RE: Fine del nucleare o rilancio del nucleare?
Renzo Riva scrive:
31 Luglio 2011 alle 23:47
Egregi,
ogni tanto mi “infervoro” e pur avendo quasi la certezza che nel campo dell’energia e dell’ambiente oramai repetita non iuvant, ogni tanto mi provo a combattere l’inquinamento dell’informazione e quindi - sperando di fare cosa utile e gradita - mi permetto di allegare alcune mie lettere che sono state pubblicate su varie testat…e. Questo anche per mettere a comune conoscenza anche i piccoli sforzi che vengono fatti da chi crede nella scienza e non nelle castronate propalate dai catastroambientalisti e avallate da interessati supporter. Colgo inoltre l’occasione per allegare un mio articolo relativo al nucleare dal titolo: “Nucleare: la politica deve rendere possibile ciò che è necessario”, che è in stand-by a www.ragionpolitica.it in attesa di tempi migliori (sic), che dubito verranno. Ringrazio per la cortese attenzione, mi scuso se sono stato invadente, ed auguro a tutti buone vacanze
Cordialmente
Carlo Cerofolini
P.S. La lettera pubblicata su La Nazione è stata in parte sintetizzata dalla redazione e manca il costo del Fv=270 miliardi in 60 anni.Visualizza altro
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NUCLEARE:
LA POLITICA DEVE RENDERE POSSIBILE
CIÒ CHE È NECESSARIO
(di Carlo Cerofolini)
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Premesso che l’energia più pericolosa non è quella nucleare ma quella che manca - come nel terzo mondo - e pure quella che viene pagata a caro prezzo - come in Italia (fino al 60% in più della media Ue) - per combattere l’inquinamento dell’informazione, antinucleare a prescindere, specie dopo l’incidente alla centrale atomica di Fukushima, occorre non avere paura ad andare controcorrente e trattare sempre questo vitale argomento non emotivamente ma in modo scientificamente corretto e a 360 gradi. Quindi se ci si vuol muovere in questa logica - anche alla luce del referendum sul nucleare del 13 e 14 giugno, che paradossalmente lo rende, come vedremo, più facilmente realizzabile - è bene insistere evidenziando quanto segue:
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1) Nuove centrali nucleari - Le nuove centrali nucleari, come quelle che avrebbero dovuto essere costruite in Italia, sarebbero state di terza generazione avanzata che sono super sicure e niente hanno a che vedere con quelle vetuste di Fukushima del 1971, che sono addirittura a cavallo fra la prima e seconda generazione e dove la colpa di quanto sta accadendo - con zero vittime da radiazioni - non è del nucleare, che ha ben resistito al cataclisma, ma trae origine da una non adeguata protezione del sistema di raffreddamento dei reattori nucleari con una muraglia di sbarramento sufficientemente alta, che avrebbe dovuto impedire all’onda marina dello tsunami di metterlo fuori uso. A questo proposito basti pensare che a Flamaville in Normandia (Francia) dove si sta appunto costruendo una centrale nucleare Epr di terza generazione avanzata, tra l’altro, la muraglia anti tsunami è più alta di 12 metri – quando ne bastano 4 di metri – oltre la massima onda da maremoto ipotizzabile. Il disastro poi di Chernobyl (Ucraina) del 1986, ai tempi dell’Unione Sovietica – avvenuto a causa di un folle esperimento in una pericolosa obsoleta centrale di tipo RBMK moderate a grafite, non esistenti nel mondo occidentale e che producono pure Plutonio per usi militari - è figlio legittimo, è bene ricordarlo, non del nucleare ma del comunismo.
