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Sicurezza impianti e costi
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Cher
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Messaggio: #31
RE:  Sicurezza impianti e costi

Sarek ha Scritto:

Non prendere in esame la sola sicurezza, conta anche la percezione della sicurezza.

Following the 2011 Fukushima Daiichi nuclear disaster, costs are likely to go up for currently operating and new nuclear power plants, due to increased requirements for on-site spent fuel management and elevated design basis threats.[4]

http://en.wikipedia.org/wiki/Economics_o...wer_plants

P.S. dovevo scrivere kwh, non kw/h


en-wiki è piena di forvianti e subdole spiegazioni, la devi prendere con le pinze ,in quanto mescolano il tutto facento un gran pasticcio con la scusa di chiarire che il nucleare ,ora non è conveniente.... dove?
Ancora con questa menata?
Because of the large capital costs for nuclear power, and the relatively long construction period before revenue is returned, servicing the capital costs of a nuclear power plant is the most important factor determining the economic competitiveness of nuclear energy. [ 7 ] The investment can contribute about 70% [ 8 ] to 80% [ 9 ] of the costs of electricity.

Private generating companies now have to accept shorter output contracts and the risks of future lower-cost competition, so they desire a shorter return on investment period — this favours generation plant types with lower capital costs even if associated fuel costs are higher. [ 12 ] A further difficulty is that due to the large sunk costs but unpredictable future income from the liberalised electricity market, private capital is unlikely to be available on favourable terms, which is particularly significant for nuclear as it is capital-intensive. [ 13 ] Industry consensus is that a 5% discount rate is appropriate for plants operating in a regulated utility environment where revenues are guaranteed by captive markets, and 10% discount rate is appropriate for a competitive deregulated or merchant plant environment; [ 14 ] however the independent MIT study (2003) which used a more sophisticated finance model distinguishing equity and debt capital had a higher 11.5% average discount rate. [ 3 ]


Come ti ha già spiegato Neumann, i confronti sono tutti li da guardare,studiare o controllare.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
09-10-2011 20:57
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Sarek
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Messaggio: #32
RE: Sicurezza impianti e costi

Il report del MIT citato da Neumann è del 2010, ed è proprio lo stesso MIT nello studio pubblicato nel 2011 ad affermare che i costi probabilmente cresceranno (la frase riportata nel post precedente).

http://web.mit.edu/mitei/research/studie...le-all.pdf
(Pag 16.)

Cmq è inutile discutere su cosa pensiamo succederà, probabilmente la situazione si evolverà in modo diverso a seconda dei paesi.
Ma i numeri del dopo Fukushima prima o poi qualcuno li dovrà tirare fuori, basterà vedere come si evolverà la situazione e come saranno aggiornate le stime per capirci di più.

Il primo che legge qualcosa sui costi del kWh nucleare scritto DOPO l'episodio di Fukushima batta un colpo.

Ciao

Messaggio modificato il: 10-10-2011 alle 00:24 da Sarek.

10-10-2011 00:21
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Neumann
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Messaggio: #33
RE:  Sicurezza impianti e costi

Sarek ha Scritto:

Il report del MIT citato da Neumann è del 2010,


Sbagliato! Io ho riportato il Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition (OECD/IEA/NEA) che è disponibile nei server del MIT ma NON è il Rapporto del MIT (provare per credere):
http://www.mit.edu/~jparsons/current%20d...ricity.pdf
Il Rapporto del MIT (nonostante non sia tra i più favorevoli al nucleare), tra i tanti prodotti da Università o enti indipendenti, non esclude affatto la convenienza del nucleare, rispetto alle fossili, sotto certe ipotesi finanziarie.
Lo hanno già spiegato persone assai competenti che scrivono qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...99#pid2899
Vediti il grafico di pagina 196 (pag. 197) del Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition, sono comparati vari studi indipendenti di Università (MIT incluso) e enti non governativi.

