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Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari
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Dwalin
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RE: Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:

No, il richio finanziario ha varie componenti, alcune specifiche del nucleare, altre generali applicabili a tutti gli investimenti.
Certo, il prolungamento dei lavori e i problemi di sicurezza lo aumentano, ma in linea di massima il rischio è influenzato dalla durata dell'investimento: più è lungo più il coefficiente aumenta.

Per esempio se una centrale dura 50 anni invece che 40 il costo di costruzione è ripartito sul costo  unitario di energia diminuisce, ma gli interessi ed il tasso di interessi aumentano perchè il capitale iniziale rientra in più tempo.

Queste sono nozioni basilari che il docente di economia ha sicuramente considerato.

Come puoi vedere dalla tabella riassuntiva, sono ipotizzati costi diversi con o senza cattura di CO2.
E' anche ipotizzato un costo nucleare allo stesso costo di denaro del gas.
Dubito che dopo Fukushima sia applicabile, se non altro per le ulteriori misure di sicurezza in valutazione.


tu non fai un finanziamento a 50 anni se pensi di avere una macchina che funziona 50 anni, mantieni sempre la rata più grande possibile per avere il minor numero di rate da pagare e non farti moltiplicare quanto paghi di interesse alla fine. quindi non fai un finanziamento cinquantennale, sono sempre sui 10-20 anni. tu pensi che per iniziare a guadagnare qualche briciola ora alla fine regalano alla banca miliardi di € di interessi pro......nulla?

renato ha Scritto:

Mi dici dove danno questi dati? così cerco di capire perche.


dal link di parte di prima
Riporta:
There have been a large number of recent estimates from the United States of the costs of new nuclear power plants. For example, Florida Power & Light in February 2008 released projected figures for two new AP1000 reactors at its proposed Turkey Point site. These took into account increases of some 50% in material, equipment and labour since 2004. The new figures for overnight capital cost ranged from $2444 to $3582 /kW, or when grossed up to include cooling towers, site works, land costs, transmission costs and risk management, the total cost came to $3108 to $4540 per kilowatt. Adding in finance charges almost doubled the overall figures at $5780 to $8071 /kW. FPL said that alternatives to nuclear for the plant were not economically attractive.


da notare poi che le torri di refrigerazione non sono obbligatorie per mancanza di acqua, ma per dare minor impatto possibile sull'ecosistema, visto che c'è una grande abbondanza di acqua nella zona.

renato ha Scritto:

Il costo di costruzione e decommissioning di una centrale a gas è notevolmente inferiore, per cui incide meno. Il combustibile è la componente maggiore, per cui se non consuma costa meno.

si, ma la macchina la spalmi su meno ore.......

renato ha Scritto:

Il gas in Italia non diminuisce per lo stesso motivo per cui non diminuisce la benzina (le accise assorbono le diminuzioni di costo!).
Se guardi le quotazioni mondiali del metano degli ultimi anni scopri che , a causa dei giacimenti di shale gas degli USA, è notevolmente diminuito.

Comunque questo è successo dopo la stesura del report, altrimenti il costo delle centrali a gas sarebbe ancora più basso.
negli USA, non in italia......altrimenti l'enel non starebbe a pensare di fare centrali a carbone, e ti ricordo che i contratti sono take or pay, e per l'ENI la crisi libica è quasi una manna, perchè vista la diminuzione dei volumi consumati, pagava alla russia quantità non consumate, quindi venendo meno i contratti libici, può consumare gas libico che ha già pagato ma da cui non avrebbe guadagnato

renato ha Scritto:

Mi spiace ma non è così. Una grande società non è un privato: ha degli azionisti che non regalano niente.
Tu puoi decidere di rinunciare agli interessi che i tuoi 10.000 ti darebbero se messi in banca, una società non lo farà mai.

qui non ci si capisce nuovamente.........rileggiti quanto scritto

16-05-2011 22:45
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renato
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RE:  Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Dwalin ha Scritto:

dal link di parte di prima

Riporta:

There have been a large number of recent estimates from the United States of the costs of new nuclear power plants. For example, Florida Power & Light in February 2008 released projected figures for two new AP1000 reactors at its proposed Turkey Point site. These took into account increases of some 50% in material, equipment and labour since 2004. The new figures for overnight capital cost ranged from $2444 to $3582 /kW, or when grossed up to include cooling towers, site works, land costs, transmission costs and risk management, the total cost came to $3108 to $4540 per kilowatt. Adding in finance charges almost doubled the overall figures at $5780 to $8071 /kW. FPL said that alternatives to nuclear for the plant were not economically attractive.

da notare poi che le torri di refrigerazione non sono obbligatorie per mancanza di acqua, ma per dare minor impatto possibile sull'ecosistema, visto che c'è una grande abbondanza di acqua nella zona.

Non mi sembra che dicano 4000$/kW, io leggo $2444 to $3582 /kW.
Come puoi notare i dati non li hanno inventati. Sono i dati forniti dal costruttore.
Citano la centrale turca che è fra le meno costose che tu hai indicato.

Vorresti non fare le torri?? In USA sono obbligatorie, da un'altra parte possiamo discutere il perchè.

Proprio per evitare che il costo/kw del gas diminuisca se la centrale è spenta, hanno ipotizzato un mumero costante di ore di funzionamento (pag 135 del doc):

Since the purpose of the levelized cost calculation is to compare alternative generating
technologies and assess their potential contribution to future energy supply, the technologies
compared must generate electricity over equivalent time periods. In order to maintain
the level basis for comparison, plants are not allowed to shut down prematurely when
operating expenses exceed revenues, as in the case of escalating natural gas prices. The
result in these situations is a cash flow stream for the project that does not reflect expected
business decisions. Nonetheless, for comparison of future electricity supply options, it
is more appropriate to include the effect of high natural gas prices in the out years than to
exclude it by running the plant shorter than its projected life. In this case, the plant must
still meet all debt obligations and a minimum return on investment to equity investors.


Queste invece sono le logiche di calcolo effettivo degli investimenti:

Power plants require significant capital investments before electricity production can begin.
The cash flow model allocates the overnight cost of the plant, CO, specified in $/kWe of the
year production begins (2002), over the construction period, TC, allowing for an additional
period after construction for final licensing and testing. By convention, all investment
expenditures are counted at the beginning of the year in which they occur, and all revenues
and operating expenses are assumed to occur at the end of the year. Numerous construction
expenditure profiles are available in the model, including a uniform profile and one
that peaks at mid-construction, characterized by a sinusoidal function. The annual capital
expenditures for the nuclear plant costing $2,000/kWe in base year prices (2002) and a combined-
cycle gas turbine (CCGT) plant costing $500/kWe are presented in Table A-5.A.2.
Note that the overnight cost is specified in constant dollars of the year production begins
(year 2002 $), and so the capital expenditure in each year is deflated to current-year (nominal)
dollars. This explains why the total outlay in nominal dollars is numerically smaller
than the overnight cost.
where Xn is the outlay in year n (n = 0 in 2002, n < 0 during construction), Fn is the fraction
of the overnight cost allocated to year n, and i is the rate of general inflation. In order
to finance construction, the project takes on debt obligations and attracts equity investors
with certain requirements. Debt and equity each have an expected minimum rate of return
and debt has a specified repayment period. The interest on debt and imputed interest on
equity are added to the overnight cost to find the total cost of construction.
employing an effective interest rate r(eff). The total cost of construction does not represent
true cash flows but is a measure of construction cost taking into account the time value of
money. The total costs in the Table A-5.A.2 correspond to 50/50 debt/equity, rD = 8%, rE =
15% for the nuclear case (reff = 11.5%) and 60/40 debt/equity, rD = 8%, rE = 12% for the
CCGT case (reff = 9.6%).


