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Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Appunti elementari della Storia del Nucleare

L'energia nucleare nasce ufficialmente nel 1934 con gli esperimenti portati avanti da un gruppo di scienziati italiani sotto la guida del fisico Enrico Fermi. Il gruppo è anche conosciuto con il nome di "ragazzi di via Panisperna" dove risiedeva la sede dell'istituto. Gli studi furono portati avanti nel 1938 dal chimico tedesco Otto Hahn che per la prima volta riuscì a dimostrare il principio della fissione nucleare mediante il quale si basa ancora oggi il funzionamento di una centrale nucleare. L'impatto di un neutrone con un nucleo di uranio 235 dà luogo a più frammenti. Gli studi di Hahn confermarono in tal modo l'ipotesi della fissione già avanzata nel 1934 dalla chimica Ida Noddack. L'impatto del neutrone con l'atomo di uranio dava luogo alla divisione del nucleo e al rilascio di una quantità considerevole di energia. Nel corso della seconda guerra mondiale la ricerca sul nucleare ottenne ampi investimenti da entrambe le parti in conflitto al fine di creare una super bomba in grado di segnare la superiorità tecnologica di almeno uno dei paesi in conflitto. La task-force americana (cd Progetto Manahttan) riuscì per prima a conquistare la prima applicazione nucleare con la costruzione della bomba atomica. Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica fu lanciata sulla città giapponese di Hiroshima causando la morte di migliaia di civili ma anche la fine della seconda guerra mondiale. Da quel giorno il mondo non ha conosciuto più altri conflitti bellici mondiali anche grazie alla contrapposizione degli armamenti nucleari a disposizione dei due blocchi (cd guerra fredda). Negli anni '50 gli studi militari sull'energia nucleare furono portati avanti anche sul piano civile per la realizzazione dei primi reattori nucleari e delle prime centrali atomiche (o centrali elettro-nucleari). Nel 1954 il presidente degli Stati Uniti, Eisenhower, approvò ufficialmente il progetto "Atom for Peace" al fine di agevolare l'introduzione dell'energia nucleare in applicazioni civili e per la produzione di energia elettrica. La prima centrale elettrica con reattore nucleare fu realizzato nel 1955 nello Stato dell'Idaho (U.S.A.). Il reattore civile si chiamava Borax III.

Storia del nucleare nel dopoguerra
Nel 1942 il gruppo di scienziati coinvolti nel progetto Manhattan, tra i quali Enrico Fermi, lavorò per la realizzazione in laboratorio della prima "reazione a catena" controllata. Il progetto aveva scopi militari, era nato durante la seconda guerra mondiale e finanziato dal governo alleato degli Stati Uniti per dare vita alla prima bomba atomica. Nello stesso tempo anche la Germania aveva attivato ricerche simili. Il progetto Manhattan si concluse prima. Le prime bombe atomiche della storia furono sganciate nel 1945 sulle due città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Un evento che segnò la fine della guerra e una morte orrenda per la popolazione inerme delle due città giapponesi. Ancora oggi le conclusioni e le opinioni sono controverse.
Nel 1954 il presidente degli Usa, Eisenhower, inaugurò il progetto "Atom for Peace" allo scopo di favorire l'applicazione civile dell'energia nucleare. In soli 12 mesi venne realizzata la prima centrale nucleare della storia, il reattore civile Borax III in grado di fornire energia elettrica a una piccola città dello Stato dell'Idaho (Usa).
Ecco il funzionamento tipico di una centrale nucleare

