RE: I conti in tasca alle rinnovabili tedesche
Dopo la prima puntata, sulle "radiose" rinnovabili tedesche:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...38#pid5438
ne parlerò nuovamente con ulteriori "particolari". La politica energetica tedesca, più che assimilarla al film Le comiche, come già suggerito, è invece un viaggio allucinante, senza fine, con la regia di Angela Merkel (Christian Democratic Union - centrodestra), la produzione di Gerhard Schröder (Social Democratic Party - centrosinistra) e come attore protagonista il popolo tedesco!
Lo studio che il Ministero dell'Economia tedesco, ha commissionato (a posteriori e non preventivamente come elemento di valutazione) all'Istituto per l'energia dell'Università di Colonia, all'Istituto Prognos e alla Società per la ricerca economica Gws, come è stato già anticipato (nel precedente post), ha stimato in 32 miliardi l'aumento della bolletta dell'elettricità tedesca nei prossimi 20 anni a causa del phase out nucleare.
Più nel dettaglio.
Tale studio, è intitolato Energieszenarien 2011 - Projekt Nr. 12/10 des Bundesministeriums für Wirtschaft und Technologie (Basel/Köln/Osnabrück, Juli 2011):
http://www.prognos.com/fileadmin/pdf/pub...n_2011.pdf
In questo prestigioso Rapporto, si ipotizzano due scenari:
1- Ausstieg: uscita, phase out nucleare
2- LZV (Laufzeitverlängerung): prolungamento della vita delle centrali nucleari
Si nota facilmente, che nel caso del primo scenario (phase out nucleare), la rapida riduzione della potenza elettronucleare è tutta a vantaggio delle fonti fossili, riportando un incremento di queste ultime (soprattutto gas naturale, Erdgas, ma anche carbone, Steinkohle/Braunkohle) nelle proiezioni dal 2015 al 2030 (con intervalli di un lustro); ciò è ben illustrato nel grafico di pagina 7 (pag. 14 del pdf - Abbildung 3.1-1: Installierte Bruttokraftwerksleistung in den Szenarien Ausstieg und LZV nach Energieträgern, 2008-2030, in GW).
Inoltre, è mostrato come sarà sostituita la potenza elettronucleare, e come avevo già anticipato nel precedente post (quello di apertura al thread), tale potenza elettrica sarà rimpiazzata esclusivamente dalle fonti fossili. Carbone (Steinkohle) e soprattutto gas (Erdgas) a sostituirsi al nucleare, dal 2015 al 2030 (con le proiezioni intervallate di un lustro) come illustrato nel grafico di pagina 8 (pag. 15 del pdf - Abbildung 3.1-2: Differenzen der installierten Bruttoleistung in den Szenarien Ausstieg und LZV, 2015 - 2030, in GW - Nulllinie: Szenario LZV). Non solo: oltre i complessi nucleari, anche i vecchi impianti a carbone e a gas, per un totale di quasi 18 GWe (Stilllegung: chiusura), tra poco più di due anni (al 2014), saranno sostituiti (Zubau: costruire) da 13 GWe di nuovi impianti a carbone (Steinkohle/Braunkohle) attualmente in costruzione (im Bau) e da 2 GWe dal gas (Erdgas), mentre i restanti GWe (quasi 3 GWe), non andranno sostituiti (invece saranno affidati alle importazioni, ma l'import elettrico tedesco sarà affrontato più avanti in questo stesso post); ciò conferma quanto aveva già riportato la prestigiosa rivista Platts, in un articolo del 31 Maggio 2011 (link che avevo già proposto nella precedente "puntata"):
http://www.platts.com/RSSFeedDetailedNew...al/8936549
in cui si afferma che "Around 13 GW of thermal plant (mainly hard coal but some lignite and gas) are in various stages of construction in Germany, according to Platts data" e che "Some 10 GW of thermal power generating capacity needs to be built in Germany by 2020 in addition to capacity already under construction to ensure a healthy reserve margin, the German government indicated in its decision Monday to close all the country's nuclear power stations by 2022", in altre parole, la dismissione degli impianti nucleari tedeschi (20,5 GWe installati ante-moratoria), saranno rimpiazzati entro meno di 10 anni, al 2020, con 23 GWe di termofossili (carbone in primis)!
