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Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari
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renato
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Messaggio: #91
RE:      Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Cher ha Scritto:

per quello che ti ho detto che non è un derivato, sei Tu che associ il nucleare ad un derivato.
Mi sembri troppo furbetto!

Non ho mai affermato questo; per favore, possiamo limitarci a criticare quello che uno dice, non quello che voi vorreste che dica.
Cher ha Scritto:

Fatti un giro in Fillandia e controlla gli investimenti e resa degli impianti nucleari, finanziaramente parlando! Si pagano le pensioni! Vedi tu!
In Italia con gli incentivi alle rinnovabili succhiate il sangue ai pensionati , vergogna!

Siamo parlando di costi per la costruzione di NUOVE centrali.
I tassi di interesse 10 anni fa erano molto più bassi, come si può notare dal report che ho appena citato:
http://dms.psc.sc.gov/pdf/matters/6D1B08...A94F99.pdf

23-05-2011 16:32
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Cher
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Messaggio: #92
RE:   Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:


il risk-factor viene utilizzato per i calcoli ma non è frutto di calcoli.
Viene influenzato da vari fattori di rating che gli analisti finanziari determinano in base a oggettive analisi economice e anche da fattori più soggettivi quali situazioni socio-politiche e percezione del mercato.

Chi l'ha scritto? Topo Gigio?


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
23-05-2011 17:08
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renato
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Messaggio: #93
RE:    Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Cher ha Scritto:


Chi l'ha scritto?  Topo Gigio?

Dov'è scritto che questo è un derivato?

per evitare ulteriori malintesi ti rimando alla definizione di "investment risk", così possiamo continuare a parlare di costi delle centrali.

"The risk that an investment will result in a loss. Nearly all investments have some investment risk: a stock may decline; a bond may default, and the underlying asset of a derivative may not behave in a certain way."

http://financial-dictionary.thefreedicti...tment+Risk

Come puoi vedere, anche i derivati hanno un proprio "investment risk", che non è il derivato ma uno dei fattori di calcolo del valore del derivato stesso.

"The chance that an investment's actual return will be different than expected. Risk includes the possibility of losing some or all of the original investment. Different versions of risk are usually measured by calculating the standard deviation of the historical returns or average returns of a specific investment. A high standard deviations indicates a high degree of risk."

http://www.investopedia.com/terms/r/risk.asp

Naturalmente l'investment risk di un derivato è diverso da quello di una centrale.

Messaggio modificato il: 23-05-2011 alle 17:36 da renato.

23-05-2011 17:13
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magnesium
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Messaggio: #94
RE:    Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Cher ha Scritto:


Chi l'ha scritto?  Topo Gigio?


Cher,

per favore niente commenti in chiave sarcastica e sbeffeggiatoria.

Aiutami a ristabilire un po' atmosfera serena in questo forum.

Grazie

23-05-2011 17:33
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Cher
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Messaggio: #95
RE:     Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:


Dov'è scritto che questo è un derivato?

per evitare ulteriori malintesi ti rimando alla definizione di "investment risk", così possiamo continuare a parlare di costi delle centrali.

"The risk that an investment will result in a loss. Nearly all investments have some investment risk: a stock may decline; a bond may default, and the underlying asset of a derivative may not behave in a certain way."

http://financial-dictionary.thefreedicti...tment+Risk

Come puoi vedere, anche i derivati hanno un proprio "investment risk", che non è il derivato ma uno dei fattori di calcolo del valore del derivato stesso.

"The chance that an investment's actual return will be different than expected. Risk includes the possibility of losing some or all of the original investment. Different versions of risk are usually measured by calculating the standard deviation of the historical returns or average returns of a specific investment. A high standard deviations indicates a high degree of risk."

http://www.investopedia.com/terms/r/risk.asp

Naturalmente l'investment risk di un derivato è diverso da quello di una centrale.