Sarek ha Scritto:

ed è proprio lo stesso MIT nello studio pubblicato nel 2011 ad affermare che i costi probabilmente cresceranno (la frase riportata nel post precedente).
http://web.mit.edu/mitei/research/studie...le-all.pdf
(Pag 16.)


Non so con quanto attenzione tu lo abbia letto.
Qui dice che "Costs are likely to go up for currently operating and future nuclear power plants. For example, requirements for on-site spent fuel management may increase and design basis threats may be elevated. While events beyond the design basis accidents are routinely considered in the U.S. licensing procedures, their importance may increase. As discussed in the report, new plant economics are already challenging. Furthermore, some erosion of the recent gains in public acceptance of expanded nuclear power can be anticipated".
E' un parlare vago che indica una "possibilità" (verbo to may) di aumenti per la gestione delle scorie e erosione dei guadagni e accettazione pubblica agli impianti nucleari.
Di fatto non sono necessarie modifiche ai reattori III+ gen per la sicurezza, se non opere civili a tutela dei complessi industriali nelle coste a rischio tsunami.

Sarek ha Scritto:

Cmq è inutile discutere su cosa pensiamo succederà, probabilmente la situazione si evolverà in modo diverso a seconda dei paesi.
Ma i numeri del dopo Fukushima prima o poi qualcuno li dovrà tirare fuori, basterà vedere come si evolverà la situazione e come saranno aggiornate le stime per capirci di più.


Mi spieghi quali modifiche faranno ai reattori III+ gen da non renderli più competitivi!? Ho l'idea che ti stai sempre più arrampicando sugli specchi!

Sarek ha Scritto:

Il primo che legge qualcosa sui costi del kWh nucleare scritto DOPO l'episodio di Fukushima batta un colpo.


Dopo Fukushima, il Giappone si è fatto i conti e gli conviene tenersi il nucleare; la Germania ha fatto i conti e ha scoperto che il phase-out gli costerà più di 30 miliardi di euro in 10 anni (attualizzati a oggi) e dipenderà dalle importazioni elettriche estere. Praticamente tutti i Paesi, continuano con i programmi elettronucleare.
Continui a evitare di considerare il fatto che un moderno reattore è progettato e costruito per durare almeno 60 anni.
Ho la netta impressione che tu non voglia capire e non leggi neppure le repliche di chi ti risponde pazientemente.

10-10-2011 02:15
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Sarek
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Messaggio: #34
RE:   Sicurezza impianti e costi

Neumann ha Scritto:

Sbagliato! Io ho riportato il Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition (OECD/IEA/NEA) che è disponibile nei server del MIT ma NON è il Rapporto del MIT (provare per credere):
http://www.mit.edu/~jparsons/current%20d...ricity.pdf
Il Rapporto del MIT (nonostante non sia tra i più favorevoli al nucleare), tra i tanti prodotti da Università o enti indipendenti, non esclude affatto la convenienza del nucleare, rispetto alle fossili, sotto certe ipotesi finanziarie.
Lo hanno già spiegato persone assai competenti che scrivono qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...99#pid2899
Vediti il grafico di pagina 196 (pag. 197) del Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition, sono comparati vari studi indipendenti di Università (MIT incluso) e enti non governativi.


Provo ad essere sintetico al massimo.

Cerco un'analisi elaborata DOPO il 24 Maggio 2011.
2010 Edition non va bene.

Ciao

10-10-2011 09:57
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Neumann
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Messaggio: #35
RE:    Sicurezza impianti e costi

Sarek ha Scritto:

Provo ad essere sintetico al massimo.
Cerco un'analisi elaborata DOPO il 24 Maggio 2011.  
2010 Edition non va bene.


