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email su nucleare e media
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tesla82
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RE:      email su nucleare e media

renato ha Scritto:

10-05-2011 a proposito di fabbisogno energetico italiano.

Questo è quello che pensavi dei miei dati prima che ti si bruciassero gli ultimi neuroni.


Come vedi cerco sempre il ragionamento la collaborazione non sono ostinato con degli idealismi,ti pongo davanti la situazione che abbiamo oggi,ma tu continui a non proporre soluzioni! ponendoti solo accuse allusorie e forfettarie dettate dai media e dalla popolazione,i neuroni bruciati c'è li hanno le persone come te che non propongono risoluzioni,se sei convinto che il nucleare è brutto dannoso ecc ecc allora c'è la esponi questa tua strategia!!!


ps: per favore fallo nel topic che ho aperto da poco !!


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
22-05-2011 14:40
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sexyteo
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RE:  email su nucleare e media

Dopo questo tuo patetico tentativo di "dimostrare" la tua "competenza" in ciò che "affermi" (o meglio: farnetichi), attraverso un linkaggio random:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...53#pid2753
aggiungo (e ribadisco per l'ennesima volta) che la maggioranza dei finanziamenti mondiali alle rinnovabili (per la produzione di elettricità o meno), sono incentivi (soldi dei contribuenti) alla produzione, mentre solo una minima parte è destinata alla ricerca e sviluppo delle rinnovabili stesse. Ne ho già parlato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...841#pid841
e qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...866#pid866
ma repetita iuvant. Nel 2009, sono stati erogati (incentivati), a livello mondiale, quasi 60 miliardi di dollari per le rinnovabili, come illustrato a pagina 296 del World Energy Outlook 2010 (W.E.O. 2010, pagina 298 del pdf - Figure 9.9 - Annual global support for renewables in the New Policies Scenario), con un notevole incremento di spesa nello scenario dal 2015 al 2035; tale spesa, secondo queste previsioni, raggiungerà i 200 miliardi per l'anno 2035! Come scritto, sempre sul W.E.O. 2010, a pagina 295 (pagina 297 del pdf - capitolo 9 - Costs of renewables - The cost of government support mechanisms) va precisato che "The application of renewable energy on a large scale depends on government incentives to make the unit costs competitive with conventional technologies. Incentives for renewable energy take many forms, from support to developers to support to customers" (si veda da pagina 426 - Government support for renewables - pag. 428 del pdf W.E.O. 2010).
In pratica, si tratta di incentivi pubblici, a fondo perduto, pagati dai contribuenti. La spesa mondiale di 5,6 miliardi di dollari per l'anno 2009, alla ricerca e allo sviluppo delle rinnovabili, é destinata in larghissima parte per il solare (53%), come illustrato nel diagramma a torta (figura 9.10) di pagina 297 (299 del pdf W.E.O. 2010 - fonte: Bloomberg New Energy Finance databases).
In definitiva, nel 2009, vi sono stati 60 miliardi di incentivi alle rinnovabili e quasi 6 miliardi in ricerca e sviluppo delle stesse rinnovabili!
La Germania è in linea con questa "tendenza" (incentivi alla produzione e pochi spiccioli alla ricerca e sviluppo), come ti ho già spiegato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...83#pid2583
cioè con contributi pubblici, astronomici, al kWh prodotto.

