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Referendum un errore madornale!! - Versione stampabile

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Referendum un errore madornale!! - tesla82 - 20-05-2011 20:10

Salve a tutti apro questa discussione per spiegare perche il referendum è un errore gigantesco!!

L'altro giorno stavo in piazza nel mio paese ad un certo punto esce nella combriccola il discorso del nucleare,un tizio se ne esce con affermazione" tanto c'è il fotovoltaico a pensare alla produzione di corrente" ed io ribatto " ma se è nuvoloso ,oppure di notte" ecco la sua risposta" guarda che i pannelli sono batterie che immagazzinano corrente" io mi giro indignato al punto che tempo 1 min arrivano gli altri anziani di paese,adulti ognuno che spara la sua ,chi dice che producono anche di notte!!Sad chi spara che abbiamo venti e tornadi per le pale eoliche e cosi via...

Altre persone che minacciano i figli a votare "si" contro abolizione del nucleare minacciandoli di non farli entrare in casa.

In questo contesto di ignoranza generale dove la gente non sa minimamente di cosa stia parlando e spara balle spaziali cavolate interplanetarie,si aggiunge anche il problema che la gente non sa esattamente il reale pericolo delle radiazioni! inventanto storie da "Giulio verne" mutamenti stile "futurama" non domandandosi come mai nel comune di san giovanni ci sia una alta percentuale di morte per tumore al polmone!! nonostante noi in questa area non abbiamo ne centrali nucleari,ne depositi di scorie ecc ecc..


Affermato cio un referendum sarebbe disastroso per italia e gli italiani che non conoscono minimamente l'argomento ed aggiungo che non hanno intenzioni di sforzarsi a studiare energia nucleare!! il risultato sara falsato al 100%

non possiamo dare la possibilita di decidere di una fonte di energia cosi preziosa a chi non sa una mazza di atomica.

Concludo la decisione deve essere presa da chi fornisce energia elettrica in italia (ENEL su tutti)nello stesso istante deve essere istituita una sezione che si deve occupare e vigilare sulla qualità del territorio ,controllare la difesa del cittadino per far si che non si commetta marachelle ed errori hai danni della popolazione.


RE: Referendum un errore madornale!! - tesla82 - 20-05-2011 21:36

“Io non andrò a votare e suggerisco anche agli altri di non andare a votare perché quello del 12 giugno è un referendum vergognoso sia in sé per come sono formulati i quesiti, sia perché vuol far leva sul terrore”. Parola di Franco Battaglia, docente di Fisica chimica all’Università di Modena e autore, tra l’altro di un libro pubblicato nel 2009 da Edizioni 21esimo Secolo, dal titolo eloquente “Energia nucleare? Sì per favore”.
Fukushima come Chernobyl: l’effetto sul referendum italiano sarà lo stesso?
Certamente esiste il rischio che anche questa volta il referendum sia guidato da un’onda emotiva che cresce in conseguenza di una disinformazione imperante. Da giorni sono indignato con tutti i media del pianeta per le sciocchezza che stanno dicendo.
Per esempio?
La più eclatante è che si passa quasi sotto silenzio un disastro reale come quello di 10mila morti causati da terremoto e tsunami e non si fa altro che parlare di un reattore nucleare che al momento non ha causato alcun disastro.
Solo perché non ci sono morti da contare?
Non soltanto non c’è un morto, ma anche qualora dovesse esserci la cosiddetta seconda Chernobyl non ci sarebbe nemmeno un morto perché Chernobyl, tra la popolazione, non ha causato nemmeno una vittima. Chernobyl è un colossale falso mediatico.
Un falso mediatico la contaminazione innescata da quell’incidente?
Sì, perché nell’ultimo rapporto su Chernobyl redatto dall’Unscear (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation), il comitato scientifico delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti, c’è scritto che nelle zone della Russia, Bielorussia e Ucraina coinvolte in quell’incidente non si è osservata alcuna incidenza di alcuna patologia legata alle radiazioni, non leucemia, non tumori, non malformazioni. Niente di niente.
Senta, ma se in Italia le centrali dovessero ripartire sul serio, sarebbe possibile anche riavviare quelle vecchie?
No, quelle non sono riavviabilei e probabilmente non sarebbe neanche il caso di farlo. Bisogna costruirne di nuove.
Le Regioni però non le vogliono.
Quali regioni?
Tutte praticamente.
E questo proprio non si capisce, soprattutto da parte delle regioni del Nord visto che in un raggio di 200 km da Milano ci sono 26 reattori nucleari. Quindi se, per esempio il presidente della Regione Lombardia dice che non le vuole, mi dispiace dirlo, ma fa la figura del pollo.
Quanto ci costa non produrre a casa nostra energia nucleare da cui ricavare energia elettrica?
Ci costa l’equivalente di un reattore nucleare all’anno. Lo facciamo da vent’anni quindi un quarto del parco nucleare francese l’abbiamo pagato noi.
Monetizzando?
Circa 4 miliardi. Calcolando che importiamo 50 miliardi di kilowatt/ora l’anno, se ciascuno lo paghiamo 8 centesimi fa 4 miliardi di importazione elettrica l’anno. Il costo, appunto, di un reattore nucleare.
Ma non potremmo continuare a fare comunque a meno del nucleare puntando più decisamente sulle energie rinnovabili?
No, perché le rinnovabili non sono altro che una colossale frode. A parte l’idroelettrico, per la produzione elettrica le altre energie rinnovabili non esistono e non possono esistere.
Perché?
Perché l’energia elettrica deve essere prodotta nel luogo dove la chiediamo, al momento in cui la chiediamo e con la potenza che chiediamo, il che è assolutamente cruciale, e questo non può accadere con il sole e con il vento perché non può ordinare al sole e al vento di brillare e soffiare quando dice lei, dove dice lei e con la potenza che dice lei. E tanto è vero che il fotovoltaico nel mondo incide per lo 0,001% appena.
L’Italia ha mantenuto la competenza e la preparazione sul nucleare che la contraddistingueva fino al referendum dell’’87, oppure, qualora davvero fosse ripreso quel cammino interrotto, dovremmo importare dall’estero, oltre che energia elettrica, anche conoscenza e tecnologia?
Ma certo che siamo ancora dotati di quelle competenze, non a caso l’Italia sta partecipando alla progettazione dei reattori Epr in Francia.
Lei ci mette la firma su questi Epr?
Ovvio! E anche su quelli della centrale giapponese. Anche quei reattori sono sicuri, certo, hanno avuto dei problemi, dei danneggiamenti, ma dal punto di vista della sicurezza per la popolazione, anche quei reattori sono assolutamente sicuri.


RE:  Referendum un errore madornale!! - renato - 21-05-2011 02:39

tesla82 ha Scritto:

Parola di Franco Battaglia, docente di Fisica chimica all’Università di Modena e autore, tra l’altro di un libro pubblicato nel 2009 da Edizioni 21esimo Secolo, dal titolo eloquente “Energia nucleare? Sì per favore”.

Per caso lo stesso professor battaglia che non sapeva dell'esistenza di Saluggia?
Molto credibile.
Se un fisico premio Nobel come Rubbia sa poco di nucleare (sono parole vostre), cosa ne sa un chimico (neanche Nobel) di nucleare?
Ancora più credibile...
RE: Referendum un errore madornale!! - dDuck - 21-05-2011 06:41

Il nucleare è stato distrutto per motivi politici.

C'era l'interesse da parte dei socialisti del tempo di prendere tangenti sul gas, dall'altra dei comunisti di rendere l'Italia ricattabile, ed eravamo una fase di guerra fredda.

Più di 20 anni dopo i motivi sono altri, la necessità della stampa anti-berlusconiana di distruggere il lider del PDL.

Per paradosso B. dopo più di 15 anni di scelte scellerate viene battuto sull'unica cosa buona che fece, un piano energetico serio, difetti della democrazia.

Anche il suo rivale Bersani fu battuto dopo aver proposto una guerra alle lobby degli albi professionali e degli esercizi commerciali, vi ricordate la difesa dei taxisti a numero chiuso da parte di Alemanno, la SX più liberale e liberista della SX, altra anomalia italiana.

In Italia se proponi scelte di buon senso vieni trombato alle elezioni la volta dopo, quindi perchè proporle, gli interessi di una minoranza prevalgono sempre sugli interessi di una comunità nazionale, è l'Italia.

Poi il popolo lo rigiro come vuoi, bastano i media, ma stavolta Berlusconi che detiene una vasta parte, ma sempre una minoranza relativa, è stato battuto da tutti gli altri.



RE:   Referendum un errore madornale!! - Charade77 - 21-05-2011 10:08

renato ha Scritto:


Per caso lo stesso professor battaglia che non sapeva dell'esistenza di Saluggia?
Molto credibile.
Se un fisico premio Nobel come Rubbia sa poco di nucleare (sono parole vostre), cosa ne sa un chimico (neanche Nobel) di nucleare?
Ancora più credibile...


Lo hai pure scritto , il fisico premio Nobel come Rubbia , è un fisico , non conosce una mazza di impiantistica ne di come si gestisce una centrale :mi risulta che Rubbia abbia cambiato bandiera dall' '86 per ben 3 volte ,prima fusione , poi torio , poi solare (e un pò di torio) ,e questo lo chiami credibile?Battaglia è un chimico e ha portato una sua tesi con una sua analisi ,e la scena ad annozero mi sono immaginato fosse la stessa di quando Galieleo veniva additato dalla Chiesa ,il bello è che anni di storia non hanno cambiato nulla.
RE:   Referendum un errore madornale!! - Cher - 21-05-2011 11:15

renato ha Scritto:


Per caso lo stesso professor battaglia che non sapeva dell'esistenza di Saluggia?
Molto credibile.
Se un fisico premio Nobel come Rubbia sa poco di nucleare (sono parole vostre), cosa ne sa un chimico (neanche Nobel) di nucleare?
Ancora più credibile...


Questo è il tipo di inerventi che confermano in pieno la teoria della "dissonanza cognitiva"
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnolo...idea.shtml

Anche le scimmie si affezionano alle loro idee
Un esperimento prova che è istintivo ostinarsi sulle proprie posizioni anche quando si sa che sono assurde


L'unica speranza per il referendum è quello di non raggiungere il quorum.


RE:    Referendum un errore madornale!! - renato - 21-05-2011 21:29

Charade77 ha Scritto:



Lo hai pure scritto , il fisico premio Nobel come Rubbia , è un fisico , non conosce una mazza di impiantistica ne di come si gestisce una centrale :mi risulta che Rubbia abbia cambiato bandiera dall' '86 per ben 3 volte ,prima fusione , poi torio , poi solare (e un pò di torio) ,e questo lo chiami credibile?Battaglia è un chimico e ha portato una sua tesi con una sua analisi ,e la scena ad annozero mi sono immaginato fosse la stessa di quando Galieleo veniva additato dalla Chiesa ,il bello è che anni di storia non hanno cambiato nulla.

Battaglia come Galilei?
Si, e Chicco testa come Savonarola.
Vedo che state diventando spitritosi, è già qualcosa.
RE:    Referendum un errore madornale!! - renato - 21-05-2011 21:32

Cher ha Scritto:



Questo è il tipo di inerventi che confermano in pieno la teoria della "dissonanza cognitiva"
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnolo...idea.shtml

Anche le scimmie si affezionano alle loro idee
Un esperimento prova che è istintivo ostinarsi sulle proprie posizioni anche quando si sa che sono assurde


L'unica speranza per il referendum è quello di non raggiungere il quorum.

Bene, anche per il 2011 hai imparato qualcosa, l'abbiamo capito.
Ora comincia a prepararti per il 2012.

RE:     Referendum un errore madornale!! - Cher - 21-05-2011 22:10

renato ha Scritto:


Bene, anche per il 2011 hai imparato qualcosa, l'abbiamo capito.
Ora comincia a prepararti per il 2012.


                                  Giace qui da qualche parte


                               Werner Heisenberg
                         (1901 - 1976) Fisico tedesco

Riferimento al suo famoso "principio di indeterminazione", secondo il quale non è possibile indicare simultaneamente posizione e quantità di moto di un corpo.


In pratica la stessa capacità di un ecologista di comprendere un fenomeno fisico.
RE:    Referendum un errore madornale!! - dDuck - 21-05-2011 22:15

Cher ha Scritto:

Questo è il tipo di inerventi che confermano in pieno la teoria della "dissonanza cognitiva"
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnolo...idea.shtml

Anche le scimmie si affezionano alle loro idee
Un esperimento prova che è istintivo ostinarsi sulle proprie posizioni anche quando si sa che sono assurde


L'unica speranza per il referendum è quello di non raggiungere il quorum.


La battaglia della mia vita è questa, la lotta contro i propri preconcetti.


RE:  Referendum un errore madornale!! - renato - 22-05-2011 03:02

dDuck ha Scritto:

Per paradosso B. dopo più di 15 anni di scelte scellerate viene battuto sull'unica cosa buona che fece, un piano energetico serio, difetti della democrazia.

Guarda che lui non voleva fare le centrali nucleari; voleva scindere le cellule; stava parlando di amebe, non di atomi.
RE:   Referendum un errore madornale!! - dDuck - 22-05-2011 07:49

renato ha Scritto:


Guarda che lui non voleva fare le centrali nucleari; voleva scindere le cellule; stava parlando di amebe, non di atomi.