Non ho capito se sto parlando con un muro di gomma o un "automa".
I fatti.
Dopo Fukushima:
1) il Giappone, tramite il Rapporto dell'Istituto di Energia Economica del Giappone (IEEJ), ha verificato che il nucleare continua a convenire, infatti proseguono con i cantieri delle centrali attualmente in costruzione e con quelle in programma.
2) in Germania, tramite il Rapporto del Ministero dell'Economia tedesco (redatto dall'Istituto per l'energia dell'Università di Colonia, dall'Istituto Prognos e dalla Società per la ricerca economica Gws), ha verificato che il pase-out del nucleare costerà a cittadini e imprese tedesche 32 miliardi di euro (attualizzati a oggi) e comporterà un aumento delle costo del kWh e delle importazioni elettriche dall'estero.
3) La quasi totalità dei Paesi (33 Nazioni), continueranno con i programmi elettronucleari. Usa, Canada, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia e molti altri non escono dal nucleare. Di fatto, solo la Germania ha iniziato con il phase-out, l'Italia ha "spento" centrali che non aveva, mentre la Svizzera ha posticipato il phase-out per prendere tempo. Nessuno dei 6 nuovi reattori in costruzione in Europa è stato arestato e rimangono confermati i 24 altri reattori in progettazione.

Sto aspettando che mi riporti documentazione ufficiale che confermi quanto da te affermato: "considerando il quasi raddoppio dei costi dell'immediato post-Chernobyl".
Questo è tipico di chi non sa di cosa sta parlando: "è plausibile che avvenga qualcosa di simile, rendendo le valutazioni dell'anno scorso storia antica". Adesso, o mi dici quali modifiche alla sicurezza sono necessarie per i moderni reattori III+ gen (EPR o AP1000), tali da non renderli competitivi nei costi con le fossili (addirittura non "sarebbero" convenienti neppure col gas, secondo le tue "teorie") o devo dedurre che parli solo per sentito dire. Continui a evitare il dato riguardante la longevità di un reattore di III+ gen, almeno 60 anni, e a non considerare che un aumento di combustibili fossili da parte della Germania a causa del phase-out in corso (o di chiunque voglia passare dal nucleare alla fossili), soprattutto del gas, porterà a una maggiore richiesta e quindi un aumento per l'approvvigionamento di gas a livello mondiale. Per avere una idea, la sostituzione, anche parziale, dell'elettronucleare con il gas, in Germania, significa un aumento di consumi di gas per oltre 10 miliardi di tonnellate all'anno! Ciò avrà immediate ricadute negative sul kWh prodotto dal gas, ovunque (Italia compresa).
Se avessi avuto l'onesta intellettuale di leggere con attenzione i dati del Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition (OECD/IEA/NEA), avresti capito che il parametro più "sfavorevole" al nucleare è il costo del denaro, più è alto e minore è la sua convenienza rispetto al carbone (il gas, con una quota di oltre l'80% del combustibile sul kWh è molto rischioso affidargli la maggioranza della produzione elettrica, infatti solo in Italia, la maggior parte dell'elettricità è prodotta col gas). Quindi economie deboli con elevati tassi di inflazione, opteranno per il carbone.
Inoltre da quei dati emerge come il costo di investimento ($/kWe), è variabile, non poco, da Nazione a Nazione, a causa del Sistema-Paese specifico di ogni Nazione, come del resto avviente per tutte le grandi opere (autostrade, metropolitane, ponti, impianti industriali di ogni genere, ecc.)
I dati di tale Rapporto, il più prestioso sul tema in quanto riporta i dati parziali di ogni Paese e confronta tutti gli studi del settore da parte di università e enti non governativi, rimangono validi.
Non so cosa predendere da una persone che non legge neppure quello che posta (ha citato il MIT a caso).