Per quanto riguarda le emissioni dai processi di combustione, riporto un interessante e recentissimo studio, sviluppato dal prestigioso Politecnico di Milano (Professori: Stefano Cernuschi, Michele Giugliano, Stefano Consonni e Aldo Coghe, ma hanno collaborato anche docenti di altri atenei italiani), sulle emissioni di polveri fini e ultrafini.
Tale studio, denominato Emissioni di Polveri Fini e Ultrafini da impianti di combustione (Ottobre 2010), é stato pubblicato nella sintesi finale:
http://www.federambiente.it/Primopiano/L...rafini.pdf
Le dimensioni di tali particelle (fini e ultrafini) è compresa tra 0,001 µm a quasi 3 µm (tra 1 nm e  quasi 3.000 nm), come illustrato nel grafico, in scala logaritmica, della figura 1, Campo dimensionale coperto da diverse tipologie di particelle ed agglomerati solidi di varia natura ed origine, a pagina 5 (pag. 7 del pdf); nella pagina successiva è illustrata la Fenomenologia delle presenze ambientali del particolato ultrafine e delle nano-polveri (fig. 3).
A pagina 7 (pag. 9 del pdf), in riferimento alla percezione del rischio sanitario e ambientale delle particelle ultrafini (PU) in relazione al processo di termovalorizzazione dei rifiuti, si afferma, tra l'altro: "Tali preoccupazioni, peraltro lecite e giustificate, hanno suscitato in alcuni settori del pubblico paure catastrofiste poco razionali, sfociate addirittura nella richiesta di una moratoria nello sviluppo di questo importante settore scientifico e tecnologico. A differenza di tutti gli altri Paesi, in cui il dibattito è motivo di approfondimento da parte della ricerca, in Italia alcune componenti dell'ambientalismo hanno indirizzato l'attenzione al riguardo sul trattamento termico dei rifiuti, postulando una connessione diretta tra combustione dei rifiuti e presunti effetti sulla salute del PU. Al pari di tutte le altre combustioni, l'incenerimento di rifiuti avrà certamente un ruolo nella problematica dell’ultrafine: tuttavia, il contesto conoscitivo che emerge da questo studio evidenzia come non esistano allo stato attuale elementi scientifici, né probanti né sospetti, per escludere a priori questa tecnica di smaltimento e recupero di energia a causa del ruolo presunto delle emissioni sulle presenze atmosferiche del particolato fine e delle nanopolveri".
Detto questo, è fondamentale sottolineare che (pagina 8 - pag. 10 del pdf) "nelle grandi aree urbane, dove si registra la massima esposizione della popolazione, la fonte più significativa di PU è generalmente la combustione mobile (traffico); ad essa si aggiunge, in alcune zone, l'utilizzo di biomasse nelle piccole installazioni per il riscaldamento domestico"; a riguardo si veda la figura 4, nella stessa pagina, sulla Presenza di PU in atmosfere caratterizzate (concentrazioni di PU in aree caratterizzate - numero di particelle/cm3).
Ora, comparando le concentrazioni di particelle ultrafini (PU) sull'unità di volume (cm3) tra le varie fonti di combustione, emerge che il tanto "amato" gas degli ambientalisti, ha una concentrazione che oscilla tra poco più di 1.000 PU/cm3 fino a oltre 10.000.000 PU/cm3, con valori analoghi ai tanto odiati derivati dal petrolio (olio e gasolio) e carbone, come mostrato nella figura 6 (pagina 12 - pag. 14 del pdf), Intervalli indicativi delle presenze emissive di PU da attività di combustione fissa e a ciò va aggiunto che le "amate" biomasse ambientaliste, hanno valori peggiori con fino a 100.000.000 PU/cm3!
Ovviamente le nostre "amate" automobili, rappresentano una produzione continua di PU, sia nelle motorizzazioni diesel che benzina; interessanti le emissioni di PU/Km illustrate nella figura 11, Presenze emissive di particolato rilevate allo scarico di motori automobilistici per veicoli leggeri, (pagina 13 - pag. 14 del pdf).
Ho già parlato dei rischi sanitati legati al "solo" PM10 (particelle di diametro uguale o inferiore a 10 µm), riportando i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O. - World Health Organization - nell'acronimo inglese):
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...04#pid1404
evidenziando che nel mondo sono stimati 865.000 morti/anno per il "solo" PM10 e 1.497.000 morti/anno per l'utilizzo di combustibili solidi (utilizzati massicciamente nei Paesi in via di sviluppo) in ambienti chiusi (indoor); negli USA sono stimati 41.200 morti/anno "solo" per il PM10 (0,08% della popolazione), in Italia 8.400 (0,07% della popolazione) e in Giappone 23.800 (0,09% della popolazione), sempre riferiti al "solo" PM10!
Lo studio in questione, riporta l'approccio epidemiologico e quello tossicologico (pagine 15 e 16, pagg. 17 e 18 del pdf), riferito all'esposizione alle particelle fini e ultrafini.
Per quanto riguarda le utenze termiche civili, le principali acquisizioni ricavate dal complesso delle prove eseguite (nello studio in questione) dimostrano che il pellet e il caminetto sono le maggiori fonti di emissioni di PU con concetrazioni che oscillano tra 24.000.000 PU/cm3 a 81.000.000 PU/cm3, peggio del gasolio; tali dati sono riportati nella sintesi comparativa dei risultati dell’indagine sulle utenze termiche civili (tab.2 di pagina 21 - pag. 23 del pdf) e sono assai superiori, di notevoli ordini di grandezza, della concentrazione delle emissioni del processo di termovalorizzazione dei rifiuti i quali sono compresi tra 4.958 PU/cm3 e 70.026 PU/cm3 (tab. 3: Sintesi comparativa dei risultati acquisiti nell'indagine sugli impianti di termovalorizzazione rifiuti, pagina 23 - pag. 25 del pdf).
In conclusione, l'apparente "innocuo" gas naturale, nelle utenze termiche civili, ha emissioni di PU/cm3 analoghe al termovalorizzatore di Brescia (comprese tra 4.000 PU/cm3 e 7.000 PU/cm3) e l'amato pellet dei suoi "ecosostenitori" ha valori astronomici, compresi tra i 45.000.000 PU/cm3 e i 52.000.000 PU/cm3 (peggio del gasolio!)! Ciò è illustrato nella Sintesi dei risultati ottenuti nell'indagine (fig. 14 di pagina 31 - pag. 33 del pdf).
Qui vi è una sintesi di tale rapporto:
http://www.gecos.polimi.it/wets09/Stefan...erNano.pdf

