RE: L'Enea bara sui costi del nucleare
Sono argomenti di cui si é già parlato miliardi di volte. Il rapporto del MIT (tra tutti quelli "seri") é il meno "farevole" al nucleare, ma non si può dire che sia "sfavorevole", anzi, il verdame variopinto lo attacca accusandolo di faziosità:
http://www.greenreport.it/_new/index.php...mp;id=6754
Questo é un aggiornamento recente del 2010 del rapporto MIT (del 2003), vedi pagina 19:
http://web.mit.edu/mitei/docs/spotlights...-cycle.pdf
Quello del politecnico di Chicago non é affatto sfavorevole, basta leggerlo per rendersene conto (tabella di pagina 16):
http://nuclear.gov/np2010/reports/NuclIn...ummary.pdf
Qui, invece, ho parlato della follia fotovoltaica italiana:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...656#pid656
In ogni caso, i confronti non vengono mai fatti con le rinnovabili perchè si sa che il divario competitivo a loro sfavore è impressionante. Allora la conseguenza è sempre la stessa: chi attacca sui costi del nucleare non sa (o non vuole sapere) che per realizzare la stessa potenza con costi neanche inferiori c’è una sola strada altrernativa al nucleare: il carbone! Basta vedere la già sopracitata tabella 1.1 di pagina 19 del rapporto del 2010 del MIT dal titolo The Future of the Nuclear Fuel Cycle, in cui il nucleare é confrontato unicamente col carbone e con il gas.
Nel mio thred ne ho già parlato di costi e altri aspetti:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...php?tid=70
Da una mia email, l'AIN ha riportato graficamente i costi del nucleare dei vari studi:
http://www.assonucleare.it/Documenti%20A...%202.2.htm
Di recente, L’US Energy policy Act introdotto dall’amministrazione Bush nel 2005 applica gli “incentivi” di cui si parla agli impianti innovativi a gas, a carbone e a fonti rinnovabili e solo ai primi 6.000 MW di impianti nucleari della terza generazione avanzata, in considerazione del fatto che si tratta in tutti i casi di prototipi industriali.
Il prestito è erogato a un tasso di interesse superiore da 1 a 5 punti al tasso ufficiale di sconto fissato dal Dipartimento del Tesoro, ed è quindi a titolo oneroso. Il "sussidio" di 1,8 centesimi non è quindi un finanziamento, ma un credito di imposta.
L’incentivazione delle diverse fonti energetiche non ha nulla di riprovevole, in quanto risponde a esigenze di indirizzo a lungo termine del sistema energetico che non sarebbero garantite dalle sole leggi di mercato (che hanno obiettivi di breve termine).
L’amministrazione Obama ha concesso non un "finanziamento" ma una garanzia di credito di 8,33 miliardi di dollari per la costruzione di due nuove centrali nucleari AP1000 da 1.100 MW ciascuna nel sito di Vogtle, in Georgia. E' bene precisare che i costi di investimento al netto degli interessi (overnight capital cost) variano a seconda del tipo di impianto nucleare. Per gli impianti in costruzione sono: EPR (Olkiluoto, Finlandia, 2003) 1875 €/kWe; EPR (Flamanville, Francia, 2007): 2063 €/kWe, incrementato a circa 2500 €/kWe nella seconda metà del 2008; EPR (2 unità, Taishan, Cina, 2007): circa 1100 €/kWe (particolare contratto tra EdF e società cinesi che include altri servizi quali la fornitura del combustile); IRIS (2005): circa 3000 $/kWe, di cui circa 50% imputabile a costi di sviluppo e licensing (valutazioni economiche per impianti first of a kind); AP1000 (4 unità, Sanmen e Haiyang, China, 2007): circa 2230 $/KWe. Il costo overnight dichiarato da costruttori USA (2008) per gli impianti AP1000 (Westinghouse), ABWR e ESBWR (GE-Hitachi) è dell’ordine di 3000 $/KWe. I costi dichiarati dalle utilities USA sono in generale più elevati ma comprendono interessi passivi durante la costruzione, inflazione e imprevisti (overrun-contingency). Il costo dell’elettricità (levelised cost of electricity, LCOE) si colloca tra 33 e 55 €/MWh per EPR e tra 33 e 78 $/MWh per AP1000 a seconda delle ipotesi di calcolo:
http://www.enea.it/produzione_scientific...rzaGen.pdf
In conclusione, le argomentazioni antinucleari che citano i rapporti MIT e Chicago sono fatte da persone che non hanno letto tali rapporti (anche perché non li capiscono in quanto i verdami hanno la stessa cultura scientifica di una larva! ), parlano per sentito dire e perché esce aria dalla loro bocca! 
Non é quindi certo l'ENEA a barare!
Riporto l'elenco aggiornato (Ottobre 2010) degli impianti nucleari in costruzione e della richiesta di uranio:
http://www.world-nuclear.org/info/reactors.html
Vi rimetto due comunicazioni giunte all'amico Tommaso Cascella, noto scultore, che ha pensato di rigiralmele.
Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, mette in evidenza la possibilità di risparmiare sul prezzo dell’ energia, grazie all’ utilizzo del nucleare.
Si stima, sempre secondo Saglia, un abbassamento del prezzo dell’ energia per megawatt, dagli attuali 65 euro, fino a 40 euro, nel momento in cui gli impianti nucleari funzioneranno a pieno regime in Italia.
La più grande azienda di servizi finanziari nel mondo, relative ai costi e ai rischi degli investimenti nelle centrali nucleari : “Citigroup”, afferma il contrario.
Secondo i calcoli di Citigroup, diffusi da Greenpeace nel briefing “Bufale nucleari”, i costi per la costruzione delle nuove centrali nucleari vengono aumentati di un 20%, ipotizzando altresi ritardi di oltre 2 anni.
Facendo riferimento a questi 2 dati, per un ritorno d’ investimento, il prezzo dell’ energia non può essere minore di 70 euro a megawatt quindi, maggiore degli attuali 65 euro.
Citigroup ha portato avanti delle ipotesi in base a calcoli ma, se ci basiamo su fatti concreti, facendo riferimento al reattore finlandese di Olkiluoto, reattore uguale a quelli che verranno costruiti in Italia, c’è da dire che;
IL reattore finlandese di Olkiluoto, doveva entrare in funzione tre anni fa, ancora oggi non è stato ultimato per varie ragioni dovute oltretutto alla sicurezza. I costi sono aumentati del 50% e nessuno ancora prevede la sua ultimazione.
Se malauguratamente compariamo i lavori della Salerno Reggio Calabria, con quelle delle centrali Nucleari, non si sa dove andremo a finire.
L'ENEA BARA SUI COSTI DEL NUCLEARE
02 Febbraio 2006Stampa Invia
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente. Ingrandisci
ROMA, Italia — Greenpeace commenta il Rapporto Energia e Ambiente 2005 dell'Enea pubblicato oggi, che contiene una chiara mistificazione sui costi del nucleare. "Secondo una tabella del rapporto, l'elettricità da nucleare costerebbe due centesimi di euro al chilowattora. E' un'informazione del tutto infondata e se diffusa tra i risparmiatori potrebbe indurli a credere che il nucleare sia un buon investimento" commenta Pippo Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.
"Se il nucleare fosse così economico come si spiega che nei paesi in cui il mercato è stato liberalizzato da tempo, Stati Uniti e Gran Bretagna, gli investimenti privati languono e i governi pensano di sussidiare pesantemente il nucleare?"
Greenpeace ricorda come nel 2005 su proposta dell'amministrazione Bush il Congresso abbia approvato generosi sussidi al nucleare: prestiti per l'80 per cento del costo di costruzione e un contributo di 1,8 centesimi di dollaro per chilowattora, quasi quanto il costo dell'elettricità da nucleare stimato dagli autori del rapporto Enea. Le stime più ottimistiche del costo attualizzato del chilowattora, quelle elaborate nel 2005 dal Dipartimento Usa dell'energia, ci dicono infatti esattamente il contrario: il nucleare è la fonte più costosa, più del gas, del carbone e dell'eolico. “Il nucleare risulta più costoso sia nel breve periodo che nel lungo periodo (2025), con un costo che supera i sei centesimi al chilowattora, il più alto tra tutte le fonti energetiche, eolico compreso. Altro che due centesimi. Non bariamo!” ribatte Onufrio.
Altri recenti studi del MIT (Massachusettes Institute of Technology) e dell'Università di Chicago mostrano rapporti di costo ancora più sfavorevoli al nucleare. Senza un'iniezione di denaro pubblico, in sostanza, la sorte del nucleare negli Stati Uniti è segnata e non per un referendum ma per mancanza di investitori privati a causa degli eccessivi rischi di redditività degli investimenti. Se l'industria nucleare va sovvenzionata in modo così pesante nei Paesi in cui si è sviluppata non si capisce perché – anche solo in termini economici – si debba porre il problema in Italia. “Rispetto al costo del chilowattora prodotto da energia nucleare va ricordato che il costo del risparmio è inferiore: le analisi condotte sui programmi di efficienza e risparmio nei Paesi dell'Ocse mostrano che nei due terzi dei casi i costi del chilowattora risparmiato sono ben inferiori ai 6 centesimi” spiega Onufrio. Dopo 60 anni di ricerca applicata del nucleare il problema delle scorie rimane insoluto in tutta la sua drammaticità.
Note
La tabella a cui fa riferimento Greenpeace sui costi del nucleare è pubblicata a pag. 471 del Rapporto Enea, disponibile in rete.
Riterrei opportuna una risposta o una precisazione da qualcuno degli amici di "Archivio Nucleare" più aggiornato e più competente in materia.
Grazie
Michele Greco
Messaggio modificato il: 25-10-2010 alle 19:21 da sexyteo.
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