10-10-2011 20:31
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Messaggio: #36
RE: Sicurezza impianti e costi

Tanto per tenerVi aggiornati:
http://www.lunico.eu/2011100952211/ester...leare.html


Kenya, primo ministro accelera costruzione reattore nucleare
Esteri
Domenica 09 Ottobre 2011 18:55
Il primo ministro kenyano, Raila Odinga, ha annunciato la volontà del governo di accelerare la costruzione dello stabilimento nucleare programmato nel corso della prima Conferenza Nazionale sull'Energia nel 2008, per colmare il disavanzo energetico del Paese. Odinga ha spiegato a Costweek.com che gli esperti incaricati di occuparsi dello studio di fattibilità per la costruzione del reattore nucleare stanno indugiando troppo di fronte alla necessità di fornire al Paese risposte concrete in campo energetico: entro cinque anni il Kenya dovrebbe essere dotato di almeno due reattori nucleari. «Ogni Paese ha le proprie priorità che sono dettate da interessi strategici nazionali, e ogni decisione deve essere assunta sulla base di tali interessi», ha detto il premier in un comunicato diffuso nei giorni scorsi. L'obiettivo è quello di accrescere la produzione di energia dagli attuali 1.460 a 21.620 mega watt entro il 2030. La mancata attuazione dei progetti chiave individuati nella prima Conferenza Nazionale per l'Energia sarebbero per il primo ministro la principale causa dell'aumento di prezzo dell'elettricità e del petrolio e della carenza di combustibili.
----------------------
Kenia ----> Africa-----> che dire!


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Messaggio: #37
RE:     Sicurezza impianti e costi

Neumann ha Scritto:



Non ho capito se sto parlando con un muro di gomma o un "automa".
I fatti.
Dopo Fukushima:
1) il Giappone, tramite il Rapporto dell'Istituto di Energia Economica del Giappone (IEEJ), ha verificato che il nucleare continua a convenire, infatti proseguono con i cantieri delle centrali attualmente in costruzione e con quelle in programma.
2) in Germania, tramite il Rapporto del Ministero dell'Economia tedesco (redatto dall'Istituto per l'energia dell'Università di Colonia, dall'Istituto Prognos e dalla Società per la ricerca economica Gws), ha verificato che il pase-out del nucleare costerà a cittadini e imprese tedesche 32 miliardi di euro (attualizzati a oggi) e comporterà un aumento delle costo del kWh e delle importazioni elettriche dall'estero.
3) La quasi totalità dei Paesi (33 Nazioni), continueranno con i programmi elettronucleari. Usa, Canada, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia e molti altri non escono dal nucleare. Di fatto, solo la Germania ha iniziato con il phase-out, l'Italia ha "spento" centrali che non aveva, mentre la Svizzera ha posticipato il phase-out per prendere tempo. Nessuno dei 6 nuovi reattori in costruzione in Europa è stato arestato e rimangono confermati i 24 altri reattori in progettazione.

Sto aspettando che mi riporti documentazione ufficiale che confermi quanto da te affermato: "considerando il quasi raddoppio dei costi dell'immediato post-Chernobyl".
Questo è tipico di chi non sa di cosa sta parlando: "è plausibile che avvenga qualcosa di simile, rendendo le valutazioni dell'anno scorso storia antica". Adesso, o mi dici quali modifiche alla sicurezza sono necessarie per i moderni reattori III+ gen (EPR o AP1000), tali da non renderli competitivi nei costi con le fossili (addirittura non "sarebbero" convenienti neppure col gas, secondo le tue "teorie") o devo dedurre che parli solo per sentito dire. Continui a evitare il dato riguardante la longevità di un reattore di III+ gen, almeno 60 anni, e a non considerare che un aumento di combustibili fossili da parte della Germania a causa del phase-out in corso (o di chiunque voglia passare dal nucleare alla fossili), soprattutto del gas, porterà a una maggiore richiesta e quindi un aumento per l'approvvigionamento di gas a livello mondiale. Per avere una idea, la sostituzione, anche parziale, dell'elettronucleare con il gas, in Germania, significa un aumento di consumi di gas per oltre 10 miliardi di tonnellate all'anno! Ciò avrà immediate ricadute negative sul kWh prodotto dal gas, ovunque (Italia compresa).
Se avessi avuto l'onesta intellettuale di leggere con attenzione i dati del Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition (OECD/IEA/NEA), avresti capito che il parametro più "sfavorevole" al nucleare è il costo del denaro, più è alto e minore è la sua convenienza rispetto al carbone (il gas, con una quota di oltre l'80% del combustibile sul kWh è molto rischioso affidargli la maggioranza della produzione elettrica, infatti solo in Italia, la maggior parte dell'elettricità è prodotta col gas). Quindi economie deboli con elevati tassi di inflazione, opteranno per il carbone.
Inoltre da quei dati emerge come il costo di investimento ($/kWe), è variabile, non poco, da Nazione a Nazione, a causa del Sistema-Paese specifico di ogni Nazione, come del resto avviente per tutte le grandi opere (autostrade, metropolitane, ponti, impianti industriali di ogni genere, ecc.)
I dati di tale Rapporto, il più prestioso sul tema in quanto riporta i dati parziali di ogni Paese e confronta tutti gli studi del settore da parte di università e enti non governativi, rimangono validi.
Non so cosa predendere da una persone che non legge neppure quello che posta (ha citato il MIT a caso).


