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Referendum un errore madornale!!
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renato
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Messaggio: #11
RE:  Referendum un errore madornale!!

dDuck ha Scritto:

Per paradosso B. dopo più di 15 anni di scelte scellerate viene battuto sull'unica cosa buona che fece, un piano energetico serio, difetti della democrazia.

Guarda che lui non voleva fare le centrali nucleari; voleva scindere le cellule; stava parlando di amebe, non di atomi.

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 03:14 da renato.

22-05-2011 03:02
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dDuck
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Messaggio: #12
RE:   Referendum un errore madornale!!

renato ha Scritto:


Guarda che lui non voleva fare le centrali nucleari; voleva scindere le cellule; stava parlando di amebe, non di atomi.


Ok, era una gaffe di un intervista, Berlusconi ne capisce quanto l'italiano medio e quell'italiano medio è chiamato alle urne.

Premesso che B. ha usato media per 15 anni per raccontare cazzate, è stato battuto su questo argomento da una coalizione di media che ha raccontato un'altra cazzata, l'ennesima, ma non si compensa, si somma.

Comunque B. per una volta si è affidato a dei tecnici.


Il nucleare è la peggior fonte di energia che esista ad eccezione di tutte le altre che sono mai state usate.
..... da una frase di W. Churchill sulla democrazia.
22-05-2011 07:49
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renato
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Messaggio: #13
RE:    Referendum un errore madornale!!

dDuck ha Scritto:

Ok, era una gaffe di un intervista, Berlusconi ne capisce quanto l'italiano medio e quell'italiano medio è chiamato alle urne.

Premesso che B. ha usato media per 15 anni per raccontare cazzate, è stato battuto su questo argomento da una coalizione di media che ha raccontato un'altra cazzata, l'ennesima, ma non si compensa, si somma.

Comunque B. per una volta si è affidato a dei tecnici.


Ecco cosa pensa oggi il "tecnico" Tremonti:

http://www.youtube.com/watch?v=Zwy5rEqAVLs

Tremonti non è un tecnico nucleare e non discute sui diversi modelli di reattore.

22-05-2011 13:34
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Charade77
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RE:     Referendum un errore madornale!!

renato ha Scritto:


Battaglia come Galilei?
Si, e Chicco testa come Savonarola.
Vedo che state diventando spitritosi, è già qualcosa.


Scusa se come controparte c'erano Bonelli e Dipietro , noti tecnici dell'ambito ...


"Seduti sulla riva del fiume"

"Se un giorno diranno di me che nel mio lavoro ho contribuito al benessere ed alla felicità del mio collega, allora sarò soddisfatto." George Westinghouse

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 20:32 da Charade77.

22-05-2011 20:30
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Charade77
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Messaggio: #15
RE:     Referendum un errore madornale!!

renato ha Scritto:


Battaglia come Galilei?
Si, e Chicco testa come Savonarola.
Vedo che state diventando spitritosi, è già qualcosa.


Scusa se come controparte c'erano Bonelli e Dipietro , noti tecnici dell'ambito ...


"Seduti sulla riva del fiume"

"Se un giorno diranno di me che nel mio lavoro ho contribuito al benessere ed alla felicità del mio collega, allora sarò soddisfatto." George Westinghouse

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 20:32 da Charade77.

22-05-2011 20:31
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dDuck
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Messaggio: #16
RE:      Referendum un errore madornale!!

Charade77 ha Scritto:



Scusa se come controparte c'erano Bonelli e Dipietro , noti tecnici dell'ambito ...


Celentano e Grillo SI. Big Grin


Il nucleare è la peggior fonte di energia che esista ad eccezione di tutte le altre che sono mai state usate.
..... da una frase di W. Churchill sulla democrazia.
22-05-2011 20:43
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dDuck
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RE:     Referendum un errore madornale!!

renato ha Scritto:



Ecco cosa pensa oggi il "tecnico" Tremonti:

http://www.youtube.com/watch?v=Zwy5rEqAVLs

Tremonti non è un tecnico nucleare e non discute sui diversi modelli di reattore.




Tutta la comunità scientifica è pro nucleare, compreso il citato Rubbia, solo con punti di vista diversi, R. preferisce il Torio, è un opinione, comunque la comunità scientifica è per il nucleare, i demagoghi e gli uomini di spettacolo contro.


Il nucleare è la peggior fonte di energia che esista ad eccezione di tutte le altre che sono mai state usate.
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22-05-2011 20:44
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Cher
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RE: Referendum un errore madornale!!

