzata ed accresciuta. I sicari dell’economia, anno dopo anno, mese dopo mese, hanno annientato piccole e medie imprese, cioè il sistema industriale e la competitività del paese. Al regime fiscale più punitivo del mondo si accompagnano tutti gli altri fattori dello scenario del distruttivismo: le istituzioni inaffidabili, l’incertezza del diritto, la lentezza della giustizia amministrativa, l’elevato grado di conflittualità di un paese di fazioni in perenne guerra civile. I capitali esteri se ne stanno alla larga e quelli interni emigrano.

La prosperità delle nazioni e degli individui dovrebbero crescere in un solo e medesimo modo. Maggior produzione significa maggior reddito e crescita del capitale. Il capitale di un paese, al pari di quello di un individuo non è che uno strumento messo in mano alla sua industria per abilitarla a cavarne ricchezza. Senza capitali, zero produzione e zero crescita.

Putin nel 2000 attuò un ampio programma di riduzione della pressione fiscale e seguendo i dettami di Milton Friedman  introdusse una flat tax del 13% sui redditi, la più bassa nel mondo, e ridusse il reddito delle società private. Questa riforma stabilizzò il corso del rublo e stanò tutta l’economia sommersa, decriminalizzandola. La borsa esplose e capitali affluirono dall’estero. L’economia crebbe lo stesso anno dell’8% dando luogo miracolo economico definito post cold miracle economy simile a quello goduto dalla Germania negli anni 50.

In Italia, l’ignoranza economica, le remore ideologiche e il nanismo intellettuale della attuale nomenclatura tecnico-politica che si è degradata con quella misura da miserabili pitocchi sulla tracciabilità dei pagamenti sopra i 1000 euro (neppure Stalin sarebbe arrivato a tanta mediocrità) vorrebbero salvare l’Italia! Perfino “l’antidemocratico” Putin potrebbe rappresentare un modello di eccellenza economica e democratica, per loro e per l’intero paese dove il divario fra Nord e Sud è lo stesso di quello di 50 anni fa.

La stampa ha ragione a condannare i privilegi delle caste ma rischia di alzare il grado di conflittualità sociale e distogliere l’attenzione dal problema cruciale: la gigantesca mattanza industriale in atto e la catastrofe che ne seguirà. E non vorremmo più sentire dire che se tutti pagassero le tasse, tutti pagherebbero meno tasse. Ma: se le tasse fossero basse le pagherebbero tutti. Le invocate liberalizzazioni non servono a nulla se poi i capitali sono divorati dal fisco. La prima vera grande liberalizzazione la si fa liberando i capitali dal peso da cui sono gravati.

La forma a “D” dell’economia europea

Dall’inizio della Grande Crisi gli economisti ci hanno spiegato gli scenari futuri dell’economia perfino con le lettere dell’alfabeto. Chi diceva che l’andamento economico sarebbe stato a “L”, una lunga recessione con ritorno allo sviluppo dopo diversi anni. Chi diceva che sarebbe stata a “V” (un breve declino seguito da un rapido sviluppo; chi una “U” (una recessione più lunga seguita da sviluppo come avvenne nel 1973-1975) ed infine chi ha ipotizzato un andamento a forma a “W”, cioè una economia che cala e entra in recessione per poi risollevarsi e infine ripiombare in recessione.

A noi invece, più semplicemente sembra che la lettera che esprima meglio lo stato dell’economia, sia una grande lettera “D”.

D come Depressione. Il commentariato economico evita di usare questo termine per non urtare le persone non insensibili alla drammatica iconografia della Grande Depressione e usano quello più mite di recessione inventato nel 1937 dal responsabile della comunicazione dell’amministrazione Roosevelt.

Ma cambiando le parole non si cambia la realtà. Siamo entrati in questa fase che, purtroppo, non indebolirà il ruolo dei governi ma lo rafforzerà regalandoci quel tipo di ordine sociale intuito più di 170 anni fa dal politologo Alexis de Tocqueville.

Vale la pena di riportarne un ampio brano:

Credo che la forma di oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che le hanno precedute nel mondo.

Le antiche parole, dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla poiché non è possibile indicarla con un nome… Al di sopra degli uomini si eleva un potere immenso e tutelare … è assoluto e particolareggiato, regolare, previdente e mite. Lavora volentieri al loro benessere ma vuole essere l’unico agente e regolatore. Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l’uso del libero arbitrio, restringe l’azione della volontà in un più piccolo spazio e toglie a poco a poco ad ogni cittadino persino l’uso di se stesso. Così dopo aver preso volta a volta nelle mani sue potenti ogni individuo ed averlo plasmato a suo modo, il “sovrano” estende il suo braccio sull’intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa: esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi della quale il governo è il pastore.

Ho sempre creduto che questa servitù regolata e tranquilla possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all’ombra della sovranità del popolo” (Alexis de Tocqueville, Democrazia in America)


Sostituite la parola “sovrano” del testo a piacere o con Europa o con establishment politico e il significato del brano è attualizzato alla situazione che si prepara: i governi europei hanno ormai ripreso ovunque gli attributi naturali del potere del sovrano assoluto. Stiamo scivolando verso una brutta situazione senza nemmeno accorgercene. La generale incapacità dell’opinione pubblica di percepire questa evoluzione o di sottovalutarla potrebbe farle accettare passivamente l’accentramento estremo del potere politico che l’emergenza richiede cioè la forma stabile e perenne di tutte le economie dirigiste e liberticide.

