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Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Versione stampabile

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Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 10-07-2011 17:35

Scusatemi, ma quanto sto per scrivervi, vi apparirà come un'intrusione, un argomento, fuori tema, come si suol dire.
Ho letto proprio oggi che una bambina a Bari vive, costretta dai genitori, come un cane: abbaia e mangia nella ciotola.
In questo paese, che amo più di quanto lascino pensare i miei scritti, se una bambina abbaia, fa meno colpo sui media di quanto potrebbe un cane che parla.
Cosa centra il nucleare, che non riesce ad "illuminare" la nostra vita più di quanto la vita stessa possa illuminare la nostra coscienza?
Una bambina che abbaia! Pensateci! Una bambina che bestemmia, che maledice la vita e chi l'ha fatta nascere ecc.ecc.
Ci si abitua, si finisce per credere che poi la vita è questa, offre ciò.
Ci si abitua come qualcuno ha abituato, asservito, contorto, il nostro credo quotidiano, alle menzogne, all'arrivismo, alla opportunità egoistica del "divorare" piccoli e grandi mondi, anche a dispetto di chi la fame e la vita la conosce davvero e la vive sulla propria pelle.
Io vivo con due cani e con loro abbaio tutti i giorni e, non son stanco.
Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 10-07-2011 18:35

http://www.leggo.it/articolo.php?id=131235

BARI - È cresciuta con un cane e si comportava come lui, mangiando in una ciotola. È la storia di una bambina di nove anni, di Bari, raccontata nelle edizioni baresi di Repubblica e del Corriere del Mezzogiorno. Secondo quanto riportato dai due quotidiani, il pm della Procura della repubblica del capoluogo pugliese, Angela Morea, ha richiesto l'archiviazione dell'inchiesta aperta nel 2009. «La piccola adesso ha nove anni - scrive Repubblica - vive in una casa famiglia, ma non sa ancora parlare. Si esprime a gesti». Per questo motivo sarebbe stata decisa l'archiviazione. «Mancano le prove - continua il quotidiano - e di conseguenza i capi di imputazione e gli indagati. La storia risale a un anno e mezzo fa. Il 21 ottobre 2009 i genitori della piccola, che allora aveva solo sette anni, lanciano l'allarme. Non trovano più la figlia, non sanno che fine abbia fatto, pensano sia scappata. »Chiamano il 112 e il 113 - si legge ancora - ma non sanno descrivere la bimba, nè ricordano che vestiti indossi. Poliziotti e carabinieri così cercano ovunque la piccola finchè non la trovano addormentata in un armadio: gambe appoggiate su una mensola e viso sul petto accanto a un cane. Attorno ci sono escrementi, avanzi di rifiuti, materassi senza lenzuola e sporchi«.

La famiglia abitava in un piccolo appartamento del quartiere Carrassi, al centro della città. I genitori hanno entrambi problemi (padre invalido civile e disoccupato, madre problemi psichici) e sociali (anche se la donna ha una piccola pensione) e risultavano morosi nel pagamento della corrente. «La famiglia - si legge ancora su Repubblica - è già affidata ai servizi sociali e a quelli di igiene mentale, ma si è da poco trasferita in un nuovo appartamento», si specifica nell'articolo. «Gli assistenti sociali fanno visita loro ogni quindici giorni, la bambina è seguita con un programma specifico a scuola, eppure la situazione è ugualmente drammatica. Da allora la piccola è stata tolta ai genitori. È stata prima ricoverata al reparto malattie infettive dell'ospedale Giovanni XXIII e poi affidata in cura ad una casa famiglia dove si trova attualmente. Un anno e mezzo fa non sapeva parlare. Si comportava come un cane: abbaiava e mangiava da una ciotola per terra. Faceva praticamente quello che faceva il suo fedele cagnolino, sempre con lei. Nessuno le aveva insegnato a parlare nè a mangiare con forchetta e cucchiaio». «Ora però sta meglio. È seguita dagli assistenti sociali, va a scuola, mangia a tavola. Ma non riesce ancora ad articolare le parole. La bambina, secondo le indagini portate avanti dalla procura di Bari, avrebbe subito anche violenze sessuali. Non c'è modo però di dimostrarlo. Lei mima quei gesti e capisce i riferimenti sessuali, ma mancano lesioni sul corpo che possano provare quelle violenze. E manca soprattutto la testimonianza perchè la piccola non riesce a raccontare. Anche solo contestare il reato di abbandono di minori, a due genitori in cura al Servizio di igiene mentale, è praticamente impossibile. E così il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Angela Morea, ha deciso di archiviare. Negli scorsi giorni ha depositato la richiesta al giudice per le indagini preliminari, a quale spetta comunque l'ultima parola», conclude.

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Lo già detto e mi ripeto:
siamo entrati in periodo "oscurantista" con miseria non tanto strisciante, dove casi di questo genere , oltre che tollerati non generano "eco" più di tanto.
L'indifferenza è la prima figlia della miseria.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 10-07-2011 21:46

Caro Cher hai fatto bene a riportare la storia della bambina che ha aiutato un po' di carta stampata a vendere qualche foglio in più.
Vorrei comunque aggiungere quanto segue.
Il caso della bambina "abituata" a vivere come un cane ed il problema dell'energia nel nostro paese, sono problemi sociali molto diversi ma sono anche le facce di una realtà poliedrica che vanno a riunirsi ed a comporre un quadro decisamente contraddittorico e disorientante del nostro paese. Io ho soltanto colto alcuni tasselli di questo mosaico di permissività e negazioni, troppo spesso contrarie tra di loro, non per la logica del + e del - ma per volontà sociali spiritualmente in eterna contraddizione e disputa di potere. Ciò consente di credere e di permettere che il diritto ed il dovere fossero la stessa cosa; vengono con-fusi ed attestati in una terza ragione, bivalente (puoi scegliere) nelle occasioni comode e negli specifici interessi.
Per essere più chiaro dovrei porre alcune domande che lascerebbero riflettere e nel contempo farebbero intendere la sottile allusione.
Per esempio: Conosciamo veramente i diritti ed i doveri dell'infanzia, e quelli dei genitori, e quelli del comune cittadino che, a notizie come quelle citate, non fa altro che lavarsi le mani come Pilato?
E per quanto riguarda il diniego oggi al solo "pensare al nucleare" è possibile chiedersi ed accertarsi del continuo malefare di "energie" occulte e palesi con le quali conviviamo da una vita a beneficio di chi le gestisce e a danno di chi crede di esserne il godente?
Ogni tanto una voce nel deserto parla dell'amianto, dei tubi di scarico, dei materiali che pavimentano le città, dei telefonini ed il loro sistema trasmittente, dei veleni alimentari ecc.ecc. Se ne parla un po' e poi silenzio. Nel nostro paese continuiamo ad essere affetti da molteplici neoplasie e continuiamo a morire senza alcuna Centrale Nucleare.
La parola prevenzione resta soltanto una bella parola; la stessa nella medicina, chiamata prevenzione primaria,non è altro che un accertamento di analisi che non previene assolutamente nulla se non informare se sei o no affetto da una patologia. L' accertamento, e lo si attua solo in malattie che hanno una chiara sintomatologia (moltissime sono asintomatiche) può aiutarti solo se si scopre che la tua affezione è appena iniziata,ma se la stessa è già in fase avanzata.......
Generalmente si ricorre ad un controllo solo per caso, per paura, pochi per stile di vita, per ipocondria, per sintomi o incidenti. Ritengo pertanto che, non solo bisognerebbe aiutare la ricerca a trovare le cause dei nostri malanni all'origine, e ancor prima che questi insorgano, senza mettere in condizione i sanitari che, ignorando questa origine, spesso attribuiscono il male ad un "occulto problema genetico". Ma nel nostro paese la cultura, sia essa scientifica o umanistica, è osteggiata, è la cenerendola, o il brutto anatroccolo, infiltrati tra i grandi problemi del paese.
La bambina di Bari e le nostre risorse energetiche sono figli della stessa madre: La Strafottenza.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 11-07-2011 11:17

http://www.ilgiornale.it/interni/io_aggr...comments=1

LETTERA DI SGARBI "Aggredito perché lotto contro la mafia dell'eolico"

Non mi è mai capitato ed è tanto più strano perché di polemiche e di scontri, anche nelle piazze, ne ho avuti molti. Ma, durante la presentazione di un libro, il Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri, parlando delle bellezze di Puglia ed esaltando luoghi mirabilmente conservati come Ostuni, Martina Franca, la stessa Polignano a Mare dove ero ospite quella sera, tutte località dove, prima di ogni altra parte d’Italia, si è affermato un turismo non balneare ma culturale, non potevo certo immaginare di essere aggredito per avere difeso la Puglia da speculazioni, devastazioni del paesaggio e dimostrati interessi della criminalità organizzata.

Infatti, non appena sono passato dal racconto e dell’illustrazione delle bellezze artistiche all’esaltazione del paesaggio aggredito e letteralmente stuprato dagli impianti eolici e fotovoltaici sono arrivate aspre contestazioni, fischi e insulti da una parte del pubblico, visibilmente politicizzato. I danni irreparabili al paesaggio sono stati denunciati da associazioni come Italia nostra e da uomini di pensiero e scienziati come Umberto Veronesi, Carlo Rubbia, Mario Pirani, Valéry Giscard d’Estaing e perfino l’amministratore delegato dell’Eni Scaroni e il ministro Tremonti.

La questione è morale e culturale. L’affarismo imprenditoriale, politico e criminale trova coperture in un ambientalismo cieco e retorico, contrastato al suo stesso interno, come provano le recenti iniziative degli Amici della Terra sotto la guida di Rosa Filippini, storica verde.

Ma i soldi, la forza criminale e un falso buonismo, che ha sfruttato la rinnovata reazione popolare contro il nucleare, hanno rivelato la loro forza di mistificazione e la capacità di ribaltare la verità.

Così, mentre io descrivevo i paesaggi aggrediti tra Foggia e Bari pensando ad Accadia, Santagata di Puglia, Troia colla bellissima cattedrale, letteralmente circondati da torri eoliche in gran parte ferme e non collegate alla rete per trasmettere energia, e una parte dei presenti mi contestava con insulti e offese e anche tentando di lanciare lattine e bottiglie, il mio sconcerto e il mio stupore crescevano, non riuscivo a credere che lo scempio non fosse riconosciuto da tutti nella sua clamorosa evidenza. Mi hanno poi spiegato che, pur non avendolo nominato, vi erano in piazza numerosi sostenitori di Vendola che hanno sentito nelle mie parole un atto d’accusa nei confronti del loro presidente. Così ho cominciato a capire, riconoscendo lo stile di antagonisti e no global in alcuni presenti fra il pubblico. Non era un dibattito e non era neanche il luogo per uno scontro politico. Anche per questo ho evitato di fare riferimenti diretti. Ma non potevo tacere i riferimenti agli interessi della mafia dimostrati da numerose inchieste concluse con condanne e sequestri di beni, in Sicilia come in Puglia. Molta ira, molta rabbia nei miei confronti, nonostante la precisione dei miei riferimenti e l’accorata dolente difesa di quel paesaggio che Cesare Brandi aveva attraversato, felice, come «pellegrino di Puglia».

Ma lo sconcerto si è trasformato in sgomento quando, dopo le iniziali dichiarazioni del presidente dell’assemblea regionale, presente in piazza, Onofrio Introna che mi esortava ad affrontare l’argomento in un’altra sede e in un pubblico dibattito (come se la devastazione del paesaggio potesse essere materia di discussione) ed evitando «accostamenti indebiti al malaffare mafioso» (chissà perché non lo dice ai magistrati), ho letto le considerazioni di un altro politico locale, che devo ritenere in buona fede, l’assessore regionale alle opere pubbliche e protezione civile Fabiano Amati il quale ha sostenuto le tesi dei libri Vento a favore di Edo Ronchi e Pietro Colucci e La nuova era delle energie naturali di Mario Tozzi.

Amati sostiene, con l’esaltazione del neofita e avendo come Vendola un ruolo pubblico importante, che «chi contesta energie rinnovabili o è uno stupido o è in malafede».
Capisco ora che con l’insolenza di tali amministratori sarà difficile salvare la Puglia dallo spirito di chi non riconosce la bellezza proprio nell’integrità del paesaggio, come Pasolini prima e ora Carlo Petrini. Ma Amati non è soddisfatto del suo progetto di devastazione energetica e si esalta nel ricordare «un documentario intitolato appunto The age of stupid prodotto da Greenpeace e Wwf e raccontato nel libro di Ronchi e Colucci. Nel video un uomo che vive nel 2055 nella terra devastata dalla crisi climatica, maledice un comitato di cittadini che nei primi anni 2000 bloccò un impianto eolico perché le pale avrebbero impedito di vedere dalle loro case il paesaggio». Ecco dunque Amati proclamarsi l’ideologo dell’aggressione e tutto apparire più chiaro, nel quadro della intolleranza politica.

In questo delirio messianico visionario, ispirato a un fanatismo che non potevo neppure immaginare, il profeta Amati travolge la verità di un fallimento annunciato e pagato dei consumatori quale si è rivelato in Europa l’eolico: le 4.500 torri, devastanti, installate in Italia producono il 2,5% dell’elettricità richiesta equivalente alla produzione di un’unica grande centrale termoelettrica. Sul fabbisogno energetico totale il contributo è pari a circa lo 0,8%.
Ancora, le indagini attualmente in corso presso la direzione distrettuale di Catanzaro confermano, alla faccia del moderato Introna e dell’esaltato Amati, che la ’ndrangheta ha individuato nel settore dell’eolico il futuro sviluppo dei propri affari.

E Amati, nel suo slancio contro noi, patetici difensori del paesaggio e della bellezza pugliesi, travolge considerandoli stupidi e in malafede (lui intelligentissimo e naturalmente in buona fede), Carlo Rubbia, il quale ha dichiarato: «Parlando di energie rinnovabili... è inutile insistere coll’energia eolica perché di vento in una penisola ce n’è poco, a differenza dei paesi del nord Europa»;

il Nobel Steinberger che scrive: «L’Europa dovrebbe annullare il suo sostegno all’energia eolica al più presto»;

Valéry Giscard d’Estaing, che ha dichiarato: «Guardando dalla finestra del Tgv che ci portava da Tours a Parigi sono rimasto inorridito dal paesaggio della Beauce, cara a Péguy e a Marcel Proust afflitto da una foresta di bianchi pali eolici che giravano con il vento»;


Umberto Veronesi, che chiosa: «Nonostante le battaglie di chi ama il nostro stupendo paesaggio già qualche collina allinea le orrende pale eoliche»;

Renato Soru che si ribella: «Per un piatto di lenticchie stiamo regalando, distruggendo per sempre il paesaggio della Sardegna»;


Mario Pirani che dice le mie stesse parole: «L’integrità di un paesaggio agreste unico al mondo, come quello delle campagne e dei paesi italiani viene devastato in partenza colle creazione dei cosiddetti parchi eolici»;

e ancora Ernesto Galli della Loggia che si rivolge direttamente a lui, il profeta Amati: «Ecco come in Italia un ecologismo di maniera, assurto a scialbo luogo comune buonista diviene nella realtà l’alibi per consentire a chi di dovere di guadagnare un bel po’ di quattrini».

Ecco, tutti personaggi da fischiare alla prossima occasione a Polignano a mare, non dimenticando il ministro Tremonti che giudica l’eolico «uno degli affari di corruzione più grandi d’Italia».

Fortunata la Puglia: nelle mani di Vendola e Amati tra qualche anno l’inutile paesaggio sarà «impalato» per sempre, alla faccia di noi che credevamo nella bellezza del mondo perduto di Pasolini e Petrini.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 11-07-2011 12:32

Intanto Vittorio Sgarbi è aggredito perchè lui stesso aggredisce. Lo vediamo nelle sue molteplici apparizioni pubbliche, nelle sue parole, negli atteggiamenti e nei comportamenti.
La stessa attuale Biennale di Venezia è una aggressione alla qualità, alla selezione, all'arte ed alla cultura in generale.
Ciò non toglie nè aggiunge nulla al problema che tu, Cher, hai "ingenuamente" non dico sollelato, ma rispolverato con un po' di venticello eolico.
A me non interessa la derivazione ideologico-politica degli uomini di potere, chiunque fossero; perciò evito nomi e citazioni.
A me interessa il singolo accadimento, piccolo o grande che sia, che distingue e denuncia lo strapotere e la strafottenza di chi può e, ancor di più, che metta in luce il rovescio d'una medaglia, cioè l'indifferenza di tanti altri che pur potento, non fanno e lasciano fare proprio a quelli che, in qualche modo contestano, e sicuramente invidiano.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 11-07-2011 13:47

Vorrei che si incominciasse a far chiarezza ed ordine riesaminando alcuni degli ultimi interventi su questo Forum post-nucleare, "restituendo così a Cesare ciò che è di Cesare". Rispediamo al mittente quanto di marcio e di occulto ci sia stato dato.
Restituirei agli "addetti ai lavori delle energie alternative" quanto gli stessi abbiano dato in "edificabile credibilità" all'ingenuità d'un collettivo privo di punti di riferimenti e di paragoni tangibili.
E' giusto che per far chiarezza dovremmo noi stessi essere altrettanto chiari evitando allusioni ed allegorie.
Si potrebbe iniziare denunciando, città per città, fatti dimostrabili sulle radioattività occulte e palesi di quelle energie utilizzate illecitamente contro la salute pubblica e rese, se non dico legali, intoccabili ed irremovibili?
Personalmente posso aiutare il nascere di questa nuova "conversazione" parlando della città di Napoli e di alcuni fenomeni, non isolati, di malcostume dove l'uso illegale ed improprio di certe energie è impiegato a danno del comune cittadino per profitti illeciti e scopi delinquenziali?
Qualcuno ha fatti analoghi che accadono nella propria città da denunciare?
La mia è una proposta che, perchè sia valida, attende un riscontro ed una adesione dalla direzione di questo Forum e da un certo numero di Membri o semplici lettori.

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 11-07-2011 14:03

lungi da me ribarire o polemizzare, ma sono stupito di come, praticamente nessuno, di autorevoli personaggi del mondo che spazia dalla scienza alla cultura non si espongono ogni qual volta singoli episodi sia macroscopicamente ( truffa delle rinnovabili) o microscopicamente ( bambini cresciuti come cani e non si trova il responsabile, che in fondo è la "notizia" dentro il fatto) sono sulla ribalta.

Il Prof Uno è per tutti un "aggressivo", il Prof due è per tutti " poco comunicatore" ( visto che i nomi sono volutamente evitati)

Togliamo dal panorama anche questi , chi rimane, meglio cosa rimane?
Solo olezzo? O esiste in qualche landa desolata della rete o nelle istituzioni di una Nazione che festeggia il centocinquatenario della sua unione un qual si voglia straccio di vibrate argomento di interesse il cui spessore culturale o scientifico sia ?
( per esserci , c'è ma , aimè non è di interesse che sia diffuso)

E, se esite, è espandibile o deve restare soggiogata sotto lo strato ,ormai immisurabile,di squallore quotidiano?

Cher


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 11-07-2011 14:21

Chi resta?
Restiamo noi!
E' poco se "dalla spesa" resta qualcosa per il futuro?
Comunque, nel mio precedente intervento ho fatto una domanda....
qual'è la tua risposta?

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 11-07-2011 14:37

mi.greco@alice.it ha Scritto:

Chi resta?
Restiamo noi!
E' poco se "dalla spesa" resta qualcosa per il futuro?
Comunque, nel mio precedente intervento ho fatto una domanda....
qual'è la tua risposta?

Michele Greco


presente
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 11-07-2011 14:55

Caro Cher,
Il mio è non è "un fuoriclasse" d'appello ma è un appello fuori dalle classi.
Mi auguro che quando suonerà la campanella del "finis" tu non ti sia addormentato sulla riva del tuo fiume "straripante".
Note:
Il Finis dovrà segnare la fine di questa illogica opposizione al progresso scientifico e umanistico.
Il Fiume Straripante dovrà cancellare, non solo i confini fisici delle nostre geografie, ma soprattutto il perdurare di quelli mentali e spirituali.
Le nostre più belle utopie sono svanite con i nostri sogni e le nostre illusioni.....cerchiamoci una nuova utopia!
"...ridisegnare le geografie del nostro pianeta e ridestare coscienza, altruismo ed un po' di disperso amor proprio."

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 11-07-2011 17:11

mi.greco@alice.it ha Scritto:


Le nostre più belle utopie sono svanite con i nostri sogni e le nostre illusioni.....cerchiamoci una nuova utopia!

Michele Greco


Suggerisco ei evitare a piedi pari le utopie , e scivare sogni e sognatori :
sono la rovina del mondo.Anzi serve diffondere concretezza ,dimostrazioni e fatti tangibili :meglio piccole realtà a grandi sogni ...
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 11-07-2011 18:15

Grazie per il suo consiglio anche se personalmente credo che i sogni sono nostri, ci appartegono mentre noi apparteniamo alla "realtà", ne siamo parte indissolumile, inequivocabile e inscindibile.
Nei sogni, nei nostri sogni, solo noi possiamo rifugiarci, modificare il loro apparire perchè gli stessi partono dalla realtà e ritornano ad essi sotto aspetti e forme diverse.
E' pericoloso il sogno collettivo, il sogno imposto alle masse, che poi sono nient'altro che le false ideologie.
Comunque mi farebbe piacere se lei, mi desse una sua opinione, o comunque rispondesse ad una domanda apparentemente banale:
Il marxismo e il derivante comunismo è stato, forse lo è ancora, una utopia o semplicemente un sogno?

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 12-07-2011 13:18

xCharade

Intanto prego leggere al terzo rigo essa invece di essi.
Devo comunque annotare che purtroppo dalla richiesta di discutere su un determinato tema o problema si passa troppo spesso a parlarne di altri, eludendo la centralità della domanda e la sua importanza cortesemente pretese. Le opinioni personali, i credo, le fedi, sono soggettivi e facilmente smentibili da altrettante opinioni personali contrarie.
Nel nostro caso è irrilevante vivere  di sogni o di realtà più o meno tangibili. Ripeto, solo in questo specifico caso, dove desidererei che l'attenzione fosse rivolta a problemi più concreti piuttosto che a quelli esistenziali.
Non è lei che chiede più concretezza?
Ritornando al problema ed eludendo la pausa opinionistica esistenziale,  pongo alla vostra attenzione documenti un po' vecchi ma non superati perchè ancora attualissimi di un dramma che richiede molta attenzione. I documenti sono visionabili nell'allegato "elettrosensibili(1), doc (665.5 KB)"
(non so se la procedura dell'invio allegato sia stata corretta)
Michele Greco
  


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 12-07-2011 13:39

Alla gentile attenzione della Direzione di Nuclear Meeting

Ritengo che questa "rubrica" sia un po' troppo dietetica con antipasti e contorni; manca di sufficiente nutrimento energetico.
Ciò, però, potrebbe essere un pregio perchè, così, si rende più appetibile, meno monotona e settaria.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 12-07-2011 17:30

mi.greco@alice.it ha Scritto:

Grazie per il suo consiglio anche se personalmente credo che i sogni sono nostri, ci appartegono mentre noi apparteniamo alla "realtà", ne siamo parte indissolumile, inequivocabile e inscindibile.
Nei sogni, nei nostri sogni, solo noi possiamo rifugiarci, modificare il loro apparire perchè gli stessi partono dalla realtà e ritornano ad essi sotto aspetti e forme diverse.
E' pericoloso il sogno collettivo, il sogno imposto alle masse, che poi sono nient'altro che le false ideologie.
Comunque mi farebbe piacere se lei, mi desse una sua opinione, o comunque rispondesse ad una domanda apparentemente banale:
Il marxismo e il derivante comunismo è stato, forse lo è ancora, una utopia o semplicemente un sogno?

Michele Greco


Un'utopia direi ... che ha portato all'inevitabile rovina
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 12-07-2011 18:06

Caro Charade, mi dispiace, ma lei confonde l'utopia con la distopia.
Resta comunque il fatto che io rispondo sempre in modo diretto alle sue domande o riflessioni, mentre lei le evita soffermandosi su semplici connotazioni d'appendice.
Una curiosità: Ma lei e Cher che cavolo si fate sulla riva d'un fiume?

Comunque grazie

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 12-07-2011 18:24

Vogliate scusarmi se i miei interventi sono ratealizzati.
Mi riprometto sempre di "ritoccare" una considerazione di Cher che asserisce in un suo intervento che "l'indifferenza è figlia della miseria".
Non sono affatto d'accordo!
E' pittusto decisamente il contrario.
L' indifferenza è figlia della ricchezza.
La miseria, e la povertà che ne è un sinonimo, sono più attente e "preoccupate" di ciò che accade intorno a noi; sono più emozionali ed "emulsionate", direi più riflettenti e partecipi. La ricchezza è solo occupata e "in altre faccende affaccendata".
La vita ci dovrebbe concedere la conoscenza sia della miseria che della ricchezza; conoscere significa innanzitutto vivere, augurandoci di farci vivere prima la miseria (brevemente) e poi la ricchezza, sia quest'ultima il riscatto dovutoci.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 12-07-2011 18:59

mi.greco@alice.it ha Scritto:

Caro Charade, mi dispiace, ma lei confonde l'utopia con la distopia.
Resta comunque il fatto che io rispondo sempre in modo diretto alle sue domande o riflessioni, mentre lei le evita soffermandosi su semplici connotazioni d'appendice.


mi.greco@alice.it ha Scritto:

... o comunque rispondesse ad una domanda apparentemente banale:


Ho semplicemente risposto alla domanda che lei mi ha posto.

mi.greco@alice.it ha Scritto:

Una curiosità: Ma lei e Cher che cavolo si fate sulla riva d'un fiume?

Comunque grazie

Michele Greco


Attendiamo il passare del'inevitabile quanto colossale fallimento delle tanto acclamate fonti rinnovabili ,spacciate come ancora di salvezza anzichè come macina al collo ,che ci faranno affondare ... nei fossili s'intende.
RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 12-07-2011 19:06

mi.greco@alice.it ha Scritto:

Caro Charade, mi dispiace, ma lei confonde l'utopia con la distopia.


No ,non le confondo affatto ... non è necessario partire con un'idea distorta ,sta proprio qui l'insidia sig. Greco ,il fatto di partire da un'idea perfetta che nasconde alla perfezione il drammatico finale.Cosa ben diversa è partire con l'idea giusta ...
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 12-07-2011 19:31

Caro Charade, probabilmente non riesco più a farmi capire.
Insisto comunque che lei non si soffermi sull'elementare concetto scolastico dell'utopia perchè confonderebbe una speranza con una illusione. D'altra parte la radice positiva di utopia (u) la potrebbe aiutare ad usare il negativo dis di distopia in merito a ciò che lei pensa del comunismo. In caso contrario lei direbbe esattamente l'opposto di ciò che pensa e vuol lasciare intendere.
La risposta che mi dà in merito all'attesa sul fiume denuncia che lei è un utopista.
Intanto grazie per rispondere in modo diretto a qualche mia domanda.
Vorrei comunque che capisse che personalmente la penso come lei sulle energie rinnovabili con la differenza che non desidero aspettare "una catastrofe nella catastrofe" ma fare qualcosa e possibilmente non da solo per evitare il peggio.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 12-07-2011 21:58

Riporta:
mi.greco@alice.it ha scritto:
Ritornando al problema ed eludendo la pausa opinionistica esistenziale,  pongo alla vostra attenzione documenti un po' vecchi ma non superati perchè ancora attualissimi di un dramma che richiede molta attenzione. I documenti sono visionabili nell'allegato "elettrosensibili(1), doc (665.5 KB)"
(non so se la procedura dell'invio allegato sia stata corretta)
Michele Greco



Riporto un PDF in aggiunta  all'allegato di Michele:
http://www.elettrosensibili.it/pdf/effet...logici.pdf
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 13-07-2011 12:12

Vorrei ricordare:
"Come sopravvivere alla radioattività" un libro di Marco Casolino domani alla Met's Bookstore di Roma

Un importante contributo di un giovane studioso utile a chiunque, che, pur temendo i danni alla salute ed all'ambiente provocati dalle "comuni" radioattività, non è in grado di difendersi.


13/07/2011 -

13/07/2011 - Oggi, 13 luglio si potrà, nella compatibilità della distanza e del tempo disponibile, assistere finalmente all'attesissima presentazione, più volte annunciata, alle 18 alla libreria di via Nazionale, 254 a Roma, Met's Bookstore, del libro di Marco Casolino
" Come sopravvivere alla radioattività".
Relatori: Maurizio Cumo e Adriano Monti Buzzetti.
Nota:
Maurizio CUMO, professore ordinario di Impianti nucleari dell'Università di Roma - La Sapienza
e Adriano MONTI-BUZZETTI, giornalista RAI,
Marco CASOLINO, ricercatore INFN-Roma e RIKEN-Giappone,

Come sopravvivere alla radioattività Cooper ed., Roma, maggio 2011.


COME SOPRAVVIVERE ALLA RADIOATTIVITA’

Non spaventatevi.

