Votare sì cosa implica? |
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nikonzen
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RE: Votare sì cosa implica?
  dormire è importante ma davvero sei stato sveglio per postare in questo forum ??
Non ho dormito anche per motivi più inutili in passato. Comunque sono rimasto sveglio anche dopo avere spento il pc e quindi chiuso con il forum.
Se italia entra nel nucleare non hai nemmeno la minima idea di quanti posti di lavoro si creano !!in una nazione dove edilizia è ferma queste grandi opere pubbliche aprirebbero moltissimi posti,poi per non parlare dell'indotto e di tutto il resto..
No, no, l'idea potrei farmela. Manodopera specializzata per la costruzione, filiera nei materiali, trasporti, gestione e sicurezza del sito. Dovremmo solo capire quanto sarebbe made in Italy e quando estero.
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07-06-2011 18:53 |
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renato
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RE: Votare sì cosa implica?
Beh, ti concedo questo, è un inizio.
far si che l'inizio non coincida con la fine dipende anche da noi (intendendo i qui presenti).
Ecco la mia risposta: http://www.greenreport.it/web/archivio/show/id/6513
Personalmente, a parte il punto 3 che andrebbe verificato, e, in minor misura il punto 5, le altre mi sembrano idiozie.
A meno che non vogliamo tutti dotarci di generatori a pedali e cominciare a sudare.
Quando parlavo di controllo intendevo anche questo.
Messaggio modificato il: 07-06-2011 alle 19:04 da renato.
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07-06-2011 18:57 |
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nikonzen
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RE: Votare sì cosa implica?
A meno che non vogliamo tutti dotarci di generatori a pedali e cominciare a sudare.
Quando parlavo di controllo intendevo anche questo.
Ma in questo caso era la gente del posto che protestava, il politico è intervenuto successivamente. Chi dovrebbe controllare il popolo che è il controllore?
Se i molisani non sono d'accordo all'impianto, gli mandi l'esercito per costruirlo? (domanda provocatoria che normalmente si rivolge ai sostenitori di altre centrali). In breve: come affrontiamo N.I.M.B.Y. anche per le rinnovabili?
Guarda che non è banale come domanda. Io leggo di gente contraria al progetto DESERTEC perchè andremmo ad insediarci e a contaminare il deserto.
In Piemonte, Grillo ( e il M5S) guerreggia con la regione che vuole utilizzare gli scarti della pulizia dei boschi come biomasse.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/piemonte/2011/04/la-lega-si-fuma-le-biomasse.html
Ricordo che lo stesso Celentano (nuovamente, cito lui come rappresentante di un modo di vedere il problema) si è detto contrario ai grandi impianti fotovoltaici ed eolici. Ha espressamente detto (e in tanti si riconoscono in questo) che vuole piccoli impianti casalinghi connessi in rete.
Motivi? anche legittimi. Consumo del suolo, accentramento della produzione dell'energia come il modello attuale, ma puoi leggere tutto sul link grillino che ho lasciato sopra.
Buona parte del SI al referendum verrà da queste persone, che confondono la presentazione pubblicitaria, il sogno delle rinnovabili, con la realtà.
Messaggio modificato il: 07-06-2011 alle 19:44 da nikonzen.
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07-06-2011 19:42 |
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tesla82
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RE: Votare sì cosa implica?
Ma in questo caso era la gente del posto che protestava, il politico è intervenuto successivamente. Chi dovrebbe controllare il popolo che è il controllore?
Se i molisani non sono d'accordo all'impianto, gli mandi l'esercito per costruirlo? (domanda provocatoria che normalmente si rivolge ai sostenitori di altre centrali). In breve: come affrontiamo N.I.M.B.Y. anche per le rinnovabili?
Guarda che non è banale come domanda. Io leggo di gente contraria al progetto DESERTEC perchè andremmo ad insediarci e a contaminare il deserto.
In Piemonte, Grillo ( e il M5S) guerreggia con la regione che vuole utilizzare gli scarti della pulizia dei boschi come biomasse.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/piemonte/2011/04/la-lega-si-fuma-le-biomasse.html
Ricordo che lo stesso Celentano (nuovamente, cito lui come rappresentante di un modo di vedere il problema) si è detto contrario ai grandi impianti fotovoltaici ed eolici. Ha espressamente detto (e in tanti si riconoscono in questo) che vuole piccoli impianti casalinghi connessi in rete.
Motivi? anche legittimi. Consumo del suolo, accentramento della produzione dell'energia come il modello attuale, ma puoi leggere tutto sul link grillino che ho lasciato sopra.
Buona parte del SI al referendum verrà da queste persone, che confondono la presentazione pubblicitaria, il sogno delle rinnovabili, con la realtà.
ottimo intervento concordo in pieno,ed aggiungo per una volta siamo meritocratici altrimenti staremo sempre ad assistere ad una collocazione sbagliata di persone nei luoghi come mettere un esperto di finanza a fare il ministro della salute,oppure istituire il ministro dell'agricoltura ad uno che non ha mai avuto a che fare con i campi,il referendum facciamolo fare a chi lavora in questo campo ed alle persone competenti,mio padre che fa il contadino che opinione puo dare (con tutto rispetto per i contadini andrei anchio a farlo )???
