72 Gw corrispondono a 630 Twh/anno.
Che bravo! Con un
capacity factor del 100%!
Ne ho già parlato almeno qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...711#pid711
e qui, dall'anno scorso:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...858#pid858
Come riportato sui dati
Terna (
Impianti di generazione - tabella 8 di pagina 3):
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?filet...p;mid=2501
in Italia ci sono 101,5 GWe installati, ma la disponibilità effettiva di potenza é assai minore e pari a 67 GWe perché, come spiegato nelle note del documento:
1- L'indisponibilità da fonte idroelettrica è da ricondurre essenzialmente a motivi di carattere idrologico che si presentano sistematicamente nel periodo invernale oltre che ad avarie o limitazioni per cause esterne.
Inoltre il dato di potenza efficiente netta rappresenta il valore massimo di potenza che si raggiunge con le massime portate d'acqua. Poichè d'inverno si è normalmente in presenza di scarsa disponibilità idrica rispetto agli altri periodi dell'anno, gli impianti idroelettrici funzionanti erogano comunque una potenza netta sensibilmente inferiore a quella efficiente.
2- L'indisponibilità da fonte termoelettrica è da ricondurre sostanzialmente:
• ad indisponibilità per cause non programmabili degli impianti;
• ad arresti di lunga durata, ripotenziamenti, mancate autorizzazioni impianti a funzionamento stagionale (quali, per esempio, quelli degli zuccherifici a tipico funzionamento tardo primaverile);
• a potenza censita non più operativa.
3- La produzione di tali impianti (eolici e fotovoltaici) è connessa ad una fonte primaria molto discontinua. Pertanto, di norma si considera una potenza disponibile alla punta pari a circa 25% della potenza installata.
Detto questo, 67 GWe rappresentano "
la potenza media disponibile alla punta, cioé la potenza che è stata erogata in media dagli impianti di generazione per far fronte alle punte giornaliere del periodo invernale" (
poiché si dispone della misura diretta della potenza erogata solo di una parte, ancorché importante, di impianti, tale dato è parzialmente stimato).
Interessante, "rispolverare" alcune definizioni riportate nel documento di Terna in questione.
A pagina 54 (pag. 24 del pdf) "
la potenza nominale dei motori primi o dei generatori elettrici di un gruppo, di una sezione, di una centrale, o di un insieme di centrali, è la somma delle potenze massime in regime continuo, secondo le norme ammesse, di ciascuna delle macchine considerate di uguale categoria. La potenza nominale è una potenza lorda", mentre (pagina 55 - pag. 25 del pdf) "
la potenza efficiente di un gruppo, di una sezione, di una centrale o di un insieme di centrali termoelettriche è la massima potenza elettrica possibile per una durata di funzionamento sufficientemente lunga per la produzione esclusiva di potenza attiva, supponendo tutte le parti degli impianti interamente in efficienza e una disponibilità ottimale di combustibile e di acqua di raffreddamento. La potenza efficiente è lorda o netta se misurata rispettivamente ai morsetti dei generatori elettrici degli impianti o all’uscita degli stessi".
La
situazione degli impianti termoelettrici in Italia nel 2009 é illustrata nella tabella 17 di pagina 56 e 57 (pag. 26 e 27 del pdf) in cui sono riportati i dati su base regionale, riportando il numero e tipo di centrali e sezioni (
per sezione di una centrale termoelettrica si intende il complesso: generatore di vapore, motore primo termico, generatore elettrico, apparecchiature del ciclo termico, trasformatore e servizi ausiliari. Nella presente pubblicazione il termine «sezione» è stato, per semplicità, adottato per indicare anche i gruppi termoelettrici, costituiti dal solo complesso: motore primo termico, generatore elettrico - ad esempio, motori a combustione interna, turbine a gas, gruppi geotermoelettrici).
A pagina 49 (pag. 19 del pdf) sono riportate le definizioni riferite alle varie categorie di impianti idroelettrici.
In definitiva il
capacity factor, cioé il
fattore di utilizzo, non sarà mai del 100% essenzialmente per due ragioni:
1 - motivi tecnici dovuti alla manutenzione, alla operatività e adattamento alla richiesta del carico.
2 - motivi economici dovuti all'economicità (convenienza o meno) di produrre con una determinata fonte, in un determinato momento, energia elettrica.
Le fonti fossili hanno
capacity factor assai più bassi dell'energia elettronucleare (per i sudetti motivi tecnici ed economici), come dimostra la situazione statunitense:
http://www.eia.gov/cneaf/electricity/epa...ile5_2.pdf
http://www.eia.doe.gov/cneaf/electricity...pata6.html
Complessivamente, il sistema elettrico statunitense ha un
capacity factor di quasi il 45%.
Segnalo questi link:
http://www.engineeringtoolbox.com/power-...d_960.html
http://uvdiv.blogspot.com/2010/03/uptime...me_07.html
http://bravenewclimate.com/2009/11/03/ww...ment-67206
Quindi, se possiamo produrre con le nostre centrali 630 Twh/anno perche importiamo energia elettrica e perchè dovremmo costruire nuove centrali (di qualsiasi tipo)??
Sbagli di grosso per le ragioni già dette!
