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Resa FV
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Cher
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RE: Resa FV

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Le centrali fotovoltaiche
Monday, 16 March 2009 21:04 administrator

l simbolo è SiH4. E, per assonanza con il metano (CH4), è denominato Silano. E’ un gas, pericoloso, perché estremamente infiammabile. Esplode in aria libera, per autocombustione, a concentrazioni molto basse (intorno al 2-3%). E’ meta-stabile, il che significa che le concentrazioni possono essere più alte (fino al 4-5%) prima che si verifichi l’esplosione. Ciò aumenta il potere distruttivo dell’eventuale incidente. I processi industriali che lo utilizzano implicano grossi rischi. Grossi investimenti sono necessari per evitare incendi o esplosioni.  Una situazione paragonabile a quella di una fabbrica di esplosivi.

I composti dell’arsenico, quelli di cadmio (come il CdS, solfuro di cadmio) o il tetracloruro di Carbonio, o, ancora, i composti di Indio,  sono tutti altamente tossici. Alcuni per ingestione, gli altri per respirazione. Sono per  lo più agenti cancerogeni che attaccano il sangue, il fegato, i polmoni, i reni. Ancora: composti estremamente pericolosi sono quelli di Tellurio (Te) che attaccano il sistema nervoso centrale, provocano cianosi, distruggono il fegato.

Bene: tutti questi sono materiali, e molti altri che non cito, che vengono utilizzati per fabbricare i pannelli fotovoltaici. Sono necessari, intrinseci alle tecnologie adoperate. Niente veleni in fabbrica? Allora niente pannelli.

Una volta fabbricati, alla fine del ciclo di impiego, i pannelli andranno smaltiti. E non è una cosa semplice, anzi. Ciò a causa del cadmio e del piombo contenuto nelle saldature.

Bruciarli non è una buona idea: i forni attualmente disponibili non sono in grado di assicurare l’abbattimento di questi prodotti, che, tramite i fumi, arrivano nell’atmosfera e dunque a portata di polmoni umani.

Disporli in discarica è ancor meno buona, come idea: il contenuto di metalli pesanti nei pannelli porta a grossi rischi di inquinamento del terreno e delle falde acquifere sottostanti. Un’infiltrazione avrebbe conseguenze terrificanti. La latenza delle malattie può essere molto lunga. Il ché porterebbe a intossicazioni numerose prima della scoperta delle cause agenti.

Resterebbe il riciclo: ad oggi, però, non sono disponibili molti processi che, a costi ragionevoli, assicurino uno smaltimento efficace su larga scala. Sono disponibili tecnologie che recuperano il silicio e i metalli pesanti e li incorporano in un prodotto inerte, come ad esempio il vetro. Ma è solo uno spostamento di materiali pericolosi, che vengono trasferiti, semplicemente, da un contenitore all’altro. Dai “wafers” dei pannelli al vetro.

Il vetro dovrà pur essere smaltito, o rilavorato, a sua volta. Naturalmente, esiste un limite alla quantità di sostanza tossica che si può incorporare prima che il prodotto finale perda alcune caratteristiche fondamentali. Ad esempio, il piombo nel vetro ne diminuisce la trasparenza.

I pannelli fotovoltaici producono corrente continua. Se utilizzati per generare elettricità da immettere nella rete elettrica di un paese, i pannelli devono essere corredati di un dispositivo di trasformazione della corrente continua in corrente alternata (inverter).

Il funzionamento dei pannelli è solo diurno.  E fortemente soggetto alle condizioni ambientali. Infatti, la presenza di nubi riduce quasi istantaneamente la potenza dell’impianto. Qualche volta anche più del 50%. Per tutte queste ragioni, ogni KW di potenza installata di fotovoltaico richiede la corrispondente costruzione di un KW di origine termica o nucleare. Quindi il fotovoltaico costringe a costruire sempre un impianto di riserva di pari potenza. Inoltre, per ragioni che sarebbe lungo spiegare, è proprio questo impianto di riserva a funzionare normalmente, al posto del fotovoltaico.

I costi degli impianti.  Un  kW di potenza installata, se la centrale è a gas (cogenerazione) costa fra 300-600 Euro. Il medesimo kW, se la centrale è a carbone, costa fra i 900 e i 1300 Euro. Un kW di origine nucleare costa fra i 2000 e i 2500 euro. Infine un kW di potenza installata, fotovoltaica, costa intorno ai 25.000 euro. Dati IEA.

Esiste anche un problema legato all’efficienza dei pannelli fotovoltaici. L’efficienza è la quantità di radiazione solare convertita in energia elettrica rispetto a quella ricevuta. Siamo intorno al 10% circa. Ciò significa che, purché vi sia ottima insolazione, un metro quadrato di pannello produce una potenza di circa 300 watt, per 5-6 ore al giorno, d’estate, e solo con cielo non nuvoloso. Una centrale da 1200 MW, taglia normale di una termica a carbone o a gas, richiede una superficie di 400 ettari. Una centrale termica ne richiede non più di 5

Infine, c’è un parametro detto EPB. Energy Pay Back. Viene misurato in anni, e rappresenta il tempo necessario affinché l’impianto di generazione di energia elettrica produca una quantità di energia pari a quella spesa per costruirlo. Fino a qualche anno fa, per i pannelli fotovoltaici era di oltre vent’anni. Oggi, con i miglioramenti ottenuti, si è comunque intorno ai 10-12.

Ciò significa che una centrale a pannelli fotovoltaici incomincerà ad avere un bilancio energetico positivo solo dopo 10-12 anni. Come a dire che, se si volesse procedere a costruire una rete elettrica di sole centrali fotovoltaiche e sostituirla a quella esistente, dovremmo impegnare l’intera produzione di energia elettrica dei prossimi dieci anni per realizzarla.

Conclusioni.

Il fotovoltaico costa enormemente di più, non elimina la necessità di centrali di altro tipo, ma anzi duplica il numero degli impianti è pericoloso da produrre, difficile da smaltire, e richiede superfici enormi per essere installato.

Sotto ogni punto di vista, dunque, pensare di utilizzarlo per produrre elettricità nei quantitativi che servono alla vita economica e sociale di un paese, avanzato o no, è una pura follia.

Roba da ricovero immediato in manicomio.

Estratto da: http://nullius.myblog.it



Da un utente su un forum (senza le parolacce di chi ha speso un patrimonio per una fregatura)

Pannelli fotovoltaici di produzione italiana di discreta qualita paragonabile ai pannelli fotovoltaici cinesi. il problema di fondo e questo: il costo dei pannelli fotovoltaici e' altissimo, la resa economica rispetto al costo e' bassa. l'ammortamento dell'impianto avviene in tredici anni, non vi fate prendere in giro con i sette anni perche non e' vero, ho effettuato uno studio economico finanziario serio (business plan) che dimostra che dopo il tredicesimo anno si comincia a guadagnare sempre grazie all'incentivo che purtroppo finisce al ventesimo anno. l'inverter si sostituisce al massimo ogni dieci anni e costa un botto. la resa dei pannelli scende del 2% all'anno. il finanziamento costa almeno il 5,50% e con esso si riducono ancora i margini di economicita' dell'impianto. Chi ci guadagna e' l'azienda che lo installa, la banca. All'utente spetta ben poco. pensateci bene prima di fare un passo del genere. elaboratevi un business plan per verificare la convenienza e vi renderete conto che e' cosi.

Last Updated ( Friday, 22 January 2010 13:18 )


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



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