"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
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07-06-2011 20:00 |
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nikonzen
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RE: Votare sì cosa implica?
http://paolovasca.blogspot.com/2011/06/dire-no-al-nucleare-e-arte.html#comments
Un ottimo riassunto della mia posizione e di quanto detto fin'ora.
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07-06-2011 21:45 |
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Sarek
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RE: Votare sì cosa implica?
In breve: come affrontiamo N.I.M.B.Y. anche per le rinnovabili?
Come per il nucleare... $$$$$$$$$$$  
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07-06-2011 21:48 |
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nikonzen
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RE: Votare sì cosa implica?
Pagando le zone che ospiteranno gli impianti? E' una soluzione, non è detto che funzioni ma è una soluzione.
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07-06-2011 22:23 |
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Cher
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RE: Votare sì cosa implica?
Basta creare delle no-tax-Free -zone -energy, accetti la centrale e non paghi tasse per residenti e chi non è d'accordo traslocca.
Fai il referendum e sei ok!
Creiamo l'acronimo:
Una fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.
Cher03@hotmail.it
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07-06-2011 22:41 |
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sailwiz
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RE: Votare sì cosa implica?
Vi copio incollo l' editoriale le Le Scienze attualmente in edicola:
La notte scorsa, intorno alle 4.15, si registrava il minimo della domanda elettrica italiana nella giornata del 19 maggio: circa 27.000 megawatt. È dunque, questa, la base della domanda elettrica italiana, quella che dobbiamo essere in condizioni di garantire a ogni ora del giorno, in qualsiasi condizione meteo. Di notte, senza sole e con l’intermittenza della fonte eolica, la potenza idroelettrica installata (meno di 18.000 megawatt) non basterebbe a soddisfare la domanda nemmeno funzionando a pieno regime.
L’impossibilità di rispondere alla domanda è, al momento, uno dei limiti principali delle rinnovabili come eolico e fotovoltaico, dovuta principalmente all’intermittenza della fonte. Per questo per ogni chilowatt di potenza installata ne occorre uno in fonti tradizionali, siano idroelettrico, nucleare o combustibili fossili.
È anche a partire da questi dati che dovremmo riflettere quando saremo chiamati a decidere il futuro energetico italiano. E la scelta, badate, non sarà tra nucleare e rinnovabili, ma tra nucleare e combustibili fossili.
Dei secondi, sappiamo che sono i principali responsabili dell’aumento di gas serra in atmosfera e i più che probabili colpevoli del riscaldamento globale in atto. Sappiamo che si trovano principalmente in paesi politicamente instabili e che la fluttuazione del loro prezzo porta a incrementi vertiginosi del prezzo dell’energia. Sappiamo anche che provocano un inquinamento ambientale insostenibile e che reclamano un crescente pedaggio in termini di salute. E infine sospettiamo che presto (il petrolio) o tardi (gas e carbone) cominceranno a scarseggiare.
Anche del nucleare abbiamo sentito parlare molto, in questi mesi, a seguito del grave incidente accaduto a quattro reattori della centrale di Fukushima Daiichi dopo lo tsunami che ha colpito il Giappone. Ma mentre in Europa e negli Stati Uniti si è preso a riflettere su come migliorare la sicurezza delle centrali, in Italia il dibattito si è subito incancrenito su posizioni ideologiche da derby calcistico degne di miglior causa. E spesso ci è toccato ingoiare dalla stampa nazionale ammirevoli perle di disinformazione, sia sulle conseguenze dell’incidente (che allo stato delle cose potranno essere realmente valutate nell’arco di mesi o anni) sia a proposito delle scelte energetiche che ci prepariamo a fare.
In questo numero trovate due articoli: uno sull’incidente di Fukushima, l’altro sulle centrali nucleari di generazione 3+, in costruzione oggi in diversi paesi. Non pretendono di rispondere a tutti gli interrogativi sull’opportunità di ricavare elettricità dalla fissione atomica, ma rientrano in quella riflessione sulla base di costi, rischi e benefici su diversi fronti – tecnologico, economico, ambientale, sociale – che si sta svolgendo in molte parti del mondo.
Il referendum sul nucleare che si svolgerà (salvo cambiamenti dell’ultima ora) il 12 e il 13 giugno ci chiama a decidere il futuro del paese, ma probabilmente molti di noi si presenteranno all’appuntamento senza avere un’idea chiara dei pro e dei contro. Senza aver avuto accesso a un’informazione scevra da pregiudizi e fondata su fatti condivisi. E una democrazia priva di un sistema dell’informazione affidabile e credibile è una democrazia dimezzata.
(06 giugno 2011)
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08-06-2011 12:33 |
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