Una breve e semplice spiegazione sul funzionamento. La reazione a catena nucleare avviene all'interno del guscio di cemento e di acciaio, sempre in uno stato cosiddetto "critico" in cui ogni neutrone colpisce un solo nucleo di uranio. Il processo deve essere costantemente controllato poiché se venisse superata la soglia "critica" (ovvero se un neutrone colpisse più nuclei di uranio) la reazione a catena genererebbe un surriscaldamento esponenziale e la conseguente fusione del nucleo nel reattore con emissioni di radiazioni nocive, cosi accadde alla centrale di Chernobyl.
Per controllare la reazione nucleare l'uranio viene immerso in una piscina d'acqua pesante in grado di rallentare l'attività dei neutroni e quindi di controllare la reazione nucleare. Nella piscina vengono poi poste barre di cadmio o di boro per assorbire parte dei neutroni che si liberano dalla fissione nucleare. La reazione a catena nel processo di fissione genera calore e riscalda i flussi di acqua presenti in uno scambiatore di calore generando vapore. La forza vapore muove le turbine meccaniche per produrre energia elettrica.
Le prime centrali nucleari degli anni '50 basavano il proprio sistema di raffreddamento sull'utilizzo del gas. Negli anni '60 venne preferito l'uso dell'acqua. Il ruolo dell'acqua è sempre stato fondamentale nelle centrali nucleari. Il processo di fissione richiede costantemente un flusso refrigerante per controllare il calore emesso e consente la trasformazione del calore in vapore acqueo (forza vapore). L'acqua è prelevata e scaricata in continuazione dai fiumi antistanti alle centrali nucleari. Ha fatto notizia nella torrida estate del 2003 l'emergenza scattata in molte centrali nucleari francesi a causa dell'abbassamento delle acque nei fiumi. Il fenomeno naturale stava mettendo a rischio il processo di refrigerazione e controllo della temperatura dei moderni reattori francesi.


Le seguenti versioni andrebbero elaborate ed ampliate con eventuali eventi e curiosità del tempo, immagini, commenti e con le posizioni politiche che furono assunte.

Potrebbe essere il primo capitolo al quale antecedono:Una o più presentazioni
Una chiara spiegazione scientifica di cos'è l'Energia Nucleare.

Chi se la sente di elaborare i testi storici?

Michele Greco

30-08-2011 16:09
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Mentre aspetto la fattiva collaborazione di qualcuno di voi, vado avanti proponendovi un interessante passaggio introduttivo dell'ing. Luigi De Paoli che potrebbe essere un importante contributo alla stesura del libro.

