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[OT] Attualità e Cultura
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RE: [OT] Attualità e Cultura



http://www.ilgiornale.it/news/interni/mo...66803.html

Monti si regala l'aiutino: ecco la legge ad personam che evita la raccolta firme
Per SuperMario altri incontri informali, i suoi al lavoro sulla lista. Nel decreto un codicillo per agevolare la nuova sigla centrista


Roberto Scafuri - Mer, 19/12/2012 - 08:20

Roma - Fatta la legge, trovato l'inganno. Fatta la scelta, ecco la norma ad personam, anzi «ad listam Montium».

Aiutino del governo ai centristi di terra, di mare e (soprattutto) di Monti che per presentarsi alle elezioni in sostegno al Prof potrebbero non aver bisogno di raccogliere neppure una firma. Vantaggio non da poco, considerato il freddo che fa e la scarsa organizzazione dei suddetti.
Il codicillo che mette in subbuglio il mondo politico a pochi giorni dalla decisione del premier è contenuto alla lettera «C» dell'articolo unico del decreto «tagliafirme», varato l'altroieri dal Consiglio dei ministri e già stamane all'esame della Commissione per la conversione in legge (nel pomeriggio potrebbe arrivare, in corsia preferenziale, addirittura all'Aula). Si tratta della riduzione delle firme da raccogliere per la presentazione delle liste, considerati i tempi strettissimi tra lo scioglimento anticipato della legislatura e la data delle elezioni. Il decreto riduce della metà le firme necessarie per chi non è presente in Parlamento (Grillo e Sel, per esempio), del 60 per cento per chi ha un gruppo «almeno in una Camera» (Fli e altri minori), ed esonera del tutto le forze presenti in entrambe le Camere (Pdl, Pd, Idv e Lega). La sorpresa è che saranno esonerati non solo le liste che, collegate a queste ultime, abbiano anche un europarlamentare, ma addirittura «le componenti politiche all'interno dei gruppi parlamentari, costituite all'inizio della legislatura in corso».
«Che vuol dire componenti politiche? Le uniche riconosciute dai regolamenti delle Camere sono quelle del gruppo misto...», svela l'inganno il relatore del Pdl, Peppino Calderisi. È una norma che favorisce i «montiani» nascosti nel Pdl o in qualsiasi altro gruppo, insorge l'altro relatore, il piddino Giandomenico Bressa. Finiti i tempi di «non sparate sul pianista», nel saloon di Montecitorio è tutto un vociferare contro i tecnicismi dei tecnici ormai travestiti da politici (o il contrario). L'allarme si diffonde in un attimo, tanto che dall'altro ramo della casbah, Palazzo Madama, il leghista Calderoli arriva persino a minacciare «una richiesta di messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione per aver firmato il decreto». Il verde Bonelli parla di «furto di democrazia», i vendoliani s'indignano per lo smaccato trattamento di favore «ai centristi amici di Monti».
Il punto andrà chiarito al più presto, chiede Calderisi, prima che accada come nel 2008 quando un esonero di portata molto minore finì poi giudicato dalle singole Corti d'appello, con decisioni non univoche tra loro. In ogni caso, non si tratta di una bella presentazione per i vagheggiatori della Terza Repubblica, che già nascerà da una crisi di governo extraparlamentare, proprio come accadeva nella Prima (talvolta anche nella Seconda, ma in alcune circostanze molto particolari).
Il premier, intanto, nel suo ufficio di Palazzo Chigi, continua a prendere appunti, attorniato dai consiglieri del ristrettissimo staff, che pare gli abbiano anche presentato progetti di loghi per la lista personale, dove comparirebbe un riferimento all'Italia. In mattinata ha fatto una visita in clinica a Pannella, ricavandone spunti per «approfondire il tema carceri». In serata ha convocato i ministri Severino (Giustizia), Grilli (Economia) e Di Paola (Difesa). Chi è riuscito a parlargli lo descrive per nulla scosso dall'uno-due di freddezza recapitatogli da Napolitano e Bersani e deciso ad andare fino in fondo per se stesso, per l'Italia e per l'Europa. I centristi scalpitano, il Prof si scruta nello specchio come il più bello del Reame. Riflette.


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RE: [OT] Attualità e Cultura

http://it.euronews.com/2012/12/23/la-spa...i-suicidi/

Per non scordare NATALE 2012 Uno spaccato di come si è ridotta L'europa dei burocrati e delle politiche ambientaliste.

La Spagna di fine 2012 si scopre un Paese povero, molto diverso rispetto al recente passato.

Siamo ad Alcorcon, a sud di Madrid. La Croce Rossa gestisce da 25 anni una banca dei vestiti. Un tempo meta di senza fissa dimora, oggi aiuta famiglie e giovani coppie.

Con il 27% degli spagnoli sotto la soglia della povertà, con la disoccupazione giovanile al 49%, negli ultimi mesi è cresciuta anche la domanda di medicine.

“Prima venivano pochi spagnoli – spiega una volontaria della Croce Rossa, Nunci Cunado – ma ora, a causa della situazione che stiamo vivendo, sono sempre più in aumento gli spagnoli che chiedono, soprattutto, vestiti per i bambini”.

“È un grande aiuto. La Croce Rossa, la banca del cibo…sono iniziative veramente utili – racconta Virginia, una giovane peruviana residente a Madrid – Se non ci fossero, cosa faremmo? Dobbiamo resistere, i bambini non chiedono più ‘cosa abbiamo per pranzo oggi?’. Devi solo dar loro da mangiare”.

Dall’altra parte del Mediterraneo, in Grecia, è in situazione di povertà una famiglia su tre. Dopo cinque anni di recessione, sono oltre 20mila i senza tetto che vivono con meno di 20 euro al mese e il tasso dei casi di suicidio tra la popolazione è aumentato del 37%.

“Ho quattro figli e invece di restare a casa e cadere in depressione, come tutte quelle persone che si sono suicidate, ho trovato aiuto nel volontariato – dice Prodromos Christakidis, volontario e fondatore dell’associazione Krikos – Mi riempie il cuore dare cibo a tanta gente. Ogni giorno aiutiamo 110 persone”.

Aiuti necessari, ma non sufficienti, tanto da spingere il governo di Atene ad adottare misure al limite della dignità, come quella di autorizzare la vendita dei cibi scaduti a prezzi ridotti.

Come l’Europa boicotta i prodotti di Israele
Analisi di Giulio Meotti

(Traduzione di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articl...aspx/12550

Giulio Meotti
La settimana scorsa Israele ha emesso un documento di protesta contro l’Unione Europea in merito a una conferenza in programma a Bruxelles circa l’etichettatura dei prodotti realizzati negli “insediamenti”.
Mary Robinson, ex Presidente dell’Irlanda e Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, e Martti Ahtisaari, ex Presidente della Finlandia e vincitore del Premio Nobel per la pace, hanno appena scritto sul Guardian un saggio in cui chiedono all’Europa di boicottare le merci israeliane prodotte nei territori situati oltre la linea dell’ armistizio .
“L’Unione Europea potrebbe iniziare a differenziare le merci israeliane da quelle prodotte negli insediamenti israeliani illegali”, scrivono nel quotidiano britannico. “Una corretta etichettatura dei prodotti degli insediamenti non è una politica anti Israele. È a favore dei consumatori, della pace e del diritto internazionale”, hanno dichiarato.
Due settimane fa, ventidue ONG, tra cui Christian Aid, Irland’s Trocaire, la Chiesa metodista in Gran Bretagna, la Chiesa di Svezia, Terre Solidaire de France e l’Internazionale Medica tedesca, hanno invitato l’Unione Europea a vietare i “prodotti realizzati dai coloni israeliani nei territori occupati” .
Inoltre pochi giorni prima, l’inviato speciale delle Nazioni Unite Richard Falk, aveva chiesto di boicottare le aziende collegate agli “insediamenti ” israeliani.