Nel 1947 George Orwell nel racconto La Fattoria degli Animali aveva espresso concetti simili a quelli di Tocqueville, in chiave satirica ma non meno inquietante. I Maiali (politici e burocrati), più ricchi di risorse organizzative, in apparenza lavorano per ristabilire l’ordine, la crescita ed il bene comune ma in realtà assumono il controllo della situazione togliendo la libertà a tutti gli altri animali. Il romanzo, come è noto, è una allegoria del socialismo.

Una sfida attende i popoli europei: lottare contro questo tipo di servitù e rovesciarla per evitare di diventare “mandrie di animali timidi”. Altrimenti per loro si spalancheranno le porte della fattoria degli animali.

Buon Natale





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Messaggio modificato il: 24-12-2011 alle 17:11 da Cher.

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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

http://www.world-nuclear-news.org/NP-Jap...04127.html

Il Giappone ha bisogno nucleare, dice World Economic Forum

Un nuovo rapporto di architettura energetica cambiare il mondo dal di alto livello di organizzazione politica del World Economic Forum (WEF) mette in guardia il Giappone rischi di compromettere la propria sicurezza energetica, se volge le spalle sul nucleare.

l rapporto WEF, Architecture Nuova Energia: L'attivazione di una transizione efficace , guarda la disponibilità di 124 singoli paesi per una transizione verso l'architettura energetico sostenibile e sicuro necessario per sfruttare la crescita economica. Se razionalizzazione e riorganizzazione dei sistemi energetici maturi, capitalizzando sulle importanti risorse di idrocarburi, in crescita di energia per supportare l'espansione economica o cercando di accedere alle risorse energetiche di base a prezzi abbordabili, i paesi dovranno fare i conti con i compromessi e "scelte difficili", osserva la relazione .

"Mai prima d'ora abbiamo sperimentato una tale pressione per il cambiamento nel modo in cui fonti, delle forniture e consumare energia", ha spiegato Roberto Bocca, direttore WEF senior e capo del settore energetico. "I decisori devono capire come vengono influenzati dalle dinamiche di cambiamento e come possano effettivamente creare un cambiamento desiderato, tanto più che le loro scelte determineranno la velocità, la direzione e il costo della transizione".
Riflettori puntati sul Giappone

Giappone costituisce il centro di uno dei due studi approfonditi predisposti a sostegno della relazione, come un esempio di un paese archetipico che in gergo WEF ha bisogno di "razionalizzare" e ri-organizzare sistemi energetici maturi. Tale riorganizzazione è diventato una preoccupazione più importante in Giappone dopo l'incidente di Fukushima, che ha portato a un livello senza precedenti di dibattito e coinvolgimento degli stakeholder sulle direzioni future che l'architettura energetica del paese prenderà. La revisione della politica energetica conseguente giapponese "porterà gli shock più significativi per il settore dato che la risposta agli shock petroliferi nel 1970", il rapporto rileva.

Prima di Fukushima, il Giappone aveva intenzione di soddisfare il 60% del fabbisogno nazionale di energia primaria con l'energia nucleare, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale per ridurre CO 2 le emissioni del 54% (da livelli del 2003) entro il 2050. Nei mesi successivi al 11 Marzo 2011 terremoto e tsunami, alti funzionari del governo ha promesso che il Giappone avrebbe ridotto la sua dipendenza da energia nucleare e di alta esecuzione sentimenti pubblici contro l'energia nucleare sono stati ben documentati.

Continua necessità del Giappone per l'energia nucleare non è messa in dubbio dalla relazione, in cui si afferma che un ritiro affrettato dal nucleare potrebbe essere disastroso per il Giappone.

"Disattivazione degli impianti nucleari è costoso e qualsiasi rapido cambiamento metterebbe a repentaglio la sicurezza energetica del Giappone e ad aumentare la sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Allo stesso modo, una svolta verso le energie rinnovabili richiederebbe un passaggio su una scala mai vista prima e necessitano di grandi quantità di investimenti finanziari, "i in studio approfondito note.

Invece, esorta il Giappone a concentrarsi nei prossimi anni il ripristino di un approvvigionamento energetico sicuro. Il paese deve "ripensare" il suo approccio al nucleare, anche cercando di continuare R & D nel tentativo di "costruire un'industria forte nucleare", così come fare "cambiamenti fondamentali" a modo suo settore dell'energia nucleare è gestito e regolato per garantire la trasparenza e responsabilità, di vitale importanza per ottenere il consenso pubblico di cui ha bisogno.
Non avere fretta

WEF di New Architecture Energy relazione prende la briga di precisare che i decisori di tutto il mondo devono prendere in considerazione gli effetti delle decisioni in tutta la catena del valore dell'energia, ed equilibrare imperativi concorrenti.