Quindi, al 2014, vi sarà una netta affermazione del carbone, in entrambi gli scenari (Ausstieg e LZV) senza sostanziali differenze tra di loro, mentre dal 2015 al 2030, è previsto un netto "consenso" del gas, con i due scenari (Ausstieg e LZV) che si differenziano essenzialmente sulla stima futura della potenza installata e non sulla ripartizione percentuale (ciò avviene a causa delle diverse proiezioni future della produzione e consumo di energia elettrica, anche primaria, in terra tedesca, aspetto che sarà affrontato tra breve in questo stesso post).
Quanto brevemente riportato, è ben documentato nel grafico di pagina 9 (pag. 16 del pdf - Abbildung 3.1-3: Konventionelle Kraftwerkszubauten und Kraftwerksstilllegungen in den Szenarien Ausstieg und LZV, 2015 bis 2030 in GW).
Dopo aver analizzato le proiezioni sulle potenze elettriche installate (GWe), è necessario capire quale sarà la generazione di energia elettrica lorda (TWh) nei due scenari (Ausstieg e LZV). Nel grafico di pagina 10 (pag. 17 del pdf - Abbildung 3.2-1: Bruttostromerzeugung in den Szenarien Ausstieg und LZV nach Energieträgern, 2008 - 2030, in TWh - negative Nettoimporte entsprechen Nettoexporten), si evince come da un attivo della produzione elettrica tedesca nel 2008, quantificato in circa 20 TWh (importazioni: 41,7 TWh - esportazioni: di 61,8 TWh) e manenuto sostanzialmente sino al 2015 (in entrambi gli scenari), si passa dal 2020 al 2030 a una condizione di netto passivo del bilancio elettrico tedesco (fatta eccezione per lo scenario LZV del 2020, dove si mantiene la quota di esportazione netta di energia elettrica pari a circa 26 TWh - tab. A1, Strombilanz, 2008-2030, in TWh - pagina 37, pag. 44 del pdf), soprattutto nello scenario di phase out (Ausstieg), che è quello che è stato adottato dalla Merkel all'indomani degli eventi di Fukushima. Nel 2008, nel bilancio elettrico tedesco di import/export vi è stato un attivo di 22,5 TWh, nello scenario Ausstieg (tab. A1, Strombilanz, 2008-2030, in TWh - pagina 37, pag. 44 del pdf):
• 2015: 27,3 TWh (attivo)
• 2020: 0,3 TWh (passivo)
• 2025: 18,1 TWh (passivo)
• 2030: 44 TWh (passivo)
nello scenario LZV:
• 2015: 37,3 TWh (attivo)
• 2020: 26,0 TWh (attivo)
• 2025: 2,5 TWh (attivo)
• 2030: 19,7 TWh (passivo)
Lo scenario del phase out nucleare (Ausstieg), adottato dalla Merkel nell'immediato post Fukushima, accelera enormemente e aumenta quantitativamente la dipendenza tedesca dall'importazione di energia elettrica dall'estero, mentre lo scenario LZV (Laufzeitverlängerung), cioè il prolungamento della vita delle centrali nucleari, rallenta e diminuisce quantitativamente l'inevitabile dipendenza tedesca, dall'importazione di energia elettrica dall'estero, dovuta alla rinuncia dall'energia elettronucleare.
Nel 2030, nello scenario in questione (Ausstieg), la Germania avrà una importazione netta di energia elettrica pari a circa 50 TWh, riportando quindi un passivo di quasi il 10 % sulla generazione di energia elettrica, stimata a poco più di 500 TWh (nel 2030).
Dalla situazione del 2008:
http://www.iea.org/stats/electricitydata...RY_CODE=DE
che vedeva una produzione complessiva di 637 TWh (con un attivo di circa 20 TWh di esportazioni, pari al 3,15 %), nello scenario "merkeliano" del phase out (Ausstieg) si prevede, nel 2030, una drastica riduzione della generazione di energia elettrica, stimando un fabbisogno elettrico di poco superiore ai 450 TWh (esclusi i 44 TWh di importazione netta - tab. A1, Strombilanz, 2008-2030, in TWh - pagina 37, pag. 44 del pdf).
