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Una storia triste
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Cher
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Una storia triste

http://www.ilgiornale.it/interni/il_muse...comments=1


E trasformarlo in una fondazione con relativo 5 x 1000?


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



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Messaggio modificato il: 20-08-2011 alle 10:08 da Cher.

20-08-2011 10:05
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Cher
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RE: Una storia triste

Il museo dello spreco: costa 1,7 milioni l’anno ma non ha mai aperto

Roma «Giù le mani» è lo slogan dell’estate 2011. Ce n’è per tutti quelli che osano intaccare i privilegi. Il ministro Gelmini ha il record di maledizioni. Ma da quando il governo ha deciso di far saltare i ponti, spopolano gli idealisti che paragonano gli accorpamenti domenicali alla peste. Poi ci sono quelli che si indignano per i tagli, sono i professionisti del pianto. Generalmente ottengono la retromarcia. Questione di soldi, la filosofia centra nulla. Prendiamo i mini enti, quelli considerati «inutili» al tempo della crisi. Quelli con meno di settanta dipendenti, come l’Accademia dei Lincei e della Crusca. In loro difesa è sceso in campo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un pronostico? Da quelle parti possono dormire sonni tranquilli.

Recentemente si è scatenato un putiferio sull’eventuale taglio del Museo storico della Fisica, il Centro Enrico Fermi a Roma. Ma che scherziamo? Ci lavorano sei dipendenti più una pletora di consulenti esterni, lo fanno per noi. Un museo che se fosse agibile sarebbe una meraviglia.

Situato in piazza del Viminale, dentro il ministero dell’Interno, è il classico esempio di pasticcio/spreco all’italiana. Non ha mai aperto ufficialmente, eppure sarebbero passati 12 anni dalla cartacea inaugurazione. Eppure il budget dato dal Miur (secondo il piano triennale scaricato dal sito del Centro Fermi) ammonta a 1,7 milioni di euro l’anno. Evidentemente si lavora per tutti, tranne che per il pubblico che magari una capatina al «museo» se la farebbe anche. Poco importa: sono anni che Antonino Zichichi parla (male) del nucleare e lo ha fatto da presidente del Centro Fermi. Una bella differenza. Che potrebbe far comodo anche al fresco presidente Luisa Cifarelli.

Contattato il centralino abbiamo scoperto che il museo non esiste, o meglio: «Deve essere ancora completato». C’è di mezzo un restauro, forse ancora un paio di anni di ponteggi, qualche tinteggiatura qua e là. Una volta dentro, il gentile poliziotto ci confida che sono ormai settimane che non vede più i dipendenti. Mistero. «Questo è il numero della segreteria, provate un po’ a chiamare..». Niente. Ferie d’agosto o qualcosa di più? Nel frattempo hanno cinque dipendenti che prendono un regolare stipendio. E poi un direttore e 16 collaboratori esterni con uno stipendio da 17 a 40mila euro lordi all’anno. Tra questi c’è anche un giapponese. Poi altri sei consulenti «per i progetti», anche qui con un compenso tra 10 e 40mila euro. Infine una addetta alla ristrutturazione del complesso monumentale a 24mila euro all’anno. «Per realizzare quello che fu il sogno di Fermi - si legge nel sito internet del Museo - il Centro, che porta il suo nome, seleziona giovani talenti, ai quali offre borse di studio affinché possano lavorare per le loro ricerche in Italia. E per la promozione della cultura scientifica e della memoria storica».

Commenta il professor Enzo Iarocci, docente di Fisica generale a «La Sapienza» e membro del Consiglio di amministrazione: «Abbiamo una storia recente, appena dieci anni e siamo nati proprio per tutelare una precisa memoria storico-scientifica. Penso che gli enti inutili esistano. Ma sinceramente credo che vadano cercati tra quelli che hanno più di settanta dipendenti». Questione di punti di vista. Ma allora a che serve un museo chiuso e costoso? «L’attività del centro Fermi ha due settori - si legge nel sito -.

Uno di pura cultura scientifica con mostre, conferenze affinché i visitatori possano essere coinvolti in qualche dettaglio importante, relativo alle scoperte della Fisica dagli anni di Fermi a oggi. L’altro di pura memoria storica con il ripristino del complesso monumentale da adibire a museo». Appunto, la memoria che si perde. Tempo scaduto.

http://www.centrofermi.it/

Qui per saperne di più, chi era Enrico Fermi e cosa fece:
http://www.centrofermi.it/docs/enrico-fermi.pdf




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Messaggio modificato il: 05-09-2011 alle 22:01 da Cher.