Il rischio che un investimento si tradurrà in una perdita. Quasi tutti gli investimenti hanno un certo rischio di investimento:. uno stock può rifiutare: un legame può default, e l'attività sottostante di un derivato non può comportarsi in un certo modo "



Topo gigio a parte , l'investimento in una centrale nucleare non può essere definito a rischio,in quanto raramente si traduce in una perdita, in quanto un bene durevole che produce richezza per un lungo periodo e questa richezza ( energia) essendo indicizzata è una forma di garanzia che non possono avere beni sottoposti alla speculazione.

Se l'investimento è finalizzato ad un tasso programmato, scaturito da rating a breve, la tipologia del nucleare non è la più indicata.
Da qui a dire che l'investimento in centrale è un rischio è sbagliato perchè è una tipologia che non contempla un breve periodo ma esclude il rischi dell'investimento.

Naturalmente è solo una piccola percentuale quella flutuante in investimento della portata di una centrale.
Non ricordo le % , per altro più volte segnalate in questo forum.

Ciao


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Cher03@hotmail.it
23-05-2011 20:18
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Cher
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Messaggio: #96
RE: Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Un'altro buon motivo è l'investimento economico.


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23-05-2011 22:06
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Sarek
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Messaggio: #97
RE:  Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Cher ha Scritto:

Un'altro buon motivo è l'investimento economico.


Mha! Guardando quà e là la salute economica dei gestori non mi sembrerebbe proprio così.

EDF
http://it.finance.yahoo.com/echarts?s=ED...f;source=;

TEPCO
http://it.finance.yahoo.com/echarts?s=TK...f;source=;

EXELON
http://finance.yahoo.com/echarts?s=EXC+I...=undefined

Messaggio modificato il: 23-05-2011 alle 23:45 da Sarek.

23-05-2011 23:43
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Cher
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Messaggio: #98
RE:   Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

Sarek ha Scritto:



Mha! Guardando quà e là la salute economica dei gestori non mi sembrerebbe proprio così.

EDF
http://it.finance.yahoo.com/echarts?s=ED...f;source=;

TEPCO
http://it.finance.yahoo.com/echarts?s=TK...f;source=;

EXELON
http://finance.yahoo.com/echarts?s=EXC+I...=undefined



E' ora di comprare.Toungue


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Cher03@hotmail.it
24-05-2011 11:28
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Cher
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Messaggio: #99
RE: Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

# 5 buon motivo
Non produce CO2

http://www.corriere.it/ambiente/11_maggi...a955.shtml

Così salviamo l'amazzonia tanto cara agli ecologisti!

Il peto del bovino e ovino è già tassato in Australia e prima in Nuova Zelanda!

Nuova Zelanda, varata la "tassa sulle flatulenze" di bovini e ovini per ridurre l'effetto serra

L'insolito balzello è stato annunciato oggi: 60 centesimi di euro l'anno per ogni bovino, e otto centesimi per ogni pecora

AUCKLAND, 20 giu - Provvedimenti drastici e ai limiti dell'incredibile in Nuova Zelanda contro l'effetto serra: gli allevatori neozelandesi saranno tassati in base alle flatulenze emesse dai loro milioni di ovini e bovini, nel tentativo di ridurre il contributo pesante che il Paese dà all'effetto serra. La tassa annunciata oggi dal ministro dell'Agricoltura Jim Sutton, entrerà in vigore a metà del prossimo anno e costerà agli allevatori l'equivalente di 60 centesimi di euro l'anno per ogni bovino e di otto centesimi per pecora. Saranno tassati anche gli allevatori di capre, maiali e cervi. Gli introiti serviranno a finanziare la ricerca necessaria perché la Nuova Zelanda possa conseguire gli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas-serra, come anidride carbonica, ossido di azoto e metano.

Il governo prevede di ricavare dalla nuova tassa l'equivalente di cinque milioni di euro l'anno, necessari per finanziare il nuovo Ente di ricerca sulle emissioni dell'agricoltura. La flatulenza del bestiame è responsabile di circa metà dei gas-serra prodotti in Nuova Zelanda, dove i capi di bestiame si aggirano sui nove milioni di bovini e 46 milioni di ovini. Le emissioni sono causate dal complesso processo di ruminazione e digestione dell'erba e sono liberate nell'atmosfera.

