[OT] Discussione in libertà (Piazzetta) |
Autore |
Messaggio |
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
La dimensione burocratica é intermedia tra la realtá e la sua rappresentazione.
E' una rappresentazione certificata, fatta certa secondo particolari regole rituali e per una determinata cultura. Una realtá burocraticamente approvata, si suppone che esista, almeno nei suoi effetti sociali. Noi qui, nella libertà che ci concede Nuclear Meeting, presentiamo documenti e dimensioni comprovati dalla illusione e dalla speranza, utopiche se volete, ma mai burocratiche perchè, detti documenti, sono certificati in modo del tutto diverso l’una dall’altra perchè individualmente concepiti da altrettanti individui.
E’ ben’altra cosa il documento burocratico, ad esempio il passaporto; prova identitá e nazionalitá di una persona; il certificato prova la sua condizione di rifugiato o di malato; la dichiarazione dello stato di belligeranza prova l'esistenza di una guerra; un rotolo di filo spinato crea la base materiale minima per stabilire burocraticamente un confine nazionale, l’opera d’arte prova la nostra capacità di sognare, di dimostrare di essere ancora vivi dietro questi miserabili steccati che ci confinano e ci separano pur senza distinguerci.
La burocrazia dovrebbe certificare la realtá.
In effetti essa é uno strumento al servizio della comprensione umana della realtá. Quando l'uomo non riesce o non ha interesse a comprendere la realtà, la tentazione pi frequente é quella di modificarla sulla carta, falsificarla burocraticamente, ovvero creare confini artificiali che ingabbino la realtà così come fa comodo o riesce facile. Attraverso questo varco semantico, un fiume di falsitá, di rifiuti culturalmente inquinanti, invadono la societá della comunicazione e le menti degli individui civilizzati. Piú il "villaggio" é "globale", e soprattutto la realtá é mediata dai segni, ovvero rappresentata, ovvero "virtuale", e piú diviene facile falsificarla.
I padroni della burocrazia e dei media hanno da pochi anni compreso quanto potere e profitto derivi dalla manipolazione combinata della realtá e della sua rappresentazione, a fini di truffe planetarie. Basta modificare un po' la realtá materiale, ad esempio con un filo spinato, per sovrapporci sopra un concetto burocratico di confine, e giustificare cosí pedaggi, tasse, limiti, vincoli, procedure, favori, licenze, profitti, trasgressioni, punizioni, scadenze, orari, e quanto altro occupi realmente il tempo e la libertá degli individui. Da anni ormai, la retorica della libertá e della democrazia, si accompagna alla creazione di confini e limiti di ogni tipo che la riducono nei fatti.
La nostra civiltá declama come suo massimo vanto quello di averci fatto uscire dalla giungla di liane dell'uomo primitivo, mentre in realtá ha solo trasformato le liane in una selva di cemento e messaggi contraddittori, in un inestricabile sottobosco di confini di ogni tipo in cui é obbligatorio muoversi, ma in cui ci sì puó orientare solo con piccole mappe, o economiche tesserine, o impalpabili chiavi di accesso, il cui prezzo varia da un milione a un miliardo di volte il loro costo di produzione, e la cui durata é minima, poiché vengono invalidate continuamente per vendere nuove tessere.
In tale contesto il furto di plusvalore é divenuto un metodo arcaico di sfruttamento.
Il massimo dei profitti si ottiene oggi truffando e non rubando, falsificando e non sottraendo, imponendo falsi confini e amministrando la naturale tendenza a superarli. La nostra civiltá post-novecentesca ha evoluto il conflitto di classe in un conflitto, ancora più sotterraneo, tra significanti e significati, tra chi crea confini e chi cerca di valicarli, tra chi appone i cartelli e chi cerca di orientarsi. La gravità e l’evidenza ci sono date dai confini interiori del nostro essere, tra la nostra coscienza ed il nostro essere, tra l’io palese e la sua verità. Si tratta di capire dove va una civiltá che appare ai piú fuori controllo, dove spesso il dicibile è pura falsità, è opportunismo, è legalità, contrario a ciò che si pensa e che si sente. Forse la civiltá é nel controllo di pochi che sanno, ma una base cosí ristretta comporta un equilibrio instabile. Come il potere é stato costretto ad allargare la sua base per sopravvivere, cosí la societá dell'informazione e della burocrazia sará costretta a far capire qualcosa in piú a piú persone.