Le formule non si copiano, puoi trovarle a pag 132.

I capitali utilizzati per una centrale nucleare  non si gestiscono come un finanziamento per comprare un appartamento. Forse tu intendevi l'ammortamento, che qui viene calcolato in 15 anni. Il costo viene ripartito per ogni unità di reddito (Kw) prodotta in tutta la vita della centrale.
La vita prevista della centrale è quella indicata dal costruttore.
Se prolunghiamo la vita di una centrale oltre quella prevista i costi della vita "regolare" non diminuiscono, mentre nella "vita aggiuntiva" avremo solo i costi di gestione ed eventualmente il delta per il decommissioning.

Qualsiasi macchina costruita per durare un certo periodo puo essere usata di più, e naturalmente in quel caso il costo unitario è basso, ma lo fai a tuo rischio e pericolo perchè le macchine vecchie si rompono.
Se vogliamo fare calcoli realistici dobbiamo utilizzare dati certi non possiamo dire: "le centrali nucleari costano meno perchè le faremo funzionare 20 anni dopo che saranno scadute"

O si?

Il documento riassuntivo postato è la revisione 2009 dello studio fatto nel 2003. Hanno aggiornato i dati di riferimento ma le logiche sono ancora valide.
Forse, dopo Fukushima, alcune logiche di sicurezza potrebbero essere variate, ma questo porterebbe ad un ulteriore aumento del costo nucleare, come sta succedendo alle centrali europee in costruzione.

Non penso che qualsiasi università metta insieme un team multidisciplinare di 10 docenti per fare uno studio di 180 pagine e vengano sbagliati i dati di partenza. Sarebbe troppo semplice confutarli.

Per favore, se non ci siamo capiti fin qui è inutile continuare, il docente di economia ha spiegato i principi economici e finanziari applicati in 26 pagine. Dubito che qui riusciamo a liquidarli in poche righe.
Forse ho sbagliato io a fare esempi troppo semplici.

Se digiti su google "AN INTERDISCIPLINARY MIT STUDY" ottieni 3.150.000 link a questo documento, che è diventato riferimento per molti altri studi che lo usano, non lo contestano. Vogliamo farlo qui?

Se non lo reputi credibile sei libero di farlo, ma dovresti produrre uno studio alternativo di pari validità, non numerelli calcolati con excel.

17-05-2011 01:07
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Dwalin
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RE: Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

non c'è 4000$ perchè nessuno ha proposto una macchina per 4000$, tutti dicono costi molto inferiori. quindi il MIT ha di molto sovrastimato i costi costruttivi.
poi ti ho detto con quel link che quelli sono i costi costruttivi, non quelli comprensivi anche degli interessi, che è ben'altra cosa

la centrale turca costa di meno perchè è un VVER, logica costruttiva totalmente differente, solo il fatto che ci siamo 6-8 generatori di vapore al posto dei 2-4 europei è un fatto significativo per quanto riguarda le logiche costruttive.

negli USA non è per nulla obbligatorio fare le torri di refrigerazione, solo nello stato di new york lo hanno reso obbligatorio, anche se gli studi fatti dalle società elettriche ed approvati dagli enti competenti abbiano dimostrato che non c'è alcuna modificazione della fauna dei fiumi, negli altri stati invece non è obbligatorio, e si va di caso in caso.



per lo studio, avevo sentito una critica ad esso, del MIT ha solo il bollino dell'università, come del resto quello studio della columbia university (?) che diceva che il foto costa meno del nucleare, ma che invece non ha mai visto un docente di quella università, ma qui ho solo letto questa critica e non ho riprove per nulla.

io personalmente non reputo credibile come lo reputi te alcuno studio di alcun genere, si doveva avere la fusione calda da decenni, dovremmo già aver superato il picco di hubbert del petrolio, i ghiacci si sarebbero già dovuti sciogliere tutti, sono in gran parte modellizzazioni che ti danno una strada, una tendenza, ma prenderli per un vangelo è sbagliato. il MIT poi è uno degli studi che ha dato per il nucleare i valori massimi dell'ultimo decennio mentre ha dato per gas e carbone i valori minimi.

per i link, non sono mica tutti per quello studio, infatti c'è anche "future of natural gas" e "future of coal".
se poi la prova della validità di qualsiasi studio sono i numeri calcolati con excel, bhè........intrigante.
io dico che non si deve tenere a mente un unico studio, leggiti quello OECD projected cost electricity generation, ha tutta una sezione sulla comparazione fra vari studi e, SOPRATTUTTO, è diviso per regioni geografiche.
http://www.iea.org/w/bookshop/add.aspx?id=403

17-05-2011 02:10
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sexyteo
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Messaggio: #74
RE:  Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:

A questo link:
http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nucl...te2009.pdf
c'è l'aggiornamento riassuntivo del 2009 di uno studio del MIT.
Il documento è redatto da una serie di professori del MIT fra cui professori di ingegneria nucleare, fisica, chimica, economia, scienze politiche.
Il documento originale è di 180 pagine, troppo complicato per essere studiato senza una gran quantità di tempo.


Soprattutto se uno è totalmente privo di competenze come te.

renato ha Scritto:

Vengono analizzati, in un modo estremamente più articolato e competente, gli spunti da me indicati, più molti altri. Sono analizzati una serie di ipotesi evolutive che tengono conto di elementi socio politici, produttivi, di mercato e tecnici.


Che tu non hai affatto letto e capito.

renato ha Scritto:

Il risultato pone come fonte più economica il carbone, seguito da metano, quindi dal nucleare.


Dimostri di non aver letto il rapporto del MIT, da te stesso linkato, seppur nella versione "ridotta".
Ma hai già dato ampio saggio di "linkaggio random", qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...53#pid2753
Entrando nel merito della questione, la tabella 1, Costs of Electric Generation Alternatives (di pagina 6), nell'aggiornamento (update), nel base case fornisce (LCOE - levelized cost of energy generation) il nucleare a 8,4 c$/KWh contro i 6,2 c$/KWh del carbone e 6,5 c$/KWh del gas (tab. 1, pag. 6), ma se si carica alle fossili il costo ambientale (le emissioni di gas serra), il gas aumenta a 7,4 c$/KWh mentre il carbone sale a ben 8,4 c$/KWh.
Se invece si calcola il costo costo livellizzato (LCOE) riferito all'energia elettronucleare, sempre secondo il rapporto MIT 2009, senza il risk premium (con un WACC, Weighted average cost of capital - costo medio ponderato del capitale, del 7,8 % anziché del 10 %, come nel caso di carbone e gas), il costo ti tale energia (nucleare) scende a 6,6 c$/KWh rimanendo assai inferiore al costo delle fossili a cui si includo i costi ambientali delle emissioni di di gas serra.
Come spiegato a pagina 9 del The Cost of New Generating Capacity in Perspective (Febbraio 2011) del N.E.I. (Nuclear Energy Institute):
http://www.nei.org/filefolder/WHITE_PAPE...ective.pdf
"The study (MIT 2009) shows that nuclear energy is cost-competitive at 6.6 c$/KWh (vs. 6.2 c$/KWh for coal and 6.5 c$/KWh for gas) if the technology risk premium is removed from the financing assumptions (i.e., when the first few plants have been built and investors are confident that they can be built to cost and schedule). The study also shows that nuclear plants become increasingly competitive as the price of carbon increases. The example provided in the report showed that a $25/ton carbon tax would increase the price of coal-fired generation to 8.3 c$/KWh and gas-firedgeneration to 7.5 c$/KWh (nuclear remains at 6.6 c$/KWh)".
Come mai il MIT non compara anche l'eolico e il solare (fotovoltaico e a concentrazione) con le fossili e il nucleare!?

renato ha Scritto:

Secondo me ciascuno di noi potrebbe produrre decine di documenti di eminenti scienziati e studiosi che affermano uno l'opposto dell'altro.


