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FAQ Nucleare II°
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Cher
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FAQ Nucleare II°

http://www.phme.it/2011/05/faq-sull’ener...#more-1275

# 1.1Se avessimo delle centrali funzionanti in Italia, le radiazioni assorbite dagli abitanti della penisola superebbero le dosi attuali?


Ogni centrale nucleare ed in generale ogni impianto che tratta radioisotopi (anche gli ospedali) rilascia nell’ambiente radionuclidi. Questi però sono rilasciati sempre in quantità regolamentate perchè non superino i valori massimi stabiliti per legge e ritenuti non nocivi dalla comunità scientifica internazionale. Le misure che sono state eseguite dal governo tedesco riferiscono contributi di circa lo 0.5% rispetto alla dose naturale media, corrispondenti a circa 1 viaggio intercontinentale o alla dose di potassio-40 contenuta in 100 banane.


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Cher03@hotmail.it
03-06-2011 22:15
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Cher
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Messaggio: #2
RE: FAQ Nucleare II°

http://www.phme.it/2011/05/faq-sull’ener...#more-1275

# 2.2 Esistono assicurazioni pronte a coprire i rischi del nucleare?

Negli USA, è attiva ANI (American Nuclear Insurers)[1] che è un pool di aziende assicuratrici private, in cui sono presenti anche aziende non USA (Es. Lloyds di Londra), creato appositamente per fare fronte agli incidenti nucleari per conto dei soci. Strutture simili esistono in Canada (NIAC – Nuclear Insurance Association of Canada) ed in Inghilterra (NRI – Nuclear Risk Insurers Limited). Anche l’Europa si sta organizzando sullo stesso modello per sostituire i sistemi dei vari stati oggi operanti. I gestori non sono i finanziatori di tali aziende ma pagano un premio e contribuiscono al fondo statale aggiuntivo. [2]
Tuttavia, come per tutte le grandi aziende e complessi industriali non è assicurato totalmente ma fino ad una franchigia massima: prendendo spunto dall’incidente alla piattaforma petrolifera nel golfo del messico, una assicurazione copre i danni inerenti quello che accade sul complesso o nelle immediate vicinanze, se il danno è maggiore l’assicurazione non copre più i danni e tutto viene pagato direttamente dal proprietario del complesso industriale. I casi della Deepwater Horizon e gli iniziali rimborsi dalle TEPCO sono quindi un palese esempio di come una società energetica fronteggi i danni derivanti da incidenti nei propri impianti.


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Cher03@hotmail.it
03-06-2011 22:25
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Cher
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RE: FAQ Nucleare II°

# 3.3 Cosa è la scala INES?
È una scala di valutazione di un evento in zone nucleari o che interessi materiale radiologico. La scala è suddivisa in 7 gradi più un grado 0, che indica che l’evento non ha avuto nessuna conseguenza radiologica né locale (in zona controllata) né generale (fuga), ma che è una deviazione dal normale funzionamento dell’impianto; il grado 7 invece è la massima contaminazione possibile, cioè globale, e fino ad ora è stato raggiunto solo dall’incidente di Chernobyl e da quello giapponese di Fukushima (questo però è un grado dato dalla somma di 3 incidenti di categoria 5 ed altri minori).
Dal grado 0 al grado 3 si tratta di deviazioni più o meno gravi dal normale funzionamento senza rischi radiologici per la popolazione, dal livello 4 in poi si parla di veri propri incidenti nucleari con coinvolgimento della popolazione civile.
[Cf. Definizioni IAEA]


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Cher03@hotmail.it
04-06-2011 20:53
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RE: FAQ Nucleare II°

# 4.4 Un reattore nucleare può esplodere come una bomba?


La risposta è no, e questa si ricava da varie considerazioni.


Innanzitutto si deve capire come fa ad esplodere un ordigno nucleare: una massa di uranio naturale decade naturalmente, cioè si tasforma in altri elementi di massa inferiore tramite decadimento radioattivo, una piccola porzione dei decadimenti della massa di uranio sono fissioni spontanee date dall’U235, vista la scarsità dell’U235 e visto che l’U235 si fissiona molto facilmente con neutroni rallentati e non con neutroni veloci (cioè appena prodotti da una reazione di fissione) il numero di fissioni spontanee si mantiene a porzioni risibili del totale.