La ripartizione di questa produzione, comprende una quota di quasi 200 TWh di termofossili suddivise al 50 % tra carbone (Steinkohle/Braunkohle) e gas (Erdgas), 150 TWh di eolico (suddiviso al 50 % tra onshore e offshore), 50 TWh di fotovoltaico, quasi altrettando di biomasse, e il restante tra altro e idroelettrico.
In pratica, nel 2030, nel folle scenario "merkeliano" (Ausstieg), che stima un fabbisogno di circa 500 TWh (incluse le importazioni), si avrà (tabella A3 - Bruttostromerzeugung nach Energieträgern, 2008-2030, in TWh - pagina 39, pag. 46 del pdf) la seguente ripartizione di produzione elettrica (escluse le importazioni nette):
• Carbone (Steinkohle/Braunkohle/CCS): 19,8 % (92,8 TWh)
• Gas (Erdgas): 22,3 % (104,4 TWh)
• Eolico (Wind offshore/onshore): 30 % (140,9 TWh)
• Fotovoltaico (Photovoltaik): 8,8 % (41,4 TWh)
• Idroelettrico (Lauf-und Speicherwasser/Pumpspeicher): 6,7 % (31,6 TWh)
• Biomasse: 9,1 % (42,5 TWh)
• Geotermia (Geothermie): 0,4 % (2 TWh)
• Altro (andere Brennstoffe/andere erneuerbare Brennstoffe): 4 % (18,7 TWh)
TOTALE PRODUZIONE (anno 2030) = 468,6 TWh
Raggruppando per tipologia di fonte:
• Fossili (carbone e gas): 42,1 % (197,2 TWh)
• Rinnovabili intermittenti (eolico e fotovoltaico): 38,8 % (182,3 TWh)
• Rinnovabili non intermittenti (idroelettrico, biomasse e geotermia): 16,2 % (76,1 TWh)
• Altro: 4 % (18,7 TWh)
Includento le importazioni nette, si ottiene il fabbisogno totale elettrico tedesco, stimato per l'anno 2030 nello scenario in questione (Ausstieg):
468,6 TWh (produzione)+ 44 TWh (importazioni nette) = 512,5 TWh
Ripartendo le importazioni nette, in percentuale, sul fabbisogno totale:
• Importazioni nette: 8,6 % (44 TWh)
• Carbone (Steinkohle/Braunkohle/CCS): 18,1 % (92,8 TWh)
• Gas (Erdgas): 20,4 % (104,4 TWh)
• Eolico (Wind offshore/onshore): 27,5 % (140,9 TWh)
• Fotovoltaico (Photovoltaik): 8,1 % (41,4 TWh)
• Idroelettrico (Lauf-und Speicherwasser/Pumpspeicher): 6,2 % (31,6 TWh)
• Biomasse: 8,3 % (42,5 TWh)
• Geotermia (Geothermie): 0,4 % (2 TWh)
• Altro (andere Brennstoffe/andere erneuerbare Brennstoffe): 3,6 % (18,7 TWh)
TOTALE FABBISOGNO (anno 2030) = 512,5 TWh
Raggruppando per tipologia di fonte, il fabbisogno totale (incluse le importazioni):
• Importazioni nette: 8,6 % (44 TWh)
• Fossili (carbone e gas): 38,5 % (197,2 TWh)
• Rinnovabili intermittenti (eolico e fotovoltaico): 35,6 % (182,3 TWh)
• Rinnovabili non intermittenti (idroelettrico, biomasse e geotermia): 14,8 % (76,1 TWh)
• Altro: 3,6 % (18,7 TWh)
Da questa situazione, emerge subito come comunque, quasi il 50 % del fabbisogno elettrico tedesco sarà soddisfatto dalle termofossili (carbone e gas), che si confermano la prima fonte energetica (anche nel "versante" elettrico) e da costose importazioni, mentre il costosissimo e intermittente solare rimarrà sotto il 10 %. Tale fonte, nel 2010 ha prodotto neppure 12 TWh, contribuendo a quasi il 2 % del fabbisogno elettrico tedesco, quindi, nei prossimi 20 anni, il fotovoltaico (in Germania) aumenterà di poco più di 3 voltre, passando dai quasi 12 TWh attuali (2010) ai poco più di 40 TWh del 2030, e a causa della diminuzione dei consumi energetici (è una previsione), la quota percentuale salirà ma rimarrà a una cifra (circa l'8 %). Le rinnovabili intermittenti (eolico e solare), nonostante gli enormi investimenti, copriranno poco più di 1/3 del totale del fabbisogno elettrico (nel 2030).