2) Le vittime dell’energia - Per quanto riguarda le vittime legate all’energia va detto che dal 1989 al 2005 – considerando solo i 50 incidenti più gravi nel mondo – i morti sono stati 12.000, mentre i decessi per il nucleare civile, in oltre 50 anni di attività, sono stati inferiori a 65 e quasi tutti proprio a causa dell’incidente di Chernobyl (rapporto Aiea). Inoltre l’Unscear, il Comitato scientifico dell’Onu, che ha avuto l’incarico di studiare gli effetti sanitari delle radiazioni atomiche ha studiato anche Chernobyl, e ha concluso che le radiazioni fuoriuscite da Chernobyl non hanno avuto alcuna conseguenza sanitaria nel corso di questi 25 anni. Testualmente: >. Insomma niente di niente ed anche se in questi 25 anni è stato osservato che nelle aree di Ucraina, Bielorussia e Russia, c’è stato un notevole aumento di neoformazioni alla tiroide, con seimila casi riportati, di cui 15 con decorso fatale, queste non sono da attribuirsi alle radiazioni ma ad altre cause. Tant’è che di questi seimila casi se ne sono osservati di più in Russia, meno in Bielorussia e meno ancora in Ucraina, ovvero – contrariamente alle aspettative - di meno via via che ci si allontana dall’esposizione allo Iodio 131 (radioattivo) messo in atmosfera nel 1986 a Chernobyl. A Fukuscima poi, è bene ripetere, non c’è stata nessuna vittima per radiazioni, mentre i morti e dispersi in Giappone per il terremoto e soprattutto per il maremoto sono stati circa 30.000 e solo per il crollo di una diga le vittime sono state oltre mille. Infine va detto che, da un recente rapporto congiunto Ue-Oms, con il carbone, con cui si produce il 40% di elettricità nel mondo, si hanno 161 morti per 1.000 GWh, mentre per il nucleare con cui nel mondo si produce il 15% di elettricità, sono molto inferiori a uno e sempre il carbone è responsabile di oltre un milione di morti all’anno.
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2) Scorie nucleari - Le scorie nucleari sono solo un problema politico ed emotivo e non tecnico e quindi, poiché l’attuale sistema di trattamento e confinamento è sicuro, non devono creare nessuna apprensione. Inoltre in futuro con sistemi ad hoc, già ora fattibili, sarà possibile trasformare quasi tutte le scorie di terza categoria - molto radioattive e che hanno tempi di decadimento di molte migliaia di anni - in quelle di seconda categoria che hanno invece tempi di decadimento al massimo di solo qualche centinaio di anni e volendo si può pure ottenere energia da tutte queste scorie.
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3) Energie rinnovabili - Le energie rinnovabili (sovvenzionate dagli utenti elettrici in modo regressivo, con il “famoso” conto energia e/o che godono di altre “provvidenze”) sono un disastro economico ed energetico dato che:
Posti di lavoro e green economy - Un posto di lavoro creato nella green economy ne impedisce la nascita da 5 a 7 in altri settori, perché questi sono posti ad alto impiego di capitale e non di mano d’opera (fonte IBL). Inoltre i vantati 150.000 posti di lavoro che si hanno in Italia legati al fotovoltaico (Fv) sono in realtà 18.000 diretti che arrivano a 55.000 con l’indotto (fonte Energy-report 2010), e sono posti di lavoro soprattutto di bassa specializzazione, quali: assemblatori, montatori, semplici elettricisti e manutentori, dato che buona parte della produzione di pannelli Fv e inverter viene dall’estero, soprattutto Cina, o è comunque fatto su licenza. E poi i posti di lavoro veri e produttivi si hanno non producendo energia - che comunque deve essere abbondante, non costosa e poco inquinante come appunto quella nucleare - ma consumandola per produrre beni e servizi che devono servire per far crescere l’economia e per aumentare e migliorare la durata e la qualità della vita dei cittadini. Ad avvalorare quest’ultimo punto sono indicativi i seguenti dati relativi all’anno 2008: per la Germania la produzione elettricità è stata di 640.000 GWh (circa 45% da carbone, 23% nuke, 10% gas…. e solo 0,6% Fv), per l’Italia di 340.000 GWh (circa 48% gas, 9% carbone, 0,0% nucleare…, Fv = 0,08% e 0,2% nel 2009), con 40.000 GWh (12% circa del totale) importati, la più parte dei quali da nucleare dalla Francia, mentre il consumo per abitante è stato per la Germania di 7,8 MWh, per l’Italia di 5,6 MWh, con in più il costo del kWh italiano, come già detto, superiore anche del 60% rispetto a molti paesi Ue e quasi il doppio rispetto alla Francia, a cui in 25 anni abbiamo pagato circa 25 centrali nucleari su 58 (!). Nessuna meraviglia quindi se la nostra economia arranca e la sua crescita è di diversi punti % inferiore a quella tedesca e se inoltre il potere d’acquisto degli italiani è dal 20% al 30% inferiore a quello di altri cittadini europei, nei cui paesi a noi comparabili – guarda caso – c’è il nucleare (28% nell’Ue nel 2009).