Il mito di Ulisse è stato utilizzato, da Omero a Dante, per rappresentare la condizione umana soggetta a una irresistibile attrazione verso nuove avventure e scoperte, anche a costo di grandi sofferenze (nell’Odissea) o della stessa morte (nel viaggio oltre le colonne d’Ercole dantesco). L’uomo-Ulisse, nel suo peregrinare in cerca di “virtute e conoscenza”, non è stato attratto solo da territori e paesi sconosciuti, ma anche dall’infinitamente grande e dall’infinitamente piccolo, sempre indagati con la speranza di arrivare al confine estremo.
L’energia nucleare ha a che fare con l’esplorazione dell’infinitamente piccolo. Per lungo tempo l’atomo, così chiamato perché in greco significa “indivisibile”, è stato considerato il confine estremo del piccolo. Ma questa certezza ha cominciato a vacillare e si è dissolta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Allora si formò la rappresentazione degli atomi come strutture simili al sistema solare: al centro sta il nucleo-sole e intorno a lui girano gli elettroni-pianeti in uno spazio che è in gran parte vuoto. Nei decenni successivi si scoprì che il nucleo era composto di due tipi di particelle diverse, i protoni e i neutroni, e che alcuni nuclei non erano così inerti come altri, ma che potevano emettere radiazioni molto penetranti. Alla fine degli anni Trenta, si scoprì che il nucleo si poteva rompere e che la sua fissione rilasciava una enorme quantità di energia. Subito ci si rese conto che la scoperta era rivoluzionaria e mentre gli scienziati interessati alla conoscenza continuavano il loro viaggio di esplorazione all’interno del nucleo, gli scienziati interessati alla “virtute” cercavano di controllare e sfruttare la fissione nucleare e nel giro di pochi anni ci riuscirono. Era nata una nuova fonte di energia, anche se non si poteva ancora dire che fosse del tutto addomesticata ed anzi solo nei decenni successivi si è meglio capito la portata e le condizioni per sfruttare, limitandone i rischi, l’energia nucleare.
Oggi sappiamo che i vantaggi e i limiti dell’uso dell’energia nucleare sono racchiusi in quattro caratteristiche che questa fonte possiede: è un’energia tecnologica, usata solo per la produzione di energia elettrica, ad alti costi fissi e bassi costi variabili, con impatto sistemico.
Dire che l’energia nucleare è una  energia tecnologica significa ricordare che, a differenza delle fonti fossili (petrolio, gas, carbone), l’elemento fondamentale per poter disporre di energia nucleare è la tecnologia e non la materia prima. Questo non vuol dire che per produrre energia elettrica da fissione non ci voglia anche la materia prima (l’uranio o un altro materiale) o che per produrre energia elettrica con centrali termoelettriche a carbone o a gas non ci voglia anche la tecnologia. Ma nella produzione nucleare molto più che negli altri casi la tecnologia, cioè il sapere perché e come fare, è il cuore del problema. La tecnologia è necessaria non solo per progettare e costruire i reattori, ma anche per realizzare il combustibile in grado di farli funzionare. Il combustibile nucleare, infatti,  è un prodotto industriale molto più che una materia prima. Infine il richiamo alla tecnologia serve per ricordare che l’energia nucleare non è intrinsecamente buona o cattiva, ma è l’uso che l’uomo ne vuole fare che la rende buona o cattiva.
L’energia nucleare da fissione è poi una fonte energetica che oggi serve solo alla produzione di energia elettrica di base, cioè continuativa. Ricordare che l’energia nucleare serve solo per produrre elettricità di base è indispensabile per due motivi. In primo luogo significa che l’energia nucleare compete con le altre soluzioni per produrre elettricità di base con potenza garantita, vale a dire con le centrali a carbone e con quelle a gas a ciclo combinato, mentre non vi è praticamente concorrenza tra l’energia nucleare e le fonti rinnovabili. In secondo luogo significa che il problema dell’approvvigionamento energetico non può ridursi solo alla questione nucleare. Ad esempio, per un paese come l’Italia, in cui i consumi elettrici rappresentano il 35% dei consumi di energia primaria e la produzione di elettricità di base rappresenta i ¾ della produzione elettrica, anche una scelta “tutto nucleare” alla francese coprirebbe solo poco più di ¼ dei consumi energetici totali. Ciò non significa affatto sminuire l’importanza del contributo dell’energia nucleare. Infatti il vettore elettrico è quello che meglio corrisponde alle esigenze delle società avanzate e quindi la sua importanza va crescendo nel bilancio energetico di tutti i paesi.
