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Referendum un errore madornale!!
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Charade77
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RE:  Referendum un errore madornale!!

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Certo che non ho dubbi sul nucleare francese. Sono più di 40 anni che hanno puntato su questa tecnologia. Conosco per interposta persona chi ci lavora, conosco la precisione del lavoro, conosco le ingenti risorse messe a disposizione dallo stato, conosco in ultima analisi anche un pò i francesi (ci lavoro con la Francia).
A occhi chiusi, se fossi in Francia, punterei sul nucleare.
Non mi si stringe proprio niente, abituato come sono, tutti i giorni a combattere.
Paura terribile ? E di cosa, del nulla ?
Nucleare italiano = nulla.
Chi se ne frega di Rubbia e del torio e delle valvole.
Sono italiano e sono fiero di essere italiano. Quando faccio fiere, in giro per il mondo, scrivo sempre Made in Italy, sotti i miei prodotti.
Non mi sento offeso se mi dai dell'italiano.
Fra l'altro non sono solo italiano ma sono emiliano e mi godo tutti i giorni la vita, mangio i tourtlein molto spesso..(lo scrivo in dialetto.)
Ho capito di cosa si tratta, ho capito benissimo.
Ho sommi maestri che mi hanno fatto capire cosa vuol dire nucleare in Francia e cosa sarebbe il nucleare in Italia.
Pensa solo a chi ha fatto partire il nucleare in Italia (Scaiola) che non sapeva nemmeno la provenienza del suo appartamento romano..
Non mi va del nucleare italiano l'immane sperpero di denari per il nulla.
Veronesi alla commisione del la sicurezza.
Lo sa, Veronesi, che il torio non lo si usa per i gargarismi ?


Premetto che sono anch'io italiano e ho fiducia nella capacità italiana di
riuscire a riguadagnare il terreno perduto.
Che ti abbiano spiegato i tuoi "venerabili maestri" è fuor di dubbio ,che tu abbia correttamente recepito potrebbe essere altro conto.La questione non è quella che non ti dia credito ,non ti credo uno stupido ,ho però la sensazione che le tue idee non siano costruite su una serie di conoscenze più o meno approfondite ,bensì da un indottrinamento misto a logiche di marketing ,come dire ,il tuo lavoro + un'estrapolato di altro a metà.La maggior parte degli italiani ha un opinione proprio perchè ,non conscendo l'argomento s'affida hai "testimonial".Ci sarà gente che senz'altro dirà:"...l'ha detto Celentano ,c'è da crederci" .Badate che questa è una questione tecnica ,c'è di mezzo tecnologia + studi ,come fai ad affidare un simile aspetto a chi non ha titolo?E' chiaro che la mossa è far leva sull'emozione non sulla razionalità ,e lo fai con chi non ha conoscenza ...
Oppure come ieri sera sento parlare ancora che se "scoppia il bollitore abbiamo un 'altra Chernobyl (il tizio dei verdi di cui il nome il mio cervello rifiuta di memorizzare)",ma ti pare ,è il modo corretto d'informare?

Faccio una divagazione ...
Sei Emiliano ... conoscerai sicuramente gli SKIANTOS ... vatti ad ascoltare "Largo all'avanguardia" ... in maniera poco poetica ma rende l'idea ...


"Seduti sulla riva del fiume"

"Se un giorno diranno di me che nel mio lavoro ho contribuito al benessere ed alla felicità del mio collega, allora sarò soddisfatto." George Westinghouse
03-06-2011 18:39
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tesla82
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Messaggio: #32
RE:  Referendum un errore madornale!!

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Mi sono dimenticato una osservazione: dammi credito, charade, quando parlo di esperti. Parti dal presupposto che se dico che parlo con esperti di nucleare, che ovviamente non cito, dico la verità.


Per piacere le balle valle a raccontare in piazza al bar non qui!!!

Ti invito a conoscere la situazione reale energetica in italia ed a studiare un po ,quando avrai le idee piu chiare ritorna qui e poi si puo iniziare a discutere,non è possibile avere una discussione senza conoscere un minimo di teoria ,non puoi pensare di risolvere i problemi con la provvidenza e con l'aiuto delle altre nazioni e sopratutto cercare di fare discorsi piu coerenti non volete il nucleare ma non specificate un piano energetico!! avete paura delle scorie radiattive ma non del Co2 emesso dalle centrali a combustibili fossili!!


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
04-06-2011 00:08
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Alessandro Bellotti
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Messaggio: #33
RE: Referendum un errore madornale!!

