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In Italia si rifaranno le Centrali Nucleri???
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PIMBY
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RE: In Italia si rifaranno le Centrali Nucleri???

Per eferrandino

Ti ringrazio per aver apprezzato alcuni miei spunti e ti fornisco qualche replica, prima di proseguire con elementi di valutazione della normativa radioprotezionistica.
Per quanto riguarda la politica degli annunci, è chiaro che non bisogna lasciarsi prendere in giro. Tuttavia le discariche dei RSU adesso pian piano si stanno facendo, mi pare; mentre, per le centrali nucleari (ed in un certo senso anche per il ponte di Messina), si tratta di opere che non si possono realizzare dall’oggi al domani, visto che necessitano di una quantità di passaggi (progettuali, tecnici, amministrativi e finanziari) che richiedono del tempo. Altrimenti, cosa bisognerebbe fare, per evitare la politica degli annunci? Fare le cose senza prima annunciare niente? Non portare a conoscenza dell’opinione pubblica gli indirizzi che si vogliono prendere in materia energetica o di infrastrutture?
Dunque, direi di aspettare ancora un po’ di tempo, controllando se vengano o meno rispettati i tempi che i responsabili della politica energetica si sono dati, cioè emanare, entro dicembre 2008, le linee principali della strategia energetica nazionale, i criteri per la localizzazione dei siti per le centrali nucleari e per il deposito nazionale, le misure di compensazione alle popolazioni interessate, la revisione della normativa e la costituzione di un’autorità di controllo e sicurezza (qualcuno di questi obiettivi mi sembra un po’ velleitario).

Per quanto riguarda il progetto CIRENE (completato al 95% e poi abbandonato), ho certamente esagerato a definirlo “sbagliato” (e poi, chi sono, io, per sputare questa sentenza?). Mi ricordavo, però, di aver letto da qualche parte che i progettisti, guidati dal prof. Silvestri, sottovalutarono il coefficiente di reattività positivo che si manifestava specie in fase di avviamento: in altre parole, era un reattore per qualche aspetto intrinsecamente instabile, proprio il contrario di ciò che oggi si vuol ottenere. Per questo non venne preso in considerazione, mi pare, dagli inglesi, che si volsero verso altre soluzioni.

In merito alla restituzione a “prato verde” delle aree utilizzate, non avevo introdotto questo concetto come conclusione coercitiva del processo, ma solo per evidenziare che, almeno in campo nucleare, l’inizio di una attività di costruzione deve necessariamente prevedere, almeno come opzione, la possibilità per il Comune di rientrare in possesso dell’area per ogni possibile uso futuro.

Circa i radionuclidi usati per la radioterapia, vorrei farti rilevare che non utilizziamo, in Italia, solo quelli prodotti all’estero. Nei reparti di medicina nucleare di vari ospedali italiani (Bologna, Cagliari,Palermo, Milano, Brescia, Reggio Emilia, Napoli, Firenze, Cuneo, Treviso,Catania, Macerata, Roma, Perugia, Campobasso, Pisa, Udine, Pavia, Torino Monza) vengono eserciti ciclotroni per la produzione di radioisotopi che vengono impiegati nella terapia dei tumori e, ad esempio, nella diagnostica PET. (Siccome lavoro al Ministero che rilascia queste autorizzazioni, ne sono ben consapevole…!). D’altra parte, essendo questi radionuclidi a breve periodo di dimezzamento (pensa solo al famoso Iodio 131, che si dimezza in circa 8 giorni), il luogo di produzione dev’essere necessariamente vicino al luogo di utilizzazione).

Vorrei dirti, infine, che in molti concetti che hai espresso nel tuo commento (“Avere oltre 20 siti mi sembra dispendioso e molto più pericoloso di averne uno soltanto”, “la radioattività naturale a cui sono stata sottoposta nei miei primi anni di vita è di gran lunga superiore a quella che potrei avere con i rifiuti nel mio giardino”) sono di assoluto buon senso. Ehi, non è che un po’ di saggezza si sta diffondendo in questo Paese senza che ce ne accorgiamo?
Ciao, a presto il commento sulla radioprotezione.

Please In My Back Yard

02-07-2008 10:04
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