La terza caratteristica dell’energia nucleare è di essere capital intensive. Per produrre elettricità nucleare bisogna investire molto nella realizzazione dell’impianto che rappresenta circa due terzi del costo totale. Il pro di questa situazione è che la produzione di elettricità con impianti nucleari rappresenta una delle principali possibilità per un paese povero di materie prime di trasformare l’approvvigionamento energetico da un problema di importazione a occasione di sviluppo industriale. Inoltre, una volta realizzato l’impianto che può funzionare 60 anni e più,  il costo di produzione è poco variabile e prevedibile mentre usando gas o carbone si è sottoposti all’alea del prezzo dei combustibili (il peso dell’uranio incide solo per il 5% mentre nelle centrali termoelettriche il carbone o il gas pesano per circa il 50% e l’80% rispettivamente). Il contro sta nel fatto che si deve anticipare una parte importante dei costi e che, se i costi finali non sono in linea con le previsioni, si rischiano gravi perdite.
L’ultima e più importante caratteristica dell’energia nucleare è quella di essere un’energia sistemica o pervasiva. La sua messa in opera richiede infatti la costruzione di un sistema di attori capaci di svolgere il proprio compito e di interagire armoniosamente per ottenere il risultato voluto, proprio come accade in una orchestra con molti strumenti che devono eseguire una partitura complessa. Tra gli attori vi è anzitutto il mondo della ricerca –pubblica nelle fasi iniziali, privata man mano che ci si avvicina all’applicazione industriale- che deve mettere a punto e sperimentare le soluzioni da impiegare. Vi è poi un direttore d’orchestra (l’architetto-ingegnere) in grado di progettare, coordinare e controllare l’azione dei soggetti coinvolti nella realizzazione dell’impianto. Tra questi vi è l’industria che deve produrre i diversi componenti garantendo, per motivi di sicurezza, la loro qualità e quindi dotandosi di un sistema di certificazione della qualità inusuale in altri settori. Gli impianti nucleari sono poi una grande opera civile che vede impegnati sul cantiere contemporaneamente migliaia di persone e decine di imprese.  Una volta costruiti, gli impianti vanno ben gestiti per ottenere affidabilità e sicurezza: solo gestori che abbiano dimensioni adeguate e che si attrezzino per svolgere questo compito sono in grado di garantire con continuità queste prestazioni. A fine vita gli impianti vanno smantellati e il materiale radioattivo messo in depositi che diano opportune garanzie: ci vogliono quindi soggetti con competenze adatte. Da ultimo, ma primo per importanza, c’è bisogno di un’autorità di sicurezza forte che dia le autorizzazioni e controlli lo svolgimento delle diverse attività, poiché tutto è dominato dalla preoccupazione di garantire la sicurezza della popolazione e dei lavoratori.  
Quanto detto per i reattori nucleari può essere ripetuto, con alcuni adattamenti, per gli impianti del ciclo del combustibile. A questo proposito va ricordato che fin dall’inizio il mondo nucleare si è posto il problema del combustibile irraggiato scaricato dai reattori individuando due alternative. La soluzione detta “a ciclo chiuso” consiste nel costruire impianti di ritrattamento per estrarre il materiale ancora utilizzabile da rimettere in reattore separandolo dalle scorie radioattive. La soluzione “a ciclo aperto” consiste nel mettere al sicuro il combustibile scaricato lasciando decadere la radioattività in attesa di condizionarlo e metterlo in depositi sicuri. La scelta tra il “ciclo chiuso” e il “ciclo aperto” può difficilmente essere lasciata alla sola industria sulla base di considerazioni economiche in quanto ha importanti conseguenze in termini di sicurezza e di rischi di proliferazione (il plutonio estratto durante il ritrattamento potrebbe essere utilizzato per costruire bombe atomiche).
Per questa scelta, ma non solo, è direttamente implicato il mondo della politica senza la cui partecipazione con un atteggiamento positivo e costruttivo (per esempio per la localizzazione degli impianti, ma anche per il reperimento del sito e la gestione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi) l’adozione della scelta nucleare diventa impossibile.
Da ultimo l’energia nucleare tende ad essere sistemica perché può comportare costi o benefici che coinvolgono l’intera collettività. Tra i benefici si possono ricordare gli eventuali minori costi dell’energia elettrica, la sicurezza di approvvigionamento, le ricadute occupazionali e la riduzione delle emissioni di gas serra. Tra i costi, il principale è legato al rilascio di radioattività in condizioni accidentali o normali.
Per queste ragioni la scelta nucleare non può essere solo e tanto una decisione privata, ma è una scelta che coinvolge la società e che suscita inevitabilmente dibattiti e prese di posizioni contrastanti.
(Luigi De Paoli)