Questo tuo post è l'ennesima prova che quando qualche ignorante (scolasticamente parlando) e ideologizzato antinucleare, si attacca ai costi del nucleare, sa citare e male solo il MIT.
Il più autorevole e aggiornato rapporto sui costi della produzione di energia elettrica al mondo, è il Projected Costs of Generating Electricity - 2010 Edition della I.E.A. (International Energy Agency) e N.E.A. (Nuclear Energy Agency); funge anche da rassegna sistematica, in quanto riporta i costi del kWh stimati da diversi studi (MIT incluso), i dati reali riferiti a ogni Paese e la riduzione di anidride carbonica dovuta alle diverse tecnologie.
In breve, a pagina 18 (pag. 19 del pdf) e successiva, sono riportati i costi livellizzati delle varie fonti energetiche, riferite a 3 macro-regioni (nord america, Europa e Asia) ed in tutte e tre (nel caso del tasso di sconto del 5 %), il costo medio del nucleare é mediamente il più basso in assoluto (inferiore alle fossili, carbone e gas, e eolico), mentre risulta mediamente poco più alto del gas, solo nel caso con tasso di sconto (discount rate) del 10 % ed esclusivamente riferito alla macro-regione europea.
Nella tabella 3.7, Nuclear power plants: Levelised costs of electricity in US dollars per MWh (da pagina 59 a pagina 63 - da pag. 60 a pag. 64 del pdf), sono riportati i costi del nucleare e delle altre fonti (fossili e rinnovabili), riferiti ai singoli Paesi.
Il "caso" tedesco è emblematico (LCOE al 5 % e 10 % del tasso di sconto - discount rate):
• nucleare (PWR 1600) - 49,97 $/MWh (5 %) e 82,64 (10 %)
• carbone - da 68.06 $/MWh a 85.28 $/MWh (5 %) e 87.41 $/MWh a 109.61 $/MWh (10 %)
• gas - da 85.23 $/MWh a 118.77 $/MWh (5 %) e 92.81 $/MWh a 122.61 $/MWh (10 %)
• eolico - da 105.81 $/MWh a 137.94 $/MWh (5 %) e 142.96 $/MWh a 186.76 $/MWh (10 %)
• solare fotovoltaico - da 304.59 $/MWh a 352.31 $/MWh (5 %) e 439.77 $/MWh a 508.71 $/MWh (10 %)
• CHP (combined heat and power plants) - da (black coal) 38.37 $/MWh a (natural gas) 67.97 $/MWh (5 %) e (black coal) 61.48 $/MWh a (natural gas) 77.81 $/MWh (10 %)
si nota come l'energia elettronucleare tedesca costa sempre meno delle fossili (e ampiamente meno delle rinnovabili) ad esclusione del carbone nero in impianti combinati di calore e di energia elettrica!
Su quest'ultima tecnologia (CHP), si afferma (pagina 58 - pag. 59 del pdf) che: "The relative competitiveness of CHP depends primarily on the value of the heat generated. This heat value varies widely according to country and the nature of the energy service provided" e va precisato (pagina 65 - pag. 66 del pdf) che "The cost components that compose the LCOE bars are the following: investment costs, (Investment costs are slightly different from Tables 3.7a to 3.7g in Section 3.2, where investment costs only include overnight costs and interest during construction. Here investment costs include also the costs for refurbishment and decommissioning. The latter are too small for graphically plotting them as separate categories) operations and maintenance costs, fuel costs, carbon costs, waste management costs, decommissioning costs and a heat credit for combined-heat and power plants, CHP (Consistent with the LCOE methodology, total CO2 emissions for CHP as well as their costs have been allocated to electricity output only. While this raises carbon costs for electricity, it also raises the credit for heat output, from which no carbon costs are subtracted. The deduction from gross electricity costs is thus higher. The difference between allocating carbon cost to electricity only or splitting it between electricity and heat is thus second-order.), that is indicated as a negative cost and hence a benefit to the operator (see Chapter 2 on “Methodology, Conventions and Key Assumptions” for further details). The segments for carbon costs and the CHP heat credit are shaded rather than in solid colours. The CHP heat credit pertains to a value determined outside of the electricity generating costs in this study. In the case of carbon costs, this is to indicate that these costs reflect a specific policy decision to price carbon, which has not been taken in all the countries surveyed. As noted earlier, one of the key assumptions is that the carbon cost is fixed for the lifetime of the plant at USD 30 per tonne of CO2".
La tabella 4 (da pagina 90 a pagina 97 - da pag. 91 a pag. 98 del pdf), Country-by-country data on electricity generating costs for mainstream technologies, vi é una comparazione tra i costi (sia al 5 % che al 10% del discount rate) del nucleare, fossili e rinnovabili, riferiti ai singoli Paesi. E' fondamentale, la tabella 6.1 (pagina 105 - pag. 106 del pdf), Median case (o la tabella 5.2: Median case specifications summary di pagina 103 - pag. 104 del pdf), la quale riporta i dati "medi" sul costo livellizzato (LCOE) e sulle voci che lo compongono: emerge chiaramente, che con un tasso di sconto del 5 % il nucleare sia la fonte più conveniente in assoluto, mentre con un tasso di sconto del 10 % il più conveniente è il carbone ma senza cattura di CO2! Interessante notare, che anche levando il costo ambientale dal moderno gas a ciclo combinato (CCGT - combined cycle gas turbine), nel caso di un tasso del 5 % risulta sempre meno conveniente del nucleare!
Da pagina 196 a pagina 198 (da pag. 197 a pag. 199 del pdf) vi sono riportate le stime dei diversi studi (MIT 2009, incluso) sul costo livellizzato del nucleare e dele fossili.
Da segnalare che a pagina 179 (180 del pdf) é riportato il contributo di emissioni di CO2 dalla varie tencologie di produzione elettrica e nella pagina successiva gli scenari di produzione al 2050, ma di questo, ne ho già parlato abbondantemente qui (da cui è possibile scaricare il rapporto in questione):
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...841#pid841
e qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...866#pid866
Tale rapporto è riassunto, nei suoi dati salienti, qui:
http://www.world-nuclear.org/info/inf02.html

renato ha Scritto:

La fonte più economica in assoluto al momento è il carbone


Questo lo dici tu.

renato ha Scritto:

ma penso anche che sia estremamente inquinante, anche le cosiddette "centrali a carbone pulito". Finchè non si troverà un modo di risolvere i vari tipi di inquinamento che questo combustibile comporta (comprese le ceneri radioattive), io sarò contrario. Se mai troveranno il modo di renderlo veramente pulito, probabilmente i costi di produzione aumenteranno e si allineeranno a quelli delle altre fonti.


