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L'Enea bara sui costi del nucleare
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mi.greco
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L'Enea bara sui costi del nucleare

Vi rimetto due comunicazioni giunte all'amico Tommaso Cascella, noto scultore, che ha pensato di rigiralmele.



Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, mette in evidenza la possibilità di risparmiare sul prezzo dell’ energia, grazie all’ utilizzo del nucleare.

Si stima, sempre secondo Saglia, un abbassamento del prezzo dell’ energia per megawatt, dagli attuali 65 euro, fino a 40 euro, nel momento in cui gli impianti nucleari funzioneranno a pieno regime in Italia.

La più grande azienda di servizi finanziari nel mondo, relative ai costi e ai rischi degli investimenti nelle centrali nucleari : “Citigroup”, afferma il contrario.

Secondo i calcoli di Citigroup, diffusi da Greenpeace nel briefing “Bufale nucleari”, i costi per la costruzione delle nuove centrali nucleari vengono aumentati di un 20%, ipotizzando altresi ritardi di oltre 2 anni.

Facendo riferimento a questi 2 dati, per un ritorno d’ investimento, il prezzo dell’ energia non può essere minore di 70 euro a megawatt quindi, maggiore degli attuali 65 euro.

Citigroup ha portato avanti delle ipotesi in base a calcoli ma, se ci basiamo su fatti concreti, facendo riferimento al reattore finlandese di Olkiluoto, reattore uguale a quelli che verranno costruiti in Italia, c’è da dire che;

IL reattore finlandese di Olkiluoto, doveva entrare in funzione tre anni fa, ancora oggi non è stato ultimato per varie ragioni dovute oltretutto alla sicurezza. I costi sono aumentati del 50% e nessuno ancora prevede la sua ultimazione.
Se malauguratamente compariamo i lavori della Salerno Reggio Calabria, con quelle delle centrali Nucleari, non si sa dove andremo a finire.



L'ENEA BARA SUI COSTI DEL NUCLEARE
02 Febbraio 2006Stampa Invia
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente. Ingrandisci
ROMA, Italia — Greenpeace commenta il Rapporto Energia e Ambiente 2005 dell'Enea pubblicato oggi, che contiene una chiara mistificazione sui costi del nucleare. "Secondo una tabella del rapporto, l'elettricità da nucleare costerebbe due centesimi di euro al chilowattora. E' un'informazione del tutto infondata e se diffusa tra i risparmiatori potrebbe indurli a credere che il nucleare sia un buon investimento" commenta Pippo Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.

"Se il nucleare fosse così economico come si spiega che nei paesi in cui il mercato è stato liberalizzato da tempo, Stati Uniti e Gran Bretagna, gli investimenti privati languono e i governi pensano di sussidiare pesantemente il nucleare?"

Greenpeace ricorda come nel 2005 su proposta dell'amministrazione Bush il Congresso abbia approvato generosi sussidi al nucleare: prestiti per l'80 per cento del costo di costruzione e un contributo di 1,8 centesimi di dollaro per chilowattora, quasi quanto il costo dell'elettricità da nucleare stimato dagli autori del rapporto Enea. Le stime più ottimistiche del costo attualizzato del chilowattora, quelle elaborate nel 2005 dal Dipartimento Usa dell'energia, ci dicono infatti esattamente il contrario: il nucleare è la fonte più costosa, più del gas, del carbone e dell'eolico. “Il nucleare risulta più costoso sia nel breve periodo che nel lungo periodo (2025), con un costo che supera i sei centesimi al chilowattora, il più alto tra tutte le fonti energetiche, eolico compreso. Altro che due centesimi. Non bariamo!” ribatte Onufrio.