Nello scenario che invece prevede un prolungamento della vita delle centrali nucleari (LZV), nel 2030, si avranno circa 90 TWh di energia elettronucleare con una conseguente netta diminuzione delle termofossili (138,5 TWh - 27 % - contro i 197,2 TWh - 38,5 % - dello scenario Ausstieg) e una drastica diminuzione delle importazioni (Nettoimporte), più che dimezzate (circa 19,7 TWh contro i 44 TWh dello scenario Ausstieg); rimangono invece inalterate le quote di rinnovabili intermittenti (eolico e fotovolataico), delle rinnovabili non intermittenti (biomasse e idroelettrico) e di altro.
Ciò dimostra ulteriormente come l'energia elettronucleare possa essere la vera alternativa alle fossili e alle costose importazioni. Da notarsi, come lo scenario LZV preveda nel 2015 e nel 2020 ancora esportazioni nette di energia elettrica, mantenendo per ancora quasi 10 anni una posizione di attivo del bilancio elettrico tedesco, al contrario del folle scenario "mekeliano" (Ausstieg) che invece prevede da subito una condizione di passività!
Tale passività, cioè le importazioni nette (Nettoimporte) di energia elettrica dall'estero, è stimata nel 2030 a 44 TWh (scenario Ausstieg) che è pari alla produzione elettrica di circa 4 reattori EPR, i quali se collocati in coppia, equivalgono a soli 2 impianti nucleari!
A pagina 11 (pag. 18 del pdf) si afferma che "In 2030 ist Deutschland in beiden Szenarien Nettoimporteur" (Nel 2030, la Germania è un importatore netto in entrambi gli scenari); nella stessa pagina, vi è il grafico che mostra le differenze nella produzione lorda di energia attraverso entrambi gli scenari (Abbildung 3.2-2: Differenzen in der Bruttostromerzeugung zwischen den Szenarien Ausstieg und LZV, 2015-2030, in TWh - Nulllinie: Szenario LZV), e da tale grafico si evince come il l'energia elettronucleare sarà sostituita in toto dalle fossili e dalle importazioni.
Come prevedibile, il delirante scenario "mekeliano" (Ausstieg), emetterà maggiori quantità di anidride carbonia nell'aria, rispetto all'altro scenario (LZV), come dimostrato nel grafico di pagina 14 (pag. 21 del pdf), intitolato Abbildung 3.3-1: CO2-Emissionen der Stromerzeugung in den Szenarien Ausstieg und LZV, 2008-2030, in Mio t CO2; il differenziale tra i due scenari è dell'ordine di quasi 50 milioni di tonnellate di anidride carbonica in più all'anno, dello scenario Ausstieg rispetto a quello LZV (si veda la proiezione per l'anno 2030).
Sul versante dei costi, cumulando i costi aggiuntivi sostenuti per l'anno 2030, essi ammontano a quasi 16,4 miliardi di euro attualizzati al 2008 (cifra ottenuta sottraendo i costi superiori allo scenario Ausstieg con i costi inferiori al medesimo scenario), come illustrato nel grafico di pagina 15 (pag. 22 del pdf - Abbildung 3.4-1: Kumulierte Differenzkosten der Stromerzeugung zwischen Szenario Ausstieg und Szenario LZV nach Kostenkategorien, in Mrd EUR2008). Si afferma che (pagina 16 - pag. 23 del pdf) "Zum anderen erhöhen sich durch den vorzeitigen Kernenergieausstieg die variablen Stromerzeugungskosten, einschließlich der Kosten im Zusammenhang mit dem grenzüberschreitenden Stromaustausch" (D'altra parte, a causa del prematuro abbandono dell'energia nucleare, vi sarà un aumento dei costi variabili di produzione, compresi i costi associati alla scambio transfrontaliero di energia elettrica) e si spiega che "Dies ist darauf zurückzuführen, dass die stillgelegten KKW durch Kraftwerke mit höheren variablen Erzeugungskosten – Erdgas- und Steinkohlekraftwerke – ersetzt werden" (Ciò è dovuto al fatto, che gli impianti nucleari dismessi dal parco elettrico tedesco, saranno sostituiti con centrali a gas naturale e a carbone con un aumento dei costi variabili di produzione). Inoltre, questa sostituzione (fossili al posto del nucleare) porterà ad un aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) in Germania, in aggiunta, il prezzo di CO2, quindi, inciderà anche sull'aumento dei prezzi dell'elettricità (Zudem führt diese Substitution zu einem vermehrten Ausstoß an CO2-Emissionen in Deutschland, was CO2-Preis und somit auch Strompreis erhöhend wirkt). Ovviamente, i cambiamenti attuali nello scambio con l'estero, derivano dal fatto che una parte della produzione, dismessa delle centrali nucleari, ha ridotto le esportazioni di energia elettrica (Die Veränderungen im Stromaußenhandel ergeben sich dadurch, dass ein Teil der wegfallenden Erzeugung aus KKW durch eine Reduktion der Stromexporte), e ciò è compensato da un aumento delle importazioni (sowie durch erhöhte Importe kompensiert wird).