Tutt'altro che gradita dai grandi allevatori la nuova imposta succhia euro. Secondo il presidente della Federazione agricoltori, Tom Lambie, la riduzione dei gas-serra è nell'interesse di tutti e quindi i costi dovrebbero essere distribuiti fra tutti i contribuenti. Lambie ha aggiunto che la tassa colpisce il settore agricolo nel momento peggiore possibile, con l'alto valore del dollaro neozelandese, i bassi prezzi mondiali dei prodotti agricoli e la siccità. (News2000)


Naturalmete chi cerca di arginare queste demenze ci sono :

http://www.climatemonitor.it/?tag=wwf


La Livewell Diet del WWF per salvare la Terra
SCRITTO DA CLAUDIO COSTA IL 12 - FEBBRAIO - 20116 COMMENTI


Ho già scritto molto sugli errori di valutazione degli ambientalisti nell’accusare la zootecnia di essere tra le prime cause del riscaldamento globale, quindi avrei poco da aggiungere nel commentare l’ultima campagna del WWF sulla dieta del viver bene, la Livewell Diet, se non che per viver bene bisognerebbe iniziare a non raccontare più balle. Cito da qui:
(Politicambiente.it, gen 2011) – Ciascuno di noi può combattere quotidianamente il surriscaldamento terrestre? Certo, ogni volta che ci si siede a tavola, ad esempio: basta mangiare meno carne o cibi “trasformati” ed aumentare invece il consumo di verdura e cereali integrali, anche a vantaggio della salute e del portafoglio. La conferma, autorevole, giunge dal “Rowett Institute of Nutrition and Health” della Aberdeen University (GB), i cui scienziati hanno messo a punto una dieta ecosostenibile – la Livewell Diet (“dieta vivibene”) – con una tabella settimanale e menu giornalieri. Lo studio, commissionato dal WWF, servirà ora come base scientifica per una campagna di persuasione a livello nazionale e internazionale


Ma da quando i lavori del WWf possono essere considerati come una base scientifica da utilizzare per la persuasione? Dal rapporto sui ghiacci himalayani?


La giornalista Tracy McVeigh, in un lungo articolo sull’Observer di domenica 30 gennaio, ha sottolineato una delle conclusioni della ricerca: se tutti i sudditi della regina Elisabetta adottassero la Livewell Diet si potrebbero abbassare sensibilmente – ossia del 25% – le emissioni di gas serra della Gran Bretagna. […] Colin Butfield, responsabile delle campagne informative del WWF, ha ribadito all’Observer che quello del consumo di carne, soprattutto di manzo, è uno dei problemi-chiave del mondo come causa dei cambiamenti climatici


Ricerca dove fanno i soliti errori nel traslare a CO2 equivalente le emissioni di metano lorde, senza fare il bilancio tra il metano zoogenico che effettivamente si aggiunge in atmosfera, e il metano zoogenico che va a sostituire la quota di metano atmosferica (di origine zoogenica) ormai ossidata a CO2. Solo il metano aggiuntivo cioè il netto, si presume, senza alcuna dimostrazione peraltro, che dia una forzante riscaldante. Inoltre non fanno i confronti con i sostituti di tutti i prodotti zootecnici edibili e non edibili, quindi non stornano le emissioni necessarie a produrre tutti i sostituti. Considerano le emissioni zoogeniche senza considerare che il 20-40% delle razioni è prodotto tramite i sotto prodotti dell’industria alimentare tramite il sistema di ricircolo più grande del mondo. Sottoprodotti che altrimenti sarebbero rifiuti da smaltire. Quindi le emissioni del 20-40% delle razioni andrebbero stornate ma ovviamente nella ricerca citata non lo fanno. Per gli approfondimenti vi rimando ai miei articoli nell’archivio di CM.


