RE: Reattori a sali fusi
Grazie Romanello per aver accettato di partecipare alla discussione.
E' interessante il fatto che uno dei fisici che ottene il brevetto dei PWR (il nobel americano Alvin Weinberg) fu sempre un sostenitore della tecnologia, considerando piuttosto i LWR una tecnologia di transizione
Credo che sia importante notare che i MSR, a parte le caratteristiche di sicurezza molto spinte e la possibilità di eliminare i transuranici, è esso stesso un sistema autofertilizzante, per cui si può produrre da una tonn di Th persino più di 10-11 TWh di elettricità (considerando che essendo un sistema ad alta temp possono ottenersi pure alti rendimenti); per cui anche assumendo un futuro consumo mondiale > 80 mila TWh/anno (contro i circa 20 mila attuali) occorrerebbero molto meno di 10 mila tonn di torio all' anno, quando già oggi se ne estraggono, chiaramente esclusivamente per usi non energetici, più di 30 mila tonn/anno.
Segnalo anche un interesante documento di Uri Gat che aveva lavorato in Germania per un progetto chiamato MOSEL, reattori a sali fusi con spettro epitermico (senza moderatore, una opzione possibile con i MSR).
http://thoriumenergy.blogspot.com/2006/1...tions.html
http://www.energyfromthorium.com/pdf/ult...eactor.pdf
Avendo seguito un pò i link al sito http://thoriumenergy.blogspot.com/
non mi pare che i problemi di corrosione o di radiolisi siano minimamente credibili nell' intervallo di temp cui operano i MSR, almeno nella configurazione a fluoruri (anzi uno dei vantaggi è che la lega flibe ha una enorme stabilità chimica e radiologica nell' operazione dei MSR, che io sappia - felice cmq su questo punto di conoscere autorevoli e documentare smentite)
Gli unici svantaggi che vedo (a parte la controversia eterna sulla proliferazione), come sostieni anche tu, sono appunto di standard industriale, compreso il fatto che le attuali aziende oggi fanno guadagni proprio dalla fabbricazione del combustibile, che nei MSR è appunto assente (cosa che considero un vantaggio, come principio...) e dalla manutenzione/ricambio dei reattori esistenti e sono quindi poco propensi a cambiare il proprio modello di lavoro/investimenti
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