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[OT] Attualità e Cultura
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RE: [OT] Attualità e Cultura

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Le idee di don Benedetto spaventavano Togliatti Così il Pci oscurò Croce
di Gennaro Sangiuliano


Una vera e propria congiura del silenzio, è quella che colpì Benedetto Croce, padre nobile della cultura liberale e insieme a Giovanni Gentile il più grande filosofo italiano del Novecento. Un oscuramento che iniziò nell’immediato dopoguerra e che si protrasse fino oltre la sua morte, dal 1952, anno della scomparsa, fino agli anni Ottanta.

A decretarla, il Partito comunista italiano e l’apparato egemonico di cui Botteghe Oscure disponeva nella cultura italiana. L’atto di scomunica fu l’intervento che Palmiro Togliatti pronunciò all’Assemblea costituente il 27 marzo del 1947, quando in perfetto stile stalinista avvertì: «Vorrei dire, dell’onorevole Benedetto Croce, che è passato in quest’aula come un’ombra, l’ombra di un passato molto lontano!». Un anatema che non tardò a trasformarsi in atti concreti, i comunisti temevano le idee di Croce molto più del pensiero cattolico, il suo metodo liberale fu giudicato pericoloso, soprattutto quel richiamo alla libertà dell’individuo che rifugge da principi assoluti.

Croce e il metodo liberale (Libro Aperto ed., pagg. 158, euro 15) è il saggio di Ernesto Paolozzi, riconosciuto studioso del pensiero crociano, che scandaglia proprio quel valore della libertà affermato dal filosofo abruzzese. Un testo che spiega bene perché il liberalismo metodologico crociano faceva paura alla sinistra comunista.
Palmiro Togliatti appena tornato in Italia, dopo un lungo esilio, palesò subito due fobie: una per Amadeo Bordiga, l’ingegnere napoletano che era stato segretario del Pci e che temeva potesse insidiargli la leadership (gli fu rivolta l’accusa, assolutamente falsa, di collaborazionismo col fascismo), l’altro era Croce, con quelle «fastidiose» idee di libertà e sull’autocoscienza dei singoli.

Eppure, Benedetto Croce era stato un coraggioso interprete dell’antifascismo, colui che nel maggio del 1925, quando Mussolini si consolidava trionfalmente al potere, aveva promosso e pubblicato sul Mondo il «Manifesto degli intellettuali antifascisti». Un’iniziativa che contrastò con l’atteggiamento di quei tanti intellettuali che scrissero lettere deferenti al Duce e poi sarebbero diventati comunisti. Per Palmiro Togliatti diventa «don Benedetto», dove quel «don» suona come dispregiativo, la sostanza è ancora peggiore perché per il capo comunista il filosofo è colpevole di essersi «schierato con i tiranni che difendono un mondo che tra crisi spaventose va in rovina, contro uomini e popoli che operano per costruire un mondo nuovo».

L’attacco a Croce è contenuto addirittura nel primo numero della rivista Rinascita. È il primo di una lunga sequela e di fronte al loro ripetersi, a freddo e senza possibilità di repliche, il 31 dicembre 1945, Benedetto Croce, con il suo stile da galantuomo, ritenne di dover scrivere direttamente al segretario comunista: «Le dirò che provo un curioso effetto tra di meraviglia e di filosofico sorriso, nell’udirmi talvolta designare dai suoi come “reazionario” o anche “filofascista”. La modestia, il pudore, mi vieta di rammentare che io sono stato il più radicale, e con ciò sempre liberalissimo, rivoluzionario nella vita mentale e culturale d’Italia...».

Croce è tornato negli scaffali delle librerie solo negli anni Novanta, con le eleganti edizioni di Adelphi. La sua critica al marxismo, come rivela Paolozzi, era stata la più insidiosa, perché afferma con chiarezza che «i tragici eventi della vita» non sono riducibili in «una unica soluzione positiva», e sferra un pugno a una visione ideologica che afferma «un principio assoluto».

Ed è curioso notare come l’antipatia comunista per Croce avesse radici molto lontane, fosse datata addirittura a prima dell’ascesa del fascismo, ai tempi della rivista torinese Ordine Nuovo, quando pur esprimendo apprezzamento per l’idealismo, il duo Gramsci-Togliatti preferiva Gentile a «don Benedetto».

Croce è «fastidioso» perché la sua filosofia nel tratto più politico individua una questione centrale per il futuro dell’Italia: non basta essere democratici, occorre che la democrazia sia anche liberale. Non solo, individua nel miscuglio fra cattolicesimo radicale e comunismo un pericolo per la libertà. «Il liberalismo - ricorda infatti Paolozzi - è considerato, come è noto, la dottrina che pone al centro della sua concezione della vita l’idea che l’individuo sia il fulcro della storia stessa, il termine ultimo verso il quale è necessario commisurare ogni altra attività umana. Da qui l’esaltazione della creatività dell’individuo, la difesa delle sue prerogative essenziali... la critica ad ogni forma di statalismo, di potere superindividuale che potrebbe conculcare la libertà individuale».