La dieta è basata su una normale lista della spesa, che ogni famiglia può fare facilmente, ma limita molto i prodotti alimentari trasformati e la carne, entrambi accusati anche di causare malattie cardiache e diabete. Né la carne né i prodotti alimentari già pronti sono causa di diabete o di malattie cardiache, causate invece dall’assunzione in eccesso di calorie, cosa che vale anche per diete vegetariane con pasta, birra e patatine fritte.Un esempio di menu? A colazione, cereali ricchi di fibre con latte semiscremato, toast e marmellata; a pranzo, minestra di lenticchie, un sandwich di scampi e maionese su pane nero; a merenda, una mela, frutti di bosco, qualche biscotto e latte semiscremato; a cena, pollo al curry con riso e pitta bread (focaccia di pane). Il costo settimanale della Livewell Diet è di circa 29 Sterline (35 Euro) a persona.




Scampi? Però non specificano tra quelli pescati e quelli allevati, perché sostituire la carne con il pesce pescato senza considerare l’impatto di over fishing vuol dire fare i conti senza l’oste. Se invece si riferiscono agli scampi allevati mi risulta che in equipollenza la filiera comporti le stesse emissioni, se non di più, dei polli e dei suini.



[...] nei soli Stati Uniti, il 70% della superficie agricola è dedicata alla coltivazione di cibo per il bestiame, con enormi quantità di risorse idriche utilizzate.



In agricoltura e in zootecnia l’acqua è utilizzata non consumata a parte alcune eccezioni, come già spiegato qui e negli articoli precedenti.


Senza contare che il bestiame bovino vivo produce grandi quantità di azoto, un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica.


Va beh, questo è un errore, perché l’azoto N2 non è un gas serra. In realtà dai reflui zootecnici si sprigiona un potente gas serra che è il protossido di azoto, N2O ma non in grandi quantità bensì in tracce infinitesimali e comunque si sprigiona anche dai concimi minerali azotati di sintesi, quindi concimare con i reflui o con i minerali poco cambia per le emissioni di protossido d’azoto come spiegato qui.



Anche i prodotti alimentari trasformati – con i loro cicli di produzione extragricoli, gli imballaggi, i trasporti e i consumi di energia – rappresentano un potente fattore di surriscaldamento della Terra. Mentre il pianeta si avvia ad avere una popolazione di 9 miliardi di persone entro il 2050 – ha sottolineato Colin Butfield – il problema di come potremo nutrirle tutte sta diventando uno dei più importanti e pressanti. Finora eravamo abituati a pensare a guerre combattute per l’oro e il petrolio, mentre da oggi in poi potrebbero essere combattute sempre più per l’acqua o per i terreni agricoli e fertili. Anche per questo la nostra dieta è fondamentale per il futuro. E la tabella Livewell – ha concluso il dirigente del WWF – dimostra quanto facile possa essere per tutti variare certe abitudini alimentari e mettersi al riparo da numerosi problemi. Basti pensare che, in fatto di cibo, le proteine di origine animale hanno un impatto del 57% sul clima, ossia più di tutte le altre sostanze alimentari messe assieme”.



Questo è sbagliato e vale solo per chi fa i conti della serva. Inoltre non specificano la provenienza della carne come se derivasse tutta da allevamenti industriali, invece il 50% circa della la carne bovina e il 100% di quella ovina proviene da allevamenti a pascolo in zone altrimenti improduttive. Eliminando la carne, servirebbe più terra per sostituire i milioni di tonnellate di carne con proteine vegetale. Non è specificato. E non lo è nemmeno il fatto che gli allevamenti che utilizzano i reflui polline, liquami e letami per produrre bioenergia con combustione, biogas e o gassificazione, vanno a credito di emissioni quindi non sono più accusabili di essere causa di AGW.
Sempre sulla stessa livewel diet cito questo commento:



La dieta salva-pianeta ha un costo di 35 euro a settimana e potrà servire anche a salvare la deforestazione dell’Amazzonia. Il menu settimanale, Livewell Diet, è stato proposto per i sudditi britannici, per dare l’esempio alla popolazione perché, come ha spiegato il WWF, un hamburger consumato a Londra, a New York o a Roma ha un potenziale distruttivo sulla foresta amazzonica. Se tutti mangiassero come un europeo servirebbero due pianeti per nutrirli entro il 2050.