Provate ad accettarla

Compratevi un Geiger

Radioattività: se la conosci la temi un pò di meno. Perché non c’è modo di evitarla completamente. Siamo circondati dalla radioattività: proviene dallo spazio, dalle viscere della terra, dai nostri cari e persino da noi stessi. Radioattivo non vuol dire pericoloso, entro certi limiti. Ma quali sono questi limiti?

“Come sopravvivere alla radioattività” spiega in maniere semplice e comprensibile le nozioni di base di fisica nucleare e biologia per comprendere cosa sia la radioattività e la sua influenza sul corpo umano. Spiegando i recenti avvenimenti in Giappone, si esaminano le applicazioni moderne della radioattività per apprezzare anche il suo “lato buono” (dalle ricerche archeologiche alla diagnosi e cura dei tumori).

Un semplice ma utilissimo decalogo per sopravvivere alla radiazione: da quella apocalittica (ma improbabile) di una Guerra termonucleare globale a quella più insidiosa e reale che si può annidare nelle nostre case

Marco Casolino (casolino.marco@gmail.com), fisico delle astroparticelle di alta energia, è ricercatore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e collabora con il Dipartimento di fisica dell’Università di Tor Vergata ed il RIKEN, centro di ricerca del Giappone. E’ esperto di metodi di protezione degli astronauti dalla radiazione spaziale. Ha pubblicato più di cento articoli scientifici su riviste internazionale quali “Nature” e “Science” e su riviste nazionali di divulgazione scientifica



Michele Greco






RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 14-07-2011 15:30

"Nucleare no, bambina che abbaia, si"
è segnalata come discussione calda. Io la trovo tiepida e destinata a raffreddarsi.
292 persone l'hanno letta.
E' possibile che nessuno abbia da segnalare qualcosa di "anomalo" o di normale, che avvenga nella propria città per emissioni radioattive dannose alla saluta ed all'ambiente, per la grande quiete diurna e notturna, per la totale assenza del disumano?.
Mi sapreste allora dire dove vivete? Mi sapreste aggiornare sui vostri ameni luoghi d'aria salubre e di città prive d'inquinamento?
Sasso in bocca mi raccomando!

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 15-07-2011 13:08

mi.greco@alice.it ha Scritto:


La risposta che mi dà in merito all'attesa sul fiume denuncia che lei è un utopista.



Non credo proprio , definirei la mia una visione lungimirante più che reale della questione ... E' solo la diffusa ignoranza a offuscare la vista ai più ...

mi.greco@alice.it ha Scritto:


Intanto grazie per rispondere in modo diretto a qualche mia domanda.
Vorrei comunque che capisse che personalmente la penso come lei sulle energie rinnovabili con la differenza che non desidero aspettare "una catastrofe nella catastrofe" ma fare qualcosa e possibilmente non da solo per evitare il peggio.

Michele Greco


Il mio tentativo vuole e vorrebbe essere quello di informare ,dibattere e discutere.L'ignoranza sbarra la strada di nuovo e l'ideologia ne fa da padrona.Amen
RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 15-07-2011 13:10

mi.greco@alice.it ha Scritto:

"Nucleare no, bambina che abbaia, si"
è segnalata come discussione calda. Io la trovo tiepida e destinata a raffreddarsi.
292 persone l'hanno letta.
E' possibile che nessuno abbia da segnalare qualcosa di "anomalo" o di normale, che avvenga nella propria città per emissioni radioattive dannose alla saluta ed all'ambiente, per la grande quiete diurna e notturna, per la totale assenza del disumano?.
Mi sapreste allora dire dove vivete? Mi sapreste aggiornare sui vostri ameni luoghi d'aria salubre e di città prive d'inquinamento?
Sasso in bocca mi raccomando!

Michele Greco  


Dipende da quanti l'hanno capita ...
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 15-07-2011 18:30

Caro Charade,
credo che ci sia poco da capire e se quel poco è condizionato dalla volontà di non capire, allora, non c'è nulla da capire.
Il Nucleare, "paragonato" al problema "marginale" d'una bambina che, qualunque siano i motivi, ha vissuto raccogliendo insegnamenti e condizioni da un cane fino ad imitarlo, suggerisce il rilevare come cattive abitudini e viziate credenze ci disabituano a pensare, a credere, a capire.
Ad esempio, ormai tutti sappiamo che il fumo fa male e lo sappiamo per esperienza diretta e indotta, eppure pochi l'hanno "capito" rinunciando ad esso. Per consolidata abitudine. Il fumo, come certe idee, come la convenienza alle abitudini, il credo, le fedi e gli indottrinamenti ,ci sono per lo più "imposti" e apparentemente offerti con "affetto e simpatia".
Sono delle droghe dalle quali finiamo per dipendere e difficilmente riusciamo a liberarci.
Oggi, l'uomo comune, che è poco identificabile, preferisce continuare una sua cattiva abitudine come il fumare, piuttosto che cercare di capire con la propria testa ciò che gli succede attorno.
Cosa vuole che gliene freghi a questo dell' Energia quando il suo sapere in merito è sufficiente nell'apprendere come si fa ad accendere una lampadina in casa; e cosa gli può importare d'una bambina che abbaia?
Per questi va tutto bene purchè continui a fumare, purchè qualcuno gli garantisca la continuità delle sue abitudini.
Quest'individuo, che è sicuramente contrario al nucleare preferendo a questi il discreto ronzio delle pale eoliche, ormai abituato a quello delle mosche, vive un solo giorno e lo rivive inesorabilmente tutta la vita; guai spostargli il rotolo di carta igienica da destra a sinistra, non lo troverebbe più, sarebbe costretto a pulirsi con la mano destra.
Si alza tutte le mattine al suono della sveglia, si lava, si fa la barba, si veste, prende il caffè in cucina, esce, raggiunge il suo posto di lavoro, forse lavora o fa un solitario, pausa mensa, torna a lavorare, si gratta più volte in testa o tra le gambe (è la stessa cosa), esce, torna a casa, cena e, dopo aver sillabato un breve dialogo con la famiglia, va a sedersi da passivo idiota davanti la televisione, torna a dormire nell'ora convenuta visibilmente stanco del nulla.
E' trascorso un giorno, è passata un'intera vita!
Mi son dimenticato della domenica, giorno apparentemente libero durante il quale o va allo stadio o a confessare i peccati che avrebbe commesso se ne avesse avuto il tempo, oppure va al partito o in un convegno in piazza ad ascoltare un Peppe Grillo o un qualsiasi altro comico convertitosi alle lotte sociali ed all'anti nucleare.

Capire implica conoscenza, e conoscenza, a sua volta, coscienza.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - tesla82 - 16-07-2011 20:52

Cher ha Scritto:

http://www.ilgiornale.it/interni/io_aggr...comments=1

LETTERA DI SGARBI "Aggredito perché lotto contro la mafia dell'eolico"

Non mi è mai capitato ed è tanto più strano perché di polemiche e di scontri, anche nelle piazze, ne ho avuti molti. Ma, durante la presentazione di un libro, il Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri, parlando delle bellezze di Puglia ed esaltando luoghi mirabilmente conservati come Ostuni, Martina Franca, la stessa Polignano a Mare dove ero ospite quella sera, tutte località dove, prima di ogni altra parte d’Italia, si è affermato un turismo non balneare ma culturale, non potevo certo immaginare di essere aggredito per avere difeso la Puglia da speculazioni, devastazioni del paesaggio e dimostrati interessi della criminalità organizzata.

Infatti, non appena sono passato dal racconto e dell’illustrazione delle bellezze artistiche all’esaltazione del paesaggio aggredito e letteralmente stuprato dagli impianti eolici e fotovoltaici sono arrivate aspre contestazioni, fischi e insulti da una parte del pubblico, visibilmente politicizzato. I danni irreparabili al paesaggio sono stati denunciati da associazioni come Italia nostra e da uomini di pensiero e scienziati come Umberto Veronesi, Carlo Rubbia, Mario Pirani, Valéry Giscard d’Estaing e perfino l’amministratore delegato dell’Eni Scaroni e il ministro Tremonti.

La questione è morale e culturale. L’affarismo imprenditoriale, politico e criminale trova coperture in un ambientalismo cieco e retorico, contrastato al suo stesso interno, come provano le recenti iniziative degli Amici della Terra sotto la guida di Rosa Filippini, storica verde.

Ma i soldi, la forza criminale e un falso buonismo, che ha sfruttato la rinnovata reazione popolare contro il nucleare, hanno rivelato la loro forza di mistificazione e la capacità di ribaltare la verità.

Così, mentre io descrivevo i paesaggi aggrediti tra Foggia e Bari pensando ad Accadia, Santagata di Puglia, Troia colla bellissima cattedrale, letteralmente circondati da torri eoliche in gran parte ferme e non collegate alla rete per trasmettere energia, e una parte dei presenti mi contestava con insulti e offese e anche tentando di lanciare lattine e bottiglie, il mio sconcerto e il mio stupore crescevano, non riuscivo a credere che lo scempio non fosse riconosciuto da tutti nella sua clamorosa evidenza. Mi hanno poi spiegato che, pur non avendolo nominato, vi erano in piazza numerosi sostenitori di Vendola che hanno sentito nelle mie parole un atto d’accusa nei confronti del loro presidente. Così ho cominciato a capire, riconoscendo lo stile di antagonisti e no global in alcuni presenti fra il pubblico. Non era un dibattito e non era neanche il luogo per uno scontro politico. Anche per questo ho evitato di fare riferimenti diretti. Ma non potevo tacere i riferimenti agli interessi della mafia dimostrati da numerose inchieste concluse con condanne e sequestri di beni, in Sicilia come in Puglia. Molta ira, molta rabbia nei miei confronti, nonostante la precisione dei miei riferimenti e l’accorata dolente difesa di quel paesaggio che Cesare Brandi aveva attraversato, felice, come «pellegrino di Puglia».

Ma lo sconcerto si è trasformato in sgomento quando, dopo le iniziali dichiarazioni del presidente dell’assemblea regionale, presente in piazza, Onofrio Introna che mi esortava ad affrontare l’argomento in un’altra sede e in un pubblico dibattito (come se la devastazione del paesaggio potesse essere materia di discussione) ed evitando «accostamenti indebiti al malaffare mafioso» (chissà perché non lo dice ai magistrati), ho letto le considerazioni di un altro politico locale, che devo ritenere in buona fede, l’assessore regionale alle opere pubbliche e protezione civile Fabiano Amati il quale ha sostenuto le tesi dei libri Vento a favore di Edo Ronchi e Pietro Colucci e La nuova era delle energie naturali di Mario Tozzi.

Amati sostiene, con l’esaltazione del neofita e avendo come Vendola un ruolo pubblico importante, che «chi contesta energie rinnovabili o è uno stupido o è in malafede».
Capisco ora che con l’insolenza di tali amministratori sarà difficile salvare la Puglia dallo spirito di chi non riconosce la bellezza proprio nell’integrità del paesaggio, come Pasolini prima e ora Carlo Petrini. Ma Amati non è soddisfatto del suo progetto di devastazione energetica e si esalta nel ricordare «un documentario intitolato appunto The age of stupid prodotto da Greenpeace e Wwf e raccontato nel libro di Ronchi e Colucci. Nel video un uomo che vive nel 2055 nella terra devastata dalla crisi climatica, maledice un comitato di cittadini che nei primi anni 2000 bloccò un impianto eolico perché le pale avrebbero impedito di vedere dalle loro case il paesaggio». Ecco dunque Amati proclamarsi l’ideologo dell’aggressione e tutto apparire più chiaro, nel quadro della intolleranza politica.

In questo delirio messianico visionario, ispirato a un fanatismo che non potevo neppure immaginare, il profeta Amati travolge la verità di un fallimento annunciato e pagato dei consumatori quale si è rivelato in Europa l’eolico: le 4.500 torri, devastanti, installate in Italia producono il 2,5% dell’elettricità richiesta equivalente alla produzione di un’unica grande centrale termoelettrica. Sul fabbisogno energetico totale il contributo è pari a circa lo 0,8%.
Ancora, le indagini attualmente in corso presso la direzione distrettuale di Catanzaro confermano, alla faccia del moderato Introna e dell’esaltato Amati, che la ’ndrangheta ha individuato nel settore dell’eolico il futuro sviluppo dei propri affari.

E Amati, nel suo slancio contro noi, patetici difensori del paesaggio e della bellezza pugliesi, travolge considerandoli stupidi e in malafede (lui intelligentissimo e naturalmente in buona fede), Carlo Rubbia, il quale ha dichiarato: «Parlando di energie rinnovabili... è inutile insistere coll’energia eolica perché di vento in una penisola ce n’è poco, a differenza dei paesi del nord Europa»;

il Nobel Steinberger che scrive: «L’Europa dovrebbe annullare il suo sostegno all’energia eolica al più presto»;

Valéry Giscard d’Estaing, che ha dichiarato: «Guardando dalla finestra del Tgv che ci portava da Tours a Parigi sono rimasto inorridito dal paesaggio della Beauce, cara a Péguy e a Marcel Proust afflitto da una foresta di bianchi pali eolici che giravano con il vento»;


Umberto Veronesi, che chiosa: «Nonostante le battaglie di chi ama il nostro stupendo paesaggio già qualche collina allinea le orrende pale eoliche»;

Renato Soru che si ribella: «Per un piatto di lenticchie stiamo regalando, distruggendo per sempre il paesaggio della Sardegna»;


Mario Pirani che dice le mie stesse parole: «L’integrità di un paesaggio agreste unico al mondo, come quello delle campagne e dei paesi italiani viene devastato in partenza colle creazione dei cosiddetti parchi eolici»;

e ancora Ernesto Galli della Loggia che si rivolge direttamente a lui, il profeta Amati: «Ecco come in Italia un ecologismo di maniera, assurto a scialbo luogo comune buonista diviene nella realtà l’alibi per consentire a chi di dovere di guadagnare un bel po’ di quattrini».

Ecco, tutti personaggi da fischiare alla prossima occasione a Polignano a mare, non dimenticando il ministro Tremonti che giudica l’eolico «uno degli affari di corruzione più grandi d’Italia».

Fortunata la Puglia: nelle mani di Vendola e Amati tra qualche anno l’inutile paesaggio sarà «impalato» per sempre, alla faccia di noi che credevamo nella bellezza del mondo perduto di Pasolini e Petrini.


Se penso al vento che tirava oggi mamma mia non si muoveva ma manco una foglia!!
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 17-07-2011 12:45

Riporta:
Michele Greco scrive :A me interessa il singolo accadimento, piccolo o grande che sia, che distingue e denuncia lo strapotere e la strafottenza di chi può e, ancor di più, che metta in luce il rovescio d'una medaglia, cioè l'indifferenza di tanti altri che pur potento, non fanno e lasciano fare proprio a quelli che, in qualche modo contestano, e sicuramente invidiano.



Sono d'accordo. Questo mi incità a non demordere in questo lancio di "sassi" dalla riva del fiume, che è sempre meglio che... "tenerli in bocca"Smile

Ora sai cosa ci faccio sulla "riva del fiume"Cool



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 20-07-2011 18:27

Su richiesta di Michele Greco:


http://www.archivionucleare.com/index.ph...direttivo/

Michele Greco scrive:
20 Luglio 2011 alle 18:06


Caro Renzo Riva,
voltiamo pagina; ritengo d’aver dato anche troppa importanza a chi non la meriti.
Sul Forum Nucleare ho aperto una ventina di giorni fa una discussione “Nucleare no, bambina che abbaia, si” per evidenziare certe permissività e negazioni di cui il nostro paese è maestro.

Ho fatto riferimento anche ad un male legalizzato “Invasione di campi elettromagnetici di segnali in radiofrequenza” che vuole, non solo dar ragione ad una occulta deliquenza, quanto poi esserne anche arma per ricatti ed arricchimenti illeciti.

Quello che è stato indicato come male peggiore “Il Nucleare”, senza un onesto confronto ed altrettanto onesto dialogo, è, tra i tanti mali occulti elencabili sotto la voce abusata “Energia”, il meno pericoloso, il meno compreso, il meno informato, il meno “occulto”.

Ho chiesto a quanti membri e anche al comune lettore di Forum di riferire accadimenti di tal genere che abbiano nuociuto e nuocciano ancora alla salute pubblica. Un breve resocondo di quanto succede, all’insaputa dei più, in nome del “dio denaro” e della strafottenza al progresso ed alla onestà.

Ecco il “simbolo” della bambina che abbaia. A tutto ciò, di molto vago, ho riferito di alcuni fatti verificabili come quello di una donna di soli 37 anni che si suicida per l’aggressione continua che ha avuto nella sua città, nella sua strada, nella sua abitazione da una “inspiegabile” radiazione malefica.

La cosa più grave accade a Napoli dove, ad un comune e onesto cittadino, solo per aver chiesto legalmente il riconoscimento di molti diritti reali negatigli, per dissuaderlo dal continuare una causa in corso da circa dieci anni, della quale ha avuto già più sentenze favorevoli (Senza percepire nulla di quello di cui ha diritto) “dicitur” (si dice) che è stata mossa una organizzazione per “bombardarlo” con onde elettromagnetiche che gli hanno causato gravi danni e disturbi continui di salute.

Abbiamo un paese dove i mali radiottivi sono presenti e tangibili come per esempio l’amianto che ancora copre tetti di migliaia di abitazioni, ripetitori di telefonia mobile, elettromagneti ben nascosti in civili abitazioni, antenne radiobase, ecc.ecc. per non parlare dei materiali adoperati per costruire case, strade ecc.ecc.
Penso che questo problema è utile segnalarlo, discuterlo e, se si vuole, anche contestarlo, non solo su Forum ma anche su questa “rubrica” di scambi informativi e di rivendicazioni sociali.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 20-07-2011 20:50

Hai lanciato un'altra pietra sull'altra sponda; una pietra che forse ha colpito l'indifferenza di chi da quella riva, opposta alla tua, non si accorge del livido cielo e che le notti incominciano prima. Questi non conoscono il declino tantomeno la linea di confine.
Personalmente ho bisogno di provocazioni, ho bisogno di contestazioni intelligenti, ho bisogno di piccole verità e di grandi certezze. Non è possibile camminare sempre col capo chino!
Grazie
Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 21-07-2011 10:25

mi.greco ha Scritto:

Hai lanciato un'altra pietra sull'altra sponda; una pietra che forse ha colpito l'indifferenza di chi da quella riva, opposta alla tua, non  si accorge del livido cielo e che le notti incominciano prima. Questi non conoscono il declino tantomeno la linea di confine.
Personalmente ho bisogno di provocazioni, ho bisogno di contestazioni intelligenti, ho bisogno di piccole verità e di grandi certezze. Non è possibile camminare sempre col capo chino!
Grazie
Michele Greco


Avrei una idea, che racchiude tutti  i tuoi "bisogni" Smile e per non essere frainteso la riassumo:

Il questo momento l'Europa è sotto attacco dalla speculazione internazionale finanziaria.

Barroso chiede "unità" d'intenti ai stati membri per trovare una soluzione, bene, la mia provocazione è di scrivere una lettera al Presidente Barroso e propogli di creare un progetto di "Energia Comunitaria"  naturalmente nucleare con le centrali costruite negli stati che non hanno la psicosi NIMBY. Centrali Nucleari Comuni Europee ( CNCE)
L'energia prodotta inviata a prezzi ragionevoli alle nazioni in affanno economico.

L' idea di un progetto di grande provocazione,ma allo stesso tempo di prospettiva di risoluzione del declino energetico in atto.

Chissà , forse al Presidente Barroso , piace l'idea.......

Mi daresti una mano a scrivere questa lettera, dato che io non sono in grado di esprimermi nel modo consono della burocrazia?

Questo vuole essere un segnale, forse una provocazione e non ultimo  una contestazione all'immobilismo di idee, ormai imperante.

Cher

RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 21-07-2011 13:18

Naturalmente è ben accetto il contributo di tutti, anche solo sotto l'aspetto di ragionamento.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 21-07-2011 20:05

Ogni idea è buona ma per essere considerata bisogna che risponda a alcuni requisiti; ne cito due.
Il più importante è la fattibilità.
Segue la considerazione che si possa avere di chi la propone specie quando è un singolo privo di poteri politici o di altri inerenti al problema.

Personalmente non sono in grado di valutare la fattibilità di quanto proporresti all'Unità Europea in un momento estremamente delicato sia per l'economia, sia per la difficile gestione di rapporti interni unitari all'Unione stessa che mi appare piuttosto disunita e irrazionale.
Per quanto possa riguardare la proposta fatta da te o da me, o da tutti e due, mi appare improbabile che possa avere un peso sufficiente per essere accolta.
Comunque, se ben ricordi una decina di giorni or sono ho fatto pubblicare in questo forum il Manifesto diramato dalla Società Italiana per lo Sviluppo Scientifico che intende raccogliere consensi
di persone di buon livello culturale e tra questi, universitari, ricercatori, studiosi, scienziati, docenti ed intellettuali per far proprie le nobili motivazioni che lo ispirano e per creare un movimento culturale di equilibrio tra la volontà politica e le Istituzioni.
La Sips è una Istituzione credibile che non rappresenta un singolo ma una moltitudine di uomini di scienza disposta a far sentire la propria voce non solo nel nostro paese ma anche e soprattutto nell'intera Europa. Ho dalla presidenza della Sips avuto l'incarico di far sottofirmare il Manifesto da quante persone di studio vogliano accogliere la proposta associativa. Potrebbe, al momento opportuno, la stessa Sips studiare con noi e proporre, se valida, la tua idea. E' questione di tempo.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 21-07-2011 20:52

mi.greco ha Scritto:

Ogni idea è buona ma per essere considerata bisogna che risponda a alcuni requisiti; ne cito due.
Il più importante è la fattibilità.
Segue la considerazione che si possa avere di chi la propone specie quando è un singolo privo di poteri politici o di altri inerenti al problema.

Personalmente non sono in grado di valutare la fattibilità di quanto proporresti all'Unità Europea in un momento estremamente delicato sia per l'economia, sia per la difficile gestione di rapporti interni unitari all'Unione stessa che mi appare piuttosto disunita e irrazionale.
Per quanto possa riguardare la proposta fatta da te o da me, o da tutti e due, mi appare improbabile che possa avere un peso sufficiente per essere accolta.
Comunque, se ben ricordi una decina di giorni or sono ho fatto pubblicare in questo forum il Manifesto diramato dalla Società Italiana per lo Sviluppo Scientifico che intende raccogliere consensi
di persone di buon livello culturale e tra questi, universitari, ricercatori, studiosi,  scienziati, docenti ed intellettuali per far proprie le nobili motivazioni che lo ispirano e per creare un movimento  culturale di equilibrio tra la volontà politica e le Istituzioni.
La Sips è una Istituzione credibile che non rappresenta un singolo ma una moltitudine di uomini di scienza disposta a far sentire la propria voce non solo nel nostro paese ma anche e soprattutto nell'intera Europa. Ho dalla presidenza della Sips avuto l'incarico di far sottofirmare il Manifesto da quante persone di studio vogliano accogliere la proposta associativa. Potrebbe, al momento opportuno, la stessa Sips studiare con noi e proporre, se valida, la tua idea. E' questione di tempo.

Michele Greco


Con piacere noto che è stato colto il "senso" della mia idea.
Molto onorato.
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 22-07-2011 11:45

Sulla base di quanto scritto nella mia precedente risposta, invito i collaboratori di NuclearMeeting e del Forum dell'Agenzia Nucleare di prendere in considerazione la possibilità di sottoscrivere il Manifesto diramato della SIPS scrivendo direttamente, o nella presente Rubrica, o a grecom2003@libero.it. Vi sarà data risposta con la conferma dell'avvenuta sottoscrizione.
Intanto vi inviterei di prendere in considerazione le problematiche emerse in "Nucleare no, bambina che abbaia si.", soprattutto denuncianto il diffuso malcostume degli abusi che si fanno nell'uso di una tecnologia che con le Radiazioni emesse danneggiano la salute pubblica.
L'unica garanzia e punto di riferimento che ha oggi il nostro Paese è la figura del nostro Presidente della Repubblica on.Giorgio Napolitano che ripetutamente lancia un appello affinchè le colonne portanti del nostro paese, politica e magistratura, possano trovare un equilibrio ed una "pace operativa" senza la quale è impossibile evitare fenomeni di malcostume e delinquenza associativa.
Se viene meno l'efficienza di tali Istituzioni gli abusi, compreso la cattiva gestrione delle tecnologie più avanzate, non potranno essere debellati.
Non si può far meno che accogliere con plauso i continui inviti dell'on. Giorgio Napolitano che non demorde dal portare avanti i suoi impegni costituzionali anche se il suo mandato presidenziale volge al concludersi.
La Politica è la Magistratura devono definitivamente eliminare ogni contrasto e ricondurre il proprio impegno alla soluzioni dei gravissimi problemi che affliggono il Paese.
Senza tali guide non una, ma mille bambine abbaieranno, continuando a vivere nella indifferenza della gente comune e delle Istituzioni.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 22-07-2011 12:07

Io ti sottoscrivo il manifesto pubblicato dalla SIPS
http://www.sipsinfo.it/MANIFESTO%20DELLA...LIANA.html

Devo mandarti miei dati alla tua casella mail?


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 22-07-2011 12:12

Per sottoscriversi inviare Nome Cognome luogo e data di nascita città ed indirizzo di residenza, telefono ed indirizzo email.
Se non si vogliono rendere pubblici detti dati inviarli all'idirizzo email indicatovi
grecom2003@libero.it

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 23-07-2011 14:31

Vi è un intervento di Cher su "Il muro della vergogna dei giornalisti" utile alle argomentazioni di "Nucleare no, bambina che abbaia, si"
Vi consiglio di andare a leggere il dialogo in corso sulle manipolazioni giornalistiche o, aprire
http://www.libreidee.org/2011/06/latte-r...al-sicuro/

Michele Greco



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RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 23-07-2011 14:59

mi.greco ha Scritto:

Vi è un intervento di Cher su "Il muro della vergogna dei giornalisti" utile alle argomentazioni di "Nucleare no, bambina che abbaia, si"
Vi consiglio di andare a leggere il dialogo in corso sulle manipolazioni giornalistiche o, aprire
http://www.libreidee.org/2011/06/latte-r...al-sicuro/

Michele Greco



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il link giusto è questo:

http://www.libreidee.org/2011/06/latte-r...al-sicuro/


Naturalmente questo sito è zeppo di "castronerie" di prima scelta,resta solo l'imbarazzo dove riporre lo sdegno.
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 23-07-2011 16:53

Caro Cher,
sono daccordo che la notizia diramata da un giovane studente, prossimo alla laurea, non fa testo, anche perchè non è sorretta da una adeguata e credibile documentazione.
Ciò non toglie che il tuo sdegno è infondato perchè credo, scusami se sbaglio, che anche tu non hai elementi per smentirlo.
In altre parole la bilancia non può avere pesi diversi se su uno dei piatti viene posto un "non valore"; se puoi smentire potrai portare a tuo favore il giusto peso.
Smentire significa ricondurre alla giusta considerazione la falsità di quanto si asserisce.
Il latte e la verdura fanno male? Ma fa male anche la comune sigaretta o il comune cellulare, giusto per parlare di scontati modelli di malessere sociale; e fumo e cellulari non sono stati "spinti" fino a noi da un venticello orientale.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 23-07-2011 19:31

mi.greco ha Scritto:

Caro Cher,
sono daccordo che la notizia diramata da un giovane studente, prossimo alla laurea, non fa testo, anche perchè non è sorretta da una adeguata e credibile documentazione.
Ciò non toglie che il tuo sdegno è infondato perchè credo, scusami se sbaglio, che anche tu non hai elementi per smentirlo.
In altre parole la bilancia non può avere pesi diversi se su uno dei piatti viene posto un "non valore"; se puoi smentire potrai portare a tuo favore il giusto peso.
Smentire significa ricondurre alla giusta considerazione la falsità di quanto si asserisce.
Il latte e la verdura fanno male? Ma fa male anche la comune sigaretta o il comune cellulare, giusto per parlare di scontati modelli di malessere sociale; e fumo e cellulari non sono stati "spinti" fino a noi da un venticello orientale.

Michele Greco

Capisco che bisogna confutare per affermare che quanto diramato dagli Ecostorditi è solo fesseria con intenti propagandistici antinucleari, ma il giochetto dei numeri funziona anche alla rovescia.

Vediamo un dettaglio dell'intrapendente :
.......«Questo significa che con poco più di 10 litri di latte contaminato il bambino riceve una dose radioattiva che raggiunge il limite massimo di sicurezza  imposto dalla direttiva Euratom per un anno», sostiene Lorenzo. «Con un litro di latte contaminato viene pertanto ingurgitata una quantità di iodio-131 che secondo Euratom è da considerare pericolosa, anche se fosse stata assunta in un mese». Comunque, al di là dei numeri, appellandosi alla letteratura scientifica, per Lorenzo si può certamente affermare che «non esiste soglia sotto la quale le radiazioni non possono fare danno, visto che si tratta di una questione probabilistica». I limiti di legge, continua il futuro medico-ecologo, «sono solo valori precauzionali: pertanto, ad ogni seppur minimale aumento dell’esposizione, corrisponde un aumento della possibilità di avere dei danni alla salute (e all’ambiente) perchè i nostri meccanismi di autoriparazione dei danni genetici sono “abituati” a lavorare con livelli di fondo più bassi», senza contare che «non esistono studi ufficiali sugli effetti di “basse” esposizioni prolungate nel tempo».