1) Il giappone, come tutti, deve proseguire per un certo periodo nella direzione già impostata, pena rimanere al buio. Ma di sicuro non hanno stabilito di continuare come prima. Ne stanno ancora parlando, mentre affrontano i problemi derivanti dal puntare troppo su un unica fonte di energia, sia essa nucleare o a pedali. Molto probabilmente il peso percentuale del nucleare diminuirà.
http://www.utilityproducts.com/news/2011...olicy.html
2) La germania pagherà i suoi costi del cambio di direzione, come avrebbe fatto l'italia se avesse costruito gli EPR (ti risulta fossero gratis rettori e modifiche alla griglia ?)
3) Non escono dal nucleare non vuol dire 'continuano ad investire nel nucleare'. Alcuni investiranno più di prima, altri investiranno meno di prima, altri non invertiranno più. E' presto per trarre conclusioni.
4) Dati sui 3+ ad oggi non ce ne sono. Non c'è nè un EPR nè un AP1000 in funzione. Ma di sicuro non sono tutte rose e fiori, Olkiluoto 3 (lo cito a caso, mi viene bene) è un incubo finanziario. Se poi è stato un incidente di percorso isolato o meno si vedrà quando il primo EPR comincerà a produrre.
5) Per capire se il pensiero generale è che i costi sono destinati a salire e gli utili a scendere basta dare un'occhiata alle quotazioni di borsa delle Nuclear Company dopo l'evento di Fukushima.

Per questo volevo delle analisi POST Fukushima e non delle opinioni, per capirci qualcosa di più.  
Cerco i NUMERI dopo FUKUSHIMA.

Messaggio modificato il: 10-10-2011 alle 21:47 da Sarek.

10-10-2011 21:46
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RE:      Sicurezza impianti e costi

1)  Molto probabilmente il peso percentuale del nucleare diminuirà.
[/quOte]

Non è così matematico ,diciamo che sanno fare meglio i conti e ponderare l'opportuna direzione:sono un paese privo di risorse e se ne guardano bene prima di intraprendere costi folli per zero benefici.

Sarek ha Scritto:

2) La germania pagherà i suoi costi del cambio di direzione, come avrebbe fatto l'italia se avesse costruito gli EPR (ti risulta fossero gratis rettori e modifiche alla griglia ?)


E' meglio pagare per un'investimento nell'ottica di produrre che non perchè si passa all'energia pedali , no?

Sarek ha Scritto:

3) Non escono dal nucleare non vuol dire 'continuano ad investire nel nucleare'. Alcuni investiranno più di prima, altri investiranno meno di prima, altri non invertiranno più. E' presto per trarre conclusioni.


Ciò è in paradosso con i dati che vai cercando con ansia ,dopo il maggio 2011 , non credi?