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Costi benefici nucleare-fotovoltaico - Una centrale nucleare Epr da 1.600 MW = 1,6 GW che produrrebbe con continuità il 3,5% dei nostri kwh - al netto di costruzione (6 miliardi = md), decommissionamento (6 md), trattamento scorie (6 md) e combustibile Uranio arricchito (6 md) più 2 md d’imprevisti, per un totale di 20 md - in 60 anni, producendo elettricità (800.000 GWh a 10 cts € per kWh = 80 md €), porta ad un guadagno netto di 60 md, mentre per produrre i soliti kWh da fotovoltaico occorre installare una potenza di almeno circa 13 GWp (1,6 GW x 8 = 12,8 GW), dato che non sempre il sole c’è o splende, ed il costo di quest’operazione, a carico degli utenti, con il conto energia in 20 anni ammonta a 200 md (gli 80 md circa di costo dei 13 GWp rientrano ogni circa 8 anni con i kWh prodotti dal Fv incentivati per 20 anni), poi - considerato che la vita del Fv sia di 30 anni - occorre decommissionare i pannelli, inverter, ecc. (spesa 5 md) e per arrivare ad eguagliare i 60 anni di durata delle centrali nucleari occorre installare un nuovo impianto Fv da 13 GWp (costo 80 md più 5 md per decommissionamento) che produrrà elettricità senza più incentivazione appunto per 30 altri anni, con un guadagno complessivo di 80 md derivanti dai kWh di elettricità da Fv prodotti in questi 60 anni. Da tutti questi dati emerge chiaramente che, considerando costi e ricavi, la rimessa totale che si ha con il Fv rispetto, si noti bene, ad una sola centrale nucleare di 1,6 GW è in 60 anni di almeno di 270 miliardi (Fv costo con decommissionamento 290 md, meno guadagno kWh Fv 80 md, più mancato guadagno del nucleare 60 md = 270 md) ovvero 4,5 md anno, per avere poi da Fv un’energia inaffidabile ed intermittente e quindi inservibile. Per chiarire meglio quest’ultimo punto basti pensare che alle ore 19 in diverse serate d’inverno occorre all’Italia avere disponibile una potenza di 55 GW e chiaramente senza sole il Fv è appunto inservibile ed in più non consente mai di spengere – neanche di giorno - neppure 1 MW termoelettrico per non rischiare di andare il black out quando c’è un calo di potenza sulla rete, dovuta appunto all’aleatorietà delle fonti rinnovabili. Inoltre il Fv è perdente pure sul versante dei gas serra: 60 grammi di CO2 equivalente a kWh (se il prodotto è Ue, se è made in China i grammi diventano circa 420, al pari cioè di una centrale a gas ) contro gli 11 del nucleare.
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Eolico – In Italia l’energia elettrica dal vento non è da prendere nemmeno in considerazione - oltre che per l’impatto ambientale devastante e per la notevole energia grigia, quasi mai opportunamente considerata, usata per metterlo in opera - perché da noi non c’è vento sufficiente (1.200-1.500 ore annue su 8.760) e che per di più è assai incostante e pure di bassa, critica, velocità per un decente funzionamento degli aerogeneratori.
