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La metafora del bue, ovvero dove finisce l'energia in Italia?
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sexyteo
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RE:  La metafora del bue, ovvero dove finisce l'energia in Italia?

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Se sono io fuori, sono allora in buona compagnia (Germania, Siemens etc..). Riposto ancora il link alla conferenza IPCC di ABU DHABI, 194 paesi con le relative delegazioni tecniche, sono fuori anche loro ?
http://www.aceaspa.it/ViewDocument.aspx?...086f5f31eb
Poi, scusate, continuate a postare link su documenti AIEA che ha come scopo sociale la promozione, il divulgamento e per certi versi l'imposizione dell'energia nucleare nel mondo, anche con azioni profondamente scorrette come l'accordo con OMS degli anni 50.


Quel documento che ti ho linkato (Energy Technology Perspectives 2010. Scenarios and Strategies to 2050) NON E' DELLA I.A.E.A. MA DELLA I.E.A. (International Energy Agency) CIOE' AGENZIA INTERNAZIONALE DELL'ENERGIA! SVEGLIA!!!!!!
In ogni caso, l'I.A.E.A. non è una società per azioni atta a propinare chissà che cosa e a chi, dovresti informarti prima di spararle sempre più grosse:
http://www.iaea.org/About/history.html

Alessandro Bellotti ha Scritto:

L'orientamento ad oggi e per i prossimo 20/30 anni è energia da fonti rinnovabili, con un rapporto di investimenti rinnovabili/nucleare di diversi ordini di grandezza.
Questa è la situazione reale nel mondo.


Mandami un documento ufficiale di agenzie internazionali, non link di una società per azioni quale è l'Acea!
http://www.acea.it/ViewCategory.aspx?lan...c77050c22d

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Per ogni euro investito nel nucleare vi sono centinaia di euro investiti nelle rinnovabili. Sono in ottima compagnia, come si vede.


Investimenti o incentivi a fondo perduto per produrre quasi nulla!? Riportami fonti pertinenti autorevoli.

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Un anno, il 1982, nel quale, in Italia, si era all'avanguardia nel nucleare.
Oggi, 2011, abbiamo perso le competenze. Ci vogliono decenni per riacquistarle, per garantire una situazione nucleare alla francese.
Fatevi le competenze e riparlate di nucleare dopo il 2030.


Ma se mai si inizia..

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Il piano (si fa per dire) del governo di costruire 4 reattori EPR è una presa in giro per il paese. Si arriverà al 2025/2030 con il 5% del fabbisogno sfornato (forse) da 4 reattori per un costo di 30/35 miliardi.


Sbagli, di grosso. L'Italia ha una produzione annua di circa 320 TWh e considerato che un reattore EPR (da 1,6 GWe e con un capacity factor del 90%) produce più di una dozzina di TWh, in definitiva, 4 EPR producono almeno 50 TWh, ergo, possono coprire 15 - 16 % della produzione nazionale.
Dati per l'Italia:
http://www.iea.org/stats/electricitydata...RY_CODE=IT
I miliardi da te indicati sono di euro o di dollari!?

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Si veda come gestiscono le scorie in Francia e come sono ridotti i nostri bidoni di Caorso. Che sono pochini pochini, rispetto alle scorie francesi.
Sono gli stessi esperti italiani di nucleare che lavorano all'estero ad inorridire pensando a come è stato affrontata la svolta nucleare del governo (vedi Veronesi all'Agenzia per la sicurezza) e a paragonare la serietà francese o tedesca con il guazzabuglio e la mancanza di competenze italiane.


Riportami fonti pertinenti autorevoli.

Alessandro Bellotti ha Scritto:

Queste semplici considerazioni, nate da intensi dialoghi con chi per 30 o 40 anni si è occupato di nucleare in Italia prima ed oggi all'estero, unite alle considerazioni energetiche mondiali di cui sopra (anche se da voi sbeffeggiate ma sono in buona e onorevole compagnia) portano ad un unico risultato: il nucleare, in Italia non si farà. Non abbiamo 'il fisico'.
Poi anche venerdì sera, alla conferenza sul nucleare alla quale ho assistito (tenuta da ingegneri nucleari operanti all'estero) ho avuto la conferma sul cambiamento della distribuzione dell'energia elettrica a livello europeo con massicci interscambi fra i paesi produttori.
Ovviamente si è parlato del fatto che l'energia elettrica da nucleare la stiamo già usando: è francese e svizzera per cui non si vede la necessità di costruire centrali su un territorio, quello italiano, profondamente inadatto.
Si faccia il nucleare dove già c'è il nucleare e dove questa tecnologia è stata ampiamente sviluppata e dove esistono quindi grandi competenze. Questo, in sintesi, il pensiero che prevarrà a livello europeo.
Insistere per avere 4 reattori EPR e poi altri 7 o 8 entro il 2030/2035 è semplicemente una presa in giro.
Occorre avere l'appoggio della popolazione che in Italia non c'è.
In Francia ci sono le competenze e storia e quindi c'è l'appoggio alla popolazione.
Nel mondo scarso sviluppo di nucleare in paesi senza le competenze a fronte di energie rinnovabili. Così almeno si dice in importanti conferenze come quella di ABU DHABI (IPCC) e come si sta facendo in Germania, con l'ovvio appoggio di Siemens.


Riportami fonti pertinenti autorevoli.
Cosa dovrebbe fare l'Italia, continuare a pagare una delle bollette elettriche più care d'Europa (sia per i cittadini che per le aziende):
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/I...046-EN.PDF
andando a tutto gas:
http://www.iea.org/stats/pdf_graphs/ITELEC.pdf
con conseguenti elevate emissioni di CO2 su kWh di energia elettrica prodotto!?
A tal proposito vedi cosa ho detto qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...27#pid2327

23-05-2011 16:12
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RE:  La metafora del bue, ovvero dove finisce l'energia in Italia? - sexyteo - 23-05-2011 16:12

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