La sentenza della Cassazione
Cosa diavolo voteranno gli italiani al referendum sul nucleare?


di Carlo Stagnaro1 Giugno 2011

Il mondo è pazzo. La Corte di Cassazione, chiamata a decidere se il referendum sul nucleare fosse stato superato dalla sfilza di abrogazioni contenute nella legge 'Omnibus', ha preso una posizione che sarebbe ingiusto definire pilatesca. Ponzio Pilato, infatti, se ne lavò le mani. La Cassazione, invece, le mani se le è sporcate.
L'antefatto è questo: dopo l'incidente alla centrale giapponese di Fukushima, il governo ha cancellato tutte le norme che avrebbero consentito, in prospettiva, il ritorno al nucleare (e, poiché le parole sono importanti, va sottolineato che l'avrebbero consentito, non obbligato, e che il target di produrre il 25 per cento della nostra elettricità con l'atomo è stato più volte enunciato nelle dichiarazioni di un ex ministro, ma mai formalizzato in alcun documento avente effetti concreti, e dunque non ha altro significato che quello di una promessa elettorale). A questo punto, la Corte doveva dire se ciò avrebbe fatto saltare la consultazione – poiché il suo obiettivo era già stato raggiunto in maniera inequivoca, come in effetti é – oppure se residuassero delle norme sulle quali il quesito sarebbe "migrato".
Vale la pena riportare integralmente il testo dei commi su cui, secondo la Corte, per rispetto della volontà degli elettori dovrà vertere il quesito:
Articolo 5 (Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari):
1. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
(...)
8. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali.
In sostanza, il comma 1 è puramente dichiaratorio – dichiara la volontà di abbandonare il nucleare – e privo di conseguenze concrete. Votandone l’abrogazione, forse gli elettori direbbero all’esecutivo che deve ritornare sui suoi passi e riprendere l’atomo in considerazione? L’abolizione del comma 8 è ancora più paradossale: esso non fa altro che impegnare l’esecutivo a produrre una "strategia energetica nazionale", obbligo a cui peraltro è tenuto da norme precedenti, al punto che una delle maggiori accuse delle forze di opposizione in tema di politica energetica è proprio l’assenza di adeguata pianificazione. La Corte, in sostanza, pare aver anteposto il senso "politico" del referendum al suo contenuto concreto, e così facendo ha dato vita a una situazione alla "Alice nel Paese delle Meraviglie".
Gli elettori crederanno di votare sul nucleare (a proposito: sarà divertente vedere come dovrà essere riformulata la pubblicità istituzionale al quesito), quando invece voteranno contro il suo abbandono e contro l’adozione di una strategia energetica nazionale. A suo modo, la Cassazione ci ha tutti trasformati in liberisti inconsapevoli: quei pochi di noi che hanno ragionato sulla mutazione del quesito, però, sono consapevolmente basiti.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



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02-06-2011 21:32
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Messaggio: #19
RE: Referendum un errore madornale!!

http://www.ilgiornale.it/interni/il_comm...comments=1


Referendum nucleare, un voto antidemocratico Ecco le prove
di Franco Battaglia

Il meccanismo assurdo: se su 100 elettori votano in 51 una minoranza di 26 persone decide per tutti. Si dà la facoltà a pochi di cancellare la volontà del Parlamento


Non sono andato a votare ad alcun referendum. Mai. Il nostro referendum è contro l’aritmetica e per me l’aritmetica è (quasi) sacra. Ed essendo contro l’aritmetica il nostro referendum è, di conseguenza, contro la democrazia, perché in democrazia conta il numero, cioè l’aritmetica. Mi rendo conto che secondo il leader dell’opposizione la nostra sarebbe la Costituzione più bella del mondo. Ma, anche fosse - onorevole Bersani - lei si deve rendere conto che ciò non impedisce che possa essere una fetecchia; ancorché la meno fetecchia di tutte le altre Costituzioni. Questo, almeno, se la logica non è un’opinione. Diciamo, invece, più realisticamente, che la nostra Costituzione è molto bella e vi siamo tutti affezionati, ma ammettiamone la perfettibilità, come di tutte le cose del mondo.

