RE: Riserve di Uranio nel mondo: quanto e dove?
Purtroppo no: non l'ho certo trovata su internet. L'autore, che peraltro conobbi di persona durante una mia conferenza a Monfalcone, mi aveva spedito alcuni capitoli della sua tesi per sapere cosa ne pensavo (essendo stato egli uno studente di ingegneria meccanica). E' intervenuto piu' volte sul forum di 'archivionucleare'; gli mandero' una mail chiedendogli di intervenire in questa discussione (nel caso non mi stia gia' leggendo).
Salve a tutti, sono l'autore di suddetta tesi. Ora non ho la possibilita' di intervenire perche' mi manca la connessione a internet a casa, lo faro' entro pochi giorni quando l'avro'.
Tuttavia come anticipazione, un capitolo della mia tesi era dedicato proprio ai costi dell'energia prodotta, e ho preso a riferimento i metodi proposti da Universita' di Pisa, MIT, Sandia National Laboratories e due metodi dell'Universita' di Chicago.
I metodi non sono uguali, differiscono in alcune assunzioni, ma tutti sono alla fine suddivisibili in costi d'impianto, costi di gestione e manutenzione e costi del combustibile.
I tassi presi a riferimento sono dell' 8, 10 e 12%, perche' 15% era irrealistico (in realta' nessuno lo dice, di solito si parla di 15% perche' l'investitore somma all'8% "della banca" un 7% di rendimento che si aspetta per il suo investimento). Si scopre che anche col 12% il nucleare puo' ancora esistere, mentre con l'8% e' perfettamente competitivo. Col 5% in sostanza non ce n'e per nessuno.
PS: gli stessi metodi sono stati applicati, per comparazione, agli impianti a carbone e a quelli a gas, ottenendo risultati in linea con quelli reali, a dimostrazione che i metodi sono validi.
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