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RE: [OT] Attualità e Cultura

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Di Gian Micalessim


«Sono stato ferito anch'io, ho passato la notte all'ospedale, ma adesso sto meglio. Ieri è stato terribile. L'esercito sparava su chiunque. I soldati prima hanno puntato i loro blindati contro il corteo poi hanno aperto il fuoco con i mitra. Lì in mezzo c'erano più di diecimila persone ed erano tutti disarmati. Credetemi l'ho visto con i miei occhi nessuno aveva un'arma, nessuno sparava, era una dimostrazione pacifica». Il procuratore Naguib Gobrail, presidente dell'Unione egiziana per i diritti umani e della Corte del Cairo del Nord è ancora sconvolto. Ha visto i morti attorno a s´. Ha trascorso la notte all'ospedale assieme alle centinaia di feriti caduti sotto i colpi della polizia. «L'esercito - spiega in questa intervista telefonica a il Giornale - ha sparato perch´ sa di non potersi più nascondere. Da mesi gli chiediamo conto della sua indifferenza. Da mesi gli chiediamo perch´ assista senza muovere un dito agli assalti dei salafiti contro i quartieri e le case cristiane. Stavolta i cristiani copti non erano più disposti ad aspettare. Sono scesi in piazza, hanno marciato verso il centro del Cairo perch´ pretendono una risposta, esigono di sapere la verità».
Quale verità?
«Vogliono sapere perch´ nessuno ha fermato gli estremisti musulmani responsabili del rogo della chiesa di Mari Girgis nella provincia di Assuan. Vogliono sapere perch´ il governatore di quella provincia è ancora al suo posto. Quel governatore ha proibito ai cristiani di ampliare la chiesa e quando i copti hanno protestato ha permesso ai salafiti di bruciarla».
Ma che ragione c'era di aprire il fuoco contro il corteo se era pacifico?
«La giunta militare non poteva più rifiutarsi di rispondere alle richieste dei copti. Così hanno creato un incidente per metterli sotto accusa e delegittimarli. È stata chiaramente una provocazione. I militari avevano già organizzato tutto. Vogliono metter sotto accusa i copti, dimostrare che sono pericolosi quanto i fondamentalisti musulmani».
Ma perch´ i militari dovrebbero avercela con i cristiani?
«È chiaro stanno dalla parte dei più forti, i musulmani, e lasciano mano libera ai salafiti per non aver problemi. I copti rischiano di essere vittime di una vera e propria pulizia etnica».
Cosa significa?
«Significa che li stanno costringendo ad andarsene. Significa che i cristiani hanno paura perch´ non si sentono più a casa loro e incominciano a fuggire all'estero».
È iniziata una vera persecuzione?
«I cristiani in molte zone vivono già nella paura. Le ragazze copte sono costrette a mettersi il velo per poter andare a scuola, gli uomini vengono minacciati e invitati ad andarsene».
C'è il rischio di un vero e proprio esodo?
«L'esodo mi creda è già incominciato. Secondo i calcoli della nostra organizzazione da marzo ad oggi oltre 100mila cristiani hanno fatto le valige ed hanno lasciato l'Egitto. In questo clima di terrore rischiamo che diventino 250mila entro la fine dell'anno. L'obbiettivo dei salafiti è proprio farli fuggire. E i militari con la strage di ieri stanno contribuendo a garantire quel risultato».


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Messaggio modificato il: 11-10-2011 alle 11:59 da Cher.

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RE: [OT] Attualità e Cultura

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"Liberate Bella ciao" Sfotteva i giudici e lo hanno internato
di Luca Fazzo

«Liberate Bella Ciao». Sulla petizione fioccano le firme di passanti, avvocati, uomini delle forze dell’ordine: tutta gente che da sempre bazzica corso di Porta Vittoria, e alla presenza di quell’omino che suonava la vecchia canzone partigiana, su uno sgabello davanti al Palazzo di giustizia, aveva fatto l’abitudine. In ciabatte sotto il solleone di luglio, o infagottato nel gelo dell’inverno, «Bella Ciao» (come i passanti lo avevano ribattezzato) era sempre lì, con la sua fisarmonica suonata in modo approssimativo, e in repertorio una sola canzone. Adesso lo hanno portato via, in quello che in gergo si chiama Tso, trattamento sanitario obbligatorio: ovvero, non essendoci più manicomi a disposizione, lo hanno rinchiuso al reparto psichiatrico del Fatebenefratelli. «A firmare il Tso - raccontano al banchetto dove si raccolgono le firme - è stata Lucia Castellano, l’assessore al Demanio, a nome del sindaco Pisapia».