Una ben più importante vittoria del boicottaggio di Israele era stata raggiunta a Durban, in Sud Africa, dove uno dei più grandi sindacati internazionali, il Public Services International, aveva votato per un documento per far avanzare il programma palestinese di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele.
Questo è l’ultimo di una lunga lista di sindacati che avevano aderito o sostenuto il boicottaggio di Israele: la Confédération Nationale du Travail, il sindacato francese dei lavoratori; la Fiom, membro del principale sindacato italiano; il Trade Union Congress nel Regno Unito; Impact, il più grande sindacato del settore pubblico nella Repubblica d’Irlanda, e l’Alleanza del Servizio Pubblico, il più grande sindacato del settore pubblico dell’Irlanda del Nord e la Federazione sindacale svedese. Dopo che il Sud Africa aveva chiesto agli importatori a non utilizzare l’etichetta “Prodotto in Israele” per i prodotti fabbricati in Giudea e Samaria,anche il governo danese ha annunciato l’adozione di questa politica. La mossa segue una decisione britannica di consentire ai rivenditori di distinguere se le merci sono “prodotte in insediamenti israeliani” o “prodotto palestinese”.

Altri paesi europei adotteranno questa politica razzista, in base a una decisione presa nel 2010 dall’Alta Corte europea: le “zone contese”non fanno parte di Israele, per cui le merci israeliane ivi prodotte sono soggette ai dazi d’importazione dell’UE.
Questa sentenza era stata originata da una causa avviata dalla Brita GmbH, una società tedesca che importa filtri per l’acqua frizzante dalla Soda Club, una società israeliana con sede a Mishor Adumim, una delle aree industriali di Israele in Giudea e Samaria.
Ogni anno vengono esportate nell’UE merci provenienti dagli “insediamenti” – comprendenti frutta, verdura, cosmetici, tessili e giocattoli – per un valore di 220 milioni di euro. Il valore dei prodotti agricoli degli “insediamenti” nella Valle del Giordano, è stimato in circa 100 milioni di euro l’anno: oltre l’80 % dei datteri della valle del Giordano sono coltivati ​​per l’esportazione, soprattutto verso Francia, Svizzera, Olanda e paesi scandinavi.
Ogni anno il profitto dell’azienda Ahava è di 17 milioni di dollari per le esportazioni di prodotti venduti in tutta Europa, nei negozi con il marchio Ahava, così come nelle farmacie e nelle catene di vendita al dettaglio.
SodaStream produce dispositivi domestici per la carbonatazione dell' acqua e bevande analcoliche. I suoi prodotti, conosciuti anche con il marchio Soda Club, sono confezionati nella zona industriale di Ma’ale Adumim.

Il governo britannico sta raccomandando linee guida ai rivenditori per etichettare i prodotti alimentari provenienti dagli insediamenti, che devono essere etichettati come “prodotti della Cisgiordania (prodotti d’insediamento israeliano)” e la produzione palestinese come “prodotti della Cisgiordania (prodotti palestinesi)”.
Queste linee guida sono state accolte dalla grande distribuzione alimentare e sono osservate dai grandi supermercati. Inoltre, in seguito all’introduzione di queste linee guida, i grandi supermercati hanno deciso di cessare di apporre il marchio d’origine dei propri prodotti alimentari provenienti dagli insediamenti. In Norvegia, due dei principali importatori di verdure, Bama e Coop, hanno sottoscritto un accordo con i propri fornitori in Israele in cui precisano che non riforniranno più frutta e verdura prodotte negli insediamenti.
Il Gruppo delle Cooperative del Regno Unito ha chiuso tutti gli scambi commerciali con i fornitori di prodotti provenienti sia dagli insediamenti israeliani sia dallo stesso Israele: la Co-op ha annullato i propri contratti (del valore di 350.000 sterline), con quattro dei suoi fornitori israeliani (Agrexco, Mehadrin, Arava, e Adafresh).

La Oil Fund della Norvegia ha ritirato il suo fondo d’ investimenti da Africa-Israel e da Danya Cebus adducendo come motivazione il loro coinvolgimento nella “costruzione degli insediamenti”. La Co-op svedese ha bloccato tutti gli acquisti di dispositivi della SodaClub. La Unilever, che produce prodotti casalinghi come lo shampoo Sunsilk e la vaselina, ha venduto la sua quota del 51% nelle fabbriche degli insediamenti di Beigel.
Abbiamo ottenuto una copia del documento appena pubblicato dall’Unione Europea con un elenco delle sedi israeliane al di là della Linea Verde.
Il documento ha lo scopo di sostenere “l’esclusione dei prodotti degli insediamenti da un trattamento preferenziale”.
Si tratta di un elenco molto dettagliato di tutte le città ebraiche in Giudea e Samaria che devono essere isolate, segnalate e boicottate, compreso il codice di avviamento postale e il nome della città, del villaggio o della zona industriale dove la produzione che conferisce lo status di prodotto di origine preferenziale è avvenuta; questo per provarne l’origine, o la provienienza da Israele.

Una nota stabilisce chiaramente: “Gli operatori sono invitati a consultare la lista prima di presentare una dichiarazione in dogana per il rilascio di merci a libera circolazione, a sostegno della quale intendono fornire la prova dell’origine preferenziale rilasciata o compilata in Israele. Se trovano il codice postale che appare sulla prova dell’origine in loro possesso nella lista delle destinazioni non ammissibili, devono rinunciare a chiedere la preferenza”.
Le comunità elencate non sono ammesse per il libero scambio nell’ambito dell’accordo del 1995 che regolamenta il libero scambio tra UE e Israele. C’è anche l’ortografia corretta in ebraico, da Merom Golan a Beit El, Sha’arei Tikva e Elkana, Alfei Menashe e Bracha, Halamish (“anche chiamato Neve Tzuf”) e Kiryat Arba, Psagot e Ofra.

Questa lista nera del boicottaggio non solo vìola il libero commercio internazionale, ma è un ostacolo alla convivenza in Medio Oriente e fomenta la rinascita del razzismo.

Il boicottaggio dell’UE ricorda il primo boicottaggio nazista degli ebrei nel 1933, quando i giovani tedeschi sventolavano manifesti in tedesco e inglese sollecitando il boicottaggio: “ Tedeschi, difendetevi dalla propaganda ebraica sulle atrocità ” Il manifesto della lobby del boicottaggio ora dice: “ Europei, difendetevi dalla propaganda israeliana sulle atrocità ”.
Dove è la differenza?
Si prova la stessa sensazione d’impotenza raccontata dal grande filologo Viktor Klemperer (1881-1960), un testimone del boicottaggio nazista, autore di >Testimoniare fino all’ultimo< (Ed.Mondadori) : “Il boicottaggio inizia domani . Cartelli gialli, uomini di guardia, pressione a pagare ai dipendenti cristiani due mesi di stipendio, e licenziare quelli ebrei ... Nessuna risposta alla lettera commovente degli ebrei al Presidente del Reich e al governo. Nessuno osa reagire”.

Sostituiamo i cartelli con le etichette, i cristiani con gli europei e gli ebrei con Israele.
Nessuno osa reagire.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90



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Messaggio modificato il: 23-12-2012 alle 20:04 da Cher.