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4) Carbone e gas (Kyoto e – 20% CO2 Ue) - Per soddisfare, non le future esigenze di elettricità, ma le attuali, anche per ridurre l’importazione di elettricità dall’estero pagata a caro prezzo – che, come detto, è circa il 12% e soprattutto da nucleare - si potrebbe ricorrere di più alle fonti fossili quali il gas o ancor meglio al più economico carbone. Il problema però è che, anche volendo, non potremo farlo, specie per quanto riguarda il carbone dato che durante la combustione emette molta CO2, per le limitazioni che abbiamo a immettere in atmosfera la CO2 derivante da questi combustibili. Limitazioni imposteci sia dal protocollo di Kyoto al 2012 (già ora siamo fuori quota di circa il 18%, con conseguenti ecomulte di molte centinaia di milioni), sia dal -20% al 2020 dell’Ue, che hanno origine dall’errata e antiscientifica convinzione che siano i gas serra antropici e non la natura a cambiare il clima. Inoltre pensare di sequestrare la CO2 emessa dalle centrali termoelettriche è un non senso economico ed ecologico, perché per effettuare quest’operazione è necessario consumare/sprecare circa un terzo di surplus di energia, con conseguente ulteriore forte, insostenibile, aumento del costo del kWh.
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5) La rinuncia al nucleare della Germania – In base a quanto detto, il Fv e pure l’eolico lasciamolo tranquillamente alla Germania ed alla Cancelliere Merkel che, sfruttando l’effetto Fukushima, li vuole invece furbescamente vendere agli altri, sia per far fare affari alle industrie tedesche sia per cercare di esorcizzare l’avanzata dei verdi, dall’alto però dei teutonici kWh, ricordiamo, prodotti al 45% da carbone, 23% da nucleare…. e solo, è bene ripetere, 0,6% da Fv, con la promessa - quasi certamente da marinaio - di chiudere le centrali nucleari però nel lontano 2022. A questo proposito è bene ricordare che già la Svezia, disattendendo completamente l’impegno, aveva stabilito nel 1988 di chiudere al 2010 le proprie centrali nucleari e che la stessa Germania con il precedente governo guidato da Gerhard Schroeder (Spd) aveva pianificato una lenta uscita dal nucleare mentre il governo guidato proprio da Angela Merkel (Cdu), aveva riabilitato il nucleare come fonte energetica, considerandolo positivamente. Questo fino all’annuncio del 30 maggio 2011, che appunto dice - e per ora solo dice - che appunto la Germania uscirà dal nucleare al 2022.
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6) Effetti del referendum sul nucleare – In Italia il referendum sul nucleare del 13 e 14 giugno 2011, checché se ne dica, in punta di diritto non lo blocca, anzi lo favorisce, perché del D.L. 34/11, è stato abrogato dell’art. 5 sia il comma 1 - che prevedeva la moratoria sul nucleare, che quindi ora non c’è più – sia il comma 8 - che prevedeva (defatiganti) confronti e concertazioni (quasi impossibili) con enti locali per la localizzazione di siti, ecc. - e tutto questo quindi rende più facile (sic) tutto l’iter del nucleare.
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Conclusioni - Per questi motivi e considerato che ciò che non è economicamente sostenibile non è ecologicamente compatibile, va detto che il sequestro della CO2 e la green-economy (comunque energeticamente ininfluente) sovvenzionata, sono un lusso/spreco che non ci possiamo permettere, e quindi dovremo puntare – senza se e senza ma – sul nucleare, se l’Italia non vorrà cadere ancora di più nell’abisso del sottosviluppo, per carenza di elettricità e/o per il prezzo sempre più esorbitante della stessa. In conseguenza di ciò occorre ripartire quanto prima e alla grande per informare i cittadini in modo scientificamente, economicamente ed ecologicamente corretto, per farli guarire dalle superstizioni catastroambientaliste e convincerli che nucleare non solo è indispensabile e realizzabile ma è pure bello e questo è soprattutto un compito della politica che - come affermava Richelieu - deve rendere possibile ciò che è necessario.
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Firenze, 21/07/11
Carlo Cerofolini
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Nota: Molti riferimenti, oltre che dal web e da precedenti articoli dell’autore (cfr. http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/energia/) con relativa bibliografia riportata, sono stati presi da libri, articoli, dichiarazioni, ecc. di: Franco Battaglia (Univ. MO-RE); Franco Casali (Univ. BO); Renzo Riva (Cirn Friuli VG); Cirn.
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Una fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.
Cher03@hotmail.it
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