Il carbone è una fonte fossile, come il gas, ha quindi emissioni inesorabili in atmosfera che possono solo essere limitate.
Vale sempre quello che ti ho detto qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...27#pid2327

renato ha Scritto:

Il fatto è che tutti, con riferimento a nucleare e gas, danno delle differenze minime che a mio avviso non influenzerebbero minimamente il prezzo al consumo.


Questo lo dici tu.
La differenza essenziale tra produrre energia elettrica per fonte nucleare e a gas é che, nel caso del nucleare, la maggior parte del costo del kWh é data dal costo finanziario dell'impianto stesso (Investment costs), in misura inferiore i costi operativi e di manutenzione, mentre incidono in minima parte il combustibile (fissile); al contrario, nel caso del gas (e in parte vale anche per il carbone), la maggior parte del costo del kWh é data dal combustibile stesso, mentre incide assai meno il costo dell'impianto e i costi operativi e di manutenzione, come illustrato a pagina 18, di questo interessante documento della I.A.E.A. (International Atomic Energy Agency), intitolato NPP Costs (Capital, O&M and Fuel Costs) Calculation of LUEC (Technical Cooperation Workshop on Nuclear Power Plant Technology Assessment Vienna, November 17-20, 2008):
http://www.iaea.org/NuclearPower/Downloa...nzalez.pdf
Si vedano i dati riferiti al Overnight cost ($/kW), O&M ($/MWh) e Fuel cost ($/MWh) riportati nella già citata tabella 6.1, Median case (pagina 105 - pag. 106 del pdf), e i dati per ogni singolo Paese riportati graficamente (in istogrammi) nel capitolo 4 (da pagina 66 a pagina 88 - da pag. 67 a pag. 89).
Ciò pone interrogativi sul costo futuro del kWh basato sulle fossili e sopratutto sul gas (assai meno diffuso del carbone e presente in aree geopoliticamente instabili) a causa della difficile previsione a medio e lungo termine del costo del gas stesso!
I costi operativi e di manutenzione (O. & M.), sono così ulteriormente ripartiti, come esemplificato nella figura 12 (Example of O&M cost structure) del documento Integrated approach to optimize operation and maintenance costs for operating nuclear power plants della I.A.E.A. (Giugno 2006):
http://www-pub.iaea.org/MTCD/publication...09_web.pdf
Infatti, un aumento del tasso di sconto incide di più sul costo livellizzato (LCOE) di produzione di energie elettronucleare in quanto ha un costo (Overnight cost) di investimento (essenzialmente di costruzione) più elevato delle fossili (sopratutto per il gas), come illustrato nella figura 6.7 (LCOE as a function of the discount rate) di pagina 112 (pag. 113 del pdf) e nella figura 6.8 (The ratio of investment cost to total costs as a function of the discount rate) di pagina 113 (pag. 114 del pdf) e nei grafici di pagina 156 e 157 (pag. 157 e 158 del pdf), Impact of corporate taxes at 5% discount rate and 50% equity finance e Impact of corporate taxes at 10% basic discount rate and 50% equity finance.
Analogamente, l'aumento del costo di costruzione incide di più sul costo livellizzato (LCOE) del nucleare (ma anche sulle rinnovabili) rispetto alle fossili; a tal proposito si vedano i grafici LCOE as a function of a 30% construction cost increase, di pagina 119 (pag. 120 del pdf), entrambi calcolati con un discount rate del 5 % e del 10 %. Così pure, i ritardi di costruzione incidono maggiormente sulle fonti con elevati costi di investimento come il nucleare, il carbone con cattura di co2 (Coal w/CCS - Carbon capture and storage) e le rinnovabili (eolico e solare), come mostrato nel grafici LCOE as a function of a variation in the construction period riferiti sempre nei 2 casi di 5 % e 10 % di discount rate (pagina 120 - pag. 121 del pdf).
I costi ambientali delle fossili, quindi la produzione di CO2, incidono sui costi livellizzati (LCOE) di carbone e gas, come illustrato nel paragrafo 6.2.3 intitolato Carbon costs (pagina 117 e successiva - pag. 118 e successiva).
Valori elevati di load factor (The load factor of a power plant indicates the ratio of the electrical energy produced by a plant and the theoretical maximum that could be produced at non-interrupted power generation), rendono più competitivo il nucleare rispetto alle fossili, come illustrato nel paragrafo 6.2.5 intitolato [/i]Load factors[/i] (pagina 121 - pag. 122).
Però, in caso di aumento, anche elevato, del combustibile, la produzione per fonte elettronucleare dimostra un costo livellizzato (LCOE) praticamente costante, al contrario del carbone e sopratutto del gas, come rappresentato nei 4 grafici di pagina 115 (pag. 116 del pdf), LCOE as a function of fuel cost variation e Share of fuel cost over total LCOE calculated (entrambi calcolati con un discount rate del 5 % e del 10 %).

renato ha Scritto:

Come tutti saprete, le tariffe elettriche sono stabilite dalla borsa elettrica (ho fatto una consuleza a Sorgenia e qualcosina l'ho capita).
Quindi, quando un operatore immette in rete energia, accetta di venderla in funzione dell'andamento finanziario della commodity, non del costo di produzione.


Chissà a che titolo avresti fatto questa fantomatica "consulenza"!
Di sicuro non hai capito nulla!
Il costo dell'energia elettrica, è ovviamente stabilito dalla borsa elettrica e dall'incontro tra domanda e offerta!
Ciò è ben spiegato in questo documento del G.S.E. (Gestore servizi energetici):
http://www.gse.it/media/ConvegniEventi/P...TTRICA.pdf
e in questo documento del G.M.E. (Gestore dei Mercati Elettrici):
http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuB...ttrica.pdf
meno ufficialità, ha questa dispensa universitaria:
http://www2.dse.unibo.it/mmotta/Teaching...ttrico.ppt
qui è spiegato in poche parole:
http://www.bcp-energia.it/normativa/mercato_energia.php


renato ha Scritto:

Chiunque ci dica che le tariffe elettriche possono essere influenzate da un tipo o l'altro di centrale ci dice il falso.


Sei tu che non hai capito nulla!

renato ha Scritto:

Le differenze di costo dell'elettricità dei vari paesi dipendono in gran parte dalle accise e dai costi di distribuzione (Terna per l'Italia).
Perchè poi in Italia il costo di distribuzione incida quasi per la metà non sono in gradi di dirlo, ma mi piacerebbe saperlo.