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RE: [OT] Attualità e Cultura

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22 statistiche che dimostrino l'esistenza di qualcosa di gravemente sbagliato con i giovani in America
Da Michael, il 17 Dicembre 2012

uando siamo finalmente ad ammettere che abbiamo un problema molto serio con questa generazione di giovani uomini in America? Li abbiamo fallito in modo così drammatico che è difficile mettere in parole. Abbiamo sollevato tutta una generazione di giovani maschi che non sanno di essere uomini, e molti di loro si sentono completamente perso. A volte sento così perso che "scattare" in modi molto distruttivi. Adam Lanza e James Holmes sono due nomi che vengono in mente. Perché è che gli assassini di massa sono quasi sempre giovani? Perché i giovani si comportano allo stesso modo? Purtroppo, Adam Lanza e James Holmes sono solo la punta dell'iceberg di un problema molto più grande nella nostra società. I nostri giovani donne di gran lunga superare i nostri giovani in quasi tutte le categorie statistiche importanti. I giovani sono molto più probabilità di scarso rendimento a scuola, sono molto più probabilità di avere problemi disciplinari e sono molto più inclini a commettere suicidio. Ai vecchi tempi, i nostri giovani si riunivano per le strade o nei parchi a giocare tra di loro dopo la scuola, ma oggi la maggior parte di loro si accontentano di trascorrere ore e ore a mangiare ai loro dipendenza da videogiochi, film e altre forme di intrattenimento. Quando i nostri giovani crescono, molti di loro sono estremamente contrari ad assumere responsabilità. Vogliono avere un sacco di sesso, ma non sono interessati nel matrimonio. Essi godono le comodità del vivere in casa, ma non vogliono uscire e perseguire obiettivi di carriera in modo che possano fornire tali cose per se stessi. I nostri giovani si suppone siano "i leader di domani", ma molti di loro sono un peso rilevante sulla società. Quando siamo finalmente ad ammettere che qualcosa è andato terribilmente storto?

C'è anche un nome per questa generazione di giovani uomini che non vogliono crescere. Si chiama "Peter Pan generazione". Vogliono godere dei vantaggi di essere cresciuto senza assumere mai le responsabilità. Un membro di questa "generazione Peter Pan" di recente ha scritto un articolo per il Daily Mail in cui ha parlato di ciò che lui ei suoi amici stanno attraversando ...

Non ho ancora avuto modo di crescere, beh, io non ho.

Reckless, irresponsabile e immaturo? Sì. Ma almeno posso trarre conforto nel fatto che non sono solo.

La settimana scorsa, ho letto che c'è anche un nome per le persone come me. Siamo la 'Peter Pan generazione', un nutrito gruppo di 25 a 40 anni che esistono in uno stato di adolescenza prolungata, evitando le trappole di responsabilità - matrimonio, mutui, i bambini - il più a lungo possibile.

'La nostra società è piena di ragazzi perduti e ragazze che appendono fuori al limite dell'età adulta,' dice il professor Frank Furedi, sociologo che ha studiato questo fenomeno, presso l'Università di Kent.

'Un altro termine talvolta usato per descrivere queste persone è "adultescent" - generalmente definito come una persona che si rifiuta di fermarsi e di assumere impegni, e che preferiscono continuare a fare festa fino alla mezza età.'

I giovani in America non sempre si comportano in questo modo. Alcuni decenni fa, gli uomini in America si allontana da casa, si sposò ed ebbe figli molto prima di quanto non facciano ora. Ma i giovani di oggi sembrano voler rimandare i "marcatori dell'età adulta" il più a lungo possibile. Di seguito è riportato da un articolo eccezionale di Sandy Hingston ...

I sociologi citare cinque "marcatori" o "pietre miliari" che hanno tradizionalmente definito il nostro concetto di età adulta: scuola di perfezionamento, allontanandosi dalla casa dei genitori, diventare finanziariamente indipendente, sposarsi e avere un figlio. Nel 1960, il 65 per cento degli uomini si era spuntato fuori tutti e cinque all'età di 30 anni, nel 2000, solo un terzo ha avuto. Gli esperti hanno un sacco di spiegazioni per ciò che è venuto per essere chiamato "adolescenza prolungata" o "età adulta emergenti", o ciò che New York Times David Brooks chiama "Anni Odyssey." Danno la colpa dei genitori in elicottero, l'onere del debito prestito di studio, molto tassi di povertà più elevati tra i giovani (quasi la metà di tutti gli americani età 25-34 vive al di sotto del livello nazionale), e una carenza di vo-tech di formazione e posti di lavoro produttivi. Quasi il 60 per cento dei genitori stanno ora dando i soldi per la loro crescita i bambini-una media di 38.340 $ per ogni bambino negli anni di età compresa tra 18 e 34. Cosa è successo al figlio cura la sua mamma?

Allora perché tutto questo accada?

Beh, ci sono tutta una serie di motivi. Ma certamente i genitori e il nostro sistema di istruzione devono sostenere gran parte della colpa. Ai vecchi tempi, i giovani è stato insegnato ciò che significa "essere un uomo", e la morale è stato insegnato agli uomini giovani, sia da parte dei genitori e nelle scuole. Ma oggi, la maggior parte giovani uomini hanno una comprensione molto poco di ciò che "virilità" è, e la nostra società ha insegnato loro che la morale non ha molta importanza. Al contrario, la televisione e film costantemente ritraggono uomini giovani come ossessionato dal sesso fannulloni che vogliono solo fare festa per tutto il tempo, in modo che è quello che molti dei nostri giovani sono diventati.

Quanto meglio sarebbe la nostra società se noi si era allenato questa generazione di giovani uomini ad amare, onorare, proteggere e prendersi cura degli altri?

Quanto meglio sarebbe la nostra società se avessimo nutrito la virilità dei nostri giovani, invece di insegnare loro a vergognarsi di esso?

Quanto meglio sarebbe la nostra società se avessimo disciplinato i nostri giovani uomini e insegnò loro moralità quando si stavano fuori strada invece di lasciarli fare quello che volevano?

I seguenti sono 22 statistiche che dimostrano che c'è qualcosa di seriamente sbagliato con i giovani di oggi in America ...

# 1 conto maschi circa il 70 per cento di tutti i Ds e Fs nelle scuole pubbliche degli Stati Uniti.

# 2 Circa due terzi di tutti gli studenti in "programmi di educazione speciale", sono ragazzi .

# 3 La ragazza americano medio trascorre cinque ore a settimana giocando ai videogiochi. Il ragazzo americano medio trascorre 13 ore a settimana giocando ai videogiochi.

# 4 La media giovane americano spenderà 10 mila ore videogiochi prima dell'età di 21 anni.

# 5 Uno studio ha scoperto che il 88 per cento di tutti gli americani di età compresa tra 8 e 18 videogiochi di gioco, e che la dipendenza da videogiochi è circa quattro volte più comune tra i ragazzi in quanto è tra le ragazze.

# 6 A questo punto, a 15-year-olds che frequentano le scuole pubbliche degli Stati Uniti non hanno nemmeno classifica nella metà superiore di tutti i paesi industrializzati, quando si tratta di matematica o di alfabetizzazione scientifica.

# 7 Nel 2011, punteggi SAT per i giovani sono stati i peggiori che erano stati in 40 anni .

# 8 Secondo un sondaggio condotto dalla National Geographic Society, solo il 37 per cento di tutti gli americani di età compresa tra 18 e 24 anni possono trovare la nazione irachena su una mappa.

# 9 Secondo il New York Times, circa il 57 per cento di tutti i giovani iscritti alle università degli Stati Uniti sono donne.

# 10 E 'in fase di proiezione che le donne guadagnano il 60 per cento di tutti i gradi di laurea presso università degli Stati Uniti entro il 2016.

# 11 Anche se lo fanno laureato al college, la maggior parte dei nostri giovani ancora non riesce a trovare un lavoro decente. Un sorprendente 53 per cento di tutti gli americani, con un diploma di laurea sotto i 25 anni erano disoccupati o sottoccupati nel corso del 2011.