Nel frattempo la maggior parte della gente é costretta a valicare confini e pagare pedaggi, intuendo qualcosa della loro falsitá, oppure é costretta a non muoversi, restando innocua, repressa e ignara di tutto ció che non possa recepire passivamente.
Qui si vuole vanificare i confini della realtà e del sogno, si vuole ristabilire un ordine utopico in ognuno di noi, in questo nostro profondo, dove si consumano i tempi e le gioie, i luoghi e gli amori, dove si muore in silenzio ed in solitudine. Ma chi sono questi compagni, di diverso linguaggio, provenienti da geografie molteplici, senza limiti mentali e burocratici? Sono molti amici, compagni di studio e di lavoro, allievi, ammiratori(pochi), poeti ed idealisti, compagni di piccole e rare nostalgiche sbornie, intellettuali e gente comune.
Alcuni sono di vecchia generazione, pochi altri della mia, cresciuta tra la 1^ e la 2^ repubblica, quindi un po’ provati, disorientati ed impegnati con i primi a cancellare definitivamente l’”ebbrezza” d’un nazionalismo che pochi anni prima aveva umiliato il paese e gli animi, gli altri sono di generazioni più giovani ancora in “fila” per un posto al sole, comunque caparbi, tenaci ricercatori d’una identità che sia propria e legittima.
Vi sembra giusto che, in totale solitudine, tra l’indifferenza delle istituzioni e degli addetti ai lavori, senza alcun aiuto economico, “progettino” il proprio futuro culturale e sociale dove sperano di essere non più spettatori, ma interpreti, in un momento in cui si fa fatica a capire da che parte “tiri il vento”, in un momento in cui la cultura è una parola di comodo a quell’ufficialità che rimescola gli stessi nomi e le stesse “cose”, infondendo insicurezza e confusione alle nuove generazioni? Non è importante se sia giusto o ingiusto, importante è sentirsi in un certo modo responsabili e credere in ciò che si fa, anche se questi motivi possono sembrare le ragioni d’una mal celata pazzia che poi sono le stesse ragioni d’una rivoluzione o di un concepimento.
Ma poi a chi deve sembrare giusto o ingiusto quello che facciamo in questi giorni? A noi che facciamo, a voi che partecipate o a quelli che non fanno e non partecipano? Il nostro incontro conviviale in questa libera rubrica, è un necessario incontro tra linguaggi e generazioni differenti, perchè con esso e con il dialogo si possa ristabilire l’autenticità dell’individuo e del suo pensiero. Un incontro che cercherà di annullare quei limiti che mortificano il libero pensiero e le sue rappresentazioni. Oggi siamo costretti a guardare le immagini oggettivamente e non soggettivamente, basta fare un po’ di attenzione alla videocrazia ed alle sue funzioni informative e pubblicitarie, del tutto manipolate, se non false, convogliate fino a casa nostra. Allora che “crepi il lupo” e presto vi accorgerete, tra le righe di una letteratura improvvisata, che il lupo non crepa mai; si può perdere dentro di noi, si può perdere dentro di me nuotando nell’ignoto del mio essere, ma in quando a crepare........
Michele Greco
|
|
31-07-2011 14:40 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Da De Nicola a Napolitano.
E' il titolo di un libro che sarà pubblicato entro la fine dell'anno dal Circolo della Stampa di Viterbo e della Grande Tuscia e curata da importanti Istituzioni Umanistiche e Scientifiche del nostro Paese.
E' il difficile cammino della Repubblica Italiana, dal suo primo Presidente a Giorgio Napolitano ancora in carica.
De Nicola rinunciò al suo stipendio di Presidente della Prima Repubblica ed oggi Giorgio Napolitano rinuncia all'adeguamento del suo, pur essendo previsto dalla legge.
