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Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare
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tesla82
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Terminata la vacanza e comunicata la loro interpretazione a Hahn essi concordarono di
pubblicarla sulla rivista inglese “Nature” non prima per`o di aver sentito il parere di Niels
Bohr, il grande “Santone” della fisica: cosa che Frisch, rientrato a Copenhagen si affrett`o
a fare, il 3 gennaio, comunicandolo alla zia Lise e mettendosi subito a scrivere un articolo
a doppia firma per “Nature”. Senonch`e, per una comunicazione di tale importanza, il
tempo a disposizione era pochissimo perch´e Bohr sarebbe partito il giorno 7 gennaio per
gli Stati Uniti per partecipare a un convegno di fisica teorica a Washington. Vedremo
poi come questo viaggio fosse destinato ad avere curiose ed imprevedibili conseguenze.
Fu cos`ı che in tutta fretta Frisch gli port`o in visione la sera del 6, vigilia della partenza di
Bohr, una prima bozza che poi batt`e nella notte frettolosamente a macchina in tempo per
potergliela consegnare il 7 mattina alla partenza del treno per G¨oteborg, destinazione per
l’imbarco. In questo breve incontro Frisch inform`o Bohr anche di volere immediatamente
effettuare una conferma sperimentale della fissione con “metodi fisici” dato che quelli
puramente “chimici” come quelli usati dai due tedeschi, erano tradizionalmente non
sempre credibili agli occhi dei fisici.
Al momento della partenza, Bohr, senza esserne richiesto, gli promise di non fare
alcuna menzione ai colleghi americani dell’articolo di “Nature” a doppia firma, fino alla
conferma dell’avvenuta pubblicazione: vedremo poi come questa promessa fosse destinata
a restare lettera morta.
Nel frattempo, il giorno precedente, era apparso il famoso articolo di Hahn e Strassmann
su “Naturwissenschaften”. Partito Bohr, Frisch inizi`o immediatamente il suo esperimento
consistente nel rivelare i frammenti di scissione sfruttando l’intensa ionizzazione
prodotta in una camera di ionizzazione ad aria collegata tramite un amplificatore lineare
ad un oscilloscopio.
Come vedremo questa apparecchiatura doveva costituire un modello standard per
successivi esperimenti di altri ricercatori, specie americani. L’apparecchiatura era pronta.la sera del 13 gennaio e a Frisch, come previsto, appena iniziato l’irradiamento con
neutroni termici di una foglia di U apparvero sullo schermo catodico impulsi verticali,
provocati dai frammenti di scissione, che per altezza sovrastavano quelli numerosissimi
del “fondo” prodotti dalle particelle R dell’U.
Lavorando tutta la notte, il mattino del 14 Frisch era certo di avere raggiunto la conferma
“fisica” della scoperta dei due chimici tedeschi, subito comunicata telefonicamente
alla zia a Stoccolma.
Frisch e la Meitner decisero a questo punto di inviare a “Nature” non uno ma ben due
articoli. Il primo a doppia firma con il titolo “ Disintegrazione dell’uranio con neutroni:
un nuovo tipo di reazione nucleare” e l’altro a firma di Frisch dal titolo “Evidenza fisica
della divisione dei nuclei pesanti sotto bombardamento neutronico”.
Gli articoli, spediti da Frisch alla rivista il 6 gennaio, apparvero rispettivamente sui
numeri di “Nature” dell’11 e 16 febbraio: in essi per la prima volta viene usato il termine
fissione che poi rimarr`a per sempre al posto del tedesco “spaltung” e dell’inglese
“splitting” (4).
2. – Bohr e Fermi in USA: gli strani fatti del gennaio 1939
Enrico Fermi con l’intera famiglia (la moglie Laura e i figli Nella e Giulio) lasci`o definitivamente
Roma il 6 dicembre 1938, diretto a Stoccolma per ricevere il 10 dicembre
il Premio Nobel dalle mani di Re Gustavo V. Dopo la cerimonia e una breve sosta di un
paio di giorni a Kopenhagen, ospiti dei Bohr, il 24 dicembre i Fermi si imbarcarono a
Southampton sul “Franconia” diretti a New York, dove allo sbarco, il 2 gennaio, trovarono
ad attenderli George Pegram, direttore del dipartimento di Fisica della Columbia
University e Gabriello Giannini, un italiano residente a New York fin dal 1929, che si era
occupato del deposito in USA del brevetto di Fermi e collaboratori sui neutroni lenti.
Sulla traversata atlantica di Bohr conviene invece spendere qualche parola in pi`u. Bohr
si era imbarcato a G¨oteborg sul “Drottinngholm” col figlio diciannovenne Erik e col giovane
teorico belga Leon Rosenfeld diretto anch’egli alla conferenza di Washington: non
appena a bordo Bohr non si trattenne dal raccontare subito a Rosenfeld le notizie sulla
fissione e l’interpretazione che ne avevano dato la Meitner e Frisch, fatto questo di cui
avrebbe dovuto poi pentirsi per le ragioni che vedremo.
La discussione tra Bohr e Rosenfeld sull’interpretazione teorica della fissione continu`o
per tutta la traversata in modo intenso ed esclusivo come era costume di Bohr (egli si
era fatto addirittura installare una lavagna nel salotto della cabina) nonostante il mare
molto agitato e i conseguenti problemi.
All’arrivo a New York, all’una del pomeriggio del giorno 16 gennaio, essi trovarono ad
attenderli Enrico e Laura Fermi e John Archibald Wheeler, giovane teorico di Princeton


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
10-09-2011 17:31
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Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare - mi.greco - 26-08-2011, 21:13
RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare - tesla82 - 10-09-2011 17:31
RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare - magnesium - 17-09-2011, 21:15

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