Altri recenti studi del MIT (Massachusettes Institute of Technology) e dell'Università di Chicago mostrano rapporti di costo ancora più sfavorevoli al nucleare. Senza un'iniezione di denaro pubblico, in sostanza, la sorte del nucleare negli Stati Uniti è segnata e non per un referendum ma per mancanza di investitori privati a causa degli eccessivi rischi di redditività degli investimenti. Se l'industria nucleare va sovvenzionata in modo così pesante nei Paesi in cui si è sviluppata non si capisce perché – anche solo in termini economici – si debba porre il problema in Italia. “Rispetto al costo del chilowattora prodotto da energia nucleare va ricordato che il costo del risparmio è inferiore: le analisi condotte sui programmi di efficienza e risparmio nei Paesi dell'Ocse mostrano che nei due terzi dei casi i costi del chilowattora risparmiato sono ben inferiori ai 6 centesimi” spiega Onufrio. Dopo 60 anni di ricerca applicata del nucleare il problema delle scorie rimane insoluto in tutta la sua drammaticità.
Note
La tabella a cui fa riferimento Greenpeace sui costi del nucleare è pubblicata a pag. 471 del Rapporto Enea, disponibile in rete.

Riterrei opportuna una risposta o una precisazione da qualcuno degli amici di "Archivio Nucleare" più aggiornato e più competente in materia.
Grazie
Michele Greco

25-10-2010 17:01
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sexyteo
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RE: L'Enea bara sui costi del nucleare

Sono argomenti di cui si é già parlato miliardi di volte. Il rapporto del MIT (tra tutti quelli "seri") é il meno "farevole" al nucleare, ma non si può dire che sia "sfavorevole", anzi, il verdame variopinto lo attacca accusandolo di faziosità:
http://www.greenreport.it/_new/index.php...mp;id=6754
Questo é un aggiornamento recente del 2010 del rapporto MIT (del 2003), vedi pagina 19:
http://web.mit.edu/mitei/docs/spotlights...-cycle.pdf
Quello del politecnico di Chicago non é affatto sfavorevole, basta leggerlo per rendersene conto (tabella di pagina 16):
http://nuclear.gov/np2010/reports/NuclIn...ummary.pdf
Qui, invece, ho parlato della follia fotovoltaica italiana:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...656#pid656
In ogni caso, i confronti non vengono mai fatti con le rinnovabili perchè si sa che il divario competitivo a loro sfavore è impressionante. Allora la conseguenza è sempre la stessa: chi attacca sui costi del nucleare non sa (o non vuole sapere) che per realizzare la stessa potenza con costi neanche inferiori c’è una sola strada altrernativa al nucleare: il carbone! Basta vedere la già sopracitata tabella 1.1 di pagina 19 del rapporto del 2010 del MIT dal titolo The Future of the Nuclear Fuel Cycle, in cui il nucleare é confrontato unicamente col carbone e con il gas.
Nel mio thred ne ho già parlato di costi e altri aspetti:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...php?tid=70
Da una mia email, l'AIN ha riportato graficamente i costi del nucleare dei vari studi:
http://www.assonucleare.it/Documenti%20A...%202.2.htm