Ok, era una gaffe di un intervista, Berlusconi ne capisce quanto l'italiano medio e quell'italiano medio è chiamato alle urne.

Premesso che B. ha usato media per 15 anni per raccontare cazzate, è stato battuto su questo argomento da una coalizione di media che ha raccontato un'altra cazzata, l'ennesima, ma non si compensa, si somma.

Comunque B. per una volta si è affidato a dei tecnici.


RE:    Referendum un errore madornale!! - renato - 22-05-2011 13:34

dDuck ha Scritto:

Ok, era una gaffe di un intervista, Berlusconi ne capisce quanto l'italiano medio e quell'italiano medio è chiamato alle urne.

Premesso che B. ha usato media per 15 anni per raccontare cazzate, è stato battuto su questo argomento da una coalizione di media che ha raccontato un'altra cazzata, l'ennesima, ma non si compensa, si somma.

Comunque B. per una volta si è affidato a dei tecnici.


Ecco cosa pensa oggi il "tecnico" Tremonti:

http://www.youtube.com/watch?v=Zwy5rEqAVLs

Tremonti non è un tecnico nucleare e non discute sui diversi modelli di reattore.


RE:     Referendum un errore madornale!! - Charade77 - 22-05-2011 20:30

renato ha Scritto:


Battaglia come Galilei?
Si, e Chicco testa come Savonarola.
Vedo che state diventando spitritosi, è già qualcosa.


Scusa se come controparte c'erano Bonelli e Dipietro , noti tecnici dell'ambito ...
RE:     Referendum un errore madornale!! - Charade77 - 22-05-2011 20:31

renato ha Scritto:


Battaglia come Galilei?
Si, e Chicco testa come Savonarola.
Vedo che state diventando spitritosi, è già qualcosa.


Scusa se come controparte c'erano Bonelli e Dipietro , noti tecnici dell'ambito ...
RE:      Referendum un errore madornale!! - dDuck - 22-05-2011 20:43

Charade77 ha Scritto:



Scusa se come controparte c'erano Bonelli e Dipietro , noti tecnici dell'ambito ...


Celentano e Grillo SI. Big Grin

RE:     Referendum un errore madornale!! - dDuck - 22-05-2011 20:44

renato ha Scritto:



Ecco cosa pensa oggi il "tecnico" Tremonti:

http://www.youtube.com/watch?v=Zwy5rEqAVLs

Tremonti non è un tecnico nucleare e non discute sui diversi modelli di reattore.




Tutta la comunità scientifica è pro nucleare, compreso il citato Rubbia, solo con punti di vista diversi, R. preferisce il Torio, è un opinione, comunque la comunità scientifica è per il nucleare, i demagoghi e gli uomini di spettacolo contro.


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 02-06-2011 21:32

La sentenza della Cassazione
Cosa diavolo voteranno gli italiani al referendum sul nucleare?


di Carlo Stagnaro1 Giugno 2011

Il mondo è pazzo. La Corte di Cassazione, chiamata a decidere se il referendum sul nucleare fosse stato superato dalla sfilza di abrogazioni contenute nella legge 'Omnibus', ha preso una posizione che sarebbe ingiusto definire pilatesca. Ponzio Pilato, infatti, se ne lavò le mani. La Cassazione, invece, le mani se le è sporcate.
L'antefatto è questo: dopo l'incidente alla centrale giapponese di Fukushima, il governo ha cancellato tutte le norme che avrebbero consentito, in prospettiva, il ritorno al nucleare (e, poiché le parole sono importanti, va sottolineato che l'avrebbero consentito, non obbligato, e che il target di produrre il 25 per cento della nostra elettricità con l'atomo è stato più volte enunciato nelle dichiarazioni di un ex ministro, ma mai formalizzato in alcun documento avente effetti concreti, e dunque non ha altro significato che quello di una promessa elettorale). A questo punto, la Corte doveva dire se ciò avrebbe fatto saltare la consultazione – poiché il suo obiettivo era già stato raggiunto in maniera inequivoca, come in effetti é – oppure se residuassero delle norme sulle quali il quesito sarebbe "migrato".
Vale la pena riportare integralmente il testo dei commi su cui, secondo la Corte, per rispetto della volontà degli elettori dovrà vertere il quesito:
Articolo 5 (Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari):
1. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
(...)
8. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali.
In sostanza, il comma 1 è puramente dichiaratorio – dichiara la volontà di abbandonare il nucleare – e privo di conseguenze concrete. Votandone l’abrogazione, forse gli elettori direbbero all’esecutivo che deve ritornare sui suoi passi e riprendere l’atomo in considerazione? L’abolizione del comma 8 è ancora più paradossale: esso non fa altro che impegnare l’esecutivo a produrre una "strategia energetica nazionale", obbligo a cui peraltro è tenuto da norme precedenti, al punto che una delle maggiori accuse delle forze di opposizione in tema di politica energetica è proprio l’assenza di adeguata pianificazione. La Corte, in sostanza, pare aver anteposto il senso "politico" del referendum al suo contenuto concreto, e così facendo ha dato vita a una situazione alla "Alice nel Paese delle Meraviglie".
Gli elettori crederanno di votare sul nucleare (a proposito: sarà divertente vedere come dovrà essere riformulata la pubblicità istituzionale al quesito), quando invece voteranno contro il suo abbandono e contro l’adozione di una strategia energetica nazionale. A suo modo, la Cassazione ci ha tutti trasformati in liberisti inconsapevoli: quei pochi di noi che hanno ragionato sulla mutazione del quesito, però, sono consapevolmente basiti.


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 03-06-2011 10:55

http://www.ilgiornale.it/interni/il_comm...comments=1


Referendum nucleare, un voto antidemocratico Ecco le prove
di Franco Battaglia

Il meccanismo assurdo: se su 100 elettori votano in 51 una minoranza di 26 persone decide per tutti. Si dà la facoltà a pochi di cancellare la volontà del Parlamento


Non sono andato a votare ad alcun referendum. Mai. Il nostro referendum è contro l’aritmetica e per me l’aritmetica è (quasi) sacra. Ed essendo contro l’aritmetica il nostro referendum è, di conseguenza, contro la democrazia, perché in democrazia conta il numero, cioè l’aritmetica. Mi rendo conto che secondo il leader dell’opposizione la nostra sarebbe la Costituzione più bella del mondo. Ma, anche fosse - onorevole Bersani - lei si deve rendere conto che ciò non impedisce che possa essere una fetecchia; ancorché la meno fetecchia di tutte le altre Costituzioni. Questo, almeno, se la logica non è un’opinione. Diciamo, invece, più realisticamente, che la nostra Costituzione è molto bella e vi siamo tutti affezionati, ma ammettiamone la perfettibilità, come di tutte le cose del mondo.

Ora, io non sono un costituzionalista. Anzi, sull’argomento non so alcunché. Rimane il fatto che il nostro referendum abrogativo è, potenzialmente, quanto mai antidemocratico, e questo ce lo dice l’aritmetica, che invece ho studiato, come tutti, alle elementari. Fu concepito per sciogliere l’eventuale dubbio che una legge, voluta (o mantenuta) da una maggioranza parlamentare, sia invece non gradita alla maggioranza del Paese. Il problema è che con le nostre regole referendarie può benissimo accadere che, senza che quel dubbio venga sciolto, una legge sia abrogata lo stesso e da una minoranza. Che può scendere sino al 25% degli elettori. E il fatto che sia possibile che una minoranza cancelli una legge voluta (o mantenuta) da una maggioranza non mi sembra consono allo spirito democratico.
Prendiamo il caso del referendum sul nucleare.
Chi forma l’attuale governo si era proposto agli elettori col programma di riavviare il nucleare in Italia; la maggioranza degli italiani ha votato e voluto questo governo, ed esso sta(va) cercando di attuare quel programma. Orbene, la Costituzione più bella del mondo consente al senatore Di Pietro - che nulla sa di energia e men che meno di nucleare - innanzitutto di pontificare senza vergogna sull’argomento (anzi, reclamando l’esibizione del curriculum a chiunque osi contraddirlo), ma anche di ritenere che, sul tema, il governo Berlusconi e la maggioranza parlamentare non sia maggioranza nel Paese. Tutto legittimo, per carità, ma c’è un ma. Il nostro referendum prevede che se vanno a votare 51 elettori su 100 e 26 di essi si pronunciano per l’abrogazione, allora la legge viene abrogata: 26 elettori su 100. Una schiacciante minoranza - come solo quella di Di Pietro può essere - detterebbe legge sulla maggioranza. Lo trovate democratico?
Nel caso non coglieste ancora appieno l’assurdità della cosa, vi invito a riflettere su questa situazione paradossale. Se vanno a votare ben 49 elettori e tutti chiedono l’abrogazione di una legge, essa non viene abrogata. Se, invece, vanno a votare 26 elettori che chiedono l’abrogazione e ad essi si aggiungono 25 elettori che chiedono il mantenimento della legge, questa viene abrogata. Singolare, no?

L’errore che commette la nostra Costituzione è presumere che le leggi in vigore siano frutto di imposizione divina e non, piuttosto, espressione di una maggioranza che si è già espressa con le elezioni politiche. E, di conseguenza, chi ritiene (legittimamente, per carità) che quella maggioranza nei Parlamenti tale non è più nel Paese - almeno limitatamente ad una specifica norma - dovrebbe avere l’onere di dimostrare l’esistenza di tale squilibrio e dimostrare che a volere l’abrogazione della norma sono non la maggioranza della metà degli aventi diritto al voto, ma la maggioranza di tutti gli aventi diritto al voto. Solo così verrebbe sciolto il dubbio che ha portato alla istituzione della consultazione referendaria.

Siccome ci sforziamo di essere intellettualmente onesti, siamo disposti a convenire con chi obietterebbe che in questo modo i referendari sarebbero penalizzati dalla circostanza che v’è sempre una certa percentuale di elettori che, comunque, non va a votare e del cui non-voto si approprierebbero gli anti-referendari. Non è difficile introdurre un correttivo. Ecco un possibile modo: porre il quorum pari al numero di elettori alle ultime elezioni politiche; sarebbe un po’ come dire che hanno titolo ad esprimersi solo coloro che hanno avuto la responsabilità di andare al voto quando furono chiamati a votare per formare i Parlamenti.
Questo forse non soddisferà chi, come Di Pietro, vorrebbe imporre la propria volontà di minoranza. Certamente l’attuale referendum non soddisfa me. Ecco perché io non vado a votare ad alcun referendum. Mai. Se ritenete abbia senso ciò che ho scritto, non andate anche voi.


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 03-06-2011 11:07

http://www.loccidentale.it/node/106287

I trogloditi e la perniciosità della democrazia

Non facciamo il gregge di Di Pietro. Al referendum non andiamo a votare!

di Milton 3 Giugno 2011



Il 12 e 13 Giugno, gli italiani sono chiamati alle urne per esprimere il loro parere su tre quesiti referendari: la liberalizzazione della gestione dei servizi idrici, il nucleare e il legittimo impedimento.
La natura e i contenuti dei quesiti referendari dicono tutto su come l’Italia sia ormai un Paese totalmente ingovernabile, destinato ad un’inevitabile agonia economica, sociale e culturale. Il fatto poi che i promotori e sostenitori dell’abrogazione delle norme contenute nei quesiti referendari, siano coloro che si definiscono riformisti, ci fa perdere ogni speranza sulle possibilità di uscire dall’ineluttabilità dei nostri destini.
Ma vediamo perché siamo chiamati alle urne.

Liberalizzazione della gestione dei servizi idrici. Sono piovute giuste critiche sul governo in carica per la timidezza (per essere buoni) sulle liberalizzazioni. Ebbene dell’unica vera liberalizzazione realizzata si chiede l’abrogazione. I promotori del referendum vogliono infatti che gli italiani continuino a pagare l’acqua (quando c’è!) circa il 15% in più della media OCSE, vogliono che ogni anno a causa di una rete idrica medievale si sperperi più del 30% della capacità totale ed ancora vogliono che ogni genere di investimento sulla rete sia precluso. Per finire ovviamente, vogliono che si conservino costosissimi consigli d’amministrazione pubblici, con i soliti rappresentanti figli delle clientele. Insomma, è come dire: ho la possibilità di avere l’acqua ad un prezzo più basso, con una copertura maggiore e nello stesso tempo mandare a lavorare qualche “boiarduccio” di provincia, ma ci rinuncio. Complimenti!


Due giorni fa, la Cassazione ha accolto la richiesta dell'Idv: il 12 e 13 giugno si voterà comunque il referendum sul nucleare. I promotori del referendum chiedevano di abrogare le norme sulla localizzazione e realizzazione delle centrali nucleari.
Ma c’è un piccolo particolare, queste norme non esistono più e ad ora non è dato di sapere che cosa gli italiani saranno chiamati ad abrogare: il tutto assomiglia ad una sorta di processo alle intenzioni del governo …. cosa non si fa per dare il colpo di grazia al Caimano! A parte questo esempio di cristallinità giuridica, la scelta nucleare in Italia sta diventando il paradigma di un paese ridicolo: trent’anni fa eravamo uno tra i paesi all’avanguardia nelle tecnologie nucleari, ma a seguito dell’incidente di Chernobyl, unico paese dell’OCSE, nel 1982 siamo usciti dal nucleare, scelta che è costata ai cittadini 8 (otto!) miliardi di euro all’anno.