Questa affermazione è solo un pasticcio di comodo per generare panico in quanto la dose di Iodio 131 non è stata stabilita nel latte somministrato ma la si paragona al livello di soglia precauzionale, poi si tirano le conclusioni di comodo moltiplicando per dieci.
Poi conclude, sorvolando sui numeri ma ribadendo "che non esiste soglia"

Se portiamo a 100 i litri di latte dati al bimbo...... il bimbo si gonfia?

L'emivita dell'isotopo Iodio 131 è di 8 giorni è un dato irrilevante o lo teniamo presente?

Ci sono aree nel mondo con tanto di popolazioni che convivono con livelli di radiazioni molto elevati, vogliamo considerarle?

Naturalmente si confonde la sostanza chimica( vedi la melamina) con la radioattività ,vedi :
http://www.medicinalive.com/medicina-tra...in-italia/

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni...-casi.html



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 24-07-2011 11:43

Sono convinto che sul pianeta la "contaminazione" è ben distribuita un po' in ogni luogo e in ogni cosa contaminabile, specie nei prodotti organici e, particolarmente pericolosa, in quelli alimentari.
Il problema è stabilire se questa contaminazione si sia, nel nostro paese, aggravata dopo il disastro giapponese o no!
E' da decenni che si parla dei cibi contaminati compreso il latte, pertanto è da emeriti idioti attribuire dette responsabilità al recente dramma nucleare e naturale.
Piuttosto, ciò che è ancor più grave ed immorale, è usare questo fenomeno, vero o falso che sia, per speculare a fini politici e personali senza, invece, cercar rimedi a quelle contaminazioni di cui siamo provocatori e vittime.
Comunque tutto ciò che accade, sia in buona fede, sia volutamente per comodi interessi, non giustifica fermare il progresso scientifico ed incriminare la ricerca.
Tantomeno si giustifica l'"arrembaggio" al quale si assiste a prodotti di comodo che dovrebbero sostituire i benefici ed i "malefici" del nucleare, come le energie rinnovabili che sono ancora deboli ed insicure per i molteplici e dimostrati motivi ai quali da tempo facciamo riferimento.
Se vogliamo risparmiare, se vogliamo il nostro territorio meno inquinato e meno pericoloso, perchè non sostituiamo i nostri comuni mezzi di trasporto con le biciclette, con carrozze tirate da bei cavalli, con deltaplani e barche a vela?
Vedrete come finirebbero i conflitti per l'accaparramento del petrolio!
Ma l'uomo del terzo millennio ha bisogno di "ridurre" le distanze in tempi sempre più brevi, così, riducendo le distanze materiali, le geografie di superficie ed aeree, potrà sempre più accrescere quelle della comprenzione e del convivio umano, comode alla speculazione ed alla disuguaglianza.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 25-07-2011 14:48

mi.greco ha Scritto:

Sono convinto che sul pianeta la "contaminazione" è ben distribuita un po' in ogni luogo e in ogni cosa contaminabile, specie nei prodotti organici e, particolarmente pericolosa, in quelli alimentari.
Il problema è stabilire se questa contaminazione si sia, nel nostro paese, aggravata dopo il disastro giapponese o no!
E' da decenni che si parla dei cibi contaminati compreso il latte, pertanto è da emeriti idioti attribuire dette responsabilità al recente dramma nucleare e naturale.
Piuttosto, ciò che è ancor più grave ed immorale, è usare questo fenomeno, vero o falso che sia, per speculare a fini politici e personali senza, invece, cercar rimedi a quelle contaminazioni di cui siamo provocatori e vittime.
Comunque tutto ciò che accade, sia in buona fede, sia volutamente per comodi interessi, non giustifica fermare il progresso scientifico ed incriminare la ricerca.
Tantomeno si giustifica l'"arrembaggio" al quale si assiste a prodotti di comodo che dovrebbero sostituire i benefici ed i "malefici" del nucleare, come le energie rinnovabili che sono ancora deboli ed insicure per i molteplici e dimostrati motivi ai quali da tempo facciamo riferimento.
Se vogliamo risparmiare, se vogliamo il nostro territorio meno inquinato e meno pericoloso, perchè non sostituiamo i nostri comuni mezzi di trasporto con le biciclette, con carrozze tirate da bei cavalli, con deltaplani e barche a vela?
Vedrete come finirebbero i conflitti per l'accaparramento del petrolio!
Ma l'uomo del terzo millennio ha bisogno di "ridurre" le distanze in tempi sempre più brevi, così, riducendo le distanze materiali, le geografie di superficie ed aeree, potrà sempre più accrescere quelle della comprenzione e del convivio umano, comode alla speculazione ed alla disuguaglianza.

Michele Greco

http://www.sogin.eu/approfondimenti/Radi...retta.aspx

La radiazione terrestre diretta
Un diverso contributo alla radiazione naturale di fondo deriva dai radioisotopi naturali presenti a diversa concentrazione nelle acque, nelle rocce e nei terreni. Gran parte di questi radioisotopi naturali si originano gli uni dagli altri nel corso del processo di decadimento e vengono perciò raggruppati in “famiglie”, ciascuna originata da un radioisotopo “capostipite” e composta da tutti i radioisotopi che si generano nel decadimento del capostipite o di uno dei nuclei risultanti. La maggior parte dei radioisotopi naturali può essere in tal modo raggruppata in tre famiglie:
la famiglia dell’uranio, avente come capostipite l’uranio-238
la famiglia dell'attinio, avente come capostipite l’uranio-235
la famiglia del torio, avente come capostipite il torio-232
Con la radioattività artificiale indotta dall’uomo nei processi e nei reattori nucleari è stata scoperta anche la famiglia del nettunio, di cui possono essere considerati capostipiti o il curio-245 (245Cm) con T=9,3103 anni o il plutonio-241 (241Pu) con T=13,2 anni. Questa famiglia è assente in natura a causa delle brevi vite medie dei suoi componenti, almeno se considerate su scala geologica: infatti, anche se fosse stata presente all’epoca di formazione della Terra, tutti i suoi membri sarebbero ormai trasformati nel termine finale stabile, il 209Bi.

L'irradiazione, interna ed esterna, del corpo umano è causata in massima parte dai radioisotopi delle famiglie dell'uranio e del torio. Nella figura 1 sono illustrati i componenti di queste due famiglie. Ai fini dell’esposizione umana i radioisotopi naturali più importanti sono il potassio-40, l’uranio-238, il torio-232 e i discendenti di questi ultimi due (specie il radio-226, il radon-220, il radon-222, il polonio-210 e il piombo-210), tutti presenti nelle principali matrici ambientali e nei materiali impiegati nella costruzione degli edifici. La composizione e la concentrazione della radioattività naturale nel terreno variano tuttavia largamente.

Il contributo della radiazione terrestre varia molto con le caratteristiche geomorfologiche del terreno. In Italia esso determina una dose efficace individuale media di circa 0,60 mSv/anno, con margini di variabilità compresi fra la metà e il doppio della dose media, a seconda delle regioni. Esistono zone del pianeta in cui si hanno dosi anche 100 volte maggiori, come ad esempio nelle regioni indiane di Kerala e Tamil Nadu (da 4 a 17 mSv/anno) e nelle regioni brasiliane di Poços de Caldas e Guarapari (da 15 a 250 mSv/anno). Uno dei punti più “caldi” della Terra per quanto riguarda la radioattività ambientale è stato scoperto a Ramsar, in Iran, dove sono stati misurati livelli superiori ai 400 mSv/anno.

L'irraggiamento interno ed esterno (con riferimento al corpo umano) è causato quasi esclusivamente dai radioisotopi delle famiglie dell'uranio e del torio presenti nei minerali naturali e quindi nei materiali da costruzione. In ognuna delle famiglie radioattive compare un radioisotopo del radon (Rn), che assume notevole importanza nella determinazione della dose ambientale, tanto da richiedere un’analisi a parte (vedi più oltre “Esposizione al Radon”).

Nei materiali usati in edilizia si hanno normalmente 10 100 Bq/kg di radio-226 e torio-232, con picchi fino a qualche migliaio di Bq/kg, come si verifica per lo scisto di allume (Svezia), per le scorie di silicato di calcio (USA) e per i residui delle miniere di uranio (USA). Il potassio-40 è presente in concentrazioni di attività per lo più comprese tra qualche centinaio ed oltre un migliaio di Bq/kg. Il tufo vulcanico è caratterizzato da concentrazioni di radio-226 e torio-232 di 100 300 Bq/kg e di circa 1.500 Bq/kg di potassio-40.
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 26-07-2011 11:55

Pongo a tutti alcune domande.
Sapete dirmi quali rimedi le autorità preposte per la salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente, anche se distintamente rappresentate, abbiano adottato ed adottino, o che pensano di adottare, o che vorrebbero adottare, per debellare o, per lo meno, ridurre i mali e le diverse patologie provocate dai volontari o involontari inquinamenti nei nostri spazi conviviali e vitali?
Se non sbaglio i mali provocati volontariamente sono azioni delinquenziali e tali diventano anche quelle che, seppure involontarie, sono conosciute ed ignorate.
Vi sono o non vi sono delle leggi a salvaguardare il rispetto d'una popolazione per lo più ignara ed impotente?
Si può sopportare la violenza contro i minori e gli indifesi e l'arricchimento illecito di quelle società che producono e sperimentano sulla nostra pelle "armi silenziose" legate ad un presunto benessere energetico?
In che modo possiamo difenderci se, pur chiedendo aiuto, l'aiuto ci viene negato, se, pur difronte ad accertati danni "confessati" e resi noti da autorevoli fonti d'informazione scientifica e medica, si fa orecchio da mercante?
Qualcuno può spiegare alle masse, per lo più convinte alla passività dalle "crociate anti nucleari", di cosa parliamo quando facciamo riferimento al persistere di inquinamenti biologici e biofisici voluti dal tornaconto di poteri esclusivamente ed egoisticamente e cinicamente economici?

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 27-07-2011 14:26

Vi riporto due notizie apparse sul "Il Mattino" di Napoli, oggi.
La prima ci fa capire come la nostra dipendenza da certe conquiste tecnologiche ci porti ad un vero e proprio "panico di paura" quando s'interrompe il funzionamento di un, ormai "indispensabile", sistema di comunicazione. Un po' come l'improvviso crollo di un ponte(kafchiano) che unisce due rive.
Eppure questi sistemi che migliorano la nostra convivenza sono pericolosi, come è stato ripetutamente denunciato, non solo alla salute di chi li adopera ma anche a quanti, pur non adoperandoli, sono costretti a condividerli.
E' drammatico dover scegliere tra un benessere che crea malesseri e una faticosa abitudine ormai vecchia e superata, ma sana (non parlo dei metodi primitivi delle percussioni ritmiche o dei fumi degli andichi indiani; linguaggi ed alfabeti scomparsi col progresso).
Proiettarsi verso i "pericoli" del nucleare, o rendere più efficiente l'uso del gas, del carbone e del petrolio?
Scusatemi, stavo dimenticando, che abbiamo in campo le energie rinnovabili.
Quindi un futuro pulito, sicuro ed economico, senza i pericoli d'una catastrofe nucleare?
E' lecito avere qualche dubbio?
Intanto andiamo a ripristinare antenne e trasmittenti a Giugliano dove si preferisce vivere tra i rifiuti piuttosto che avere un cellulare spento per un po' di salutare tempo.
La notizia.

-"Salve vorrei segnalare un problema molto serio che affligge tantissime famiglie residenti nel comune di Giugliano in Campania e precisamente Zona Stadio Nuovo Corso Campano. Dal giorno 2 Giugno 2011 improvvisamente i ripetitori TIM e VODAFONE hanno smesso di funzionare e da allora nonostante migliaia di telefonate ai vari call center la situazione non è cambiata gli operatori scoraggiati inventano un guasto al giorno ma nessuno è in grado di dare una risposta certa e basata su fonti accertate.
Inoltre nella zona in cui risiedo la WIND e l H3G funzionano malissimo.
Io posso ritenermi fortunato avendo una linea fissa ma ci sono centinaia e centinaia di famiglia che utilizzano il cellulare come unico ponte di comunicazione con il mondo esterno ed onestamente nel 2011 certe situazioni sono assolutamente pazzesche.
Mi auguro che queste poche righe possano far chiarezza su questa problematica grazie mille e complimenti per il quotidiano online e per quello cartaceo

In fede GENTILE Davide-"

La seconda notizia si potrebbe, per certi versi, ricollegarla alla sfortunata bambina, figlia di due incapaci, che, costretta a vivere con un cane, lo imita.
Anche in questo caso , quello che leggerete accaduto ad Ascoli, vi è una matrice d'incapacità, di superficialità, di cultura, o di pura delinquenza?


-"ASCOLI - Un’ipotesi agghiacciante che non viene trascurata nell’ambito delle indagini sul piccolo Jason, il bimbo di due mesi e mezzo scomparso a Folignano e di cui non si conosce ancora la sorte, è che la giovane madre, convinta che il bimbo fosse morto mentre magari era solo stordito, lo abbia abbandonato ancora vivo da qualche parte.
La donna, Katia Reginella, 24 anni, sostiene di averlo seppellito in un bosco a Castel Trosino, a diverse decine di chilometri da dove risiede, ma il corpicino non è stato ancora trovato. Il verbale dell’ultimo interrogatorio della donna, che ha forti disagi psicologici, è stato secretato, ma trapela che la Reginella avrebbe detto di essere caduta mentre teneva il bimbo in braccio: “mi sembrava morto”, avrebbe riferito agli inquirenti. Intanto, Denny Pruscino, il padre - non biologico - di Jason, dovrebbe partecipare oggi al sopralluogo dei Ris nell’ appartamento a Piane di Morro dove abita con la moglie. I carabinieri delle investigazioni scientifiche, che arriveranno a Folignano in ritardo essendo stati 'dirottatì a Prato sulla scena del crimine dei due fidanzati trovati morti accoltellati, dovranno tra l’altro ricercare con il Luminol eventuali tracce ematiche laddove la Reginella sostiene che il piccolo è caduto battendo la testa. Le sua ricostruzione di ciò che sarebbe avvenuto dopo viene considerata completamente inattendibile. Anche per questo, oggi, sarà forse risentito il marito, secondo cui Jason è vivo e si trova all’estero affidato a terze persone. Le indagini sono coordinate dal comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli col. Alessandro Patrizio, lo stesso che si sta occupando con i suoi uomini del caso Melania Rea, nonostante gli atti dell’inchiesta siano passati a Teramo.-"


Ritengo che viviamo in una società disunita in tutto ma pronta a reagire e ad unirsi soltanto se il proprio benessere, poco o grande che sia, venga messo in pericolo. Ci si unisce in piazza, in chiesa, nei camposanti, allo stadio, nelle sagre e nelle feste pagane, o religiose che siano, ma non spontaneamente; le genti vanno stimolate, istigate, raccolte negli stazzi conferenziali e politici, radunate e disperse a bastonate dalle forze dell'ordine se necessario.
Chiedete alle vittime del cattivo funzionamento d'un ripetitore che cosa abbiano mai capito dell'energia nucleare e chi di loro è disponibile a rinunciare al proprio televisore per recuperare i perduti ritmi biologici della propria vita?.

La vita è un vuoto a perdere!

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 27-07-2011 19:06

Precisazione
Nel pezzo che mi precede ho messo tra virgolette "panico di paura" che vi potrà sembrare un errore.
Faccio riferimento ad una canzone "panico di paura" del complesso Tamarri per mettere in ridicolo la notizia che segue.
Vi è gente che si fa prendere dal panico perchè il proprio cellulare non funziona e si sente solo, senza alcuna possibilità di comunicare.
Questa "sensazione" provocata è ancor più grave delle tante patologie dovute da una certa tecnologia sociale.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 28-07-2011 14:51

Correva l'anno 1905 e uno scrittore Italiano scrisse un racconto quanto mai attuale in riferimento alla scienza.

Ma prima di postarlo, quante cose sono avvenute in campo scientifico dal 1905 ad oggi a beneficio dell'umanità? E quante di queste scoperte e relative loro aplicazioni sono arenate dai politici da noi eletti?
una piccola rflessione prima di leggere un piacevole racconto eper piacevole intendo la scorrevolezza del testo.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 28-07-2011 15:18

Caro Cher,
forse non hai capito che io sono un cretino.
Non ho capito quello che hai scritto che dovrebbe essere una risposta a quanto io ho scritto precedentemente.
Comunque è ovvio che in un lasso di tempo può accadere di tutto ed è altrettanto ovvio che nel nostro paese non vi è autonomia nè libertà di parola, per non parlar di oneste azioni.
Quando vi è abuso di libertà (permissività) la stessa cade in disuso. Ciò accade per certi valori di vita comunitaria. Per il non valore, tipo la violenza, la prepotenza, il potere, la dittatura e lo sfruttamento, per citarne alcuni, ciò non succede.
La responsabilità è nostra, la politica ed i suoi rappresentanti, oggi, sono purtroppo figli della nostra ignoranza e superficialità.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 29-07-2011 10:28

http://www.pirandelloweb.com/novelle/192...la_scienza

NOVELLE PER UN ANNO - 1923 - "LA MOSCA"
3. Le sorprese della scienza (1905)

«Il Marzocco», 3 dicembre 1905, poi in Erma bifronte, Treves Milano 1906.



Avevo ben capito che l'amico Tucci, nell'invitarmi con quelle sue calorose e pressanti lettere a passare l'estate a Milocca, in fondo non desiderava tanto di procurare un piacere a me, quanto a se stesso il gusto di farmi restare a bocca aperta mostrandomi ciò che aveva saputo fare, con molto coraggio, in tanti anni d'infaticabile operosità.
Aveva preso a suo rischio e ventura certi terreni paludosi che ammorbavano quel paese, e ne aveva fatto i campi piú ubertosi di tutto il circondario: un paradiso!
Non mi faceva grazia nelle sue lettere di nessuno dei tanti palpiti che quella bonifica gli era costata e di nessuno dei tanti mezzi escogitati, dei tanti guai che gli erano diluviati, di nessuna delle tante lotte sostenute, lui solo contro Milocca tutta: lotte rusticane e lotte civili.
Per invogliarmi forse maggiormente, nell'ultima lettera mi diceva tra l'altro che aveva preso in moglie una saggia massaja, massaja in tutto: otto figliuoli in otto anni di matrimonio (due a un parto), e un nono per via; che aveva anche la suocera in casa, bravissima donna che gli voler a un mondo di bene, e anche il suocero in casa, perla d'uomo, dotto latinista e mio sviscerato ammiratore. Sicuro. Perché la mia fama di scrittore era volata fino a Milocca, dacché in un giornale s'era letto non so che articolo che parlava di me e d'un mio libro, dove c era un uomo che moriva due volte. Leggendo quell'articolo di giornale, l'amico Tucci s'era ricordato d'un tratto che noi era, amo stati compagni di scuola tant'anni, al Liceo e all'Università, e aveva parlato entusiastica mente del mio straordinario ingegno a suo suocero, il quale subito s'era fatto venire il libro di cui quel giornale parlava.
Ebbene, confesso che proprio quest'ultima notizia fu quella che mi vinse. Non càpita facilmente agli scrittori italiani la fortuna di veder la faccia dabbene d'uno dei tre o quattro acquirenti di qualche loro libro benavventurato. Presi il treno e partii per Milocca.
Otto ore buone di ferrovia e cinque di vettura.
Ma piano, con questa vettura! Cent'anni fa, non dico, sarà anche stata non molto vecchia; forse qualche molla, cent'anni fa, doveva averla ancora, anche se tre o quattro razzi delle ruote davanti e cinque o sei di quelle di dietro erano di già attorti di spago così come si vedevano adesso. Cuscini, non ne parliamo! Là, su la tavola nuda; e bisognava sedere in punta in punta, per cansare il rischio che la carne rimanesse presa in qualche fessura, giacché il legno, correndo, sganasciava tutto. Ma piano, con questo correre! Doveva dirlo la bestia. E quella bestia lì non diceva nulla: salutava perfino col muso a camminare. Sì, centomila volle sì, scambio dei piedi, voleva metterci le froge per terra, come ce le metteva, povera decrepita rozza, tanto gli zoccoli sferrati le facevano male. E quel boja di vetturino intanto aveva il coraggio di dire che bisognava saperla guidare, lasciarla andare col suo verso, perché ombrava, ombrava e, a frustarla, ritta gli si levava come una lepre, certe volte quella bestiaccia lì.
E che strada! Non posso dire d'averla proprio veduta bene tutta quanta perché in certi precipizi ridi piuttosto la morte con gli occhi. Ma c erano poi le peltate che me la lasciavano ammirare per tutta un'eternità, tra i cigolii del legno e il soffiai di quella rozza sfiancata, che accorava. Da quanti mai secoli non era stata piú riattata quella strada?

– Il pan delle vetture è il brecciale, – mi spiegò il vetturino. – Se lo mangiano con le ruote. Quando manchi il brecciale, si mangiano la strada.

E se l'erano mangiata bene oh, quella strada! Certi solchi che, a infilarli, non dico, ci s'andava meglio che in un binario, da non muoversene piú però, badiamo! ma, a cascarci dentro per uno spaglio della bestia, si ribaltava com'è vero Dio ed era grazia cavarne sano l'osso del collo

– Ma perché le lasciano così senza pane le vetture a Milocca? – domandai.

– Perché? Perché c'è il progetto, – mi rispose il vetturino.

– Il...?

– Progetto, sissignore. Anzi, tanti progetti, ci sono. C'è chi vuoi portare la via ferrata fino a Milocca, e chi dice il tram e chi l'automobile. Insomma si studia, ecco, per poi riparare come faccia meglio al caso.

– E intanto?

– Intanto io mi privo di comperare un altro legno e un'altra bestia, perché, capirà, se mettono il treno o il tram o l'automobile, posso fischiare.

Arrivai a Milocca a sera chiusa.

Non vidi nulla, perché secondo il calendario doveva esserci la luna, quella sera; la luna non c'era; i lampioni a petrolio non erano stati accesi; e dunque non ci si vedeva neanche a tirar moccoli.
Villa Tucci era a circa mezz'ora dal paese. Ma, o che la rozza veramente non ne potesse piú o che avesse fiutato la rimessa lì vicina, come diceva sacrando il vetturino, il fatto è che non volle piú andare avanti nemmeno d'un passo.
E non seppi darle torto, io.
Dopo cinque ore di compagnia, m'ero quasi quasi medesimato con quella bestia: non avrei voluto piú andare avanti, neanch'io.
Pensavo:

« Chi sa, dopo tant'anni, come ritroverò Merigo Tucci! Già me lo ricordo così in nebbia. Chi sa come si sarà abbrutito a furia di batter la testa contro le dure, stupide realtà quotidiane d'una meschina vita provinciale! Da compagno di scuola, egli mi ammirava; ma ora vuoi essere ammirato lui da me, perché, – buttati via i libri – s'è arricchito; mentr'io, là! potrò farmi giulebbare dal suocero dotto latinista, il quale, figuriamoci! mi farà scontare a sudore di sangue le tre lirette spese per il mio libro. E otto marmocchi poi, e la suocera, Dio immortale, e la nuora buona massaja. E questo paese che Tucci mi ha decantato ricchissimo e che intanto si fa trovare al bujo, dopo quella stradaccia lì e questo legnetto qua per accogliere gli ospiti. Dove son venuto a cacciarmi? »

Mentre mi pascevo comodamente di queste dolci riflessioni, la rozza, piantata lì su i quattro stinchi, si pasceva a sua volta d'una tempesta di frustate, imperturbabilmente. Alla fine il vetturino, stanco morto di quella sua gran fatica, disperato e furibondo, mi propose di andare a piedi.

– È qui vicino. La valigia gliela porto io.

– E andiamo, su! Sgranchiremo le gambe, – dissi io, smontando. – Ma la via è buona, almeno? Con questo bujo...

Lei non tema. Andrò io avanti; lei mi terrà dietro, piano piano, con giudizio.
Fortuna ch'era bujo! Quel ch'occhio non vede, cuore non crede. Quando però il giorno dopo vidi quell'altra strada lì restai basito, non tanto perché c'ero passato, quanto per il pensiero che se Dio misericordioso aveva permesso che non ci lasciassi la pelle, chi sa a quali terribili prove vuoi dire che m'ha predestinato.
Fu così forte l'impressione che mi fece quella strada e poi l'aspetto di quel paese – squallido, nudo in desolato abbandono, come dopo un saccheggio o un orrendo cataclisma; senza vie, senz'acqua, senza luce – che la villa dell'amico mio e l'accoglienza ch'egli mi fece con tutti i suoi e l'ammirazione del suocero e via dicendo mi parvero rose, a confronto.

– Ma come! – dissi al Tucci. – Questo è il paese ricco e felice, tra i piú ricchi e felici del mondo?

E Tucci, socchiudendo gli occhi:

– Questo. E te ne accorgerai.

Mi venne di prenderlo a schiaffi. Perché non s'era mica incretinito quel pezzo d'omaccione là; pareva anzi che l'ingegno naturale, con l'alacrità e l'esperienza della vita, nelle dure lotte contro la terra e gli uomini, gli si fosse ingagliardito e acceso; e gli sfolgorava dagli occhi ridenti, da cui io, sciupato e immalinconito dalle vane brighe della città, roso dalle artificiose assidue cure ìntellettuali, mi sentivo commiserato e deriso a un tempo.
Ma se, ad onta delle mie previsioni, dovevo riconoscer lui, Merigo Tucci, degno veramente d'ammirazione, quel paesettaccio no e poi no, perdio! Ricco? felice?

– Mi canzoni? – gli gridai. – Non avete neanche acqua per bere e per lavarvi la faccia, case da abitare, strade per camminare, luce la sera per vedere dove andate a rompervi il collo, e siete ricchi e felici? Va' là, ho capito, sai. La solita retorica! La ricchezza e la felicità nella beata ignoranza, è vero? Vuoi dirmi questo?

– No, al contrario, – mi rispose Merigo Tucci, con un sorriso, opponendo studiatamente alla mia stizza altrettanta calma. – Nella scienza, caro mio! La felicità nostra è fondata nella scienza piú occhialuta che abbia mai soccorso la povera, industre umanità. Oh sì, staremmo freschi veramente se fossero ignoranti i nostri amministratori! Tu m insegni. Che salvaguardia può esser piú l'ignoranza in tempi come i nostri? Promettimi che non mi domanderai piú nulla fino a questa sera. Ti farò assistere a una seduta del nostro Consiglio comunale. Appunto questa sera si discuterà una questione di capitalissima importanza: l'illuminazione del paese. Tu avrai dalle cose stesse che vedrai e sentirai la dimostrazione piú chiara e piú convincente di quanto ti ho detto. Intanto, la ricchezza nostra è nelle meravigliose cascate di Chiarenza che ti farò vedere, e nelle terre che sono, grazie a Dio, così fertili, che ci dan tre raccolti all'anno. Ora vedrai; vieni con me.

Passò tutto; mi sobbarcai a tutto; mi sorbii come decottini a digiuno tutti gli spassi e le distrazioni della giornata, col pensiero fisso alla dimostrazione che dovevo avere quella sera al Municipio della ricchezza e della felicità di Milocca.
Tucci, ad esempio, mi fece visitare palmo per palmo i suoi campi? Gli sorrisi. Mi fece una nuova e piú diffusa spiegazione della sua grande impresa lì su i luoghi? Gli sorrisi. E davvero l'impeto delle correnti aveva sgrottato tutte le terre e a lui era toccato asciugare e rialzar le campagne, corredandole della belletta, del grassume prezioso? Sì? davvero? Oh che piacere! Gli sorrisi. Ma far la roba è niente: a governarla ti voglio! E dunque gli ulivi si governano ogni tre anni con tre o quattro corbelli di sugo sostanzioso, pecorino? Sì? davvero? Oh che piacere! E gli sorrisi anche quando in cantina, con un'aria da Carlomagno, mi mostrò quattro lunghe andane di botti, e anche lì mi spiegò come valga piú saper governare il tino che la botte e com'egli facesse piú colorito il vino e come gli accrescesse forza e corpo mescolandovi certe qualità d'uve scelte, spicciolate, ammostate da sè, senza mai erbe, mai foglie di sambuco o di tiglio, mai tannino o gesso o catrarne.
E sorrisi anche quando, piú morto che vivo, rientrai in villa e mi vidi venire incontro la tribú dei marmocchi in processione, i quali, mostrandomi rotti i giocattoli che avevo loro donati la sera avanti, mi domandavano con un lungo, strascicato lamento, uno dopo l'altro, tra lagrime senza fine:

– Peeerché queeesto m'hai portaaato?

– Peeerché queeesto m'hai portaaato?