Ennessima "perla di un pirla".
Analizzando il costo del kWh, anche senza tasse/accise (Without tax), l'Italia ha il costo più elevato in assoluto per i cittadini e tra i costi più elevati per le imprese (è seconda solo a Cipro - CY) nell'Unione Europea (EU-27):
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/I...046-EN.PDF
Ne avevo già parlato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...858#pid858
"Con la completa realizzazione degli interventi previsti nel Piano di Sviluppo 2010, la diminuzione delle perdite alla punta potrebbe raggiungere un valore di potenza di 200 MW, cui corrisponde una riduzione delle perdite di energia nella rete valutata in circa 1.200 GWh/anno":
http://www.terna.it/default/Home/AZIENDA...sioni.aspx
Le perdite rappresentano alcuni punti percentuali, precisamente intorno al 6 % (per il 2008), come riportato in questo documento di TERNA (pag. 4):
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?filet...p;mid=2501
ciò è leggermente inferiore agli altri Paesi dell'Unione Europea (EU-27): è sufficiente interrogare il database della I.E.A., in quanto alla voce Losses sono riportate le perdite e si può così calcolare la percentuale sulla Total Production:
http://www.iea.org/stats/electricitydata...RY_CODE=18
EU-27 = 6,4 % (circa)
Alcuni esempi sulle perdite nella rete elettrica (dati I.E.A. 2008):
Francia = 5,7 % (circa)
Germania = 4,7 % (circa)
Regno Unito = 7,2 % (circa)
U.S.A. = 5,6 % (circa)
Giappone = 4,7 % (circa)
Per l'Italia, si veda qui ulteriormente:
http://www.autorita.energia.it/allegati/...051021.pdf

renato ha Scritto:

A fronte di queste considerazioni mi piacerebbe ancora una volta cercare di fare una sintesi ed affermare:


Più che di considerazioni si tratta di farneticazioni!

renato ha Scritto:

Il costo di produzione a Kwh NON è un buon motivo per scegliere una centrale piuttosto che un'altra.


Bene, mettiamoci anche le emissioni di CO2 e di sostanza inquinanti e particolato e geoplitica. Chi vince!?

renato ha Scritto:

Se non siete daccordo parliamone, altrimenti vorrei fare un riepilogo delle altre considerazioni fin qui emerse.


Ma di cosa vuoi parlare!? Non sai quel che dici!

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 22:17 da magnesium.

21-05-2011 16:15
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Messaggio: #75
RE:   Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

sexyteo ha Scritto:

Questo tuo post è l'ennesima prova che quando qualche ignorante (scolasticamente parlando) e ideologizzato antinucleare, si attacca ai costi del nucleare ...

Egregio "stupido" (umanamente parlando).
Solo perchè hai vinto il premio "Finanziere dell'anno" al club delle giovani marmotte pensi di essere un esperto anche in questo e di poter fare fanta-economia?

Il costo di una centrale nucleare è maggiore di altre centrali.
I tempi di costruzione sono maggiori.
I già alti tempi di costruzione delle centrali nucleari europee si sono ulteriormente dilatati.
I già alti costi delle centrali nucleari europee sono ulteriormente aumentati.
La Germania ha dichiarato il progressivo abbandono del nucleare e la chiusura immediata di alcune centrali.
Il Giappone ha dichiarato la revisione del piano di sviluppo nucleare.
L'italia è in "pausa di riflessione" per un anno.
L'incidente di Fukushima ha creato incertezze nell'opinione pubblica mondiale.
Le azioni di tutte le società "nucleari" negli ultimi tre anni hanno subito perdite minime del 30%.
Le azioni Tepco hanno subito perdite dell'80%
La tepco rischia il fallimento, senza l'intervento statale.

Ora, dato che sei un esperto, mi spieghi per quale grazia divina un qualsiasi investitore dovrebbe pensare di ridurre il Risk Factor o addirittura azzerarlo, come proponi tu?

Cosa credi? che le banche siano Babbo Natale?

Se pensi che qualcuna delle affermazioni sopra citate sia falsa toglila pure, il risultato non cambia.
Se non ti va bene vallo a spiegare agli economisti, questo è il mondo reale.

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 22:57 da renato.

22-05-2011 22:56
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Messaggio: #76
RE:  Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:

A questo link:
http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nucl...te2009.pdf
c' l'aggiornamento riassuntivo del 2009 di uno studio del MIT.
Il documento  redatto da una serie di professori del MIT fra cui professori di ingegneria nucleare, fisica, chimica, economia, scienze politiche.
Il documento originale  di 180 pagine, troppo complicato per essere studiato senza una gran quantit di tempo.


Soprattutto se uno è totalmente privo di competenze come te.

renato ha Scritto:

Vengono analizzati, in un modo estremamente pi articolato e competente, gli spunti da me indicati, pi molti altri. Sono analizzati una serie di ipotesi evolutive che tengono conto di elementi socio politici, produttivi, di mercato e tecnici.


Che tu non hai affatto letto e capito.

renato ha Scritto:

Il risultato pone come fonte pi economica il carbone, seguito da metano, quindi dal nucleare.


Dimostri di non aver letto il rapporto del MIT, da te stesso linkato, seppur nella versione "ridotta".
Ma hai già dato ampio saggio di "linkaggio random", qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...53#pid2753
Entrando nel merito della questione, la tabella 1, Costs of Electric Generation Alternatives (di pagina 6), nell'aggiornamento (update), nel base case fornisce (LCOE - levelized cost of energy generation) il nucleare a 8,4 c$/KWh contro i 6,2 c$/KWh del carbone e 6,5 c$/KWh del gas (tab. 1, pag. 6), ma se si carica alle fossili il costo ambientale (le emissioni di gas serra), il gas aumenta a 7,4 c$/KWh mentre il carbone sale a ben 8,4 c$/KWh.
Se invece si calcola il costo costo livellizzato (LCOE) riferito all'energia elettronucleare, sempre secondo il rapporto MIT 2009, senza il risk premium (con un WACC, Weighted average cost of capital - costo medio ponderato del capitale, del 7,8 % anzichè del 10 %, come nel caso di carbone e gas), il costo di tale energia (nucleare) scende a 6,6 c$/KWh rimanendo assai inferiore al costo delle fossili a cui si includo i costi ambientali delle emissioni di di gas serra.
Come spiegato a pagina 9 del The Cost of New Generating Capacity in Perspective (Febbraio 2011) del N.E.I. (Nuclear Energy Institute):
http://www.nei.org/filefolder/WHITE_PAPE...ective.pdf
"The study (MIT 2009) shows that nuclear energy is cost-competitive at 6.6 c$/KWh (vs. 6.2 c$/KWh for coal and 6.5 c$/KWh for gas) if the technology risk premium is removed from the financing assumptions (i.e., when the first few plants have been built and investors are confident that they can be built to cost and schedule). The study also shows that nuclear plants become increasingly competitive as the price of carbon increases. The example provided in the report showed that a $25/ton carbon tax would increase the price of coal-fired generation to 8.3 c$/KWh and gas-firedgeneration to 7.5 c$/KWh (nuclear remains at 6.6 c$/KWh)".
Come mai il MIT non compara anche l'eolico e il solare (fotovoltaico e a concentrazione) con le fossili e il nucleare!?

renato ha Scritto:

Secondo me ciascuno di noi potrebbe produrre decine di documenti di eminenti scienziati e studiosi che affermano uno l'opposto dell'altro.