Nello stesso periodo nel mondo sono state costruite quasi cento nuove centrali nucleari, di cui cinque a meno di cento chilometri dai nostri confini nazionali. Nel frattempo gli standard di sicurezza si sono elevati in maniera esponenziale con le centrali di terza generazione. Oggi paghiamo l’energia il 40% in più rispetto ai nostri vicini francesi, che di reattori nucleari ne hanno qualche decina. Nonostante ciò, il 12 e 13 Giugno sull’onda emotiva scatenata dal terrorismo mediatico che è stato fatto sull’incidente a Fukushima, causato da un maremoto di proporzioni bibliche (come noto, evento naturale tipico dei mari di casa nostra!?), qualche milione di incapaci di intendere e di volere, decreteranno la morte del nucleare.

Legittimo impedimento. A gennaio scorso, l’Alta Corte, pur demandando ai giudici di valutare le ragioni che secondo la difesa impedirebbero la presenza in aula delle alte cariche dello Stato soggette a processi, ha dichiarato la legge sul legittimo impedimento costituzionale.

Oggi i promotori del referendum, tutti noti sacerdoti e cultori dell’inviolabilità della Carta Costituzionale, ne chiedono l’abrogazione. C’è qualcosa che mi sfugge, a meno che, non c’entri ancora il Caimano.
Insomma, tra antimodernità, autolesionismo ed anti-berlusconismo, assisteremo tra qualche settimana alla triste transumanza di un gregge inconsapevole di trogloditi guidati dai cosiddetti riformisti e da quel demagogo di Di Pietro, che esulteranno aver dato un’altra spallata all’odiato Berlusconi, senza sapere che si sono appena dati una martellata sulle palle!
C’è da chiedersi se di fronte a tale stupidità e volontà di strumentalizzazione, non sia il caso a volte di sospendere la democrazia, soprattutto quando essa diventa perniciosa rispetto gli interessi generali.

PS: ho appena appreso che il PdL lascia libertà di voto e non dà indicazioni riguardo i referendum, se è vero, siamo alle comiche finali! Ma come, il nucleare stava nel programma elettorale del 2008, la legge sulla liberalizzazione della gestione dei servizi idrici l’ha fatta questo Governo e sul legittimo impedimento ce l’hanno menata per un intero anno, ed ora lasciano libertà di voto?
Sarà sicuramente una svista, ma a scanso di equivoci è meglio non andare a votare.


RE: Referendum un errore madornale!! - Alessandro Bellotti - 03-06-2011 12:36

Non vi fa onore, Cher, Charade etcc., riportare gli scritti di Battaglia.
Abbiamo tutti bisogno di pareri di persone di altro spessore.
Uno che afferma che in Italia abbiamo le competenze per costruire e gestire il nucleare EPR non è degno ne di nota ne, soprattutto di considerazione.
Non vi fa onore credere a quello che dice Battaglia.


RE:  Referendum un errore madornale!! - Cher - 03-06-2011 12:42

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Non vi fa onore, Cher, Charade etcc., riportare gli scritti di Battaglia.
Abbiamo tutti bisogno di pareri di persone di altro spessore.
Uno che afferma che in Italia abbiamo le competenze per costruire e gestire il nucleare EPR non è degno ne di nota ne, soprattutto di considerazione.
Non vi fa onore credere a quello che dice Battaglia.

Ma quale onore e onore, stiamo assistendo al più becero riflusso gastrico con emissione di escrementi giuridici ( eufemismo)che la nazione abbia generato negli ultimi 150 anni!

Anche l'obiettività avete ceduto ai pifferai magici dell'eco-cialtronismo?

Gli EPR non hanno nulla di sbagliato.
RE:  Referendum un errore madornale!! - Charade77 - 03-06-2011 13:42

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Non vi fa onore, Cher, Charade etcc., riportare gli scritti di Battaglia.
Abbiamo tutti bisogno di pareri di persone di altro spessore.
Uno che afferma che in Italia abbiamo le competenze per costruire e gestire il nucleare EPR non è degno ne di nota ne, soprattutto di considerazione.
Non vi fa onore credere a quello che dice Battaglia.


Beh certo ,magari di Celentano che lo trovo un valido riferimento dell'ambiente con la qualifica adatta!Ma per favore ...
Va che un EPR comunque non viene costruito da degli artigiani o da dei bottegai se è questo che ti spaventa ...
RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 03-06-2011 14:21

quanti sono gli aventi diritto al voto?


RE: Referendum un errore madornale!! - Alessandro Bellotti - 03-06-2011 14:43

Mai messo i dubbio la sicurezza dell'attuale nucleare. Soprattutto se francese.
Quindi zero spavento.
Ho solo fatti i conti, attività peraltro supportata da esperti e non dal Battagli di turno.
Quindi zero nucleare EPR in Italia.


RE:  Referendum un errore madornale!! - Cher - 03-06-2011 14:49

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Mai messo i dubbio la sicurezza dell'attuale nucleare. Soprattutto se francese.
Quindi zero spavento.
Ho solo fatti i conti, attività peraltro supportata da esperti e non dal Battagli di turno.
Quindi zero nucleare EPR in Italia.

il suo sarcasmo è poco "onorevole" nei confronti del PhD Battaglia.

RE:  Referendum un errore madornale!! - Charade77 - 03-06-2011 15:27

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Mai messo i dubbio la sicurezza dell'attuale nucleare. Soprattutto se francese.
Quindi zero spavento.
Ho solo fatti i conti, attività peraltro supportata da esperti e non dal Battagli di turno.
Quindi zero nucleare EPR in Italia.


Sei il tipico italiano a cui piace i avere benefici e le responsabilità rifilarle agli altri.Non hai dubbi sul nucleare francese e americano ... certo finchè sta là... te lo si legge in fronte!Io penso che se dovesse tornare in italia il nucleare ,saresti il primo a cui si stringe il "culo" ,passami il termine ,perchè non hai ancora capito bene di che si tratta ,e quindi hai un paura terribile ,non ci sono altre spiegazioni.Gli esperti che dici quali sono ,Rubbia?A cui è tornato a piacere il Torio?Lo sai che lo utilizzi fissionandolo e non dopo i pasti come digestivo?

RE: Referendum un errore madornale!! - Alessandro Bellotti - 03-06-2011 15:42

Certo che non ho dubbi sul nucleare francese. Sono più di 40 anni che hanno puntato su questa tecnologia. Conosco per interposta persona chi ci lavora, conosco la precisione del lavoro, conosco le ingenti risorse messe a disposizione dallo stato, conosco in ultima analisi anche un pò i francesi (ci lavoro con la Francia).
A occhi chiusi, se fossi in Francia, punterei sul nucleare.
Non mi si stringe proprio niente, abituato come sono, tutti i giorni a combattere.
Paura terribile ? E di cosa, del nulla ?
Nucleare italiano = nulla.
Chi se ne frega di Rubbia e del torio e delle valvole.
Sono italiano e sono fiero di essere italiano. Quando faccio fiere, in giro per il mondo, scrivo sempre Made in Italy, sotti i miei prodotti.
Non mi sento offeso se mi dai dell'italiano.
Fra l'altro non sono solo italiano ma sono emiliano e mi godo tutti i giorni la vita, mangio i tourtlein molto spesso..(lo scrivo in dialetto.)
Ho capito di cosa si tratta, ho capito benissimo.
Ho sommi maestri che mi hanno fatto capire cosa vuol dire nucleare in Francia e cosa sarebbe il nucleare in Italia.
Pensa solo a chi ha fatto partire il nucleare in Italia (Scaiola) che non sapeva nemmeno la provenienza del suo appartamento romano..
Non mi va del nucleare italiano l'immane sperpero di denari per il nulla.
Veronesi alla commisione del la sicurezza.
Lo sa, Veronesi, che il torio non lo si usa per i gargarismi ?


RE: Referendum un errore madornale!! - Alessandro Bellotti - 03-06-2011 15:44

Mi sono dimenticato una osservazione: dammi credito, charade, quando parlo di esperti. Parti dal presupposto che se dico che parlo con esperti di nucleare, che ovviamente non cito, dico la verità.


RE:  Referendum un errore madornale!! - Cher - 03-06-2011 16:59

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Mi sono dimenticato una osservazione: dammi credito, charade, quando parlo di esperti. Parti dal presupposto che se dico che parlo con esperti di nucleare, che ovviamente non cito, dico la verità.

Certo è triste constatare che nonostante la tua privilegiata oppurtunità di comunicare con esperti in ambito nucleare , non sei ingrado di avere una tua opinione sulla realtà dei fatti ma scimiotti il dire altrui.
Ciao Emiliano!Toungue
RE:  Referendum un errore madornale!! - Charade77 - 03-06-2011 18:39

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Certo che non ho dubbi sul nucleare francese. Sono più di 40 anni che hanno puntato su questa tecnologia. Conosco per interposta persona chi ci lavora, conosco la precisione del lavoro, conosco le ingenti risorse messe a disposizione dallo stato, conosco in ultima analisi anche un pò i francesi (ci lavoro con la Francia).
A occhi chiusi, se fossi in Francia, punterei sul nucleare.
Non mi si stringe proprio niente, abituato come sono, tutti i giorni a combattere.
Paura terribile ? E di cosa, del nulla ?
Nucleare italiano = nulla.
Chi se ne frega di Rubbia e del torio e delle valvole.
Sono italiano e sono fiero di essere italiano. Quando faccio fiere, in giro per il mondo, scrivo sempre Made in Italy, sotti i miei prodotti.
Non mi sento offeso se mi dai dell'italiano.
Fra l'altro non sono solo italiano ma sono emiliano e mi godo tutti i giorni la vita, mangio i tourtlein molto spesso..(lo scrivo in dialetto.)
Ho capito di cosa si tratta, ho capito benissimo.
Ho sommi maestri che mi hanno fatto capire cosa vuol dire nucleare in Francia e cosa sarebbe il nucleare in Italia.
Pensa solo a chi ha fatto partire il nucleare in Italia (Scaiola) che non sapeva nemmeno la provenienza del suo appartamento romano..
Non mi va del nucleare italiano l'immane sperpero di denari per il nulla.
Veronesi alla commisione del la sicurezza.
Lo sa, Veronesi, che il torio non lo si usa per i gargarismi ?


Premetto che sono anch'io italiano e ho fiducia nella capacità italiana di
riuscire a riguadagnare il terreno perduto.
Che ti abbiano spiegato i tuoi "venerabili maestri" è fuor di dubbio ,che tu abbia correttamente recepito potrebbe essere altro conto.La questione non è quella che non ti dia credito ,non ti credo uno stupido ,ho però la sensazione che le tue idee non siano costruite su una serie di conoscenze più o meno approfondite ,bensì da un indottrinamento misto a logiche di marketing ,come dire ,il tuo lavoro + un'estrapolato di altro a metà.La maggior parte degli italiani ha un opinione proprio perchè ,non conscendo l'argomento s'affida hai "testimonial".Ci sarà gente che senz'altro dirà:"...l'ha detto Celentano ,c'è da crederci" .Badate che questa è una questione tecnica ,c'è di mezzo tecnologia + studi ,come fai ad affidare un simile aspetto a chi non ha titolo?E' chiaro che la mossa è far leva sull'emozione non sulla razionalità ,e lo fai con chi non ha conoscenza ...
Oppure come ieri sera sento parlare ancora che se "scoppia il bollitore abbiamo un 'altra Chernobyl (il tizio dei verdi di cui il nome il mio cervello rifiuta di memorizzare)",ma ti pare ,è il modo corretto d'informare?

Faccio una divagazione ...
Sei Emiliano ... conoscerai sicuramente gli SKIANTOS ... vatti ad ascoltare "Largo all'avanguardia" ... in maniera poco poetica ma rende l'idea ...


RE:  Referendum un errore madornale!! - tesla82 - 04-06-2011 00:08

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Mi sono dimenticato una osservazione: dammi credito, charade, quando parlo di esperti. Parti dal presupposto che se dico che parlo con esperti di nucleare, che ovviamente non cito, dico la verità.


Per piacere le balle valle a raccontare in piazza al bar non qui!!!