Sarek ha Scritto:

4) Dati sui 3+ ad oggi non ce ne sono. Non c'è nè un EPR nè un AP1000 in funzione. Ma di sicuro non sono tutte rose e fiori, Olkiluoto 3 (lo cito a caso, mi viene bene) è un incubo finanziario. Se poi è stato un incidente di percorso isolato o meno si vedrà quando il primo EPR comincerà a produrre.


Le premesse sono buone ,l'impiantistica è all'avanguardia ,chiaro che devono essere rodati ,ma non sarà un salto nel buio.

Sarek ha Scritto:

5) Per capire se il pensiero generale è che i costi sono destinati a salire e gli utili a scendere basta dare un'occhiata alle quotazioni di borsa delle Nuclear Company dopo l'evento di Fukushima.


La borsa di per sè , in un arco temporale ristretto , forse è il peggiore degli strumenti da utilizzarsi per trarre conclusioni e stime:lo si vede tutti i giorni.Riceve più influenze emotive che non reali ,e nel caso debba servire a fornire un quadro preciso non è poi così attendibile


"Seduti sulla riva del fiume"

"Se un giorno diranno di me che nel mio lavoro ho contribuito al benessere ed alla felicità del mio collega, allora sarò soddisfatto." George Westinghouse
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RE:      Sicurezza impianti e costi

Sarek ha Scritto:

1) Il giappone, come tutti, deve proseguire per un certo periodo nella direzione già impostata, pena rimanere al buio.


Falso! La Merkel nel giro di qualche settimana ha chiuso 7 reattori per scelta politica. Ovviamente, i tedeschi ne stanno già pagando le conseguenze con importazioni dall'estero e un aumento del costo del kWh nel tempo. Evidentemente i Giapponesi sanno farsi meglio i conti dei tedeschi e il Rapporto dell'Istituto di Energia Economica del Giappone (IEEJ), che ho già citato, lo ha dimostrato.

Sarek ha Scritto:

Ma di sicuro non hanno stabilito di continuare come prima. Ne stanno ancora parlando, mentre affrontano i problemi derivanti dal puntare troppo su un unica fonte di energia, sia essa nucleare o a pedali. Molto probabilmente il peso percentuale del nucleare diminuirà.
http://www.utilityproducts.com/news/2011...olicy.html


Falso! Il Giappone, ha sospeso la realizzazione solo dei reattori 7 e 8 di Fukushima per ovvi motivi. Con gli altri si va avanti (OHMA e SHIMANE-3 attualmente in costruzione):
http://www.iaea.org/cgi-bin/db.page.pl/p...;sortlong=
http://www.iaea.org/cgi-bin/db.page.pl/p...;sortlong=
data la situazione attuale:
http://www.iaea.org/cgi-bin/db.page.pl/p...;sortlong=
si ha un parco di reattori nipponico, abbastanza giovane, pur tuttavia, hanno pianifico nel prossimo quinquennio una decina di reattori da cantierare:
http://www.world-nuclear.org/info/inf79.html
Con l'aumento della potenza installata aumenterà proporzionalmente l'energia prodotta.
Poi, cosa pensi di aver dimostrato riportando il link di quel sito!? Non sai di cosa stai parlando: parli per sigle e frasi fatte.

Sarek ha Scritto:

2) La germania pagherà i suoi costi del cambio di direzione, come avrebbe fatto l'italia se avesse costruito gli EPR (ti risulta fossero gratis rettori e modifiche alla griglia ?)


Si, ma l'Italia avrebbe prodotto non qualche punto percentuale di energia elettrica (come nel caso delle rinnovabili tedesche), avrebbe potuto produrre (col nucleare) il 25 % del fabbisogno energetico (tale era la quota affidata dal governo) a un prezzo basso e costante per almeno 60 anni.