Michele Greco

04-09-2011 20:51
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tesla82
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RE:  Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

le leggi della meccanica quantistica legate al mondo macroscopico

Oggi come oggi noi possiamo catalogare e descrive tutto lo spazio-tempo intorno a noi con le leggi della meccanica classica,la domanda che mi pongo è questa e se invece il tempo non esistesse e lo spazio è solo una illusione?cosa centra con il nucleare? quello che sto tentando di spiegare è che il mondo che ci circonda non è profondamente legato alle leggi che noi conosciamo se dobbiamo descrivere in grandi linee le leggi newtoniane possiamo assolutamente affermare che esse non approfondiscono al 100% tutti gli aspetti della vita reale,anche la meccanica quantistica cosi come la conosciamo è legato a tutti quei aspetti del mondo microscopico che non possiamo vedere a occhio nudo e sopratutto non possiamo verificare senza strumentazione adeguata.Ma c'è qualcosa che ci sta sfuggendo ed è sotto gli occhi di tutti!il nucleare è la prova che il mondo che ci circonda segue le regole della meccanica quantistica,non solo dimostra anche che il tempo non esiste ed è solo una illusione,per le leggi della relatività einsteniana se il tempo-spazio sono due dimensioni indivisibili non puo esistere una e l'altra no,qundi anche lo spazio è una illusione.Descritto cosi puo creare confusione ed sconcertazione ma per rendere chiara l'idea bisogna inserire il concetto di "cella temporale" e di " wordline",queste due nuove dimensioni stanno a descrivere che lo spazio-tempo che circonda intorno a noi puo essere raffigurato come una successione di immagini inserite in un sacchetto ogni immagine rappresenta un istante della nostra vita,il numero di queste immagini tocca infinito ed esse vengono disposta lungo una linea chiamata "wordline",ma ritorniamo al nucleare,posso sicuramente affermare che alle conoscenze che abbiamo raggiunto esiste in questo stesso istante la consapevolezza che il nucleare è oggi la soluzione del mondo,e la sua distruzione al tempo stesso.

Come è possibile che in uno stesso istante energia nucleare puo decretare la soluzione ad ogni problema e l'eleminazione  del pianeta stesso?la soluzione al problema ci viene data dalla meccanica quantistica in contesto "chiuso" dove noi non possiamo conoscere al livello globale tutte le variabili che incidono sulla incolumità della razza umana,in uno qualsiasi momento ci sono le stesse probabilita che possiamo fornire energia illimitata a tutti gli abitanti del pianeta e la stessa probabilità di cancellare dalla faccia del pianeta ogni essere vivente,abbiamo a che fare con i nuclei dei isotopi di uranio che a sua volta essi sono regolati dalle leggi quantiche,la ripercussione sul mondo macroscopico è immediata  nel momento che il mondo dipendera escusivamente dal'energia nucleare fissione-fusione,e con eliminazione di ogni combustibile fossile.

Qello che sto affermando è che non dobbiamo aver paura ma sicuramente oggi come oggi ci sono persone che hanno pareri opposti proprio perchè ne vedono le due situazioni positive e negative nello stesso momento,dobbiamo prima o poi andare incontro al paradosso che ho proposto in queste parole,la richiesta di energia sarà troppo elevata in futuro dal dover dipendere solo dai combustibili fossili.

Nel settore dell'energia nucleare,ogni ricercatore sa che si puo avere in mano la soluzione globale(fusione) e nello stesso tempo la distruzione globale del pianeta terra ( bombe H,fissione ecc)il fatto di non doverla osservare di persona fa si che noi non conosceremo mai ne l'aspetto positivo e ne l'aspetto negativo,le cosidette "celle temporali" e le "wordline" messe in questo "sacchetto immenso" si possano creare combinazioni infinite di immagini e situazioni che fino ad oggi ancora non conosciamo una teoria ho formula esatta che ci spieghi il "tutto".



Ps: x greco queste sono solo mie riflessioni alla prossima per un racconto piu documentaristico.


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli

Messaggio modificato il: 04-09-2011 alle 21:49 da tesla82.