Ti invito a conoscere la situazione reale energetica in italia ed a studiare un po ,quando avrai le idee piu chiare ritorna qui e poi si puo iniziare a discutere,non è possibile avere una discussione senza conoscere un minimo di teoria ,non puoi pensare di risolvere i problemi con la provvidenza e con l'aiuto delle altre nazioni e sopratutto cercare di fare discorsi piu coerenti non volete il nucleare ma non specificate un piano energetico!! avete paura delle scorie radiattive ma non del Co2 emesso dalle centrali a combustibili fossili!!
RE: Referendum un errore madornale!! - Alessandro Bellotti - 04-06-2011 00:43

Perchè non dovrei conoscere la situazione energetica italiana ? Cosa ti devo dire, devo sostenere l'esame di ammissione, devo dare dimostrazione di conoscere almeno un pò di teoria ? Poi sarei io il presuntuoso ?
Siete a corto di argomenti. Questi attacchi personali dimostrano questo. Dire che dico balle. Non ho nulla da dire per 'accreditarmi'. Ho chiesto anche il quiz..
Cosa ti devo spiegare, tesla, come funziona un sistema che rompe la materia per bollire dell'acqua ? Ti piace come idea, rompere la materia per bollire dell'acqua ? E' sufficiente per 'passare l'esame' ?
E quale sarebbe la 'reale situazione enrgetica italiana' ? La conosci su internet oppure, come faccio io, ci lavori ? Ti confronti, proponi, progetti, discuti. CO2 emesso dalle centrali a combustibili fossili. Sono qualche punto percentuale rispetto a ciò che emettiamo ogni giorno con le nostre auto.
Ti manca la realtà dei numeri.
Devo conoscere un minimo di teoria. Di cosa, delle valvole ? delle turbine ? di cosa ? Di come funziona nei dettagli una EPR ? Non ricordo più la fluidodinamica di una pala di una turbina o come si calcola il rendimento di una centrale termoelettrica. E allora ?
Dimmi come farà il nucleare a soddisfare l'incredibile domanda di nuova energia elettrica nei prossimi 20 anni. Non ce la farà. Lo dice il word nuclear.
Illustrami cosa dovremmo fare in Italia, dammi le soluzioni, Dimmi dove le piazzeresti le centrali. Raccontami, visto che sai tutto tu, come faresti a realizzare la logistica di asservimento. Rendimi edotto di quante centrali dovremmo costruire per arricchire l'uranio o per ripocessare le scorie o per ovviare alle perdite lungo la linea di distribuzione.
Hai fatto questi conti, li hai confrontati con esperti sia nucleari che di grandi impianti ?.
Io l'ho fatto. Il nucleare, in Italia non si può fare.
Le balle te le hanno raccontate all'università dandoti informazioni giuste sui funzionamenti dei reattori ma sbagliate sul futuro del nucleare. Ti hanno illuso su un futuro nucleare che non arriverà mai.
Almeno con la tecnologia attuale. EPR compresa.
Chi dice il contrario non ha il senso delle proporzioni e ha il paraocchi ortodosso di chi crede solo al proprio credo.
Non so come farà la Germania. Non so ad oggi come si farà ad avere, fra 30 anni o adirittura prima l'80% di energia elettrica da rinnovabili. Posso solo osservare i cambiamenti, le tendenze. Posso solo prendere atto delle incredibili tecnologie che ormai da anni sono mature e alla portata del governo tedesco. Non ci credo ancora.
Di una cosa sono certo: il nucleare non può essere la risposta.
E' essenzialmente una questione di numeri. La sicurezza non c'entra nulla. E' solo un potente deterrente.
Numeri che evidentemente in Germania prima, in Svizzera poi sanno perfettamente leggere ed elaborare.


RE: Referendum un errore madornale!! - Sarek - 04-06-2011 06:55

Curiosa questa...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/...ni/115768/

A proposito, pare che il governo abbia fatto ricorso alla consulta per far dichiarare inammissibile il referendum.

Ciao


RE:  Referendum un errore madornale!! - Cher - 04-06-2011 10:52

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Perchè non dovrei conoscere la situazione energetica italiana ? Cosa ti devo dire, devo sostenere l'esame di ammissione, devo dare dimostrazione di conoscere almeno un pò di teoria ? Poi sarei io il presuntuoso ?
Siete a corto di argomenti. Questi attacchi personali dimostrano questo. Dire che dico balle. Non ho nulla da dire per 'accreditarmi'. Ho chiesto anche il quiz..
Cosa ti devo spiegare, tesla, come funziona un sistema che rompe la materia per bollire dell'acqua ? Ti piace come idea, rompere la materia per bollire dell'acqua ? E' sufficiente per 'passare l'esame' ?
E quale sarebbe la 'reale situazione enrgetica italiana' ? La conosci su internet oppure, come faccio io, ci lavori ? Ti confronti, proponi, progetti, discuti. CO2 emesso dalle centrali a combustibili fossili. Sono qualche punto percentuale rispetto a ciò che emettiamo ogni giorno con le nostre auto.
Ti manca la realtà dei numeri.
Devo conoscere un minimo di teoria. Di cosa, delle valvole ? delle turbine ? di cosa ? Di come funziona nei dettagli una EPR ? Non ricordo più la fluidodinamica di una pala di una turbina o come si calcola il rendimento di una centrale termoelettrica. E allora ?
Dimmi come farà il nucleare a soddisfare l'incredibile domanda di nuova energia elettrica nei prossimi 20 anni. Non ce la farà. Lo dice il word nuclear.
Illustrami cosa dovremmo fare in Italia, dammi le soluzioni, Dimmi dove le piazzeresti le centrali. Raccontami, visto che sai tutto tu, come faresti a realizzare la logistica di asservimento. Rendimi edotto di quante centrali dovremmo costruire per arricchire l'uranio o per ripocessare le scorie o per ovviare alle perdite lungo la linea di distribuzione.
Hai fatto questi conti, li hai confrontati con esperti sia nucleari che di grandi impianti ?.
Io l'ho fatto. Il nucleare, in Italia non si può fare.
Le balle te le hanno raccontate all'università dandoti informazioni giuste sui funzionamenti dei reattori ma sbagliate sul futuro del nucleare. Ti hanno illuso su un futuro nucleare che non arriverà mai.
Almeno con la tecnologia attuale. EPR compresa.
Chi dice il contrario non ha il senso delle proporzioni e ha il paraocchi ortodosso di chi crede solo al proprio credo.
Non so come farà la Germania. Non so ad oggi come si farà ad avere, fra 30 anni o adirittura prima l'80% di energia elettrica da rinnovabili. Posso solo osservare i cambiamenti, le tendenze. Posso solo prendere atto delle incredibili tecnologie che ormai da anni sono mature e alla portata del governo tedesco. Non ci credo ancora.
Di una cosa sono certo: il nucleare non può essere la risposta.
E' essenzialmente una questione di numeri. La sicurezza non c'entra nulla. E' solo un potente deterrente.
Numeri che evidentemente in Germania prima, in Svizzera poi sanno perfettamente leggere ed elaborare.


Non ho tempo per risponderti punto su punto ( per altro opera innutile ), non solo, dato che sei così convinto di questa incredibile e utopistica farsa o meglio visione che infrangere il tuo sogno sembra quasi di togliere l'ovetto kinder ad un bimbo!

Ciao


RE:  Referendum un errore madornale!! - tesla82 - 04-06-2011 11:31

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Perchè non dovrei conoscere la situazione energetica italiana ? Cosa ti devo dire, devo sostenere l'esame di ammissione, devo dare dimostrazione di conoscere almeno un pò di teoria ? Poi sarei io il presuntuoso ?
Siete a corto di argomenti. Questi attacchi personali dimostrano questo. Dire che dico balle. Non ho nulla da dire per 'accreditarmi'. Ho chiesto anche il quiz..
Cosa ti devo spiegare, tesla, come funziona un sistema che rompe la materia per bollire dell'acqua ? Ti piace come idea, rompere la materia per bollire dell'acqua ? E' sufficiente per 'passare l'esame' ?
E quale sarebbe la 'reale situazione enrgetica italiana' ? La conosci su internet oppure, come faccio io, ci lavori ? Ti confronti, proponi, progetti, discuti. CO2 emesso dalle centrali a combustibili fossili. Sono qualche punto percentuale rispetto a ciò che emettiamo ogni giorno con le nostre auto.
Ti manca la realtà dei numeri.
Devo conoscere un minimo di teoria. Di cosa, delle valvole ? delle turbine ? di cosa ? Di come funziona nei dettagli una EPR ? Non ricordo più la fluidodinamica di una pala di una turbina o come si calcola il rendimento di una centrale termoelettrica. E allora ?
Dimmi come farà il nucleare a soddisfare l'incredibile domanda di nuova energia elettrica nei prossimi 20 anni. Non ce la farà. Lo dice il word nuclear.
Illustrami cosa dovremmo fare in Italia, dammi le soluzioni, Dimmi dove le piazzeresti le centrali. Raccontami, visto che sai tutto tu, come faresti a realizzare la logistica di asservimento. Rendimi edotto di quante centrali dovremmo costruire per arricchire l'uranio o per ripocessare le scorie o per ovviare alle perdite lungo la linea di distribuzione.
Hai fatto questi conti, li hai confrontati con esperti sia nucleari che di grandi impianti ?.
Io l'ho fatto. Il nucleare, in Italia non si può fare.
Le balle te le hanno raccontate all'università dandoti informazioni giuste sui funzionamenti dei reattori ma sbagliate sul futuro del nucleare. Ti hanno illuso su un futuro nucleare che non arriverà mai.
Almeno con la tecnologia attuale. EPR compresa.
Chi dice il contrario non ha il senso delle proporzioni e ha il paraocchi ortodosso di chi crede solo al proprio credo.
Non so come farà la Germania. Non so ad oggi come si farà ad avere, fra 30 anni o adirittura prima l'80% di energia elettrica da rinnovabili. Posso solo osservare i cambiamenti, le tendenze. Posso solo prendere atto delle incredibili tecnologie che ormai da anni sono mature e alla portata del governo tedesco. Non ci credo ancora.
Di una cosa sono certo: il nucleare non può essere la risposta.
E' essenzialmente una questione di numeri. La sicurezza non c'entra nulla. E' solo un potente deterrente.
Numeri che evidentemente in Germania prima, in Svizzera poi sanno perfettamente leggere ed elaborare.


Non c'è lo con te chiunque tu sia!! la cosa che mi fa rabbia è che sei sicuro al 100% che il nucleare non risolva nulla in italia perche qualcuno te la detto ho perche hai idee sicure al 100%...mentre ne lo stesso momento affermi che non sai come le rinnovabili entro il 2050 copriranno il fabbisogno mondiale del 30-80% o quello che sia!!

Credi nella prima affermazione dettatati da qualcuno e non sai come le rinnovabili faranno a coprire ed a diventare autosufficenti..

Cioe è un po come dire credo nei tarocchi senza controllare se essi siano veri ma rifiuto la scienza medica perche so che i medici sono tutti una massa di ladri!!è la stessa cosa!!

Io ti inviterei volentieri a lavorare con me ed a toccare e vedere con i tuoi occhi realmente la situazione(basta che ti porto in cabina bt/mt e ti faccio leggere gli analizatori di rete che sono quelli collegati alla centrale dove inviano il segnale con la quantita di potenza prodotta e tutti i valori che comprendoni intensita e tensione) e da li puoi gi farti una idea REALE!! non i soliti discorsi da piazza o da fiere fatte per vendere i prodotti,guarda ho anche la chiave appresso oggi per aprire le cabine enel se capiti nelle zone di brescia fatti vivo che ti ci porto per davvero almeno cosi si che potrai dire di ver conosciuto uno che ti ha dimostrato dati veri!!
RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 04-06-2011 20:10

Renzo Riva scrive:
4 Giugno 2011 alle 14:09
opinione.it/view_journal.php?file=04062011.opinione.pag05.b....

opinione.it/download_pdf.php?file=04062011.opinione.pag05.b....

Pubblicato da L’Opinione di Arturo Diaconale
Sabato 5 Giugno 2011 pagina 5

QUELLO SUL NUCLEARE METTE IN LUCE
TROPPI STEREOTIPI E POCA CONOSCENZA


L’ignoranza dei referendum


Confesso che non me l’ero sentita di leggere il testo originario su cui erano state raccolte le firme per il referendum in materia di energia nucleare; mi ero altresì fidato, senza anche in questo caso senza leggere il testo, della professionalità dei funzionari che hanno coadiuvato il governo nel redigere decreto legge con cui si doveva sulla specifica questione “prendere per i fondelli” gli assatanati antiberlusconiani alla Grillo ed alla Di Pietro.

Probabilmente i testi in questione non li hanno letti neppure, a cominciare dai fautori politici del referendum
“antinucleare”, quanti esultano per la delibera della Corte di Cassazione, che con il pomposo e fuorviante titolo di “Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare” non si sono accorti che se Berlusconi li aveva presi per i fondelli la Cassazione è andata, e di molto, più in profondità.

Se non ho le traveggole o il testo del Decreto-legge 31 marzo 2011 n. 34, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 74 del 31 marzo 2011 e convertito dalla Camera il 25 maggio 2011, che ho scaricato da internet, è un falso saremmo noi del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare, il Cirn, a dovere fare campagna per l’abrogazione dei comma 1 ed 8 dell’articolo 5 dal titolo “Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari” del citato Decreto.

Riportiamo integralmente i testi su cui si dovranno esprimere gli elettori, aggiungendo un’enfasi sulle frasi
chiave, di cui i gaudenti referendari sembrano non avere colto il significato.


Comma 1°. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico
in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.

Votando per la sua abrogazione, si toglie l’impedimento del “non si procede” e i condizionamenti a contorno quali l’orientamento degli organismi citati a cominciare dalle “decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea”.


Mano libera al Governo persino nel caso l’Europa decidesse di uscire dal nucleare.

Viva il Nucleare, Viva la Corte di Cassazione.

Del tutto insignificante ai fini di una non ripartenza del nucleare l’abrogazione del comma 8, che anzi renderebbe più spedito l’iter in quanto toglierebbe tutta una serie di viscosità quali il dovere consultare gli organismi in essa citati, svincolandolo da scadenze temporali.

Forse il titolo più appropriato da apporre sulla scheda referendaria sarebbe “Abrogazione delle nuove norme che prevedono condizionamenti e viscosità nell’iter per avviare la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare”.