# 12 dipendenza da pornografia è un problema importante tra i nostri giovani. Un sorprendente 30 per cento di tutto il traffico Internet passa ora a siti web pornografici, e un sondaggio ha rilevato che il 25 per cento di tutti i dipendenti che hanno accesso a Internet negli Stati Uniti anche visitare siti web sesso mentre sono al lavoro.

# 13 Negli Stati Uniti oggi, il 47 per cento di tutti gli studenti delle scuole superiori hanno avuto rapporti sessuali.

# 14 Gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di gravidanza adolescente su tutto il pianeta. Se i nostri giovani si sono comportati diversamente questo non sarebbe successo.

# 15 Negli Stati Uniti oggi, uno su ogni quattro ragazze adolescenti ha almeno una malattia a trasmissione sessuale. Se i nostri giovani non erano idioti ossessionato dal sesso che correvano costantemente alla ricerca di "punteggio" queste malattie non sarebbero diffondendo come questo.

# 16 Al momento, circa il 53 per cento di tutti gli americani nella fascia di età 18-24 anni, vivono a casa con i loro genitori.

# 17 Secondo un sondaggio, il 29 per cento di tutti gli americani nella fascia di età 25-34 anni si vive ancora con i genitori .

# 18 I giovani sono quasi il doppio delle probabilità di vivere con i loro genitori, come le giovani donne della stessa età sono.

# 19 Nel complesso, circa 25 milioni di americani adulti vivono con i loro genitori negli Stati Uniti in questo momento secondo il Time Magazine.

# 20 Oggi, un livello più basso 44,2% degli americani di età compresa tra 25 e 34 sono sposati.

21 ° Nel 1950, il 78 per cento di tutte le famiglie negli Stati Uniti conteneva una coppia sposata. Oggi, quel numero è sceso al 48 per cento .

# 22 I giovani sono circa quattro volte più probabilità di commettere suicidio come le giovani donne sono.

Allora, cosa ne pensi di questa generazione di giovani uomini in America? Non esitate a lasciare un commento qui sotto con i vostri pensieri ...

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E i Europa?
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/spa...68319.html

La Spagna dà la paghetta: mille euro al mese agli studenti svogliati
Troppi ragazzi tra i 18 e i 25 anni senza lavoro né diploma. E due regioni offrono un compenso per completare la scuola secondaria


Gaia Cesare - Lun, 24/12/2012 - 07:28

Li chiamano «ni-ni» perché non studiano e non lavorano. Ma d'ora in poi avranno dal governo delle loro regioni, le più depresse di Spagna, soldi pubblici come incentivo per proseguire gli studi e prendere il diploma di scuola superiore.

Anche se cresciuti, i giovani spagnoli fra i 18 e i 25 anni riceveranno quella che è già stata ribattezzata «la paghetta». A erogarla Estremadura e Andalusia, le regioni dove il tasso di disoccupazione sfiora il 40%. La prima sborserà mille euro per spingere i maggiorenni fino ai 25 anni a tornare fra i banchi, mentre la seconda già dal 2011 mette sul piatto 400 euro al mese. Incentivi che hanno l'obiettivo di colmare un gap, quello della dispersione scolastica, che pesa sul Pil di entrambe le aree: secondo il ministero della Pubblica istruzione sono quasi un milione in Spagna gli studenti in età universitaria che non hanno terminato gli studi della scuola superiore o la formazione professionale, il 26,7% nel 2011, con picchi del 29,6% in Estemadura, dove sono 28mila i ragazzi fra i 18 e i 25 anni senza diploma.
Ecco perché il governo guidato dal Popolare José Antonio Monago ci prova con un vecchio metodo, quello della ricompensa sul campo, proprio come farebbero due genitori di fronte a un figlio svogliato. L'impegno consiste infatti nell'erogare 500 euro a metà corso e la quota restante alla fine delle lezioni - che si terranno in centri per l'istruzione di adulti, secondo i normali programmi scolastici - ma solo se promossi in tutte la materie. L'obiettivo è di «recuperare» almeno la metà dei ragazzi, un piccolo esercito di circa 14mila giovani.

Metodi innovativi per problemi complessi. La Spagna è il Paese con il tasso record di abbandono scolastico nell'Unione europea (la dispersione, fra i 18 e i 24 anni, è pari al 25,5%). Dopo Madrid ci sono Islanda e Italia (nel nostro Paese il tasso di dispersione fra i 18 e i 24 è al 18,2% e solo Sicilia e Sardegna si avvicinano al dato spagnolo). A pesare su questi numeri catastrofici è la stessa bolla edilizia che ha lasciato la Spagna sull'orlo del crac. Molti dei ragazzi senza lavoro né formazione sono infatti giovani che hanno abbandonato i banchi di scuola negli anni della speculazione edilizia per andare a lavorare nei cantieri e che sono infine rimasti senza occupazione e senza speranze per il futuro. «Il tasso di abbandono scolastico in Spagna è tale da richiedere misure choc, vale la pena di sperimentare», spiega Juan Manuel Moreno, esperto del settore Istruzione della Banca Mondiale. Alla fine anche il governo centrale, per bocca del ministro dell'Istruzione José Ignacio Wert, plaude al provvedimento, letto come un «contributo all'inclusione sociale». E Sergio Velazquez, responsabile per il Lavoro, l'Imprenditoria e l'Innovazione in Estremadura, sottolinea la necessità di andare in soccorso di chi sta vivendo sulla propria pelle i postumi dell'ubriacatura edilizia in Spagna: «Abbiamo il dovere morale di non abbandonare giovani che hanno lasciato gli studi per lavorare nel settore edilizio o per altri motivi e ora sono disoccupati e senza formazione».
Ma le polemiche non mancano. In molti sono convinti che «la paghetta» snaturi il valore degli studi, che nulla dovrebbero avere a che fare col denaro. E poi resta il nodo economico: come faranno le regioni in crisi a trovare gli incentivi per battere la crisi?

È il dato italiano sulla dispersione scolastica fra i 18 e i 24 anni. Anche in Italia, ci sono due regioni particolarmente «depresse» dove la percentuale sale: Sicilia e Sardegna

è il tasso di disoccupazione giovanile in Andalusia. Una cifra choc legata alle conseguenze della bolla immobiliare che ha portato la Spagna sull'orlo del crac

È il tasso di dispersione scolastica in Spagna, il più alto in Europa, con picchi del 26,7% in Andalusia e del 29,6% in Estremadura, le regioni che hanno deciso di introdurre la «paghetta»


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Agenda Monti: il testo integrale
24 dicembre 2012

Cari cittadini
Negli ultimi mesi si è molto parlato di “Agenda Monti”. Non sono stato io a introdurre questo riferimento, ma diverse forze politiche e della società civile che hanno così inteso ispirarsi all’azione del governo, come linea di confine fra le politiche da fare – o da non fare – nei prossimi anni.
Il dibattito che ne è nato è stato incoraggiante. Non solo per il consenso piuttosto ampio che è sembrato emergerne, ma soprattutto perché, per la prima volta dopo tanto tempo, i contenuti e il metodo di governo sono tornati al centro di un dibattito politico altrimenti concentrato quasi esclusivamente su schieramenti e scontri tra personalità.
Incoraggiato da questi segnali, ho lavorato in modo più sistematico. Questo documento allegato, intitolato “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune” è il frutto di questo lavoro ed è presentato come primo contributo per una riflessione aperta. Questa agenda vuole dare un’indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo.
Invito tutti coloro che siano interessati a leggere il documento, a condividerlo e a commentarlo con spirito critico, portando il loro contributo di idee e di proposte.
Mi auguro che le idee contenute nell’agenda possano contribuire ad orientare le forze politiche nel dibattito elettorale dei prossimi mesi e a suscitare energie nuove presenti nella società civile. Sia io che tutti noi riceviamo appelli numerosi e molto diversi di gruppi, organizzazioni, associazioni e singoli che semplicemente dicono che la gente è molto arrabbiata con il mondo della politica, che talora la disgusta, ma vorrebbe potersi avvicinare ad una politica diversa.
A quelle forze che manifestassero un’adesione convinta e credibile, sarei pronto a dare il mio apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida. Questo è il modo in cui intendo rapportarmi con la fase politica che si apre adesso. Ho voluto dirlo con trasparenza, e, spero, chiarezza. Questa mia presa di posizione ovviamente non coinvolge nessuno dei ministri che con me hanno collaborato e di cui sono orgoglioso. Essi possono avere idee coincidenti, oppure in parte o in tutto divergenti. Mi è sembrato comunque utile dare all’opinione pubblica il quadro delle riflessioni che nascono dall’esperienza del Governo che ho presieduto.
Mario Monti