Carini! carini! carini!
E sorrisi anche al suocero, mio ammiratore, il quale – sissignori – era cieco, cieco da circa dieci anni e del mio libro non conosceva che qualche paginetta che il genero gli aveva potuto leggere di sera, dopo cena. Voleva egli ora che glielo leggessi io, il mio libro? Ma subito! E fu una vera fortuna per lui, che non potesse vedere il mio sorriso, e tutti quelli che gli porsi poi, ogni qualvolta il brav'uomo, ch'era straordinariamente erudito, m'interrompeva nella lettura (oh, quasi a ogni rigo!) per domandarmi con buona grazia se non credessi per avventura che avrei fatto meglio a usare un'altra parola invece di quella che avevo usata, o un'altra frase, o un altro costrutto, perché Daniello Bartoli, sicuro, Daniello Bartoli...
Finalmente arrivò la sera! Ero vivo ancora, non avrei saputo dir come, ma vivo, e potevo avere la famosa dimostrazione che Tucci mi aveva promesso.
Andammo insieme al Municipio, per la seduta del Consiglio comunale.
Era, come la maestra e donna di tutte le case del paese, la piú squallida e la piú scura: una catapecchia grave in uno spiazzo sterposo, con in mezzo un fosco cisternone abbandonato Vi si saliva per una scalaccia buja, intanfata d'umido, stenebrata a malapena da due tisici lumini filanti, di quelli con le spere di latta, appiccati al muro quasi per far vedere come ornati di stucco, no, per dir la verità, non ce ne fossero, ma gromme di muffa, si e tante!
Saliva con noi una moltitudine di gente, attirata dalla discussione di gran momento che doveva svolgersi quella sera: salii a con un contegno, anzi con un cipiglio che doveva per forza meravigliare uno come me, abituato a non veder mai prendere sul serio le sedute d'un Consiglio comunale.
La meraviglia mi era poi accresciuta, dall'aria, dall'aspetto di quella gente, che non mi pareva affatto così sciocca da doversi con tanta facilità contentare d'esser trattata com'era, cioè a modo di cani, dal Municipio.
Tucci fermò per la scala un tozzo omacciotto aggrondato, barbuto, rossigno, che, evidentemente, non voleva esser distratto dai pensieri che lo gonfiavano.

– Zagardi, ti presento l'amico mio...

E disse il mio nome. Quegli si voltò di mala grazia e rispose appena, con un grugnito, alla presentazione. Poi mi domandò a bruciapelo.

– Scusi, com'è illuminata la sua città? – A luce elettrica, – risposi.

E lui, cupo:

– La compiango. Sentirà stasera. Scusi, ho fretta.

E via, a balzi, per il resto della scala.

– Sentirai, – mi ripeté Tucci, stringendomi il braccio. – È formidabile! Eloquenza mordace, irruente. Sentirai!

– – E intanto ha il coraggio di compiangermi?

– Avrà le sue ragioni. Su, su, affrettiamoci, o non troveremo piú posto.

La mastra sala, la Sala del Consiglio, rischiarata da altri lumini a cui quelli della scala avevano ben poco da invidiare, pareva un aula di pretura delle piú sudice e polverose I banchi dei consiglieri e le poltrone di cuojo erano della più venerabile antichità; ma, a considerarli bene nelle loro relazioni con quelli che tra poco avrebbero preso posto in essi e che ora passeggiavano per la sala, assorti, taciturni, ispidi come tanti cocomerelli selvatici pronti a schizzare a un minimo urto il loro sugo purgativo, pareva che non per gli anni si fossero logorati così, ma per la cura cupamente austera del pubblico bene, per i pensieri roditori che in loro, naturalmente, erano divenuti tarli.
Tucci mi mostrò e mi nominò a dito i consiglieri piú autorevoli: l'Ansatti tra i giovani, rivale dello Zagardi, tozzo e barbuto anche lui, ma bruno; il Colacci, vecchio gigantesco, calvo, sbarbato, dalla pinguedine floscia; il Maganza, bell'uomo, militarmente impostato, che guardava tutti con rigidezza sdegnosa. Ma ecco, ecco il sindaco in ritardo. Quello? Sì, Anselmo Placci. Tondo, biondo, rubicondo: quel sindaco stonava.

– Non stona, vedrai, – mi disse Tucci. – È il sindaco che ci vuole.

Nessuno lo salutava; solo il Colacci gigantesco gli si accostò per battergli forte la mano su la spalla. Egli sorrise, corse a prender posto sul suo seggio, asciugandosi il sudore, e sonò il campanello, mentre il capo – usciere gli porgeva la nota dei consiglieri presenti. Non mancava nessuno.
Il segretario, senza aspettar l'ordine, aveva preso a leggere il verbale della seduta precedente, che doveva essere redatto con la piú scrupolosa diligenza, perché i consiglieri che lo ascoltavano accigliati approvavano di tratto in tratto col capo, e in fine non trovarono nulla da ridire.
Prestai ascolto anch'io a quel verbale, volgendomi ogni tanto, smarrito e sgomento, a guardare l'amico Tucci. A proposito delle strade di Milocca, si parlava come niente di Londra, di Parigi, di Berlino, di New York, di Chicago, in quel verbale, e saltavan fuori nomi d'illustri scienziati d'ogni nazione e calcoli complicatissimi e astrusissime disquisizioni, per cui i capelli del magro, pallido segretario mi pareva si ritraessero verso la nuca, man mano ch'egli leggeva, e che la fronte gli crescesse mostruosamente. Intanto due o tre uscieri, zitti zitti, in punta di piedi, recavano a questo e a quel banco pile enormi di libri e grossi incartamenti.

– Nessuno ha da fare osservazioni al verbale? – domandò alla fine il sindaco. stropicciandosi le mani paffutelle e guardando in giro. – Allora s'intende approvato. L'ordine del giorno reca: – Discussione del progetto presentato dalla Giunta per un impianto idro–termo–elettrico nel Comune di Milocca. – Signori Consiglieri! Voi conoscete già questo progetto e avete avuto tutto il tempo d'esaminarlo e di studiarlo in ogni sua parte. Prima di aprire la discussione, consentite che io, anche a nome dei colleghi della Giunta, dichiari che noi abbiamo fatto di tutto per risolvere nel minor tempo e nel modo che ci è sembrato piú conveniente, sia per il decoro e per il vantaggio del paese, sia rispetto alle condizioni economiche del nostro Comune, il gravissimo problema dell'illuminazione. Aspettiamo dunque fiduciosi e sereni il vostro giudizio, che sarà equo certamente; e vi promettiamo fin d'ora, che accoglieremo ben volentieri tutti quei consigli, tutte quelle modificazioni che a voi piacerà di proporre, ispirandovi come noi al bene e alla prosperità del nostro paese.

Nessun segno d'approvazione.
E si levò prima a parlare il consigliere Maganza, quello dall'impastatura militaresca. Premise che sarebbe stato brevissimo, al solito suo. Tanto piú che per distruggere e atterrare quel fantastico edificio di cartapesta (sic), ch'era il progetto della Giunta, poche parole sarebbero bastate. Poche parole e qualche cifra.
E punto per punto il consigliere Maganza si mise a criticare il progetto, con straordinaria lucidità d'idee e parola acuta, incisiva: il complesso dei lavori e delle spese; la sanzione che si doveva dare per l'acquisto della concessione dell'acqua di Chiarenza; i rischi gravissimi a cui sarebbe andato incontro il Municipio: il rischio della costruzione e il rischio dell'esercizio; l'insufficienza della somma preventivata, che saltava agli occhi di tutti coloro che avevano fatto impianti meccanici e sapevano come fosse impossibile contener le spese nei limiti dei preventivi, specialmente quando questi preventivi erano fatti sopra progetti di massima e con l'evidente proposito di fare apparir piccola la spesa; il carattere impegnativo che aveva l'offerta dell'accollatario, fermi restando i dati su i quali l'offerta medesima era fondata; dati che per forza il Consiglio avrebbe dovuto alterare con varianti e aggiunte ai lavori idraulici, con varianti e aggiunte Gl'impianti meccanici; e ciò oltre a tutti i casi imprevisti e imprevedibili, di forza maggiore, e a tutte le accidentalità, incagli, intoppi, che certamente non sarebbero mancati. Come poi fare appunti particolareggiati senza avere a disposizione i disegni d'esecuzione e i dati necessari? Eppure due enormi lacune apparivano già evidentissime nel progetto: nessuna somma per le spese generali, mentre ognuno comprendeva che non si potevano eseguire lavori così grandiosi, così estesi, così varii e delicati, senza gravi spese di direzione e di sorveglianza e spese legali e amministrative; e l'altra lacuna ben piú vasta e profonda: la riserva termica che in principio la Giunta sosteneva non necessaria e che poi finalmente ammetteva.
E qui il consigliere Maganza, con l'ajuto dei libri che gli avevano recati gli uscieri, si sprofondò in una intricatissima, minuziosa confutazione scientifica, parlando della forza dei torrenti e delle cascate e di prese e di canali e di condotte forzate e di macchinarii e di condotte elettriche e delle relazioni da stabilire tra riserva termica e forza idraulica, oltre la riserva degli accumulatori; citando la Società Edison di Milano e l'Alta Italia di Torino e ciò che per simili impianti s'era fatto a Vienna, a Pietroburgo, a Berlino.
Eran passate circa due ore e il brevissimo discorso non accennava ancora di finire. Il pubblico stipato pendeva dalle labbra dell'oratore, per nulla oppresso da tanta copia d'irta, spaventevole erudizione. Io quasi non tiravo piú fiato; eppure lo stupore mi teneva lì, con gli occhi sbarrati e a bocca aperta. Ma alla fine, il Maganza, mentre il pubblico s'agitava, non già per sollievo, anzi per viva ammirazione, concluse così:

– La dura esperienza in altre città, o signori, ha purtroppo dimostrato che gl'impianti idro–termo–elettrici cono della massima difficoltà e serbano dolorosissime sorprese. Nessuno può far miracoli, e tanto meno, su la base d'un così fatto progetto, potrà farne il Municipio di Milocca!

Scoppiarono frenetici applausi e il consigliere Ansatti si precipitò dal suo banco ad abbracciare e baciare il Maganza; poi, rivolto al pubblico e ritornando man mano al suo posto, prese a gridare tutto infocato, con violenti gesti:

– Si osa proporre, o signori, oggi, oggi, come se noi ci trovassimo dieci o venti anni addietro, al tempo di Galileo Ferraris, si osa proporre un impianto idro–termoelettrico a Milocca! Ah come mi metterei a ridere, se potesse parermi uno scherzo! Ma coi denari dei contribuenti, o signori della Giunta, non è lecito scherzare, ed io non rido, io m'infiammo anzi di sdegno! Un impianto idro–termo–elettrico a Milocca, quando già spunta su l'orizzonte scientifico la gloria consacrata di Pictet? Non vi farò il torto di credere, o signori, che voi ignoriate chi sia l'illustre professor Pictet, colui che con un processo di produzione economica dell'ossigeno industriale prepara una memoranda rivoluzione nel mondo della scienza, della tecnica e dell'industria, una rivoluzione che sconvolgerà tutto il macchinismo della vita moderna, sostituendo questo nuovo elemento di luce e di calore a tutti quelli, di potenza molto minore, che finora sono in uso!

E con questo tono e con crescente fuoco, il consigliere Ansatti spiegò al pubblico attonito e affascinato la scoperta del Pictet, e come col sistema da lui inventato le fiamme delle reticelle Auer sarebbero arrivate alle altissime temperature di tremila gradi, aumentando di ben venti volte la loro luminosità; e come la luce così ottenuta sarebbe stata, a differenza di tutte le altre, molto simile a quella solare; e che se poi, al posto del gas, si fosse messa un'altra miscela derivante da un trattamento del carbon fossile col vapore acqueo e l'ossigeno industriale, il potere calorifico sarebbe aumentato di altre sei volte!
Mentr'egli spiegava questi prodigi, il consigliere Zagardi, suo rivale, quello che mi aveva compianto per la scala, sogghignava sotto sotto. L'Ansatti se ne accorse e gli gridò:

– C'è poco da sogghignare, collega Zagardi! Dico e sostengo di altre sei volte! Ci ho qui i libri; te lo dimostrerò!

E glielo dimostrò, difatti; e alla fine, balzando da quella terribile dimostrazione piú vivo e piú infocato di prima, concluse, rivolto alla Giunta:

– Ora in quali condizioni, o ciechi amministratori, in quali condizioni d'inferiorità si troverebbero il Municipio e il paese di Milocca, coi loro miserabili 1000 cavalli di forza elettrica, quando questo enorme rivolgimento sarà nell'industria e nella vita un fatto compiuto?

– Scusami, – diss'io piano all'amico Tucci, mentre gli applausi scrosciavano nella sala con tale impeto che il tetto pareva ne dovesse subissare, – levami un dubbio: non è intanto al bujo il paese di Milocca?

Ma Tucci non volle rispondermi:
Zitto! Zitto! Ecco che parla Zagardi! Sta' a sentire!
Il tozzo omacciotto barbuto s'era infatti levato, col sogghigno ancora su le labbra, torcendosi sul mento, con gesto dispettoso, il rosso pelo ricciuto.

– Ho sogghignato, – disse, – e sogghigno, collega Ansatti, nel vederti così tutto fiammante d'ossigeno industriale, paladino caloroso del professor Pictet! Ho sogghignato e sogghigno collega Ansatti non tanto di sdegno quanto di dolore nel vedere come tu, così accorto, tu, giovane e vigile bracco della scienza, ti sia fermato alla nuova scoperta di quel professor francese e, abbagliato dalla luce venti volte cresciuta delle reticelle Auer, non abbia veduto un piú recente sistema d'illuminazione che il Municipio di Parigi va sperimentando per farne poi l'applicazione generale nella ville lumière. Io dico il Lusol, collega Ansatti, e non scioglierò inni in gloria della nuova scoperta, perché non con gl'inni si fanno le rivoluzioni nel campo della scienza, della tecnica e dell'industria, ma con calcoli riposati e rigorosi.

E qui lo Zagardi, non smettendo mai di tormentarsi sul mento la barbetta rossigna, piano piano, col suo fare mordace e dispettoso, parlò della semplicità meravigliosa delle lampade a lusol, nelle quali il calore di combustione dello stoppino e la capillarità bastavano a determinare senz'alcun meccanismo l'ascesa del liquido illuminante, la sua vaporizzazione e la sua mescolanza alla forte proporzione d'aria che rendeva la fiamma piú viva e sfavillante di quella ottenuta con qualunque altro sistema. E per un miserabilissimo centesimo si sarebbe ormai avuta la stessa luce che si aveva a quattro o cinque centesimi col vile petrolio, a otto o dieci con l'ambiziosa elettricità, a quindici o venti col pacifico olio. E il Lusol non richiedeva né costruzioni di officine, né impianti, né canalizzazioni. Non aveva egli dunque ragione di sogghignare?
O fosse per la tempesta suscitata nella poca aria della sala dalle deliranti acclamazioni e dai battimani del pubblico, o fosse per mancanza d'alimento, essendosi la seduta già protratta oltre ogni previsione, il fatto è che, alla fine del discorso dello Zagardi, i lumi si abbassarono di tanto, che si era quasi al bujo quando sorse per ultimo a parlare il Colacci, il vecchio gigantesco dalla pinguedine floscia. Ma ecco: prima un usciere e poi un altro e poi un terzo entrarono come fantasmi nell'aula, reggendo ciascuno una candela stearica. L'aspettazione nel pubblico era intensa: indimenticabile la scena che offriva quella tetra sala affollata nella semioscurità, con quelle tre candele accese presso il vecchio gigantesco che con ampli gesti e voce tonante mellificava la Scienza, feconda madre di luce inestinguibile, produttrice inesauribile di sempre nuove energie e di piú splendida vita.
Dopo le scoperte mirabili di cui avevano parlato l'Ansatti e lo Zagardi, era piú possibile sostenere l'impianto idro–termo–elettrico proposto dalla Giunta? Che figura avrebbe fatto il paese di Milocca illuminato soltanto a luce elettrica? Questo era il tempo delle grandi scoperte, e ogni amministrazione che avesse veramente a cuore il decoro del paese e il bene dei cittadini, doveva stare in guardia dalle sorprese continue della Scienza. Il consigliere Colacci, pertanto, sicuro d'interpretare i voti del buon popolo milocchese e di tutti i colleghi consiglieri, proponeva la sospensiva sul progetto della Giunta, in vista dei nuovi studi e delle nuove scoperte che avrebbero finalmente dato la luce al paese di Milocca.

– Hai capito? – mi domandò Tucci, uscendo poco dopo nelle tenebre dello spiazzo sterposo innanzi al Municipio. – E così per l'acqua, e così per le strade, e così per tutto. Da una ventina d'anni il Colacci si alza a ogni fine di seduta per inneggiare alla Scienza, per inneggiare alla luce, mentre i lumi si spengono, e propone la sospensiva su ogni progetto, in vista di nuovi studii e di nuove scoperte. Così noi siamo salvi, amico mio! Tu puoi star sicuro che la Scienza, a Milocca, non entrerà mai. Hai una scatola di fiammiferi? Cavala fuori e fatti lume da te.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 29-07-2011 18:46

Bene!
Facciamoci una ripassata pirandelliana mentre la bambina continua ad abbaiare e gli antinuclearisti a ridere di te, di me e di tutti i "sognatori".
Beccati questa!



«Il Marzocco», 2 ottobre 1904, poi in Erma bifronte, Treves Milano 1906.




Trafelati, ansanti, per far piú presto, quando furono sotto il borgo, – su, di qua, coraggio! – s'arrampicarono per la scabra ripa cretosa, ajutandosi anche con le mani – forza! forza! – poiché gli scarponi imbullettati – Dio sacrato! – scivolavano.
Appena s'affacciarono paonazzi sulla ripa, le donne, affollate e vocianti intorno alla fontanella all'uscita del paese, si voltarono tutte a guardare. O non erano i fratelli Tortorici, quei due là? Sì, Neli e Saro Tortorici. Oh poveretti! E perché correvano così?
Neli, il minore dei fratelli, non potendone piú, si fermò un momento per tirar fiato e rispondere a quelle donne; ma Saro se lo trascinò via, per un braccio.

– Giurlannu Zarú, nostro cugino! – disse allora Neli, voltandosi, e alzò una mano in atto di benedire.

Le donne proruppero in esclamazioni di compianto d'orrore: una domandò, forte:


– Chi è stato?





– Nessuno: Dio! – gridò Neli da lontano.

Voltarono, corsero alla piazzetta, ov'era la casa del medico condotto.
Il signor dottore, Sidoro Lopiccolo, scamiciato, spettorato, con una barbaccia di almeno dieci giorni su le guance flosce, e gli occhi gonfi e cisposi, s'aggirava per le stanze, strascicando le ciabatte e reggendo su le braccia una povera malatuccia ingiallita, pelle e ossa, di circa nove anni.
La moglie, in un fondo di letto, da undici mesi; sei figliuoli per casa, oltre a quella che teneva in braccio, ch'era la maggiore, laceri, sudici, inselvaggiti; tutta la casa, sossopra, una rovina: cocci di piatti, bucce, l'immondizia a mucchi sui pavimenti; seggiole rotte, poltrone sfondate, letti non piú rifatti chi sa da quanto tempo, con le coperte a brandelli, perché i ragazzi si spassavano a far la guerra sui letti, a cuscinate; bellini!
Solo intatto, in una stanza ch'era stata salottino, un ritratto fotografico ingrandito, appeso alla parete; il ritratto di lui, del signor dottore Sidoro Lopiccolo, quand'era ancora giovincello, laureato di fresco: lindo, attillato e sorridente.
Davanti a questo ritratto egli si recava ora, ciabattando; gli mostrava i denti in un ghigno aggraziato, s'inchinava e gli presentava la figliuola malata, allungando le braccia.

– Sisiné, eccoti qua!

Perché così, Sisiné, lo chiamava per vezzeggiarlo sua madre, allora; sua madre che si riprometteva grandi cose da lui ch'era il beniamino, la colonna, lo stendardo della casa.

– Sisiné!

Accolse quei due contadini come un cane idrofobo.

– Che volete?

Parlò Saro Tortorici, ancora affannato, con la berretta in mano:

– Signor dottore, c'è un poverello, nostro cugino, che sta morendo...

– Beato lui! Sonate a festa le campane! – gridò il dottore.

– Ah nossignore! Sta morendo, tutt'a un tratto, non si sa di che. Nelle terre di Montelusa, in una stalla.

Il dottore si tirò un passo indietro e proruppe, inferocito:

– A Montelusa?

C'erano, dal paese, sette miglia buone di strada. E che strada!

– Presto presto, per carità – pregò il Tortorici. – È tutto nero, come un pezzo di fegato! gonfio, che fa paura. Per carità!

– Ma come, a piedi? – urlò il dottore. – Dieci miglia a piedi? Voi siete pazzi! La mula! Voglio la mula. L'avete portata?

– Corro subito a prenderla, – s'affrettò a rispondere il Tortorici. – Me la faccio prestare.

– Ed io allora, – disse Neli, il minore, – nel frattempo, scappo a farmi la barba.

Il dottore si voltò a guardarlo, come se lo volesse mangiar con gli occhi.

– È domenica, signorino, – si scusò Neli, sorridendo, smarrito. – Sono fidanzato.

– Ah, fidanzato sei? – sghignò allora il medico, fuori di sé. – E pigliati questa, allora!

Gli mise, così dicendo, sulle braccia la figlia malata; poi prese a uno a uno gli altri piccini che gli s'erano affollati attorno e glieli spinse di furia fra le gambe:

– E quest'altro! e quest'altro! e quest'altro! e quest'altro! Bestia! bestia! bestia!

Gli voltò le spalle, fece per andarsene, ma tornò indietro, si riprese la malatuccia e gridò ai due:

– Andate via! La mula! Vengo subito.

Neli Tortorici tornò a sorridere, scendendo la scala, dietro al fratello Aveva vent'anni, lui; la fidanzata, Luzza, sedici: una rosa! Sette figliuoli? Ma pochi! Dodici, ne voleva. E a mantenerli, si sarebbe ajutato con quel pajo di braccia sole, ma buone, che Dio gli aveva dato. Allegramente, sempre. Lavorare e cantare, tutto a regola d'arte Non per nulla lo chiamavano Liolà, il poeta. E sentendosi amato da tutti per la sua bontà servizievole e il buon umore costante, sorrideva finanche all'aria che respirava. Il sole non era ancora riuscito a cuocergli la pelle, a inaridirgli il bel biondo dorato dei capelli riccioluti che tante donne gli avrebbero invidiato; tante donne che arrossivano, turbate, se egli le guardava in un certo modo, con quegli occhi chiari, vivi vivi.
Piú che del caso del cugino Zarú, quel giorno, egli era afflitto in fondo del broncio che gli avrebbe tenuto la sua Luzza, che da sei giorni sospirava quella domenica per stare un po' con lui. Ma poteva, in coscienza, esimersi da quella carità di cristiano? Povero Giurlannu! Era fidanzato anche lui. Che guajo, così all'improvviso! Abbacchiava le mandorle, laggiú, nella tenuta del Lopes, a Montelusa. La mattina avanti, sabato, il tempo s'era messo all'acqua; ma non pareva ci fosse pericolo di pioggia imminente. Verso mezzogiorno, però, il Lopes dice: – In un'ora Dio lavora; non vorrei, figliuoli, che le mandorle mi rimanessero per terra, sotto la pioggia. – E aveva comandato alle donne che stavano a raccogliere, di andar su, nel magazzino, a smallare. – Voi, – dice, rivolto agli uomini che abbacchiavano (e c'erano anche loro, Neli e Saro Tortorici) – voi, se volete, andate anche su, con le donne a smallare. – Giurlannu Zarú: – Pronto, – dice, – – ma la giornata mi corre col mio salario, di venticinque soldi? – No, mezza giornata, – dice il Lopes, – te la conto col tuo salario; il resto, a mezza lira, come le donne. – Soperchieria! Perché, mancava forse per gli uomini di lavorare e di guadagnarsi la giornata intera? Non pioveva né piovve difatti per tutta la giornata, né la notte. – Mezza lira, come le donne – dice Giurlannu Zarú – Io porto calzoni. Mi paghi la mezza giornata in ragione di venticinque soldi, o vado via.
Non se n andò: rimase ad aspettare fino a sera i cugini che s'erano contentati di smallare, a mezza lira, con le donne. A un certo punto, però stanco di stare in ozio a guardare, s'era recato in una stalla lì vicino per buttarsi a dormire, raccomandando alla ciurma di svegliarlo quando sarebbe venuta l'ora d'andar via.
S'abbacchiava da un giorno e mezzo, e le mandorle raccolte erano poche. Le donne proposero di smallarle tutte quella sera stessa, lavorando fino a tardi e rimanendo a dormire lì il resto della notte, per risalire al paese la mattina dopo, levandosi al bujo. Così fecero. Il Lopes portò fave cotte e due fiaschi di vino. A mezzanotte, finito di smallare, si buttarono tutti, uomini e donne, a dormire al sereno su l'aja, dove la paglia rimasta era bagnata dall'umido, come se veramente fosse piovuto.

– Liolà, canta!

E lui, Neli, s'era messo a cantare all'improvviso. La luna entrava e usciva di tra un fitto intrico di nuvolette bianche e nere; e la luna era la faccia tonda della sua Luzza che sorrideva e s'oscurava alle vicende ora tristi e ora liete dell'amore.
Giurlannu Zarú era rimasto nella stalla. Prima dell'alba, Saro si era recato a svegliarlo e lo aveva trovato lì, gonfio e nero, con un febbrone da cavallo.
Questo raccontò Neli Tortorici, là dal barbiere, il quale, a un certo punto distraendosi, lo incicciò col rasojo. Una feritina, presso il mento, che non pareva nemmeno, via! Neli non ebbe neanche il tempo di risentirsene, perché alla porta del barbiere s'era affacciata Luzza con la madre e Mita Lumia, la povera fidanzata di Giurlannu Zarú, che gridava e piangeva, disperata.
Ci volle del bello e del buono per fare intendere a quella poveretta che non poteva andare fino a Montelusa, a vedere il fidanzato: lo avrebbe veduto prima di sera, appena lo avrebbero portato su, alla meglio. Sopravvenne Saro, sbraitando che il medico era già a cavallo e non voleva piú aspettare. Neli si tirò Luzza in disparte e la pregò che avesse pazienza: sarebbe ritornato prima di sera e le avrebbe raccontato tante belle cose.
Belle cose, difatti, sono anche queste, per due fidanzati che se le dicono stringendosi le mani e guardandosi negli occhi.
Stradaccia scellerata! Certi precipizi, che al dottor Lopiccolo facevano vedere la morte con gli occhi, non ostante che Saro di qua, Neli di là reggessero la mula per la capezza.
Dall'alto si scorgeva tutta la vasta campagna, a pianure e convalli; coltivata a biade, a oliveti, a mandorleti; gialla ora di stoppie e qua e là chiazzata di nero dai fuochi della debbiatura; in fondo, si scorgeva il mare, d'un aspro azzurro. Gelsi, carrubi, cipressi, olivi serbavano il loro vario verde, perenne; le corone dei mandorli s'erano già diradate.
Tutt'intorno, nell'ampio giro dell'orizzonte, c'era come un velo di vento. Ma la calura era estenuante; il sole spaccava le pietre. Arrivava or sì or no, di là dalle siepi polverose di fichidindia, qualche strillo di calandra o la risata d'una gazza, che faceva drizzar le orecchie alla mula del dottore

– Mula mala! mula mala! – si lamentava questi allora.

Per non perdere di vista quelle orecchie, non avvertiva neppure al sole che aveva davanti agli occhi, e lasciava l'ombrellaccio aperto foderato di verde, appoggiato su l'omero.

– Vossignoria non abbia paura, ci siamo qua noi, – lo esortavano i fratelli Tortorici.

Paura, veramente, il dottore non avrebbe dovuto averne. Ma diceva per i figliuoli. Se la doveva guardare per quei sette disgraziati, la pelle.
Per distrarlo, i Tortorici si misero a parlargli della mal'annata: scarso il frumento, scarso l'orzo, scarse le fave; per i mandorli, si sapeva: non raffermano sempre: carichi un anno e l'altro no; e delle ulive non parlavano: la nebbia le aveva imbozzacchite sul crescere; né c'era da rifarsi con la vendemmia, ché tutti i vigneti della contrada erano presi dal male.

– Bella consolazione! – andava dicendo ogni tanto il dottore, dimenando la testa.

In capo a due ore di cammino, tutti i discorsi furono esauriti. Lo stradone correva diritto per un lungo tratto, e su lo strato alto di polvere bianchiccia si misero a conversare adesso i quattro zoccoli della mula e gli scarponi imbullettati dei due contadini. Liolà, a un certo punto, si diede a canticchiare, svogliato, a mezza voce; smise presto. Non s'incontrava anima viva, poiché tutti i contadini, di domenica, erano su al paese, chi per la messa, chi per le spese, chi per sollievo. Forse laggiú, a Montelusa, non era rimasto nessuno accanto a Giurlannu Zarú, che moriva solo, seppure era vivo ancora.
Solo, difatti, lo trovarono, nella stallaccia intanfata, steso sul morello, come Saro e Neli Tortorici lo avevano lasciato: livido, enorme, irriconoscibile.
Rantolava.
Dalla finestra ferrata, presso la mangiatoja, entrava il sole a percuotergli la faccia che non pareva piú umana: il naso, nel gonfiore, sparito; le labbra, nere e orribilmente tumefatte. E il rantolo usciva da quelle labbra, esasperato, come un ringhio. Tra i capelli ricci da moro una festuca di paglia splendeva nel sole.
I tre si fermarono un tratto a guardarlo, sgomenti, e come trattenuti dall'orrore di quella vista. La mula scalpitò, sbruffando, su l'acciottolato della stalla. Allora Saro Tortorici s'accostò al moribondo e lo chiamò amorosamente:

– Giurlà, Giurlà, c'è il dottore.

