RE: In Italia si rifaranno le Centrali Nucleri???
Smettiamo di mutuare le bugie degli 'ambientalisti' (che poi, in quanto detrattori della fonte nucleare, tali non sono!). La maggior parte dell'energia del ciclo del combustibile si spende per l'arricchimento, che si esegue con macchine elettriche, che quindi possono essere attuate dall'impianto stesso, senza emettere CO2 nell'atmosfera. La sola anidride carbonica emessa sarebbe quella che si ottiene per l'estrazione dell'uranio dal minerale (ma, volendo, anche questa potrebbe essere evitata), ossia una quantità davvero minima rispetto ai kWh prodotti (inferiore a fonte solare o eolica).
Ricordiamo poi che esistono diverse tecnologie per l'arricchimento: la stessa ultracentrifugazione consuma meno della diffusione gassosa (e volendo si potrebbero sviluppare anche altre tecniche...).
Mi sono espresso male, facendo un bilancio (CO2 prodotta)/(energia prodotta) si verifica che il nucleare non produce CO2 se non in piccola quantita'.
Sarebbe interessante pero' valutare la CO2 prodotta durante le fasi di estrazione, concentrazione, trasformazione in UF6.
descrivo brevemente il processo:
L'estrazione +macinazione+separazione (+arrostimento per certi minerali, anche oltre i 600°C) dovrebbe produrre poca CO2.
La concentrazione include il leaching (la lisciviazione) (acido o basico) a bassa T (<80°C), la separazione liquido-solido e lo scambio ionico (tipo EULEX) e la precipitazione; in queste fasi si fa abbondante uso di reattivi come H2SO4, NaOH, MgO, NH3, resine (da rigenerare successivamente); anche questa fase dovrebbe essere a bassa emissione (ma non come la prima fase).
L'UOC (yellowcake alla canadese) va purificato per raggiungere il nuclear grade; le raffinerie USA, UK francesi usano calcinarle (ma non sempre) e sciogliere in HNO3 a caldo (<90°C), poi raffreddano, filtrano e inviano la soluzione all'estrattore liquido-liquido (a TBP). Un processo in USA invece converte prima in UF6 e poi distilla.
Il nitrato di uranile viene inviato alla conversione: prima viene decomposto in UO3 (a 300°C) e ridotto con H2 (a 500°C) a UO2. La corrente gassosa (l'N2 fa da vettore) viene inviata al forno per la fluorurazione (a 450°C) a UF4 (i giapponesi usano la via umida, evitandosi i forni ma usando una cella elettrolitica); l'UF4 viene fluorurato a UF6 con F2 gassoso (a 450-480°C).
Infine si condensa e si va all'arricchimento (se non si vuole fare altro).
come si vede, si lavora abbastanza a caldo; si usano forni elettrici (perche' la T deve essere ben controllata, tranne nelle prime fasi); si usano poche macchine operatrici a gasolio, il cui contributo e' irrilevante.
Faccio pero' notare che il processo non e' totalmente integrato, quindi ci saranno diversi impianti.
Pensare di allacciare quegli impianti alle sole centrali nucleari mi sembra difficilmente realizzabile (potrebbe pensare un ambietalista); ma esistendo una rete elettrica, e' inutile dire chi da' energia al ciclo.
EVIDENTEMENTE IL BILANCIO GLOBALE DARA' IN USCITA MOLTO MENO CO2 (per KWh elettrico prodotto) RISPETTO ALLE FONTI CONVENZIONALI.
E come giustamente dice vincenzo, se (per assurdo) tutte le centrali elettriche fossero nucleari non ci sarebbe co2 immessa in atmosfera (se non una picolissima frazione).
Quindi in termini assoluti - facendo un bilancio - IL NUCLEARE E' CO2 FREE.
Sfido a dire il contrario...
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