Questo tuo post è l'ennesima prova che quando qualche ignorante (scolasticamente parlando) e ideologizzato antinucleare, si attacca ai costi del nucleare, sa citare e male solo il MIT.
Il più autorevole e aggiornato rapporto sui costi della produzione di energia elettrica al mondo, è il Projected Costs of Generating Electricity - 2010 Edition della I.E.A. (International Energy Agency) e N.E.A. (Nuclear Energy Agency); funge anche da rassegna sistematica, in quanto riporta i costi del kWh stimati da diversi studi (MIT incluso), i dati reali riferiti a ogni Paese e la riduzione di anidride carbonica dovuta alle diverse tecnologie.
In breve, a pagina 18 (pag. 19 del pdf) e successiva, sono riportati i costi livellizzati delle varie fonti energetiche, riferite a 3 macro-regioni (nord-America, Europa e Asia) ed in tutte e tre (nel caso del tasso di sconto del 5 %), il costo medio del nucleare è mediamente il più basso in assoluto (inferiore alle fossili, carbone e gas, e eolico), mentre risulta mediamente poco più alto del gas, solo nel caso con tasso di sconto (discount rate) del 10 % ed esclusivamente riferito alla macro-regione europea.
Nella tabella 3.7, Nuclear power plants: Levelised costs of electricity in US dollars per MWh (da pagina 59 a pagina 63 - da pag. 60 a pag. 64 del pdf), sono riportati i costi del nucleare e delle altre fonti (fossili e rinnovabili), riferiti ai singoli Paesi.
Il "caso" tedesco è emblematico (LCOE al 5 % e 10 % del tasso di sconto - discount rate):
• nucleare (PWR 1600) - 49,97 $/MWh (5 %) e 82,64 (10 %)
• carbone - da 68.06 $/MWh a 85.28 $/MWh (5 %) e 87.41 $/MWh a 109.61 $/MWh (10 %)
• gas - da 85.23 $/MWh a 118.77 $/MWh (5 %) e 92.81 $/MWh a 122.61 $/MWh (10 %)
• eolico - da 105.81 $/MWh a 137.94 $/MWh (5 %) e 142.96 $/MWh a 186.76 $/MWh (10 %)
• solare fotovoltaico - da 304.59 $/MWh a 352.31 $/MWh (5 %) e 439.77 $/MWh a 508.71 $/MWh (10 %)
• CHP (combined heat and power plants) - da (black coal) 38.37 $/MWh a (natural gas) 67.97 $/MWh (5 %) e (black coal) 61.48 $/MWh a (natural gas) 77.81 $/MWh (10 %)
si nota come l'energia elettronucleare tedesca costa sempre meno delle fossili (e ampiamente meno delle rinnovabili) ad esclusione del carbone nero in impianti combinati di calore e di energia elettrica (CHP)!
Su quest'ultima tecnologia (CHP), si afferma (pagina 58 - pag. 59 del pdf) che: "The relative competitiveness of CHP depends primarily on the value of the heat generated. This heat value varies widely according to country and the nature of the energy service provided" e va precisato (pagina 65 - pag. 66 del pdf) che "The cost components that compose the LCOE bars are the following: investment costs, (Investment costs are slightly different from Tables 3.7a to 3.7g in Section 3.2, where investment costs only include overnight costs and interest during construction. Here investment costs include also the costs for refurbishment and decommissioning. The latter are too small for graphically plotting them as separate categories) operations and maintenance costs, fuel costs, carbon costs, waste management costs, decommissioning costs and a heat credit for combined-heat and power plants, CHP (Consistent with the LCOE methodology, total CO2 emissions for CHP as well as their costs have been allocated to electricity output only. While this raises carbon costs for electricity, it also raises the credit for heat output, from which no carbon costs are subtracted. The deduction from gross electricity costs is thus higher. The difference between allocating carbon cost to electricity only or splitting it between electricity and heat is thus second-order.), that is indicated as a negative cost and hence a benefit to the operator (see Chapter 2 on Methodology, Conventions and Key Assumptions for further details). The segments for carbon costs and the CHP heat credit are shaded rather than in solid colours. The CHP heat credit pertains to a value determined outside of the electricity generating costs in this study. In the case of carbon costs, this is to indicate that these costs reflect a specific policy decision to price carbon, which has not been taken in all the countries surveyed. As noted earlier, one of the key assumptions is that the carbon cost is fixed for the lifetime of the plant at USD 30 per tonne of CO2".
Nela tabella 4 (da pagina 90 a pagina 97 - da pag. 91 a pag. 98 del pdf), Country-by-country data on electricity generating costs for mainstream technologies, vi è una comparazione tra i costi (sia al 5 % che al 10% del discount rate) del nucleare, fossili e rinnovabili, riferiti ai singoli Paesi. E' fondamentale, la tabella 6.1 (pagina 105 - pag. 106 del pdf), Median case (o la tabella 5.2: Median case specifications summary di pagina 103 - pag. 104 del pdf), la quale riporta i dati "medi" sul costo livellizzato (LCOE) e sulle voci che lo compongono: emerge chiaramente, che con un tasso di sconto del 5 % il nucleare sia la fonte più conveniente in assoluto, mentre con un tasso di sconto del 10 % il più conveniente è il carbone ma senza cattura di CO2! Interessante notare, che anche levando il costo ambientale dal moderno gas a ciclo combinato (CCGT - combined cycle gas turbine), nel caso di un tasso del 5 % risulta sempre meno conveniente del nucleare!
Da pagina 196 a pagina 198 (da pag. 197 a pag. 199 del pdf) vi sono riportate le stime dei diversi studi (MIT 2009, incluso) sul costo livellizzato del nucleare e delle fossili.
Da segnalare che a pagina 179 (180 del pdf) è riportato il contributo di emissioni di CO2 dalle varie tecnologie di produzione elettrica e nella pagina successiva gli scenari di produzione al 2050, ma di questo, ne ho già parlato abbondantemente qui (da cui è possibile scaricare il rapporto in questione):
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...841#pid841
e qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...866#pid866
Tale rapporto è riassunto, nei suoi dati salienti, qui:
http://www.world-nuclear.org/info/inf02.html

renato ha Scritto:

La fonte più economica in assoluto al momento è il carbone


Questo lo dici tu.

renato ha Scritto:

ma penso anche che sia estremamente inquinante, anche le cosiddette "centrali a carbone pulito". Finchè non si troverà un modo di risolvere i vari tipi di inquinamento che questo combustibile comporta (comprese le ceneri radioattive), io sarò contrario. Se mai troveranno il modo di renderlo veramente pulito, probabilmente i costi di produzione aumenteranno e si allineeranno a quelli delle altre fonti.


Il carbone è una fonte fossile, come il gas, ha quindi emissioni inesorabili in atmosfera che possono solo essere limitate.
Vale sempre quello che ti ho detto qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...27#pid2327

renato ha Scritto:

Il fatto è che tutti, con riferimento a nucleare e gas, danno delle differenze minime che a mio avviso non influenzerebbero minimamente il prezzo al consumo.