Ora, io non sono un costituzionalista. Anzi, sull’argomento non so alcunché. Rimane il fatto che il nostro referendum abrogativo è, potenzialmente, quanto mai antidemocratico, e questo ce lo dice l’aritmetica, che invece ho studiato, come tutti, alle elementari. Fu concepito per sciogliere l’eventuale dubbio che una legge, voluta (o mantenuta) da una maggioranza parlamentare, sia invece non gradita alla maggioranza del Paese. Il problema è che con le nostre regole referendarie può benissimo accadere che, senza che quel dubbio venga sciolto, una legge sia abrogata lo stesso e da una minoranza. Che può scendere sino al 25% degli elettori. E il fatto che sia possibile che una minoranza cancelli una legge voluta (o mantenuta) da una maggioranza non mi sembra consono allo spirito democratico.
Prendiamo il caso del referendum sul nucleare.
Chi forma l’attuale governo si era proposto agli elettori col programma di riavviare il nucleare in Italia; la maggioranza degli italiani ha votato e voluto questo governo, ed esso sta(va) cercando di attuare quel programma. Orbene, la Costituzione più bella del mondo consente al senatore Di Pietro - che nulla sa di energia e men che meno di nucleare - innanzitutto di pontificare senza vergogna sull’argomento (anzi, reclamando l’esibizione del curriculum a chiunque osi contraddirlo), ma anche di ritenere che, sul tema, il governo Berlusconi e la maggioranza parlamentare non sia maggioranza nel Paese. Tutto legittimo, per carità, ma c’è un ma. Il nostro referendum prevede che se vanno a votare 51 elettori su 100 e 26 di essi si pronunciano per l’abrogazione, allora la legge viene abrogata: 26 elettori su 100. Una schiacciante minoranza - come solo quella di Di Pietro può essere - detterebbe legge sulla maggioranza. Lo trovate democratico?
Nel caso non coglieste ancora appieno l’assurdità della cosa, vi invito a riflettere su questa situazione paradossale. Se vanno a votare ben 49 elettori e tutti chiedono l’abrogazione di una legge, essa non viene abrogata. Se, invece, vanno a votare 26 elettori che chiedono l’abrogazione e ad essi si aggiungono 25 elettori che chiedono il mantenimento della legge, questa viene abrogata. Singolare, no?

L’errore che commette la nostra Costituzione è presumere che le leggi in vigore siano frutto di imposizione divina e non, piuttosto, espressione di una maggioranza che si è già espressa con le elezioni politiche. E, di conseguenza, chi ritiene (legittimamente, per carità) che quella maggioranza nei Parlamenti tale non è più nel Paese - almeno limitatamente ad una specifica norma - dovrebbe avere l’onere di dimostrare l’esistenza di tale squilibrio e dimostrare che a volere l’abrogazione della norma sono non la maggioranza della metà degli aventi diritto al voto, ma la maggioranza di tutti gli aventi diritto al voto. Solo così verrebbe sciolto il dubbio che ha portato alla istituzione della consultazione referendaria.

Siccome ci sforziamo di essere intellettualmente onesti, siamo disposti a convenire con chi obietterebbe che in questo modo i referendari sarebbero penalizzati dalla circostanza che v’è sempre una certa percentuale di elettori che, comunque, non va a votare e del cui non-voto si approprierebbero gli anti-referendari. Non è difficile introdurre un correttivo. Ecco un possibile modo: porre il quorum pari al numero di elettori alle ultime elezioni politiche; sarebbe un po’ come dire che hanno titolo ad esprimersi solo coloro che hanno avuto la responsabilità di andare al voto quando furono chiamati a votare per formare i Parlamenti.
Questo forse non soddisferà chi, come Di Pietro, vorrebbe imporre la propria volontà di minoranza. Certamente l’attuale referendum non soddisfa me. Ecco perché io non vado a votare ad alcun referendum. Mai. Se ritenete abbia senso ciò che ho scritto, non andate anche voi.


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Messaggio: #20
RE: Referendum un errore madornale!!

http://www.loccidentale.it/node/106287

I trogloditi e la perniciosità della democrazia

Non facciamo il gregge di Di Pietro. Al referendum non andiamo a votare!

di Milton 3 Giugno 2011



Il 12 e 13 Giugno, gli italiani sono chiamati alle urne per esprimere il loro parere su tre quesiti referendari: la liberalizzazione della gestione dei servizi idrici, il nucleare e il legittimo impedimento.
La natura e i contenuti dei quesiti referendari dicono tutto su come l’Italia sia ormai un Paese totalmente ingovernabile, destinato ad un’inevitabile agonia economica, sociale e culturale. Il fatto poi che i promotori e sostenitori dell’abrogazione delle norme contenute nei quesiti referendari, siano coloro che si definiscono riformisti, ci fa perdere ogni speranza sulle possibilità di uscire dall’ineluttabilità dei nostri destini.
Ma vediamo perché siamo chiamati alle urne.