Sarek ha Scritto:

3) Non escono dal nucleare non vuol dire 'continuano ad investire nel nucleare'. Alcuni investiranno più di prima, altri investiranno meno di prima, altri non invertiranno più. E' presto per trarre conclusioni.


Ti "brucia" apprenderlo ma ben 33 Paesi continuano con gli investimenti e di fatto solo la Germania attua il phase-out (non aveva nessun reattore in progetto da vent'anni), l'Italia spegne i reattori che non aveva, la Svizzera prende tempo e Israele ha cancellato eventuali piani elettronucleari (pur mantenendosi gli armamenti nucleari e i casini in medio oriente). Chi aveva pianificato i cantieri continua. La Germania, in ogni caso, non aveva pianificato alcun cantiere nucleare.

Sarek ha Scritto:

4) Dati sui 3+ ad oggi non ce ne sono. Non c'è nè un EPR nè un AP1000 in funzione. Ma di sicuro non sono tutte rose e fiori, Olkiluoto 3 (lo cito a caso, mi viene bene) è un incubo finanziario. Se poi è stato un incidente di percorso isolato o meno si vedrà quando il primo EPR comincerà a produrre.


Parli per sentito dire. L'EPR, per te è una sigla incomprensibile di lettere, quando in realtà l'EPR non è un reattore a scatola chiusa, è la semplice evoluzione della filiera PWR ed in particolare è l'aggiornamento sostanziale del reattore francese N4, quindi è tecnologia già abbondantemente collaudata. L'incubo finanziario di cui parli, è in realtà un ritardo sui lavori causato da dispute tra le due società coinvolte, un Paese che non costruiva reattori da tempo, e altri motivi legati alla costruzione di opere importanti (vale anche per quelle non nucleari). Anche considerando l'aumento del costo di investimento, di un paio di miliardi di euro (e sto esagerando), il costo livellizzato rimane conveniente (capacity factor: > 90 % / vita operativa: 60+ anni), tant'è vero che sono confermati i cantieri per un altro EPR, Olkiluoto 4 (inizio il prossimo anno, 2012) e un altro reattore a Pyhäjoki con inizio lavori nel 2014:
http://world-nuclear.org/info/inf76.html
Per i nuovi cantieri di EPR, come Penly 3 (Francia), è prevista una durata di 5 anni effettivi:
http://www.world-nuclear.org/info/inf40.html

Sarek ha Scritto:

5) Per capire se il pensiero generale è che i costi sono destinati a salire e gli utili a scendere basta dare un'occhiata alle quotazioni di borsa delle Nuclear Company dopo l'evento di Fukushima.


Da tale risposta si capisce come non hai la minima idea di come si calcoli il costo (livellizzato) dell'energia e parli per sentito dire: valuti il costo della produzione (per altro costante) di energia elettronucleare, durante tutta la vita del reattore (almeno 60 anni), per alcune settimane di borsa!? Ma di che stai parlando!?
Almeno prova a imparare qualcosa, ad uscire dalla tua pigrizia mentale e ignoranza in materia: leggiti a pagina 34 (pag. 35 del pdf) del Projected Costs of Generating Electricity 2010 Edition, la metodologia del calcolo del costo del kWh.
http://www.mit.edu/~jparsons/current%20d...ricity.pdf
Ripeto: o mi dici quali modifiche alla sicurezza sono necessarie per i moderni reattori III+ gen (EPR o AP1000) o devo dedurre che parli solo ed esclusivamente per sentito dire. Sugli aumenti dei combustibili fossili, soprattutto il gas, a causa dell'aumento della domanda (anche a causa della follia tedesca) e della riduzione inesorabile dei giacimenti, almeno quelli più economici, non hai nulla da dire!?

Sarek ha Scritto:

Per questo volevo delle analisi POST Fukushima e non delle opinioni, per capirci qualcosa di più.  
Cerco i NUMERI dopo FUKUSHIMA.