Esso utilizza l'esempio della Germania post-Fukushima esperienze per evidenziare il modo in cui "trade-off" può essere inconsciamente fatto, con decisioni affrettate che porta a conseguenze indesiderate.
La risposta della Germania per l'incidente di Fukushima immediatamente chiudendo le vecchie centrali nucleari e scorci della vita dei suoi reattori rimanenti, accanto ad un rinnovato impegno per le energie rinnovabili, era destinato a portare benefici ambientali ed economici a lungo termine. Tuttavia, queste azioni possono invece avere effetti negativi impatti economici ed ambientali, secondo lo studio, citando l'impatto sull'occupazione tedesca, previsto aumento dei prezzi dell'elettricità e le emissioni di carbonio in aumento come la Germania si trasforma in centrali a carbone e del gas in sostituzione di produzione di energia nucleare nel breve termine.

Ricercato e scritto
da News World Nuclear


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http://www.world-nuclear-news.org/NN_Nuc...05121.html

Centro di ricerca nucleare di produzione aperto

29 mag 2012
Gran Bretagna nucleare avanzata Manufacturing Research Centre (NAMRC) è stato aperto ufficialmente ieri dal duca di York, nella sua quinta visita di sostegno per l'iniziativa della catena di fornitura.


Situato nel South Yorkshire, NAMRC è gestito dall'Università di Sheffield con il sostegno della University of Manchester Institute Dalton. Ora è attratto 34 aziende associate industriali, tra cui i leader della catena di approvvigionamento nucleare, Regno Unito e in entrambi i fornitori del reattore con i prodotti sul mercato del Regno Unito, Areva e Westinghouse.

Un progetto tipico per NAMRC potrebbe vedere una società membro contribuire l'acquisto di una nuova macchina di produzione e sostenere la ricerca come spingere la sua dotazione di prestazioni. Con la collaborazione del fornitore di macchine, che può anche essere un membro, le imprese potrebbero risolvere i problemi produttivi a NAMRC senza sacrificare la capacità o prestazioni presso le strutture del loro core di produzione. L'obiettivo finale di tutto questo è aiutare le aziende britanniche migliorare le proprie capacità nella produzione di componenti per applicazioni nucleari come parte della strategia di basso tenore di carbonio del paese industriale di luglio 2009.

L'edificio NAMRC è stato completato nel mese di ottobre 2011 e NAMRC ha ora installato alcuni macchinari lavorazione dei metalli, una cella robotizzata e un centro di realtà virtuale. Il costo totale finora, consentendo contributi in natura dei membri, è stata messa a circa £ 25 milioni ($ 39 milioni).


L'edificio rispetta migliori standard di efficienza energetica ed è dotato di una turbina eolica 900 kWe e 320 kWt pompe di calore geotermiche. Esso comprende uffici, sale riunioni e laboratori di supporto.
Alcuni lavori sono già in corso a NAMRC ma l'attività deve essere di scala nel tempo 12-18 mesi. Altre attrezzature industriali saranno installati da allora e managers si aspettano altri membri parteciperanno. Così come post-laurea ricercatori provenienti da università alleati, circa 250 giovani apprendisti delle aziende membri sono tenuti a passare ogni anno.
Ieri era il Duca di York quinta visita, ha detto, quando svela una targa per l'inaugurazione ufficiale della NAMRC 8000 di edificio metro quadrato.

Scienza e ingegneria sono stati circa "l'eccitazione, l'innovazione, ispirazione e, soprattutto, sulla capacità di risolvere i problemi del 21 ° secolo", ha osservato, aggiungendo che avrebbe incoraggiato una persona giovane a considerare una carriera in ingegneria.

"Quando si considerano i bisogni energetici futuri, non solo del Regno Unito, ma del globo, qualcosa deve essere fatto per fornire l'enorme aumento della domanda di energia", ha detto il Duca. Non importava se il Regno Unito vede nuove centrali nucleari in costruzione grazie a decenni a venire, perché, ha detto, "in futuro dovremo avere qualche parte del settore energia che alimenta l'energia nucleare" e per sostenere che il Regno Unito "deve essere in grado di fornire una parte della catena di approvvigionamento."

Ricercato e scritto
da News World Nuclear


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Opinioni
Berlino comprerà imprese italiane con soldi italiani. E' troppo. Fuori dall'euro


di Edoardo Ferrazzani 7 Giugno 2012

“La Germania agirà?”, si chiede il Wall Street Journal. Chissà! Ma a questo punto e per come stanno andando le cose a livello europeo per l’Italia, Berlino ha già agito. Eh sì, perché a parte l’attualità cerebralmente ingolfante delle ultime settimane – il rischio Spagna, Grecia e Cipro - , quello che si sta delineando è uno scenario che ha dell’incredibile e che rischia di mettere l’Italia di fronte a un bivio in cui le varie soluzioni sono tutte dolorose, sebbene con diversa intensità.
Partiamo da tre notizie che ci paiono di notevole interesse per ragionare su Italia, Germania e progetto europeo.

La prima, riportata ieri su MF con un articolo dell’economista Guido Salerno Aletta, “E Berlino lavora al fondo pigliatutto”, dà conto di come lo stato tedesco stia manovrando per creare un mega fondo di gestione degli asset dei paesi maggiormente indebitati, Grecia in primis ma non solo (l’Italia è poco sotto nella lista, immaginiamo). Si chiamerà Eureca e l'impresa di consulting Roland Berger se ne sta occupando.