Ciò avvalora quanto ho precedentemente scritto sull'alta moralità d'un uomo che chiude i 150 anni d'Unità d'Italia attestando ancora il suo amore per la nostra terra e lo spirito di giustizia e di democrazia che lo hanno sempre distinto.
E' inutile che continuo a tirare le orecchie all'indifferenza dei più ed all'opportunismo di quanti tentino ancor più di dividere il paese e le sue coscienze per propri conti, rendendo, da buon separatisti, ancor più difficile quell'unità per la quale i nostri padri persero la vita ma non la dignità.
Chi dei nostri deputati è disposto a sacrificare una parte del proprio stipendio di parlamentare per il bene del paese, per chi muore di fame (anche in Italia vi è un dignitoso terzo mondo), per chi ha bisogno di un tetto, di cure e continua assistenza?
Michele Greco
|
|
31-07-2011 16:33 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Torniamo a "L'Angolo del Poeta"
Ancora una mia vecchia poesia
Vaghe stelle dell’ orsa,
io non sapea.... come il latte materno
allagasse il cielo di stelle.
Ora, al leggero vento tramonta un sole
e la luce rimasta fuori dalle ombre della notte,
a tratti rimpasta i tuoi occhi, che ho sempre amato,
li rischiara , e il tuo leggero sorriso,
che guardavo di nascosto,
m’offre la tua infinita tristezza
di compagna impaurita tenera, come è tenera la notte.
Nel tremolio di quegli attimi perduti
come fiammella di candela,
ritorniamo ad accarezzare i sogni
e dietro riascoltiamo le solite promesse,
i soliti propositi, il perdurare di battiti,
di palpiti, di aprirsi e chiudersi di ciglia assonnate.
Confini di colore di fiori, di campi, di cielo
dove il mare borbotta antiche favole,
nenie sommesse.
Abbiamo nutrito esile la terra
col feto delle altrui innocenze
col feto delle nostre incertezze
con le speranze sfiorite nel nascere,
a fior di pelle, per morire.
Tutto soltanto sussurrato
come una ninna nanna,
come una nonna nonna,
come una ninna nonna
che Tommaso canta con voce sommessa
al piccolo Leone che dorme;
un pianto, si fermerebbe in gola
per non diventare strillo,
se ad un improvviso risveglio,
aperti gli occhi con un palpito di bianca farfalla,
...vuoto, solitudine,...
la ninna ha raggiunto le stelle,
la nonna non c’è,
è volata via.
Una poesia di Massimo Lugli giornalista di Repubblica e finalista all'ultimo Premio Strega
Vorrei essere, amore, un monaco
seduto sulla spalla del Buddha Amida
Un asceta silente, anima, un mistico
pensoso, in una grotta di rinunce
Vorrei la pace ma poi non dimentico
l'onda dei tuoi capelli, boccadipanna
l'ansia delle tue anche esigenti
il respiro affannoso dei tuoi fianchi
Ogni momento le mie voglie infrangono
i placidi koan medidativi
torno con gioia ai tormentati aneliti
e ai rimorsi appagati del dopo
|
|
02-08-2011 14:42 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
A proposito di "Da De Nicola a Napolitano"
Non posso pretendere che, nel mese più caldo dell'anno, caldo per la nostra economia e per la continua diatriba politica, caldo perchè realmente fa caldo, con temperature che si avvicinano ai 4o gradi,
si possa dedicare un po' di attenzione e di tempo a quanto qui si scrive sicuramente a margine dei grandi problemi del paese.
Ma, forse, c'è qualcuno che continua a lavorare lasciando ad altri il piacere del mare e della montagna.
Qualcuno, intendo, che apra ancora il computer e traffichi un po' con internet.
Sarebbe simpatico che il libro "Da De Nicola a Napolitano", ancora in preparazione, potesse raccogliere qualche commento, delle curiosità e fatti, forse inediti, della storia della Repubblica Italiana.
