RE: Giacimenti di Uranio in Italia.
Gent. Steve.
Rispondo alle sue domande con un po’ di ritardo. Non sempre mi è possibile rispondere in tempo reale.
Attualmente in Italia di giacimenti veri (economicamente coltivabili), a minerali di uranio ne esistono solo due. Entrambi sono posti a pochi chilometri l’uno dall’altro (circa 15 Km. in linea d’aria in direzione N-S).
Sono quelli di val Vedello (So) e di Novazza (Bg). Entrambi si trovano sulle Orobie lombarde, nella stessa formazione vulcanoclastica del “Collio” di età Permiano inferiore (286-258 Ma).
Il giacimento di val Vedello, quello più grande - come scritto sui miei due siti www.valvedello.it e ww.valvedello.com - a seconda dei tenori del “tout venant” mineralizzato, le quantità di uranio (proven=sicure) oscillano tra le 3600 ton (tenore: 1 ‰) e le 6000 ton di U3O8 (tenore: 0,65 ‰).
Non dimentichiamo inoltre che i lavori di esplorazione e di valutazione dei quantitativi del minerale presente furono sospesi d’imperio dalla stessa Agip nell’estate del 1983, nonostante la mineralizzazione proseguisse in profondità. Ergo, non sappiamo quanto altro ancora possa essercene.
La miniera di Novazza è stata valutata per un quantitativo (proven) di 1500 ton di U3O8 (tenore 1‰). Per Novazza però difficilmente si arriverà a un incremento dei quantitativi perché ulteriori ricerche esplorative non hanno portato al rinvenimento di nuovi corpi mineralizzati.
In Trentino e precisamente in val Rendena furono rinvenute mineralizzazioni uranifere nelle “Arenarie di val Gardena” di età Permiano Superiore. Esse ricordano molto le arenarie e i microconglomerati mineralizzati a uranio ritrovati a Costa Magrera (Gromo-Bg) a tetto della Formazione di Collio e alla base della serie rossa del Verrucano Lombardo.
In val Rendena, furono aperti diversi imbocchi di gallerie di ricerca (1957 e successivamente). Ricorderò i più importanti cantieri di: Palastro 1 (980 m. di galleria), Palastro 3 (600 m. di galleria), Pranebli (500m. di galleria), Pradei (480 m. di galleria). Gli imbocchi sono stati tutti murati. La popolazione locale (o i soliti noti?) si è opposta alla coltivazione e al prosieguo di ulteriori ricerche anche con tentativi di sabotaggio.
Ricordo d’aver visto nel museo di storia naturale di Denver (1974) bellissimi campioni di minerali uraniferi provenienti dalla val Rendena, non ricordo di averne visti altrettanti in Italia.
Non definirei comunque queste mineralizzazioni, giacimenti, (li chiamerei piccoli depositi) perché, attualmente, i quantitativi presenti non sono tali da giustificarne lo sfruttamento.
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