Qualcuno, probabilmente, sarà contento: perché gli accordi di fisarmonica, ripetuti a oltranza da mattina a pomeriggio, davano ai nervi di più di un magistrato con le finestre affacciate sul corso. E forse più ancora degli accordi davano fastidio le esternazioni gridate a squarciagola dall’omino, contro l’uno o l’altro dei suoi bersagli: giornalisti, magistrati, politici, i protagonisti di un grande complotto politico, giudiziario e sessuale, da Scalfaro, alla Boccassini, a Violante. E poi giornalisti, generali dei carabinieri, pentiti di mafia, protagonisti di una Italia dei misteri, di antichi delitti passionali e di stragi di mafia dove tutto si incrociava e tutto si teneva, all’insegna di una rilettura del tutto personale della cronaca e della storia.


L’omino con la fiosarmonica non è uno stupido nè un ignorante. La sua parabola somiglia a quella di altri personaggi simili passati in questi anni dal palazzaccio, che da una causa giusta o sbagliata si incaponiscono, sconfitta dopo sconfitta, fino ad odiare tutto e tutti. Già in passato lo avevano spedito in un reparto psichiatrico, e ne è uscito devastato dai farmaci: «Scusate ma sono totalmente incapace di intendere e di volere, 100 per cento disabile mentale, condannato a vita... Cosa volete che vi dica...», scriveva in uno dei messaggi di posta elettronica che, come lettere in una bottiglia, lanciava ogni tanto nel mare di Internet.

Davanti al tribunale, non era chiaro se «Bella ciao» conducesse una sua personale protesta, lavorasse come artista di strada o se chiedesse l’elemosina. Probabilmente, tutte e tre le cose insieme. «Qualche giorno fa sono arrivati i vigili e l’hanno portato via», raccontano i suoi sostenitori. Erano, probabilmente, gli stessi vigili che qualche tempo fa gli avevano sequestrato la fisarmonica perché smettesse di turbare gli inquilini degli uffici prospicienti. Poi l’omino in qualche modo si era fatto ridare lo strumento, o se ne era procurato un altro. Ed era tornato lì, a strimpellare e a commentare ad alta voce i mondiali di rugby (altra sua passione) in Nuova Zelanda: «Bisogna avvisare Mallett che lì l’acqua gira al contrario!».
Adesso il Comune ha deciso che l’innocua protesta di «Bella ciao» è roba da manicomio.

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RE: [OT] Attualità e Cultura

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Leader mai morti e bambini mai nati
di Marcello Veneziani


Da trecentotrentatrè giorni filati si celebrano ininterrottamente i funerali politici di Berlusconi. Ogni santo giorno c’è una dichiarazione di morte, un de profundis e un necrologio con annessa damnatio memoriae , c’è la cronaca delle esequie e il catalogo dei resti,c’è la contesa sull’eredità tra vedove allegre e orfani ingrati. E non manca l'ultima del Morto, la sua battuta in extremis, solitamente dedicata a gnocche e giudici o le ultime parole rapite con le intercettazioni. E il Morto non delude mai i beccamorti, offre preziose reliquie su cui imbastire i loro allestimenti mortuari. Il funerale si protrae ormai da lungo tempo e si celebra dal vivo, con l’attiva partecipazione del Defunto.

Anche ieri dominava il lutto anticipato. Se l’obitorio politico è così movimentato, in compenso la sala parto di ostetricia politica è desolatamente vuota. Un mortorio. Sulla scia della Fallaci ci sarebbe da scrivere una lettera al bambino mai nato che dovrà governare l’Italia.La salvezza d'Italia è nelle manine di un bambino mai nato. Quel Bambinello ancora non si vede, anche se a volte gli attribuiscono il faccino di Renzi, di Vendola o di Casini. Tanti sono i pastori accorsi come in un presepe, ma nella grotta non c’è la creatura. I re Magi arrivano uno in Ferrari,un altro a bordo delle scarpe e una dai viali dell’Astronomia. Non si contano i buoi e gli asinelli per condizionare il clima e il nascituro. Ma in sala parto non si vede ancora nessuno. Così tra Morti mai defunti e Bambini mai nati ci giochiamo il futuro del Paese.


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14-10-2011 11:29
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RE: [OT] Attualità e Cultura

http://www.informazionecorretta.it/main....p;id=41848

Didichiamo oggi, 16/10/2011, lo spazio in prima pagina ad una 'breve' uscita a pag.23 di LIBERO, con il titolo "Tournée in Italia dei Fratelli Musulmani", una notizia che non abbiamo trovato su nessun altro giornale. Poche riche, in sostanza il riassunto di una interrogazione parlamentare a prima firma Souad Sbai. A volte, però, anche poche righe possono rivelare aspetti oltre modo interessanti. L'Italia è sempre stato un paese dalle porte aperte verso l'estremismo islamico. Chi aveva sperato in un cambiamento farà bene a riflettere sulla tournée italiana di Rachid Ghannouchi, leader degli estremisti islamici tunisini del partito dei Fratelli Musulmani.