La prima risposta è semplice: le centrali a gas possono facilmente modulare la potenza in base alla richiesta, mentre le centrali nucleari erogano la stessa poteza 24 ore al giorno; quindi la Francia ci vende a prezzi stracciati l'energia di notte invece che buttarla. La stessa energia che poi ci viene venduta a prezzo normale (secondo la borsa elettrica), aumentando considerevolmente i guadagni dei produttori.
Ennesima tua "perla" (di un pirla!) di saggezza!
In Francia, oggi, la richiesta di potenza, per esempio, é passata dai 40 GWe delle 4:40 a.m. ai quasi 60 GWe delle 12:45 p.m.:
http://www.rte-france.com/fr/developpeme...beDeCharge
In altre parole, le centrali francesi attuali sono le più modulabili fra tutte quelle al mondo, perchè le hanno proprio studiate così; in altri Paesi, la porzione di nucleare è molto più bassa e quindi c’è la convenienza di modulare altre fonti, quali gas o altro ancora.
Va anche precisato che nessuno ci obbliga acquistare energia elettrica, lo facciamo solo perché é più economico che produrla in casa e poi i reattori nucleari sono modulabili come altri impianti termoelettrici. A titolo d'esempio riporto questo reattore commerciale
ATMEA1 che può scendere sino al 30% della produzione massima (100%):
http://www.atmea-sas.com/scripts/ATMEA/p...1&L=EN
in altre parole, se richiesto, può ridurre del 70% la produzione rispetto al valore massimo. A pagina 257 di questo libro di
APPUNTI DI IMPIANTI NUCLEARI -
Parte II A:
Filiere del Prof.
Bruno Guerrini e dell'ing.
Sandro Paci (Facoltà di Ingegneria - Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione - Università di Pisa), si legge che "
i progressi fatti nell'ambito del controllo e della regolazione degli impianti nucleari dimostrano come oggi essi siano diventati macchine flessibili, in grado di fornire le stesse prestazioni degli impianti termoelettrici tradizionali. Gli studi effettuati, convalidati da una serie di esperienze e test operativi, hanno dimostrato la possibilità di far fronte alle richieste della rete elettrica senza compromettere il livello di sicurezza e con un alto grado di affidabilità. La flessibilità raggiunta non ha compromesso la competitività dell'impianto e ha avuto il merito di dare un impulso all'acquisizione di nuove conoscenze ed alla loro applicazione":
http://www.fisicamente.net/SCI_SOC/NUCLEARE-filiere.pdf
Nel paragrafo 7.1 (pag. 252) -
Considerazioni Generali sul Sistema di Regolazione si afferma che "
la regolazione di un impianto nucleare richiede la regolazione sia del reattore che del gruppo turbina-generatore. Tale regolazione implica delle azioni correttive automatiche che possono essere mandate simultaneamente alle due macchine, ed in tal caso si parla di regolazione coordinata, oppure di azioni che vengono inviate ad una delle due macchine mentre l’altra si adatta, cioè “segue”. È bene sottolineare che più che modi di regolare essi sono modi di comportamento di uno stesso sistema di regolazione, nel senso che un impianto sottoposto a certi transitori si comporta, ad esempio, come “turbina segue” e, per gli altri, come “reattore segue”".
In ogni caso, tutto il capitolo 7 (da pagina 251 a pagina 270), é dedicato all'unione del reattore con l'impianto generatore di potenza e alla sua modulazione.
Alla seconda domanda rispondo con un'altra domanda: forse ci stanno imbrogliando?
No, sei tu che non hai la minima idea di come funzionano gli impianti di energia elettrica e la la rete elettrica nazionale.
Tutto questo senza considerare l'eolico ed il fotovoltaico!
Eh già! Contributo trascurabile (dato l'infimo
capacity factor) con una produzione assai "ballerina" e imprevedibile. A titolo d'esempio, riporto il "glorificato" eolico tedesco:
http://i47.tinypic.com/8xjuw6.jpg
In teoria potremmo anche spegnere tutte le centrali a carbone, rinunciando al 12% dell'energia che tanto non ci serve e risparmiando il 30 % delle emmissioni di CO2 (il carbone inquina molto).
In questo modo potremmo raggiungere abbondantemente e superare gli obbiettivi europei di riduzione CO2 per il 2020 (20%).
E questi conti chi li ha fatti!? Fonte?
Rimane sempre valido quanto affermato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...44#pid2344
e cioé che il sistema energetico (elettrico e primario) della Francia "nucleare", è assai meno inquinante (e costoso a cittadini e imprese!) di quello italiano e tedesco (solo per fare 2 esempi).
Ma dato che il carbone costa meno, le centrali rimarranno accese; così loro aumenteranno loro guadagni, vendendoci l'elettricità sempre allo stesso prezzo; noi pagheremo le multe (salate) per la CO2.
L'Italia é già l'unico Paese sviluppato che va a tutto gas e ha tra le bollette elettriche più care ed è tra i Paesi più inquinanti!
Se tutte le nostre centrali fossero accese (sempre senza contare fotovoltaico ed eolico), avremmo energia per quasi 2 Italie! Invece probabilmente stiamo importando energia.
Si si, "se mio nonno avesse le ruote... sarebbe una carriola"!