Ricordando quanto ho già affermato sulle emissioni in atmosfera del gas (NGCC) di SOx, NOx e CO2, in questo mio precedente post:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...27#pid2327
Aggiungo, che il già citato rapporto Life Cycle Analysis: Natural Gas Combined Cycle (NGCC) Power Plant (del 30 Settembre 2010) dell'ente governativo statunitense N.E.T.L. (National Energy Technology Laboratory - D.O.E. Department of Energy):
http://www.google.it/url?sa=t&source...mp;cad=rja
del quale ho già parlato qui:
http://www.nuclearmeeting.com/forum/show...78#pid2878
nella figura 3-19, Comparative GHG Emissions (kg CO2e/MWh Delivered) for NGCC with and without CCS (pagina 99 - pag. 123 del pdf), vi è illustrata l'emissione di GHG (Greenhouse Gases - gas serra), quindi di anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e esafluoruro di zolfo (SF6) nelle quattro fasi del Life Cycle Analysis (LCA) di un impianto NGCC, in vari casi e con e senza cattura di CO2:
1- acquisizione della materia prima
2- trasporto della materia prima
3- conversione dell'energia
4- trasmissione e distribuzione
nella parte TOTAL, sono raffigurate le emissioni totali (KgCO2e/MWh - Kg di anidride carbonica equivalente su MWh di energia prodotta), rappresentate in larga parte dall'anidride carbonica e, in misura minore dal metano.
Per quanto riguarda gli inquinanti atmosferici, nella figura 3-20, Comparison of Air Emissions (kg/MWh Delivered Energy) for NGCC without CCS e nella figura 3-21, Comparison of Air Emissions (kg/MWh Delivered Energy) for NGCC with CCS (pagina 100 e 101 - pag. 124 e 125 del pdf), sono riportate le emissioni di piombo (Pb), mercurio (Hg), ammoniaca (NH3), monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto e le loro miscele (NOx), ossidi di zolfo (SOx), composti organici volatili (VOC, dall'inglese Volatile Organic Compounds) e di particolato (PM, dall'inglese particulate matter), nelle quattro fasi e in totale (TOTAL) del Life Cycle Analysis (LCA) di un impianto NGCC, in vari casi e con e senza cattura di CO2; emerge che le maggiori emissioni di inquinanti sono rappresentate dagli ossidi di azoto e le loro miscele (NOx), monossido di carbonio (CO) e di ammoniaca (NH3), in misura minore vi sono ossidi di zolfo (SOx), composti organici volatili (VOC) e particolato (PM).

Interessante, la differenza elevata del costo livellizzato (LCOE) tra un impianto NGCC con e senza cattura di CO2, riportata nella figura 3-18, Comparative LCOE ($/kWh) for NGCC with and without CCS (pagina 97 - pag. 121 del pdf) di tale rapporto con la ripartizione dei costi per componente. Nel capitolo 3.7 (pagina 103 - pag. 127 del pdf), Sensitivity Analysis, vi è l'analisi finanziaria degli impianti NGCC.
Notevole la differenza del "consumo" di terrotorio tra un impianto NGCC senza cattura di CO2 e con cattura di CO2, come illustrato nel grafico di pagina 103 (pag. 127 del pdf), Total Transformed Land Area for NGCC with and without CCS - Transformed Land Area (m2/MWh).