Si tratterebbe di una soluzione tesa a coordinare in uno strumento simile a quello impiegato al tempo della riunificazione tedesca, Treuhandanstalt, “che coordinò la vendita delle aziende della ex DDR", per usare le parole di Salerno Aletta, la (s)vendita del patrimonio dei paesi più indebitati, ma che di fatto fungerebbe da cavallo di Troia tedesco per fare incetta di patrimonio immobiliare europeo a basso prezzo, quello spagnolo in primis, e di know how imprenditoriale europeo.

Seconda notizia. Nell’ultimo anno, circa 274 miliardi di euro in risparmi hanno lasciato l’Italia, per lo più in direzione Germania, Lussemburgo e Olanda. Un fenomeno, quello della fuga dei capitali italiani, che purtroppo non riguarda solo la nostra nazione. Anche la Spagna, la Grecia e il Belgio pagano la precarietà delle proprie finanze pubbliche e della loro politica in generale.

Di questi centinaia di miliardi d’euro in fuga da parti significative dell’Europa, in particolare meridionale, gli istituti di credito germanici hanno conquistato circa il 70%, per un totale di 380 miliardi di euro solo negli ultimi 12 mesi.
Terza notizia, di cui lo scorso Sabato ha dato conto anche il Wall Street Journal. Continua il braccio di ferro tra il gruppo dirigente di Unicredit e l’Autorità bancaria tedesca, la BaFin, acronimo della Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht. Ai tedeschi non va giù che Piazza Cordusio dreni risorse dalla Hypovereinsbank (HVB), la banca acquisita nel 2005 per 15 miliardi di euro dal gruppo bancario italiano allora amministrato da Alessandro Profumo.

Ai tedeschi, in sostanza, piace fare la ‘spesa’ in giro per l’Europa ma non piace che la si faccia nel loro cortile. Un problema che, dal punto di vista del sistema bancario intereuropeo, s’inserisce in un processo di ri-nazionalizzazione delle catene di comando delle banche del Vecchio Continente.

Traiamo le conclusioni da queste tre notizie. La prima è che la Germania sta lucrando politicamente, economicamente e commercialmente dall’attuale crisi, e si prepara prendersi molto patrimonio a due lire, o meglio euri. Secondo dato, che conferma il primo, è che più l’Europa meridionale s’inaridisce sul piano creditizio, più le banche tedesche diventano destinatarie dei capitali in fuga dal Sud Europa e dunque possono concedere credito alle imprese tedesche per acquisire le imprese del Sud e prestare allo Stato federale e ai Länder per finanziare programmi sociali. Dunque più austerità viene imposta dal governo tedesco ai paesi con finanze pubbliche disastrate, più la Germania nel suo insieme si arricchisce di credito.

Terzo dato. In Italia si pensa che appartenere al mercato unico europeo, voglia dire mettersi in brache da mare mentre gli altri indossano ancora la tuta da sci nella tormenta. Siamo tutti sulla stessa barca (che affonda), sì certo, ma gli interessi industriali nazionali e il posizionamento geografico dei centri di comando imprenditoriali e bancari contano, e come!
Sempre più pezzi industriali, infrastrutturali, commerciali dell'Italia finiscono in mani straniere. Edison in quelle francesi. Ansaldo in mano ai giapponesi. I cinesi si stanno impadronendo del porto di Napoli. E poi banche e medie imprese, sempre più hanno controllo estero. L'Italia si sta sgretolando e l'attuale governo, se non azzardiamo l'accusa di compiacenza, almeno è impotente. E' colpa di questo governo? Certo che no. Si potrebbe scrivere un mega volume per elencare le cause del perché l'Italia stia collassando. Accenniamo solo due o tre capitoli. Spesa pubblica eccessiva ed inefficiente. Obsolescenza del sistema educativo. Classe dirigente impreparata. Deficit infrastrutturale. Controllo delle nascite. E tanto altro.

A condizioni date, l’Italia è, almeno nel breve periodo, spacciata. A questo punto bisogna solo stabilire l'estensione temporale di tale condizione e le condizione di operatività: si vuole patire per un periodo di dieci anni a sovranità ritrovata, o per venticinque – come noto per convenzione una generazione - a sovranità limitata. A noi la scelta.
Per intenderci. Se la Repubblica italiana - e il suo governo - dovesse ostinarsi a far rimanere l'Italia nell'eurozona, di fatto la nostra nazione non resterebbe in Europa, bensì entrerebbe a far parte di una grande zona commerciale a dominazione tedesca, con leve di spesa e tributarie in mano a potenti burocrati europei eterodiretti dal governo di Berlino.

Questo nella speranza che in una generazione gli italiani abbiano imparato il tedesco e siano in condizione di adeguarsi alla ‘visione del mondo’ che il sistema culturale germanico sarà riuscito lentamente ad imporre al resto d’Europa e che nel frattempo avrà contribuito a creare il 'nuovo italiano', ritagliandogli un qualche ruolo industriale dentro la ‘grande’ Germania.
Secondo via. L’Italia abbandona l’eurozona e ri-italianizza il proprio debito pubblico - oggi per più del 40% detenuto all’estero e cosa più importante, remunerato all’estero! - attraverso una grande operazione di finanzia pubblica straordinaria. La Lira italiana torna a essere valuta nazionale, la quale per dieci anni sarà debole, molto debole, almeno fino a quando quaranta punti percentuale di debito pubblico italiano non saranno abbattuti.