Neli andò a legar la mula alla mangiatoja, presso alla quale, sul muro, era come l'ombra di un'altra bestia, l'orma dell'asino che abitava in quella stalla e vi s'era stampato a forza di stropicciarsi.
Giurlannu Zarú, a un nuovo richiamo, smise di rantolare; Si provò ad aprir gli occhi insanguati, anneriti, pieni di paura; aprì la bocca orrenda e gemette, come arso dentro:

– Muojo!

– No, no, – s'affrettò a dirgli Saro, angosciato. – C'è qua il medico. L'abbiamo condotto noi; lo vedi?

– Portatemi al paese! – pregò il Zarù, e con affanno, senza potere accostar le labbra: – Oh mamma mia!

– Sì, ecco, c'è qua la mula! – rispose subito Saro.

– Ma anche in braccio, Giurlà, ti ci porto io! – disse Neli, accorrendo e chinandosi su lui. – Non t'avvilire!

Giurlannu Zarú si voltò alla voce di Neli, lo guatò con quegli occhi insanguati come se in prima non lo riconoscesse, poi mosse un braccio e lo prese per la cintola.

– Tu, bello? Tu?

– Io, sì, coraggio! Piangi? Non piangere, Giurlà, non piangere. È nulla!

E gli posò una mano sul petto che sussultava dai singhiozzi che non potevano rompergli dalla gola. Soffocato, a un certo punto il Zarú scosse il capo rabbiosamente, poi alzò una mano, prese Neli per la nuca e l'attiro a sé:

– Insieme, noi, dovevamo sposare...

– E insieme sposeremo, non dubitare! – disse Neli, levandogli la mano che gli s'era avvinghiata alla nuca.

Intanto il medico osservava il moribondo. Era chiaro: un caso di carbonchio.

– Dite un po', non ricordate di qualche insetto che v'abbia pinzato?

– No, – fece col capo il Zarú.

– Insetto? – domandò Saro.

Il medico spiegò, come poteva a quei due ignoranti, il male. Qualche bestia doveva esser morta in quei dintorni, di carbonchio. Su la carogna, buttata in fondo a qualche burrone, chi sa quanti insetti s'erano posati; qualcuno poi, volando, aveva potuto inoculare il male al Zarú, in quella stalla.
Mentre il medico parlava così, il Zarù aveva voltato la faccia verso il muro
Nessuno lo sapeva, e la morte intanto era lì, ancora; così piccola, che si sarebbe appena potuta scorgere, se qualcuno ci avesse fatto caso.
C'era una mosca , lì sul muro, che pareva immobile; ma, a guardarla bene, ora cacciava fuori la piccola proboscide e pompava, ora si nettava celermente le due esili zampine anteriori, stropicciandole fra loro, come soddisfatta.
Il Zarú la scorse e la fissò con gli occhi.
Una mosca .
Poteva essere stata quella o un'altra. Chi sa? Perché, ora, sentendo parlare il medico, gli pareva di ricordarsi. Sì, il giorno avanti, quando s'era buttato lì a dormire, aspettando che i cugini finissero di smallare le mandorle del Lopes, una mosca gli aveva dato fastidio. Poteva esser questa?
La vide a un tratto spiccare il volo e si voltò a seguirla con gli occhi.
Ecco era andata a posarsi sulla guancia di Neli. Dalla guancia, lieve lieve, essa ora scorreva in due tratti, sul mento, fino alla scalfittura del rasojo, e s'attaccava lì, vorace.

Giurlannu Zarú stette a mirarla un pezzo, intento, assorto. Poi, tra l'affanno catarroso, domandò con una voce da caverna:

– Una mosca , può essere?

– Una mosca ? E perché no? – rispose il medico.

Giurlannu Zarú non disse altro: si rimise a mirare quella mosca che Neli, quasi imbalordito dalle parole del medico non cacciava via. Egli, il Zarú, non badava piú al discorso del medico, ma godeva che questi, parlando, assorbisse così l'attenzione del cugino da farlo stare immobile come una statua, da non fargli avvertire il fastidio di quella mosca lì sulla guancia. Oh fosse la stessa! Allora sì, davvero, avrebbero sposato insieme! Una cupa invidia, una sorda gelosia feroce lo avevano preso di quel giovane cugino così bello e florido, per cui piena di promesse rimaneva la vita che a lui, ecco, veniva irnprovvisamente a mancare.
A un tratto Neli, come se finalmente si sentisse pinzato, alzò una mano, cacciò via la mosca e con le dita cominciò a premersi il mento, sul taglietto. Si voltò a Zarú che lo guardava e restò un po' sconcertato vedendo che questi aveva aperto le labbra orrende, a un sorriso mostruoso. Si guardarono un po' così. Poi il Zarú disse, quasi senza volerlo:

– La mosca .

Neli non comprese e chinò l'orecchio:

– Che dici?

– La mosca , – ripeté quello.

– Che mosca ? Dove? – chiese Neli, costernato, guardando il medico.

– Lì, dove ti gratti. Lo so sicuro! – disse il Zarú.

Neli mostrò al dottore la feritina sul mento:

– Che ci ho? Mi prude.

Il medico lo guardò, accigliato; poi, come se volesse osservarlo meglio, lo condusse fuori della stalla. Saro li seguì.
Che avvenne poi? Giurlannu Zarú attese, attese a lungo, con un'ansia che gl'irritava dentro tutte le viscere. Udiva parlare, là fuori, confusamente. A un tratto, Saro rientrò di furia nella stalla, prese la mula e, senza neanche voltarsi a guardarlo, uscì, gemendo:

– Ah, Neluccio mio! ah, Neluccio mio!

Dunque, era vero? Ed ecco, lo abbandonavano lì, come un cane. Provò a rizzarsi su un gomito, chiamò due volte:

– Saro! Saro!

Silenzio. Nessuno. Non si resse piú sul gomito, ricadde a giacere e si mise per un pezzo come a grufare, per non sentire il silenzio della campagna, che lo atterriva. A un tratto gli nacque il dubbio che avesse sognato, che avesse fatto quel sogno cattivo, nella febbre; ma, nel rivoltarsi verso il muro, rivide la mosca , lì di nuovo.
Eccola.
Ora cacciava fuori la piccola proboscide e pompava, ora si nettava celermente le due esili zampine anteriori, stropicciandole fra loro, come soddisfatta.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 30-07-2011 23:30

Siamo tutti abituati a individuare lo scorrere di un anno dal 1 gennaio al 31 Dicembre. E' un calcolo comodo che, ordinato per mesi, ci invita ad elaborare un calendario e con esso ricordare gli eventi più importanti, le commemorazioni, le ricorrenze le festività religiose e laiche.
E' da un po' di tempo che, per ciò che mi riguarda, personalmente incomincio a guardare all'anno trascorso proprio in questo periodo estivo, quando il mondo lavorativo trova una pausa, si distrae, si assenta dal posto di lavoro.
Si può fin da ora, un po' oltre la metà dell'anno, guardare a quanto meriti, dei tanti accadimenti, essere ragionato e ricordato.
Parlare dell’anno che andiamo lasciandoci inesorabilmente alle spalle, è un po’ proporre un arido elenco di quegli eventi, buoni o cattivi che siano stati, che non vogliamo dimenticare perchè hanno inciso sulla nostra vita quotidiana, sulle nostre coscienze, sulla nostra vita comunitaria. La partecipazione ad essi, sia stata diretta o indiretta, ci ha comunque coinvolti tutti emozionalmente, sottoposti ad una psicosi collettiva che sempre più ci ha allontanati dal riflettere sulle effettive ragioni di tali accadimenti.
Ma, a prescindere da dette “occulte” ragioni per lo più di carattere politico, religioso, caratteriale o della più comune demenza delinquenziale, oggi, ancora nel 2011 sorge spontanea una domanda: homo, homini lupus? E’ proprio vero che l’uomo divora quotidianamente se stesso?
Allora, quale potrebbe essere il “caratteriale” simbolo-significante che il 2011, almeno fino ad ora, ha voluto tracciare nella nostra storia umana e sociale, quale futura memoria?
Questi otto mesi del 2011 sono stati l’anno del terrore per eccellenza. In merito è utile rileggere un articolo dello psichiatra Alessandro Meluzzi apparso sul “Il Giornale” il 30 dicembre del 2009: “E io psichiatra dico che la psicosi è già terrorismo”. Ritendo che la campagna di dissuasione al progresso scientifico, alla sperimentazione ed al benessere energetico prodotta dagli interessi di altri, sia da considerare una vera e propria campagna terroristica ispirata ad infondati pericoli e mali attribuiti all' Energia Nucleare.
Una personale nota mi consente di salutare Alessandro Meluzzi avendolo conosciuto una diecina di anni fa in un paesino del Cilento, a Cicerale dove fummo chiamati per condividere alcuni progetti di “restauro” di una antica e fruttuosa produzione di ceci, oggi scomparsa. Siamo diventati amici anche se il nostro rapporto, lo ricordo gioviale e spensierato, è stato portato avanti sul filo del telefono e in incontri e collaborazioni fortuiti.
Alessandro Meluzzi scrive: “(…)Per un italiano o un’italiana in età giovane o adulta, la possibilità di morire divorati da uno squalo è sicuramente meno di un milionesimo di quella di sbriciolarsi in un incidente stradale o in un pericolosissimo accidente domestico (prima causa di morte per le giovani donne). Ciò nonostante gli squali fanno emozionalmente più paura delle utilitarie o delle scale che si usano per appendere i bastoni delle tende o dei boiler a gas. E’ un meccanismo psicologico che valutando il rischio valorizza di più gli aspetti irrazionali simbolici dell’evento piuttosto che i freddi numeri della statistica. Questa sfasatura viene efficacemente utilizzata in tutti i tipi di terrorismo. L’etimologia stessa della parola ci dice molto delle motivazioni e degli esiti di questa mostruosa manifestazione del comportamento politico-sociale.(…) Il terrorista quindi sa che insieme al risultato specifico del suo gesto vi è anche e soprattutto quello comunicativo e suggestivo.(…)”
L’analisi del noto psichiatra meriterebbe essere riportata tutta, ci limitiamo, per rigore di facile e rapida lettura, ad indicarne il significato di fondo con quanto del suo articolo abbiamo brevemente riportato.
Ritornando all’anno in corso, che si attesta comunque tra quelli di cui l’uomo debba ancora vergognarsi, ci trasferiamo dai concetti generali, appena riportati, a concetti più “familiari” che riguardano il territorio italiano anche se potrebbero essere estesi un po’ a tutti i territori della Terra.
Quest'anno tutto è apparso più difficile: far quadrare i conti, farsi un’analisi o un ricovero in ospedale, prendere un treno in orario, rincasare a casa durante la notte, sorridere o accarezzare un bambino, fermare una ragazza per una “informazione”, andare a ballare in un locale notturno, uscire da una banca anche se sinceramente è più pericoloso entrarvi, prendere un mezzo pubblico, progettare un futuro ecc.ecc.
A prescindere da dette amarezze che, sono convinto, toccano la coscienza di pochi, cerchiamo di parlare di quegli avvenimenti che, pur riguardandoci personalmente, possono essere segnalati tra i più interessanti accadimenti dell’anno.
Nascita e "morte" dell'Energia Nucleare.
Il mondo Arabo e la crisi d'identità.
La crisi delle vecchie risorse energetiche.
Il Flagello in Giappone e le sue ripercussioni nel mondo.
L'economia e gli sprechi.
Il Linguaggio politico e le false fedi.
Sono poche rilevanze che si concatenano ed usano lo stesso linguaggio.
Pensate veramente che il terrorismo sia solo l'attentato ad un treno, la bomba in una piazza, gli eccidi derivanti da squilibri mentali?

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 03-08-2011 12:33

Vi riporto una Denuncia sanitaria del 15/06/2011

Bambini e campi elettromagnetici: pediatri studiano indicazioni per genitori di Redazione InformaSalus.it



CATEGORIE: Denuncia sanitaria
Telefonini, Wi-fi e altri apparecchi senza fili: sono strumenti che i bambini devono usare con cautelaTelefonini, Wi-fi e altri apparecchi senza fili: sono strumenti che i bambini devono usare con cautela dal momento che sono stati accertati i rischi per la salute derivanti dai campi elettromagnetici. Si tratta di un problema per il quale i pediatri italiani della Commissione ambiente della Società Italiana di pediatria (Sip) stanno studiando una raccomandazione specifica per i genitori, affinché madri e padri siano consapevoli dei pericolo potenziale di questi strumenti e riducano i tempi di esposizione dei loro figli. Lo ha annunciato Ernesto Burgio, componente della commissione Sip e della International Society of Doctors for the Environment (Isde), a margine del convegno "Telefonia mobile, Wi-Fi e Wi-Max: un pericolo per la salute", tenuto ieri a Roma dall'associazione malattie da intossicazione cronica, e ambientale (Amica).

“I bambini già a 6-7 anni cominciano a essere esposti alle onde elettromagnetiche e lo saranno per il resto della vita. Una follia considerando che sono ormai accertati i rischi di cancerogenità dell’esposizione, come ha indicato di recente l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, Iarc. Da qui la proposta della nostra commissione, che sarà valutata dalla Sip, di mettere appunto un’avvertenza per i genitori”, ha dichiarato Ernesto Burgio.

“Visto il recente riconoscimento da parte di un tribunale italiano del nesso causale tra l’uso massiccio del cellulare e l’insorgenza di tumore al trigemino, nonché l’osservazione, da approfondire, di alcuni cluster di cancro tra coloro che abitano vicino ai ripetitori, abbiamo sentito il bisogno di fare il punto della situazione sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici emessi dalla telefonia mobile e dalle reti per Internet senza fili e di mettere anche a confronto i legislatori e gli avvocati che si trovano in prima linea nella difesa del cittadino”, ha spiegato Francesca Romana Orlando, giornalista e Vice Presidente di A.M.I.C.A..

“Sempre più persone si rivolgono alla nostra associazione perché riferiscono sintomi di Elettrosensibilità – cioè reazioni come mal di testa, irritazioni cutanee, insonnia, disorientamento spaziale, perdita della memoria, acufeni, ecc – in seguito all’esposizione ai campi elettromagnetici, ma tale fenomeno è largamente sottovalutato dalle agenzie di salute nazionali e internazionali; servono linee guida che tutelino maggiormente le fasce sensibili della popolazione”, ha affermato Silvia Bigeschi, Vice Presidente di A.M.I.C.A.

“Talvolta al malato basta allontanarsi per un certo periodo dai campi elettromagnetici per recuperare lo stato di salute, ma in alcuni casi l’Elettrosensibilità diventa una condizione totalmente invalidante che stravolge la vita della persona, costringendola ad una continua fuga dalle radiazioni. Stranamente questa allergia sembra colpire soprattutto persone che già soffrono di Sensibilità Chimica Multipla (MCS), una condizione che comporta l’intolleranza alle sostanze chimiche, probabilmente per comuni meccanismi eziopatogenetici”, ha concluso Silvia Bigeschi.

E' lecito chiedersi, visto che una certa politica fa il bello ed il cattivo tempo sulle tecnologie "lecite ed illecite" e sulla "salute" delle nostre realtà energetiche, chi, quando e come, prenda provvedimenti in merito al costante pericolo a cui tutti i cittadini sono esposti per la mancanza di chiarezza e di onestà nell'uso di dette tecnologie?

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 03-08-2011 12:38

Sad10 gennaio 2011 J. M. Brown
Our Toxic Times, Agosto 2003, www.ciin.org
Traduzione a cura di A.M.I.C.A. – www.infoamica.it


In tutto il mondo gli attivisti contro l’elettrosmog, hanno denunciato il parlare a vuoto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sull’ipotesi di indicare precauzioni verso i campi elettromagnetici. L’attivista Roy Beavers ha dichiarato: “Da una parte, l’OMS ha fatto un lavoro enorme con le vaccinazioni ma, dall’altra, è vergognoso e scandaloso quando si tratta della sua ‘debolezza’ nei confronti delle multinazionali”. Beavers sostiene che queste “pagano la maggior parte del budjet dell’OMS… in cambio, i (loro) interessi… sono protetti.”

Il Progetto Internazionale dell’OMS sui campi elettromagnetici si è riunito nel febbraio 2003 e ha suggerito di applicare precauzioni nei confronti di tali campi.(1) Poi, in giugno, il dott. Michael Repacholi, capo del Progetto, ha annunciato la decisione di non fare appello al principio di precauzione. Gli attivisti contro l’elettrosmog, compreso Microwave News, hanno denunciato il voltafaccia e, pochi giorni dopo, l’OMS ha pubblicato un “chiarimento” che ha promosso l’opinione pubblica sull’argomento. (2) Un editoriale nel numero di Maggio/Giugno 2003 di Microwave News ha accusato il dott. Michael Repacholi, capo del Progetto, di ‘doppia-faccia’ per aver inviato il messaggio all’industria che “avrebbe rigettato le politiche di precauzione.”
La pubblicazione europea EleKtrosmog News ha pubblicato una lettera di protesta da firmare e inviare all’OMS. Tale lettera disponibile in inglese, tedesco e spagnolo, dice:

“Malati e gruppi d’azione hanno scoperto più di 60 ‘focolai’ di cancro nella popolazione vicino ripetitori della telefonia mobile e della televisione in Spagna, Francia, UK, Germania, Israele e altri paesi.

Richiedo l’immediata indagine di tutti questi ‘focolai’ con studi epidemiologici indipendenti, comprese misurazioni dei livelli di radiazione elettromagnetica, delle microonde e della telefonia mobile.

Richiedo l’adozione del principio di precauzione per i campi elettromagnetici e un abbassamento considerevole dei limiti internazionali dei campi elettromagnetici per i campi di alta frequenza verso livelli che proteggano la salute pubblica nel lungo termine, così come la salute di coloro che vivono vicino a ripetitori o usano telefoni mobili”. (3)

Il chiarimento riferisce che l’OMS “ha avviato un processo comprensivo, aperto e trasparente, per sviluppare un quadro generale di applicazione di misure di precauzione per proteggere la salute pubblica… Sulla base di questo inizio (a febbraio), l’OMS ha sviluppato un quadro completo di gestione del rischio in cui la precauzione gioca un ruolo… e non è ‘invocata’… Una volta che questo è finalizzato, l’OMS svilupperà studi generici basati su casi… sui modi in cui [gli stati membri] possono applicare tale quadro per rispondere alle proprie necessità e circostanze.” (4)

Bibliografia
1. Microwave News, Marzo/Aprile 2003

2. Microwave News, Maggio/Giugno 2003

3. www.elektrosmognews.de/whoemfepidemio.htm

4. WHO International EMF Project website


Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 04-08-2011 13:19

La poesia che segue l'ho già inserita in un'altra conversazione "Discussione libera...Piazzetta"
ritenendo la stessa utile anche a questa conversazione.



La bambina di Hiroshima- NAZIM HIKMET(il mio compaesano)

Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.

Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette
perché i bambini morti non diventano grandi.

Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi anche il vento ha disperso la cenere.

Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.

Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero


La poesia è dettata da un evento sconvolgente che ci lascia riflettere sull'uso che purtroppo si fa della scienza a danno dell'umanità.
Ciò non toglie che riproporre questa raccapricciante poesia non deve essere intesa come l'assumere un atteggiamento contro il progresso e la scienza ma vuole solo suggerire ai "potenti del mondo" che le scoperte scientifiche vanno migliorate ed impiegate solo a fin di bene.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - walter59 - 06-08-2011 11:43

mi.greco ha Scritto:


La bambina di Hiroshima- NAZIM HIKMET(il mio compaesano)


La poesia è dettata da un evento sconvolgente che ci lascia riflettere sull'uso che purtroppo si fa della scienza a danno dell'umanità.
Ciò non toglie che riproporre questa raccapricciante poesia non deve essere intesa come l'assumere un atteggiamento contro il progresso e la scienza ma vuole solo suggerire ai "potenti del mondo" che le scoperte scientifiche vanno migliorate ed impiegate solo a fin di bene.

Michele Greco



Sempre ineccepibili i tuoi contributi, spero siano letti con attenzione da molti.
Questo mi da lo spunto per allegare qualche mia riga, la conclusione di un lavoro fatto da me molto tempo fa sull'incidente di Chernobyl.

L'effimero richiamo del potere, la pigrizia del ragionamento e l'abbandono del pensiero logico, ci
spingeranno senza indugi a sollevare le barre di controllo e spegnere i sistemi di emergenza, e così
finalmente liberi da ogni fastidioso impedimento, e mi si passi l'analogia, poteremmo svolgere il nostro
TEST. Il cui esito finale decreterà la nostra possibilità di sopravvivere anche senza l'utilizzo della ragione,
un test atto a dimostrare la capacità di sopravvivenza del genere umano.
Fermiamo il TEST subito (siamo già molto avanti, forse troppo) ma, parafrasando Kant “avendo il
coraggio di usare la nostra stessa ragione” riusciremo a tornare sui nostri passi. Così da poter realizzare
per le nostre generazioni future dei veri parchi di divertimento. Pieni di gente felice finalmente libera da
questo oscuro fardello che ci accompagna già da troppo tempo, dal 6 agosto 1945.


saluti

RE:   Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 06-08-2011 16:08

walter59 ha Scritto:



Sempre ineccepibili i tuoi contributi, spero siano letti con attenzione da molti.
Questo mi da lo spunto per allegare qualche mia riga, la conclusione di un lavoro fatto da me molto tempo fa sull'incidente di Chernobyl.

L'effimero richiamo del potere, la pigrizia del ragionamento e l'abbandono del pensiero logico, ci
spingeranno senza indugi a sollevare le barre di controllo e spegnere i sistemi di emergenza, e così
finalmente liberi da ogni fastidioso impedimento, e mi si passi l'analogia, poteremmo svolgere il nostro
TEST. Il cui esito finale decreterà la nostra possibilità di sopravvivere anche senza l'utilizzo della ragione,
un test atto a dimostrare la capacità di sopravvivenza del genere umano.
Fermiamo il TEST subito (siamo già molto avanti, forse troppo) ma, parafrasando Kant “avendo il
coraggio di usare la nostra stessa ragione” riusciremo a tornare sui nostri passi. Così da poter realizzare
per le nostre generazioni future dei veri parchi di divertimento. Pieni di gente felice finalmente libera da
questo oscuro fardello che ci accompagna già da troppo tempo, dal 6 agosto 1945.


saluti



Proprio l'oggi di 66 anni fa ritorna prepotente come "inutile" monito alle coscienze di quanti fan credere d'aver capito e sofferto quel lontano sei agosto.
Tu, caro Walter 59, unisci al mio "ricordo" il tuo, con l'augurio che molti possano leggere quanto scriviamo.
E' probabile che saranno molti a leggere, ma saranno sempre pochi, come pochi, tra gli augurati molti, capiranno.
E' difficile capire la disgrazia altrui; il dolore va vissuto, va sofferto, anche quando non si riesce a capirne il perchè, l'immeritato, il destinato, l'occasionale e l'ingiusto.
I più, oggi, sono solidari alle disgrazie lontane, meno per le vicine, e raccolgono fondi d'aiuto, manifestano, piangono e pregano in pubblico, troppo spesso manifestando e proponendo se stessi, la loro immagine, la loro generosità.
La vera solidarietà è un po' come la modesta carità che si fà al viandante senza mettersi in mostra; si fà e basta!
Gli esibizionismi in nome dell'altruismo fanno parte d'un "mestiere politico", è una occasione da non perdere.
Grazie del tuo prezioso intervento.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 08-08-2011 18:07

La caccia al petrolio che mette a rischio il mare (da Repubblica)

Un dossier di Legambiente fotografa la situazione della trivellazione marina nel nostro Paese: nuovi permessi per la ricerca di greggio, compagnie stranieri in prima fila. "Lottizzazione che non risparmia neanche le aree marine protette". E intanto il governo riduce al massimo la tutela ambientale
di Antonio Canciullo

Vale la pena correre il rischio di giocarsi il mare per sfruttare un potenziale di petrolio che vale al massimo 11 milioni di tonnellate, l'equivalente del consumo di 55 giorni di fabbisogno nazionale?
Meglio dedicare 12 chilometri quadrati ai 6 impianti eolici offshore progettati o concedere 30 mila chilometri quadrati di aree marine alla ricerca di idrocarburi?
Sono le domande che emergono da un rapporto appena preparato da Legambiente: "Un mare di trivelle". Al 31 maggio 2011 in Italia erano stati rilasciati 117 permessi di ricerca di idrocarburi sul territorio italiano: 92 in terraferma e 25 in mare. Una bella quantità di trivelle pronte a circondare le nostre coste aggiungendosi alle 9 piattaforme attuali con i loro 82 pozzi.

GUARDA LA MAPPA DELLE TRIVELLE 1

"E' una forsennata ricerca di petrolio nostrano che vede in prima fila soprattutto le compagnie straniere che hanno trovato nell'Italia il nuovo Eldorado viste le condizioni molto  vantaggiose che vengono concesse per cercare e estrarre idrocarburi nel nostro paese, secondo l'ammissione delle stesse società interessate", si legge nell'analisi di Legambiente. "Una lottizzazione senza scrupoli che non risparmia neppure le aree marine protette: lo scorso aprile il ministero dell'Ambiente, d'intesa con quello dei Beni culturali, ha approvato la Valutazione d'impatto ambientale per un programma di indagini della Petrolcetic Italia srl vicino alle Tremiti".
Il decreto del ministero dell'Ambiente è stato impugnato da Legambiente al Tar del Lazio.

Anche la Regione Puglia si è schierata ufficialmente contro le trivelle in mare: il 19 luglio scorso il Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge sul divieto di prospezione, ricerca e coltivazione d'idrocarburi liquidi. La proposta tende a mettere in salvo non solo le Tremiti ma tutto l'Adriatico "dall'attività estrattiva ritenendo prevalenti la questione ambientale e l'attività turistica".

Da una parte le associazioni ambientaliste e la Puglia, dall'altra il governo che il 7 luglio ha approvato un curioso decreto legislativo. In una norma di attuazione della direttiva sulla tutela penale dell'ambiente è stato inserito un codicillo che riduce la tutela perché riduce i vincoli per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi in mare nel golfo di Taranto: prima il divieto riguardava l'area fino 12 miglia dal limite delle acque territoriali italiane, ora resta protetta solo l'area entro le 5 miglia dalla costa. Di fatto il via libera alle trivelle.
(29 luglio 2011)

[b]Vorrei proprio sapere a chi è venuto il dubbio e si domanda se poi non sarebbe giusto [b][b]dedicare 12 chilometri quadrati ai 6 impianti eolici offshore progettati o concedere 30 mila chilometri quadrati di aree marine alla ricerca di idrocarburi?
E poi, anche queste girandole disseminate su sei chilometri, darebbero energia per 55 giorni, tempo permettendo?
Quanti bambini dovranno ancora abbaiare prima che qualcuno s'accorga che il sole tramonda ancora ad oriente e sorge esattamente all'opposto e che il vento, a lungo andace, fa girare sempre meno le pale e sempre di più le nostre pal..?[/b][/b]

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 11-08-2011 15:25

CATASTROFE UMANITARIA IN SOMALIA, ETIOPIA E KENYA

Sono circa 12 milioni le persone colpite da fame e sete nel Corno d'Africa.
E’ la peggiore siccità degli ultimi 60 anni. Migliaia di famiglie hanno lasciato le proprie case e le terre ormai aride per dirigersi nei campi profughi allestiti nei paesi vicini. La Somalia è l’epicentro della catastrofe: un bambino su tre è denutrito e rischia di non arrivare al compimento del 5° anno di età.

2 Milioni sono i bambini a rischio di morte. Sono dati impressionanti e purtroppo in aumento.

SOS Villaggi dei Bambini, attiva da oltre 40 anni nelle aree colpite dalla tremenda carestia sta rispondendo a questa catastrofe umanitaria distribuendo, cibo, acqua, assistenza sanitaria e attivando programmi di assistenza a lungo termine, per poter aiutare la popolazione anche dopo la tragedia.


Vogliamo installare un po' di questa "miracolosa" energia rinnovabile o un Mini Reattore di Maurizio Cumo per procurare a questo "avanzo" d'umanità un po' di mezzi per avere un po' di acqua, coltivare campi, allevare bestiame, per poter sopravvivere nel loro inferno e lasciar vivere gli altri nei propri paradisi, evitando così che il latrare (più appropriato dell'abbaiare) disturbi le proprie coscienze?

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 13-08-2011 13:59

Quello che segue lo troverete inserito anche nella "La Caduta degli Dei". Merita essere riportato anche qui.