Di recente, L’US Energy policy Act introdotto dall’amministrazione Bush nel 2005 applica gli “incentivi” di cui si parla agli impianti innovativi a gas, a carbone e a fonti rinnovabili e solo ai primi 6.000 MW di impianti nucleari della terza generazione avanzata, in considerazione del fatto che si tratta in tutti i casi di prototipi industriali.
Il prestito è erogato a un tasso di interesse superiore da 1 a 5 punti al tasso ufficiale di sconto fissato dal Dipartimento del Tesoro, ed è quindi a titolo oneroso. Il "sussidio" di 1,8 centesimi non è quindi un finanziamento, ma un credito di imposta.
L’incentivazione delle diverse fonti energetiche non ha nulla di riprovevole, in quanto risponde a esigenze di indirizzo a lungo termine del sistema energetico che non sarebbero garantite dalle sole leggi di mercato (che hanno obiettivi di breve termine).
L’amministrazione Obama ha concesso non un "finanziamento" ma una garanzia di credito di 8,33 miliardi di dollari per la costruzione di due nuove centrali nucleari AP1000 da 1.100 MW ciascuna nel sito di Vogtle, in Georgia. E' bene precisare che i costi di investimento al netto degli interessi (overnight capital cost) variano a seconda del tipo di impianto nucleare. Per gli impianti in costruzione sono: EPR (Olkiluoto, Finlandia, 2003) 1875 €/kWe; EPR (Flamanville, Francia, 2007): 2063 €/kWe, incrementato a circa 2500 €/kWe nella seconda metà del 2008; EPR (2 unità, Taishan, Cina, 2007): circa 1100 €/kWe (particolare contratto tra EdF e società cinesi che include altri servizi quali la fornitura del combustile); IRIS (2005): circa 3000 $/kWe, di cui circa 50% imputabile a costi di sviluppo e licensing (valutazioni economiche per impianti first of a kind); AP1000 (4 unità, Sanmen e Haiyang, China, 2007): circa 2230 $/KWe. Il costo overnight dichiarato da costruttori USA (2008) per gli impianti AP1000 (Westinghouse), ABWR e ESBWR (GE-Hitachi) è dell’ordine di 3000 $/KWe. I costi dichiarati dalle utilities USA sono in generale più elevati ma comprendono interessi passivi durante la costruzione, inflazione e imprevisti (overrun-contingency). Il costo dell’elettricità (levelised cost of electricity, LCOE) si colloca tra 33 e 55 €/MWh per EPR e tra 33 e 78 $/MWh per AP1000 a seconda delle ipotesi di calcolo:
http://www.enea.it/produzione_scientific...rzaGen.pdf

In conclusione, le argomentazioni antinucleari che citano i rapporti MIT e Chicago sono fatte da persone che non hanno letto tali rapporti (anche perché non li capiscono in quanto i verdami hanno la stessa cultura scientifica di una larva! Toungue), parlano per sentito dire e perché esce aria dalla loro bocca! Big Grin
Non é quindi certo l'ENEA a barare!
Riporto l'elenco aggiornato (Ottobre 2010) degli impianti nucleari in costruzione e della richiesta di uranio:
http://www.world-nuclear.org/info/reactors.html

mi.greco@alice.it ha Scritto:

Vi rimetto due comunicazioni giunte all'amico Tommaso Cascella, noto scultore, che ha pensato di rigiralmele.



Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, mette in evidenza la possibilità di risparmiare sul prezzo dell’ energia, grazie all’ utilizzo del nucleare.

Si stima, sempre secondo Saglia, un abbassamento del prezzo dell’ energia per megawatt, dagli attuali 65 euro, fino a 40 euro, nel momento in cui gli impianti nucleari funzioneranno a pieno regime in Italia.

La più grande azienda di servizi finanziari nel mondo, relative ai costi e ai rischi degli investimenti nelle centrali nucleari : “Citigroup”, afferma il contrario.

Secondo i calcoli di Citigroup, diffusi da Greenpeace nel briefing “Bufale nucleari”, i costi per la costruzione delle nuove centrali nucleari vengono aumentati di un 20%, ipotizzando altresi ritardi di oltre 2 anni.

Facendo riferimento a questi 2 dati, per un ritorno d’ investimento, il prezzo dell’ energia non può essere minore di 70 euro a megawatt quindi, maggiore degli attuali 65 euro.

Citigroup ha portato avanti delle ipotesi in base a calcoli ma, se ci basiamo su fatti concreti, facendo riferimento al reattore finlandese di Olkiluoto, reattore uguale a quelli che verranno  costruiti in Italia, c’è da dire che;

IL reattore finlandese di Olkiluoto, doveva entrare in funzione tre anni fa, ancora oggi non è stato ultimato per varie ragioni dovute oltretutto alla sicurezza. I costi sono aumentati del 50% e nessuno ancora prevede la sua ultimazione.
Se malauguratamente compariamo i lavori della Salerno Reggio Calabria, con quelle delle centrali Nucleari, non si sa dove andremo a finire.