http://www.ilpost.it/2012/12/24/agenda-m...-monti-01/




http://www.ilgiornale.it/news/cronache/p...68446.html

Padova, 89mila euro di Imu al centro contro la leucemia
Conto salatissimo per la Torre della Ricerca di Padova, sede dell'istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, struttura d'eccellenza nata grazie alle donazioni


Luca Romano - Lun, 24/12/2012 - 14:09

Il Fisco non guarda in faccia nessuno. E così, la stangata dell'Imu ha finito per colpire anche la Torre della Ricerca di Padova, sede dell'istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza.

Una bolletta salatissima: 89mila euro calcolati in base ai 17mila metri quadri di laboratori pronti ad ospitare 700 medici. Quella che diventerà la più grande cittadella italiana della scienza parte azzoppata dalle tasse. Come riportato dal Corriere della Sera, anche la Città della Speranza dovrà dunque pagare. E non importa se la struttura abbia in cura 5mila bambini leucemici.

"È una somma pazzesca pretesa a persone generose che da anni, magari perché colpiti da un lutto, cercano di supplire privatamente alle carenze delle strutture pubbliche. Che senso ha che lo Stato ci chieda tutti quei soldi, coi quali si potrebbe finanziare un progetto triennale?", si chiede Stefania Fichesato, presidente della Fondazione.

"È' un boccone amaro da digerire perché noi ogni giorno ci impegniamo per raccogliere fondi di ogni genere e ci troviamo a pagare questa salasso", ha aggiunto Fochesato riferendosi ai volontari che all'interno di centri commerciali e ipermercati del Veneto fanno pacchi regalo per ricevere almeno 1 euro o di più a secondo della generosità delle persone. Niente da fare. La fondazione le ha provate tutte pur di non pagare o di dilazionare il salasso, ma alla fine ha dovuto pagare il conto.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
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http://www.ilgiornale.it/news/interni/fu...69765.html

Il mio malaugurio per l'anno nuovo
Da Monti al Papa, da Berlusconi all'euro e alla Cgil: ecco come il 2013 potrebbe scontentare tutti

Vittorio Feltri - Lun, 31/12/2012 - 18:45

Un consiglio a chi si accinge a leggere il seguente articolo: tenga a portata di mano un qualsivoglia oggetto di ferro, perché quello che sto per scrivere non è un augurio, ma un «malaugurio» in vista del nuovo anno.

Anche i non superstiziosi si apprestino a fare gli scongiuri: la prudenza non è mai troppa.

1 Auguro al Vaticano, che ha benedetto Mario Monti leader della coalizione centrista (orientata ad accordarsi col Pd qualora punti a governare dopo le elezioni del 2013) di raccogliere ciò che ha seminato con le proprie scelte politiche: l'introduzione del matrimonio fra gay, ai quali sarà pertanto concesso di adottare bambini come già avviene in altri Paesi; la legalizzazione dell'eutanasia o almeno del suicidio assistito; l'approvazione del divorzio breve (tre anni invece di cinque); il ripristino delle banche del seme ai fini della fecondazione artificiale; la desacralizzazione dell'embrione e, quindi, la possibilità di utilizzarlo a scopi scientifici; l'estensione dell'Imu a tutti gli edifici della Chiesa, inclusi gli oratori, gli ospizi, le scuole, i conventi eccetera. Evoluzione della Chiesa.

2 Auguro a Mario Monti di sfondare in politica e di diventarne protagonista non più quale tecnico super partes o extra partes, bensì quale braccio destro di Pier Ferdinando Casini e braccio sinistro di Pier Luigi Bersani; di essere chiamato dal premier (lo stesso Bersani) a ricoprire il ruolo di ministro dell'Economia o almeno sottosegretario della medesima; di continuare ad aumentare le tasse pur nella consapevolezza che ciò non serve ad accrescere il cespite fiscale lordo; di spacciarsi ancora per salvatore della patria, pur avendola spinta dall'orlo al fondo del burrone, dove il Pil ha perso qualche punto, la disoccupazione ha avuto un picco e i consumi si sono assottigliati. Però, che carriera.

3Auspico che l'euro non muoia fra cinque anni, ma subito: libera nos a malo; che torni la vituperata liretta spalancando le porte all'inflazione (madre di ogni investimento) e alla svalutazione, così da consentire il rilancio della produzione e delle esportazioni; che le banche la smettano di comprare Bot per finanziare il debito pubblico e ricomincino a fare il loro mestiere: prestare denaro a chi intraprende; che Basilea uno, due e tre vadano a ramengo in modo che gli istituti di credito agiscano sul territorio e non decidano di assegnare o no i fidi compulsando il computer anziché guardando in faccia (e in tasca) i clienti. Scendere dalla pianta europea.

4Auguro alla Cgil della signora Susanna Camusso di andare presto in piazza, indicendo uno sciopero generale a oltranza per ottenere la cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, palla al piede delle aziende e retaggio di una mentalità filosovietica, vale a dire stalinista. Promozione umana.

5 Auguro a Oscar Giannino di fermare il declino e, soprattutto, la lettera di licenziamento dalla radio del Sole 24 Ore provocata dalla sua discesa (o salita, per essere à la page) in politica. Reddito garantito.

6 Auguro a Silvio Berlusconi di fare voto di castità. In alternativa: di non sposarsi onde evitare il rischio di un altro divorzio oneroso (36 milioni l'anno alla ex dolce metà); oppure di diventare omosessuale nella speranza di strappare qualche suffragio all'Arcigay e conquistare la simpatia dei progressisti. Ne ha bisogno. Redenzione.

7 Auguro a Marco Pannella di interrompere del tutto lo sciopero (almeno) della sete, scolandosi una magnum di champagne per brindare all'amnistia e al proprio ritorno in Parlamento con una schiera di fedelissimi in grado di disturbare i manovratori. Ogni rosa ha le sue spine.

8 Auguro a Beppe Grillo e al suo movimento frenetico di ottenere un buon risultato elettorale, e di presentare alle Camere un battaglione chiassoso di guastatori capaci di ridicolizzare partiti che si gabellano per soluzioni mentre sono soltanto problemi. Anche finanziari. Gli auguro inoltre di trasformare le aule sorde e grigie in cabaret permanenti ed effettivi e di obbligare la Rai a trasmettere in diretta gli spettacoli più comici. Ricreazione.

9 Auguro al procuratore antimafia Piero Grasso, anche lui «salito» in politica, di capire che finora lo Stato non ha combattuto la mafia, ma è la mafia ad aver combattuto lo Stato, e ci è riuscita benissimo. Successo pieno.

10 Auguro ad Antonio Ingroia, altro magistrato reclutato nella Casta, di essere eletto e di non rientrare nell'ordine giudiziario dove incombe il Guatemala. Che è peggio della Procura.