Ad esempio vi è il prof. Domenico Scafoglio, docente di Antropologia dell'Università di Salerno, che contribuirà con una sua affascinante ricerca sulle Banditesse dell'Unità d'Italia.
Quest'ultima è una nota che antecede il nascere dell'Italia Repubblicana ma che si articola con importanti episodi che hanno contribuito al passaggio dalla monarchia alla repubblica del nostro paese.
Soprattutto ritengo che le figure presidenziali di Enrico De Nicola e di Giorgio Napolitano, pur sorrette e distinte da circostanze diverse, data la diversità dei tempi e date le esigenze altrettanto diverse dettate da determinanti e condizionanti capitoli politici e storici, sono, oltre che moralmente, avvicinate anche dal fatto che ambedue provengono dall'area partenopea.
Saranno ben accetti i vostri interventi, possibilmente documentati e rigidamente inerenti la tematica della pubblicazione.
Michele Greco
|
|
02-08-2011 17:04 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Erroneamente ho scritto Domenico Scafoglio anzicchè Scarfoglio e, più correttamente leggasi "brgantesse" e non "banditesse".
Vi dò qualcge cenno in merito:
"Attraverso l'attenta lettura dei documenti ospitati nelle sale dell'Archivio di Stato e dei tribunali dell'Italia unificata Domenico Scarfoglio, docente di Antropologia culturale presso l'Università di Salerno e responsabile del Laboratorio Antropologico, ha ricostruito le vicende esistenziali di alcune delle donne che, nel decennio immediatamente successivo all'unità d'Italia, decisero di imbracciare il fucile e darsi alla macchia. Scarfoglio ha ricostruito il profilo della brigantessa soffermandosi sulle motivazioni, ricavabili dalle carte dei processi, che spinsero un centinaio di donne del Sud Italia (questo all'incirca il numero di coloro che furono coinvolte nel fenomeno) a 'sfidare' l'autorità appena costituita. Per forza o per amore, queste le strade alternative scelte dalle brigantesse per giustificare dinnanzi agli inquirenti la loro 'affiliazione'. Buona parte delle donne processate per brigantaggio si difendevano affermando di essere state catturate e quindi costrette con la forza a mettersi al servizio dei loro carcerieri. La maggioranza di loro però affermava di aver seguito uomini dei quali si erano innamorate e, più in generale, di aver assecondato il desiderio di una vita libera. Un'aspirazione che non lascia stupiti, se solo si considera la miseria nella quale erano costrette a condurre la loro esistenza " Michele Greco
|
|
03-08-2011 11:39 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Da De Nicola a Napolitano.
E' il titolo di un libro che sarà pubblicato entro la fine dell'anno dal Circolo della Stampa di Viterbo e della Grande Tuscia e curata da importanti Istituzioni Umanistiche e Scientifiche del nostro Paese.
E' il difficile cammino della Repubblica Italiana, dal suo primo Presidente a Giorgio Napolitano ancora in carica.
De Nicola rinunciò al suo stipendio di Presidente della Prima Repubblica ed oggi Giorgio Napolitano rinuncia all'adeguamento del suo, pur essendo previsto dalla legge.
Ciò avvalora quanto ho precedentemente scritto sull'alta moralità d'un uomo che chiude i 150 anni d'Unità d'Italia attestando ancora il suo amore per la nostra terra e lo spirito di giustizia e di democrazia che lo hanno sempre distinto.
E' inutile che continuo a tirare le orecchie all'indifferenza dei più ed all'opportunismo di quanti tentino ancor più di dividere il paese e le sue coscienze per propri conti, rendendo, da buon separatisti, ancor più difficile quell'unità per la quale i nostri padri persero la vita ma non la dignità.
Chi dei nostri deputati è disposto a sacrificare una parte del proprio stipendio di parlamentare per il bene del paese, per chi muore di fame (anche in Italia vi è un dignitoso terzo mondo), per chi ha bisogno di un tetto, di cure e continua assistenza?