L'ENEA BARA SUI COSTI DEL NUCLEARE
02 Febbraio 2006Stampa Invia
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente. Ingrandisci
ROMA, Italia — Greenpeace commenta il Rapporto Energia e Ambiente 2005 dell'Enea pubblicato oggi, che contiene una chiara mistificazione sui costi del nucleare. "Secondo una tabella del rapporto, l'elettricità da nucleare costerebbe due centesimi di euro al chilowattora. E' un'informazione del tutto infondata e se diffusa tra i risparmiatori potrebbe indurli a credere che il nucleare sia un buon investimento" commenta Pippo Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.

"Se il nucleare fosse così economico come si spiega che nei paesi in cui il mercato è stato liberalizzato da tempo, Stati Uniti e Gran Bretagna, gli investimenti privati languono e i governi pensano di sussidiare pesantemente il nucleare?"

Greenpeace ricorda come nel 2005 su proposta dell'amministrazione Bush il Congresso abbia approvato generosi sussidi al nucleare: prestiti per l'80 per cento del costo di costruzione e un contributo di 1,8 centesimi di dollaro per chilowattora, quasi quanto il costo dell'elettricità da nucleare stimato dagli autori del rapporto Enea. Le stime più ottimistiche del costo attualizzato del chilowattora, quelle elaborate nel 2005 dal Dipartimento Usa dell'energia, ci dicono infatti esattamente il contrario: il nucleare è la fonte più costosa, più del gas, del carbone e dell'eolico.  “Il nucleare risulta più costoso sia nel breve periodo che nel lungo periodo (2025), con un costo che supera i sei centesimi al chilowattora, il più alto tra tutte le fonti energetiche, eolico compreso. Altro che due centesimi. Non bariamo!” ribatte Onufrio.

Altri recenti studi del MIT (Massachusettes Institute of Technology) e dell'Università di Chicago mostrano rapporti di costo ancora più sfavorevoli al nucleare. Senza un'iniezione di denaro pubblico, in sostanza, la sorte del nucleare negli Stati Uniti è segnata e non per un referendum ma per mancanza di investitori privati a causa degli eccessivi rischi di redditività degli investimenti. Se l'industria nucleare va sovvenzionata in modo così pesante nei Paesi in cui si è sviluppata non si capisce perché – anche solo in termini economici – si debba porre il problema in Italia. “Rispetto al costo del chilowattora prodotto da energia nucleare va ricordato che il costo del risparmio è inferiore: le analisi condotte sui programmi di efficienza e risparmio nei Paesi dell'Ocse mostrano che nei due terzi dei casi i costi del chilowattora risparmiato sono ben inferiori ai 6 centesimi” spiega Onufrio. Dopo 60 anni di ricerca applicata del nucleare il problema delle scorie rimane insoluto in tutta la sua drammaticità.
Note
La tabella a cui fa riferimento Greenpeace sui costi del nucleare è pubblicata a pag. 471 del Rapporto Enea, disponibile in rete.

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Grazie
Michele Greco

Messaggio modificato il: 25-10-2010 alle 19:21 da sexyteo.

25-10-2010 19:11
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Messaggio: #3
RE: L'Enea bara sui costi del nucleare

Che lei sostienga che se ne sia parlato migliaia di volte, rafforza, pare, il concetto che non è stato sufficiente se non addirittura sia stato inutile. Lo dimostra il fatto che nessuno sa e che l'incisività di queste false informazioni sono più redditizie di quelle che diamo noi.
Non viè la verità assoluta ma quella in cui uno crede, perchè così ci viene inculcato nella vaghezza del sapere avvalorando quelle poche conoscenze negative.