02-06-2011 01:36
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RE: email su nucleare e media

quoto, concorda coi dati in mio possesso:

Riporta:
865.000 morti/anno per il "solo" PM10 e 1.497.000 morti/anno per l'utilizzo di combustibili solidi (utilizzati massicciamente nei Paesi in via di sviluppo) in ambienti chiusi (indoor); negli USA sono stimati 41.200 morti/anno "solo" per il PM10 (0,08% della popolazione), in Italia 8.400 (0,07% della popolazione) e in Giappone 23.800 (0,09% della popolazione), sempre riferiti al "solo" PM10!



Provate anche a moltiplicare per 50 anni, circa il lasso di tempo trascorso dall'inizio della dffusione delle centrali elettronucleari, e vedete poi a quante Chernobyl-equivalenti corrisponde.

02-06-2011 14:42
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RE:   email su nucleare e media

@sexyteo
Relativamente al tuo post, su alcuni punti concordo, ma penso che siano trattate diverse problematiche che meritano ciascuna approcci e considerazioni distinti:

1) trasporti
2) riscaldamento
3) smaltimento rifiuti
4) produzione energetica

1. Trasporti
i trasporti, lo sappiamo, sono la causa principale di inquinamento (urbano) ed emettono grandi quantità di Co2.
Purtroppo mi sembra che questo problema non abbia una soluzione immediata, dato che le ipotesi di auto ibride, elettriche, a idrogeno ecc. sono ancora non generalizzabili.
Per quanto riguarda le città, un miglioramento si potrebbe avere incentivando i trasporti pubblici e l'utilizzo di mezzi a GPL o meglio a metano, che inquinano notevolmente meno.
Certo è che per il trasporto merci non vedo al momento valide alternative ai motori diesel.
Non conosco a fondo l'argomento, per cui ogni ulteriore suggerimento è ben accetto.

2. Riscaldamento
L'unica opzione possibile al momento è la combustione.

Da entrambi i link che hai riportato:
http://www.federambiente.it/Primopiano/L...rafini.pdf
http://www.gecos.polimi.it/wets09/Stefan...erNano.pdf
si evince che le caldaie a gas naturale producono livelli di particolato almeno tre ordini di grandezza inferiori rispetto agli altri combustibili.

Relativamente a pellets, camini e carbone, a mio avviso potrebbero essere tollerati in zone rurali, in cui l'approvvigionamento di altri combustibile potrebbe essere problematico, ma dovrebbero essere assolutamente proibiti in zone urbane.
Per esempio, a Milano ci sono ancora caldaie a carbone, mentre la maggior parte è a gasolio.
La semplice sostituzione con caldaie a gas ridurrebbe in modo sostanziale l'inquinamento.

A questo proposito, secondo me, incentivi per la trasformazione e tasse sull'inquinamento potrebbero agevolare una progressiva transizione e spingere i condomini ad adeguere i sistemi di riscaldamento.
Tieni presente che i grossi complessi abitativi dell'Aler utilizzano tutti caldaie a gasolio. In questo senso il Comune dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio.
Al momento non vedo altre soluzioni.

3. Smaltimento rifiuti
Sono d'accordo nell'affermare che i termovalorizzatori non sono i mostri che alcuni vorrebbero far credere.
Del resto, a parte sistemi di riciclaggio che, quando possibili sono sempre ben accetti, i rifiuti o li seppelliamo nelle discariche o li bruciamo.
Delle due la seconda soluzione mi sembra di gran lunga la migliore, anche considerando che come effetto "secondario" si riesce a produrre energia elettrica.