Perchè non dovrei conoscere la situazione energetica italiana ? Cosa ti devo dire, devo sostenere l'esame di ammissione, devo dare dimostrazione di conoscere almeno un pò di teoria ? Poi sarei io il presuntuoso ?
Siete a corto di argomenti. Questi attacchi personali dimostrano questo. Dire che dico balle. Non ho nulla da dire per 'accreditarmi'. Ho chiesto anche il quiz..
Cosa ti devo spiegare, tesla, come funziona un sistema che rompe la materia per bollire dell'acqua ? Ti piace come idea, rompere la materia per bollire dell'acqua ? E' sufficiente per 'passare l'esame' ?
E quale sarebbe la 'reale situazione enrgetica italiana' ? La conosci su internet oppure, come faccio io, ci lavori ? Ti confronti, proponi, progetti, discuti. CO2 emesso dalle centrali a combustibili fossili. Sono qualche punto percentuale rispetto a ciò che emettiamo ogni giorno con le nostre auto.
Ti manca la realtà dei numeri.
Devo conoscere un minimo di teoria. Di cosa, delle valvole ? delle turbine ? di cosa ? Di come funziona nei dettagli una EPR ? Non ricordo più la fluidodinamica di una pala di una turbina o come si calcola il rendimento di una centrale termoelettrica. E allora ?
Dimmi come farà il nucleare a soddisfare l'incredibile domanda di nuova energia elettrica nei prossimi 20 anni. Non ce la farà. Lo dice il word nuclear.
Illustrami cosa dovremmo fare in Italia, dammi le soluzioni, Dimmi dove le piazzeresti le centrali. Raccontami, visto che sai tutto tu, come faresti a realizzare la logistica di asservimento. Rendimi edotto di quante centrali dovremmo costruire per arricchire l'uranio o per ripocessare le scorie o per ovviare alle perdite lungo la linea di distribuzione.
Hai fatto questi conti, li hai confrontati con esperti sia nucleari che di grandi impianti ?.
Io l'ho fatto. Il nucleare, in Italia non si può fare.
Le balle te le hanno raccontate all'università dandoti informazioni giuste sui funzionamenti dei reattori ma sbagliate sul futuro del nucleare. Ti hanno illuso su un futuro nucleare che non arriverà mai.
Almeno con la tecnologia attuale. EPR compresa.
Chi dice il contrario non ha il senso delle proporzioni e ha il paraocchi ortodosso di chi crede solo al proprio credo.
Non so come farà la Germania. Non so ad oggi come si farà ad avere, fra 30 anni o adirittura prima l'80% di energia elettrica da rinnovabili. Posso solo osservare i cambiamenti, le tendenze. Posso solo prendere atto delle incredibili tecnologie che ormai da anni sono mature e alla portata del governo tedesco. Non ci credo ancora.
Di una cosa sono certo: il nucleare non può essere la risposta.
E' essenzialmente una questione di numeri. La sicurezza non c'entra nulla. E' solo un potente deterrente.
Numeri che evidentemente in Germania prima, in Svizzera poi sanno perfettamente leggere ed elaborare.

04-06-2011 00:43
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Sarek
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Messaggio: #34
RE: Referendum un errore madornale!!

Curiosa questa...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/...ni/115768/

A proposito, pare che il governo abbia fatto ricorso alla consulta per far dichiarare inammissibile il referendum.

Ciao

04-06-2011 06:55
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Cher
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Messaggio: #35
RE:  Referendum un errore madornale!!