Aumentando la concentrazione di U235, si riesce a compensare la scarsa probabilità di fissione tramite l’aumento dei “bersagli validi” da colpire.

Raggiungendo concentrazioni molto elevate (di solito sono al 90-95% per diminuire i volumi) si riescono a costruire ordigni in grado di esplodere autonomamente quando raggiungono una massa critica minima (cioè la massa dell’ordigno riesce a compensare le fughe di neutroni tramite la produzione interna di neutroni).

Da ciò, se anche tutta la massa di uranio fosse concentrata e non diluita con l’acqua del circuito primario o i materiali che costituiscono gli elementi di combustibile, è impossibile per questo entrare in fissione spontanea esplosiva, per qualsiasi massa di combustibile presa in considerazione perchè manca dell’arricchimento minimo sufficiente.


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Cher03@hotmail.it
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Charade77
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RE:  FAQ Nucleare II°

Cher ha Scritto:

# 4.4 Un reattore nucleare può esplodere come una bomba?


La risposta è no, e questa si ricava da varie considerazioni.


Innanzitutto si deve capire come fa ad esplodere un ordigno nucleare: una massa di uranio naturale decade naturalmente, cioè si tasforma in altri elementi di massa inferiore tramite decadimento radioattivo, una piccola porzione dei decadimenti della massa di uranio sono fissioni spontanee date dall’U235, vista la scarsità dell’U235 e visto che l’U235 si fissiona molto facilmente con neutroni rallentati e non con neutroni veloci (cioè appena prodotti da una reazione di fissione) il numero di fissioni spontanee si mantiene a porzioni risibili del totale.

Aumentando la concentrazione di U235, si riesce a compensare la scarsa probabilità di fissione tramite l’aumento dei “bersagli validi” da colpire.

Raggiungendo concentrazioni molto elevate (di solito sono al 90-95% per diminuire i volumi) si riescono a costruire ordigni in grado di esplodere autonomamente quando raggiungono una massa critica minima (cioè la massa dell’ordigno riesce a compensare le fughe di neutroni tramite la produzione interna di neutroni).

Da ciò, se anche tutta la massa di uranio fosse concentrata e non diluita con l’acqua del circuito primario o i materiali che costituiscono gli elementi di combustibile, è impossibile per questo entrare in fissione spontanea esplosiva, per qualsiasi massa di combustibile presa in considerazione perchè manca dell’arricchimento minimo sufficiente.



Per non considerare che il vessel (contenitore) di una centrale non è un'incamiciatura sufficentemente contenitiva ,nè geometricamente datta per riuscire a contenere un'eventuale detonazione che avrebbe il compito di concentrare e comprimere di almeno un fattore 2 la massa super-critica.In altre parole ,non c'è nulla che esplode dall'esterno verso all'interno ,e non c'è nulla meccanicamente adatto a contenere ,alemeno nella primissima fase iniziale la detonazione.Più semplicemente mancano il detonatore e un contenitore adatto.


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RE: FAQ Nucleare II°

Che differenza c’è fra scorie radioattive e prodotti di fissione?

Non esiste una sostanziale differenza fra scorie radioattive e prodotti di fissione, essendo i secondi una parte dei primi, è più che altro una differenza sulla loro origine.

“Scorie radioattive” è una catalogazione generica per tutti i rifiuti radiologici, cioè i rifiuti provenienti da origine di elettroproduzione, medica o industriale, dentro cui sono presenti radionuclidi. La loro presenza comporta infatti un condizionamento particolare di questi rifiuti, totalmente differente dai rifiuti normali o speciali.
Le scorie radioattive sono suddivisibili in tre categorie di rifiuti, la I e la II categoria sono rifiuti “normali” in cui sono presenti dei radionuclidi, la loro radiotossicità durerà solo per qualche decennio, in genere si considerano 300 anni perchè i rifiuti passino dalla categorizzazione di rifiuti radiologici a rifiuti normali.