Alti livelli d’inflazione (a due cifre?) per almeno una decade - ma sempre meglio del trend deflazionistico in corso, si dica - e perdita di valore di tutte le posizioni patrimoniali espresse in Lire. Rischio alti livelli di disoccupazione. Blando protezionismo industriale e immobiliare.
Sovranità monetaria ritrovata e leve fiscali di nuovo in mano al governo nazionale. Sospensione della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, per riacquisire in una generazione un equilibrio intergenerazionale appropriato e potenzialmente tornare a far giovare l'Italia di quello che viene definito "dividendo demografico".

Uno scenario questo che può funzionare solo se una completa riforma politico-amministrativa sarà compiuta e solo se, ancor più importante, la pressione fiscale totale sarà abbattuta di almeno 15 punti percentuale, partendo dalle norme tributarie che pesano su imprese, lavoro e famiglie. A tale alleggerimento fiscale dovrà corrispondere una draconiana diminuzione degli attuali livelli di spesa pubblica, oggi al 54% del Pil, giù almeno fino al 38-37% in dieci anni.

Vere "lacrime e sangue". Questo è il costo politico, economico e sociale che dovremmo sostenere se uscissimo dall'euro. Potremmo però sostenerlo con più margine di successo se i paesi dell’Europa mediterranea attualmente nella zona euro e in difficoltà – Italia, Spagna, Portogallo e Grecia – decidessero di unire le proprie forze, creando una zona commerciale e monetaria propria che possa interagire (e anche competere) con maggiore potere negoziale presso il blocco tedesco centro-europeo.

Non resta ora che attendere un partito che offra agli italiani la scelta, comunque dolorosa, tra queste opzioni. Meglio prima che dopo. A quel punto ognuno di noi dovrà scegliere che nazione dare ai propri figli: la grande pizzeria Italia per i tedeschi o la rinascita delle Nazione italiana. A noi decidere.


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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

La Germania non essendo riuscita a conquistare il mondo nel '40, con i mezzi ed i metodi che tutti ben conosciamo, ha pensato bene di comprarlo.
Non ha mai rinunciato a credere d'essere il primo della classe, non ha mai cessato di ritenere gli altri stupidi ed inferiori, non ha mai rinunciato a credere possibile raggiungere l'onnipotenza di Dio. Hai....!!!!
L'Europa Unita?
E' la barzelletta del secolo!

Michele Greco

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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

http://www.world-nuclear-news.org/C_Econ...06121.html

I benefici economici dal Regno Unito piani nucleari

Un rapporto per EDF Energy ha messo alcune cifre sui benefici per l'economia del Regno Unito che potrebbero fluire dai piani della società per le nuove centrali nucleari.
La relazione del Institute for Public Policy Research (IPPR) prende la mancanza di lunga data del Regno Unito di investimenti nelle infrastrutture come punto di partenza. Essa rileva che gli investimenti pubblici e privati ​​nella strade del Regno Unito, le rotaie e le centrali elettriche è inferiore a quella di molti paesi simili negli ultimi decenni. Questo problema di vecchia data ha unito con i pensionamenti previsti di 12 GWe di fossili e 7.1 GWe delle vecchie centrali nucleari entro il 2020 intende il paese deve affrontare una potenziale carenza di produzione di energia.
Allo stesso tempo, le preoccupazioni sui cambiamenti climatici hanno portato i politici britannici a mettere in atto un obiettivo di riduzione 80% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. L'obiettivo è praticamente irraggiungibile senza la decarbonizzazione del settore elettrico entro il 2030, secondo il Department of Energy and Climate Change (DECC).
Un giocatore importante nel mix energetico nuovo sarà energie rinnovabili e un altro sarà nucleare nel quadro della politica del governo per il nucleare "per essere liberi di fornire il più possibile" del GWe 18 di non-rinnovabili, capacità di generazione che sarà necessario entro il 2025. DECC stima che circa £ 110.000.000.000 ($ 171 miliardi di euro) devono essere spesi per capacità di nuova potenza di generazione nel prossimo decennio per raggiungere questi obiettivi.



Numeri di occupazione attraverso la costruzione e le fasi operative per un solo reattore ad acqua pressurizzata (Fonte: Cogent)