Una nostra “folle” chiave di lettura? Lasciamo al lettore giudicare la nostra interpretazione dell’abrogando
comma 8 dell’articolo 5 del Decreto omnibus, riportandolo integralmente a seguire.

Comma 8°.
Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell’energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali.
Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell’Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali”.


GIORGIO PRINZI
Segretario del Comitato Italiano
per il Rilancio del Nucleare[b]


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 04-06-2011 21:17

Referendum, governo pronto alla battaglia davanti alla Consulta. Martedì la decisione

Ha assicurato che il Governo «prenderà atto della volontà degli elettori» laddove dai referendum emergesse una bocciatura del nucleare. Ma intanto Silvio Berlusconi è pronto a dare battaglia in vista della consultazione del 12-13 giugno e ha incaricato l'avvocatura dello Stato di presentare una memoria alla Consulta che sarà chiamata, il prossimo 7 giugno, a esprimersi sull'ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera della Cassazione.

Il Governo: quesito difforme rispetto a quello richiesto
Il Governo punta così a bloccare la possibilità che i cittadini possano esprimersi sul nucleare giudicando di fatto l'intervento della Cassazione - che ha chiesto la riformulazione del quesito alla luce delle nuove norme contenute nel decreto legge omnibus - un'entrata a gamba tesa perché «a quest'ultima spetta solo una verifica formale dei requisiti e non anche ulteriori valutazioni sostanziali». Nella memoria, gli avvocati dello Stato sottolineano poi che, con il varo del Dl omnibus, il Governo non ha fatto una modifica meramente «formale», ma una «innegabile e sostanziale diversità di scelta» rispetto alle norme sul nucleare sulle quali era stato chiesto il referendum. Per questo, gli elettori, il 12 e 13 giugno, si troveranno a votare un quesito «del tutto difforme rispetto a quello in base al quale sono state raccolte le sottoscrizioni necessarie allo svolgimento del referendum».

on il via libera della Corte mutata la natura della consultazione
Da qui la tesi che la Cassazione sia andata oltre i suoi poteri perché vi è ben di più rispetto a quelle modifiche formali o di dettagglio» su cui la Corte si sarebbe potuta esprimere. Con la decisione della Cassazione, inoltre, secondo l'avvocatura, è cambiata la natura stessa del referendum «che non è più abrogativa ma propositiva, se non consultiva». «Poichè, non deriva dai commi 1 e 8 dell'articolo 5 la possibilità di realizzare centrali nucleari, né di dar corso ad una politica energetica fondata sul nucleare - è scritto nella memoria - ne consegue che ciò che si chiede all'elettorato è di esprimersi sull'opportunità che in futuro, sulla base di nuove scelte, l'Italia adotti una strategia energetica». Un percorso che, secondo l'avvocatura, «non è previsto dal nostro ordinamento costituzionale con la conseguenza che il quesito risultante dall'ordinanza dell'1 giugno dell'Ufficio centrale per il referendum non può che ritenersi inammissibile».


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 05-06-2011 14:09

http://jacopogiliberto.blog.ilsole24ore....zione.html


http://jacopogiliberto.blog.ilsole24ore....cleare.pdf



RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 05-06-2011 14:13

La Memoria del WWF:

MEMORIA DEL WWF ITALIA

Con la presente memoria a codesto illustrissimo Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione il WWF Italia - nella sua qualità di Associazione Ambientalista riconosciuta con Decreto del Ministero dell’Ambiente 20 febbraio 1987 ai sensi della legge 8 luglio 1986 n. 349 e come tale a sostegno del referendum abrogativo in materia di energia nucleare -intende manifestare le proprie osservazioni, di fatto e di diritto, affinché l’originario quesito referendario in materia nucleare sia trasferito sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 come convertito con legge n. 75/2011.

1. Ricostruzione del quadro giuridico di riferimento
Con ordinanza del 6-7 dicembre 2010 l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione ha dichiarato conforme a legge la richiesta di referendum abrogativo in materia di nucleare.
Con sentenza n. 28 del 26 gennaio 2011 la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum avente ad oggetto “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”.
Con la legge di conversione n. 75/2011 – che ha modificato l’originario art. 5 del decreto legge n. 34/2011 – è stato introdotto il nuovo art. 5 con rubrica “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”.
Il nuovo testo dell’art. 5 - fatti salvi i suoi commi 1 e 8 - di fatto abroga tutte le disposizioni oggetto del referendum.

2. Mancato superamento dello spirito referendario
Si intende, in questa parte della presente memoria, esaminare la questione relativa all’eventuale incidenza degli effetti abrogativi contenuti nel nuovo art. 5 (“Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari”) al decreto legge del 31 marzo 2011, n. 34, come convertito con legge n. 75/2011, sulla richiesta di referendum abrogativo di cui al quesito “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”.
La Corte costituzionale sin dalla sentenza n. 68/1978 ha ben chiaro il fatto che “con la previsione e con la garanzia costituzionale del potere referendario non è conciliabile il fatto che questo tipico mezzo di esercizio diretto della sovranità popolare finisca per essere sottoposto – contraddittoriamente – a vicende risolutive che rimangono affidate alla piena ed insindacabile disponibilità del legislatore ordinario: cui verrebbe consentito di bloccare il referendum, adottando una qualsiasi disciplina sostitutiva delle disposizioni assoggettate al voto del corpo elettorale”.
Nella medesima sentenza la Corte costituzionale ha individuato nella “intenzione del legislatore” il parametro attraverso cui risolvere il problema circa i limiti entro i quali si può legittimamente verificare il blocco delle operazioni referendarie a causa degli effetti abrogativi prodotti con una novella normativa. Più precisamente, osserva il Giudice delle leggi: “Se l’“intenzione del legislatore” – obiettivatasi nelle disposizioni legislative sopraggiunte – si dimostra fondamentalmente diversa e peculiare, nel senso che i principi ispiratori sono mutati rispetto alla previa disciplina della materia, la nuova legislazione non è più ricollegabile alla precedente iniziativa referendaria: in quanto non si può presumere che i sottoscrittori, firmando la richiesta mirante all’abrogazione della normativa già in vigore, abbiano implicitamente inteso coinvolgere nel referendum quella stessa ulteriore disciplina.
Se invece l’“intenzione del legislatore” rimane fondamentalmente identica, (…) la corrispondente richiesta non può essere bloccata, perché diversamente la sovranità del popolo (attivata da quell’iniziativa) verrebbe ridotta ad una mera apparenza”.

Alla luce di questi insegnamenti della Corte costituzionale, per verificare se con la novella legislativa è stato in concreto superato lo spirito referendario ccorrerà:
a) individuare il comune principio che si ricava dalle diverse disposizioni oggetto del quesito referendario “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme” al fine di coglierne la ratio che ha ispirato il Comitato promotore;
b) individuare “l’“intenzione del legislatore” – obiettivatasi nelle disposizioni legislative” di cui al nuovo art. 5 del decreto legge n. 34/2011 (come convertito con modifiche dalla legge n. 75/2011) e, successivamente, verificare se “i principi ispiratori sono mutati (o meno) rispetto alla previa disciplina della materia”. Se sono mutati, allora la “nuova legislazione non è più ricollegabile alla precedente iniziativa referendaria”. Viceversa, se i principi ispiratori della novella sono invariati e identica rimane l’intenzione del legislatore, allora non può ritenersi superata la richiesta referendaria.

Sub a): la Corte costituzionale con la sentenza n. 16/1978 ha affermato che “il tema del quesito sottoposto agli elettori non è tanto formato (…) dalla serie delle singole disposizioni da abrogare, quanto dal comune principio che se ne ricava” e pertanto “la sostanza del quesito che i promotori ed i sottoscrittori di tali richieste propongono al corpo elettorale non è (…) costituita da un atto legislativo oppure da certi suoi singoli disposti; e l’abrogazione di essi non impone di concludere che le relative operazioni devono essere comunque bloccate (sent. n. 68/1978).
Il “comune principio” del quesito referendario in esame è stato individuato dalla stessa Corte costituzionale la quale, con la citata sent. n. 28/2011, ha affermato, in sede di esame dei requisiti di “omogeneità, chiarezza ed univocità”, che “le disposizioni di cui si propone l’abrogazione, benché contenute in molteplici atti legislativi, sono tra loro strettamente connesse in quanto tutte accomunate dalla eadem ratio di essere strumentali a permettere la costruzione o l’esercizio di nuove centrali nucleari, per la produzione di energia elettrica. La matrice razionalmente unitaria di dette norme comporta che il quesito in esame incorpora l’evidenza del fine intrinseco dell’atto abrogativo, consistente nell’intento di impedire la realizzazione e la gestione di tali centrali, mediante l’abrogazione di tutte le norme che rendono possibile questo effetto”.

Sub b): l’“intenzione del legislatore” che lo ha ispirato nell’intervento di cui al nuovo art. 5 del decreto legge n. 34/2011, come modificato dalla legge di conversione n. 75/2011, è possibile desumerlo dai commi 1 e 8. Da questi, e in particolar modo dal comma 1, si evince che “intenzione del legislatore” non è quella di “impedire la realizzazione e la gestione di centrali nucleari”, come nella ratio del quesito referendario, bensì quella di non procedere alla “definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare” in attesa “di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nazionale, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea”.
Se l’“intenzione del legislatore” fosse stata, analogamente a quella del comitato promotore, di “impedire la realizzazione e la gestione di centrali nucleari” non si comprende la necessità dell’addendum di cui ai commi 1 e 8 dell’art. 5. In particolare, il comma 1 sembrerebbe introdurre una condizione sospensiva alla realizzazione di centrali nucleari anziché impedirne la loro realizzazione. Sospensione che trova conferma anche nelle dichiarazioni espresse dal ministro dello Sviluppo economico, on. Romani, in sede di intervento al Senato per la presentazione dell’emendamento n. 5.800 del Governo, di modifica dell’originario art. 5 del decreto legge n. 34/20111. In un passaggio dell’intervento parlamentare, il ministro ha affermato che “Un serio approfondimento sui profili di sicurezza della produzione di energia da fonte nucleare non può essere vincolato a termini temporali, in ogni caso predefiniti. Occorre predisporre le condizioni perché possa avvenire nel modo più sereno e proficuo”.
Anche da ciò si desume che il Governo prima, mediante il proprio emendamento, e il Parlamento in sede di definitiva conversione del decreto legge poi, non hanno voluto escludere l’opzione nucleare ma solo sospenderne gli effetti. Risultato questo che l’Esecutivo aveva già realizzato con l’originario testo dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 (“Sospensione dell’efficacia di disposizioni del decreto legislativo n. 31 del 2010”). Avrebbe semmai potuto ampliare l’arco temporale di efficacia della sospensione delle disposizioni sulla realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
Pertanto, l’intervento del Governo e del Parlamento ha, mediante l’abrogazione delle disposizioni oggetto di referendum, quale implicito fine esclusivamente quello di eludere le garanzie costituzionali a tutela del referendum quale tipico mezzo di esercizio della sovranità popolare.

