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Il muro della vergogna dei giornalisti
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RE: Il muro della vergogna dei giornalisti

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/fuk...29811.html

Fukushima, mutazioni genetiche nelle farfalle
A un anno e mezzo dal disastro, gli insetti hanno ali più piccole e anomalie agli occhi. Ma gli scienziati: "Servono altre ricerche"
Chiara Sarra - Mar, 14/08/2012 - 14:23

A un anno e mezzo dall'incidente che ha coinvolto la centrale nucleare di Fukushima, le conseguenze delle radiazioni si fanno vedere.

Le prime vittime delle mutazioni genetiche sono le farfalle, nate con ali più piccole e malformazioni agli occhi, come ha rivelato uno studio condotto da Joji Otaki, professore associato all’Università Ryukyu di Okinawa, e pubblicato su Nature.

Sotto il microscopio sono passate tre generazioni di farfalle vicine all’impianto di Fukushima: circa il 12% delle farfalle azzurre esposte quando erano larve al disastro nucleare hanno presentato anomalie. Gli insetti sono stati poi fatti accoppiare in laboratorio e il 18% della prole presenta problemi simili, cifra salita al 34 per cento nella terza generazione di farfalle. Stesse anomalie nel 52% delle 240 farfalle raccolte nei dintorni della centrale sei mesi dopo il disastro.

"Abbiamo raggiunto la ferma conclusione che le radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima abbiano danneggiato i geni delle farfalle", ha detto Otaki, secondo cui è presto per pensare che si tratti di un allarme anche per gli esseri umani: i risultati dello studio non possono infatti essere direttamente applicati ad altre specie, ma serviranno altre ricerche.


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RE: Il muro della vergogna dei giornalisti

Anche internet inquina Navigare «brucia» oltre 30 miliardi di watt
Amazon accusato di violare norme ambientali. Facebook e Google hanno già dovuto riprogettare i loro impianti



Gabriele Villa - Mar, 25/09/2012 - 08:54


In principio fu la Silicon Valley.

Al Bengodi dell'informatica e degli informatici di tutto il mondo tutto sembrava bello, nuovo, pulito. Già, pulito. Questa fu la delusione che arrivò, dopo lo sfavillante «principio» che faceva, e, forse a molti, fa ancora sognare una nuova, ancorché virtuale salvezza dei popoli. Dopo i sogni, dunque il brusco risveglio.

L'informatica inquina, i computer inquinano, internet inquina. Lo scopre o, forse sarebbe meglio dire, lo riprende a sua volta dal Time, con grande enfasi, partendo dalla sua prima pagina l'Herald Tribune in cui ci fa sapere che i computer sparsi per il mondo consumano qualcosa come 30 miliardi di watt di elettricità che, pesati sulla bilancia dell'inquinamento, sono, secondo gli esperti, l'equivalente delle immissioni di 30 impianti nucleari.

Per questo motivo, rivela il quotidiano, gran parte dei Data Center di Silicon Valley sono finiti nel Toxic Air Contaminant Inventory, che sarebbe la lista nera delle aziende cui il governo federale contesta la violazione delle leggi a tutela dell'aria e dell'energia pulita. I dati raccolti dagli esperti della McKinsey & Company sono ancora più allarmanti se si considera che, da quanto emerge, quasi tutte le aziende, che vivono d'informatica e con l'informatica, consumerebbero per la loro «produzione» solo una percentuale che oscilla dal 6 al 12 per cento e tutto il resto, il resto dell'energia, verrebbe letteralmente «buttata» solo per garantire agli utenti delle aziende stesse di poter contare sempre su una pronta risposta alla loro domanda di «navigazione» nel momento in cui si clicca su un determinato sito.

Almeno una dozzina di Data Center sono stati citati per violazioni alle leggi di tutela ambientale, soprattutto negli Stati della Virginia e dell'Illinois. Giusto per citare un nome internazionalmente conosciuto, ad Amazon sono state contestate soltanto in questi tre anni ben 24 violazioni. Ma bisogna anche prender nota del fatto che un bel gruppetto di compagnie, altrettanto conosciute dagli internauti di ogni luogo, come Google e Facebook hanno dovuto correre ai ripari arrivando a ridisegnare e a riprogettare i loro impianti e i loro server di distribuzione per raffreddare la dispersione di energia e abbassare il livello di inquinamento.

Il Data Center di Google consuma 300 milioni di watts e quello di Facebook 60 milioni di watts: il grande problema dell'inquinamento ha quindi cominciato a porsi nel momento in cui le aziende internettiane sono cresciute in modo esponenziale.

Nel 1998 erano 432 i Data Center, censiti dal governo federale americano ma nel 2010 erano già arrivati a 2094. In buona sostanza, se è vero che anche noi facciamo la nostra parte di «inquinatori», in ossequio al nuovo imperativo del secolo: clicca e naviga, è pur vero che la dispersione di energia, le emissioni incontrollate e incontrollabili (perché sulla questione regna comunque un certo segreto) sono in gran parte da ricercarsi oggi, laddove cominciò tutto. Nei quartier generali dei nostri, oramai abituali, interlocutori quotidiani: Google, Yahoo, Facebook, Twitter, Paypal, I tunes, Amazon. Oltre a naturalmente i siti delle banche con cui oramai facciamo operazioni e bonifici, e ai siti dei nostri hobby, dove facciamo le nostre compere online.Ricordate quando si fantasticava sul fatto che la schermata di home page di Google essendo bianca e troppo luminosa, faceva consumare più energia nel nostro computer? Qualcuno sorrideva. Ma, forse, col tempo ci si è fatti prendere la mano. Dal clic.