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Perchè non dovrei conoscere la situazione energetica italiana ? Cosa ti devo dire, devo sostenere l'esame di ammissione, devo dare dimostrazione di conoscere almeno un pò di teoria ? Poi sarei io il presuntuoso ?
Siete a corto di argomenti. Questi attacchi personali dimostrano questo. Dire che dico balle. Non ho nulla da dire per 'accreditarmi'. Ho chiesto anche il quiz..
Cosa ti devo spiegare, tesla, come funziona un sistema che rompe la materia per bollire dell'acqua ? Ti piace come idea, rompere la materia per bollire dell'acqua ? E' sufficiente per 'passare l'esame' ?
E quale sarebbe la 'reale situazione enrgetica italiana' ? La conosci su internet oppure, come faccio io, ci lavori ? Ti confronti, proponi, progetti, discuti. CO2 emesso dalle centrali a combustibili fossili. Sono qualche punto percentuale rispetto a ciò che emettiamo ogni giorno con le nostre auto.
Ti manca la realtà dei numeri.
Devo conoscere un minimo di teoria. Di cosa, delle valvole ? delle turbine ? di cosa ? Di come funziona nei dettagli una EPR ? Non ricordo più la fluidodinamica di una pala di una turbina o come si calcola il rendimento di una centrale termoelettrica. E allora ?
Dimmi come farà il nucleare a soddisfare l'incredibile domanda di nuova energia elettrica nei prossimi 20 anni. Non ce la farà. Lo dice il word nuclear.
Illustrami cosa dovremmo fare in Italia, dammi le soluzioni, Dimmi dove le piazzeresti le centrali. Raccontami, visto che sai tutto tu, come faresti a realizzare la logistica di asservimento. Rendimi edotto di quante centrali dovremmo costruire per arricchire l'uranio o per ripocessare le scorie o per ovviare alle perdite lungo la linea di distribuzione.
Hai fatto questi conti, li hai confrontati con esperti sia nucleari che di grandi impianti ?.
Io l'ho fatto. Il nucleare, in Italia non si può fare.
Le balle te le hanno raccontate all'università dandoti informazioni giuste sui funzionamenti dei reattori ma sbagliate sul futuro del nucleare. Ti hanno illuso su un futuro nucleare che non arriverà mai.
Almeno con la tecnologia attuale. EPR compresa.
Chi dice il contrario non ha il senso delle proporzioni e ha il paraocchi ortodosso di chi crede solo al proprio credo.
Non so come farà la Germania. Non so ad oggi come si farà ad avere, fra 30 anni o adirittura prima l'80% di energia elettrica da rinnovabili. Posso solo osservare i cambiamenti, le tendenze. Posso solo prendere atto delle incredibili tecnologie che ormai da anni sono mature e alla portata del governo tedesco. Non ci credo ancora.
Di una cosa sono certo: il nucleare non può essere la risposta.
E' essenzialmente una questione di numeri. La sicurezza non c'entra nulla. E' solo un potente deterrente.
Numeri che evidentemente in Germania prima, in Svizzera poi sanno perfettamente leggere ed elaborare.


Non ho tempo per risponderti punto su punto ( per altro opera innutile ), non solo, dato che sei così convinto di questa incredibile e utopistica farsa o meglio visione che infrangere il tuo sogno sembra quasi di togliere l'ovetto kinder ad un bimbo!

Ciao


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



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04-06-2011 10:52
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tesla82
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Messaggio: #36
RE:  Referendum un errore madornale!!

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Perchè non dovrei conoscere la situazione energetica italiana ? Cosa ti devo dire, devo sostenere l'esame di ammissione, devo dare dimostrazione di conoscere almeno un pò di teoria ? Poi sarei io il presuntuoso ?
Siete a corto di argomenti. Questi attacchi personali dimostrano questo. Dire che dico balle. Non ho nulla da dire per 'accreditarmi'. Ho chiesto anche il quiz..
Cosa ti devo spiegare, tesla, come funziona un sistema che rompe la materia per bollire dell'acqua ? Ti piace come idea, rompere la materia per bollire dell'acqua ? E' sufficiente per 'passare l'esame' ?
E quale sarebbe la 'reale situazione enrgetica italiana' ? La conosci su internet oppure, come faccio io, ci lavori ? Ti confronti, proponi, progetti, discuti. CO2 emesso dalle centrali a combustibili fossili. Sono qualche punto percentuale rispetto a ciò che emettiamo ogni giorno con le nostre auto.
Ti manca la realtà dei numeri.
Devo conoscere un minimo di teoria. Di cosa, delle valvole ? delle turbine ? di cosa ? Di come funziona nei dettagli una EPR ? Non ricordo più la fluidodinamica di una pala di una turbina o come si calcola il rendimento di una centrale termoelettrica. E allora ?
Dimmi come farà il nucleare a soddisfare l'incredibile domanda di nuova energia elettrica nei prossimi 20 anni. Non ce la farà. Lo dice il word nuclear.
Illustrami cosa dovremmo fare in Italia, dammi le soluzioni, Dimmi dove le piazzeresti le centrali. Raccontami, visto che sai tutto tu, come faresti a realizzare la logistica di asservimento. Rendimi edotto di quante centrali dovremmo costruire per arricchire l'uranio o per ripocessare le scorie o per ovviare alle perdite lungo la linea di distribuzione.
Hai fatto questi conti, li hai confrontati con esperti sia nucleari che di grandi impianti ?.
Io l'ho fatto. Il nucleare, in Italia non si può fare.
Le balle te le hanno raccontate all'università dandoti informazioni giuste sui funzionamenti dei reattori ma sbagliate sul futuro del nucleare. Ti hanno illuso su un futuro nucleare che non arriverà mai.
Almeno con la tecnologia attuale. EPR compresa.
Chi dice il contrario non ha il senso delle proporzioni e ha il paraocchi ortodosso di chi crede solo al proprio credo.
Non so come farà la Germania. Non so ad oggi come si farà ad avere, fra 30 anni o adirittura prima l'80% di energia elettrica da rinnovabili. Posso solo osservare i cambiamenti, le tendenze. Posso solo prendere atto delle incredibili tecnologie che ormai da anni sono mature e alla portata del governo tedesco. Non ci credo ancora.
Di una cosa sono certo: il nucleare non può essere la risposta.
E' essenzialmente una questione di numeri. La sicurezza non c'entra nulla. E' solo un potente deterrente.
Numeri che evidentemente in Germania prima, in Svizzera poi sanno perfettamente leggere ed elaborare.