Il rapporto IPPR esamina gli effetti che questa entità degli investimenti può avere sul settore nucleare britannico e della sua economia nel suo complesso.
Recenti studi frequenza l'industria nucleare come una piccola parte dell'economia britannica, a soli circa 0,1-0,2% del PIL - una parte molto piccola del settore energetico complessivo, che rappresenta il 3,6% del PIL nazionale secondo DECC. Il settore dell'energia nucleare impiega circa 24.000 persone direttamente e un ulteriore 20 mila posti di lavoro con contratti nella catena di fornitura più ampia.
Oltre a fornire circa il 20% dell'elettricità del paese, questi lavoratori insieme esportare circa £ 700 milioni ($ 1,0 miliardi) di beni e servizi ogni anno. Sulla base di tassi di crescita per il nucleare globale previsti dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'IPPR ha detto questa cifra potrebbe aumentare a £ 1,1-1600000000 ($ 1,7-2400000000) per anno se il Regno Unito mantiene la stessa quota di mercato.
La forza lavoro sarebbe cresciuto, ovviamente, dovrebbe EDF Energy andare avanti con il suo primo nuovo piano nucleare, di costruire due nuovi reattori a Hinkley Point C. Tra 20.000 e 25.000 lavoratori sarebbero necessari per la costruzione, con circa 5000 di questi dal territorio . L'investimento richiesto per questo e per manutenzione nel corso di 60 anni di vita sarebbe pari a £ 10 miliardi ($ 15 miliardi), con l'economia regionale vedere circa £ 100 milioni all'anno durante la fase di costruzione e £ 40.000.000 per ogni anno di funzionamento. Ci dovrebbe essere di 900 posti di lavoro permanenti una volta che i reattori sono in esecuzione, di cui 700 sarebbero permanenti e 200 a contratto. Durante le interruzioni di rifornimento e la manutenzione ogni 18 mesi, altri 1000 lavoratori sarebbero stati redatti pollici
EDF Energy studio sulla pianta Torness concluso che vi era un 'effetto moltiplicatore' per l'economia più ampia di 60p per ogni £ 1 spesa durante il funzionamento e la manutenzione.
I salari del settore nucleare, sono buone, ma stanno al passo con gli altri? UK media: £ 25.532 * Nucleare: £ 39,560 Rinnovabili: £ 47.300 Chimica: £ 52.900 raffinazione del petrolio: £ 61.900 Fonte: EDF Energy. * In base a una media centrale nucleare di Torness.

L'IPPR messo fuori una serie di potenziali effetti sul PIL del Regno Unito che potrebbero derivare dal nucleare di nuova costruzione. Se EDF Energy dovesse procedere con l'impianto di Hinkley Point C così come un progetto coerente a Sizewell C (per un totale di 6,4 GWe di capacità nucleare), l'effetto potrebbe essere fino a un aumento del 0,12% del PIL in 15 anni. Se la capacità nucleare erano a crescere dalla visione del governo del 18 GWe oltre 15 anni, l'incremento potrebbe essere 0,34%. IPPR ha detto quest'ultimo dato vale la pena di oltre £ 5 miliardi (7,8 miliardi dollari) all'anno.
IPPR ha detto che la top-line 18 investimenti GWe nucleare potrebbe fornire 11.250 posti di lavoro diretti, lo stesso numero di posti di lavoro indiretti, e Inoltre da 5000 a 10.000 posti di lavoro sono necessari ulteriori alcuni investimenti aggiuntivi di sostegno da effettuare.
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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

http://www.world-nuclear-news.org/NN-EC_...08127.html

Benedizione CE per nuovo impianto UK

7 agosto 2012
La Commissione europea (CE) ha detto che è soddisfatto con le proposte EDF Energy per costruire e gestire un nuovo impianto nucleare di Hinkley Point C.

EDF Energy ha presentato la documentazione pertinente alla Commissione europea nel gennaio 2010 in linea con i requisiti del trattato Euratom, in base al quale gli sviluppatori di nuove centrali nucleari devono comunicare alla CE, di eventuali progetti di investimento. Tutti gli aspetti del progetto in relazione agli obiettivi del trattato Euratom sono stati successivamente valutati attraverso un gruppo interno CE di lavoro e attraverso discussioni tra la CE e l'investitore.

La CE ha presentato il suo parere a norma dell'articolo 41 del trattato per il governo britannico in un documento datato 12 luglio. In essa, si conclude che il progetto di costruire due reattori EPR nel sito nella contea di Somerset in Inghilterra sud-occidentale "soddisfa gli obiettivi del trattato Euratom e contribuisce a sviluppare un mix energetico sostenibile nazionale".
Il recente parere segue una visione separata impatto transfrontaliero espresse dalla CE nel maggio, ai sensi dell'articolo 37 del trattato. Essa ha concluso che Hinkley Point C "non è suscettibile di provocare una contaminazione radioattiva delle acque, del suolo o dello spazio aereo di un altro Stato membro che potrebbe essere significativo dal punto di vista della salute."
EDF Energy nucleari di nuova generazione l'amministratore delegato Humphrey Cadoux-Hudson ha descritto la recente decisione CE grande novità in quanto la società opera per garantire la necessaria programmazione e consente di regolamentazione per il progetto. "Siamo lieti che la Commissione europea ha dato il Hinkley Point C progetto di un certificato di buona salute", ha detto, aggiungendo che il verdetto è il risultato di "un sacco di duro lavoro".
Si tratta di poco più di un anno dal nucleare EDF ha presentato una domanda di licenza sito con autorità di regolamentazione britanniche per la pianta. La società ha già ottenuto il permesso del governo locale per i lavori preparatori al sito, che è adiacente alla chiusura due i reattori Magnox a Hinkley Point A e due di gas operativo avanzato reattori raffreddati a Hinkley Point B.
Il trattato Euratom, firmato nel 1957, ha istituito la Comunità europea dell'energia atomica (ora denominata Euratom) ed è uno dei trattati istitutivi dell'Unione europea (UE). E 'stato inizialmente creato per coordinare i programmi di ricerca degli Stati membri per l'uso pacifico dell'energia nucleare. Oggi, aiuta a mettere in comune conoscenze, delle infrastrutture e del finanziamento dell'energia nucleare in tutta l'UE e garantisce la sicurezza dell'approvvigionamento di energia atomica nel quadro di un sistema di monitoraggio centralizzato.