11 Auguro a Corrado Passera di separarsi da Pier Ferdinando Casini, che costa molto meno di Veronica, e di ricollocarsi in banca: posto fisso, stipendio sicuro, nessuna necessità di raccontare balle per tirare a campare. Sopravvivenza.

12 Auguro agli italiani di resistere: se hanno sopportato Monti sopporteranno anche Bersani. Non per molto, però. Una disgrazia tira l'altra.

13 Infine, auguro a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano dei vescovi, di imparare a leggere gli articoli che critica, e, magari, di apprendere che i titoli dei pezzi non sono fatti dagli autori, ma dalla redazione (di cui io, per esempio, non faccio parte). Nozioni utili per schivare cause, ovviamente civili. Carità cristiana.

Buon anno.


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RE: [OT] Attualità e Cultura


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RE: [OT] Attualità e Cultura

http://www.economiaeliberta.com/2013/01/...so_13.html

QUESTA VOLTA NON E' DIVERSO
Disse Lao-tse più di 2500 anni fa:
“Più si governa, meno si raggiunge il risultato desiderato.. Più restrizioni e proibizioni ci sono al mondo, più povera sarà la gente... Più leggi vengono promulgate, più ladri e banditi ci saranno.
..Quando le imposte sono troppo alte, il popolo ha fame; quando il governo è troppo invadente, il popolo si perde d’animo. Agite a vantaggio del popolo. Abbiate fiducia nel popolo, lasciatelo libero di agire. Governare una nazione grande è come friggere un pesciolino; attizzando troppo il fuoco lo si rovina.”
Il pesciolino si è rovinato innumerevoli volte nella storia dell'umanità: ogni volta è successo in modo lento, graduale (conoscete l'aneddoto della "Boiling Frog"?).

E pare che ci sia una forte incapacità degli uomini di imparare dal passato, dalla storia; fenomeno probabilmente dovuto alla tendenza a ritenere il proprio tempo come il punto di arrivo di un processo di errori e assestamenti. Un punto di arrivo definitivo, stabile.

Tendiamo quindi a percepire il sistema in cui viviamo come immutabile. Un esempio lampante è quello degli stati nazionali: quando non esisterà più una Italia? L'Italia come paese unitario esiste da poco più di 150 anni, con la crisi economica e l'ascesa di movimenti secessionisti le probabilità di un disfacimento sono alte, eppure nell'immaginario della stragrande maggioranza delle persone l'Italia è un'entità immortale.

Nei libri di storia abbiamo letto e studiato che le entità politiche sono nate e morte continuamente, che il cambiamento è costante, eppure il dubbio che il nostro mondo non sia diverso e sia soggetto anch'esso a queste eventualità non ci sovviene.

E' sempre stato così. Bisogna prenderne atto, questa volta non è diverso.

La storia non si ripete mai, ma spesso fa rima con se stessa. Il declino della società occidentale è molto simile a quello avuto da molte altre civiltà nella storia. Le analogie con il passato sono spesso sorprendenti, come quella con il sistema fiscale egizio, o con la svalutazione monetaria che ha accompagnato il declino dell'impero romano. Un'analisi ad ampio orizzonte temporale non può che portare a questa conclusione: questa volta non è diverso.

Questo è un concetto molto interessante ed importante. Le nostre scelte si basano su dati, fatti, previsioni. Avere una buona teoria economica, una conoscenza della storia, una consapevolezza della natura umana, aiuta incredibilmente a migliorare le proprie previsioni, su cui basare le scelte. In ultima analisi, quindi, capire che questa volta non è diverso significa aumentare la propria consapevolezza e migliorare le proprie scelte, cioè migliorare il proprio futuro.

Questo concetto è stato l'oggetto del mio intervento al Christmas Economy di Torino. Ho pensato di rimediare all'inevitabile ed eccessiva sintesi che ha caratterizzato l'esposizione orale, vittima dei necessari limiti tempistici dell'evento, creando un report che supportasse in modo più completo la tesi del "questa volta non è diverso".

E' liberamente scaricabile in pdf:



Nonostante l'inevitabile spirale di declino in cui i governi ci porteranno, l'interazione tra le persone libere, il mercato, i capitalisti, gli uomini di passione e di talento continueranno a migliorare le nostre esistenze fornendo soluzioni ai nostri problemi e risposte alle nostre necessità.

Questo è un tempo meraviglioso da vivere proprio perché un sistema che ha bloccato l'innovazione in molti aspetti della nostra vita sta finendo e le possibilità che si aprono sono incredibili. Leggete il report fino alla fine e forse troverete la vera luce in fondo al tunnel.

Riecho
Editor EconomiaeLiberta.com

p.s.= ringrazio tutte le persone che ho incontrato a Torino e sono felice che con alcune di loro sia nato uno scambio diretto di email. Per chi volesse, sono sempre disponibile al contatto: riechoblog@hotmail.it


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RE: [OT] Attualità e Cultura

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/da...82293.html

D'Annunzio a fumetti tra grandi imprese e avventure d'amore
Nelle tavole la vita ardimentosa di un poeta che guardava al futuro. Disegni di Marco Sciame e prefazione di Giordano Bruno Guerri


Vittorio Macioce - Mar, 05/02/2013 - 08:03


Narrare. Raccontarsi, rivoltando le parole fino allo sputo. Non importa come, dove, con chi, fosse anche uno specchio. La vita come arte, sogno, avventura, rappresentazione, con quell'ossessione estetica di superare l'umano, come una sfida alla miseria che lo circonda, alle sue paure, al suo cranio calvo, a quell'odore di Abruzzo che gli resta addosso e lui sublima, canta, vomitando in faccia al mondo le proprie origini e la sua grandezza.
Come il demiurgo che getta i dadi e si diverte a sfidare il caso, dando un senso al destino. Gabriele D'Annunzio, poeta, vate, comandante, seduttore, aviatore simil futurista, decadente e vitalista, conquistatore di Fiume, prima o poi doveva capitare da queste parti, in questo ventunesimo secolo dove ognuno brucia il suo quarto d'ora di celebrità. No, non in televisione, come un qualsiasi tronista. D'annunzio non vestirebbe mai i panni di un Casanova dozzinale, da supermercato, lui che pure battezzò la Rinascente. Certo, anche lui faceva sfilare le sue pretendenti come fanno quei tipi tatuati. La differenza, però, è nel gesto e nell'orizzonte. Non si sarebbe mai accontentato di quindici minuti di gloria, il suo orologio batteva solo l'eternità. È la differenza incommensurabile tra un Vate e il tronista.

D'Annunzio si disegna come un eroe, come l'ultraumano e il suo ritorno non può che essere in un universo dove quelli come lui hanno ancora diritto di cittadinanza. È la graphic novel la terra del suo ritorno, magari passando per il teatro, il luogo dove ha immaginato tutta la sua vita. Gabriele D'Annunzio, tra amori e battaglie è prima di tutto un testo e uno spettacolo per il teatro. È il volto e la voce di Edoardo Sylos Labini. È la regia di Francesco Sala. È un tour che fino ad aprile attraversa l'Italia, 150 anni dopo la nascita del poeta. Solo che la tentazione del fumetto è troppo forte, narrato con la sceneggiatura di Sylos Labini e Sala, con la matita di Marco Sciame e la prefazione di Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale degli Italiani.

