Se sono io fuori, sono allora in buona compagnia (Germania, Siemens etc..). Riposto ancora il link alla conferenza IPCC di ABU DHABI, 194 paesi con le relative delegazioni tecniche, sono fuori anche loro ?
http://www.aceaspa.it/ViewDocument.aspx?...086f5f31eb
Poi, scusate, continuate a postare link su documenti AIEA che ha come scopo sociale la promozione, il divulgamento e per certi versi l'imposizione dell'energia nucleare nel mondo, anche con azioni profondamente scorrette come l'accordo con OMS degli anni 50.
L'orientamento ad oggi e per i prossimo 20/30 anni è energia da fonti rinnovabili, con un rapporto di investimenti rinnovabili/nucleare di diversi ordini di grandezza.
Questa è la situazione reale nel mondo.
Per ogni euro investito nel nucleare vi sono centinaia di euro investiti nelle rinnovabili. Sono in ottima compagnia, come si vede.
Poi ho letto che avrei comprato la mia laurea..
Nel 1982, anno della mia laurea, si sa, le vendevano a buon mercato..
Un anno, il 1982, nel quale, in Italia, si era all'avanguardia nel nucleare.
Oggi, 2011, abbiamo perso le competenze. Ci vogliono decenni per riacquistarle, per garantire una situazione nucleare alla francese.
Fatevi le competenze e riparlate di nucleare dopo il 2030.
Il piano (si fa per dire) del governo di costruire 4 reattori EPR è una presa in giro per il paese. Si arriverà al 2025/2030 con il 5% del fabbisogno sfornato (forse) da 4 reattori per un costo di 30/35 miliardi.
Si veda come gestiscono le scorie in Francia e come sono ridotti i nostri bidoni di Caorso. Che sono pochini pochini, rispetto alle scorie francesi.
Sono gli stessi esperti italiani di nucleare che lavorano all'estero ad inorridire pensando a come è stato affrontata la svolta nucleare del governo (vedi Veronesi all'Agenzia per la sicurezza) e a paragonare la serietà francese o tedesca con il guazzabuglio e la mancanza di competenze italiane.
Queste semplici considerazioni, nate da intensi dialoghi con chi per 30 o 40 anni si è occupato di nucleare in Italia prima ed oggi all'estero, unite alle considerazioni energetiche mondiali di cui sopra (anche se da voi sbeffeggiate ma sono in buona e onorevole compagnia) portano ad un unico risultato: il nucleare, in Italia non si farà. Non abbiamo 'il fisico'.
Poi anche venerdì sera, alla conferenza sul nucleare alla quale ho assistito (tenuta da ingegneri nucleari operanti all'estero) ho avuto la conferma sul cambiamento della distribuzione dell'energia elettrica a livello europeo con massicci interscambi fra i paesi produttori.
Ovviamente si è parlato del fatto che l'energia elettrica da nucleare la stiamo già usando: è francese e svizzera per cui non si vede la necessità di costruire centrali su un territorio, quello italiano, profondamente inadatto.
Si faccia il nucleare dove già c'è il nucleare e dove questa tecnologia è stata ampiamente sviluppata e dove esistono quindi grandi competenze. Questo, in sintesi, il pensiero che prevarrà a livello europeo.
Insistere per avere 4 reattori EPR e poi altri 7 o 8 entro il 2030/2035 è semplicemente una presa in giro.
Occorre avere l'appoggio della popolazione che in Italia non c'è.
In Francia ci sono le competenze e storia e quindi c'è l'appoggio alla popolazione.
Nel mondo scarso sviluppo di nucleare in paesi senza le competenze a fronte di energie rinnovabili. Così almeno si dice in importanti conferenze come quella di ABU DHABI (IPCC) e come si sta facendo in Germania, con l'ovvio appoggio di Siemens.