Non c'è lo con te chiunque tu sia!! la cosa che mi fa rabbia è che sei sicuro al 100% che il nucleare non risolva nulla in italia perche qualcuno te la detto ho perche hai idee sicure al 100%...mentre ne lo stesso momento affermi che non sai come le rinnovabili entro il 2050 copriranno il fabbisogno mondiale del 30-80% o quello che sia!!

Credi nella prima affermazione dettatati da qualcuno e non sai come le rinnovabili faranno a coprire ed a diventare autosufficenti..

Cioe è un po come dire credo nei tarocchi senza controllare se essi siano veri ma rifiuto la scienza medica perche so che i medici sono tutti una massa di ladri!!è la stessa cosa!!

Io ti inviterei volentieri a lavorare con me ed a toccare e vedere con i tuoi occhi realmente la situazione(basta che ti porto in cabina bt/mt e ti faccio leggere gli analizatori di rete che sono quelli collegati alla centrale dove inviano il segnale con la quantita di potenza prodotta e tutti i valori che comprendoni intensita e tensione) e da li puoi gi farti una idea REALE!! non i soliti discorsi da piazza o da fiere fatte per vendere i prodotti,guarda ho anche la chiave appresso oggi per aprire le cabine enel se capiti nelle zone di brescia fatti vivo che ti ci porto per davvero almeno cosi si che potrai dire di ver conosciuto uno che ti ha dimostrato dati veri!!


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
04-06-2011 11:31
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Messaggio: #37
RE: Referendum un errore madornale!!

Renzo Riva scrive:
4 Giugno 2011 alle 14:09
opinione.it/view_journal.php?file=04062011.opinione.pag05.b....

opinione.it/download_pdf.php?file=04062011.opinione.pag05.b....

Pubblicato da L’Opinione di Arturo Diaconale
Sabato 5 Giugno 2011 pagina 5

QUELLO SUL NUCLEARE METTE IN LUCE
TROPPI STEREOTIPI E POCA CONOSCENZA


L’ignoranza dei referendum


Confesso che non me l’ero sentita di leggere il testo originario su cui erano state raccolte le firme per il referendum in materia di energia nucleare; mi ero altresì fidato, senza anche in questo caso senza leggere il testo, della professionalità dei funzionari che hanno coadiuvato il governo nel redigere decreto legge con cui si doveva sulla specifica questione “prendere per i fondelli” gli assatanati antiberlusconiani alla Grillo ed alla Di Pietro.

Probabilmente i testi in questione non li hanno letti neppure, a cominciare dai fautori politici del referendum
“antinucleare”, quanti esultano per la delibera della Corte di Cassazione, che con il pomposo e fuorviante titolo di “Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare” non si sono accorti che se Berlusconi li aveva presi per i fondelli la Cassazione è andata, e di molto, più in profondità.

Se non ho le traveggole o il testo del Decreto-legge 31 marzo 2011 n. 34, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 74 del 31 marzo 2011 e convertito dalla Camera il 25 maggio 2011, che ho scaricato da internet, è un falso saremmo noi del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare, il Cirn, a dovere fare campagna per l’abrogazione dei comma 1 ed 8 dell’articolo 5 dal titolo “Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari” del citato Decreto.

Riportiamo integralmente i testi su cui si dovranno esprimere gli elettori, aggiungendo un’enfasi sulle frasi
chiave, di cui i gaudenti referendari sembrano non avere colto il significato.


Comma 1°. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico
in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.

Votando per la sua abrogazione, si toglie l’impedimento del “non si procede” e i condizionamenti a contorno quali l’orientamento degli organismi citati a cominciare dalle “decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea”.


Mano libera al Governo persino nel caso l’Europa decidesse di uscire dal nucleare.

Viva il Nucleare, Viva la Corte di Cassazione.

Del tutto insignificante ai fini di una non ripartenza del nucleare l’abrogazione del comma 8, che anzi renderebbe più spedito l’iter in quanto toglierebbe tutta una serie di viscosità quali il dovere consultare gli organismi in essa citati, svincolandolo da scadenze temporali.

Forse il titolo più appropriato da apporre sulla scheda referendaria sarebbe “Abrogazione delle nuove norme che prevedono condizionamenti e viscosità nell’iter per avviare la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare”.