I PRIVILEGI DELLA CASTA   (da Corriere della Sera)
Pasta, patate e zucchine: 2 euro a deputato
Ora tocca al menu di palazzo Montecitorio dopo che Schifani è intervenuto per frenare l'ira del web
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I PRIVILEGI DELLA CASTA

Pasta, patate e zucchine: 2 euro a deputato

Ora tocca al menu di palazzo Montecitorio dopo che Schifani è intervenuto per frenare l'ira del web

Clicca per vedere il menu di Montecitorio
MILANO - Dopo aver divulgato il menu di palazzo Madama ora il web butta in pasto al pubblico anche la carta del ristorante di Montecitorio. E se Sparta piange, Atene non ride. Anche alla Camera si mangia a «prezzi stracciati». E ovviamente gli euro sborsati dagli onorevoli non bastano a pagare le spese.

ALLA CAMERA - Qualcuno - dopo quello del Senato - ha trafugato materialmente anche un menu del ristorante dei deputati e lo ha pubblicato tale e quale. A Montecitorio i prezzi sono più alti ma niente a che vedere con quelli che tutti i giorni si vedono al supermercato. Qualche esempio: un piatto di pasta varia dai 2 euro, quella con patate e zucchine, ai 5 e 30 del risotto con gamberi e pachino. Quanto costerebbe questo piatto al ristorante? Non meno di 12-15 euro. Esattamente un terzo. E via di questo passo con i secondi che variano dai 4 euro di una leggera insalata di pollo ai 5 e 30 del carrè di agnello al forno. Insomma prezzi fuori mercato.

QUANTO CI COSTA - Al Senato per ogni coperto del ristorante si deve raddoppiare la cifra corrisposta dai commensali. L'operazione costa ai contribuenti circa 1.200.000 euro l'anno. Una realtà svelata dal deputato dell'Idv Carlo Monai al settimanale l'Espresso. Il web ne riprende la foto del menu: apriti cielo. Risultato su Corriere.it: in trecentomila hanno preso visione dei privilegi a tavola dei senatori italiani e una parte ha inondato il nostro sito, e blog vari, di commenti ironici e furiosi. Un coro: «Allora tutti a mangiare al Senato!». Un successo mediatico. Tant'è che a fine serata il presidente del Senato Renato Schifani ha fatto sapere che i prezzi della ristorazione interna verranno presto adeguati ai costi effettivi. Intanto però sarebbe utile sapere da quando saranno «attualizzati» i prezzi. Anzi, ancora più importante sarebbe annunciare i sacrifici che si chiedono agli italiani contemporaneamente a quelli che farà la «casta». Vedremo .


Il deputato Carlo Monai (Idv)
LE PROPOSTE - Ma non è solo il web a indignarsi. «Rinnovo la mia proposta al collegio dei questori del Senato di rinunziare agli alloggi di servizio e di trasformare tutti gli attuali centri di spesa del Senato (ristorante, buvette, barberia (gratis, ndr), spaccio, banca, infermeria) relativi ai servizi resi ai senatori e agli ex-senatori a prezzi politici in centri di utili, affidando con regolare gara a società esterne qualificate i servizi stessi da pagare, da parte dei parlamentari ai prezzi correnti di mercato» Queste non sono le parole anonime di un commentatore su Internet bensì pensieri «pesati» di un membro della commissione Affari Costituzionali: il senatore pidiellino Raffaele Lauro. E allora da dove iniziare? «La Camera dei deputati, grazie alla chiusura della mensa di San Macuto, risparmierà un milione di euro - afferma il questore della Camera Antonio Mazzocchi - Inoltre, resta valida e confermo la mia proposta di sostituire tutte le mense della Camera con un unico self service con i relativi costi dei pasti a totale carico di chi ne usufruisce. Il risparmio accertato sarebbe almeno di 4-5 milioni l'anno». Ma anche il web suggerisce: «Auto blu, voli blu, tassi del mutuo scontati, occhiali gratis, psicoterapia pagata, massaggi shiatsu, balneoterapia, cure termali...». Intanto il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, lancia una proposta via twitter: @DeBortoliF: «Chiudere i ristoranti di Camera e Senato e dare ticket agli onorevoli»


Personalmente li manderei tutti a mangiare in quella ciotola, in quel canile in Puglia, dove una "bambina abbaia" e ve li lascerei ingrassare per tutto il tempo che hanno "speso" in passato a mangiare nei loro "paradisi".

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 17-08-2011 16:36

Nella rubrica "Discussione libera...piazzetta" qualche settimana fà ho parlato, in vari interventi, di alcune angoscianti realtà di Napoli.
Tra queste ho fatto gli auguri all'artista Mario Carrese per il compimento del suo 69 anno di età.
La figura dell'artista partenopeo fa parte d'ogni allusività, richiamata simbolicamente da' "la bambina che abbaia" che apre questa rubrica, in quanto simbolo di un malessere generalizzato dall'indifferenza e dalla ignoranza, nel gestire vita comunitaria, arte e cultura, nel nostro paese ed in particolar modo a Napoli.
Non voglio ritornare su argomenti di cronaca, trattati ormai da mesi da tutta la stampa in merito all'incuranza, a certe cattive abitudini educative, alla speculazione di cui questa splendità città è vittima.
Voglio solo riportare un mio vecchio articolo pubblicato nel 2001 da un nostro importante quotidiano nazionale intitolato:

Vivi a Napoli e poi muori.

Una buona realtà culturale è il frutto di una attenta amministrazione della stessa e, soprattutto, di una buona economia. Quelle che hanno creduto di far a meno di questi requisiti, sono, prima o poi, affogate nell’anarchia e nel disordine.E’ una sconcertante considerazione che vuole la cultura relegata, cenerentola sociale, nel fondo d’un elenco delle necessità conviviali, opportunamente compilato da chi, gestendo la ripartizione economica, fa dell’arte un derivato materiale, della merce, un decadente e retorico mercato di basso livello. La realtà culturale di Napoli negli anni 70, per esempio, non è mai stata vista nella sua giusta luce. Tempi che videro miracolosamente fiorire architetti come Renato De Fusco ed artisti come Lucio Del Pezzo, Augusto Perez, Renato Barisani, Mario Carrese, Mimmo Paladino e uomini di cultura come Bomenico Rea, Michele Prisco, Edoardo Sanguineti, il filosofo Aldo Masullo, i registi e scrittori come Eduardo De Filippo, Pasquale Squitieri e pochi altri. Un miracolo, una fioritura anomala rispetto ad una mentalità conservatrice, ancorata al suo 800 ed ad una tradizione che andava, sì considerata, ma decisamente superata nel linguaggio.
Su questi uomini pesava l’incomprensione e la diffidenza, rappresentando quelle avanguardie, divenute poi storiche, che in altre città ed in altri paesi erano il centro della evoluzione e del progresso dell’arte. Insomma una Napoli poco permissiva tra tanta tolleranza, con pochissimi spazi e miserabile economia. Quelli che hanno avuto più fortuna lo devono alla propria capacità ed alle proprie possibilità economiche che hanno permesso loro di sconfinare, di uscire da quel ghetto che isolava e spesso riduceva la loro crescita espressiva.
Pochi di questi sono rimasti a Napoli e stanno ancora pagando questa inutile “fedeltà”. Il caso più eclatante è quello di Mario Carrese, una volta scultore e pittore, alle cui opere si ispirarono movimenti importanti come “Il Nuovo Dimensionalismo” e “La Transtoria”. Un artista arroccato sul Vomero, costretto ad esporre “fuori città”, finchè le possibilità economiche glielo avessero permesso. Costretto a lasciare il modellato e la scultura, per i grossi costi delle fonderie e dei trasporti, dovette ridurre la sua arte alla sola pittura. Oggi Carrese, invitato a far parte del ristretto numero di artisti dal Museo della Transtoria, limita la sua presenza e la sua crescita nel mondo dell’arte a pochi lavori che, nonostante fossero indicati come in continua evoluzione per la straordinaria ineguagliata personalità, sono come primule rosse; presenti, in altre parole, raramente fuori e dentro la propria città.
Per chi, come noi, ha vissuto quei tempi non è difficile paragonarli a quelli di oggi apparentemente in fermento, decisamente volti al riscatto di una città che non ha avuto le giuste condizioni per far conoscere l’opera dei suoi figli senza obbligarli ad “evadere”, a cercar fortuna altrove come comuni immigrati.
Oggi Napoli ci appare più aperta a nuove iniziative, a nuovi spazi espositivi, a nuovi mezzi pubblicitari che consentano una lettura delle proprie attività anche fuori casa. E’ amaro considerare che intanto alcuni artisti restano nell’ombra e che, a solo pochissimi, soltanto adesso ne vengono riconosciuti il valore e tanti anni di operatività, come a Renato Barisani che ha dovuto, anno su anno, collezionare 87 primavere prima di vedersi riconoscere l’essere tra i maggiori esponenti della nostra cultura.
Ma, torniamo a Mario Carrese, sepolto dalla indifferenza in una obiettiva condizione di vita che non gli consente più la benchè minima pubblicazione del suo lavoro. Torniamo un attimo a leggere attraverso le  righe di questo stupendo diario fatto di forme e colori, di linee e memorie, il dramma di un grande artista, scopriamo, nella profondità di un segno che si evolve, come le melanconie partenopee si mescolino con gli scoraggiamenti, con le infinite realtà di una Napoli “senza mare” dove il sentimento della vita si confonde, e spesso muore, con  le infinite contraddizioni, con le prepotenze e l’arrivismo di chi vuole gestire la vita altrui a vantaggio della propria. Napoli è ancora questo, a prescindere le apparenze ed il continuo rinnovo della propria facciata, di questo lustro contenitore che nasconde i significati più profondi, più dolorosi che esaltanti, velati da un triste sorriso di apparenza. Allo svanire dei nostri sogni e delle nostre illusioni, oggi si sovrappone quello dei sogni e delle illusioni di tanti giovani talenti, di quanti, utopisticamente, credono ad un nuovo rinascimento che faccia suoi i propositi e le buone intenzioni che, nonostante tutto, nascono ancora all’ombra d’un Vesuvio avvilito dalla storia e dalla inettitudine.
Sotto questa luce, “Vivi a Napoli e poi muori” assume un significato più realistico del famoso ed invitante detto “Vedi Napoli e puoi muori” e, sicuramente più veritiero.

Michele Greco


Sono trascorsi 10 anni da quel lontano 2001!
Ho incontrato nuovamente Mario Carrese nella sua immutata dimora sul Vomero ed ho capito che vi è stato un cambiamento visibile in una sorta di trasfigurazione materiale e spirituale allarmante che andrebbe considerata e denunciata come una chiara violenza al diritto, alla logica, alla cultura, all'umanità infine.
L'artista, sembra che abbia avuto un forzato pensionamento. Sembra che sia stato messo a "riposo" da quanti, dopo averlo sfruttato e derubato, lo hanno rimosso dal "diritto a vivere" come si usa fare con un vuoto a perdere.
Nell'incontrarlo ho avuto la netta sensazione d'incontrarmi con ciò che rappresenti, nel sacro e nel profano, l'idea concreta della "trasfigurazione".
Alterato nella fisionomia, visibilmente emozionabile, decorosamente trasandato e privo di volontà continuative, di entusiasmi e progetti di vita. Tutto ciò per aver chiesto, a chi di dovere, che gli fossero riconosciuti i sacrosanti diritti inviolabili di restituzione di continui furti perpretati a suo danno da oltre quaranta anni.
Quando scrissi l'articolo che vi ho riproposto, Mario Carrese aveva iniziato una causa  contro quanti (non pochi), per più di quaranta anni, avevano preteso da lui pagamenti e tassazioni illeciti su "volute" errate valutazioni immobiliari.
Una causa che, ancora oggi, non ha dato all'artista il ben che minimo risarcimento, nonostante fossero stati riconosciuti i suoi diritti reali in merito, in sede di giudizio.
A tutto ciò si è aggiunto, nella strada in cui vive, un moltiplicarsi irresponsabile e delinquenziale di "campi magnetici" che hanno danneggiato sensibilmente la sua salute, fin da indurlo a rinunciare alla sua attività d'artista, già messa a dura prova dalla mancanza di disponibilità economiche dovute, soprattutto dalle privazioni  derivanti dagli oneri ai quali era illegalmente chiamato a rispondere da una intera vita.
Dramma nel dramma! Eppure, oggi, 16 Agosto 2011, Mario Carrese stà aiutando un amico a superare un momento difficile: il sottoscritto.
Noi, che viviamo e lamentiamo le illogicità e le prepotenze di certi poteri legalizzati e non; noi che lamentiamo la mancanza di logica nel condannare, senza alcun dialogo serio e concreto, l'allontanamento del Nucleare, dando credibilità e spazio ad altre "risorse" d'energia indicate poco efficienti da voci autorevoli; noi che pensiamo anche al posto di chi non pensa e diamo, senza pretesa di ricevere; noi che non sian santi, ma che non vorremmo nemmeno essere martiri; noi che parliamo ad un "mondo" sordo ed incosciente; noi, noi, noi.....in questi casi: casi in cui una bambina abbaia, casi in cui una donna si suicida per sofferenza, casi in cui un mondo di bambini muore di fame, casi in cui un artista viene emarginato perchè non ha santi in Paradiso.....noi: cosa dobbiamo fare?

E' utile lamentarci e raccontare, come fossero delle favole, le disgrazie dei nostri simili?

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 20-08-2011 22:37

Desidererei che questa rubrica, possibilmente dialogante, intitolata "Nucleare no, bambina che abbaia, si" possa dar vita ad una serie di denunce contro queste "armi improprie" che si usano da tempo contro l'uomo.
Non si può, a vantaggio di pochi o, se volete di molti, danneggiare altri e poi far credere che questi danni, per lo più alla salute, sono da attribuirsi ad uno "stile di vita" non corretto.
Ormai da anni vi è stata una campagna denigratoria e dissuasiva per quanto riguardi l'impiego del nucleare nel nostro paese.
Ritengo poco importante, al punto in cui siamo arrivati, se ciò è avvenuto a ragione o no.
E' il momento di rinviare al mittente quanto lo stesso ha inviato a chi avrebbe considerata la possibilità di avere dell'energia a buon mercato ed a beneficio di tutti.
Il Paese è invaso letteralmente da piccole, grandi e medie radiazioni prodotte per il funzionamento d'una infinita tecnologia"civile"; nessuno ne parla, ogni tanto un lamento, eppure l'incidenza di neoplasie è in aumento, il mondo dei malati di tumori è impressionabile.
Le "autorità" non hanno autorità! Le denuncie sono inutili!
Il pianeta è malato anche lì dove l'energia nucleare e totalmente assente.
Vi risulta o no quello che dico?
Vogliamo ancora bendarci ed aprire le porte alle nuove Energie Rinnovabili emergenti? Forse queste possono risolvere la crisi economica che stiamo vivendo, grazie al furto continuo ed alla continua speculazioni di pochi che preferiscono ingrassare un giocatore di pallone, piuttosto che salvare mille bambini dalla fame?

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 20-08-2011 22:37

Desidererei che questa rubrica, possibilmente dialogante, intitolata "Nucleare no, bambina che abbaia, si" possa dar vita ad una serie di denunce contro queste "armi improprie" che si usano da tempo contro l'uomo.
Non si può, a vantaggio di pochi o, se volete di molti, danneggiare altri e poi far credere che questi danni, per lo più alla salute, sono da attribuirsi ad uno "stile di vita" non corretto.
Ormai da anni vi è stata una campagna denigratoria e dissuasiva per quanto riguarda l'impiego del nucleare nel nostro paese.
Ritengo poco importante, al punto in cui siamo arrivati, se ciò è avvenuto a ragione o no.
E' il momento di rinviare al mittente quanto lo stesso ha inviato a chi avrebbe considerata la possibilità di avere dell'energia a buon mercato ed a beneficio di tutti.
Il Paese è invaso letteralmente da piccole, grandi e medie radiazioni, prodotte per il funzionamento d'una infinita tecnologia"civile"; nessuno ne parla, ogni tanto un lamento, eppure l'incidenza di neoplasie è in aumento, il mondo dei malati di tumori è impressionabile.
Le "autorità" non hanno autorità! Le denuncie sono inutili!
Il pianeta è malato anche lì dove l'energia nucleare e totalmente assente.
Vi risulta o no quello che dico?
Vogliamo ancora bendarci ed aprire le porte alle nuove Energie Rinnovabili emergenti? Forse queste possono risolvere la crisi economica che stiamo vivendo, grazie al furto continuo ed alla continua speculazioni di pochi che preferiscono ingrassare un giocatore di pallone, piuttosto che salvare mille bambini dalla fame?

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 21-08-2011 09:33

http://www.altroconsumo.it/acqua/arsenic...274493.htm


Arsenico nell’acqua: 128 Comuni nel mirino dell’Ue
23-11-2010

Troppo arsenico nell'acqua potabile di 128 Comuni italiani, soprattutto del Lazio. A nulla è valsa la richiesta del Governo di derogare ai limiti di legge: la Commissione europea ha negato il permesso e impone ordinanze per vietarne l’uso alimentare.

I 128 Comuni interessati

La Commissione europea ha respinto la richiesta di deroga ai limiti di legge inoltrata dall'Italia per la concentrazione di arsenico presente nell’acqua destinata ad uso potabile. In particolare per quanto riguarda l'arsenico, scrive la Commissione Ue, “occorre autorizzare unicamente deroghe per valori di arsenico fino a 20 microgrammi al litro”. Al contrario, finora si poteva derogare fino 50 microgrammi al litro. Una decisione che riguarda 128 Comuni (vedi elenco). Se l’Italia non rispetterà il divieto, rischia un procedimento davanti alla Corte di Giustizia europea.

Troppe deroghe

L'Italia è il paese europeo dove più frequentemente si è permesso ad alcuni acquedotti di erogare acqua con valori fino a 5 volte superiori alla legge, in particolare per arsenico, boro e fluoro. Una pessima abitudine, che ha più volte suscitato polemiche e creato allarmismi sui potenziali rischi sulla salute. Preoccupazioni non certo affievolite - come è giusto che sia - dal fatto che le deroghe riguardino pochi comuni e località che si trovano nelle regioni Lazio, Campania, Toscana, Umbria, Lombardia e nelle province di Trento e Bolzano (per inciso in tutti i casi si tratta di sostanze presenti naturalmente nelle falde cui gli acquedotti attingono).

Effetti negativi sulla salute

Lo stop ufficiale è arrivato il 28 ottobre, ma già nei mesi scorsi a pronunciarsi era stato il comitato scientifico della Commissione europea, lo SCHER (Scientific Committee on Health and Environmental Risks), che ha in parte confermato le preoccupazioni che riguardano la salute dei più piccoli, mentre per quanto concerne la popolazione adulta il rischio sulla salute derivante dalla proroga dei valori derogabili per questi tre elementi sarebbe molto basso. Nello specifico, per i bambini sotto i 3 anni il boro assunto bevendo acqua potrebbe facilmente raggiungere il limite massimo tollerabile, mentre per i bambini e i ragazzi fino a 18 anni non è escluso che gli effetti negativi dovuti all'arsenico si manifestino già a partire dai 20 microgrammi per litro.

Consigli per le persone "sensibili"

Quando è in vigore una deroga, la regione o la provincia autonoma deve informare adeguatamente e tempestivamente la popolazione coinvolta, fornendo indicazioni specifiche per le categorie di popolazione più esposte a rischi: bambini e adolescenti, donne in gravidanza e allattamento. Consigliamo loro di evitare di consumare acque sottoposte a deroghe per questi parametri.

Di quali sostanze si tratta?

Ma perché queste tre sostanze devono essere sempre tenute sotto la lente di ingrandimento?

L'arsenico è un elemento non essenziale all'organismo umano e, a elevate esposizioni attraverso la dieta e l'aria, può causare tumori della pelle e degli organi interni.

Il fluoro, se assunto in quantità eccessiva attraverso l'acqua, l'alimentazione ed eventuali integratori, causa fluorosi dentale e ossea nei bambini.

Il boro è tossico per le vie riproduttive, ma non si è rilevata azione cancerogena.

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RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 21-08-2011 12:29

Grazie per aver risposto al mio "appello".
Gradirei comunque che si facesse una ricerca più specifica e specialistica sull'Arsenico perchè, per esempio, un tipo o derivato dell'Arsenico (Arsenico bianco o Arsenicum album) è usato con successo nella medicina omeopatica.
Tutti sappiamo che in farmacologia si usano varietà interessanti di sostanze tossiche e di veleni a scopi curativi.
E' un po' come riaffermare il principio che è l'uso delle sostanze che può determinare negatività o positività a svantaggio o a vantaggio della popolazione.
La stessa Energia è partecipe a questo principio.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 21-08-2011 12:58

http://www.infoimpianti.it/temi/Generale...estin.aspx


Il pericolo dell'arsenico presente nell'acqua destinata all'uso potabile
inserito il: 24.04.2008
fonte: 'Aggiornamenti'



L’arsenico è un elemento chimico semimetallico che si ritrova nelle acque di pozzo e in quelle superficiali di alcune zone geografiche. In Italia è presente principalmente nei pozzi di alcuni comuni dell’Emilia e della Lombardia (principalmente nelle province di Mantova e Cremona), del Veneto (Mediobrenta e Basso Veronese), dell’Alto Adige, della Campania, della Toscana (Monte Amiata e Colline metallifere) e nel Lazio settentrionale (in acque di sorgente e in alcuni laghi). Le concentrazioni più elevate di questo elemento si riscontrano nelle acque sotterranee.

La presenza di arsenico nell’acqua è legata prevalentemente a processi naturali di rilascio dei minerali presenti nel suolo (rocce vulcaniche e minerali ferrosi) o ad attività di tipo geotermico presenti o passate. I fenomeni di inquinamento dovuti all’attività umana sono normalmente molto limitati.

Con il recepimento della Direttiva Europea 98/83/CE, che è entrata in vigore il 25 dicembre del 2003 mediante il Decreto Legislativo 31/01, la concentrazione prevista nell’acqua destinata al consumo umano è stata ridotta da 50 a 10 microgrammi per litro, µg/l (ovvero a dieci milligrammi per metro cubo d’acqua). Tale abbassamento è un ulteriore riconoscimento dell’elevata pericolosità dell’arsenico i cui effetti sulla salute umana sono ben documentati. Livelli di arsenico superiori ai limiti consentiti possono causare iperpigmentazione, cancro alla pelle, al fegato e ad altri organi interni, disturbi circolatori e altre malattie.

Risulta, quindi, necessario effettuare trattamenti per la rimozione dell’arsenico presente nell’acqua di pozzo, sia nel caso di preparazione di acqua potabile da parte degli acquedotti comunali delle zone interessate, così come di fonti private di approvvigionamento d’acqua (non proveniente dall’acquedotto).

La rimozione può essere effettuata mediante tecniche diverse a seconda della quantità di arsenico presente e dei volumi d’acqua da trattare. Quella utilizzata da Cillichemie prevede l’assorbimento su masse speciali e si è dimostrata particolarmente efficace e si adatta molto bene alle diverse dimensioni degli impianti.

Il materiale assorbente utilizzato nei diversi tipi di impianto è in grado di trattare efficacemente l’acqua per renderla potabile e adeguata ai processi produttivi nel settore alimentare e di trattenere elevate quantità di arsenico prima di giungere a esaurimento; questo significa che un impianto correttamente dimensionato può efficacemente risolvere il problema dell’arsenico per un lungo periodo di tempo (anche anni) prima di richiedere l’intervento di sostituzione delle particolari masse assorbenti.

Durante l’esercizio, questi sistemi di trattenimento dell’arsenico non richiedono trattamenti complementari e limitano al massimo la richiesta di intervento umano (il periodico lavaggio delle masse avviene automaticamente e, per una migliore efficacia, i filtri scaricano il primo filtrato prima di inviare nuovamente l’acqua all’utilizzo). Gli impianti di rimozione lavorano direttamente in linea.

Tali caratteristiche ne rendono possibile l’installazione in impianti sia nuovi sia già esistenti. In questo modo, è possibile aggiornare e rendere adatti alla produzione di acqua potabile anche impianti in uso da tempo, dove il problema arsenico forse, in passato, era stato sottovalutato, o in acque nelle quali si è riscontrata, successivamente, una concentrazione eccessiva di arsenico.

La tecnologia per l’eliminazione dell’arsenico presente nelle acque da utilizzare per il consumo umano e le lavorazioni alimentari ha comunque raggiunto una perfezione tale da rendere possibile di risolvere in ogni caso il problema.

Nelle zone indicate all’inizio si consiglia, pertanto, oltre alla normale analisi dell’acqua, di far effettuare anche la ricerca dell’arsenico, chiedendo alla ASL di zona che possiede i laboratori competenti per rilasciare la certificazione della potabilità dell’acqua, di confermarne o meno la presenza e, quindi, la necessità della prescritta rimozione.

Dott. Fabio Pedrani, Cillichemie Italiana

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RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 21-08-2011 17:47

Grazie della lezione di chimica!
Interessante la procedura di bonifica dell'acqua che pare non venga attuata. Resta da chiarire il problema, per evitare di cadere in contraddizione, in cosa consiste realmente l'impiego dell'arsenico in medicina.
E poi, il tutto rientra in un problema di trascuratezza o di speculazione?
Tu Cher sei, lo dico bonariamente, un buon cane da caccia!
Scova, e chiarisci i miei "dubbi" o, se vuoi, rispondi alle mie "provocazioni".
Grazie

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 21-08-2011 18:55

http://it.wikipedia.org/wiki/Arsenico




Simbolo di rischio chimico.

L'arsenico è l'elemento chimico di numero atomico 33. Il suo simbolo è As. È un semimetallo che si presenta in tre forme allotropiche diverse: gialla, nera e grigia. I suoi composti trovano impiego come pesticidi, erbicidi ed insetticidi. È inoltre usato in alcune leghe.


Caratteristiche

Dal punto di vista chimico, l'arsenico è molto simile al suo omologo, il fosforo, al punto che lo sostituisce parzialmente in alcune reazioni biochimiche, da cui il suo effetto tossico. Scaldato in atmosfera ossidante, si ossida rapidamente ad ossido di arsenico(III), As2O3 o As4O6, di per se inodore, ma sviluppante un tipico odore agliaceo in presenza di alcoli ed idrocarburi (reazione del "cacodile"). L'arsenico ed alcuni suoi composti sublimano, passando direttamente dalla fase solida a quella aeriforme.
L'arsenico elementale si trova in due diverse forme solide; gialla e grigia/metallica, le cui densità relative sono rispettivamente 1,97 e 5,73.


Applicazioni

L'arseniato di piombo è stato usato fino a buona parte del XX secolo come pesticida sugli alberi da frutto, con gravi danni neurologici per i lavoratori che lo spargevano sulle colture e ci sono resoconti sull'uso di arseniato di rame nel XIX secolo come colorante per dolciumi.

L'applicazione di maggiore pericolo per l'essere umano è probabilmente quella del legno trattato con arsenocromato di rame ("CCA" o "Tanalith", e la maggior parte del vecchio legno "trattato a pressione"). Il legname CCA è ancora in circolazione e in uso in molti paesi, ed è stato usato in modo massiccio durante la prima metà del XX secolo per strutture portanti e rivestimenti esterni di edifici in legno, dove c'era il pericolo di marcescenza o di attacchi di insetti.

Anche se questo tipo di trattamento del legno è stato proibito nella maggior parte delle nazioni dopo la comparsa di studi che dimostravano il lento rilascio di arsenico nel terreno circostante da parte del legno CCA, il rischio più grave è la combustione di legno CCA, che concentra i composti di arsenico nelle ceneri: ci sono stati casi di avvelenamento da arsenico di animali e di esseri umani per ingestione di ceneri di legno CCA (la dose letale per un uomo è di 20 grammi di cenere, circa un cucchiaio).

Il legno CCA recuperato da costruzioni demolite continua tuttavia ad essere bruciato, per ignoranza, in fuochi domestici o commerciali; lo smaltimento sicuro di legno CCA continua ad essere poco praticato e ci sono preoccupazioni in alcune zone massicciamente edificate con legno trattato all'arsenico per la futura demolizione delle costruzioni.

Altri usi:
Vari insetticidi e fitofarmaci agricoli.
L'arseniuro di gallio (GaAs) è un importante semiconduttore, usato nei circuiti integrati e nei pannelli fotovoltaici. I circuiti realizzati in arseniuro di gallio sono molto più veloci (ma molto più costosi) di quelli realizzati in silicio. A differenza del silicio, possono essere utilizzati nei diodi laser e nei LED per convertire direttamente l'elettricità in luce.

Il triossido di arsenico è stato impiegato per la cura della leucemia promielocitica acuta in pazienti resistenti alla terapia con l'acido trans-retinoico.

Il triossido di arsenico è impiegato in Australia come agente per la disinfestazione delle case dalle termiti.
È usato anche nella realizzazione di fuochi d'artificio.