Per quanto riguarda i prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica (€/MWh), è previsto un notevole aumento (praticamente un raddoppio dei prezzi in 20 anni), passando dagli attuali (anno 2010) 45 €/MWh ai quasi 90 €/MWh (nominali) del 2030 nello scenario Ausstieg (si veda il grafico di pagina 17, pag. 24 del pdf, Abbildung 3.5-1: Großhandelspreise in den Szenarien Ausstieg und LZV, real (Preisbasis 2008) und nominal , 2006-2030, in EUR2008/MWh bzw. EUR/MWh, 2006-2010 historische Werte gemäß EEX).
I costi aggiuntivi, derivanti dalle importazioni nette di energia elettrica, sono illustrati nel grafico di pagina 18 (pag. 25 del pdf, Abbildung 3.5-2: EE-Umlage inkl. zusätzlicher Kosten für EEImporte in den Szenarien Ausstieg und LZV, real (Preisbasis 2008) und nominal, 2008-2030, in ct2008/kWh bzw. ct/kWh, 2008 historischer Wert gemäß BMU EE in Zahlen) e ammontano intorno ai 5 ct/kWh (nominali) nel 2030 (mediando tra i due scenari).
I prezzi al dettaglio, attualizzati al 2008 e al netto delle imposte, saranno in tendenziale aumento, differentemente a seconda del settore (si veda anche il grafico di pagina 19, pag. 26 del pdf - Abbildung 3.5-3: Endverbraucherpreise in den Szenarien Ausstieg und LZV, 2008-2030, in ct2008/kWh - 2008 historischer Wert gemäß EUROSTAT, EEX und Amprion); nel dettaglio (tabella A9, Strompreise (real), 2008-2030, in EUR2008/MWh, di pagina 43 - pag. 50 del pdf) il confronto del costo dell'energia elettrica (prezzi al dettaglio, in termini reali) nel 2008 e nel 2030 (nel costo attualizzato al 2008 in €/MWh) nello scenario in questione (Ausstieg):
• Haushaltskunden (HH - utenze domestiche) - 2008: 217 €/MWh -> 2030: 230 €/MWh (+6%)
• Handel und Gewerbe (HuG - commercio) - 2008: 127 €/MWh -> 2030: 158 €/MWh (+24,4%)
• Industrie - utenze industriali - 2008: 96 €/MWh -> 2030: 114 €/MWh (+18,8%)
• Stromintensive Industrie - industria pesante - 2008: 71 €/MWh -> 2030: 63 €/MWh (-11,3%)
Aumento medio percentuale, complessivo dei 4 settori, del costo attualizzato (reale) dell'energia elettrica dal 2008 al 2030: 9,5 %
Emblematico l'andamento del costo nominale dell'energia elettrica (ctnominal/kWh), in costante aumento, sia per le utenze domestiche che per le imprese, come mostrato nei due grafici di pagina 20 (pag. 27 del pdf, Abbildung 3.5-4: Nominale Entwicklung der Strompreiskomponenten für Haushalte (links) und energieintensive Industrie (rechts) in den Szenarien Ausstieg und LZV, 2008-2030, in ct/kWh - historische Werte gemäß BDEW, EUROSTAT, EEX und Amprion); a tal proposito si veda la tabella A10, Strompreise (nominal), 2008-2030, in EUR2008/MWh (pagina 43 - pag. 50 del pdf).