Detto ciò, alcune considerazioni sono doverose:

- i termovalorizzatori producono, dopo la combustione, una massa inerte che è 1/10 circa della massa originale. Questa massa, anche se è molto meno dannosa dei rifiuti originali, contiene comunque composti inquinanti (es. metalli pesanti), per cui deve essere stivata nelle discariche con tutti gli accorgimenti e le precauzioni che richiede;

- il grado di inquinamento dei termovalorizzatori è inversamente proporzionale alla loro efficienza. Mi spiego meglio: affinchè la combustione sia completa è necessario che la temperatura sia alta ed uniforme all'interno del bruciatore.
A temperature più basse ad esempio si ha fra l'altro produzione di diossina dalla combustione della plastica.
La situazione ottimale si ha quando il termovalorizzatore, raggiunta la temperatura di esercizio, è "pulito". Questa situazione tende a degradarsi nei giorni con l'inserimento di rifiuti metallici e vetrosi che tendono ad intasare le griglie.
In parte, ma non del tutto, il problema può essere risolto con l'adozione di "griglie flottanti", in grado di recuperare i rifiuti incombustibili.
Dopo un certo periodo di esercizio, il termovalorizzatore deve essere spento per manutenzione. Questo periodo di inattività dura circa una settimana e comporta minor guadagno per la società di gestione.
Inoltre, per mantenere temperature di esercizio costanti e quindi più efficaci, i rifiuti devono essere quanto più possibili omogenei relativamente all'umidità contenuta.
Esempio: se ad una partita di rifiuti umidi, ne segue una di rifiuti secchi (es carta o plastica), le regolazioni saltano e prima della successiva ottimizzazione si ha un periodo in cui l'inquinamento aumenta.

Da quanto sopra esposto, quello che si potrebbe fare per ottimizzare la termovalorizzazione è:
- raccolta differenziata. Questa non solo separa i materiali incombustibili (metallo e vetro), ma consente di alimentare gli impianti con blocchi di combustibile omogenei (umido, carta, legno, plastica)
- monitoraggio ambientale preciso e costante operato da enti "indipendenti". Le società di gestione, come tutti del resto, considerano il profitto elemento prioritario, per cui potrebbero prolungare i periodi di attività a scapito dell'inquinamento. Il monitoraggio potrebbe verificare i livelli di inquinamento e "costringere" alla manutenzione in caso di superamento delle soglie.

Se gestiti in perfetta efficienza i termovalorizzatori sono la risposta migliore al problema rifiuti. Il basso livello di inquinamento è "praticamente irrilevante" ai fini della salute pubblica.
Dato che, come tutti sanno, gli inquinanti non devono essere considerati singolarmente ma si sommano alla situazione preesistente, a mio avviso i termovalorizzatori non dovrebbero essere collocati all'interno di centri urbani, già inquinati di per se.

Per problemi di tempo non riesco a concludere il post con il quarto punto; sarà oggetto di un successivo post.

Messaggio modificato il: 02-06-2011 alle 16:45 da renato.

02-06-2011 16:40
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RE: email su nucleare e media

http://www.world-nuclear-news.org/NN_Dec...08111.html

Decisione di costruire Bellefonte 1
19 Agosto 2011

Tennessee Valley Authority ha deciso di completare un reattore nucleare a Bellefonte - vendita e locazione di nuovo un altro nuovo reattore a pagare per essa.


Bellefonte La decisione ieri dal consiglio della TVA pone fine a circa cinque anni di deliberazione da parte del non-profit ditta che gestisce le risorse di energia, acqua e altri, nello stato americano. Bellefonte 1 è un reattore ad acqua pressurizzata Babcock & Wilcox attualmente considerato il 55% totale. A 4,9 miliardi dollari progetto dovrebbe vedere iniziare il funzionamento entro il 2020 a generare 1.260 MWe.

Allo stesso tempo, TVA acquisterà un 900 MWe a ciclo combinato a gas da una filiale di Kelson energia. E 'anche andando per adattarsi anidride solforosa e particolato sistemi di controllo alla sua Gallatin anziani e Allen centrali a carbone per portarli fino a "pulire standard".

Per pagare tutto questo, TVA sarà raccogliere denaro con la vendita di due nuove centrali elettriche, è ora nel processo di costruzione prima di leasing indietro da nuovi proprietari. Uno è costituito da due turbine a gas presso lo stabilimento di fossili Giovanni Sevier, l'altro è Watts Bar 2, un'altra grande reattore nucleare TVA sta completando. Le piante saranno venduti separatamente, più probabilità di istituzioni finanziarie interessate a detenzione di attività industriali. TVA continuerà a controllare, mantenere e il loro funzionamento.