Storia

La parola arsenico è un prestito dal persiano زرنيخ (Zarnik), che vuol dire "ornamento giallo"; Zarnik venne adottato nel greco antico nella forma arsenikon. L'arsenico era dunque conosciuto e utilizzato in Persia e in altri luoghi fin dai tempi antichi. Poiché i sintomi dell'avvelenamento da arsenico erano mal definiti, veniva usato spesso per omicidi, fino all'ideazione del test di Marsh, un test di laboratorio molto sensibile in grado di rivelarne la presenza nei tessuti.
Inizialmente come impurità presente nei minerali cupriferi ma poi scelto come allegante deliberatamente, l'arsenico già nel Calcolitico finale anatolico e poi durante l'Età del Bronzo, veniva spesso unito al rame a creare una lega con caratteristiche simili al bronzo. Si pensa che sia stato Alberto Magno il primo a isolare l'arsenico elementare, nel 1250. Nel 1649 Johann Schroeder pubblicò due diversi modi per preparare arsenico. Nell'età vittoriana, l'arsenico veniva usato come cosmetico, per migliorare la carnagione e l'aspetto del volto (il cosiddetto "pallore da arsenico"). Alcuni uomini sono morti per aver baciato donne con arsenico sulle labbra, spesso prostitute. Questo particolare veleno venne anche usato per uccidere Rasputin, anche se questi ne prendeva tre gocce ogni mattina, proprio per scongiurare un attentato del genere. I nobili della congiura dovettero: sparargli, accoltellarlo, avvelenarlo ed infine buttarlo, sembra ancora vivo nonostante tutto, nel fiume Nieva.


Simbolo alchemico dell'arsenico
Il simbolo alchemico per l'arsenico è mostrato qui a fianco.



C'è una massiccia epidemia di avvelenamento da arsenico in Bangladesh, dove si stima che circa 57 milioni di persone bevano acqua da pozzi con concentrazioni di arsenico al di sopra dei limiti massimi di 50 parti per miliardo stabiliti dall'organizzazione mondiale per la sanità; tale arsenico è di origine naturale, e viene rilasciato dai sedimenti nelle acque di falda a causa delle condizioni anossiche del sottosuolo.

Queste acque sotterranee hanno cominciato ad essere utilizzate dopo l'avvio da parte di organizzazioni non governative occidentali di un grande programma di pozzi per ricavare acqua potabile, in modo da evitare l'uso di acque di superficie contaminate da batteri, ma i test sull'acqua di falda per l'arsenico non vennero effettuati.

Si pensa che molti altri paesi del sudest asiatico, come Vietnam, Cambogia e Tibet, abbiano ambienti geologici sotterranei tali da provocare la stessa alta concentrazione di arsenico nelle acque sotterranee

Disponibilità

L'arsenopirite, nota anche come mispickel (FeSAs) è il più comune minerale di arsenico, da cui l'elemento si ricava per arrostimento: il calore fa sublimare l'arsenico, lasciando come residuo solido il solfuro ferroso. La società Rumianca, di Riccardo Gualino, nello stabilimento di Carrara Avenza fondò la sua fortuna commerciale nella lavorazione delle piriti arseniose, come precursori di prodotti da usare nell'industria bellica e negli antiparassitari.

I composti più importanti dell'arsenico sono l'arsenico bianco (il suo solfuro), il verde di Parigi (acetoarsenito di rame [Cu2(AcO)(AsO3)]) e l'arsenato di piombo.

Tutti sono stati usati in passato come agrofarmaci.

L'arsenico può raramente trovarsi puro in natura, ma più spesso si trova associato a argento, cobalto, nichel, ferro, antimonio o zolfo.
Oltre alle forme inorganiche summenzionate, l'arsenico si può trovare in un certo numero di composti organici nell'ambiente: una volta entrato nella catena alimentare, l'arsenico viene progressivamente metabolizzato in forme meno tossiche con un processo di metilazione.


Precauzioni ed effetti sulla salute

L'arsenico e molti dei suoi composti sono veleni particolarmente potenti.

L'arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema nervoso, portando l'intossicato alla morte per shock.

Composti contenenti arsenico sono cancerogeni e, in particolare, sono implicati nella patogenesi del carcinoma della vescica, nel carcinoma mammario e di alcune neoplasie dell'apparato tegumentario.

Una estesa letteratura scientifica disponibile su prestigiose riviste internazionali ha ormai provato che l'esposizione cronica all'arsenico ha effetti multipli sulla salute:

riduce le difese antiossidanti dell'organismo, dato che l'arsenico ha una elevata affinità per i gruppi sulfidrilici delle proteine e di metaboliti endogeni come il glutatione;

provoca stress ossidativo direttamente nell'ambiente intracellulare, inattivando diversi enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione (deidrogenasi, mono-ossigenasi, ecc.);

interferisce pesantemente con i meccanismi endocrini regolati dagli estrogeni (da cui il sospetto che possa causare tumori alla mammella);
può attaccare direttamente i filamenti di DNA e provocarne lesioni combinate di vario tipo.

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Usato il traduttore automatico google
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http://www.origen.net/arsenic.html

Limiti tossici di arsenico

Riferimenti Medline su Arsenico

Istituto Superiore di Sanità una serie di riferimenti su Arsenico e salute pubblica: Referenze Arsenico Medline

http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/arsenic.html


EPA Limiti

Acqua: EPA ha fissato un limite di 0,001 ppm (10 ppb) di arsenico nell'acqua potabile: Links EPA
Terreno: E 'stato riportato che l'EPA ha stabilito un limite di 10 ppm (10 mg per kg) di arsenico nel suolo. Livelli di arsenico oltre il limite potenziare EPA per ordinare un proprietario-finanziato pulizia di un sito commerciale. Tuttavia, sono stato in grado di individuare una citazione difficile a questa cifra. Se qualcuno può trovare un riferimento da EPA su questo, per favore fatemelo sapere.

Aria: La Occupational Safety and Health Administration, OSHA, ha stabilito un limite massimo di esposizione ammissibile di arsenico inorganico nell'aria sul posto di lavoro di 10 microgrammi per metro cubo come media su una giornata di otto ore.



Detection - Meccanismo Dosaggio

Segnali di pericolo: Sia arsenico inorganico e organico dare alcun preavviso della sua presenza. composti di arsenico sono polveri bianche o incolori che non hanno odore o sapore particolari. Data la quantità minima necessaria per produrre un effetto letale, la mancanza di un segnale di avvertimento rende queste sostanze molto mortale.
Presenza: arsenico inorganico si trova in molti tipi di rock, specialmente nei minerali che contengono rame o piombo. Quando questi minerali vengono fusi per estrarre il rame o piombo, la maggior parte del arsenico sono raccolte per pesticidi. Come la radiazione, tutti sono esposti a bassi livelli di arsenico (in particolare arsenico inorganico) perché i livelli molto bassi di esso sono sempre presenti nel suolo, acqua, cibo e aria. La persona media ingerisce circa 8 microgrammi (circa 8 / 1000 di grammo) in cibo ogni giorno. L'arsenico è presente anche nel fumo di sigaretta dove proviene da insetticidi sul tabacco.

Meccanismi di assorbimento: arsenico può essere assunto tramite ingestione, l'aspirazione di respirare la polvere, e, in misura molto minore, per assorbimento attraverso la pelle. Avvelenamento accidentale è stata riscontrata da indossare indumenti inadeguati quando si applicano prodotti a base di arsenico.

Una dose letale di arsenico può essere ottenuta anche da un processo cumulativo più di due mesi. Molteplici sub-letali dosi ricevute per un periodo di diverse settimane possono accumularsi nel corpo di raggiungere una dose letale. E a dosi molto piccole, l'arsenico è cancerogeno.

Arsenico Tossicità:

Innanzi tutto, ecco un link terrificante sul trattamento arsenico, la tossicità e l'acqua dal Dartmouth University .


La dose acuta letale di arsenico inorganico per l'uomo è stato stimato a circa 0,6 mg / kg / die: Questo significa che per un 70 kg (150 libbre) adulto, una dose tossica è di 42 mg o 0,042 grammi. Per un bambino 20 £, questo funziona fino a 6 mg o 0,006 grammi. Per confronto, un 12 piedi 2x6 lungo contiene circa 27 grammi (o 27.000 mg) di arsenico, sufficiente per uccidere più di 200 adulti.

L'esposizione ad alti livelli di arsenico inorganico - superiore a 100 ppm parti di arsenico nel cibo o acqua - può anche essere fatale. Arsenico e composti di arsenico sono noti agenti cancerogeni e sono stati implicati nel cancro del polmone e della pelle e associati a difetti di nascita. Mentre l'arsenico organico (arsenico in combinazione con composti del carbonio) è meno tossico che provoca effetti simili.

Informazioni più dettagliate sulla tossicità per la comunità medica possono essere trovati all'indirizzo: informazioni, la valutazione del rischio

Arsina Gas : gas arsina (AsH3), è prodotto quando l'arsenico elementare o inorganico reagisce con composti di zinco o di alcuni funghi. Gas arsina è stato utilizzato come arma gas nervino, ed è composto da zinco e arsenico reagendo in presenza di un acido. Costruire un ponte con chiodi galvanizzati in una zona di piogge acide potrebbe teoricamente provocare questa reazione, anche se il volume di gas Arsine ci si aspetterebbe di essere bassa. Memorizzazione CCA legno di frassino in un secchio zincato può essere in cerca di guai, comunque.

Anche a concentrazioni più basso 3-10 ppm, il gas arsina può causare effetti tossici in poche ore RAIS dati . Dove il gas arsina si incontra a livelli molto bassi l'insorgenza della malattia è lento e insidioso. Dopo un periodo di mesi, gli effetti cumulativi emolitica presente come dispnea a riposo (dispnea), grave intolleranza all'esercizio e una tachicardia (frequenza cardiaca rapida). Questi segni possono essere accoppiati con vaghi sintomi neurologici con una strana sensazione nelle gambe. Ipossia derivanti dall'esposizione a bassi livelli di gas Arsine può portare a blackout di durata variabile.

In questa fase, eliminando la fonte di contatto con gas arsina non può aiutare, a causa del 'periodo di latenza' di uno a sei mesi nello sviluppo di sintomi neurologici. Ripresa dagli effetti emolitica porta a 'policitemia' una condizione di compensazione di un eccesso di globuli rossi, in pazienti con normale metabolismo dei globuli rossi.

Lunghe a basso livello di esposizione al gas arsina porta ad una terza fase della malattia che ha delle somiglianze con l'insorgenza di avvelenamento acuto da gas arsina, tra cui urine scure, vertigini, cefalea e delirio. Questo è seguito da paralisi progressiva degli arti inferiori e delle braccia porta alla 'caduta del piede', 'drop polso', 'atassia' e sintomi generalizzati compresi i problemi con 'propriocezione' o senso di posizione.

Recupero da sub-letali esposizione arsina è lenta: sei mesi di paralisi variabile seguito da un tempo di recupero di 2-4 anni. A seconda dell'esposizione, vi è la possibilità di danni permanenti ai nervi colpisce le estremità, in particolare le mani e le dita.

Gli effetti del gas arsina sui bambini e il feto non sono ben documentati, ma ci sono alcune evidenze aneddotiche.

Alla fine del 1950 la Nuova Zelanda militare, biancheria da letto trattate e pelli di pecora utilizzato per i rilievi di culla con un composto dell'arsenico come fungicida (arsenico è ancora usato come fungicida in legno CCA). Tuttavia, un fungo chiamato 'Scopulariopsis breviculis' può metabolizzare l'arsenico ed emette gas arsina come sottoprodotto.

Gas arsina può essere stato responsabile di un alto tasso di mortalità infantile da sindrome di morte improvvisa del lattante (SIDS) a quel tempo in Nuova Zelanda.

Culla morte o SIDS era anormalmente elevato nelle famiglie militare dove è stato utilizzato l'arsenico come lettiera fungicida in 'Issue ufficiale'.

Una prestigiosa istituzione dei responsabili orologio ha diffuso un avvertimento ai suoi membri che nel restauro di orologi antichi c'è il pericolo di avvelenamento da gas Arsine a causa del pigmento 'Scheeles verde' usato in fret schermi.

Il fungo stesso 'Scopulariopsis breviculis' di cui sopra è stato responsabile della avvelenamenti 'Wallpaper e incolla' del 19 ° secolo in Europa.

Arsenico utilizzato come fungicida in carta da parati è stato metabolizzato dal fungo e del gas Arsine rilasciato.

La questione per noi è, sarà questo attacco fungo CCA legno pressione-trattato?.

Informazioni sulla cortesia del gas arsina di Brian Shadd , ingegneri diagnostica, Regno Unito

Segni di avvelenamento da arsenico

Effetti di avvelenamento mite da inalazione comprendono la perdita di appetito, nausea e diarrea.

Effetti della più severa esposizione ad arsenico includono (1) 'formicolii' formicolio alle mani, o crampi nei muscoli del polpaccio (2) di calore e irritazione in gola e lo stomaco, un odore di aglio sul respiro, o un sapore metallico in bocca (3) vomito, diarrea con feci molto sciolto (4) effetti neurologici, tra cui agitazione, mal di testa cronico, apatia, svenimenti, vertigini, delirio, sonnolenza, convulsioni o coma.

I segni di esposizione a lungo termine includono (1) sviluppo di bianco mezzaluna segni sulle unghie (2) un oscuramento della pelle, lesioni della pelle, un eritema cutaneo e la comparsa di piccole verruche sulle palme, piante dei piedi e del tronco, screziato individuazione della pigmentazione della pelle, guardando come 'gocce di pioggia su una strada polverosa'.
Trattamento

L'arsenico viene eliminato dal corpo in modo rapido, in modo che il rimedio più importante per avvelenamento da arsenico è l'eliminazione dell'esposizione. Gli effetti più gravi di arsenico, come il cancro e il diabete, si ritiene che richiedono lunghe esposizioni continue magari della durata di 20 anni o più.
Immediato poising arsenico acuta: Soggetti con sospetto avvelenamento da arsenico deve essere sempre rivolta a cure mediche immediate. Non ci sono antidoti effettivi poising arsenico immediato, e il meglio che può essere fatto immediatamente dopo l'ingestione è quello di provocare il soggetto a vomitare immediatamente dopo l'ingestione. Lavaggio o emetici - apomorfina, solfato di zinco, senape, ipecacuana, magnesia, anche pane bruciato, deve essere continuato sotto la supervisione di un medico 'ad intervalli per un massimo di due giorni, poi l'olio di ricino. Fluidi IV sarà probabilmente necessario per evitare che il soggetto da disidratazione. Soggetti con sospetto avvelenamento da arsenico deve essere sempre rivolta a cure mediche immediate.

Una volta che l'arsenico è stato ingerito, il trattamento migliore potrebbe essere quella di introdurre agenti di legarsi alla arsenico e aiutare a prevenire i suoi effetti tossici. Perché l'arsenico si lega fortemente allo zolfo, composti a base di zolfo e di agenti chelanti hanno mostrato un buon successo. Agenti chelanti come "anti-britannico lewisite" (BAL), opera di arsenico strettamente vincolante in complessi, rendendolo inattivo. Questo può aiutare a disattivare l'arsenico e rimuoverlo dal corpo di una persona, evitando una grave tossicità e morte.

Agenti chelanti legano strettamente ai metalli come l'arsenico e il mercurio, e può contribuire ad eliminare tali dal sistema. Vedi le informazioni sulla terapia di chelazione da una clinica di Atlanta, e sugli agenti chelanti specifici laboratori SERBO , una società farmaceutica in Francia.

Per ulteriori informazioni circa la tossicità di arsenico, contattare:

Agenzia per le sostanze tossiche e Malattie del Registro
Divisione di Tossicologia
1600 Clifton Road NE
Mailstop E-29
Atlanta, GA 30333
Telefono: 404-639-6000

1. Questo Old House Magazine , Numero 17, marzo / aprile 1998, pagina 118-125



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 21-08-2011 20:42

Eppure...!..!

Arsenico bianco, Arsenicum album
Arsenicum album è noto in omeopatia per le sue proprietà ed è ottenuto da un composto dell'arsenico che agisce sulle mucose dell'apparato digerente e respiratorio, l'avvelenamento da arsenico induce diarrea, vomito, mancanza di respiro, paralisi, bruciore all'apparato digerente con convulsioni, e può portare alla morte. Nella preparazione omeopatica, viene usato per la cura di disordini della digestione quali avvelenamento da cibo, indigestione, diarrea, gastroenteriti da eccesso di frutta, di cibi gelati e di alcol.
Arsenico bianco Arsenicum album
Il tipo Arsenicum album si riconosce dai tratti delicati e dal colorito pallido; è irrequieto, pauroso e soffre di ansie molto radicate. È di costituzione sottile e nervosa, si stanca facilmente e spesso soffre di incubi. Spesso il tipo Arsenicum album ha i capelli scuri; si sente privo di coraggio ed esaurito dalle malattie croniche di cui soffre, come asma, infiammazione delle mucose gastriche o psoriasi. Paure e ansie rendono spesso difficile il suo sonno.

Azione terapeutica
Questo rimedio omeopatico stimola fortemente gli organi respiratori, digerenti e le mucose. È quindi particolarmente indicato in caso di problemi digestivi, indigestione, asma, ulcere della bocca e debolezza diffusa dovuta a patologie come anemia, o da uno sforzo mentale prolungato.

Principali campi d'applicazione
Dolori brucianti, grande irrequietezza ed esaurimento sono i segnali tipici delle malattie trattate con l'Arsenicum album. Questo rimedio è efficace contro l'asma, i disturbi gastrici e la dissenteria. I ristagni di liquidi e gli edemi vengono ridotti o eliminati, mentre le malattie con prurito guariscono più rapidamente. In caso di disturbi mestruali, per esempio un ciclo molto lungo a causa di una debolezza diffusa, il rimedio rinforza e frena la tendenza all'emorragia. Sul piano psichico, l'Arsenicum album riduce l'ansia e i timori che impediscono di dormire serenamente; inoltre, migliora la fiducia in se stessi.

Preparazione del rimedio
Per la preparazione viene usato l'acido arsenico; per le prime tre diluizioni viene utilizzato alcol al 56% vol.

Disturbi principali
Timore, irrequietezza, avarizia ed egoismo
Irritazione a causa del disordine
Ipersensibilità sensoriale
Sensazione di oppressione a causa di preoccupazioni
Grande paura del futuro e disperazione
Emicranie, soprattutto sull'occhio sinistro
Forti bruciori su tutto il lato sinistro del viso
Nevralgia facciale, che compare la notte
Raffreddore con frequenti starnuti e croste secche nei naso
Infiammazione della gola e raucedine
Asma
Nausea in seguito all'assunzione di bevande o cibi freddi
Vomito con conseguente spossatezza
Infiammazione delle mucose gastriche
Dissenteria con pancia gonfia
Dolori al ventre e bruciori intestinali
Eritemi che bruciano e prudono
Eczemi con scaglie, psoriasi
Bollicine alle labbra o Herpes zoster
Infiammazioni della pelle con tessuti secchi

Allora?


Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 22-08-2011 09:01

Riporta:
  M.Greco  scrive: Desidererei che questa rubrica, possibilmente dialogante, intitolata "Nucleare no, bambina che abbaia, si" possa dar vita ad una serie di denunce contro queste "armi improprie" che si usano da tempo contro l'uomo.






Una cosa è un cura omeopatatica indicata da uno specialista, un'altra cosa riscontrare una incidenza sempre > in % di tumori al fegato in un'area di territorio tra la popolazione.

Scoprendo, con un pò di stupore per non dire altro e con un ritardo trentennale che l'acqua di falda e di pozzo contengono % oltre ogni limite di buon senso* dei limiti elevati di arsenico.

* il buon senso è quello che evita di agitarsi per delle cose inestitenti ( tipo radiazioni rilasciate da una ipotetica centrale nucleare) e si ignora volutamente cose reali,tra queste l'arsenico rilevato ( > 50mg/l ) nell'acqua distribuita alla popolazione.
limite di legge < 10 mg/l

Si lamentano, chi ci amministra, di non avere fondi per intervenire, ma ( polemica voluta) i soldi per le feste paesane/dell'ospite/mediovali/dell'uva e della vacca che li ha cullati..... quelli ci sono sempre e tutte rigorosamente con gran finale di fuochi d'artificio!
Ogni anno da trentanni!



L'arsenico dal rubinetto di casa è una garanzia!

E poi  tassano le bottiglie di plastica per l' inquinamento! Se esite una cosa che non inquina è proprio la plastica, in quanto non rilascia nessuna sostanza che può entrare in..... circolo .

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cron...a-1.515409

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/...iti/78402/


http://www.arpa.veneto.it/acqua/docs/int...MoSpAs.pdf

-------------------------
Dimenticavo: dagli amministratori ai politicanti e popolo bue con zotici compresi , tutti antinuclearsti DOP & DOC con tanto di cartello all'ingresso dei paesi con la scritta " Comune Denuclearizzato"


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 22-08-2011 14:30

Caro Cher, evidentemente non mi faccio capire!
Vediamo se, riformulando la domanda, riesco ad essere più chiaro.
L'Arsenico fa male! Sono daccordo!
Però l'arsenico è usato positivamente per curare molte patologie!
Sei o non sei daccordo?
Il danno che l'arsenico, mescolato con l'acqua, provoca alla salute di tutti è, se ho ben capito, dovuto dalla cattiva depurazione dell'acqua stessa, comportamento vergognoso di chi è preposto a farlo.
Ciò non toglie che in altro impiego l'arsenico è positivo.
Allora chi o cosa fa male alla salute del cittadino?
L'elemento in sè o l'uso errato dello stesso?
Questa domanda potrebbe calzare altre problematiche sociali.
Per esempio l'Energia, da qualunque sorgente viene ricavata e prodotta, è di per se stessa un male o è l'uso che della stessa viene fatto?

Grazie
Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 22-08-2011 18:29

Ti sei spiegato benissimo, solo che tu proponi l'argomento in modo "filosofico" ( se mi passi il termine), io in modo razzionale da "denuncia " come da tua richiesta.
In pratica , io ti scovo la "rogna" e tu la "estendi" , la svisceri nei suoi più articolati aspetti, altri , se si agregheranno , diranno la loro opinione.
Questo dovrebbe creare un interesse attorno ad argomenti , spesso, di rassegnata sopportazione.
Spero di aver esposto il mio pensiero in modo capibile.


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 22-08-2011 18:40

Riporto pari pari quanto ho scritto.


Caro Cher, evidentemente non mi faccio capire!
Vediamo se, riformulando la domanda, riesco ad essere più chiaro.
L'Arsenico fa male! Sono daccordo!
Però l'arsenico è usato positivamente per curare molte patologie!
Sei o non sei daccordo?
Il danno che l'arsenico, mescolato con l'acqua, provoca alla salute di tutti è, se ho ben capito, dovuto dalla cattiva depurazione dell'acqua stessa, comportamento vergognoso di chi è preposto a farlo.
Ciò non toglie che in altro impiego l'arsenico è positivo.
Allora chi o cosa fa male alla salute del cittadino?
L'elemento in sè o l'uso errato dello stesso?
Questa domanda potrebbe calzare altre problematiche sociali.
Per esempio l'Energia, da qualunque sorgente viene ricavata e prodotta, è di per se stessa un male o è l'uso che della stessa viene fatto?

Grazie
Michele Greco


Non trovo divagazioni filosofiche e svisceramenti dell'argomento in quanto ti ho scritto e rivolto come domanda.
Pongo una domanda alla quale tu ti ostini a non rispondere.
Hai mai consegnato, a scuola, un Tema in bianco?
Quando non si sa o non si vuole è meglio consegnare il foglio in bianco, piuttosto che trovare scusanti e fare panegirici offensivi l'intelligenza di chi legge.

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 22-08-2011 21:30

mi.greco ha Scritto:


Non trovo divagazioni filosofiche e svisceramenti dell'argomento in quanto ti ho scritto e rivolto come domanda.
Pongo una domanda alla quale tu ti ostini a non rispondere.
Hai mai consegnato, a scuola, un Tema in bianco?
Quando non si sa o non si vuole è meglio consegnare il foglio in bianco, piuttosto che trovare scusanti e fare panegirici offensivi l'intelligenza di chi legge.

Michele Greco




No, non sono d'accordo e non faccio nessun panegirico in quanto non lodo nessuno. Mescolare le carte per dirsi offesi e poi fare gli stizziti, quello si è offendere l'intelligenza altrui.

Con l'arsenico crepi e con le cure omeopatiche in caso di patologie gravi, crepi lo stesso.

Senza dimenticare che l'omeopatia è il placebo per eccelenza, ma il placebo farlo pagare sarebbe una truffa, il farmaco omeopata lo paghi e lo paghi salato e ti viene venduto senza nessuna ricetta o prescrizione, il motivo è che non è "dannoso" per l'organismo.
Se non è "dannoso", e qui voglio riallacciarmi al tuo dire,non ottieni nessun effetto chimico sull'organismo.

Se poi sei convinto che funziona e NON nego che ottieni dei risultati, questo lo si deve ricercare nel meccanismo di automedicazione che c'è in ognuno di noi.
Questo è stato dimostrato per l'ennesima volta poco tempo fà, come trovo la ricerca ,la posto.

A prescindere che è meglio sommnistrare prodotti omeopatitici che farmaci o antibiotici, in quanto, escluse patologie gravi, uno guarisce da solo.( Qui mi ripeto,cosi non si dica che non mi spiego o che mi nascondo dietro a giri parole perchè non sò cosa dire)


Non sono d'accorto sul fatto che associ l'uso omeopatico con il fatto che la sostanza non è dannosa a piccole dosi.
In omeopatia, il cui uso terapeudicop è controverso, non si parla di dosi ma di unità misurate in CH o DH,qui un accenno:

La diluizione, concetto fondamentale e sul quale si appuntano le critiche maggiori, viene detta in omeopatia potenza. Le potenze sono in realtà diluizioni 1 a 100 (potenze centesimali o potenze C o anche CH) o diluizioni 1 a 10 (potenze decimali o potenze D o anche DH). In una diluizione C una parte di sostanza viene diluita in 99 parti di diluente e successivamente dinamizzata, ovvero agitata con forza secondo un procedimento chiamato dagli omeopati succussione; in una diluizione D, invece, una parte di sostanza viene diluita in 9 parti di diluente e sottoposta poi alla stessa dinamizzazione.
Ogni sostanza omeopatica pronta per l'impiego riporta il tipo di diluizione e la potenza. Ad esempio, in un rimedio con potenza 12C la sostanza originaria è stata diluita per dodici volte, ogni volta 1 a 100, per un totale di una parte su 10012 (=1024).
Una potenza 12D, utilizzata abbastanza comunemente in omeopatia, equivale invece ad una soluzione nella quale la concentrazione è una parte su un milione di milioni (1012), che equivale ad esempio ad un millimetro cubo su mille metri cubi.


Mescolare una diluizione di questa entità con valori di > 50mg/l , credo che sia sfuggito il parametro di fondo.
L'innalberasi con il tuo puntualizzare e solo un modo filosofico per aggirare il problema che ho segnalato.

La gente crepa di cancro e fanno ricadere la responsabilità sulla radioattività , ignorando per pigrizia o sbadattagine sul fatto che è l'acqua con dosi VIETATE di arsenico è letale.

Se non mi sono spiegato, con l'arsenico , crepi senza se e senza ma.


Tutto il resto sono solo chiacchere da salotto, magari argute, ma senza capo ne coda, un pò come la filosofia applicata ad un bel ragionamento e  con la quale e senza la quale il ragionamento resta sempre uguale.

Per essere chiaro per l'ennesima volta: con l'arsenico crepi, anche in piccole dosi.