Inoltre, non può non evidenziarsi l’assoluta pretestuosità del riferimento alle “decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea” posto a base della opzione dell’Esecutivo di non procedere “alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare” (comma 1 del nuovo art. 5). Infatti, non sussiste alcuna norma che attribuisca all’Unione europea il potere di imporre ad uno Stato membro di aderire all’opzione nucleare. Ciò è stato oggetto di analisi da parte della Corte costituzionale (cit. sent. n. 28/2011) nell’esaminare il profilo dell’eventuale contrasto del quesito referendario con uno specifico obbligo derivante da convenzioni internazionali. In particolare, ha osservato la Corte «che l’art. 2, lettera c), del Trattato EURATOM2 benché indichi che tra le sue finalità vi è quella di assicurare la «realizzazione degli impianti fondamentali necessari allo sviluppo dell’energia nucleare nella Comunità», precisa, infatti, che essa deve essere realizzata «nelle condizioni previste dal presente trattato». Tuttavia, quest’ultimo non contiene prescrizioni specifiche, che vincolino gli Stati ad installare centrali nucleari, o a non vietarle, e ciò neppure a livello di collaborazione nel quadro degli obiettivi dei Trattati, contenendo, invece, obblighi specifici in tema di ricerca e sicurezza. L’esatta identificazione dell’obbligo di cooperazione menzionato dall’art. 192 del Trattato richiede, inoltre, di tenere conto dell’evoluzione della disciplina in questione, da esaminare altresì nel contesto di quella più generale stabilita dall’Unione europea in materia di energia.
Al riguardo, assume rilievo la Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo e al Parlamento europeo, avente ad oggetto «Una politica energetica per l’Europa», del 10 gennaio 2007, la quale, al punto 3.8, dedicato al «futuro dell’energia nucleare», indica espressamente che «spetta ad ogni Stato membro decidere se ricorrere all’energia nucleare», pur precisando che, «qualora il livello di energia nucleare diminuisse nell’UE, questa riduzione deve assolutamente essere sincronizzata con l’introduzione di altre fonti energetiche a basse emissioni di carbonio per la produzione di elettricità». A tale proposito e a supporto di quanto testé affermato si veda la decisione di questi giorni del Governo tedesco che, in piena coerenza con le disposizioni comunitarie, ha deliberato di non prorogare l’esercizio di otto reattori nucleari ed ha stabilito il termine dell’anno 2020 entro cui tutti gli altri impianti nucleari dovranno cessare ogni attività.
Inoltre, e con riferimento ad un più generale contesto, il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha inserito nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Titolo XXI, dedicato alla «Energia», il cui art. 194, paragrafo 2, attribuisce al Parlamento europeo ed al Consiglio l’adozione delle misure necessarie per conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1, ma stabilisce che «esse non incidono sul diritto di uno Stato membro di determinare le condizioni di utilizzo delle sue fonti energetiche, la scelta tra varie fonti energetiche e la struttura generale del suo approvvigionamento energetico, fatto salvo l’articolo 192, paragrafo 2, lettera c)» (art. 194, n. 2). L’art. 192, paragrafo 2, lettera c), del TFUE, a sua volta, prevede che «il Consiglio, deliberando all’unanimità secondo una procedura legislativa speciale e previa consultazione del Parlamento europeo, del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni» può adottare «misure aventi una sensibile incidenza sulla scelta di uno Stato membro tra diverse fonti di energia e sulla struttura generale dell’approvvigionamento energetico del medesimo» che, tuttavia, fino ad oggi non sono state adottate, con la conseguenza che la discrezionalità di ciascuno Stato membro dell’Unione europea, in ordine alla scelta di realizzare o meno impianti per la produzione di energia elettrica alimentati con combustibile nucleare, resta piena».
Da questa ampia ricostruzione del quadro normativo comunitario si può facilmente desumere che il nuovo comma 1 dell’art. 5 della legge n. 75/2011 non aggiunge nulla a quanto non sia oggi già previsto nella legislazione europea. L’Unione europea dunque non può incidere – fatta eccezione per l’aspetto relativo alla sicurezza – sulla scelta dello Stato membro di realizzare o meno impianti per la produzione di energia elettrica nucleare. Scelta che è riservata esclusivamente ad una opzione politica di ciascun Paese comunitario.
Dall’esame fin qui compiuto emerge in modo inequivoco come alla base della iniziativa del legislatore ci sia esclusivamente una sospensione anziché una rinunzia alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare. In altri termini, non viene superato dal Parlamento la ratio del quesito referendario di “impedire la realizzazione e la gestione di centrali nucleari”.
Dunque non si rinviene quel “mutamento dei principi ispiratori” che, secondo l’insegnamento della giurisprudenza costituzionale, giustificherebbe la sottrazione dell’esercizio diretto della sovranità popolare.
Si consideri, infine, che il nuovo comma 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011, convertito con modifiche dalla legge n. 75/2011, consente un eventuale, futuro rilancio del nucleare senza l’adozione di uno specifico strumento normativo. È prevista, infatti, l’adozione della Strategia energetica nazionale (all’interno della quale il comma 8 non esclude l’opzione nucleare) mediante una decisione del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza permanete per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Anche da ciò si deduce una violazione dello spirito referendario. Infatti, questo avrebbe comunque richiesto, per l’eventuale rilancio del nucleare, un intervento di tipo normativo. Con il comma 8, viceversa, l’opzione nucleare potrebbe essere rilanciata esclusivamente mediante il ricorso ad uno strumento amministrativo.

3. Trasferimento della consultazione referendaria sulle norme sopravvenute
Considerato il mancato superamento della pretesa dei promotori del referendum in materia nucleare, è auspicabile che l’Ufficio centrale per il referendum, in sede di giudizio ai sensi dell’art. 39 della legge n. 352/1970, trasferisca la consultazione referendaria sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 come convertito con legge n. 75/2011.
Tale trasferimento appare conforme alla sentenza n. 68 del 1978 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell’art. 39 della legge n. 352/1970 nella parte nella parte in cui non prevede che “se l'abrogazione degli atti o delle singole disposizioni cui si riferisce il referendum venga accompagnata da altra disciplina della stessa materia, senza modificare né i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente né i contenuti normativi essenziali dei singoli precetti, il referendum si effettui sulle nuove disposizioni legislative”.
Seguendo questo indirizzo giurisprudenziale, la consultazione referendaria deve pertanto essere trasferita sugli appena richiamati commi 1 e 8 dell’art. 5, i quali sono le uniche disposizioni che, come in precedenza evidenziato, non modificano “i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente”.

Qualora si dovesse ritenere non normativamente consentito il trasferimento del referendum, anziché su tutte, solo su alcune delle nuove disposizioni legislative sopravvenute, l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione al fine di tutelare l’istituto referendario quale tipico mezzo di esercizio della sovranità popolare, dovrà sollevare questione di costituzionalità, ai sensi dell’art. 134 Cost., dell’art. 39 della legge n. 352/1970 nella parte in cui non consente di effettuare il referendum solo su una parte delle nuove disposizioni legislative.

** ** **

Per tutti questi motivi, voglia codesto spettabile Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione:
a) traslare il referendum abrogativo sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto legge n. 34/2011 come convertito, con modifiche, dalla legge n. 75/2011;
b) in subordine sollevare questione di costituzionalità, ai sensi dell’art. 134 Cost., dell’art. 39 della legge n. 352/1970 nella parte in cui non consente di effettuare il referendum solo su una parte delle nuove disposizioni legislative.


RE: Referendum un errore madornale!! - tesla82 - 08-06-2011 19:25

Ma invece di fare questi referendum stupidi perche non raccoglie le firme per fare un referendum dove si decide la riduzione dello stipendio dei politici e la riduzione dei politici stessi?

sai quanta gente andrebbe a votare!!


RE:  Referendum un errore madornale!! - dDuck - 08-06-2011 23:10

tesla82 ha Scritto:

Ma invece di fare questi referendum stupidi perche non raccoglie le firme per fare un referendum dove si decide la riduzione dello stipendio dei politici e la riduzione dei politici stessi?

sai quanta gente andrebbe a votare!!


Aggiungo accorpamento dei comuni e delle comunità montane.

Accorpamento delle funzioni delle provincie alle regioni.

Limiti agli stipendi dei dirigenti pubblici, manager pubblici, segretari comunali.

Diminuzione del numero dei parlamentari..

ecc ecc ecc





RE:  Referendum un errore madornale!! - nikonzen - 08-06-2011 23:41

tesla82 ha Scritto:

Ma invece di fare questi referendum stupidi perche non raccoglie le firme per fare un referendum dove si decide la riduzione dello stipendio dei politici e la riduzione dei politici stessi?

sai quanta gente andrebbe a votare!!


dDuck ha Scritto:



Aggiungo accorpamento dei comuni e delle comunità montane.

Accorpamento delle funzioni delle provincie alle regioni.

Limiti agli stipendi dei dirigenti pubblici, manager pubblici, segretari comunali.

Diminuzione del numero dei parlamentari..

ecc ecc ecc


Perchè questi sarebbero referendum propositivi e non abrogativi.
Per ottenere quello che volete, ci si deve rivolgere a leggi di iniziativa popolare. L'iter più o meno è:proposta di legge, raccolta di firme, discussione parlamentare.
Per alcuni dei punti da voi proprosti, Grillo lo ha fatto. Credo che le firme siano sepolte in qualche ripostiglio , sotto la polvere, di una delle due Camere.

Ho detto una stupidaggine?
RE:   Referendum un errore madornale!! - dDuck - 09-06-2011 01:42

nikonzen ha Scritto:

Per alcuni dei punti da voi proprosti, Grillo lo ha fatto. Credo che le firme siano sepolte in qualche ripostiglio , sotto la polvere, di una delle due Camere.

Ho detto una stupidaggine?


Grillo in termini assoluti non mi dispiace, è un antisistema e io sono un antisistema.

I problema che Grillo è un antisistema istintivo, fino al paradosso e puerile, demagogico.

Io vorrei un "Grillo", con la stessa voglia di fare, ma che su argomenti tecnici sia umile e chieda ai tecnici.

Io non voto già da qualche anno. Io vorrei un partito che rivoluzionasse il sistema e attaccasse i privilegi.

Anni fa votavo lega, oggi porco cane se me ne sono pentito.



RE:    Referendum un errore madornale!! - nikonzen - 09-06-2011 03:34

dDuck ha Scritto:



Grillo in termini assoluti non mi dispiace, è un antisistema e io sono un antisistema.

I problema che Grillo è un antisistema istintivo, fino al paradosso e puerile, demagogico.

Io vorrei un "Grillo", con la stessa voglia di fare, ma che su argomenti tecnici sia umile e chieda ai tecnici.

Io non voto già da qualche anno. Io vorrei un partito che rivoluzionasse il sistema e attaccasse i privilegi.

Anni fa votavo lega, oggi porco cane se me ne sono pentito.




Credo di aver sbagliato a nominare Grillo. Non volevo nè elogiarlo o pubblicizzarlo nè criticarlo; il mio era solo un esempio, riportato perchè mi è tornata in mente la raccolta firme (periodo ultimo governo Prodi).

Non credo sia questo il thread (nè, penso, il forum) per commentare il ruolo di Grillo o le correnti politiche, quindi mi fermerò qui. Wink


RE: Referendum un errore madornale!! - walter59 - 09-06-2011 09:14

posto questo link che mi è arrivato per mail.

http://www.tazioborges.it/FAQ/FAQ_Main.html#FAQ1

non essendo addentrato in questi temi e non conoscendo le fonti, confido nei colleghi del forum per fare un po di chiarezza, cosi da poter valutare (seriamente) i dati presentati.

Quanto sono veritieri i dati contenuti su questo BLOG e nel caso esistono BLOG validi atti a semplificare la complessità della materia.

grazie


RE: Referendum un errore madornale!! - Cirene - 09-06-2011 11:15

Questo signore ha tutto il mio rispetto:

Referendum sul nucleare: un rito ipocrita e demagogico.

di Luigi Nicotra

Finalmente domenica si vota per i referendum e finalmente si celebrerà l’ennesimo rito di quella liturgia demagogica ed ipocrita che contraddistingue il modo di fare politica in Italia, vale a dire quello di puntare al facile consenso, facendo leva sulle paure e le reazioni emotive anziché sulle riflessioni di natura razionale. Parlo del referendum sul nucleare.

Non sono un esperto in materia, non m’intendo di fisica né di ingegneria nucleare. Sono, tuttavia, un cittadino che si sforza d’informarsi, di leggere e che si pone e che propone delle riflessioni. Non me ne si voglia, quindi, se non mi addentro in stime, percentuali, valutazioni tecnico/scientifiche sui rischi di questa o quell’altra scelta nel campo energetico.

Il sisma giapponese è stato un evento che definire eccezionale è, forse, ancora poca cosa. La sua enorme forza distruttiva è stata senza pari, tale da rimettere in discussione financo la localizzazione dei conglomerati urbani, onde porli al riparo dell’altro devastante effetto tsunami.

L’evento è stato di una portata talmente più unica che rara che si potrebbe paragonare all’eventualità che un meteorite di notevoli proporzioni si abbatta sulla terra, come quello denominato Apophis 99942, che ha circa 300 metri di diametro e una probabilità di 1 su 45mila di colpire la Terra nel 2036.

Eppure, l’eccezionalità di quanto accaduto passa in secondo piano rispetto alla polemica sulla sicurezza delle centrali nucleari.

In Italia, la polemica ha assunto toni talmente virulenti che si ha l’impressione che i guru dell’ambientalismo abbiano salutato il terremoto giapponese come una sorta di aiuto divino per scatenare tutto il loro livore anche nei confronti di personalità di chiara e fin qui indiscussa fama scientifica, professionale ed umana come il Prof. Veronesi, ormai oggetto persino di frizzi e lazzi e persino malevoli insinuazioni da parte di chicchessia abbia la supponenza di avere la verità in tasca sul tema del nucleare.

Ma ormai siamo alla caccia al nuclearista, moderno “ untore“. Tutti coloro che, indipendentemente dalla collocazione politica, dal curriculum professionale, dal corso di studi, dall’estrazione culturale si siano dichiarati nel tempo favorevoli al ricorso al nucleare, non come unico mezzo di approvvigionamento energetico, bensì nel contesto di un mix che riducesse al massimo l’utilizzo di combustibili fossili, ebbene costoro vengono in questi giorni svillaneggiati e sbeffeggiato o come se fossero dei “minus habens“ o come se fossero in conflitto di chissà quali interessi.

D’altro canto, fare leva sull’emotività e la paura della gente è esercizio assai più facile che non ricorrere a considerazioni ed analisi argomentate ed approfondite. Nel nostro paese, poi, tutto viene ideologizzato, per cui l’energia nucleare è di destra e le energie alternative di sinistra. E ciò a dispetto del fatto che in Italia ci sono nuclearisti anche nell’ambito della sinistra ed antinuclearisti a destra o che i paesi detentori di centrali nucleari siano indifferentemente governati da esecutivi di destra o di sinistra. Ma tant’è.
Credo che il disastro giapponese porrà l’ennesima pietra tombale sul progetto nucleare italiano. Successe così nel 1987 dopo Chernobil, sarà così nel 2011 dopo Fukushima. Intanto, le altre nazioni europee ed extraeuropee, così come dopo Chernobil proseguirono ad utilizzare le centrali nucleari, costruendone anche di nuove, affinando la ricerca in materia, ivi compresa quella concernente la sicurezza delle centrali stesse, lo stesso faranno dopo Fukushima. Ne trarranno gli insegnamenti necessari per revisionare le centrali esistenti, nel chiudere quelle a rischio obsolescenza, nel progettarne di nuove i cui correlati rischi siano ridotti ai minimi termini.