Si afferma che "Die vorzeitige Abschaltung von Kernkraftwerken im Szenario "Ausstieg" wirkt sich am stärksten auf den Endkundenpreis stromintensiver Industriekunden aus, da der Erzeugerpreis den Hauptbestandteil des Industriestrompreises ausmacht (La chiusura anticipata delle centrali nucleari nello scenario "mekeliano" (Ausstieg) è il maggiore effetto sul prezzo di vendita al dettaglio ai clienti industriali di energia elettrica-intensiva, come il prezzo alla produzione costituisce la componente principale del prezzo dell'elettricità industriale).
Il dato che più dimostra la follia del phase out nucleare tedesco, è l'andamento dei costi cumulati per ciascuna tipologia di utenza al 2030; ebbene, l'aumento dei prezzi dell'energia elettrica, soprattutto nel breve periodo, dovuto a una rapida uscita dal nucleare, entro il 2030 porterà a costo cumulato di 32 miliardi di euro (attualizzati al 2008)! Testualmente (pagina 21, pag. 28 del pdf): "Die vor allem in der kurzen Frist höheren Strompreise bei einem frühzeitigen Kernenergieausstieg führen bis 2030 zu zusätzlichen kumulierten Kosten in Höhe von 32 Mrd EUR2008 (nicht diskontiert). Der Barwert der zusätzlichen kumulierten Ausgaben beläuft sich bei einem Zinssatz von 3% (10%) auf etwa 27,8 Mrd EUR2008 (11,4 Mrd EUR2008)".
Nel dettaglio, dalla lettura del grafico di pagina 21 (pag. 28 del pdf), intitolato Abbildung 3.5-5: Kumulierte zusätzliche Ausgaben der Endverbraucher bis 2030 (Szenario Ausstieg gegenüber Szenario LZV) in Mrd. EUR2008, dal costo complessivo al 2030 (cumulato e attualizzato al 2008) pari a 32 miliardi di euro, si evincono i costi parziali per le 4 tipologie di utenza:
• Haushaltskunden (HH) - utenze domestiche = 9 miliardi di euro
• Handel und Gewerbe (HuG) - utenze commerciali = 7 miliardi di euro
• Industrie - utenze industriali = 8 miliardi di euro
• Stromintensive Industrie - industria pesante (più energivora) = 8 miliardi di euro
TOTALE: 32 miliardi di euro (attualizzati ad oggi)!
Da notarsi, come le utenze commerciali (HuG) siano in proporzione le più colpite, in quanto il peso complessivo a carico di tali utenti, cioè 7 miliardi di euro, rappresenta il 10 % del valore totale attuale netto, riferito al 2008 (Barwertsumme 2008); i prezzi al dettaglio, attualizzati al 2008 e al netto delle imposte, per le utenze commerciali (HuG), passeranno dagli attuali 12,5 ct2008/kWh ai 16 ct2008/kWh nel 2030 in entrambi gli scenari (si veda il già citato grafico di pagina 19, pag. 26 del pdf).
In questo Studio, alla riduzione dei consumi elettrici, che ho appena illustrato, è documentata anche una forte riduzione dei consumi di energia primaria: dagli oltre 14.000 PJ attuali, si passerà nel 2030 a una previsione di consumi compresa tra 9.000 e 10.000 PJ a seconda dello scenario; si veda il grafico di pagina 26 (pag. 33 del pdf), Abbildung 5-1: Primärenergieverbrauch nach Energieträgern, Szenarien Ausstieg und LZV, 2008-2030, in PJ, in cui è rappresentato nei particolari quanto ho appena ho detto.
Sia la drastica riduzione del fabbisogno di energia elettrica che del fabbisogno di energia primaria in terra tedesca, previsti per il 2030 da entrambi gli scenari (sia LZV che il più folle Ausstieg), sono da considerarsi inverosimili, salvo che la Germania non voglia "abdicare" la posizione economico/industriale a tutti i Paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e condannarsi a un lento e logorante declino.