Questo lo dici tu.
La differenza essenziale tra produrre energia elettrica per fonte nucleare e a gas è che, nel caso del nucleare, la maggior parte del costo del kWh è data dal costo finanziario dell'impianto stesso (Investment costs), in misura inferiore i costi operativi e di manutenzione, mentre incidono in minima parte il combustibile (fissile); al contrario, nel caso del gas (e in parte vale anche per il carbone), la maggior parte del costo del kWh è data dal combustibile stesso, mentre incide assai meno il costo dell'impianto e i costi operativi e di manutenzione, come illustrato a pagina 18, di questo interessante documento della I.A.E.A. (International Atomic Energy Agency), intitolato NPP Costs (Capital, O&M and Fuel Costs) Calculation of LUEC (Technical Cooperation Workshop on Nuclear Power Plant Technology Assessment Vienna, November 17-20, 2008):
http://www.iaea.org/NuclearPower/Downloa...nzalez.pdf
e in questo documento del CeSSA (Coordinating Energy Security in Supply Activities, è un ente facente parte dell'Unione Europea), intitolato Can Nuclear Power Be Flexible? (di Laurent Pouret e William J. Nuttall, entrambi della Università Cambridge), il grafico di pagina 11:
http://www.cessa.eu.com/sd_papers/wp/wp2...uttall.pdf
Si vedano i dati riferiti al Overnight cost ($/kW), O&M ($/MWh) e Fuel cost ($/MWh) riportati nella già citata tabella 6.1, Median case (pagina 105 - pag. 106 del pdf), e i dati per ogni singolo Paese riportati graficamente (in istogrammi) nel capitolo 4 (da pagina 66 a pagina 88 - da pag. 67 a pag. 89).
Ciò pone interrogativi sul costo futuro del kWh basato sulle fossili e sopratutto sul gas (assai meno diffuso del carbone e presente in aree geopoliticamente instabili) a causa della difficile previsione a medio e lungo termine del costo del gas stesso!
I costi operativi e di manutenzione (O. & M.), sono così ulteriormente ripartiti, come esemplificato nella figura 12 (Example of O&M cost structure) del documento Integrated approach to optimize operation and maintenance costs for operating nuclear power plants della I.A.E.A. (Giugno 2006):
http://www-pub.iaea.org/MTCD/publication...09_web.pdf
Infatti, un aumento del tasso di sconto incide di più sul costo livellizzato (LCOE) di produzione di energia elettronucleare in quanto ha un costo (Overnight cost) di investimento (essenzialmente di costruzione) più elevato delle fossili (sopratutto per il gas), come illustrato nella figura 6.7 (LCOE as a function of the discount rate) di pagina 112 (pag. 113 del pdf) e nella figura 6.8 (The ratio of investment cost to total costs as a function of the discount rate) di pagina 113 (pag. 114 del pdf) e nei grafici di pagina 156 e 157 (pag. 157 e 158 del pdf), Impact of corporate taxes at 5% discount rate and 50% equity finance e Impact of corporate taxes at 10% basic discount rate and 50% equity finance.
Analogamente, l'aumento del costo di costruzione incide di più sul costo livellizzato (LCOE) del nucleare (ma anche sulle rinnovabili) rispetto alle fossili; a tal proposito si vedano i grafici LCOE as a function of a 30% construction cost increase, di pagina 119 (pag. 120 del pdf), entrambi calcolati con un discount rate del 5 % e del 10 %. Così pure, i ritardi di costruzione incidono maggiormente sulle fonti con elevati costi di investimento come il nucleare, il carbone con cattura di co2 (Coal w/CCS - Carbon capture and storage) e le rinnovabili (eolico e solare), come mostrato nel grafici LCOE as a function of a variation in the construction period riferiti sempre nei 2 casi di 5 % e 10 % di discount rate (pagina 120 - pag. 121 del pdf).
I costi ambientali delle fossili, quindi la produzione di CO2, incidono sui costi livellizzati (LCOE) di carbone e gas, come illustrato nel paragrafo 6.2.3 intitolato Carbon costs (pagina 117 e successiva - pag. 118 e successiva).
Valori elevati di load factor (The load factor of a power plant indicates the ratio of the electrical energy produced by a plant and the theoretical maximum that could be produced at non-interrupted power generation), rendono più competitivo il nucleare rispetto alle fossili, come illustrato nel paragrafo 6.2.5 intitolato [/i]Load factors[/i] (pagina 121 - pag. 122).
Però, in caso di aumento, anche elevato, del combustibile, la produzione per fonte elettronucleare dimostra un costo livellizzato (LCOE) praticamente costante, al contrario del carbone e soprattutto del gas, come rappresentato nei 4 grafici di pagina 115 (pag. 116 del pdf), LCOE as a function of fuel cost variation e Share of fuel cost over total LCOE calculated (entrambi calcolati con un discount rate del 5 % e del 10 %).

renato ha Scritto:

Come tutti saprete, le tariffe elettriche sono stabilite dalla borsa elettrica (ho fatto una consuleza a Sorgenia e qualcosina l'ho capita).
Quindi, quando un operatore immette in rete energia, accetta di venderla in funzione dell'andamento finanziario della commodity, non del costo di produzione.


Chissà a che titolo avresti fatto questa fantomatica "consulenza"!
Di sicuro non hai capito nulla!
Il costo dell'energia elettrica, è ovviamente stabilito dalla borsa elettrica e dall'incontro tra domanda e offerta!
Ciò è ben spiegato in questo documento del G.S.E. (Gestore servizi energetici):
http://www.gse.it/media/ConvegniEventi/P...TTRICA.pdf
e in questo documento del G.M.E. (Gestore dei Mercati Elettrici):
http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuB...ttrica.pdf
meno ufficialità, ha questa dispensa universitaria:
http://www2.dse.unibo.it/mmotta/Teaching...ttrico.ppt
qui è spiegato in poche parole:
http://www.bcp-energia.it/normativa/mercato_energia.php


renato ha Scritto:

Chiunque ci dica che le tariffe elettriche possono essere influenzate da un tipo o l'altro di centrale ci dice il falso.


Sei tu che non hai capito nulla! L'ho dimostrato ampiamente.

renato ha Scritto:

Le differenze di costo dell'elettricit dei vari paesi dipendono in gran parte dalle accise e dai costi di distribuzione (Terna per l'Italia).
Perch poi in Italia il costo di distribuzione incida quasi per la met non sono in gradi di dirlo, ma mi piacerebbe saperlo.


Ennessima "perla di un pirla".
Analizzando il costo del kWh, anche senza tasse/accise (Without tax), l'Italia ha il costo più elevato in assoluto per i cittadini e tra i costi più elevati per le imprese (è seconda solo a Cipro - CY) nell'Unione Europea (EU-27):
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/I...046-EN.PDF
Ne avevo gi parlato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...858#pid858
"Con la completa realizzazione degli interventi previsti nel Piano di Sviluppo 2010, la diminuzione delle perdite alla punta potrebbe raggiungere un valore di potenza di 200 MW, cui corrisponde una riduzione delle perdite di energia nella rete valutata in circa 1.200 GWh/anno":
http://www.terna.it/default/Home/AZIENDA...sioni.aspx
Le perdite rappresentano alcuni punti percentuali, precisamente intorno al 6 % (per il 2008), come riportato in questo documento di TERNA (pag. 4):
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?filet...p;mid=2501
ciò è, tra l'altro, leggermente inferiore agli altri Paesi dell'Unione Europea (EU-27): è sufficiente interrogare il database della I.E.A., in quanto alla voce Losses sono riportate le perdite e si può così calcolare la percentuale sulla Total Production:
http://www.iea.org/stats/electricitydata...RY_CODE=18
EU-27 = 6,4 % (circa)
Alcuni esempi sulle perdite nella rete elettrica (dati I.E.A. 2008):
Francia = 5,7 % (circa)
Germania = 4,7 % (circa)
Regno Unito = 7,2 % (circa)
U.S.A. = 5,6 % (circa)
Giappone = 4,7 % (circa)
Per l'Italia, si veda qui ulteriormente:
http://www.autorita.energia.it/allegati/...051021.pdf

renato ha Scritto:

A fronte di queste considerazioni mi piacerebbe ancora una volta cercare di fare una sintesi ed affermare:


Più che di considerazioni si tratta di farneticazioni!

renato ha Scritto:

Il costo di produzione a Kwh NON  un buon motivo per scegliere una centrale piuttosto che un'altra.