nell'immagine Rashid Ghannouchi
Ecco l'articolo:

Votano anche i tunisini all’estero. E la campagna elettorale, in Italia, la fanno i Fratelli Musulmani. Se ne sono accorti una trentina di deputati Pdl, che si rivolgono al ministro Maroni per chiedere spiegazioni sulla tournée a Reggio Emilia di Rachid Ghannouchi, esponente di spicco dei Fratelli Musulmani. «Tornato in Tunisia dopo la rivoluzione, stante l’esilio ventennale cui era stato condannato per estremismo», ricostruisce Souad Sbai, prima firmataria dell’interrogazione, «è considerato, per le sue idee un estremista». A renderlo ancor più degno d’attenzione, è la sua candidatura a «primo ministro in Tunisia per il partito Ennadha, di stampo religioso a sfondo estremista». I deputati chiedono al governo se «intenda monitorare l’ingresso nel Paese di soggetti potenzialmente pericolosi per la stabilità delle rispettive comunità e, in particolare, i canali che hanno portato Ghannouchi in Italia». Se, per la prima parte, la risposta spetta all’esecutivo, Libero è in grado di rispondere alla seconda domanda. Ghannouchi era venuto a sponsorizzare l’elezione diOsama AlSaghir, 28enne tunisino, giornalista di Al Jazeera e, soprattutto, candidato in Italia per la lista Ennahda


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16-10-2011 16:24
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RE: [OT] Attualità e Cultura

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La filosofia unico salvagente in un mare di volgarità
di Francesco Alberoni

I.Kant


In tutte le epoche c’è sempre stata lotta politica e religiosa e la gente si è odiata, invidiata, derisa, insultata, accusata dei più turpi misfatti. Allo stesso modo si è dedicata al divertimento, allo svago, allo scherzo, al turpiloquio e alla volgarità. Però accanto a questi modi di essere c’è sempre stato anche un mondo della cultura che guardava verso l’alto,che metteva in evidenza e valorizzava gli aspetti più nobili dell’uomo. È questo che ha sempre fatto la filosofia.

Potete percorrere tutte le opere di Platone, di Aristotele, di Spinoza o di Kant e non vi troverete mai insulti e volgarità, ma il costante tentativo di trovare un fondamento della morale, della speranza, della dignità dell’uomo. Quando avete letto l’ Etica di Aristotele il vostro animo è purificato e sollevato.

Lo stesso avviene se leggete La critica della ragion pratica di Kant o i grandi sociologi Max Weber e Pareto. La filosofia è stata una continua opera volta alla costruzione critica, razionale di una società più giusta, di una umanità migliore. Un processo che si è interrotto con il nazismo e lo stalinismo in cui tutto è diventato politica, odio e ideologia, ma che è ripreso nel dopoguerra fino a pochi anni fa con grandi pensatori, Sartre, Lévi-Strauss, Foucault, Barthes, Morin, e fra cui voglio ricordare l’opera memorabile di una donna, Il secondo sesso , di Simone de Beauvoir. Poi la filosofia è scomparsa un’altra volta.

Ma non per opera di qualche Stalin o Hitler, ma perché è stata semplicemente messa da parte come qualcosa di faticoso e inutile perché non riguarda il presente immediato, la soddisfazione immediata. L’impresa moderna vuol fare profitti immediati, l’editoria fa libri che sono una estensione della cronaca. D’altra parte la gente si domanda: «Perché devo impegnarmi su qualcosa che mi costringe a pensare quando posso leggere cose facili, andare alla movida, guardare gli spettacoli, le fiction e i dibattiti politici in Tv, giocare a Burraco o chattare su Facebook?».

È così che nasce la società scomposta litigiosa, chiassosa, superficiale e ciarliera che oggi Bauman chiama liquida, che c’è sempre stata anche nel passato,solo che allora aveva accanto un pilastro solido, una riflessione filosofica, sociologica e psicologica che si occupava della costruzione dell’uomo, della sua dignità, del suo miglioramento e guardava lontano. Nel caos in cui tutti annaspano oggi, continuate a credere che non ce ne sia bisogno?


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Crisi, così Europa e Stati Uniti buttano via i soldi "Privilegi, sussidi e sprechi piegano l'Occidente"
di Vittorio Macioce


Dambisa Moyo non è una provocatrice. Non lo è neppure quando dice che la carità uccide, quando racconta che gli aiuti dell’Occidente stanno devastando l’Africa. Non è un’economista che va alla ricerca del successo sparando tesi che ti squartano lo stomaco. Questa donna è semplicemente vera. Dice quello che pensa. E può permetterselo. È nata a Lusaka, in Zambia. È finita a Harwar e poi a Oxford. Ha fatto una breve esperienza alla Banca Mondiale e per più di quindici anni ha lavorato come analista a Goldman Sachs. Quando parla della sua vita dice che ha avuto molta fortuna. «Ho avuto genitori che credevano nella cultura. Ho studiato in Zambia con le prime scuole pubbliche. Qualche volta ho avuto coraggio. So che mi è andata bene. Ma al di là di tutto questo mi sono data molto molto da fare».
Il primo saggio era un colpo all’ipocrisia, una spallata alla brava coscienza dei vari Live Aid e alle buone intenzioni di Bono e dei governi occidentali: Dead Aid. La carità che uccide, appunto. Il secondo parte da una semplice domanda: come hanno fatto l’Europa e l’America a sperperare tutti i soldi che avevano? Il titolo è: La follia dell’Occidente (Rizzoli).