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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

http://www.world-nuclear-news.org/NN-Cap...0812a.html

Capsule segna il futuro nucleare della Bielorussia '

10 agosto, 2012
Il presidente della Bielorussia ha contribuito a seppellire una capsula al sito del paese prevista nuova centrale nucleare a Ostrovets, segnando una significativa occasione nel cammino del paese verso l'indipendenza energetica.

Il presidente Alexander Lukashenko posto la capsula, che era stato realizzato da studenti locali settimo grado e due giovani lavoratori provenienti da società di Belenergostroya costruzione, all'interno di una roccia in cantiere. Ha poi aiutato a risolvere una lapide sopra il Capusle con un messaggio per le generazioni future: "Questo segna la creazione di energia nucleare - un significativo passo avanti nel rafforzamento della sicurezza energetica del paese, e un forte incentivo per accelerare il progresso scientifico e tecnologico e l'innovazione. "
Il messaggio ha aggiunto: "Siamo sicuri che abbiamo preso la decisione giusta per costruire una centrale nucleare, che incarna le migliori idee e le realizzazioni di un mondo scientifico, e che garantirà una crescita economica dinamica e migliorare il benessere delle persone nel regione ". E 'stato firmato dal presidente Lukashenko.

La Bielorussia è dipendente dal gas russo per gran parte del suo fabbisogno energetico - una dipendenza del paese mira a ridurre. I reattori ad essere costruita presso lo stabilimento Ostrovets verrà fornita anche dalla Russia: due unità VVER 1200 forniti da Atomstroyexport contraente principale. Tuttavia, l'aggiunta di 2400 MWe di capacità di generazione nucleare rappresenta un'importante diversificazione dell'approvvigionamento di energia elettrica per il momento non nucleare paese. Capacità di generazione complessiva della Bielorussia 'è attualmente di solo circa 8000 MWe.
Il contratto in generale per le unità è stato firmato nel mese di luglio, dopo circa tre anni di negoziati. Un prezzo di $ 10 miliardi sono stati associati con l'affare, che si basano molto sull'uso di appaltatori locali. Sebbene terreno è già iniziato presso il sito, il versamento di concreto per la prima unità è previsto avvenga entro la fine del 2013 e l'unità di produzione di energia elettrica dovrebbe iniziare nel 2018.
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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

http://www.world-nuclear-news.org/NP_Jap...08121.html

Giappone muove verso una strategia
30 agosto 2012
Analisi dei sondaggi d'opinione confermano la pressione dell'opinione pubblica di usare il meno possibile l'energia nucleare, mentre i problemi di comunicazione precedenti hanno quasi eliminato le società elettriche e il governo dal dibattito.

Tre scenari energetici sono stati messi davanti al popolo giapponese, basata soprattutto il contributo di energia elettrica che il nucleare avrebbe fatto nel 2030. La consultazione e la decisione politica finale sarà effettuata alla fine dell'anno dall'Unità Politica Nazionale (NPU), guidato da Motohisa Furukawa.
L'unità di governo ha sollecitato osservazioni dei numerosi incontri pubblici e in attesa locali. Ha inoltre monitorato sondaggi dell'opinione pubblica attraverso i media e pubblicato ieri un'analisi di ciò che ha trovato finora, dal titolo Verso una strategia - in cui il dibattito pubblico sta puntando . E hanno mostrato un sostegno schiacciante maggioranza per le due opzioni che vedrebbe ridotto l'energia nucleare.

In sintesi, gli scenari possono essere chiamati al 0%, 15% e il 20-25% delle opzioni, che rappresenta la parte di energia elettrica che sarebbe venuto da centrali nucleari. Prima dell'incidente di Fukushima Daiichi la porzione era del 26% e la politica nazionale è stata quella di aumentare al 45% entro il 2030 come la via principale per ridurre le emissioni di biossido di carbonio.

Dodici i sondaggi condotti da media nazionali hanno mostrato un sostegno per l'opzione 0% nel range di 31-49%, mentre l'opzione del 15% è stato preferito dal 29-54% delle persone in tutti i sondaggi. In un sondaggio, il supporto per una o l'altra di quelle più estreme eliminare gradualmente le opzioni è stata dell'85%, mentre nessuno ha mostrato inferiore al 71%.
Il supporto per l'opzione 20-25% era nel range di 10-17%, mentre l'opzione offerta da parte dei media - ma non il governo - di non avere target impostato per il nucleare è stato scelto dal 5-15% delle persone.
Le opzioni
Stato prima del
marzo 2011 Precedente
politica
0%
15%
20 - 25%
Totale di energia elettrica 1,1 PWH 1,2 PWH 1,0 PWH 1,0 PWH 1,0 PWH
I combustibili fossili 63% 35% 65% 55% 50%
Nucleare 26% 45% 0% 15% 20-25%
Rinnovabili 10% 20% 35% 30% 25-30%
Gas a effetto serra
(rispetto al 1990) -0,3%
-30%
-23%
-23%
-25%

Da resoconti delle riunioni pubbliche, la NPU rotto i motivi addotti dalle persone per il loro supporto dell'opzione 0%. In cima alla lista sono stati problemi di sicurezza e timori circa l'impatto sulla salute. In secondo luogo è stata una preferenza generale per le energie rinnovabili, proprio davanti a problemi percepiti con l'etica del nucleare. Problemi di gestione dei rifiuti sono stati la ragione ultima grande per la selezione di persone hanno espresso il 0%.