Intanto, a guardare l'andamento della produzione di energia elettrica in Germania, negli ultimi vent'anni (dal 1990 a 2010), tale produzione è passata dalle 549,9 TWh del 1990 alle 623,9 TWh del 2010 (+ 13,5 %), registrando ogni anno, tendenzialmente, un aumento percentuale rispetto all'anno precedente, ad esclusione del biennio 2008/2009 (a causa della crisi economica internazionale) per poi riprendere con un + 4,9 % nel 2010; a tal proposito si veda il documento Stromerzeugung nach Energieträgern von 1990 bis 2010 (in TWh) Deutschland insgesamt:
http://www.ag-energiebilanzen.de/viewpage.php?idpage=65
I consumi tedeschi di energia primaria, dal 1990 al 2010, si sono sempre mantenuti sopra la soglia di 14.000 PJ, fatta eccezione nel 2009, (a causa della crisi economica internazionale) con un valore appena sotto tale soglia, per poi tornare nel 2010 a 14.044 PJ; si vedano i grafici di pagina 4 e 5 di questo documento ministeriale tedesco (BMU), intitolato Primärenergieverbrauch in Deutschland 2010:
http://www.bmwi.de/BMWi/Redaktion/PDF/E/...b=true.pdf
inoltre, pur con un aumento dell'efficienza energetica (Energieeffizienz) dal 1990 (indice 1990 = 100) al 2009 (indice 1990 = 140) pari al 40 %, la generazione di energia elettrica lorda (Bruttostromerzeugung) è comunque aumentata di quasi il 15 % nello stesso arco di tempo, mentre il consumo di energia primaria è rimasto tendenzialmente stabile nell'arco di tutto il ventennio (1990 - 2010).
Si veda il grafico sull'andamento del consumo di energia primaria, la produzione di energia ed efficienza energetica (Entwicklung von Primärenergieverbrauch, Stromerzeugung und Energieeffizienz) del suddetto documento ministeriale (pag. 8).
Da ciò, si deduce che solo la recente crisi economica internazionale è riuscita a far diminuire faticosamente i consumi di energia primaria ed elettrica in Germania, ma nel 2010, come ho già detto è iniziata la ripresa di tali consumi a livelli ante crisi.
Ricordo che un aumento di consumi di energia elettrica corrisponde un aumento (non lineare) dell'HDI (del benessere), come illustrato nella figura 8.17, Comparison of the Human Development Index to the Energy, di pagina 265 (pag. 267 del pdf) del World Energy Outlook 2010 (OECD/IEA, 2010) e nella figura 2, Per Capita energy consumption and HDI value di pagina 4 (pag. 5 del pdf) di questo documento dello Human Development Report 2007/2008 Development Index:
http://hdr.undp.org/en/reports/global/hd...e_amie.pdf
e soprattutto in questo della OECD/IEA (pag. 10), The link between Energy Use per Capita & Human Development Index:
http://www.iea.org/weo/slide_library.pdf
Ne avevo già parlato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...35#pid5335
Ergo, in Germania, è realisticamente immaginabile una drastica riduzione dei consumi primari ed elettrici, compatibili con entrambi gli scenari (sia LZV che il più folle Ausstieg), solo ipotizzando pesanti e persistenti recessioni economiche a livello internazionale (ciò però colpirebbe tutti Paesi, seppur in diversa misura) oppure optando per una vera e propria deindustrializzazione tedesca! Deindustrializzazione a cui la pessima Merkel non dovrà rendere conto, sia perchè dilatata e spalmata nei decenni a venire, sia perchè se ciò avverrà davvero (dal 2030 al 2050), la cancelliera sarà troppo anziana o già trapassata (è nata il 17 luglio 1954) per chiedere conto della sua politica scellerata "seminata" decenni prima. La cancelliera Merkel non pensa alle future generazioni, come tutti gli statisti che si rispettino, ma alle prossime elezioni e la sua unica preoccupazione è stata contenere, maldestralmente, l'emorragia di voti del suo partito (CDU - Christlich Demokratische Union Deutschlands).
In ogni caso, aumenterà l'utilizzo di gas per la generazione di energia primaria; infatti nello scenario di phase out nucleare (Ausstieg), tale consumo passerà dai 562,9 PJ attuali (2008) ai 653 PJ del 2025 ai 595,9 PJ del 2030, mentre percentualmente, nell'energia primaria (primärenergetische Bewertung nach Energiebilanz), il gas, aumenterà dall'attuale 10 % al 22,6 % nel 2030 (tab. A5 - Brennstoffeinsatz der Stromerzeugung nach Energieträgern, 2008-2030, in PJ - pagina 41, pag. 48 del pdf).