04-09-2011 21:04
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Dici molte cose giuste e molte tue intuizioni sono esatte. Il problema è che le mescoli tra loro e crei una certa confusione.
Dovresti fermarti a ragionare su ogni singolo problema e su ogni singola intuizione finchè non ne trovi una ragione ed un ordine espositivo e logico.
In quello che scrivi c'è un po' di tutto, direi un po' di troppo.
Comunque le tue riflessioni meritano considerazione e le tue domande una risposta.
Ti inviterei a ragionare subito su una tua riflessione posta come dubbio.
"e se invece il tempo non esistesse e lo spazio è solo una illusione?"
Pensa che il tempo noi lo "rappresentiamo" con la storia e lo spazio con la geografia. In questo modo potrebbe sembrarti più "umano" comprenderli sempre che tu poi non ti ponga una ulteriore domanda:
Come l'uomo riesce a percepire o ad avere la "cognizione" del tempo e dello spazio se non attraverso i sensi?
Una ulteriore domanda susciterebbe una ulteriore riflessione:
I sensi testimoniano la vita?
Secondo te, se ad un individuo si eliminassero i sensi e questo comunque resterebbe in vita...la percezione della vita come potrebbe avvenire e come questi potrebbe avere la cognizione del tempo e dello spazio?
Discutiamo un po' di ciò e cerchiamo anche di capire del perchè molti sostengano che il tempo e lo spazio siano la stessa cosa.
Vedrai che così forse incomincerai a ragionare con " Ammesso e non concesso che due più due faccia quattro, bla bla bla........"

Michele Greco

04-09-2011 23:51
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Oltre a qualche curiosità che spero di aver destato intorno al concetto di spazio e di tempo, senza però aver detto nulla di nuovo, vorrei ricordarti che la meccanica quantistica è determinata e compresa da una serie di "incertezze" che vanno dalla Probabilità all'Ipotesi, dalla Interpretazione al Concettuare.
D'altra parte questa nuova teoria fisica dell'indagare è vicina alla filosofia ed alla matematica (potrei azzardare di definirla deduttiva delle stesse) che pongono postulati, ipotesi e dubbi ancor più della fisica o, se vuoi, della meccanica classica.
E' la curiosità che sollecita il dubbio e solletica la ricerca.
Sei pertanto libero di dubitare sulle apparenze e su certe presunte certezze ma non ti puoi sottrarre dall'esserne solleticato verso la ricerca d'un logico convincimento.

Michele Greco

05-09-2011 10:39
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Un capitolo interessante della pubblicazione si potrebbe dedicarlo alle curiosità del settore ed agli eventi di cronaca ed interviste a scienziati del nucleare.
In merito vi riporto un'intervista apparsa qualche mese fa su Sole24ore.

Nucleare del futuro: un sottomarino russo ci salverà?
di Federico Rendina, intervista fatta a Pietro Agostini
    
Un sottomarino, russo, ci salverà? Paradossi della storia e della tecnologia. Potrebbe davvero essere il raffreddamento a piombo liquido usato per proiettare a gran velocità e a lunghissime distanze i sommergibili con la stella rossa a tracciare il futuro delle centrali elettro-nucleari sicure, o almeno "più" sicure di quelle di oggi. Ce lo dice un luminare della scienza atomica, che qui da noi occupa un osservatorio privilegiato. Pietro Agostini, ingegnere nucleare, guida il centro di sperimentazioni e ricerche del Brasimone, che l'Enea ha piazzato in mezzo all'appennino emiliano.

Fukushima distribuisce terrore, dubbi, ripensamenti, interrogativi. Nucleare obbligatorio?
Sì. Inutile nasconderselo. Le riserve di petrolio sono destinate a finire. Il carbone può essere relativamente pulito quando lo usiamo nelle centrali, ma il suo procedimento di estrazione procura comunque notevoli danni all'ambiente e alle persone. E poi anche il carbone si esaurirà. Nel futuro il nucleare sarà irrinunciabile. Certo, è una fonte che deve essere studiata, approfondita, migliorata.

Fukushima cosa ci ha insegnato?
Ci ha dato delle risposte, alcune più approfondite, altre più semplici. Che del resto derivavano anche dall'episodio di Chernobyl. E cioè che questi incidenti sono causati da esplosioni di tipo chimico. Nel caso di Fukushima si presume che si sia trattato di idrogeno che si è formato dal contatto dell'acqua con materiali altamente riducenti ad alta temperatura, come accade quando si ha a che fare con le leghe di zirconio.