05-09-2011 21:53
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Cher
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RE: Una storia triste

http://www.ilgiornale.it/esteri/conferma...comments=1

Confermate dalla Nasa dopo sessanta anni le teorie di Fermi sui raggi cosmici
di Francesca Angeli


Le scoperte del grande scienziato Enrico Fermi vengono oggi confermate dai nuovi mezzi messi a disposizione da una tecnologia allora sconosciuta.

Ad esempio l'ipotesi fatta dal premo Nobel sui meccanismi di accelerazione dei raggi cosmici trova ora conferma nelle osservazioni del satellite che la Nasa ha costruito dedicandolo proprio al fisico italiano morto a Chicago nel '54.

Più di sessanta anni fa Fermi per primo propose un meccanismo in grado di spiegare le enormi energie raggiunte dai raggi cosmici che permeano la nostra Galassia. Un ipotesi che adesso viene confermata dalle recenti osservazioni della missione per lo studio dei raggi gamma che la NASA ha dedicato proprio al famoso scienziato italiano.

Il satellite Fermi, infatti, al quale l'Italia collabora con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha infine scovato la prova definitiva che dimostra come le teorie del fisico fossero giuste.

I raggi cosmici sono particelle cariche di altissima energia che raggiungono il nostro pianeta attraversandoci come una continua pioggerellina battente. Secondo l'ipotesi messa a punto da Fermi, i raggi cosmici vengono accelerati in dense nubi di gas magnetizzato in movimento. Il "meccanismo di Fermi", come fu definito, con le sue varianti è rimasto per molti anni l'unico procedimento praticabile. Vista la sua importanza la Nasa ha deciso di dare il nome di Fermi al grande osservatorio spaziale per l'astronomia gamma lanciato nel giugno 2008.

Nel corso degli ultimi 50 anni gli astrofisici hanno individuato nei resti delle supernove i siti cosmici più adatti a creare le condizioni previste da Fermi.
Quando una stella di grande massa ha esaurito il combustibile nucleare, che bruciando ne sorregge l'enorme massa gravitazionale, esplode lasciando un resto di supernova, che è appunto è la struttura risultante dalla gigantesca esplosione con cui l'enorme stella termina la propria vita .
Il Large Area Telescope (LAT), rivelatore per raggi gamma di alta energia collocato a bordo del satellite Fermi, ha osservato in vari resti di supernova un'intensa emissione gamma correlata con gli strati di materia espulsa nell'esplosione e con la presenza di dense nubi di gas interstellare.

Il meccanismo svelato dal satellite Fermi è semplice e chiaro. I protoni, che costituiscono la maggior parte dei raggi cosmici sono inizialmente accelerati nelle collisioni fra gli strati di materia espulsa nell'esplosione di supernova. Così facendo producono raggi gamma di altissima energia quando interagiscono con i nuclei atomici del gas interstellare. Le osservazioni del satellite Fermi hanno mostrato evidenza di questo meccanismo in ben quattro resti di supernove di varie età, da estremamente giovani, cioè di poche centinaia di anni, ad altre risalenti a migliaia di anni fa. A più di sessant'anni di distanza, quindi, l'ipotesi di Enrico Fermi trova una conferma sperimentale.

Ronaldo Bellazzini, responsabile del progetto Fermi per l'INFN, spiega che «le nuove osservazioni raggiungono uno degli obiettivi fondamentali della missione e mostrano quanto sia ampio il contributo di Fermi alla nostra comprensione dell'Universo, raggiungendo così un nuovo grande risultato grazie a questo strumento realizzato con un ruolo decisivo della componente italiana".

«Anche se non si vedono, i raggi cosmici sono importanti come la luce delle stelle nello spazio che ci circonda», commenta Patrizia Caraveo, responsabile per INAF dello sfruttamento scientifico dei dati Fermi. «Aver capito dove i protoni vengono accelerati a velocità prossime a quelle della luce è un risultato importante». Se potesse Fermi direbbe «l'avevo detto io...».


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Cher03@hotmail.it
04-10-2011 17:50
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lucaberta
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Messaggio: #4
RE: Una storia triste

Il 2 Dicembre 2012 saranno passati 70 anni da quando Fermi ed il suo team di ricercatori riuscirono ad ottenere una fissione controllata nella palestra dell'Universita' di Chicago, situata sotto le tribune dello stadio.

Chissa' mai se per quella data potremo avere la fortuna di accedere al museo intitolato ad un grande italiano come Enrico Fermi.

Ciao, Luca


Luca Bertagnolio
Futuro Nucleare
http://futuronucleare.com
@futuronucleare
05-10-2011 02:21
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