Bene, mettiamoci anche le emissioni di CO2 e di sostanza inquinanti e particolato e geoplitica. Chi vince!?

renato ha Scritto:

Se non siete daccordo parliamone, altrimenti vorrei fare un riepilogo delle altre considerazioni fin qui emerse.


Ma di cosa vuoi parlare!? Non sai quel che dici!

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 23:39 da sexyteo.

22-05-2011 23:15
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RE:   Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

sexyteo ha Scritto:

...

E inutile che ripeti all'infinito i tuoi post.
Sei bravo a fare copia-incolla, l'abbiamo capito.
La mia risposta è qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...97#pid2897

22-05-2011 23:19
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RE:    Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:

Egregio "stupido" (umanamente parlando).
Solo perchè hai vinto il premio "Finanziere dell'anno" al club delle giovani marmotte pensi di essere un esperto anche in questo e di poter fare fanta-economia?


Mi fai pena!

renato ha Scritto:

Il costo di una centrale nucleare è maggiore di altre centrali.
I tempi di costruzione sono maggiori.


Ma il kWh nucleare costa di sicuro meno del gas (te l'ho dimostrato ampiamente) ed è al massimo simile al carbone senza cattura di CO2.
Una moderna centrale nucleare è realizzata per funzionare almeno 60 anni, lo stesso non si può dire per il tuo amato gas o per il carbone.

renato ha Scritto:

I già alti tempi di costruzione delle centrali nucleari europee si sono ulteriormente dilatati.


Fonte!?

renato ha Scritto:

I già alti costi delle centrali nucleari europee sono ulteriormente aumentati.


Fonte!?

renato ha Scritto:

La Germania ha dichiarato il progressivo abbandono del nucleare e la chiusura immediata di alcune centrali.


Lo dice da oltre 10 anni ma continua a tenersele strette, dato che ti ho dimostrato che in Germania, il nucleare è economicamente conveniente e dato che la Germania ha un sistema energetico con elevate emissioni (ti ho già snocciolato questi dati) non può sostituirlo con altre fossili (va già a "manetta" col carbone!)!

renato ha Scritto:

Il Giappone ha dichiarato la revisione del piano di sviluppo nucleare.


Vedremo. La Fonte!?

renato ha Scritto:

L'italia è in "pausa di riflessione" per un anno.


L'Italia ha scelto di non scegliere da 25 anni a questa parte.

renato ha Scritto:

L'incidente di Fukushima ha creato incertezze nell'opinione pubblica mondiale.


Tra gli ignoranti manipolati e manipolobili come te.

renato ha Scritto:

Le azioni di tutte le società "nucleari" negli ultimi tre anni hanno subito perdite minime del 30%.


Fonte!?

renato ha Scritto:

Le azioni Tepco hanno subito perdite dell'80%
La tepco rischia il fallimento, senza l'intervento statale.


Più che delle azioni, la Tepco è preoccupata per aver perso 6 reattori!

renato ha Scritto:

Ora, dato che sei un esperto, mi spieghi per quale grazia divina un qualsiasi investitore dovrebbe pensare di ridurre il Risk Factor o addirittura azzerarlo, come proponi tu?


Se mi chiedi di azzerarlo, sei un ignorante colossale. Il rischio esiste in qualsiasi attività umana. Si può solo ridurre. In un prossimo topic, spiegherò il concetto di rischio e la comparazione di quello nucleare con altre attività industriali e non. Per i beoti come te, sono concetti inarrivabili.

renato ha Scritto:

Cosa credi? che le banche siano Babbo Natale?


Io credo a ciò che ho studiato e letto, tu non puoi che credere alle stupidaggini propinate dai media (tv, quotidiani, siti alternativi, ecc...).

renato ha Scritto:

Se pensi che qualcuna delle affermazioni sopra citate sia falsa toglila pure, il risultato non cambia.
Se non ti va bene vallo a spiegare agli economisti, questo è il mondo reale.


Il Projected Costs of Generating Electricity - 2010 Edition della I.E.A. (International Energy Agency) e N.E.A. (Nuclear Energy Agency), chi pensi l'abbia scritto... la befana!? Sai chi è Fatih Birol!?

Messaggio modificato il: 22-05-2011 alle 23:56 da sexyteo.

22-05-2011 23:35
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Messaggio: #79
RE:     Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

@sexyteo
Non hai capito:
dal punto di vista finanziario non è importante che la germania o il Giappone lo facciano.
E' sufficiente che lo dichiarino per generare "incertezza" nei mercati finanziari ed aumentare il Risk Factor.
Finche dura l'emergenza Fukushima il Risk factor si mantiene alto.

La durata dell'investimento (se vogliamo banalizzare il tempo che intercorre dall'inizio dei lavori a quando l'utile della centrale ha restituito il capitale iniziale più gli interessi) determina una variazione del risk factor. Per cui il risk-factor del nucleare sarà sempre piu alto di qualsiasi investimento che dura meno.

Lo stesso vale per i costi di costruzione.

L'aumento di tempi e costi in fase di costruzione peggiora la situazione ma non è l'unico elemento.

La percezione della popolazione e dei governi può essere soggettiva ed ingiustificata, ma determina "incertezza" e così via.

Il risk factor del nucleare sarà sempre maggiore rispetto ad altri.
Potrebbe accostarsi ad altri se la situzione globale del nucleare fosse "tranquilla". ma non mi sembra questo il momento.

Se ipoteticamente fra 5 anni la situazione si normalizzasse:
centrali finite ed in esercizio
nessun incidente
ecc.
ecc.
i costi del nucleare si abbasserebbero.

Riprendendo il report del MIT:
nel report i tassi di interesse (il tasso di sconto è un'altra cosa) sono, rispettivamente per fossili e nucleare:
7,8% e 10%
per cui il risk factor specifico del nucleare è 2,2%.

Inoltre, anche gli stessi disastri naturali (terremoto e tsunami) alzano il risk factor, in questo caso potrebbe essere in modo omogeneo per tutti gli investimenti.
il problema è che il nucleare ha costi di costruzione molto maggiori per cui un aumento del tasso di interesse anche minimo influisce in modo drammatico sui costi al Kw (applicare 7,8 e 10 oppure 8,8 e 11 cambia molto la situazione a favore delle fossili).
Viceversa, il costo del combustibile influisce in modo più determinante per le fossili (un aumento del 10% dell'uranio pesa meno di un aumento del 10% del gas).

La prima tabella illustra i costi senza CO2 capture.
Te lo concedo non è credibile perchè i costi per eliminare la CO2 (25 $ Ton) devono essere calcolati.

La seconda tabella illustra i costi comparati considerando la CO2 capture.

Se il risk factor  finanziario specifico del nucleare fosse eliminato il nucleare diventerebbe competitivo rispetto alle fossili.

Tieni presente che il risk factor del nucleare dopo Fukushima è aumentato rispetto alle stime del MIT, pre-Fukushima.

L'appendice al capitolo 5 (pag 131) del documento integrale è sviluppata dal professore di economia e spiega in modo chiaro
i calcoli sviluppati per i conteggi.
http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nucl...r-full.pdf




  

Messaggio modificato il: 23-05-2011 alle 01:25 da renato.

23-05-2011 01:16
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Cher
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RE: Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

@ renatoIl risk factor del nucleare sarà sempre maggiore rispetto ad altri.

Ma cosa dici?
Ora stai proprio precipando nel ridicolo.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
23-05-2011 11:35
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