Michele Greco
Volevo informarvi che alla stesura di detto libro collabora la SIPS e il CNR di Roma
Michele Greco
Messaggio modificato il: 03-08-2011 alle 17:12 da mi.greco.
|
|
03-08-2011 17:09 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Ancora una Poesia.
La bambina di Hiroshima-
NAZIM HIKMET(il mio compaesano)
Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.
Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette
perché i bambini morti non diventano grandi.
Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi anche il vento ha disperso la cenere.
Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.
Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero
La poesia è dettata da un evento sconvolgente che ci lascia riflettere sull'uso che purtroppo si fa della scienza a danno dell'umanità.
Ciò non toglie che riproporre questa raccapricciante poesia non deve essere intesa come l'assumere un atteggiamento contro il progresso e la scienza ma vuole solo suggerire ai "potenti del mondo" che le scoperte scientifiche vanno migliorate ed impiegate solo a fin di bene.
Michele Greco
|
|
04-08-2011 13:13 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
L'Angolo della poesia, possiamo anche, solo fino ad Agosto, reintitolare in "Poesie per l'estate", sperando che qualcuno, nei ritagli di tempo, possa dedicarsi anche a questo tipo di lettura.
GENERALE di Bertolt Brecht
Generale, il tuo carro armato
è una macchina potente
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
Michele Greco
|
|
04-08-2011 13:26 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Ancora una poesia
di Fabrizio De Andrè
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
L'avete forse dimenticata?
Michele Greco
|
|
04-08-2011 15:37 |
|
|
mi.greco
Senator Member
Messaggi: 320
Gruppo: Registered
Iscritto: Sep 2010
Stato:
Offline
Reputazione:
|
RE: [OT] Discussione libera... (Piazzetta)
Purtroppo in queste rubriche non possono essere inserite le immagini che, in questo mio nuovo intervento, potrebbero avvalorare alcuni concetti critici che "esaminano" il cammino di un grande artista che oggi, 4 agosto compie 69 anni: Mario Carrese, scultore, pittore ed architetto che vive ed opera a Napoli.
Avrei voluto accostare alcuni suoi lavori ad una o più poesie che ho inserite in questo "Angolo del Poeta" perchè calzano col messaggio che l'artista partenopeo trasmette ai suoi "lettori" da una vita, attraverso la plasticità del suo lavoro.
Uno di questi, in particolar modo, di vecchia data, "L'io diviso" è la denuncia di quanto avviene nell'uomo nel suo continuo sdoppiamento dei ruoli sociali, nel cambio continuo delle proprie infinite maschere per adattarsi sempre alle "opportunità" ed alle finsioni del quotidiano.
Il suo è un tema che si ripete vestendo forme che, pur rinnovandosi, restano ancorate alle vicissitudini d'una vita sociale che scivola incolore, priva di libertà, di giustizia e di dignità.
Infine le sue "verità", che non son poi così diverse dalle nostre, si manifestano malinconicamente negli aspetti più svariati delle realtà formali e delle forme scultoree della sua arte.
Allora, in un omaggio che facciamo a questo artista, esprimiamo anche il nostro augurio per gli anni oggi compiuti con quanto si è scritto e con quanto segue:
Mario Carrese e le apparenze della verità
Notizia di cronaca
La sua opera sarà musicata da Francis Kuipers e esposta in un concerto che gli sarà dedicato a Napoli durante lo svolgimento del programma Vite Parallele già presentato all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici partenopeo.
Un commento
(…) La verità è il valore di tutto ciò che, apparendoci, non c’inganna.
Il valore viene conferito ad una verità dalla coscienza di chi crede in essa.
Ancora una volta il linguaggio è assai autorevolmente suggestivo.
L’aggettivo verus deriva infatti da una radice iranica che significa credere.