Liberalizzazione della gestione dei servizi idrici. Sono piovute giuste critiche sul governo in carica per la timidezza (per essere buoni) sulle liberalizzazioni. Ebbene dell’unica vera liberalizzazione realizzata si chiede l’abrogazione. I promotori del referendum vogliono infatti che gli italiani continuino a pagare l’acqua (quando c’è!) circa il 15% in più della media OCSE, vogliono che ogni anno a causa di una rete idrica medievale si sperperi più del 30% della capacità totale ed ancora vogliono che ogni genere di investimento sulla rete sia precluso. Per finire ovviamente, vogliono che si conservino costosissimi consigli d’amministrazione pubblici, con i soliti rappresentanti figli delle clientele. Insomma, è come dire: ho la possibilità di avere l’acqua ad un prezzo più basso, con una copertura maggiore e nello stesso tempo mandare a lavorare qualche “boiarduccio” di provincia, ma ci rinuncio. Complimenti!


Due giorni fa, la Cassazione ha accolto la richiesta dell'Idv: il 12 e 13 giugno si voterà comunque il referendum sul nucleare. I promotori del referendum chiedevano di abrogare le norme sulla localizzazione e realizzazione delle centrali nucleari.
Ma c’è un piccolo particolare, queste norme non esistono più e ad ora non è dato di sapere che cosa gli italiani saranno chiamati ad abrogare: il tutto assomiglia ad una sorta di processo alle intenzioni del governo …. cosa non si fa per dare il colpo di grazia al Caimano! A parte questo esempio di cristallinità giuridica, la scelta nucleare in Italia sta diventando il paradigma di un paese ridicolo: trent’anni fa eravamo uno tra i paesi all’avanguardia nelle tecnologie nucleari, ma a seguito dell’incidente di Chernobyl, unico paese dell’OCSE, nel 1982 siamo usciti dal nucleare, scelta che è costata ai cittadini 8 (otto!) miliardi di euro all’anno.

Nello stesso periodo nel mondo sono state costruite quasi cento nuove centrali nucleari, di cui cinque a meno di cento chilometri dai nostri confini nazionali. Nel frattempo gli standard di sicurezza si sono elevati in maniera esponenziale con le centrali di terza generazione. Oggi paghiamo l’energia il 40% in più rispetto ai nostri vicini francesi, che di reattori nucleari ne hanno qualche decina. Nonostante ciò, il 12 e 13 Giugno sull’onda emotiva scatenata dal terrorismo mediatico che è stato fatto sull’incidente a Fukushima, causato da un maremoto di proporzioni bibliche (come noto, evento naturale tipico dei mari di casa nostra!?), qualche milione di incapaci di intendere e di volere, decreteranno la morte del nucleare.

Legittimo impedimento. A gennaio scorso, l’Alta Corte, pur demandando ai giudici di valutare le ragioni che secondo la difesa impedirebbero la presenza in aula delle alte cariche dello Stato soggette a processi, ha dichiarato la legge sul legittimo impedimento costituzionale.

Oggi i promotori del referendum, tutti noti sacerdoti e cultori dell’inviolabilità della Carta Costituzionale, ne chiedono l’abrogazione. C’è qualcosa che mi sfugge, a meno che, non c’entri ancora il Caimano.
Insomma, tra antimodernità, autolesionismo ed anti-berlusconismo, assisteremo tra qualche settimana alla triste transumanza di un gregge inconsapevole di trogloditi guidati dai cosiddetti riformisti e da quel demagogo di Di Pietro, che esulteranno aver dato un’altra spallata all’odiato Berlusconi, senza sapere che si sono appena dati una martellata sulle palle!
C’è da chiedersi se di fronte a tale stupidità e volontà di strumentalizzazione, non sia il caso a volte di sospendere la democrazia, soprattutto quando essa diventa perniciosa rispetto gli interessi generali.

PS: ho appena appreso che il PdL lascia libertà di voto e non dà indicazioni riguardo i referendum, se è vero, siamo alle comiche finali! Ma come, il nucleare stava nel programma elettorale del 2008, la legge sulla liberalizzazione della gestione dei servizi idrici l’ha fatta questo Governo e sul legittimo impedimento ce l’hanno menata per un intero anno, ed ora lasciano libertà di voto?
Sarà sicuramente una svista, ma a scanso di equivoci è meglio non andare a votare.


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Cher03@hotmail.it
03-06-2011 11:07
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