È vero che Dambisa Moyo si è convertita allo statalismo?
«Chi lo dice?».

Alcuni giornali italiani.
«Mi sono sempre tenuta alla larga da quelle trappole chiamate etichette. Io mi limito a osservare l’efficacia dell’azione dei governi. La loro strategia e gli obiettivi che riescono a raggiungere. I cinesi, con un magistrale colpo di mano, sono riusciti a produrre le merci di cui l’Occidente ha bisogno fornendo, al tempo stesso, sotto forma di prestiti, il denaro necessario per acquistarle. In questo modo hanno posto al collo dell’Occidente un gioco di debiti e dipendenze al quale sarà molto difficile sottrarsi».

Tutto questo con un piccolo particolare. Il governo cinese usa come schiavi i dissidenti e paga una miseria gli operai. Il vantaggio concorrenziale delle sue aziende nasce dalla mancanza di libertà.
«È vero adesso. Ma è un vantaggio che non può durare a lungo. In Cina si sta sviluppando una classe media, che presto chiederà più libertà. È quello che è successo in Occidente dopo la rivoluzione industriale. È chiaro che i diritti individuali sono fondamentali, ma bisogna riconoscere che la politica economica della Cina e di altri paesi asiatici è più lungimirante di quella occidentale. L’America è incline che strade, ponti, scuole, ospedali, aeroporti, dighe, rete idrica e tutta l’intera infrastruttura della nazione si vada rapidamente deteriorando. La Cina sta facendo il percorso contrario. La Cina ha i soldi. L’Occidente no».

Dove sono andati a finire i soldi dell’Occidente? Chi se li è mangiati?
«Sono andati a finanziare i privilegi, l’ozio e gli sprechi di quella che in America chiamano big generation. Sono quelli che adesso si stanno avviando o già hanno raggiunto la pensione. L’Occidente, in pratica, ha dilapidato le proprie risorse senza preoccuparsi di generare nuova ricchezza. È dalla fine degli anni’60 che l’Occidente ha pensato a godersi il presente senza investire in gran parte dei settori dove serviva innovazione. È stato meno creativo rispetto agli anni ’50. Cina, Brasile, Russia, India non stanno facendo altro che copiare il modello capitalistico di quegli anni d’oro».

E la colpa dei governi quale sarebbe?
«Di essersi occupati di tutto tranne di quello per cui servono. I governi dovrebbero assicurare i beni pubblici essenziali, regolare le trattative sul mercato e incentivare innovazioni e talenti. Lo hanno fatto male, sprecando molto».

Lei parla di beffa delle pensioni.
«Non c’è nulla di male nel mettere da parte i soldi per la vecchiaia. Il guaio è che i governi occidentali sono riusciti abilmente a vendere ai loro cittadini qualcosa che non saranno in grado di finanziare. L’altro inganno è che oggi non sappiamo il corpo di quello che i governi devono dare ai pensionati. Non c’è una cifra reale. Per l’Italia si vocifera di duemila miliardi di euro, per la Spagna mille miliardi. Se queste cifre fossero ufficiali le economie di molti Paesi europei crollerebbero immediatamente. Come vede non sono affatto ottimista».

Diranno che è la fine del capitalismo.
«Il problema dell’Occidente non è il capitalismo. Il problema sono i governi».

Cosa dovrebbero fare?
«Non mettere altri ostacoli. Le risorse che restano servono a finanziare istruzione e innovazione. Non a difendere posizioni di privilegio o a cancellare gli errori di chi per ingordigia ha fallito. Non spetta ai governi preoccuparsi delle banche. I soldi sono pochi e vanno gestiti al meglio: pensando al futuro».


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Messaggio modificato il: 21-10-2011 alle 10:49 da Cher.

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Sul nucleare iraniano, i piani di attacco di Usa e Gran Bretagna svelati dal Guardian, su un ipotetico attacco israeliano sono usciti diversi articoli sui quotidiani italiani di questa mattina. Gli articoli sono in disaccordo fra loro per quanto riguarda il ruolo di Israele in un possibile attacco ai siti nucleari iraniani, sulle tempistiche, sul numero di ministri israeliani favorevoli e contrari all'attacco. Ciò che è sicuro è che il governo israeliano non ha ancora preso una decisione al riguardo. Particolarmente ostile Michele Giorgio sul Manifesto,  poco accurati un articolo a pag. 3 del Foglio e Claudio Gallo a pag. 17 della Stampa. Che non riportiamo.