Chief financial officer John Thomas ha detto TVA dovuto usare metodi alternativi per finanziare i suoi investimenti a causa di limiti di legge per l'ammontare delle obbligazioni potrebbe problema. L'opzione leaseback sarebbe "un po 'più costosi" rispetto alle obbligazioni, ha detto, ma sarebbe più economico complessivo che aumentare i tassi di pubblico e commerciale di oltre il 2% ha approvato ieri. L'analisi finale non verrà finché i compratori sono stati trovati per le nuove centrali elettriche al termine di un processo competitivo.

TVA presidente e amministratore delegato, Tom Kilgore, ha detto che il completamento Bellefonte 1 è stato più conveniente per ogni MW base del costo di sostituzione di una qualsiasi delle sue piante fossili. I 4,9 miliardi dollari progetto lavora ad un costo di 3888 dollari per kilowatt di potenza installata.
Essenzialmente come un nuovo reattore, la vendita di Watts Bar 2 è senza precedenti e il prezzo è impossibile da prevedere. Negli ultimi dieci anni i prezzi visto negli Stati Uniti per i reattori vecchi, normalmente dopo circa 30 anni di servizio, hanno mostrato una tendenza verso l'alto da meno di $ 400 a oltre 874 dollari per kilowatt. Eccezionalmente, EDF pagato circa 2253 dollari per kilowatt complessivi per le sue azioni di Calvert Cliffs, Nine Mile Point e RE piante Ginna nel 2009, quando investono in Constellation Energy.

Rielaborazione e si riavvia

Entrambe le centrali, Watts Bar e Bellefonte, condividono una storia di pianificazione nel 1970 e la costruzione sospesa nel 1980 su una combinazione di costi crescenti e della domanda di potenza in calo. Un'altra pianta leggermente più anziani TVA con tre reattori, Browns Ferry, ma è stato raggiunto operazione naftalina per le stesse ragioni, aggravato da problemi operativi.

Tuttavia, TVA Browns Ferry ha portato 2 e 3 torna in servizio nel 1991 e nel 1995, con Watts Bar 1 seguito nel 1996 e Browns Ferry 1 nel 2007. All'inizio di questo mese, data di ritorno Watts Bar 2 è stato spinto un po 'indietro al 2013.

Lavori di costruzione reale sul Bellefonte 1 non si avvia finché il carburante è stato caricato in Watts Bar 2, ha detto Kilgore, notando una decisione consapevole per vincolare il rischio di costruzione nucleare per un progetto alla volta. Per lo stesso motivo, Kilgore ha detto che la "decisione di futuro" per il completamento del potenziale Bellefonte 2 non arriverà almeno fino alla metà strada attraverso il lavoro sul gruppo 1.

Ricercato e scritto
da World News Nucleare


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
06-09-2011 12:44
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RE: email su nucleare e media

http://www.archivionucleare.com/index.ph...polemiche/


Umberto Foli scrive:
5 Settembre 2011 alle 21:12


DOPO IL REFERENDUM
a cura di Umberto Foli e Vincenzo Romanello


Come premessa, è opportuno precisare che qualunque referendum, proposto sotto la spinta dell’emotività e della disinformazione su argomenti di carattere scientifico, spesso produce risultati totalmente fuori dalla logica. Nel caso specifico è stato proposto un referendum al quale hanno partecipato milioni di cittadini con scarsa conoscenza dei problemi energetici del nostro Paese e quasi nulli delle tematiche legate all’energia nucleare.

Esistono una serie di questioni che, essendo squisitamente tecniche e che coinvolgono gli interessi di tutto il Paese, potrebbero essere sottoposte a referendum popolari solo dopo una serie di dibattiti fra esperti favorevoli o contrari, ciascuno presentando le proprie ragioni in modo semplice e reso comprensibile dai cittadini, così che ciascuno possa prendere una decisione consapevole.