Mi sta dicendo che non è il nucleare di per sé a essere insicuro, ma semmai quello che ci sta intorno?
Diciamo che un impianto nucleare contiene degli elementi che sono effettivamente pericolosi, che noi dobbiamo individuare e iniziare per quanto possibile a escludere dalla struttura. Lo stesso disastro di Chernobyl è stato provocato dall'incendio della grafite, materiale altamente infiammabile che è stato portato in alto dalle correnti ascensionali trascinandosi i radionuclidi. Ecco perché dobbiamo riuscire a individuare quei vettori termici e quei materiali che ci tutelino da questi episodi.

Quanto ci manca? Dobbiamo aspettare la quarta generazione? Anni o decenni?
È un problema di filiera tecnologica. L'idea che si sta consolidando è quella di utilizzare i metalli liquidi pesanti usati come vettore di raffreddamento.

Sta parlando dell'evoluzione del raffreddamento al piombo, ad esempio?
Sì, anche. Tra i candidati dei reattori di quarta generazione ci sono il piombo ma anche il sodio, due metalli liquidi che hanno una temperatura di ebollizione molto elevata che consente di risolvere più facilmente i problemi legati all'eccessiva pressurizzazione.

Una tecnologia niente affatto nuova. La usavano e la usano tuttora i russi per i sottomarini nucleari.
Proprio così. I russi questa tecnologia la conoscono bene. Parliamo nello specifico del piombo e non del sodio, che con l'acqua si incendia. Ecco perché riteniamo preferibile come vettore termico il piombo al sodio.

Gli esperimenti che state facendo a Brasimone indicano che questa potrebbe essere una tecnologia evolutiva anche rispetto ai problemi di sicurezza?
Sì, ma non solo. Il reattore al piombo potrebbe effettivamente garantire una sicurezza più elevata rispetto ai reattori di terza generazione. Ma dal punto di vista della sostenibilità potrebbe offrire anche altri vantaggi. Nella migliore utilizzazione del combustibile primario, l'uranio, ad esempio. Consentendo di utilizzarlo con un'efficienza oltre 100 volte maggiore.

Grazie a cosa?
Gran parte dei prodotti di fissione di un reattore di terza generazione sono considerati scorie e quindi rifiuti radioattivi. Gran parte di questi rifiuti in un reattore di quarta generazione viene riutilizzata, bruciata come combustibile all'interno del reattore stesso. Ciò consente un'utilizzazione molto più efficiente del combustibile iniziale, dell'uranio. Riducendo notevolmente, oltretutto, il fardello di scorie radioattive che rimangono alla fine del processo.


Michele Greco

    

08-09-2011 18:45
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tesla82
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RE:  Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

mi.greco ha Scritto:

Dici molte cose giuste e molte tue intuizioni sono esatte. Il problema è che le mescoli tra loro e crei una certa confusione.
Dovresti fermarti a ragionare su ogni singolo problema e su ogni singola intuizione finchè non ne trovi una ragione ed un ordine espositivo e logico.
In quello che scrivi c'è un po' di tutto, direi un po' di troppo.
Comunque le tue riflessioni meritano considerazione e le tue domande una risposta.
Ti inviterei a ragionare subito su una tua riflessione posta come dubbio.
"e se invece il tempo non esistesse e lo spazio è solo una illusione?"
Pensa che il tempo noi lo "rappresentiamo" con la storia e lo spazio con la geografia. In questo modo potrebbe sembrarti più "umano" comprenderli sempre che tu poi non ti ponga una ulteriore domanda:
Come l'uomo riesce a percepire o ad avere la "cognizione" del tempo e dello spazio se non attraverso i sensi?
Una ulteriore domanda susciterebbe una ulteriore riflessione:
I sensi testimoniano la vita?
Secondo te, se ad un individuo si eliminassero i sensi e questo comunque resterebbe in vita...la percezione della vita come potrebbe avvenire e come questi potrebbe avere la cognizione del tempo e dello spazio?
Discutiamo un po' di ciò e cerchiamo anche di capire del perchè molti sostengano che il tempo e lo spazio siano la stessa cosa.
Vedrai che così forse incomincerai a ragionare con " Ammesso e non concesso che due più due faccia quattro, bla bla bla........"