Votazioni online da media company ha visto i sostenitori di tutto il supporto voce opzioni per le energie rinnovabili e lo sviluppo di nuove fonti di energia. Fattori a favore del nucleare tra i sostenitori del 15% e il 20-25% opzioni erano la sua affidabilità e l'impatto sui posti di lavoro, la produzione e l'economia che potrebbe derivare da una graduale eliminazione.

I risultati saranno una lettura deprimente per le aziende elettriche del Giappone, che sono stati in gravi difficoltà finanziarie da quando è stato annullato dal riavvio dei reattori nucleari dopo interruzioni di rifornimento e di ispezione. Tuttavia, gli errori di comunicazione da parte TEPCO e il governo durante i primi giorni dell'incidente - e il loro successivo fallimento di spiegare i veri effetti dell'incidente - sembrano essere efficacemente escluso del dibattito.

Tre dei sondaggi individuati dal NPU chiesto alla gente quale opzione si sostengono così come fonti di informazioni di cui sono considerate attendibili. Nel complesso, le informazioni da società elettriche è stato pensato per essere affidabili solo del 3,5-3,9% delle persone. Due dei sondaggi accertato che nessuno dei sostenitori 0% pensava utilities sono affidabili - e nel terzo, la percentuale era del solo 1,1%. Al contrario, le persone di fiducia le informazioni da parte delle ONG (30,8-33,8%) e Internet (13,7-21,8%).

Il governo è stato solo leggermente più grande rispetto alle imprese nucleari, al 6,0-6,3% complessivo. I dati per utenze e il governo tende ad essere più elevato tra il 15% e il 20-25%, mentre le fonti ben attendibili erano indipendenti esperti nucleari al 18,2-21,4%.
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RE: Solo il nucleare civile salverà il mondo occidentale!

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Garona a chiudere a metà del 2013
10 settembre 2012
Spagna centrale nucleare di Garona sembra destinata a chiudere nel luglio del 2013 dopo Nuclenor mancato la scadenza per presentare una domanda di licenza di esercizio di rinnovo. La società ha detto che il governo non era riuscito a informarla di come le riforme di energia in corso inciderebbe fattibilità economica dell'impianto.


Nuclenor ha detto che ha fatto diverse richieste oltre il mese scorso al ministero per estendere il termine per la presentazione delle domande o fornire ulteriori dettagli sulle riforme energetiche previste. Detto queste avrebbe "chiarito i dubbi normativi che circondano il futuro dell'impianto Garoña modo da essere in grado di prendere una decisione per giustificare il ritorno dell'investimento che sarebbe richiesto." Nuclenor è una joint venture tra Iberdrola e Enresa.

Circa € 120 milioni (153 milioni dollari) di investimenti sarebbero necessari aggiornamenti modernizzazione e la sicurezza sul Garona - 466 un reattore ad acqua bollente MWe - di continuare il suo funzionamento.
Nuclenor ha detto che nei giorni scorsi si era anche chiesto informazioni alle ministeri regionali di tesoreria, l'economia e l'occupazione per quanto riguarda "le imposte di carattere autonomo che potrebbero direttamente o indirettamente influire sul funzionamento dell'impianto e quindi la decisione di chiedere il rinnovo della licenza di esercizio. "
Nuclenor commentato che ha deciso di non presentare la domanda "sulla base del fatto che in questo momento non sa come sarebbe stato influenzato dalle condizioni nuove che potrebbero essere stabiliti per l'attività di produzione di energia nucleare nel quadro della riforma energia che ha ancora essere approvato dal governo. "
Il gestore dell'impianto ha detto che, in caso di incertezza sulla fattibilità economica del proseguimento dell'attività di Garona essere chiarito, sarebbe quindi in grado di richiedere un rinnovo della licenza ", perché tecnicamente soddisfa tutte le condizioni richieste per esercire l'impianto in un modo sicuro e affidabile come è stato più volte confermato dal Consiglio di sicurezza nucleare ( Consejo de Seguridad Nuclear , CSN) e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. "
Associazione di Foro nucleare ha già criticato i dati relativi ai costi di generazione utilizzati dal governo nel formulare le sue riforme di energia. Il costo € 29 per MWh ($ 37/MWh) generazione per il nucleare, a suo avviso, corrisponde ai costi variabili, ma non tiene conto degli ammortamenti, plusvalenze e altri impianti specifici tassi. Questo "precisa il costo totale di produzione di energia nucleare chiaramente al di sopra dei prezzi medi di piscina."
Il quadro normativo, Foro nucleare ha detto, si basa sulla "parziale, obsolete e non valida ai fini della definizione di una politica energetica basata su costi di produzione totali., Invece, la riforma energia con visione a lungo termine dovrebbero prendere in considerazione tutti i costi di generazione per una rigorosa Analisi di misure di regolamentazione. "
La probabilità di chiusura Garona nel luglio 2013 si presenta come una delusione dopo che il governo entrante spagnolo di Mariano Rajoy si trasferì deliberatamente aperta la possibilità di funzionamento fino al 2019, di rigetto del 2013 Data imposto tre anni fa dal governo di José Luis Rodríguez Zapatero.

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