Una nostra “folle” chiave di lettura? Lasciamo al lettore giudicare la nostra interpretazione dell’abrogando
comma 8 dell’articolo 5 del Decreto omnibus, riportandolo integralmente a seguire.

Comma 8°.
Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell’energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali.
Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell’Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali”.


GIORGIO PRINZI
Segretario del Comitato Italiano
per il Rilancio del Nucleare[b]


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04-06-2011 20:10
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RE: Referendum un errore madornale!!

Referendum, governo pronto alla battaglia davanti alla Consulta. Martedì la decisione

Ha assicurato che il Governo «prenderà atto della volontà degli elettori» laddove dai referendum emergesse una bocciatura del nucleare. Ma intanto Silvio Berlusconi è pronto a dare battaglia in vista della consultazione del 12-13 giugno e ha incaricato l'avvocatura dello Stato di presentare una memoria alla Consulta che sarà chiamata, il prossimo 7 giugno, a esprimersi sull'ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera della Cassazione.

Il Governo: quesito difforme rispetto a quello richiesto
Il Governo punta così a bloccare la possibilità che i cittadini possano esprimersi sul nucleare giudicando di fatto l'intervento della Cassazione - che ha chiesto la riformulazione del quesito alla luce delle nuove norme contenute nel decreto legge omnibus - un'entrata a gamba tesa perché «a quest'ultima spetta solo una verifica formale dei requisiti e non anche ulteriori valutazioni sostanziali». Nella memoria, gli avvocati dello Stato sottolineano poi che, con il varo del Dl omnibus, il Governo non ha fatto una modifica meramente «formale», ma una «innegabile e sostanziale diversità di scelta» rispetto alle norme sul nucleare sulle quali era stato chiesto il referendum. Per questo, gli elettori, il 12 e 13 giugno, si troveranno a votare un quesito «del tutto difforme rispetto a quello in base al quale sono state raccolte le sottoscrizioni necessarie allo svolgimento del referendum».

on il via libera della Corte mutata la natura della consultazione
Da qui la tesi che la Cassazione sia andata oltre i suoi poteri perché vi è ben di più rispetto a quelle modifiche formali o di dettagglio» su cui la Corte si sarebbe potuta esprimere. Con la decisione della Cassazione, inoltre, secondo l'avvocatura, è cambiata la natura stessa del referendum «che non è più abrogativa ma propositiva, se non consultiva». «Poichè, non deriva dai commi 1 e 8 dell'articolo 5 la possibilità di realizzare centrali nucleari, né di dar corso ad una politica energetica fondata sul nucleare - è scritto nella memoria - ne consegue che ciò che si chiede all'elettorato è di esprimersi sull'opportunità che in futuro, sulla base di nuove scelte, l'Italia adotti una strategia energetica». Un percorso che, secondo l'avvocatura, «non è previsto dal nostro ordinamento costituzionale con la conseguenza che il quesito risultante dall'ordinanza dell'1 giugno dell'Ufficio centrale per il referendum non può che ritenersi inammissibile».


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RE: Referendum un errore madornale!!

http://jacopogiliberto.blog.ilsole24ore....zione.html


http://jacopogiliberto.blog.ilsole24ore....cleare.pdf



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RE: Referendum un errore madornale!!

La Memoria del WWF:

MEMORIA DEL WWF ITALIA

Con la presente memoria a codesto illustrissimo Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione il WWF Italia - nella sua qualità di Associazione Ambientalista riconosciuta con Decreto del Ministero dell’Ambiente 20 febbraio 1987 ai sensi della legge 8 luglio 1986 n. 349 e come tale a sostegno del referendum abrogativo in materia di energia nucleare -intende manifestare le proprie osservazioni, di fatto e di diritto, affinché l’originario quesito referendario in materia nucleare sia trasferito sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 come convertito con legge n. 75/2011.

1. Ricostruzione del quadro giuridico di riferimento
Con ordinanza del 6-7 dicembre 2010 l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione ha dichiarato conforme a legge la richiesta di referendum abrogativo in materia di nucleare.
Con sentenza n. 28 del 26 gennaio 2011 la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum avente ad oggetto “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”.
Con la legge di conversione n. 75/2011 – che ha modificato l’originario art. 5 del decreto legge n. 34/2011 – è stato introdotto il nuovo art. 5 con rubrica “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”.
Il nuovo testo dell’art. 5 - fatti salvi i suoi commi 1 e 8 - di fatto abroga tutte le disposizioni oggetto del referendum.