Anche di questo ne ho già parlato su climatemonitor. La deforestazione ci sarebbe comunque anche senza la zootecnia perché è una fonte di reddito. Anzi la zootecnia dei paesi occidentali non ha nessun ruolo nella deforestazione, casomai può averla la zootecnia dei paesi emergenti che è in forte crescita. Tra l’altro quanti hanno voluto a tutti i costi gli incentivi sulle bioenergie sanno che ogni ettaro destinato a biomassa, biogas, bioetanolo ecc, equivale ad un ettaro di deforestazione. Ricordo che l’ultimo scandalo alimentare dovuto alla diossina è stato causato da una ditta produttrice di biodiesel che ha venduto residui tossici di raffinazione come olio per grassare i mangimi.


I consigli dei ricercatori e del WWF sono per una dieta equilibrata, per alimenti semplici e genuini. In sostanza bisogna eliminare gli eccessi e il consumo di cibi pronti all’uso che non solo hanno un costo maggiore dei prodotti freschi, ma sono dannosi per il cuore e provocano il diabete.


Saranno contenti alla Findus! Spero in una bella causa multimilionaria! Ricordo che il gruppo Cremonini ha citato Report dopo il vergognoso servizio “La carne” per un risarcimento di 12 milioni di euro.



Un alimento da consumare con moderazione è certamente la carne. Solo negli USA il 70% dei terreni agricoli è destinato alla produzione di foraggio ed erba medica per il bestiame, il cui allevamento oltre a togliere terra all’agricoltura necessita di moltissima acqua.



La maggior parte di questi terreni sono appunto pascoli in zone desertiche o montane altrimenti improduttivi, e la zootecnia nulla toglie all’agricoltura: è agricoltura cioè produce cibo e non bisogna dimenticare che le colture proteiche come soia, fagioli e piselli hanno rese all’ettaro circa 10 volte inferiori al silomais che è la base alimentare dei bovini.


In Gran Bretagna è stato calcolato che ogni individuo consuma in media 79 chili di carne all’anno. Il WWF vorrebbe portare questa quantità a 10 kg annuali, che equivalgono a circa 203 grammi ogni settimana. Per abbattere i consumi e mangiare ecosostenibile bisogna consumare più frutta e verdura, meglio se prodotti da agricoltura biologica.



E questa qui è un’altra balla perché il biologico a parità di prodotto richiede molta più terra agricola e determina più emissioni. Il WWF vorrebbe portare il consumo di carne a 10 Kg a testa per salvare il pianeta, io invece vorrei che le associazioni allevatori portassero il WWF davanti ai giudici. Chi salverà la terra da questi analfabeti zootecnici?



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Messaggio modificato il: 28-05-2011 alle 13:27 da Cher.

28-05-2011 13:12
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sexyteo
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RE:          Cinque buoni motivi per realizzare le centrali Nucleari

renato ha Scritto:

E' la stessa cosa che ho detto io; vedi ipotesi 1.
Non è che per forza devi contraddirmi anche se dico le tue stesse cose


Il punto è che qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...32#pid2232
hai "spacciato" il Rapporto MIT 2009, come il "Rapporto dei Rapporti" che boccia insidacabilmente l'opzione nucleare sotto il profilo economico! Nonostante non sia uno degli studi più "favorevoli" al nucleare, tale Rapporto, anche nell'ultimo aggiornamento del 2009, non nega affatto la convenienza del nucleare, anche nei confronti del carbone, sotto certe ipotesi finanziarie.
Detto questo, non ha nulla da dire sul Projected Costs of Generating Electricity - 2010 Edition (IEA/NEA 2010)!?
Quest'ultimo è invece il rapporto più completo in assoluto, sull'argomento, redatto dalle agenzie internazionali competenti.

03-06-2011 15:14
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