Nulla di tutto ciò è stato fatto per il referendum sul nucleare. Gli organi d’informazione hanno dato largo spazio alla fazione antinucleare che, spesso, sono completamente digiuni sui problemi legati a questa forma di energia ed hanno detto le più colossali sciocchezze e falsità, giocando sulla mancanza di informazione e sull’emotività, citando i gravi incidenti accorsi in questo settore. Nel caso dell’incidente avvenuto a Chernobyl (in Ucraina, al tempo URSS) è stato affermato che vi sono stati centinaia di morti, che altre decine di migliaia sarebbero decedute a seguito della contaminazione da radiazioni, che tutta la zona circostante alla centrale non sarebbe stata più utilizzabile per centinaia di anni. Nulla di tutto ciò si è verificato, i morti sono stati una sessantina, per radiazioni e per cause meccaniche, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha constatato, statistiche alla mano, che non si sono avuti aumenti nella diffusione dei tumori dopo l’incidente in Ucraina, nelle zone direttamente colpite dalla ricaduta di sostanze radioattive, ne nel mondo. Per chi non ci crede si invita a leggere il relativo rapporto dell’UNSCEAR (Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti delle Radiazioni Nucleari) liberamente disponibile on line.

Oggi la radioattività residua nelle zone esterne alla centrale è inferiore a quella che si misura in piazza S. Pietro a Roma o nelle catacombe di Priscilla. L’incidente di Tree Mile Island, in USA, non ha causato nessuna vittima, si è avuta solo la perdita del reattore. L’incidente di Fukushima in Giappone ha causato la distruzione di alcuni reattori ed una contaminazione per la fuga all’esterno di parte dell’acqua di raffreddamento del nocciolo, attualmente sotto controllo. Si sono avute contaminazioni di alcuni operatori della centrale. I dati sono attualmente in aggiornamento, ma nessuno è morto in seguito all’esposizione alle radiazioni.

Questi elettori sono stati influenzati da falsi profeti che hanno proposto il referendum del 12-13 giugno, preoccupati solo del consenso elettorale, mostrando un totale disinteresse per i problemi energetici di questo Paese. Su questa base e, dopo gli incidenti citati, il risultato era scontato. Il popolo italiano, sulla base del referendum del 12 e 13 giugno, ha definitivamente affossato, per cinque anni (e forse per molto di più), l’utilizzo dell’energia nucleare che avrebbe potuto dare un significativo contributo alla indipendenza energetica del Paese, all’abbassamento del costo del kWh, per industrie e privati, ed a far rientrare il nostro Paese nei limiti imposti dal Protocollo di Kyoto in fatto di emissioni di gas ad effetto serra.

La cosa più grave è che hanno votato per l’esclusione di questa forma di energia dal nostro Paese, anche ingegneri, fisici e (pseudo)competenti della materia, dimostrando una insensata paura del nucleare o dal fatto che si trattava di votare contro il Governo Berlusconi.
Alcuni hanno giustificato la loro posizione dichiarando che in Italia non vi sarebbero ingegneri e/o industrie, in grado di realizzare impianti sicuri e gestori affidabili. Si tratta di una posizione fortemente denigratoria sulle capacità dell’industria nazionale, ignorando che l’Italia nel lontano 1952 è stata la seconda, dopo l’Inghilterra a realizzare un reattore per la produzione di energia elettrica. Se alcuni benpensanti avessero proposto il ripristino della pena di morte in Italia, dopo i noti fatti nei quali sono state coinvolte due giovani vittime, probabilmente il risultato sarebbe stato affermativo. Sarebbe stato un bene? Lasciamo la risposta al lettore…

Inoltre, i proponenti di questo referendum, si sono ben guardati dal presentare un piano energetico alternativo al nucleare, attuabile e credibile. Hanno solo proposto l’utilizzo del vento e del Sole come toccasana per ridurre la nostra dipendenza energetica dalle importazioni ignorando, volutamente, i limiti di queste due fonti energetiche.

In questo piano avrebbero dovuto indicare, sulla base delle potenzialità del vento e del sole e, soprattutto, delle loro idee, gli impianti da realizzare e le relative ubicazioni, i tempi ed i costi sia degli impianti, sia del kWh prodotto e come ovviare alla discontinuità della produzione energetica. Per inciso il costo del kWh, oggi in Italia, supera del 30% quello della media europea ed è il doppio di quello che pagano i francesi. L’utilizzo del vento e del fotovoltaico non farebbero altro che aumentarlo sensibilmente.