Nella tabella a fianco Il testo recita: civiltà, nazioni e imperi che hanno tentato di distruggere il popolo ebraico.
Israele, la più piccola fra le nazioni, ma con un Amico nelle alte sfere.
Perciò...fai il bravo!




Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 03/11/2011, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Bombardare le centrali iraniane", un commento accurato che chiarisce i termini della questione:


Le buone maniere per l’Iran si sono dimostrate finora soltanto un invito a completare il suo progetto nucleare. Ahmadinejad ha già annunciato che le sanzioni sono come un fazzoletto usato da buttare. Gli esperti concordano sui tempi brevissimi prima dell’ora X, dopo la quale il mondo dovrà convivere con l’atomica iraniana. Teheran sta marciando spedito oltre la nostra povera immaginazione verso la costruzione del suo ordigno fatale (lo dirà, pare, anche un rapporto dell’Aiea). L’uranio impoverito è un bisogno esistenziale per questo regime iraniano legato a un disegno egemonico nella regione. Inoltre, per i seguaci della Rivoluzione khomeinista la devastazione atomica è un viatico per il ritorno del Messia sciita. Israele non può permettersi che il popolo ebraico viva ancora sotto la minaccia di un nuovo Olocausto in fieri. Per questo da giorni il governo israeliano, per bocca dello stesso primo ministro Netanyahu, dei suoi consiglieri, del ministro degli Esteri Lieberman e di quello della Difesa Barak, è in crescente agitazione e sarebbe pronto, si dice, all’uso della forza per fermare gli ayatollah. Secondo Haaretz, Netanyahu sta convincendo i propri ministri ad appoggiare l’attacco. Non è chiaro se Gerusalemme agirà senza la luce verde di Washington. Ma sarebbe certamente suo diritto vitale alzare in volo i caccia e arrestare questa diabolica impresa tecnologico-politica. Il regime islamico ha inventato vari nascondigli del suo programma per vent’anni. Lo strike è quindi una impresa rischiosa e anche all’interno d’Israele ci sono voci che mettono in dubbio l’efficacia di un bombardamento dal cielo. L’atomica iraniana però non sarebbe fatale solo per Gerusalemme. Scatenerebbe la corsa al nucleare in tutto il medio oriente: l’Iraq tremerà di paura per il rischio continuo di invasione, mentre l’Arabia Saudita, l’Egitto e la Turchia vorranno anche loro metterci le mani. Anche l’Europa sarebbe sotto tiro. Hezbollah potrebbe usare i missili senza paura della risposta israeliana, e anche Hamas mirerà su Tel Aviv, adagiata su un tappeto persiano fatto di neutrini. L’atomica iraniana sarebbe la fine d’Israele anche senza colpo ferire: la sua economia fatta di investimenti internazionali si deprimerebbe, l’emigrazione si arresterebbe, i migliori cervelli riprenderebbero la via dell’esilio, la deterrenza verrebbe meno. L’Iran ha motivazioni da vendere per incenerire Israele. Tra poco rischia di ottenere i mezzi per farlo. Spetta all’America far sì che lo stato ebraico non si senta isolato e decida di agire da solo in nome del celebre “Never again”. L’occidente non può restare a guardare mentre colui che progetta ogni giorno la distruzione del popolo ebraico e nega la Shoah arricchisce al venti per cento l’uranio.


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RE: [OT] Attualità e Cultura

Caro Cher,
stendo a ritrovare interesse in un dialogo che potrebbe essere, da un momento all'altro, soggetto d'un catenaccio che intenderebbe la non attinenza al tema o non compreso. Ciò è avvenuto con due dei dialoghi da me impostati dei quali riporto di "La Caduta degli Dei" un argomento che allora non appariva nè interessante, nè attuale e fuori tema.
RE:

La Caduta degli Dei
Scrivevo nel Messaggio n°6

Come tutti avete appreso, anche la Francia è a rischio.
Se da un lato ciò non può far assolutamente piacere, da un altro, mi auguro che ciò serva a calmare certe forme di insofferenza che in questi ultimi tempi sembra che alcuni paesi europei, ritenuti "più forti", abbiano avuto, ed abbiano ancora, verso i più deboli come l'Italia.
Siamo tutti sulla stessa barca, compresa la Germania che si è risentita dell'acquisto dei bonus italiani e spagnoli da parte dell'Amministrazione della Comunità Europea.
Ma non è che "da questo pulpito" debbano essere impartite lezioni di politica ed economia, pertanto, mi limito a sottolineare anche questa insofferenza all'interno della Comunità Europea che stenda, priva di un legame di seria e concreta unità federale, a promuovere un piano di "rilancio" economico e morale dell'intera comunità.