D'Annunzio si racconta, con faccia giusta per un eroe di carta. D'Annunzio dandy, che vive come un dono la sua profonda solitudine e si circonda del superfluo, di cose inutili e belle, come se in quei feticci lasciasse cadere una parte della sua anima. D'Annunzio che sogna in grande e vola su Vienna, bombardandola di volantini e sfidando i cavalieri del cielo. D'Annunzio che grida contro la pace di Parigi e va a prendersi l'Italia abbandonata, sull'altra sponda del Mediterraneo. D'Annunzio e le sue donne, che anche disegnate a matita conservano il fascino e i peccati. Il lamento di Maria, moglie troppo giovane, ricca e nobile e sciagurata, che vede sfiorire il suo amore di tradimento in tradimento, perché come Dylan Dog il Vate non conosce il principio della fedeltà. «Io - dice lui - sono la puttana d'Italia - che si odia per amore». C'è Luisa la giovane pianista, che lo tenta, si concede, si piega e lo ammalia in ginocchio e lo inganna legandolo con le visioni e il vizio della polvere bianca. Luisa che deve contendersi la casa e il letto con la timida cameriera francese Amélie, che si dona bocca a bocca. D'Annunzio che a ogni donna cambia il nome, come fa un padrone, come fa un padre. D'Annunzio che non riesce a dimenticare l'unica che come lui ha fatto della vita un palcoscenico, la meravigliosa Duse, la divina Duse, la disperata Eleonora Duse.

Non è difficile allora immaginare uno così nelle terre del fumetto. È quasi perfetto. È come trovarsi a casa. È disegnare la vita che avrebbe voluto, quella che ogni secondo ha cercato di mettere in scena. Lo potete immaginare come satiro nei giochi di Manara, far impazzire la femmina con un click, ma senza trucchi o marchingegni, solo con la seduzione delle parole. O perché no? Perso in qualche avventura di Dampyr, come eterno maestro della notte. Ma l'incontro più importante è già avvenuto. Lui e Corto Maltese, a Venezia, un una delle più belle citazioni di Pratt. E si capisce che i due si piacciono. Non poteva non essere che così. Corto nasce privo della linea della fortuna lungo la mano sinistra e allora con un coltello ben affilato se la disegna da solo, lasciando per sempre il segno di una profonda cicatrice. È un gesto degno del Vate. È la sua firma. La firma di quest'uomo «basso, calvo, occhi perennemente cerchiati dalla stanchezza, naso lungo, la voce melata, un personaggio della commedia dell'arte, con l'arietta furba e crudele di un Arlecchino». D'Annunzio.


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RE: [OT] Attualità e Cultura

http://www.ilgiornale.it/news/interni/gr...86823.html

Il Grande Orecchio d'Italia che spiava l'Urss (e gli Usa)
È la Cassazione delle intercettazioni. "Captai il battito della cagnetta Laika e la voce di Gagarin, primo astronauta in orbita. Il Kgb tentò di comprarmi"


Stefano Lorenzetto - Dom, 17/02/2013 - 09:22

In fatto di orecchio, Giovanni Battista Judica Cordiglia è considerato la Cassazione da magistrati, investigatori, avvocati e colleghi. Mica facile trovare un altro perito di tribunale così esperto nelle intercettazioni da aver auscultato a 18 anni il battito cardiaco della cagnetta Laika prigioniera nella capsula spaziale sovietica Sputnik 2; da aver registrato a 21 la voce del cosmonauta russo Jurij Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio; da aver tenuto in scacco a 22 la Nasa e la Cia, captando le comunicazioni dell'astronauta John Glenn, il primo statunitense a entrare in orbita attorno alla Terra; da essersi accorto a 63 che il nastro del colloquio fra i magistrati Francesco Misiani e Renato Squillante, origliato nel bar Mandara di Roma e ritenuto dal pubblico ministero Ilda Boccassini la prova regina del processo Sme-Ariosto contro Silvio Berlusconi e Cesare Previti, era stato manipolato.