Michele Greco


un altro discepolo di Julian barbour Big GrinBig Grin.....

Bhe che dire...che il tempo non esiste non è un concetto che mi è nuovo!!..cio che pero affermo e critico sta nel fatto che oggi molti fisici e matematici impazziscono di fronte alla meccanica quantistica e nel tentativo di trovare la "teoria del tutto" senza pero contare e chiarire i concetti fondamentali del funzionamento delle particelle subatomiche,non si puo dare molti concetti al caso, alla probabilità ed alla statistica, nel grande mosaico della vita si sta scoprendo pezzo dopo pezzo il funzionamento del mondo che ci circonda ma...io credo di aver trovato una equazione che potra aprire molto gli occhi sul comportamento delle particelle subatomiche,il chiarimento di concetti come la"dualita del fotone e dell'elettrone"risulteranno piu chiare saluti.


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
09-09-2011 21:46
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RE:   Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

tesla82 ha Scritto:



un altro discepolo di Julian barbour Big GrinBig Grin.....

Bhe che dire...che il tempo non esiste non è un concetto che mi è nuovo!!..cio che pero affermo e critico sta nel fatto che oggi molti fisici e matematici  impazziscono di fronte alla meccanica quantistica e nel tentativo di trovare la "teoria del tutto" senza pero contare e chiarire i concetti fondamentali del funzionamento delle particelle subatomiche,non si puo dare molti concetti al caso, alla probabilità ed alla statistica, nel grande mosaico della vita si sta scoprendo pezzo dopo pezzo il funzionamento del mondo che ci circonda ma...io credo di aver trovato una equazione che potra aprire molto gli occhi sul comportamento delle particelle subatomiche,il chiarimento di concetti come la"dualita del fotone e dell'elettrone"risulteranno piu chiare saluti.



Mi auguro che la tua "conoscienza" della meccanica quantistica e della definizione di tempo non si sia fermata alle asserzioni dell'astrofisico britannico che citi quale mio maestro.
Quanto ho asserito lo puoi riscontrare sia nel campo della fisica, sia in quello della filosofia in tempi molto più antecedenti a Barbour.
Il dubbio ed il problema sull'esistenza del tempo e dello spazio l'hai sollevato tu ed ora ti meravigli della mia risposta. Sei il "controsenso" personificato; il tuo inarrestabile contraddittorio è inevitabile per quanto prevedibile.
Se poi sei così bravo ed hai equazioni e soluzioni, come l'asso nella manica per un buon bluff, tirale fuori e giocati il tuo solitario.

Michele Greco

10-09-2011 12:53
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RE: Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

Non mi sto contraddicendo sono daccordo sul fatto che il tempo è una illusione ma non sono daccordo con le ipotesi che vengono fatte a riguardo delle cosidette "adesso" o come si vogliono chiamare "istanti" che molti scienziati teorizzano,sono daccordo sul fatto che il tempo e lo spazio non sono reali come ci appaiono ma io ho un'altra concezione rispetto a quella che gira.....

saluti tesla82


"Io non ho paura del nucleare ma dell'uomo !" giampiero giulianelli
10-09-2011 13:25
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mi.greco
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RE:  Vita, morte e miracoli dell'Energia Nucleare

tesla82 ha Scritto:

Non mi sto contraddicendo sono daccordo sul fatto che il tempo è una illusione ma non sono daccordo con le ipotesi che vengono fatte a riguardo delle cosidette "adesso" o come si vogliono chiamare "istanti" che molti scienziati teorizzano,sono daccordo sul fatto che il tempo e lo spazio non sono reali come ci appaiono ma io ho un'altra concezione rispetto a quella che gira.....

saluti tesla82



Cos'è un indovinello?
Dì pure quello che pensi invece di fare allusioni e girare attorno ad un concetto che non ti è affatto chiaro.
Se però devi necessariamente scrivere per contraddire, fallo con chiarezza e con cognizione di causa, altrimenti è meglio che cambi argomento.


Michele Greco

10-09-2011 15:42
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