Michele Greco

Oggi leggiamo su Repubblica:
GERMANIA
Merkel, sconfitta alle elezioni regionali
E' il settembre nero della cancelliera
La Cdu subisce un tracollo in Meclemburgo, perdendo quasi cinque punti percentuali. Male anche gli alleati liberali. E' il sesto risultato negativo in un anno, in linea con il calo di popolarità in tutti i sondaggi. Trionfo invece per i socialdemocratici
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO -  Inizia un settembre nero per Angela Merkel. In difficoltà con i partner europei sulle misure per salvare l'euro, in pesante calo di popolarità in patria, la cancelliera ha incassato oggi una nuova sconfitta elettorale, la sesta quest'anno. Alle elezioni nello Stato del Meclemburgo, il più povero dei 16 della Repubblica federale, la sua Cdu (cristianoconservatori, la Dc tedesca) ha subìto un tracollo, perdendo quasi cinque punti e crollando al 24,3 per cento. Vola invece la Spd (socialdemocrazia), che dal 30 per cento delle ultime consultazioni, tenutesi nel 2006, sale al 36-37 per cento a seconda delle indicazioni dei vari exit polls, diffusi subito dopo la chiusura dei seggi alle 18. Il governatore socialdemocratico uscente Erwin Sellering, che finora era al potere con i democristiani come alleato minore, può ora scegliere con chi formare una nuova coalizione. Una Cdu indebolita, oppure i Verdi che conquistando l'8,5 per cento entrano trionfalmente per la prima volta nel Parlamento locale della capitale dello Stato Schwerin, la Linke (sinistra radicale) che è attorno al 18 per cento, terza forza politica. In calo invece i neonazisti della Npd, scesi dal 7 al 5,5 per cento nonostante la loro aggressiva campagna contro l'Europa e gli stranieri. E, in un'altra notizia di pessimo auspicio per la Merkel, i liberali (Fdp) suoi alleati a livello nazionale precipitano dal 9,6 per cento del 2006 al 3 per cento, quindi sotto il quorum del 5. Tra due settimane, con le elezioni a Berlino città-Stato che vedono il popolare borgomastro spd e gay dichiarato Klaus Wowereit favorito, la cancelliera rischia la settima disfatta elettorale dell'anno.
(04 settembre 2011)

Michele Greco



05-09-2011 09:51        


mi.greco
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Ancora Oggi da Repubblica

GRAN BRETAGNA
Londra, estrema destra in piazza
Scontri con polizia: oltre 60 arresti
Il gruppo xenofobo English Defense League sfida il divieto di manifestare, i gruppi antifascisti e di difesa delle minoranze li contrastano. Cariche degli angenti in assetto da guerriglia
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA  -  Un mese dopo i disordini che hanno messo a ferro e fuoco la capitale, torna la tensione e la violenza nei suoi quartieri. Una manifestazione dell'English Defense League, un gruppo di estrema destra, si è svolta lo stesso a Whitechapel, nella parte orientale di Londra, nonostante fosse stata vietata dalla polizia. Tremila agenti in assetto da guerriglia hanno pattugliato le strade, ma non hanno potuto evitare scontri e incidenti, conclusi con l'arresto di sessanta persone. Le forze dell'ordine hanno provveduto a tenere separati i dimostranti di estrema destra da un gruppo ancora più numeroso chiamato Unite Against Fascism, composto da britannici di origine asiatica, di religione musulmana e di altre etnie e confessioni, deciso a difendere l'identità multietnica e multiconfessionale della zona.


L'English Defense League (Edl), che si batte contro l'immigrazione e per la difesa "della razza bianca anglosassone", è il gruppo che era stato espressamente lodato da Anders Breivik, l'estremista norvegese autore della strage in luglio in cui uccise 77 persone facendo prima esplodere una bomba a Oslo e poi con una folle sparatoria a un campeggio sull'isola di Utoya. Breivik aveva inneggiato alla campagna della Edl contro la "islamizzazione della Gran Bretagna" e sosteneva di avere 600 membri dell'organizzazione tra i suoi "amici" su Facebook.

Scotland Yard aveva proibito la manifestazione anche per un'altra ragione, nel timore che potesse riaccendere tensioni etniche dopo la rivolta urbana e i saccheggi indiscriminati del mese scorso in vari quartieri di Londra, scoppiati dopo la controversa uccisione di un nero da parte della polizia. E' stata la prima manifestazione vietata dalle autorità a Londra in trent'anni, dai disordini razziali di Brixton del 1981. Ma il divieto non è bastato. Un migliaio di attivisti della Edl si sono lo stesso radunati in prossimità della moschea di Whitechapel, per ascoltare un comizio del loro leader, Stephen Lennon, che è stato tuttavia arrestato quasi subito dagli agenti perché non aveva rispettato l'obbligo di presentarsi in commissariato a causa di una condanna per hooliganismo durante una partita di calcio. "Mi metteranno in prigione, ma non metteranno a tacere il nostro diritto democratico di opporci all'Islam militante", ha detto prima che lo portassero via.