Che poi gli antinuclearisti abbiano salutato con enfasi l’annuncio della Germania e della Svizzera di volere chiudere le loro centrali, lasciatemi dire che ha un che di comicità involontaria. La Germania, infatti, prevede ciò per il 2022, la Svizzera addirittura per il 2034! E’ fin troppo ovvio che nel corso degli anni che ci separano da quelle date, questi paesi avranno modo e tempo di rivalutare le loro decisioni, alla luce delle verifiche sul loro stato di salute energetica che andranno ad effettuare e delle nuove tecnologie che, in ambito nucleare, sicuramente verranno elaborate dai loro esperti che continueranno a lavorare in questo campo.

Noi? Noi continueremo a dipendere per l’80% dai combustibili fossili, confidando nella fantasticheria che non abbiano mai ad esaurirsi, soggiogati alle politiche energetiche ed al prezzo imposto dai vari tiranni nord-africani, medio-orientali o dai satrapi russo-asiatici cui ci rivolgeremo col cappello in mano e, perché no, persino baciando loro le mani.

Noi continueremo a sorbirci le città cariche di polveri sottili e ci ostineremo a contribuire all’effetto serra.

Noi continueremo a sostenere a voce alta e ferma la necessità di ricorrere all’energia eolica ed a quella fotovoltaica, con ampi e approfonditi dibattiti su dove collocare le pale eoliche, onde non deturpare i nostri crinali montani, o i pannelli fotovoltaici che, non avendo, ahinoi, un deserto come quello californiano ove potere collocare una centrale di tale natura, tutt’al più li potremo mettere su di certo numero di villette e qualche capannone industriale. E che il buon Dio non ci faccia mai mancare né il sole né il vento, ovviamente.

Oppure e qui vorrei assistere ad uno sforzo di estrema sincerità da parte di coloro che vorrebbero affidare i nostri destini alle sole rinnovabili ed al contenimento dei consumi, che ci dicano costoro come pensano di conciliare quella sorta di sobrietà felice cui paiono ispirarsi con la voracità energetica delle nostre moderne società ed economie, tenuto conto che i consumi domestici rappresentano solo la punta dell’iceberg dei consumi stessi.

Temo che la risposta, che non verrà ovviamente mai data, sta nel fatto che, per sommo dell’ipocrisia, continueremo ad acquistare l’energia prodotta dalle centrali nucleari straniere, avallando e sostenendo la scelta nucleare altrui.

fonte:
http://www.agoravox.it/Referendum-sul-nu...rito.html?


RE: Referendum un errore madornale!! - Cirene - 09-06-2011 12:19

Altro bel contributo:

Riflessioni sul referendum per la politica nucleare

di Pier Paolo Signorelli

In questi ultimi settimane, sull’onda ansiogena per quanto è avvenuto in Giappone, si sono rincorsi in un tourbillon di latrati, dichiarazioni apocalittiche di ambientalisti, funamboliche contro-prese di posizione di ministri,  sdegno pubblico sui mass media; insomma l’intera gamma di reazione emotiva dello squallido teatrino mediatico che a noi italiani tanto piace.Ad accendere ancor di più gli animi si aggiunge l’appuntamento (assai travagliato) dell’imminente referendum e su cui, invero, gli oppositori al nucleare sperano di assestare un duro colpo al Governo. Premesso che il progetto nuclearista di quest’ultimo appare avventato, perché privo del necessario coordinamento con l’attuale parco centrali a gas, ed assai superficiale perché non è stato  capace di strutturare la nuova offerta di energia nel numero e la potenza degli impianti senza preventivamente tracciare una via della crescita economica ed industriale del Paese per i prossimi decenni, resta il fatto però che, su un tema tanto importante, le factiones politiche non siano riuscite ad impostare una seria riflessione scientifica, non populista, affrontando la tematica con spirito analitico e propositivo, e non solo polemico – ideologico, trascinandoci tutti quanti a decidere, al posto loro,  secondo una situazione antinomica: sì o no.

Per misteriose ragioni, la proverbiale virtù conciliatrice italiana viene meno e si assumono invece posizioni estremamente intransigenti, quasi da fanatici. Si ripropone, mutatis mutandis, quella spaccatura degli anni ’70 apertasi coi referendum sul divorzio e l’aborto. In quel caso, il Vaticano premeva per una radicalizzazione delle posizioni, impedendo una qualunque possibile sintesi e/o conciliazione: se si è per la famiglia non si può accettare l’opzione del divorzio e dell’aborto!

Eppure a distanza di anni si è ampiamente constatato che dichiararsi aperti a simile eventualità, non comporta l’automatica adozione di tali rimedi. Significa piuttosto che nell’eventualità in cui si presentassero gli estremi di opportunità e necessità, quelle opzioni si possono adottare. Egualmente – riteniamo –  nel caso del nucleare: l’apertura, innanzitutto culturale ed intellettuale, verso tale fonte non comporta l’automatica adozione di un progetto di installazione atomica. Perché ciò possa avvenire, devono prima verificarsi tutta una serie di condizioni, in primis la sicurezza e l’economicità, senza le quali la centrale in esame non si costruisce. Si tratta cioè di una disamina molto attenta ed analitica su singoli progetti. E forse non è avventato credere che nel corso dello sviluppo tecnologico sia più facilmente  raggiungibile la prima condizione piuttosto che la seconda, soprattutto nella ristagnante economia italiana.

Infatti, se la domanda energetica nazionale non crescerà significativamente nei prossimi decenni, come effetto di un autentico rilancio economico, non si potranno mai sostenere gli onerosissimi costi di costruzione, risultando il prezzo del kW nucleare non conveniente. Per l’appunto, vanno analizzati e vagliati singoli progetti e specifici contesti, piuttosto che fare di tutta l’erba un fascio e scegliere acriticamente ed in modo aprioristico.

In tutta questa complessa vicenda, il ricorso al referendum per simili tematiche, appare del errata, sia perché il referendum è per sua stessa natura strumento molto semplice, quasi rozzo, che   risolve tutto in un “sì” od un “no”. Sia perché l’eventuale bocciatura impedirebbe di costruire una centrale atomica “a prescindere”, indipendentemente cioè dal tipo di contesto futuro che si andrà poi a delineare, dalla prossima tecnologia disponibile e dallo scenario geo-politico generale. Di poi, l’uso referendario è politicamente molto delicato, spesso non appropriato, poiché una qualunque parte politica ricorrendo a tale strumento sull’onda emotiva del momento, priva il Parlamento del suo proprio ruolo decisionale e del relativo fardello di responsabilità politica che dovrebbe sempre sapersi  assumersi, soprattutto su un temi tanto importanti.  Infine, va riconosciuto che ai votanti va richiesto di esprimersi su tematiche dove è necessaria una competenza tecnica di cui la quasi totalità dell’elettorato è sprovvisto.

Tutto considerato, allora, appare più prudente tenersi aperta la porta, non decidendo in modo preventivo, superficiale e definitivo.  Conservando come disponibile l’opzione nucleare, qualora ne ricorrano le necessità economiche e/o politiche, il Paese un domani potrà  avvalersi di una tale alternativa. E questa evenienza, che si distribuisce su  di un’ottica di lungo periodo, all’incirca un 40 – 50 anni, cioè il tempo di vita di una centrale, non è remota, soprattutto nel secolo della Globalizzazione, che vede il risveglio dei giganti asiatici e dei paesi loro partner, cioè quasi metà della popolazione mondiale. In simile scenario,  il problema dell’accaparramento delle risorse, prime fra tutte quelle energetiche, è tutt’altro che peregrino; anzi, non è difficile ipotizzare future tensioni internazionali e consequenziali conflitti locali, quale sfogo di scala medio – piccola, per accaparrarsi lo sfruttamento dei siti migliori. Prova ne sia che, ad oggi, non c’è mai stato, non solo un secolo, ma neanche un decennio senza sanguinosi conflitti per l’acquisizione delle risorse, e la prima decade  del XXI° secolo è stata contraddistinta proprio da un diffuso confronto bellico. Rebus sic stantibus, non è saggio per un paese povero di risorse energetiche e minerarie affrontare il secolo della Globalizzazione rinunciando preventivamente alla tecnologia nucleare, nonché  alla relativa ricerca e competenze tecniche che nel frattempo si potrebbero acquisire strada facendo. A tal proposito, si rammenti che una volta che si è fuori da una filiera tecnologica-industriale è poi quasi impossibile recuperare il terreno perduto, specie con il livello di concorrenza asfissiante che  si è oggi andato strutturando nel mondo.

In realtà riteniamo che questo del referendum sia stato un “grimaldello” populista per battere l’altro populismo, quello di destra, facendo leva sulle paure storiche e le angosce recenti che il fantasma nucleare esercita sugli italiani. E come fin troppo spesso accade, il controllo sull’innesco sfugge, e s’innesta – ironia della sorte – una razione a catena di ben altre proporzioni. Perché quello del referendum risulterà essere non già una semplice e democratica consultazione popolare, ma “un pubblico lavacro assolutorio” che vada a giustificare, innanzitutto moralmente, la debolezza culturale e politica del modello italiano. Cioè, ciò che si sta chiedendo –  e su cui gli italiani  come tanti folli lemming accorrono a certificare – è una giustificazione, una assoluzione di massa di fronte alla nostra incapacità tecnica ed organizzativa di risolvere il problema del nucleare. In altre parole, poiché lo temiamo – evidentemente troppo – lo rifuggiamo anziché ricercare strade risolutive.

Si tratta del più evidente sintomo del declino di un paese, incapace di accettare le sfide di lungo raggio. Pare ravvisare, recuperando la visione di Spelgler nella “Decadenza dell’Occidente”, la cristallizzazione della crescita, delle forze, in  favore di un più quieto, ma inesorabile, ripiegamento su se stessi. Riconosciamo in una simile processo l’atteggiamento di una società senile, spaventata ed incerta, che si sente disturbata nel suo placido e mediocre vivere quotidiano dal fragore di simili impegni.

Si rifletta sull’impietoso confronto fra la situazione descritta con la società occidentale di appena 40 anni fa, quando l’Uomo andava sulla Luna, si costruivano le Twin Towers (enormemente innovative per quell’epoca e per  i successivi 30 anni i più alti grattacieli al mondo) o si inaugurava il volo supersonico per linee civili con il Concorde.

È volutamente mancata la risoluzione di una responsabile posizione di convergenza che da una parte riconoscesse le eventuali problematiche delle scelte nucleari e dall’altra sprigionasse la volontà di superarle, di venirne a capo. Al contrario, da entrambi gli schieramenti si è fatto un chiaro gioco strumentale, e per dirla alla romana “l’hanno buttata in caciara”, con sempiterna pace per la ricerca tecnologica.

Con evidente probabilità il referendum sul nucleare riuscirà pienamente, ed il nucleare da fissione verrà sepolto sotto una pesantissima pietra tombale. Temiamo che  sarà una scelta che  ci potrà costare molto cara se nel corso dei prossimi decenni si verificherà una crisi energetica internazionale di fronte alla quale non si abbia approntato, anni prima, un piano di risposta, che – si badi bene – non deve necessariamente includere il nucleare, sebbene questo possa essere un’opzione di cui tener conto nel lungo periodo.

Non ci si illuda sull’aleatorietà di un simile scenario, poiché la sfida della Globalizzazione è appena agli inizi, e non attiene solo alle  complesse problematiche energetiche, ma a tutto il nostro sistema Paese, a cominciare dall’industria che sta’ perdendo un pezzo dopo l’altro, alle infrastrutture che dopo decenni continuano a mancare,  al mancato recupero e rilancio del patrimonio artistico più grande del mondo. Siamo un Paese immobile al quale, effettivamente, non servono le potenti energie del nucleare, almeno fino a quando il mondo gli consentirà di vegetare…

fonte:
http://www.chicago-blog.it/2011/06/09/ri...-nucleare/


RE:  Referendum un errore madornale!! - walter59 - 09-06-2011 12:58

Cirene ha Scritto:

Questo signore ha tutto il mio rispetto:

Referendum sul nucleare: un rito ipocrita e demagogico.

di Luigi Nicotra

Finalmente domenica si vota per i referendum e finalmente si celebrerà l’ennesimo rito di quella liturgia demagogica ed ipocrita che contraddistingue il modo di fare politica in Italia, vale a dire quello di puntare al facile consenso, facendo leva sulle paure e le reazioni emotive anziché sulle riflessioni di natura razionale. Parlo del referendum sul nucleare.




Solo per puntualizzare, il referendum sull'energia nucleare è stato presentato prima degli eventi catastrofici giapponesi.

Quello che è successo in Giappone come già perfettamente descritto in tutte le salse da autorevoli membri del forum non può " potrebbe" essere utilizzato contro l'uso dell'energia nucleare.

saluti
RE:  Referendum un errore madornale!! - Sarek - 10-06-2011 00:00

Cirene ha Scritto:

Tutto considerato, allora, appare più prudente tenersi aperta la porta, non decidendo in modo preventivo, superficiale e definitivo. Conservando come disponibile l’opzione nucleare, qualora ne ricorrano le necessità economiche e/o politiche, il Paese un domani potrà avvalersi di una tale alternativa.