Oltre che per il suo orecchio, Judica Cordiglia, 73 anni, sposato, due figli, passerà alla storia anche per il suo occhio. Non soltanto per aver creato nel 1959, col fratello Achille, poi divenuto cardiologo, la prima Tv commerciale d'Italia, nata per gioco ma vista regolarmente via cavo da 2.500 torinesi fino al 1960, quanto per essere stato il perito che ha scattato le prime immagini della Sindone a colori, agli ultravioletti e all'infrarosso dai tempi delle ultime riprese in bianco e nero eseguite nel 1931 dal fotografo Giuseppe Enrie. Nel rievocarlo, ora che va per i 74 anni, si commuove fino alle lacrime: «Il privilegio mi fu accordato perché mio padre Giovanni, medico personale del cardinale Ildefonso Schuster, aveva compiuto le ricognizioni sulle spoglie mortali di molti santi, fra cui Ambrogio, patrono di Milano, ed era l'autore della prima perizia medico-legale sull'Uomo della Sindone, al quale dedicò 14 libri. Fu un'indagine privata e segreta autorizzata nel 1969 dall'arcivescovo Michele Pellegrino. Ebbi a mia completa disposizione il sacro lino a Palazzo Reale. Tre giorni e tre notti senza dormire, guardato a vista dai carabinieri. Seduto per terra, mentre nel buio aspettavo che i miei occhi si abituassero a scorgere la figura illuminata solo dai raggi ultravioletti, mi venne spontanea una preghiera: Dio, fa' in modo che queste foto mi riescano bene. A un tratto lanciai un grido al pretino della curia incaricato di assistermi, che stava leggendo il suo breviario alla luce di una piccola torcia: guardi! Il sacerdote spense la pila, si avvicinò e per poco non svenne: era come se la sagoma tridimensionale di Cristo uscisse dal lenzuolo funebre, si sollevasse per venirci incontro. All'improvviso notavamo particolari mai osservati in precedenza. Lì compresi il significato delle parole di mio padre: “Questo è il quinto Vangelo”. Egli aveva rinvenuto nel sudario la perfetta corrispondenza col racconto della Passione. Però concludeva: “Come uomo ne sono convinto, come studioso ho dei grandi dubbi”. Per me invece la Sindone è vera, lo dico da studioso e da uomo». Da studioso è arrivato a una conclusione sul come si sia prodotta l'impronta: «Solo un fenomeno elettrico violentissimo, proveniente dall'interno o dall'esterno del cadavere, può aver creato un'immagine che si presenta come una negativa fotografica». E cita il caso di un bimbo colpito da un fulmine e stramazzato al suolo in posizione prona, sul cui torace è rimasta stampata in negativo l'immagine di alcuni rami di pino che erano per terra.
In veste di perito fonico e fotografico di giudici e avvocati e di consulente dei pubblici ministeri, Judica Cordiglia, che è nato a Erba ma abita da una vita a Torino, ha avuto un ruolo di primo piano nei sequestri Melis e Sgarella, nel caso del giudice Luigi Lombardini morto suicida e nei processi a Marcello Dell'Utri e Vanna Marchi.
Come iniziò a occuparsi di intercettazioni?
«Per gioco, leggendo Sistema A, una rivista che insegnava a riutilizzare il materiale radioelettrico venduto dai robivecchi. Con mio fratello costruii un trasmettitore e mi collegai con un radioamatore di Rio de Janeiro. Avevo 9 anni. Il 4 ottobre 1957, al lancio dello Sputnik 1, primo satellite artificiale della storia, riuscimmo a intercettarne il segnale. L'agenzia Tass aveva fornito la frequenza, perché i sovietici ci tenevano a far sapere al mondo del loro primato. Un mese dopo captammo il battito cardiaco della cagnetta Laika in volo sullo Sputnik. Nel giro di due anni l'Urss era già in grado di fotografare dallo spazio la testa di un chiodo piantato sulla Terra. Da lì in avanti non abbiamo più smesso, intrufolandoci in tutti i programmi spaziali russi e americani: Vostok, Voskhod, Sojuz, Mercury, Explorer, Gemini. Nell'aprile 1961 intercettammo le parole che Gagarin pronunciò dalla navicella Vostok 1: “Sto completando il volo... sono in assenza di peso... vista meravigliosa... La Terra è azzurra”. E demmo al mondo la notizia del lancio 15 minuti prima che venisse annunciato dalla Tass».
Non tutte le missioni sovietiche nel cosmo sono state così meravigliose.
«Abbiamo calcolato che l'Urss possa aver sacrificato 14 astronauti in voli sperimentali tenuti segreti. Su 6 vittime vi è la certezza. L'intercettazione più drammatica fu quella del 16 maggio 1961. Una missione con tre voci, due uomini e una donna. Una settimana dopo dagli astronauti maschi nessun segno di vita. Le ultime parole trasmesse sulla Terra dalla loro compagna di volo furono agghiaccianti: “Pronto... pronto... ascoltate... pronto... parlate... parlate... ho caldo... ho caldo... come?... 45? 50... sì, sì, sì... ossigeno... ossigeno... vedo una fiamma... vedo una fiamma... precipiterò?”. Non potevamo captare la risposta dalla base. Ma la disperata conclusione dell'astronauta sì: “Questo il mondo non lo saprà mai”. Infine il silenzio totale».
E che altro invece il mondo ha saputo grazie a voi?
«Il 4 febbraio dello stesso anno fu reso noto che dal cosmodromo di Baikonur era stato lanciato lo Sputnik 7. Destinazione Venere. I sovietici non dissero che c'erano degli uomini a bordo. Il 2 febbraio, intorno alle 21, noi avevamo intercettato un segnale molto forte, proveniente da un satellite in orbita che transitava sopra Torino. Si trattava di un respiro affannoso. Telefonammo al professor Achille Mario Dogliotti, il pioniere della cardiochirurgia, che si precipitò con la sua équipe. Allora la stazione d'ascolto era montata nella nostra camera da letto. Alle 22.14 ripassa il satellite. Rivedo ancora la scena di Dogliotti che, a cavalcioni d'una sedia, ascolta col mento appoggiato allo schienale e le palpebre socchiuse: “Il battito cardiaco è preagonico. Sento un'extrasistole. Il respiro è dispnoico. Quest'uomo ha fame d'aria, gli manca l'ossigeno. Sta morendo”. L'indomani il luminare ricavò dalla registrazione un fonocardiogramma che confermò in pieno la diagnosi».
Ma lei e suo fratello Achille come facevate a decifrare il russo?
«Oltre ad averlo studiato in famiglia, ci avvalevamo degli interpreti di madrelingua mandati da Emilio Delon, figlio del fondatore della Berlitz school. Il nostro lavoro fece innervosire parecchio il Cremlino, al punto tale che Radio Mosca il 4 aprile 1965 trasmise per tutto il giorno stralci di un articolo apparso su Stella Rossa in cui il generale Nikolai Kamanin, capo del programma spaziale sovietico, definiva me e mio fratello “banditi dello spazio” e “schiavi del bieco imperialismo Usa”. Venne a cercarci Anatoli Krassikov, corrispondente della Tass da Roma, in realtà un uomo del Kgb, poi divenuto capo del servizio stampa del Cremlino. Gli aprì la porta mia madre. Si offrì subdolamente di finanziarci. Ovviamente non accettammo. Dieci minuti dopo ci contattarono gli agenti del Sifar».
Ero rimasto fermo a quelli della Cia.
«Faccenda complicata. Era il 1962. Volevamo captare la voce di Glenn, in orbita attorno alla Terra con la navicella Mercury, perciò chiedemmo in anticipo alla Nasa di conoscere la frequenza su cui avrebbe trasmesso. Ci fu negata per il timore d'interferenze. Allora ci procurammo la foto di una Mercury in mare, con l'antenna distesa. Essendo la lunghezza di ogni antenna pari a un quarto della lunghezza d'onda, potevamo calcolarci la frequenza da soli. Ma quanto era lunga l'antenna? Qui ci venne in soccorso nostro padre, che da buon medico legale ricavò l'indice bizigomatico di un sommozzatore ritratto nella foto. Riportando tale misura sull'antenna, ne determinammo la lunghezza e risalimmo alla frequenza. Il 20 febbraio registrammo la voce di Glenn che parlava di “ottime condizioni atmosferiche”. A quel punto ci convocò la Nasa».
Vi convocò dove?
«A Washington, nel quartier generale al numero 400 di Maryland avenue, dove ci presentammo col nostro registratore Geloso e facemmo ascoltare tutti i nastri a William Hausman, capo degli Affari internazionali. Arrivato all'intercettazione di Glenn, sbiancò: “Not possible!”. Per farla breve, ci organizzò un viaggio al centro di volo spaziale Marshall di Huntsville, in Alabama, dove lavorava il Cranio».
Cioè?
«Wernher von Braun, il padre della missione Apollo. E poi nella base texana di Cape Canaveral, a Houston, dove stavano costruendo il razzo Saturn che avrebbe consentito agli astronauti di arrivare sulla Luna. Era un hangar talmente enorme che all'interno si creavano zone climatiche diverse, per cui in alcuni punti addirittura pioveva».
Ha battuto americani e russi con attrezzature di recupero?
«Esatto. Così come la prima televisione commerciale nacque nella cantina di casa nostra da un residuato bellico, una scatola della Rca contenente sette tubi da ripresa, che acquistai per 400 lire da un rigattiere di via Cigna. Allestimmo uno studio con telecamere e mixer video. Tre ore di programmazione ogni sera, a partire dalle 19. Conservo ancora l'autorizzazione a trasmettere rilasciataci dal ministero delle Poste e Telecomunicazioni. I negozianti di via Po avrebbero voluto comprare gli spot. L'esaltante esperienza venne fatta cessare d'imperio dai nostri genitori dopo che avevamo perso l'anno scolastico per dedicarci a quest'avventura».
Com'è riuscito a scoprire che l'intercettazione eseguita nel bar Mandara era stata manipolata?
«Ascoltandola micron per micron. Vede, per essere attendibile, un'intercettazione ambientale deve iniziarsi e concludersi senza interruzioni. E quella annunciata come decisiva nel processo a carico di Berlusconi e Previti presentava invece una sospensione, che avrebbe potuto essere di pochi secondi o di ore. L'interruzione fu confermata da un esperto che operava per Cia, Fbi e Dipartimento del Tesoro americano. Scoprii anche che la registrazione consegnatami dal pm Boccassini non era di seconda generazione, bensì di terza».
Che significa?
«Che non era stata ottenuta dall'originale, mai rintracciato, ma da una copia. Tralascio, per carità di patria, ogni commento sul Cd-rom contenente l'intercettazione che il maresciallo Daniele Spello, collaboratore del pubblico ministero, avrebbe spezzato serrando le ginocchia per non farlo piombare sul pavimento. Noi periti non riuscimmo a rompere un compact disc neppure usando le mani. E, nonostante vari tentativi, nessuno fu così pronto di riflessi da bloccarlo fra le proprie gambe mentre veniva lasciato cadere al suolo».
Perché le intercettazioni penalmente irrilevanti non si distruggono subito?
«Per il dubbio che lo diventino in futuro. Da questo punto di vista ritengo che la Procura di Palermo sia stata diligente nell'aspettare prima di distruggere quelle in cui per caso fu registrato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al telefono col senatore Nicola Mancino».
In fase di trascrizione sono possibili errori e alterazioni?
«Certo. Mi capitò d'esaminare un'intercettazione fra due soggetti trascritta così: “Senti, vieni da me?”. L'altro rispondeva: “(Interferenza). Vengo”. Ma quell'interferenza, anatomizzata in profondità, nascondeva un “non”. La trascrizione corretta fu: “Non vengo”».
Chi passa ai giornali i verbali delle intercettazioni, secondo lei?
«Dicevano i latini: “Cui prodest?”. A chi giova che finiscano sui giornali?».
(636. Continua)
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
17-02-2013 14:20
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