2. Mancato superamento dello spirito referendario
Si intende, in questa parte della presente memoria, esaminare la questione relativa all’eventuale incidenza degli effetti abrogativi contenuti nel nuovo art. 5 (“Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari”) al decreto legge del 31 marzo 2011, n. 34, come convertito con legge n. 75/2011, sulla richiesta di referendum abrogativo di cui al quesito “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”.
La Corte costituzionale sin dalla sentenza n. 68/1978 ha ben chiaro il fatto che “con la previsione e con la garanzia costituzionale del potere referendario non è conciliabile il fatto che questo tipico mezzo di esercizio diretto della sovranità popolare finisca per essere sottoposto – contraddittoriamente – a vicende risolutive che rimangono affidate alla piena ed insindacabile disponibilità del legislatore ordinario: cui verrebbe consentito di bloccare il referendum, adottando una qualsiasi disciplina sostitutiva delle disposizioni assoggettate al voto del corpo elettorale”.
Nella medesima sentenza la Corte costituzionale ha individuato nella “intenzione del legislatore” il parametro attraverso cui risolvere il problema circa i limiti entro i quali si può legittimamente verificare il blocco delle operazioni referendarie a causa degli effetti abrogativi prodotti con una novella normativa. Più precisamente, osserva il Giudice delle leggi: “Se l’“intenzione del legislatore” – obiettivatasi nelle disposizioni legislative sopraggiunte – si dimostra fondamentalmente diversa e peculiare, nel senso che i principi ispiratori sono mutati rispetto alla previa disciplina della materia, la nuova legislazione non è più ricollegabile alla precedente iniziativa referendaria: in quanto non si può presumere che i sottoscrittori, firmando la richiesta mirante all’abrogazione della normativa già in vigore, abbiano implicitamente inteso coinvolgere nel referendum quella stessa ulteriore disciplina.
Se invece l’“intenzione del legislatore” rimane fondamentalmente identica, (…) la corrispondente richiesta non può essere bloccata, perché diversamente la sovranità del popolo (attivata da quell’iniziativa) verrebbe ridotta ad una mera apparenza”.

Alla luce di questi insegnamenti della Corte costituzionale, per verificare se con la novella legislativa è stato in concreto superato lo spirito referendario ccorrerà:
a) individuare il comune principio che si ricava dalle diverse disposizioni oggetto del quesito referendario “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme” al fine di coglierne la ratio che ha ispirato il Comitato promotore;
b) individuare “l’“intenzione del legislatore” – obiettivatasi nelle disposizioni legislative” di cui al nuovo art. 5 del decreto legge n. 34/2011 (come convertito con modifiche dalla legge n. 75/2011) e, successivamente, verificare se “i principi ispiratori sono mutati (o meno) rispetto alla previa disciplina della materia”. Se sono mutati, allora la “nuova legislazione non è più ricollegabile alla precedente iniziativa referendaria”. Viceversa, se i principi ispiratori della novella sono invariati e identica rimane l’intenzione del legislatore, allora non può ritenersi superata la richiesta referendaria.

Sub a): la Corte costituzionale con la sentenza n. 16/1978 ha affermato che “il tema del quesito sottoposto agli elettori non è tanto formato (…) dalla serie delle singole disposizioni da abrogare, quanto dal comune principio che se ne ricava” e pertanto “la sostanza del quesito che i promotori ed i sottoscrittori di tali richieste propongono al corpo elettorale non è (…) costituita da un atto legislativo oppure da certi suoi singoli disposti; e l’abrogazione di essi non impone di concludere che le relative operazioni devono essere comunque bloccate (sent. n. 68/1978).
Il “comune principio” del quesito referendario in esame è stato individuato dalla stessa Corte costituzionale la quale, con la citata sent. n. 28/2011, ha affermato, in sede di esame dei requisiti di “omogeneità, chiarezza ed univocità”, che “le disposizioni di cui si propone l’abrogazione, benché contenute in molteplici atti legislativi, sono tra loro strettamente connesse in quanto tutte accomunate dalla eadem ratio di essere strumentali a permettere la costruzione o l’esercizio di nuove centrali nucleari, per la produzione di energia elettrica. La matrice razionalmente unitaria di dette norme comporta che il quesito in esame incorpora l’evidenza del fine intrinseco dell’atto abrogativo, consistente nell’intento di impedire la realizzazione e la gestione di tali centrali, mediante l’abrogazione di tutte le norme che rendono possibile questo effetto”.