Per coerenza, tutti coloro che hanno promosso questo referendum, verdi e sinistre, dovrebbero anche convincere il Governo a ridurre a zero le importazioni di energia elettrica dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Slovenia, prodotta dal nucleare: si tratta di ben 15 miliardi di kWh. Ma si sono ben guardati da fare qualsiasi dichiarazione in merito. Per sostituire questa energia bisognerebbe installare oltre 10.000 macchine eoliche da un megawatt oppure 120 kilometri quadrati di pannelli fotovoltaici (altro che impatto ambientale: qualcuno ha detto dove intenderebbe mettere questi impianti con il nome dei comuni che dovrebbero ospitarli?), con buona pace degli ambientalisti che già si oppongono a queste installazioni. In alternativa si dovrebbero realizzare 2 centrali della potenza di 1000 MW ciascuna, alimentate a gas o a carbone. Con quest’ultima ipotesi si immetterebbero nell’atmosfera altri 8 miliardi di kg di anidride carbonica all’anno che, sommati a quelli attuali, ci allontanerebbero ulteriormente dagli obiettivi imposti dall’aver sottoscritto l’accordo di Kyoto che limita le emissioni di anidride carbonica ed esponendoci alle relative sanzioni economiche.

Questi stessi signori, pur di affossare il nucleare, dimostrano anche una completa ignoranza del mercato e della consistenza delle fonti fossili, alle quali, ob torto collo, dovremo ricorrere. Dai dati della Energy Information Administration americana, che valuta la consistenza delle riserve delle fonti fossili quali il carbone, il petrolio, ed il gas si evince che, ai consumi attuali (destinati ad aumentare) le riserve di gas e petrolio potranno bastare per i prossimi 40-60 anni, quelle del carbone per 200 anni. Anche supponendo che si possano scoprire nuovi giacimenti, prima o poi si arriverà all’esaurimento, che non sarà molto più lontano.

La loro proposta è un esteso utilizzo del vento e del fotovoltaico ma non propongono piani energetici credibili e non dicono che con l’assottigliarsi delle scorte dei combustibili fossili ed il loro aumento dei prezzo si dovrà ricorrere all’energia elettrica che entrerà sempre di più nell’utilizzo anche nel settore domestico e nei trasporti. L’alternativa sarà un arresto od arretramento dello sviluppo con pesanti conseguenze sull’occupazione e sul benessere dei cittadini.

Questa immensa faciloneria, purtroppo, ricadrà su tutti noi con un aumento dei costi del kWh, con conseguenza sui privati e, molto più gravi, sulle industrie con una diminuzione della loro competitività e conseguente rischio sui posti di lavoro.

Oggi il gestore della rete elettrica paga alcuni miliardi di euro all’anno per incentivare le energie rinnovabili (o “fonti da intemperie” come qualcuno, molto efficacemente, le ha definite) e, pochi sanno, che i soldi per questo finanziamento sono prelevati dalle tasche dei cittadini con un incremento di 0,022 Euro per ogni kWh consumato.

Tanto per dare un’idea si tratta di una settantina di Euro all’anno per consumi di 3500 kWh. In sintesi, tenendo conto degli incentivi alle rinnovabili, lo Stato preleva soldi dalle tasche dei consumatori dei energia elettrica per trasferirli nelle tasche di altri (pochi)cittadini, contro ogni logica.
Nella realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici già sono entrate le varie organizzazioni criminali per investire in modo sicuro e redditizio i loro fondi ricavati dalle estorsioni e dal commercio della droga, ovvero un ottimo sistema per ripulire i denaro sporco.

Purtroppo il nostro Paese non ha risorse interne, tranne l’energia idraulica, ormai quasi completamente sfruttata, il geotermico, il sole ed il vento. Questo piano dovrebbe indicare come utilizzare le risorse interne, ovvero tipologia degli impianti, tempi di realizzazione e costi. Nel caso che i contrari al nucleare, sempre per coerenza, dovessero annullare le importazione dall’estero di energia elettrica di produzione nucleare, dovrebbero presentare dei piani credibili per sopperire a questa mancanza.

Nel 2009 il consumo di energia elettrica nel nostro Paese si è attestato su 330.000 MWh, per il 2020 sono previsti ulteriori 40.000 MWh per 2020. Non sarà certamente ne l’eolico ne il fotovoltaico a coprire questi maggiori consumi che subiranno incrementi anche dall’utilizzo sempre più esteso dell’energia elettrica.
Ai liberi pensatori di tirare le somme!!!


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it

Messaggio modificato il: 09-09-2011 alle 09:59 da Cher.

09-09-2011 09:56
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