Anch'io vorrei precisare una cosa.
Il si refererendario non produrrebbe effetti tombali, gli effetti giuridici abrogativi durano almeno cinque anni, ma dopo si può legiferare di nuovo in materia.
Questo sembrerebbe risalire ad un equilibrio interpretativo sull'articolo 38 della legge 352/1970, che prevede che se non vince il si per almeno 5 anni il medesimo quesito non possa essere ripresentato.

Ciao
RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 10-06-2011 23:28


http://www.archivionucleare.com/index.ph...e-io-voto/

Renzo Riva scrive:
10 Giugno 2011 alle 22:07
L’ing. Romanello ha inviato questo testo a “il Giornale”
ed io lo pubblico anche qui.

Referendum sul nucleare… Perché mi astengo
di Vincenzo Romanello

Domenica e lunedi 12 e 13 giugno si terranno quattro referendum con i quali i cittadini sono chiamati ad esprimersi su 3 quesiti riguardanti la gestione dell’acqua, la legge sul legittimo impedimento, e la possibilità da parte del nostro Paese di ricorrere all’uso dell’energia nucleare.

Premetto che faccio il ricercatore nucleare (ma non in Italia), quindi in realtà poco me ne cale se gli impianti di Gen.III si faranno o meno: credo però che una vittima di questa campagna referendaria sia la ragione, a difesa della quale scrivo queste poche righe, pur cosciente che poco potranno contro le campagne deliranti di questi giorni.

Intanto cominciamo col dire alcune cose: gli impianti nucleari possono fornire abbondante energia senza emissioni serra – questo è un dato di fatto, e sono curioso di vedere cosa ne sarà senza nucleare degli impegni presi sulle riduzioni dei gas-serra tanto cara proprio a coloro che sostengono le ragioni del SI (qualcuno citerà l’energia fotovoltaica quale alternativa, ma state tranquilli, è solo una freddura); l’energia nucleare presenta prezzi contenuti: infatti si stanno costruendo ben 64 (!) reattori nucleari nel mondo al momento, in massima parte nei Paesi in via di sviluppo, che di certo non adotterebbero fonti costose; non solo, andate a vedere quale quota di energia nucleare produce la Svezia e quanto costa li l’energia elettrica (ho citato la Svezia per evitare la solita e falsa scusa secondo la quale il costo del nucleare è mascherato dalle spese militari – che in Svezia non ci sono!).

Vi do un aiutino: in Svezia quasi la metà dell’energia viene prodotta per via nucleare (l’altra metà per via idroelettrica).

Altro cavallo di battaglia dei (cosidetti) ambientalisti (come se quelli che propugnano l’uso del nucleare non lo fossero in realtà) sono le scorie.

Quello che mi ha sempre colpito è che costoro chiedono: ”dove le mettiamo le scorie?”
Qualcuno mai ha loro replicato: “ma ti sei mai chiesto dove le mettono, da decenni, nazioni come Stati Uniti, Francia, Belgio, Svezia o Giappone – solo per citarne alcuni”? “E se si: che risposta ti sei dato? Sono tutti pazzi (noi siamo i piu furbi di tutti)? Non posso affrontare compiutamente tale tematica in queste poche righe ovviamente, ma mi limito a far notare che l’entita delle scorie prodotte dal nucleare è minima in termini di volumi e massa (se un uomo consumasse sola energia nucleare nell’arco della vita produrrebbe un volume di scorie di alto livello vetrificate pari grosso modo ad un lattina da 33cl!).

Sarebbe il caso di ricordare poi qualche volta che in Francia e Svezia i siti geologici per lo smaltimento sono stati individuati (a Bure e vicino Forsmark, rispettivamente, in Francia ed in Svezia, senza che ci fosse alcuna sommossa popolare!).

Ma allora come mai questa reazione, nel nostro Paese? Posso azzardare l’ipotesi che non proprio tutti sanno quanto sopra? Vorrei sapere quanti di quelli che andranno a votare sanno cosa sia un bequerel, quanta radioattività da potassio-40 hanno in corpo, quanto radon hanno nelle loro abitazioni, se sanno cosa sia un sievert, il calore di decadimento o peggio ancora un coefficiente di vuoto.

Chiedo troppo? Non lo so, certo che io come cittadino, prima di votare, vorrei essere sicuro di aver capito cosa mi viene richiesto, e soprattutto vorrei essere sicurissimo di capire bene tutte (e dico tutte, per poi non avere da dolermi di me stesso!) le implicazioni del si, quelle del no, e quelle dell’astensione.

Solo allora potrei recarmi al voto ed esercitare davvero “il mio diritto”. Diversamente dovrei “fidarmi”, e votare sulla fiducia… Normalmente non credo sia un bene. Del resto nessuno firmerebbe un pacco di carte ad uno sconosciuto (e nemmeno ad un conoscente) senza averle lette e comprese del tutto, su questo penso non si possa che concordare.

Paul Valery scriveva: “La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda. In un’epoca successiva si aggiunse l’arte di costringerla a decidere su ciò che non capisce”.


Una cosa però mi corre obbligo di chiarirla.
Se prima non si aboliscono termini come “cemento depotenziato”, imprenditori senza scrupoli che puntualmente hanno accesso agli appalti, infiltrazioni della malavita e quant’altro, di nucleare è bene non parlarne nemmeno.
Ho sostenuto sopra che il nucleare è sicuro, economico e pulito: tutto questo però a patto sia fatto a regola d’arte.
Diversamente, statene certi, diventa facilmente un gingillo pericoloso, costoso, inquinante. Questo però non sia un alibi: se un Paese viene considerato inaffidabile, allora bisogna essere coerenti, e bisogna opporsi a tutte le attività pericolose (voli aerei, ponti, raffinerie, ecc.) – non mi risulta invece ci sia tutto questo movimento popolare in questa direzione - il che suona quantomeno sospetto.
Si tratta di scegliere se diventare un Paese moderno oppure no. Da ricordare, tanto per rispondere ad alcune contestazioni “in voga” che l’impianto Enrico Fermi di Trino Vercellese fu costruito in soli 3 anni (dal 1961 al 1964), e funzionò egregiamente.

Il vero problema, a mio modesto avviso, è che in una democrazia se prima non comunichi col pubblico, in maniera efficace e corretta, e non ne ottieni preventivamente il benestare, il nucleare (come qualsiasi altra cosa) non la fai.

Ed è giusto che sia cosi – lo dico da cittadino.
Peraltro è assai semplice disinformare e terrorizzare, assai ben più arduo informare correttamente.
Questo doveva essere l’impegno principale del Governo, che mi pare sia mancato.
Anzi sembra quasi che certi provvedimenti siano piovuti dal cielo: mi pare siano in pochi a difenderli, dando la netta impressione di non essere stati convinti nemmeno loro stessi di quello su cui legiferavano…

Avrebbe dovuto essere chiaro che il comune che accetta un impianto nucleare di ultima generazione (non impianti degli anni ’70 tipo Fukushima – la scienza ha fatto dei bei passi avanti da allora), oltre a vedersi garantite tutte le garanzie di sicurezza, avrebbe avuto una data somma di denaro da destinare alla comunità (per tenere aperto l’ospedale ad esempio, che viene chiuso per mancanza di fondi!), un certo numero di cittadini assunti (dalla donna delle pulizie al laureato), ed una riduzione delle bollette del 30% a tutti (faccio degli esempi). E’ evidente infatti che ci deve essere un vantaggio per una comunità che accetti tale installazione, e deve essere certa e netta per tutti, oltre naturalmente a rispettare tutte le garanzie di sicurezza e di impatto ambientale.

Un’utopia? No, è esattamente quello che avviene in Francia: vi siete mai chiesti perché la gente li non si ribella? Credete veramente che siamo più “dritti” noi?
In ogni caso io non voterò: a noi italiani all’estero è stato di fatto impedito. Ma questa e un’altra storia…

Curriculum Vitae
Vincenzo Romanello è laureato in Ingegneria Nucleare, ed ha conseguito un dottorato di ricerca in Ingegneria dei Materiali. Dal 2008 lavora presso il Karlsruhe Institute of Technology (KIT) di Karlsruhe (Germania) in qualità di ricercatore sulla tematica dei cicli del combustibile nucleare e studi di scenario.


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 20-07-2011 12:02

Qui un filmato :

http://www.megaupload.com/?d=XKSCL1QY


RE: Referendum un errore madornale!! - Cher - 27-08-2012 20:43


http://www.ilgiornale.it/news/interni/to...32442.html

Tonino non vuole soldi pubblici ma alla fine intasca un milione
Il finto moralista Di Pietro ha ottenuto un finanziamento per aver promosso i due referendum contro il nucleare e il legittimo impedimento di Berlusconi
Paolo Bracalini - Lun, 27/08/2012 - 15:34

Roma - Doppio quesito referendario e doppio «rimborso» per Di Pietro, gran promotore di referendum, ultimo dei quali quello per abolire i finanziamenti ai partiti.

Nel frattempo, però, la sua Idv mette a bilancio il finanziamento, previsto dalla famigerata legge, per i due quesiti del 2011, quello contro il legittimo impedimento di Berlusconi e quello contro il nucleare. Tradotto in euro fanno 500.378,33 di rimborso pubblico per il primo quesito e altri 500.378,33 per il secondo, pari a un totale di 1.000.756,66, riportati nell'ultima Relazione sulla gestione finanziaria dell'Idv come «contribuzioni da persone giuridiche», insieme ai 594.236 euro diligentemente versati al partito dai parlamentari (il leader vigila attentamente...). Ma come, oltre al rimborso elettorale per i partiti, c'è pure il rimborso del referendum? Sì, tutto scritto nella legge del 1999, in base a cui «viene attribuito ai comitati promotori un rimborso pari alla somma risultante dalla moltiplicazione dell'importo di 1 euro per il numero delle firme valide raccolte» entro un limite massimo pari a 2.582.285 euro annui.Ovviamente, per scattare il rimborso, serve che il referendum superi il quorum, cosa avvenuta per i quesiti del 2011. Dunque ai promotori è toccato un rimborso, e tra questi c'era l'Idv di Di Pietro, che ha così goduto di un finanziamento pubblico di 1 milione di euro circa. A fronte di cosa? Di tutte le spese per la raccolta firme, che dal bilancio non possiamo quantificare, se non in una cifra, 100mila euro, citata come contributo all'associazione «Comitato vota sì per fermare il nucleare». Un quinto del rimborso maturato per quel solo quesito.Tutto in regola, chiaro come il sole. Se non fosse che Di Pietro si è lanciato in una campagna contro il finanziamento dei partiti, addirittura depositando in Cassazione, ad aprile, un quesito referendario per l'abolizione del finanziamento pubblico (col paradosso che se passasse, l'Idv avrebbe diritto a un rimborso per il referendum contro i rimborsi...). Altri referendari si sono regolati diversamente. Quelli del «forum italiano dei movimenti per l'acqua», per esempio, hanno raccolto 450mila euro tra donazioni di cittadini e associazioni, con la promessa di restituirli in caso di vittoria (cioè di incasso del rimborso pubblico), cosa che sta effettivamente succedendo, con un discreto avanzo di cassa peraltro.Ma un partito è un partito, e costa di più di un comitato referendario. Solo per la campagna elettorale in Molise, dove alle Regionali 2011 era candidato (poi eletto) il figlio del leader, Cristiano Di Pietro, l'Idv ha speso 160mila euro, con 62mila euro tra acquisizioni di spazi su giornali e tv molisane, molto influenti a livello locale (anche se lì i Di Pietro giocano in casa). A livello nazionale invece si apprende dell'esistenza di un «Giornale dell'Italia dei valori», come recita in sottotestata Orizzonti nuovi, quotidiano edito da Il Gabbiano società cooperativa sociale di Benevento, finanziato dall'Idv nel 2011 con 6.600 euro. Nella gerenza si legge pure «Organo dell'Italia dei Valori, fondato da Antonio Di Pietro».Ma le spese sono altre, per cui sono graditi i rimborsi per le fatiche referendarie del leader Idv, messo in grande difficoltà dal Movimento Cinque stelle di Grillo, che invece rimborsi non ne prende. Come li pagherebbe Di Pietro, sennò, i 4.597.622 euro di «spese per servizi»? Tra cui 491mila euro per «viaggi, trasferte e rappresentanza» di parlamentari e dirigenti Idv, 112mila euro di utenze telefoniche, elettricità e gas, 211mila euro in consulenze legali e notarili, 426mila euro per «spese collaboratori», 3.107.000 per servizi accessori «anche elettorali, di comunicazione, manifestazioni e propaganda», 173mila euro per «manutenzioni, riparazioni, assicurazioni, spese pulizia». Meno male che, oltre al milione del referendum vinto, ci sono i rimborsi elettorali, che per l'Idv nell'anno scorso rappresentano 11.074.267 euro. «Tale importo - si legge- è già al netto delle modalità applicative delle disposizioni in materia di riduzione della spesa pubblica con particolare riferimento ai rimborsi delle spese elettorali previsti per i partiti e i movimenti politici, di cui alla finanziaria 2008». Il sufficiente per chiudere in attivo, da ottimo amministratore: 6.572.055,79 di avanzo, un paio di milioni in più dell'anno prima.