Analogamente sul "versante" dell'energia elettrica, il consumo di gas stimato per il 2015 è pari a 84,2 TWh (44,5 %) mentre per il 2025 e 2030 sono previsti, rispettivamente, consumi pari a 136,3 TWh (59,2 %) e 122,3 TWh (55,5 %), come mostrato nella tabella A7 (Bruttowärmeerzeugung in KWK-Anlagen nach Energieträgern, 2008-2030, in TWh - pagina 42, pag. 49 del pdf).
La beffa della scellerata politica energetica tedesca è rappresentata anche dal calo di posti di lavoro nello scenario di phase out nucleare (Ausstieg): il mercato del lavoro (Arbeitsmarkt) avrà un calo di quasi 40.000 posti di lavoro dipendenti (Beschäftigte) nel solo anno 2030 con un aumento di disoccupati (Erwerbslose) dai 16.800 del 2015 ai 27.900 del 2030, come mostrato nella tabella 7.1 (Abweichung ausgewählter gesamtwirtschaftlicher Größen im Szenario Ausstieg im Vergleich zum Szenario LZV, 2015-2030, absolut in angegebenen Einheiten und in % - pagina 33, pag. 40 del pdf) e nella tabella A12 (Gesamtwirtschaftliche Ergebnisse, 2008-2030 - pagina 44, pag. 51 del pdf).
In ogni caso, il Rapporto che ho commentato, trae le sue amare conclusioni del phase out nucleare tedesco. Come effetti macroeconomici (Gesamtwirtschaftliche Effekte - pagina 31, pag. 38 del pdf), vi sono:
1) Prezzi dell'energia elettrica più elevati tali da portare ad effetti avversi macroeconomici (Höhere Strompreise führen zu negativen gesamtwirtschaftlichen Effekten).
2) Superiori importazioni nette di energia elettrica e ridotte esportazioni nette (di energia elettrica) e scomparsa del surplus elettrico nazionale da vendere ai Paesi stranieri, con effetti negativi macroeconomici causati dal phase out (Höhere Nettostromimporte bzw. reduzierte Nettostromexporte ersetzen inländische Wertschöpfung durch ausländische und führen zu negativen gesamtwirtschaftlichen Effekten)
3) Aumento della produzione di energia elettrica da gas e carbone implica un aumento delle importazioni di combustibili fossili. Allo stesso modo, i gestori tedeschi di impianti energetici dovranno acquistare quote di CO2 aggiuntive di altri paesi dell'UE. Il prezzo delle quote di CO2 farà aumentare il costo dell'energia elettrica (Eine höhere Stromproduktion in fossilen Kraftwerken führt mit Ausnahme der heimisch geförderten Braunkohle zu vermehrten Importen fossiler Energieträger. Dem stehen etwas niedrigere Uranimporte gegenüber. Höhere Steinkohle-und Erdgasmengen werden vollständig importiert. Zugleich müssen deutsche Kraftwerksbetreiber zusätzliche Emissionsberechtigungen aus dem EU-Ausland erwerben.Die Preise der CO2-Zertifikate steigen EU-weit).
Concludendo, in estrema sintesi, il phase out nucleare in Germania, comporterà al Sistema Paese tedesco e ai suoi cittadini, al 2030:
• Costo (attualizzato al 2008) di 32 miliardi di euro al 2030
• Aumento medio reale (attualizzato al 2008) del costo dell'energia elettrica del 9,5 %
• Dipendenza netta di energia elettrica dall'estero pari all'8,6 % (44 TWh) del fabbisogno annuo
• Aumento delle importazioni di combustibili fossili per sostituire l'elettronucleare e quindi un aumento di emissioni di gas serra e di inquinanti
• Diminuzioni di posti di lavoro pari a quasi 40.000 nel solo 2030
Senza dimenticare, che una uscita dal nucleare, comporta perdite di competenze, di know-how tecnologico e scientifico, e dell'indotto di una industria importante, quale è quella nucleare; tali perdite non sono quantificate in questo Rapporto e sono difficilmente quantificabili senza essere, però, trascurabili! L'Italia, a tal proposito, ha già dato un drammatico esempio, 25 anni or sono.
P.S.: rimando a una terza "puntata" già in lavorazione! 
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