Varie migliaia di persone si erano comunque preparate a opporsi alla manifestazione della English Defense League. Al grido di "They shall not pass" (versione inglese di "No pasaran"), che evoca la resistenza di un quartiere di Londra alle marce della camice nere fasciste britanniche di sir Oward Mosley nell'East End di Londra 75 anni or sono, i dimostranti intendevano respingere i militanti di estrema destra, possibilmente senza il ricorso alla forza: "Siamo qui per far vedere che siamo più numerosi, che la gente di questo quartiere vuole vivere in pace, insieme, e che apprezza la diversità religiosa ed etnica che ci arricchisce tutti", ha detto il reverendo Alan Green, uno dei portavoce di questo fronte anti-fascista. "Sono britannico quanto vuoi", urlava un uomo di origine asiatica ai membri della Edl. La massiccia presenza e il pronto intervento della polizia ha limitato gli scontri al minimo.

Michele Greco


05-09-2011 10:52        


magnesium
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Messaggio: #69RE: La Caduta degli Dei
Per favore cerchiamo di rimanere in tema nucleare!
grazie

:-)


05-09-2011 17:19      


mi.greco
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Messaggio: #70RE: La Caduta degli Dei
Questa rubrica, chiamata "La Caduta degli Dei", vuole richiamare l'attenzione su aspetti del nostro paese, su altri della comunità europea, e su molte disfunzioni fuori di dette strutture amministrative e politiche.
La situazione del nucleare oggi riflette queste disfunzioni che si manifestano, ormai da un po' di tempo a questa parte, con gli evidenti disagi governativi che l'hanno definita, vittima di situazioni opportunistiche, d'un mercato e d'una identità politica in chiara decadenza.
Ciò che si è determinato in Italia nel mondo dell'Energia, non è la cattiva gestione amministrativa e politica del nostro paese, ma la conseguenza d'una politica internazionale che cerca di trovare, nel disfare e nel "fare", quell'equilibrio necessario perchè tornino i conti e per dare ragione ed "approfittare" ancora di quelle risorse che il vecchio mercato potrebbe ancora offrire.(Una Centrale Nucleare in Italia avrebbe dato molto, ma molto fastidio a più d'un paese della comunità europea).
Il riportare certe situazioni, e vedi quella tedesca, e vedi quella inglese e francese, è un modo tangibile di quanto qui si asserisce in forma implicita. Volendo considerare, tra l'altro, che questi paesi europei(tali solo geograficamente) oggi mostrano insofferenza con i comportamenti del nostro paese, arrogandosi diritti mai conferiti loro e dissociando le proprie responsabilità comunitarie europee dalle singole interpretazioni e volontà del tutto interessate e di parte; vedasi la situazione libica.
Forse avete dimenticato l'atteggiamento di discredito avuto da buona parte, e della stampa, e dei politici di questi paesi, non solo nei nostri rapporti internazionali, quanto ,ed ancor più grave, in quelli di casa nostra, troppo spesso asservita ad imperativi esteri?
Quindi, "La caduta degli dei", si rifà di quei contenuti culturali, economici, amministrativi e politici che sono alla base logica del decadimento di tanti progetti, compreso quello nella nostra Energia.
Non si può sempre spiegare e giustificare quanto si scrive...non la finiremmo più.
Personalmente mi baso sulla capacità di ognuno di ricucire tra loro certi eventi e di ritrovarne quelle logiche comuni alla tematica in discussione.
Credo che ciò possa valere per una buona parte di tutti gli interventi nei vari Argomenti dell'intero Meeting, che appaiono fuori tema e non attinenti al Nucleare.

Grazie

Michele Greco


04-11-2011 13:43
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Cher
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Messaggio: #30
RE:  [OT] Attualità e Cultura

mi.greco ha Scritto:

Caro Cher,
stendo a ritrovare interesse in un dialogo che potrebbe essere, da un momento all'altro,  soggetto d'un catenaccio che intenderebbe la non attinenza al tema o non compreso. Ciò è avvenuto con due dei dialoghi da me impostati dei quali riporto di "La Caduta degli Dei" un argomento che allora non appariva nè interessante, nè attuale e fuori tema.
RE:



....ben trovato........

Il mio "interesse" è ormai finito nel così detto "dialogo", permane solo una curiosa attenzione nell'evolversi degli eventi in quanto tali.
Il declino del forum è analogo al declino delle idee, il "catenaccio" è identico alle prese di posizioni di chi, pur non capendo una "mazza" di quello che stà succedendo,impone una blanda e ridicola soluzione, cioè quello di imporre il proprio potere.


Una  fredda nebbia illividisce il cielo,
le notti incominciano prima.
Tutti conoscono il declino,
ma pochi ne discernono la linea di confine.



Cher03@hotmail.it
04-11-2011 15:37
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