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RE: Il muro della vergogna dei giornalisti

http://it.euronews.com/2012/09/26/mar-gl...-nucleare/

I fondali del Mar glaciale artico, una grande discarica radioattiva usata per trent’anni dall’Unione sovietica.

Qui dal 1981 giace il sottomarino nucleare russo K27, insieme ad altri sommergibili ben più recenti, a decine di navi, reattori, combustibile esausto.

Rifiuti pericolosi, corrosi lentamente dall’acqua salata.

“Ciò significa che una catastrofe strisciante è già iniziata”, spiega l’esperto di sicurezza nucleare tedesco, Wolfgang Renneberg, “Più a lungo sono rimasti sott’acqua, tanto maggiore è il pericolo che ovviamente sfugga radioattività a contaminare sempre più il mare circostante.”

Siamo a nord della Siberia, nel mare di Kara, le coste norvegesi distano circa 900 chilometri.

Una spedizione congiunta russo-norvegese non ha riscontrato per ora fughe radiottive dal K27.

Ma non esclude una reazione a catena incontrollata, con rilasci di calore e radioattività dal sommergibile russo, fatto colare a picco dopo un incidente al reattore che uccise nove marinai.

Oltre che sull’ambiente, si temono ripercussioni anche sulla salute dei consumatori di prodotti ittici, merluzzo in primis, pesca privilegiata di questi mari.


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RE: Il muro della vergogna dei giornalisti

http://it.euronews.com/2012/10/14/lituan...-nucleare/

La Lituania va alle urne oggi per rinnovare il Parlamento. Si prevede una pesante sconfitta dei conservatori, al potere dal 2008, la cui politica di austerità ha creato malcontento tra la gente, pur riuscendo a dare impulso all’economia. I socialdemocratici e il Partito del lavoro potrebbero formare la prossima coalizione di governo.

Oggi si tiene anche un referendum consultivo, non vincolante, sul progetto per la costruzione di una nuova centrale nucleare in sostituzione di quella dell’era sovietica, chiusa nel 2009.

L’ipotesi divide i lituani. “Penso che le centrali nucleari dovrebbero essere chiuse – afferma una donna -. Ora abbiamo energia solare, eolica, e altri mezzi, possiamo risparmiare e proteggere la natura.

“Sono favorevole e voterò sì – dichiara invece un altro cittadino -. Essere indipendenti vale ben più di pochi centesimi aggiunti alla bolletta dell’elettricità.”

La chiusura della vecchia centrale ha reso la Lituania dipendente dal gas russo, pagato a caro prezzo. Ma anche la costruzione di un nuovo impianto, il cui progetto sarebbe condiviso con gli altri Paesi baltici e con aziende statunitensi e giapponesi, avrebbe un costo ingente.


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RE: Il muro della vergogna dei giornalisti

http://it.euronews.com/2012/10/15/lituan...elezioni-/

Una giornata elettorale quella di ieri cui si è aggiunto il referendum sul nucleare voluto dai social democratici: oltre 6 cittadini su 10 si sono detti contrari alla costruzione di una nuova centrale a Visaginas che ospita il reattore di Ignalina, fermato nel 2009 in ottemperanza agli accordi tra Vilnius ed Unione Europea.


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RE: Il muro della vergogna dei giornalisti

http://www.repubblica.it/economia/affari...-51902843/

Sì danese all’uranio cade il tabù nucleare
SVOLTA DOPO 30 ANNI DI OPPOSIZIONE. IL PARLAMENTO DI COPENAGHEN ESPRIMERÀ PARERE FAVOREVOLE ALL’ESTRAZIONE E ALL’ESPORTAZIONE DALLA GROENLANDIA
Lo leggo dopo
Milano C ambia la politica energetica danese: il Parlamento di Copenaghen sta per esprimere parere favorevole all’estrazione ed esportazione dell’uranio dalla Groenlandia, segnando uno storico cambiamento di rotta dopo 30 anni di opposizione al nucleare. La Danimarca mantiene ancora il controllo su finanze, politica estera e difesa della Groenlandia, sua ex colonia, i cui cittadini nel 2008 hanno approvato con un referendum il trasferimento delle competenze legislative al parlamento dell’isola pur continuando a riconoscere la corona danese come Capo dello Stato. Copenaghen contribuisce con un sussidio annuale di circa 3,4 miliardi di corone al 30% del Pil dell’isola. L’area della Groenlandia del Kvanefjeld è considerata il quinto giacimento di uranio più grande del pianeta e la decisione del Parlamento danese (a cui il Parlamento della Groenlandia deve appunto chiedere l’autorizzazione per legiferare sul tema della sicurezza) consentirà al Paese nord europeo di diventare uno dei leader mondiali nell’esportazione di questo metallo radioattivo. L’Uranio è un metallo tossico radioattivo e l’esposizione alle sue radiazioni può danneggiare reni, cervello, fegato e cuore. Uno studio ha dimostrato come i lavoratori impiegati nell’estrazione di questo minerale siano più soggetti al cancro ai polmoni. L’uso principale di uranio nel settore civile è quello di alimentare le centrali nucleari e il suo sfruttamento su larga scala potrebbe modificare
la posizione della Danimarca sulla scena internazionale, mettendo in discussione il suo ruolo tra i Paesi con la maggior coscienza ambientale al mondo. (r.rap.) Un’area della Groenlandia (ex colonia danese) è considerata il quinto giacimento di uranio più grande del pianeta

(04 febbraio 2013)


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