I rifiuti di III categoria sono i rifiuti più radiotossici, questi hanno in genere anche la durata più lunga, con ordini di grandezza superiori alle migliaia di anni (vedi domanda “Il combustibile esausto è radioattivo per 10mila anni?” e Non si sono ancora trovate soluzioni per le scorie e ci sommergeranno?).

Questi sono rifiuti in cui sono presenti grandi concentrazioni di radionuclidi o sono derivanti dalla concentrazione di rifiuti radiologici di categorie inferiori (come ad esempio togliere tutta la parte organica o la parte metallica dei componenti e lasciare un rifiuto concentato).

La parte preponderante dei rifiuti di III categoria sono però gli elementi di combustibile esausto, questi costituiscono la quasi totalità della radiotossicità di tutti i rifiuti radiologici, concentrati in una piccola parte dei rifiuti totali. Negli elementi di combustibile sono presenti 4 categorie di elementi: è presente indicativamente oltre il 90% di uranio in vari isotopi, circa l’1% di plutonio, lo 0.1% di attinidi minori e circa il 5% di prodotti di fissione.

I prodotti di fissione sono i “pezzi di nuclei” derivanti dalla fissione degli atomi di uranio, la maggiorparte di questi elementi di fissione sono isotopi stabili ma non separabili via chimicamente dagli atomi radioattivi, poi sono presenti elementi a vita media, quali d esempio stronzio-90 e cesio-137.

Quando un atomo di uranio si fissiona, si spacca solitamente in due frammenti e 2 o 3 neutroni, i frammenti sono nuovi atomi e sono quelli che sono propriamente detti “prodotti di fissione”.


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RE: FAQ Nucleare II°

http://www.phme.it/2011/05/faq-sull’ener...sicurezza/

Cosa è il Riprocessamento?


Il Riprocessamento è un processo chimico che consente di riutilizzare il combustibile esausto proveniente da un reattore nucleare.

In questo processo si hanno molti vantaggi, il combustibile è alla fine “confezionato” in varie forme perchè venga poi mandato ognuno ad una destinazione differente, con miglioramento dell’efficienza del processo produttivo, diminuzione della richiesta di uranio da miniera e minori problemi di stoccaggio delle scorie radioattive propriamente dette.

Nel processo, vengono separati Uranio, Plutonio e prodotti di fissione con Attinidi Minori.
L’uranio è mandato ad un nuovo processo di arricchimento per creare nuovo combustibile, il plutonio è mandato a produrre combustibile MOX.

Queste due vie consentono una significativa diminuzione della richiesta dell’uranio da miniera, con conseguenti minori costi di approvvigionamento ed allungamento della vita delle riserve oggi conosciute.

Nella terza via passano i prodotti di fissione e gli attinidi minori, questi vengono vetrificati e sistemati in appositi contenitori, pronti per il condizionamento definitivo.

Il riprocessamento ha notevoli vantaggi, oltre a diminuire la richiesta di uranio da miniera, diminuisce notevolmente il volume delle scorie da condizionare (in un reattore, indicativamente il 95% dell’uranio iniziale è ancora presente, sotto forma di uranio o plutonio, quest’ultimo in quantità di circa l’1% sul totale), oltre a questo, le scorie risultanti sono molto meno radiotossiche di quanto lo sono in partenza, visto che è tolta la componente “plutonio” che è rimandata in circolo.

Questa parte del combustibile ha una “persistenza” nell’ambiente molto elevata, una scoria da reattore (il combustibile esaurito) senza riprocessamento raggiunge livelli di radiotossicità pari a quelli del minerale di partenza in circa 300.000 anni (l’uranio naturale ha una radiotossicità estremamente bassa e a lungo tempo di dimezzamento), con riprocessamento invece si raggiungono gli stessi livelli in circa 10.000 anni, quindi oltre un ordine di grandezza in meno.


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Cher03@hotmail.it
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