A tal proposito pensavo invece all'AP-1000 come tipologia base per il futuro :mi è sembrato di cogliere che in termini di sicurezza e modularità abbiano fatto un buon lavoro.
se anche da un punto di vista puramente tecnologico una scelta come quella di AP-1000 sia certamente piu' aggiornata, rimane comunque il problema della dimensione di un tale impianto, con i problemi che questo si trascina dietro.
Giusto per elencarne qualcuno:
1- la dimensione cosi' importante fa in modo che ci debbano necessariamente essere relativamente pochi impianti, sia per i costi che per l'effettiva difficolta' di trovare i giusti siti su cui impiantare tali installazioni senza creare situazioni a rischio con la popolazione.
2- una volta ottenuti i permessi, i tempi di costruzione sono molto lunghi, e le societa' coinvolte nella realizzazione di tale impianto sono indebitate per lunghi anni, con l'incertezza che possa succedere qualcosa che faccia in modo che tutto un giorno si fermi, e che l'impianto non diventi mai produttivo, rimanendo quindi solamente un costo. Caorso docet.
3- dato che si tratta di pochi impianti, fare economia di scala e' impossibile. Solamente la Francia e' riuscita a sfruttare economia di scala, ma lo ha fatto in ben altri tempi. Al giorno d'oggi nemmeno in Francia queste cose sono possibili. Superphenix docet.
Il concetto di base di un SMR e' significativamente diverso. Si parla di piccoli reattori, convenzionalmente si parla di SMR quando si rimane sotto i 300/500 MWe, da installare in impianti di dimensione contenuta, tipicamente a livello regionale o subregionale.
Tali reattori vengono portati in sito gia' assemblati e l'installazione e' molto piu' semplice anche a causa della minore complessita' degli impianti richiesti.
La vita operativa prevista di un carico di combustibile e' di qualche anno, dai 2 ai 5. La gestione del carico e scarico del combustibile e' entrocontenuta nell'ambito della struttura in cui sono installati i reattori, ed e' un evento piuttosto infrequente data la durata di un carico di combustibile.
Questi reattori idealmente verranno installati in ambiti dove possa anche essere prevista una crescita di richiesta energetica, facendo quindi in modo da poter fare crescere l'offerta di produzione in maniera molto piu' lineare, attivando nuovi reattori alla crescita della richiesta.
La necessita' di costruire un numero cospicuo di questi reattori, e di farli tutti assolutamente identici, permettera' ampie economie di scala, sia sugli impianti che sui reattori stessi. I progetti saranno tutti molto simili se non identici, permettendo anche un controllo dei budget di spesa che attualmente, con le centrali nucleari di vecchio stile, e' assolutamente impossibile da ottenere.
Esistono gia' diverse aziende che stanno lavorando su questo genere di tecnologia, come ad esempio Babcock & Wilcox con il progetto B&W mPower:
http://www.babcock.com/products/modular_nuclear/
Anche nuScale sta lavorando su questa tecnologia, con moduli di dimensione piu' piccola, 45 MWe:
http://www.nuscalepower.com
Sono convinto che la tecnologia nucleare abbia ancora un lungo futuro, tutto ancora da scoprire man mano che le innovazioni andranno avanti. Vale la pena anche di vedere il video di Bill Gates su TED:
http://www.ted.com/talks/bill_gates.html
in cui parla di TerraPower, societa' in cui ha investito:
http://www.terrapower.com/Home.aspx
Ciao, Luca