Sub b): l’“intenzione del legislatore” che lo ha ispirato nell’intervento di cui al nuovo art. 5 del decreto legge n. 34/2011, come modificato dalla legge di conversione n. 75/2011, è possibile desumerlo dai commi 1 e 8. Da questi, e in particolar modo dal comma 1, si evince che “intenzione del legislatore” non è quella di “impedire la realizzazione e la gestione di centrali nucleari”, come nella ratio del quesito referendario, bensì quella di non procedere alla “definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare” in attesa “di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nazionale, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea”.
Se l’“intenzione del legislatore” fosse stata, analogamente a quella del comitato promotore, di “impedire la realizzazione e la gestione di centrali nucleari” non si comprende la necessità dell’addendum di cui ai commi 1 e 8 dell’art. 5. In particolare, il comma 1 sembrerebbe introdurre una condizione sospensiva alla realizzazione di centrali nucleari anziché impedirne la loro realizzazione. Sospensione che trova conferma anche nelle dichiarazioni espresse dal ministro dello Sviluppo economico, on. Romani, in sede di intervento al Senato per la presentazione dell’emendamento n. 5.800 del Governo, di modifica dell’originario art. 5 del decreto legge n. 34/20111. In un passaggio dell’intervento parlamentare, il ministro ha affermato che “Un serio approfondimento sui profili di sicurezza della produzione di energia da fonte nucleare non può essere vincolato a termini temporali, in ogni caso predefiniti. Occorre predisporre le condizioni perché possa avvenire nel modo più sereno e proficuo”.
Anche da ciò si desume che il Governo prima, mediante il proprio emendamento, e il Parlamento in sede di definitiva conversione del decreto legge poi, non hanno voluto escludere l’opzione nucleare ma solo sospenderne gli effetti. Risultato questo che l’Esecutivo aveva già realizzato con l’originario testo dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 (“Sospensione dell’efficacia di disposizioni del decreto legislativo n. 31 del 2010”). Avrebbe semmai potuto ampliare l’arco temporale di efficacia della sospensione delle disposizioni sulla realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
Pertanto, l’intervento del Governo e del Parlamento ha, mediante l’abrogazione delle disposizioni oggetto di referendum, quale implicito fine esclusivamente quello di eludere le garanzie costituzionali a tutela del referendum quale tipico mezzo di esercizio della sovranità popolare.

Inoltre, non può non evidenziarsi l’assoluta pretestuosità del riferimento alle “decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea” posto a base della opzione dell’Esecutivo di non procedere “alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare” (comma 1 del nuovo art. 5). Infatti, non sussiste alcuna norma che attribuisca all’Unione europea il potere di imporre ad uno Stato membro di aderire all’opzione nucleare. Ciò è stato oggetto di analisi da parte della Corte costituzionale (cit. sent. n. 28/2011) nell’esaminare il profilo dell’eventuale contrasto del quesito referendario con uno specifico obbligo derivante da convenzioni internazionali. In particolare, ha osservato la Corte «che l’art. 2, lettera c), del Trattato EURATOM2 benché indichi che tra le sue finalità vi è quella di assicurare la «realizzazione degli impianti fondamentali necessari allo sviluppo dell’energia nucleare nella Comunità», precisa, infatti, che essa deve essere realizzata «nelle condizioni previste dal presente trattato». Tuttavia, quest’ultimo non contiene prescrizioni specifiche, che vincolino gli Stati ad installare centrali nucleari, o a non vietarle, e ciò neppure a livello di collaborazione nel quadro degli obiettivi dei Trattati, contenendo, invece, obblighi specifici in tema di ricerca e sicurezza. L’esatta identificazione dell’obbligo di cooperazione menzionato dall’art. 192 del Trattato richiede, inoltre, di tenere conto dell’evoluzione della disciplina in questione, da esaminare altresì nel contesto di quella più generale stabilita dall’Unione europea in materia di energia.
Al riguardo, assume rilievo la Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo e al Parlamento europeo, avente ad oggetto «Una politica energetica per l’Europa», del 10 gennaio 2007, la quale, al punto 3.8, dedicato al «futuro dell’energia nucleare», indica espressamente che «spetta ad ogni Stato membro decidere se ricorrere all’energia nucleare», pur precisando che, «qualora il livello di energia nucleare diminuisse nell’UE, questa riduzione deve assolutamente essere sincronizzata con l’introduzione di altre fonti energetiche a basse emissioni di carbonio per la produzione di elettricità». A tale proposito e a supporto di quanto testé affermato si veda la decisione di questi giorni del Governo tedesco che, in piena coerenza con le disposizioni comunitarie, ha deliberato di non prorogare l’esercizio di otto reattori nucleari ed ha stabilito il termine dell’anno 2020 entro cui tutti gli altri impianti nucleari dovranno cessare ogni attività.
Inoltre, e con riferimento ad un più generale contesto, il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha inserito nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Titolo XXI, dedicato alla «Energia», il cui art. 194, paragrafo 2, attribuisce al Parlamento europeo ed al Consiglio l’adozione delle misure necessarie per conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1, ma stabilisce che «esse non incidono sul diritto di uno Stato membro di determinare le condizioni di utilizzo delle sue fonti energetiche, la scelta tra varie fonti energetiche e la struttura generale del suo approvvigionamento energetico, fatto salvo l’articolo 192, paragrafo 2, lettera c)» (art. 194, n. 2). L’art. 192, paragrafo 2, lettera c), del TFUE, a sua volta, prevede che «il Consiglio, deliberando all’unanimità secondo una procedura legislativa speciale e previa consultazione del Parlamento europeo, del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni» può adottare «misure aventi una sensibile incidenza sulla scelta di uno Stato membro tra diverse fonti di energia e sulla struttura generale dell’approvvigionamento energetico del medesimo» che, tuttavia, fino ad oggi non sono state adottate, con la conseguenza che la discrezionalità di ciascuno Stato membro dell’Unione europea, in ordine alla scelta di realizzare o meno impianti per la produzione di energia elettrica alimentati con combustibile nucleare, resta piena».
Da questa ampia ricostruzione del quadro normativo comunitario si può facilmente desumere che il nuovo comma 1 dell’art. 5 della legge n. 75/2011 non aggiunge nulla a quanto non sia oggi già previsto nella legislazione europea. L’Unione europea dunque non può incidere – fatta eccezione per l’aspetto relativo alla sicurezza – sulla scelta dello Stato membro di realizzare o meno impianti per la produzione di energia elettrica nucleare. Scelta che è riservata esclusivamente ad una opzione politica di ciascun Paese comunitario.
Dall’esame fin qui compiuto emerge in modo inequivoco come alla base della iniziativa del legislatore ci sia esclusivamente una sospensione anziché una rinunzia alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare. In altri termini, non viene superato dal Parlamento la ratio del quesito referendario di “impedire la realizzazione e la gestione di centrali nucleari”.
Dunque non si rinviene quel “mutamento dei principi ispiratori” che, secondo l’insegnamento della giurisprudenza costituzionale, giustificherebbe la sottrazione dell’esercizio diretto della sovranità popolare.
Si consideri, infine, che il nuovo comma 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011, convertito con modifiche dalla legge n. 75/2011, consente un eventuale, futuro rilancio del nucleare senza l’adozione di uno specifico strumento normativo. È prevista, infatti, l’adozione della Strategia energetica nazionale (all’interno della quale il comma 8 non esclude l’opzione nucleare) mediante una decisione del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza permanete per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Anche da ciò si deduce una violazione dello spirito referendario. Infatti, questo avrebbe comunque richiesto, per l’eventuale rilancio del nucleare, un intervento di tipo normativo. Con il comma 8, viceversa, l’opzione nucleare potrebbe essere rilanciata esclusivamente mediante il ricorso ad uno strumento amministrativo.