Non si crede in ciò che è vero, ma è vero ciò in cui si crede. Il che non vuol dire affatto ridursi agli estremi irrazionalismi del fideismo o del pragmatismo, bensì all’opposto capire razionalmente, fino in fondo, che il valore di verità è opera soggettiva: ovviamente, non arbitraria bensì sorretta da tutti i possibili accorgimenti strumentali (criteri, metodi, calcoli, analogie) offerti dalla logica dimostrativa e, perché no?, dalla sperimentata intuizione.(…)
(Aldo Masullo da “La fiducia, fondamentale condizione prepolitica” 15 giugno 2010)
L’opera di Mario Carrese, per chi scrive, riscoperta dopo un lungo periodo di distacco, la si ritrova distinta tra le attualità culturali di oggi, per lo più minorate ed insignificanti.
La sua opera, scultura e composizione pittorica, ritrova la ragione nel completarsi e quindi attuarsi negli altri, nel comune interlocutore che, nella in-finitezza plastica dell’oggetto artistico, vi si riconosce appropriandosene nell’attribuire ad essa aspetti, episodi ed emozioni del proprio vissuto. Riteniamo che l’infinito è nel non finito, è possibile concepirlo, potremmo dire, sentirlo, nella infinitezza del linguaggio rappresentativo.
A noi “La pietà Rondanini” di Michelangelo appare l’opera più importante e significativa del grande artista fiorentino proprio per la sua incompiutezza; per la possibilità che lascia a noi di “completarla” con l’individualità emozionale e di vita vissuta.
Oggi, l’opera dell’artista napoletano, non ha più bisogno di didascalie né di ulteriori letterature che possano guidarci alla comprensione o ad indicarci le ragioni compositive dell’autore; il suo lavoro rappresenta l’apparenza di una verità, una verità soggettiva ma pur sempre riconfermata dal credo individuale dell’autore.
Torna utile il “Così è se vi pare” del grande drammaturgo Pirandello. Le nostre rappresentazioni sono le molteplici apparenze delle nostre verità, giuste o sbagliate che siano, attinte dall’esperienza e da quelle convinzioni individuali che attribuiscono loro il misterioso ed affascinante credo.
L’opera di Mario Carrese, non volendo piegarsi a diventare “serva sciocca” di qualche padrone, o pedissequa interprete di qualche ideologia, mantiene la massima apertura alla complessità sociale e alla varietà culturale. Il primo passo dell’artista è stato quello di ascoltare la lezione delle varie forme dell’essere che ci informano su quel che l’uomo è stato, è oggi, e aspira a divenire domani.
La visione della “verità”, nell’artista partenopeo, viene a comporsi a poco a poco, come quella di un poliedro dalle molte facce. Quando le facce del poliedro aumentano, (quando le rappresentazioni dell’apparenza d’una verità si moltiplicano nel moltiplicarsi formale dell’opera,) tendendo all’infinito, esso tende a diventare una sfera. Gli spigoli si integrano, le parti rientrano nella totalità dalla quale l’ottica finita le aveva astratte e forse distratte nel logo plastico del non finito.
In Carrese pertanto il progresso sta nel passare dalla multidisciplinarità alla interdisciplinarità, dai molti all’uno.
Oggi l’artista, vicino alle soglie dei 70 anni, si va allontanando dalle rappresentazioni “dimostrative” per comporre opere che diano ragione all’esperienza ed alla agognata e sofferta maturità.
La sofferenza umana trova, nelle sue opere, un dignitoso rappresentante, una solidarietà ed una forza, sufficienti perchè ci si risollevi dalla polvere per guardare sempre più in alto e in avanti.
Il suo primo appuntamento è il prossimo autunno all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici nel programma Vite Parallele scelto dal musicista Francis Kuipers con Tommaso Cascella, Agostino Bonalumi, Matteo Basilè e Bruno Ceccobelli per musicarne le opere e, esposte, per essere protagoniste di sei grandi concerti.
La poesia che vorrei accostare e che quindi ripropongo è:
La bambina di Hiroshima-
NAZIM HIKMET(il mio compaesano)
Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.
Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette
perché i bambini morti non diventano grandi.
Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi anche il vento ha disperso la cenere.
Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.
Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.
Michele Greco (per il compleanno di un amico)
|
|
04-08-2011 20:56 |
|
|
Pagine (17):
« Prima
«
5
6
7
8
[9]
10
11
12
13
»
Ultima »
|