Michele Greco

26-10-2010 13:11
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Cher
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RE: L'Enea bara sui costi del nucleare

La libertà di diffondere delle fesserie è ormai radicata, se mi è permesso sottolineare un dettaglio:"Il nucleare risulta più costoso sia nel breve periodo che nel lungo periodo (2025), con un costo che supera i sei centesimi al chilowattora, il più alto tra tutte le fonti energetiche, eolico compreso. Altro che due centesimi. Non bariamo!” ribatte Onufrio.
Pippo Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.
E' ovvio che questo signore è pagato per diffondere delle fesserie.
Come già dimostrato da Sexteo, resta da scavare nella comune definizione di fesseria, perché non c'è altra possibilità di dialogo.
Che cosé una fesseria?Cool

Se è pur vero che definire il costo finale di un impianto nucleare in Italia, vedi il riferimento alla Salerno ReggioCalabria , mette i brividi e perplessità! Ma in compenso non si paga il pedaggio..... sconsigliata percorrerla di notteToungue ( è una battuta )
Se si mescolano la resa di un impianto eolico con un impianto nucleare non c'è più nessuna speranza!Toungue
Per rispetto, il "Game-Over" è d'obbligo.

Il costo finale diventa marginale, da qui la fesseria ogni qual volta viene citato, per un semplice e banale motivo:
è la disponibilità dell'energia che determina il valore e non il valore che determina il modo con cui è prodotta.
Riporto la bella frase di Pietruccio che ancora più chiara Pietruccio scrive:
25 Ottobre 2010 alle 16:06
Il PV si assesterà sui 3.5 miliardi di € di incentivazione all’anno !?
Siccome l’incentivo generosamente elargito dura 20 vuol dire che, appena andremo “a regime” questi “amici” ci avranno indebitato per 70 miliardi di € per coprire i lauti profitti dei loro amati produttori di PV.

Già, lo fanno per l’ambiente… che non ha prezzo!In sostanza il nucleare per l’Italia, oggi, avrebbe soprattutto un valore strategico, nell’ottica dello sviluppo di questa tecnologia (che, non dimentichiamoci, deve sfociare sulla IV generazione), non certo di mera contabilità da sottosviluppati (e anche sottodotati intellettivamente) per un paese senza ambizioni e prospettive (che si sta drammaticamente deindustrializzando).


Considerazione tratta da Archivio nucleare che quoto interamente.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
26-10-2010 17:28
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RE: L'Enea bara sui costi del nucleare

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=9576
Qui si trova l'annuncio dell'ennesima variazione sul clima pro/contro nucleare.

Per la cronaca “Citigroup”, è stata salvata nel 2007 da fondi sovrani arabi, la cui percentuale è stata oggetto di critica da parte di analisti. Allora gli investitori hanno limitato la loro percentuale.
in , pratica da che pulpito arriva la predica?


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
27-10-2010 12:28
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Messaggio: #6
RE:  L'Enea bara sui costi del nucleare

Quell'articolo quando afferma: "il nucleare può convenire con bassi tassi di interesse sugli investimenti, attorno al 5%, ma già se si va al 10% il carbone risulta la scelta di generazione elettrica più conveniente, anche considerando gli oneri relativi alle emissioni di anidride carbonica" ciò é parzialmente vero, dipende dalla vita della centrale, in pratica con una durata di 60 anni (o più) di una centrale nucleare, la maggior convenienza del carbone decade.
Questa affermazione é vera a metà: "Le rinnovabili sono in crescita veloce e sono competitive tranne ancora il fotovoltaico, che avrà bisogno ancora a lungo di sostengo pubblico", che le rinnovabili siano in crescita é smentito dall'agenzia internazionale dell'energia, il loro contributo alla produzione di energia (idroelettrico a parte) é irrilevante (ne ho parlato troppe volte per ripetermi) e che il solare abbia bisogno di contributi pubblici é verissimo, é la fonte energetica più fallimentare!

Cher ha Scritto:

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=9576
Qui si trova l'annuncio dell'ennesima variazione sul clima pro/contro nucleare.

Per la cronaca “Citigroup”, è stata salvata nel 2007 da fondi sovrani arabi, la cui percentuale è stata oggetto di critica da parte di analisti. Allora gli investitori hanno limitato la loro percentuale.
in , pratica da che pulpito arriva la predica?

Messaggio modificato il: 27-10-2010 alle 12:48 da sexyteo.

27-10-2010 12:48
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