3. Trasferimento della consultazione referendaria sulle norme sopravvenute
Considerato il mancato superamento della pretesa dei promotori del referendum in materia nucleare, è auspicabile che l’Ufficio centrale per il referendum, in sede di giudizio ai sensi dell’art. 39 della legge n. 352/1970, trasferisca la consultazione referendaria sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 come convertito con legge n. 75/2011.
Tale trasferimento appare conforme alla sentenza n. 68 del 1978 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell’art. 39 della legge n. 352/1970 nella parte nella parte in cui non prevede che “se l'abrogazione degli atti o delle singole disposizioni cui si riferisce il referendum venga accompagnata da altra disciplina della stessa materia, senza modificare né i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente né i contenuti normativi essenziali dei singoli precetti, il referendum si effettui sulle nuove disposizioni legislative”.
Seguendo questo indirizzo giurisprudenziale, la consultazione referendaria deve pertanto essere trasferita sugli appena richiamati commi 1 e 8 dell’art. 5, i quali sono le uniche disposizioni che, come in precedenza evidenziato, non modificano “i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente”.

Qualora si dovesse ritenere non normativamente consentito il trasferimento del referendum, anziché su tutte, solo su alcune delle nuove disposizioni legislative sopravvenute, l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione al fine di tutelare l’istituto referendario quale tipico mezzo di esercizio della sovranità popolare, dovrà sollevare questione di costituzionalità, ai sensi dell’art. 134 Cost., dell’art. 39 della legge n. 352/1970 nella parte in cui non consente di effettuare il referendum solo su una parte delle nuove disposizioni legislative.

** ** **

Per tutti questi motivi, voglia codesto spettabile Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione:
a) traslare il referendum abrogativo sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 come convertito, con modifiche, dalla legge n. 75/2011;
b) in subordine sollevare questione di costituzionalità, ai sensi dell’art. 134 Cost., dell’art. 39 della legge n. 352/1970 nella parte in cui non consente di effettuare il referendum solo su una parte delle nuove disposizioni legislative.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
05-06-2011 14:13
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