Opinioni!? Io ho riportato i fatti, non ti piacciono ma sono fatti.
Tu cerchi invano"numeri" che dimostrino la tue illusorie aspettative. Comunque, non ti piace il nucleare perchè non riesci a concepirlo, non sei in grado di razionalizzare il rischio, appartieni alla massa scarsamente scolarizzata!? Va bene, si va a carbone, allora. Non vorrai esportare il modello "a tutto gas" made in Italy o il folle piano tedesco che ha buttato tra eolico e fotovoltaico quasi 160 miliardi di euro per produrre qualche punto percentuale, per giunta in maniera intermittente, del proprio fabbisogno nazionale e (la Germania) si è consegnata alle importazioni elettriche dall'est nuclearizzato!?

Ps: Sto ancora aspettando che mi riporti documentazione ufficiale che confermi quanto da te affermato: "considerando il quasi raddoppio dei costi dell'immediato post-Chernobyl".

Messaggio modificato il: 10-10-2011 alle 23:36 da Neumann.

10-10-2011 23:32
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RE:       Sicurezza impianti e costi

Charade77 ha Scritto:

Ciò è in paradosso con i dati che vai cercando con ansia ,dopo il maggio 2011 , non credi?

No. Perchè?
Una volta che saranno chiari i costi, che tra l'altro non saranno uguali per tutti, i vari paesi faranno le scelte più convenienti. Che poi vi siano scelte diverse mi sembra lecito. La Germania ha scelto in un modo e la Francia nel modo opposto. Mica uno ha più ragione dell'altro, ognuno avrà fatto i suoi conti. I BoT tedeschi non hanno vacillato alla scelta di uscire dal nucleare, e quelli francesi allo stesso modo non hanno fatto una piega.

Olkiluoto 4 è licenziato ma ancora non hanno messo un mattone, e Areva stà passando altri guai con gli EPR(http://www.yle.fi/uutiset/news/2011/10/p...30807.html).
Ripeto, secondo me non è ancora il momento di trarre conclusioni.

Anche a proposito del Giappone non ho detto che è una cosa matematica, ho solo detto che la discussione sul da farsi è tuttora sul tavolo, influenzata dalla valanga di soldi che il governo dovrà spendere per non far fallire Tepco (che proprio ieri veniva cancellata dal MIB30 giapponese) e dai 35 miliardi di dollari stimati per sistemare l'incidente di Fukushima (oltre ovviamente a quelli necessari per il maremoto) e dal fatto che hanno un'industria nucleare già impiantata e funzionante. Tanta roba sul tavolo.
Insomma anche in quel caso mi sembra affrettato trarre conclusioni.

I numeri sono l'unica cosa che conta, per questo li cercavo, possono dire che il nucleare rimane oggi la forma più conveniente di approvigionamento energetico o che non lo è più. Ho una sensazione, e i numeri la possono confutare o anche confermare. L'unica cosa di cui sono ragionevolmente sicuro è che non saranno gli stessi numeri di prima di Fukushima.

Ansia non ne ho (lavoro col software e non con l'energia), curiosità si. Aspetto sulla riva del fiume (un pò più in là, così non dò noia   Toungue) lo svolgersi delle cose.

Purtroppo devo constatare che negli ultimi due mesi il forum è degenerato in una rissa da ragazzini, e non mi riferisco a te Charade, ma a robaccia del tipo Parli per sentito dire. L'EPR, per te è una sigla incomprensibile di lettere o all'ultimo topic chiuso a forza da Magnesium. O anche da roba tipo Ti "brucia" apprenderlo... Mha!

Ho chiesto dei numeri e arrivano insulti. Non è che non ci dorma su, l'educazione qualifica da se questi interlocutori, ma non mi interessa un confronto di questo tipo.

Un saluto a tutti coloro con cui mi sono civilmente confrontato, soprattutto perchè spesso in disaccordo.

Ciao

Messaggio modificato il: 11-10-2011 alle 02:46 da Sarek.

11-10-2011 02:43
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