Ciao






RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 22-08-2011 22:49

Ti se finalmente inca"ss"ato!
Perchè?
E' probabile che in questo modo siamo arrivati ad un punto d'incontro.
Seguimi!
In natura trovi un po' di tutto, basta cercare.
Trovi sostanze velenose, tossiche, curative, nutritive, degeneranti o generanti; insomma trovi, scopri, studi, elabori e applichi.
In natura trovi l'aglio che è un forte antibiotico, ma trovi anche il prezzemolo che è , in dose elevata, un veleno; basta conoscerli ed utilizzarli per il proprio benessere; per esempio l'aglio, usato con giudizio, abassa la pressione arteriosa come il prezzemolo era usato per abortire e, guai a darlo in alimento ai conigli.
L'arsenico è un veleno ma se controllato è un farmaco, checchè tu ne dica, adoperato dalla medicina omeopatica.
L'Energia Nucleare porta benessere ma, se non è controllata, porta morte e malanni.
Tutto può essere benefico o dannaso! Dipende dal come si usa e lo si adopera.
Ti sei chiesto del perchè certe sostanze vengono usate in un modo ed altre in un altro, quando, sotituirle nell'uso, potrebbe essere più salutare?
Perchè non è conveniente!
Non conviene, a chi non ha interessi economici, produrre girasoli quando guadagnerebbe di più con le arachidi; produrre energia nucleare quando guadagna di più con le rinnovabili.
La merda è tutta qui!
La mia provocazione assillante sull'arsenico voleva giungere a ciò; a considerare ancora, ed ancora, che se non la si smette con le speculazioni, non la si smetterà mai con la truffa e con le continue prese per il culo.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 25-08-2011 14:14

Pubblicato in Energia, nucleare   Nessun commento
23 lug 2011
(da Repubblica)

L’accelerazione insostenibile di Nicola Cianciullo

L’accelerazione insostenibile. Da una parte la crescita progressiva e impressionante dell’anidride carbonica e degli altri gas serra, dall’altra quella del denaro mosso dalle Borse. A trovare punti in comune tra la crisi economica e quella ambientale sono stati in tanti, anche perché il collegamento tra l’instabilità dei mercati e la finitezza delle risorse in termini di energia e materie prime è diventato di tutta evidenza. Ma vale la pena di leggere “Eventi estremi”, di Tonino Perna, economista e sociologo, (edizioni Altra Economia) perché il nesso individuato è originale e sottolinea l’andamento caotico dei due sistemi indagati (l’atmosfera e l’economia).
“I grandi flussi di capitale che girano alla velocità della luce sul nostro pianeta, passando da un computer all’altro delle Borse di tutto il mondo, per un valore giornaliero pari a 3 mila miliardi di dollari, possono essere paragonati a enormi masse nuvolose, cariche di elettricità che si scaricano all’improvviso sulla terra e sul mare”, scrive Perna sottolineando che la maggior parte degli analisti hanno insistito sulla necessità di ridurre il rischio prodotto dalle bolle finanziarie aumentando le attività di regolazione e vigilanza da parte delle autorità.
Ma questo non basta. Non si coglie la misura del pericolo: “Se un sondaggio di opinione chiedesse ai cittadini del mondo la loro disponibilità ad affidare i propri risparmi ai boss della mafia siciliana, colombiana o russa, la risposta sarebbe sicuramente negativa a stragrande maggioranza. E invece la realtà ci dice che i risparmiatori alimentano, senza saperlo, un potere criminale peggiore di quello delle mafie di tutto il mondo messe assieme. Quando gli hedge fund puntano su un bene vitale come il grano o il riso portandone il prezzo alle stelle affamano milioni di persone e ne fanno morire di fame altrettante. Quando giocano al ribasso sui titoli pubblici in uno stato in difficoltà (come hanno fatto anche in tempi recenti con la Grecia, il Portogallo) o su una moneta debole, buttano nella disperazione milioni di persone, alimentano aspri conflitti sociali e politici, provocano morte, miseria e un peggioramento di tutti i servizi sociali”.
La diagnosi è chiara, la terapia ancora da mettere a fuoco. Perna propone una difesa che faccia leva sulla coesione umana di fronte alla minaccia di eventi estremi potenzialmente sempre più catastrofici. Ma il percorso per arrivare a una governance mondiale in grado di affrontare la sfida è ancora tutto da costruire. E la sfida posta dal cambiamento climatico costituirà probabilmente un banco di prova decisivo. Se si convogliasse l’1-2 per cento del Pil globale attualmente destinato a finanziare investimenti basati su tecnologie inquinanti mosse dai combustibili fossili verso l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, il riciclo dei rifiuti e l’innovazione tecnologica si darebbe un segnale forte in direzione di una stabilità climatica ed economica.


No comment!
Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 26-08-2011 11:15

Da "Affari Italiani"
Pescara/ Famiglia sfrattata e senza lavoro: vogliono vendere un rene
Venerdí 26.08.2011 10:30

Una coppia, sfrattata e disperata, ha deciso di vendere i propri reni per dare un futuro ai figli di tre e un anno e mezzo. Al momento non hanno soldi per comprarsi una casa dignitosa e vivono in auto. Ma il sindaco del loro paese, Manoppello (Pescara), mosso da compassione, si sarebbe già mobilitato per aiutarli con un alloggio popolare.
Giovanni De Matteis, il capofamiglia, denuncia però di non aver ricevuto alcuna rassicurazione in merito. ''Dal sindaco non abbiamo ricevuto nessun tipo di aiuto. L'unica cosa è stata quella di un ritardo di cinque giorni nello sfratto. Poi solo promesse vane di una casa''.

De Matteis racconta che aveva chiesto nei giorni scorsi anche un sussidio economico, ma non c'è stato nulla da fare. ''Sarei disposto anche ad andare in una pensione – spiega – ma come farei a pagare? Mia moglie ha perso il lavoro. Io sono precario, al momento senza occupazione. Con 500 euro, e 400 di affitto, ditemi voi come faccio a sfamare i miei due figli. Per loro sarei disposto a vendere anche domani un rene, anche se la legge italiana lo vieta''.

Il sindaco, Gennaro Matarazzo, ha replicato con un'altra versione dei fatti: ''Conosciamo la situazione della famiglia De Matteis, non a caso seguita da tempo dai servizi sociali. Da tempo avevamo avviato un censimento degli alloggi popolari, pur non essendo la coppia in graduatoria, sapendo che a breve dovrebbero liberarsi degli alloggi, occupati nell'ambito dell'autonoma sistemazione post-terremoto. Nel frattempo – ha aggiunto - eravamo riusciti ad ottenere dal proprietario di casa un differimento dello sfratto, nella speranza di riuscire a reperire una sistemazione provvisoria. Nei giorni scorsi avevamo anche individuato uno stabile, risultato poi pericolante''.

Il sindaco ha rivelato che nei mesi scorsi era stata trovata una collocazione provvisoria dalle suore, ''ma poi erano sorti problemi. Contiamo di trovare una soluzione entro pochi giorni, ma non ci aspettavamo tanto clamore, anche se comprendiamo la disperazione dei coniugi De Matteis''.


Mi domando: Cosa costa di più sul mercato: La Coscienza, La Dignità, La Libertà, La Verità o Un Rene?
Quali di questi è più richiesto, e da chi?

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 05-09-2011 12:02

LA SITUAZIONE Somalia, ora si fugge verso lo Yemen E questo mostra solo disperazione
di CARLO CIAVONI fonte repubblica



A migliaia cercano di raggiungere il paese della penisola arabica dopo traversate in mare con i soliti mezzi sgangherati e sovraccarichi di un'umanità che sa di andare incontro alla morte e che non ha più nulla da perdere. Il vuoto di potere e le scorribande dei miliziani di Al Shabaab, che sono ben lontani dall'essere sconfitti



ROMA - Dicono di aver lasciato Mogadiscio, di essersi ritirati "strategicamente". Intanto però gli uomini di Al Shabaab - le milizie islamiche nate da un spinta integralista all'orignine della scissione dalle Corti Islamiche - lasciano sul terreno una scia di segnali di terrore e morte. Un ragazzo è stato trovato decapitato nel quartiere di Huriwaa, nella capitale somala. Se ne ignorano le cause, ma sarebbe difficile per chiunque, a Mogadiscio, ricostruire episodi del genere e capire le ragioni di tanta ferocia, in un luogo dove ormai, in un vuoto di potere, regna solo desolazione e macerie, tra gente in fuga.  

Le nuove rotte verso lo Yemen. E' in atto una nuova tendenza del flusso migratorio in uscita dalla Somalia. Ora chi fugge fa rotta verso lo Yemen, dove cresce rapidamente il numero dei rifugiati somali, in arrivo attraverso il Golfo di Aden su imbarcazioni che si reggono a galla per miracolo. Finora sono 3.700 i rifugiati somali che nel solo mese di agosto hanno raggiunto le coste del paese all'estremità della penisola araba. Si tratta di un inizio anticipato della tradizionale stagione in cui le barche di trafficanti partono dal porto di Bossaso, nel nord della Somalia e della più alta quota mensile dell'intero anno. Sono state le instabili condizioni di sicurezza, la grave siccità, gli alti prezzi del cibo e la mancanza di opportunità lavorative - dicono i nuovi arrivati agli operatori UNHCR 1 - a spingerli alla fuga.
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E' così che mostrano la loro disperazione. Il fatto che i rifugiati abbiano scelto di andare nello Yemen - un paese preda di gravi tensioni - non fa che confermare la loro disperazione. Attraversano il Golfo di Aden, su barche sovraccariche e disastrate, coscienti prima ancora di partire che molti di loro non sopravvivono alla traversata. Ieri due cittadini somali sono annegati dopo il ribaltamento della barca su cui viaggiavano. Nonostante tutto però, si prevede che nei prossimi mesi saranno ancora molti i somali che approderanno sulle coste yemenite. Molti - secondo l'UNHCR - hanno già abbandonato le proprie case e sono a Bossaso in attesa di condizioni favorevoli per imbarcarsi. I rifugiati somali nello Yemen sono quasi 192.000, il secondo gruppo più numeroso tra i paesi della regione. Circa 15.000 vi sono arrivati dall'inizio dell'anno.

Dove è impossibile proteggere le persone. Nei distretti della capitale controllati dal gruppo Al Shabaab non sono praticamente stati registrati arrivi o ritorni, principalmente a causa dell'insicurezza determinata dalla guerriglia. In questi distretti si sono verificati diversi problemi legati alla protezione della popolazione civile. Oltre tutto, in queste aree - per giunta nella maggior parte distrutte da precedenti combattimenti - manca ogni opportunità di sostentamento. Nelle aree che in precedenza si trovavano sotto il controllo di Al Shabaab, la missione dell'Unione Africana in Somalia AMISOM ha imposto restrizioni sugli spostamenti o sui ritorni dei civili mentre vengono svolte le operazioni di sicurezza.

Le zone controllate da Al Shabaab. Dopo il ritiro (parziale) dalla capitale - secondo le informazioni a disposizione dell'UNHCR - Al Shabaab continuerebbe a porre restrizioni agli spostamenti nelle aree che continuano a trovarsi sotto il proprio controllo, in particolare agli uomini e in particolare nelle regioni di Lower Shabelle e di Bay. Ciò ha impedito che si verificassero massicci spostamenti di popolazione, soprattutto da Lower Shabelle a Mogadiscio.

Le donazioni dei somali nel mondo. Sarebbero state poi le donazioni provenienti dai Somali di tutto il mondo e la mobilitazione da parte delle comunità locali d'accoglienza - secondo gli sfollati intervistati dalle agenzie partner del programma PMT - a consentire l'assistenza della popolazione colpita durante il mese di Ramadan tra luglio e agosto. Ciò avrebbe permesso alle persone di restare dove si trovavano limitando i movimenti di popolazione.

Si allenta la pressione su Mogadiscio. Inoltre le organizzazioni locali e internazionali - tra cui l'UNHCR - erano meglio posizionate per fornire assistenza alle popolazioni colpite dalla carestia nelle regioni di Bay, Gedo, South Bakool e Hiraan, in particolare nelle aree lungo le frontiere con Kenya ed Etiopia. La pressione su Mogadiscio come destinazione per la ricerca di assistenza si è quindi allentata. Questa settimana l'UNHCR ha completato - nella regione di Hiraan, controllata da Al Shabaab - la distribuzione di 3.000 kit di assistenza d'emergenza (Emergency Assistance Packages, EAP) di cui beneficeranno fino a 18.000 persone.

In Kenia il maggior numero di rifugiati. Il Kenya - con quasi 498.000 rifugiati somali - resta il principale paese d'accoglienza. Di recente tuttavia il ritmo degli arrivi è rallentato da 1.500 persone ogni giorno fino a 1.000-1.200. Allo stesso tempo, secondo gli operatori impegnati sul terreno, le condizioni di salute complessive dei nuovi arrivati - in particolare dei bambini - sono peggiori che in passato. E sono la conseguenza di situazioni di siccità e fame all'interno della Somalia. L'insicurezza ha seriamente ostacolato la consegna dell'assistenza, dicono agli operatori alcuni dei nuovi arrivati provenienti dalle aree di Gedo e Lower Juba controllate da Al Shabaab.

Arrivano dalla Somalia sfiniti e malati. Attraverso l'operazione di trasferimento dei nuovi arrivati che si erano accampati ai margini dei campi per rifugiati del complesso di Dadaab, sono quasi 27.000 i somali finora dislocati nei siti di Ifo Extension e Kambioos, dove alloggiano - e chissà per quanto tempo ancora dovranno farlo - in tende per famiglie. Le pessime e preoccupanti condizioni di salute dei nuovi arrivati dalla Somalia nei campi dell'area di Dollo Ado in Etiopia, sono forse la testimonianza evidente della dell'impossibilità di continuare a gestire un flusso migratorio di queste proporzioni al di fuori dei confini della Somalia.

I casi di morbillo aumentano. Dall'inizio di agosto sono stati registrati ben 290 casi di sospetto morbillo e 18 decessi correlati alla patologia. Proseguono comunque nei quattro campi per rifugiati che compongono il complesso le operazioni di vaccinazione di tutti i bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 mesi e i 15 anni. L'UNHCR e le agenzie partner poi continuano a potenziare i servizi sanitari all'interno dei campi. Quattro le cliniche satellite allestite. I servizi saranno ulteriormente decentralizzati per favorire l'accesso dei rifugiati. La clinica gestita da Medici Senza Frontiere 3 (MSF) nel campo di Hilaweyn adesso è aperta 24 ore su 24. Nel campo di Kobe sta per partire la costruzione del secondo centro nell'area per la stabilizzazione dei bambini gravemente malnutriti. Nei campi sono stati distribuiti kit per ridurre il rischio di mortalità materna.

Per sostenere la campagna. E' possibile donare con carta di credito o bonifico bancario chiamando il numero verde 800 298 000.

La stampa e i siti somali.  Dai siti e dalla stampa somala si apprende nel frattempo che le milizie di Al Shabaab, nella città di Baraawwe nella regione basso del Shabelle, a circa 300 chilometri ad ovest di Mogadiscio, hanno sequestrato molti giovani per inserirli con la forza nelle proprie truppe. Il potente e puntuale apparato mediatico che le milizie islamiche riescono a gestire, è coerente con la loro ancora evidente supremazia militare, rispetto alle forze armate dell'esercito che fa capo al governo transitorio e alle truppe dell'Amison (dell'Unione Africana) composto per la maggior parte da soldati ugandesi. Le scorribande, pressoché indisturbate dei miliziani, continuano a rendere difficili il compito delle Ong che operano sul territorio.    

Altri 351 milioni al presidente. Che ne farà? Intanto, il  presidente Sheikh Sharif Ahmed è tornato oggi dalla conferenza dell'Unione Africana che si è tenuta ieri ad Addis Abeba. I media somali lo hanno descritto "molto felice" e soddisfatto per aver ottenuto un contributo ulteriore di 351 milioni di dollari. Denaro che sicuramente verrà impegnato nel finora vano tentativo di neutralizzare con le armi i miliziani di Al Shabaab e dunque, altrettanto sicuramente, non verrà utilizzato per aiutare le centinaia di migliaia di profughi somali sfiniti da una carestia che sta sconvolgendo il Paese.  

Riaperto il mercato di Huriwaa. Sempre dalla stampa somala si apprende che, dopo diversi anni di occupazione da parte di Al Shabaab, oggi a Mogadiscio è stato riaperto il mercato di Huriwaa. Si apprende anche che l'Università di Mogadiscio è stata collocata al posto 29° posto nella lista dell'eccellenza degli atenei africani, mentre al terzo posto la Somalia è risultata nel concorso annuale di lettura del Corano, che si è svolto a Dubai. Concorso riservato alle nazioni islamiche.

A Oslo la manifestazione per la diaspora. A Olso, infine, nella Sala dell'Olso Congres Center, il 10 settembre prossimo, verrà inaugurata la manifestazione della diaspora somala in Europa, la "Somali hope conference", organizza l'Associazione Daryeel Reliev Development Organization. Sarà in onore del Prof. Mohamed Abdullahi Mohamed, già Primo Ministro del Governo Federale di Transizione della Repubblica somala.




Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 05-09-2011 16:20

Quando la legge può essere violata.

Da RepubblicaI
L CASO
Kate rilasciata, si schiera il governo
"Impegnati per salvarla da pena di morte"
Il ministro degli esteri: "Asilo senza indugi". La donna, nigeriana, rischia di essere rimpatriata nel suo Paese, dove è stata condannata a morte.  La mobilitazione della rete. Le prime parole dopo la libertà: "Voglio essere libera in un Paese libero"
Kate Omoregbe
ROMA -  E' stata scarcerata Kate Omoregbe, la nigeriana di 34 anni che rischia la lapidazione nel suo Paese. La donna ha lasciato il carcere di Castrovillari ribadendo la sua innocenza rispetto ai fatti per i quali ha scontato la condanna e ringraziato quanti si sono interessati al suo caso. Poche parole all'uscita dalla prigione: "Non pensavo che ce l'avrei fatta. Grazie a tutti, agli italiani, ai calabresi, al presidente Napolitano, al movimento Diritti civili". Poi è stata trasferita alla questura di Cosenza, dove si deciderà la sua destinazione.

"Kate - ha riferito Franco Corbelli, leader del movimento Diritti civili, unico autorizzato a vederla - vuole rimanere in Italia, soprattutto in Calabria. Ha detto 'voglio riprendere gli studi, mi voglio laureare. Amo il vostro Paese e tutte le persone che con grande cuore si sono mobilitate per me. Oggi un sogno si è avverato'".

E mentre la Regione Calabria ha manifestato la disponibilità ad accoglierla in attesa che si abbiano notizie certe sulla sua eventuale espulsione, anche il governo prende posizione sul caso. "Il Governo italiano - scrivono in una nota congiunta il ministro degli Esteri Franco Frattini e quello per le Pari Opportunità Mara Carfagna - è impegnato a salvare la vita di Kate e a evitarle la pena di morte che presumibilmente le toccherebbe in sorte nel suo Paese di origine".

L'INTERVENTO Le leggi e la nostra coscienza 1 di SHUKRI SAID

La situazione della donna ha mobilitato la società il web 2 negli ultimi giorni, per evitare un rimpatrio che avrebbe il valore di una condanna a morte. "Il caso di Kate - continua la nota dei due ministri - tira ancora una volta in ballo il rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona, un principio che l'Italia non ha mai considerato una battaglia ad intermittenza"

E ancora: "L'Italia è da sempre in prima fila nella battaglia per la moratoria sulla pena di morte nel mondo e in quella per il rispetto dei diritti delle donne: questa battaglia, oggi, passa anche per la vicenda di Kate. Il Governo ringrazia le autorità competenti che si sono attivate per affrontare il caso, le organizzazioni laiche e religiose che hanno offerto aiuto e disponibilità, le migliaia di persone che si sono mobilitate: tutti loro rappresentano, insieme, l'esempio più lampante che l'Italia è un Paese attento, generoso ed accogliente", conclude la nota.

Il ministro Frattini ha anche parlato del caso sul suo blog: "Le autorità faranno certamente il loro dovere, ma la mia opinione, di fronte al pericolo di un atto di barbarie, quando una riconquistata libertà si trasformerebbe in una trappola così brutale, è che l'asilo vada concesso senza indugi".
(05 settembre 2011)

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - magnesium - 05-09-2011 18:18

Per favore cerchiamo di rimanere in tema nucleare!

grazie

:-)


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 06-09-2011 14:01

Vedasi Messaggio N°70 dell'Argomento "La caduta degli dei"

Michele Greco


RE:  Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Charade77 - 06-09-2011 15:12

mi.greco ha Scritto:

Vedasi Messaggio N°70 dell'Argomento "La caduta degli dei"

Michele Greco



Il tuo ragionamento è corretto , ogni evento non nasce da sè è generato da una serie di eventi che a loro volta hanno altre condizioni.Ritengo poco opportuno , a mio parere personale ,articolare topic che solo alla cima ha vaga attinenza con l'argomento del forum e sviluppare tutta quella serie di aspetti , che sono e possono sicuramente essere interessanti, ma che finiscono col parlre di tuttaltro (nemmeno di energia!).Può essere sicuramente che si esca fuori dal tema proposto dal topic ,finire col parlare come il messaggio del presente topic n°78-77 e precedenti ,mi pare eccessivo.
RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 06-09-2011 15:45

Anche la bambina abbandonata in una situazione da "cani" potrebbe essere vista come una situazione non attinente l'Energia Nucleare.
Eppure l' Argomento è stato posto come la vergognosa permissività all'oltraggio civile ed umano.
Ritengo che la mancanza di potere di chi dovrebbe incoraggiare il progresso, la civiltà, la democrazia e la ricerca, è la causa di una serie di illogicità e permissività alle quali andiamo incontro giorno dopo giorno.
La Somalia e la Kate sono simboli di questa permissività che, a tratti, come il gioco di un interruttore che toglie e dà luce, si permette anche di vìolare la legge (Kate) quando questa violazione è opportuna per salvare una vita umana.
In altre parole, sostengo, che il diritto ad essere autonomi nelle nostre scielte è soggiogato da un falso diritto d'una apparente Comunità Europea che gioca a vantaggio di paesi ritenuti "apparentemente" più seri e credibili (ciò lo dimostra l'andamento economico e politico dell'intera Europa).
Noi siamo la porta di servizio delle "discariche" internazionali che lasciano "filtrare" tutto in condizioni prevedibili ma, possibilmente adattabili (vedasi la realtà dell'immigrazione).
Le mie esagerazioni, rimandano a responsabilità ben più serie alle quali vengono meno tutti i poteri non leggittimati d'una Europa che si disinteressa della miseria degli altri finchè la stessa non la riguardi direttamente.
Il Nucleare è una latidudine che ha un valore finchè una loncitudine non la incontri, non la intersechi e non la coinvolga a favore di giochi ai quali noi italiani non siamo stati chiamati a partecipare. Vedasi il conflitto libico al quale l'Italia ha aderito come portaborse politico.
Comunque non mi interessa giustificare i niei "incomprensibili" interventi e tantomeno continuare in una linea che potrebbe essere solo la soggettività d'una intelligenza superata.

Comunque grazie del tuo intervento

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 07-09-2011 18:33

Nella pagina 1 di questo Argomento, scrivevo nel Messaggio n°13 quanto segue

xCharade

Intanto prego leggere al terzo rigo essa invece di essi.
Devo comunque annotare che purtroppo dalla richiesta di discutere su un determinato tema o problema si passa troppo spesso a parlarne di altri, eludendo la centralità della domanda e la sua importanza cortesemente pretese. Le opinioni personali, i credo, le fedi, sono soggettivi e facilmente smentibili da altrettante opinioni personali contrarie.
Nel nostro caso è irrilevante vivere di sogni o di realtà più o meno tangibili. Ripeto, solo in questo specifico caso, dove desidererei che l'attenzione fosse rivolta a problemi più concreti piuttosto che a quelli esistenziali.
Non è lei che chiede più concretezza?
Ritornando al problema ed eludendo la pausa opinionistica esistenziale, pongo alla vostra attenzione documenti un po' vecchi ma non superati perchè ancora attualissimi di un dramma che richiede molta attenzione. I documenti sono visionabili nell'allegato "elettrosensibili(1), doc (665.5 KB)"
(non so se la procedura dell'invio allegato sia stata corretta)
Michele Greco
 
 
Mi son reso conto, nel prosequio di detto Argomento, che la divagazione è spesso inevitabile e che l'apparente allontanarsi dal tema è un opportuno rafforzamento all'opinione espressa.
Ciò che invece ritengo insoddisfacente è la mancata risposta a certe domande che vengono eluse in un volta pagina del tutto illogico.
Poi, l'improvviso silenzio diventa l'unica "continuità" ad una discussione appena iniziata.
Faccio un esempio palese:
Sempre qui, in questa rubrica, ho proposto un Manifesto della Sips con richiesta aperta per essere sottoscritta. La richiesta è stata accolta soltanto da Cher.
Eppure questa società è stata tra le poche importanti società italiane ad appoggiare il Nucleare fornendo anche importanti e determinanti contributi alla nascita ed allo sviluppo dello stesso.
La Sips ha come presidente il prof. Maurizio Cumo, scienziato di fama mondiale e membro della neo-nata Agenzia Nucleare.
Il Manifesto è una attenta, educata e coscienziosa richiesta, volta alle autorità governative, di miglioramendo delle condizioni in cui versa la Ricerca italiana.
Eppure nessuno, non solo ha aderito alla richiesta, ma ha fatto alcun cenno di discussione. Silenzio!
La continuità di "Nucleare no, bambina che abbaia, si" è diventata una "scommessa", è una tematica "incomprensibile" e nello stesso tempo, il suo stesso spirito di denuncia, appare non condivisibile ed osteggiato.
Rubriche più dirette che trattino del Nucleare, ve ne son fin troppe e tutte abbastanza tecniche con continue ripetizioni.
La stessa proposta di "revisionare" quanto si è scritto in merito e di elaborarne una pubblicazione ha trovato un terreno non fertile.
Oggi, tutto è rimesso in discussione dal grave momento che sta attraversando il nostro paese, compreso il problema irrisolto dell'Energia pulita futura.
Tutto si concatena con i ricatti che subiamo da altri paesi, con la situazione libica dove i nostri investimenti sono in serio pericolo, con il ruolo che l'Italia ha nella presunta Europa Unita, con l'assurda irresponsabilità delle forze economiche e di quelle politiche d'opposizione che ostacolano qualsiasi progetto di risanamento economico il governo faccia purchè Berlusconi cada. Ritengo pertanto che gli argomenti che pongo, apparentementi distanti dall'argomento principale, siano la chiave di svolta per capire anche il "fallimento" della ricerca scientifica e la "morte" del Nucleare.
Continuare a parlare di ipotetiche o reali cifre, di calcoli di progetti e profezie future è, almeno per ora, inutile se non fantascientifico.

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 07-09-2011 18:33

Nella pagina 1 di questo Argomento, scrivevo nel Messaggio n°13 quanto segue

xCharade

Intanto prego leggere al terzo rigo essa invece di essi.
Devo comunque annotare che purtroppo dalla richiesta di discutere su un determinato tema o problema si passa troppo spesso a parlarne di altri, eludendo la centralità della domanda e la sua importanza cortesemente pretese. Le opinioni personali, i credo, le fedi, sono soggettivi e facilmente smentibili da altrettante opinioni personali contrarie.
Nel nostro caso è irrilevante vivere  di sogni o di realtà più o meno tangibili. Ripeto, solo in questo specifico caso, dove desidererei che l'attenzione fosse rivolta a problemi più concreti piuttosto che a quelli esistenziali.
Non è lei che chiede più concretezza?
Ritornando al problema ed eludendo la pausa opinionistica esistenziale,  pongo alla vostra attenzione documenti un po' vecchi ma non superati perchè ancora attualissimi di un dramma che richiede molta attenzione. I documenti sono visionabili nell'allegato "elettrosensibili(1), doc (665.5 KB)"
(non so se la procedura dell'invio allegato sia stata corretta)
Michele Greco
 
 
Mi son reso conto, nel prosequio di detto Argomento, che la divagazione è spesso inevitabile e che l'apparente allontanarsi dal tema è un opportuno rafforzamento all'opinione espressa.
Ciò che invece ritengo insoddisfacente è la mancata risposta a certe domande che vengono eluse in un volta pagina del tutto illogico.
Poi, l'improvviso silenzio diventa l'unica "continuità" ad una discussione appena iniziata.
Faccio un esempio palese:
Sempre qui, in questa rubrica, ho proposto un Manifesto della Sips con richiesta aperta per essere sottoscritta. La richiesta è stata accolta soltanto da Cher.
Eppure questa società è stata tra le poche importanti società italiane ad appoggiare il Nucleare fornendo anche importanti e determinanti contributi alla nascita ed allo sviluppo dello stesso.
La Sips ha come presidente il prof. Maurizio Cumo, scienziato di fama mondiale e membro della neo-nata Agenzia Nucleare.
Il Manifesto è una attenta, educata e coscienziosa richiesta, volta alle autorità governative, di miglioramento delle condizioni in cui versa la Ricerca italiana.
Eppure nessuno, non solo ha aderito alla richiesta, ma ha fatto alcun cenno di discussione. Silenzio!
La continuità di "Nucleare no, bambina che abbaia, si" è diventata una "scommessa"; è una tematica "incomprensibile" e nello stesso tempo, il suo stesso spirito di denuncia, appare non condivisibile ed osteggiato.
Rubriche più dirette che trattino del Nucleare, ve ne son fin troppe e tutte abbastanza tecniche con continue ripetizioni.
La stessa proposta di "revisionare" quanto si è scritto in merito e di elaborarne una pubblicazione ha trovato un terreno non fertile.
Oggi, tutto è rimesso in discussione dal grave momento che sta attraversando il nostro paese, compreso il problema irrisolto dell'Energia pulita futura.
Tutto si concatena con i ricatti che subiamo da altri paesi, con la situazione libica dove i nostri investimenti sono in serio pericolo, con il ruolo che l'Italia ha nella presunta Europa Unita, con l'assurda irresponsabilità delle forze economiche e di quelle politiche d'opposizione che ostacolano qualsiasi progetto di risanamento economico il governo faccia purchè Berlusconi cada. Ritengo pertanto che gli argomenti che pongo, apparentementi distanti dall'argomento principale, siano la chiave di svolta per capire anche il "fallimento" della ricerca scientifica e la "morte" del Nucleare.
Continuare a parlare di ipotetiche o reali cifre, di calcoli di progetti e profezie future è, almeno per ora, inutile se non fantascientifico.

Michele Greco



RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 08-09-2011 16:09

Tecnologie > Energia Da Sole24ore
Alleati con l'Ungheria per il nucleare di quarta generazione
di Federico Rendina


Nucleare addio a tempi migliori.
Fukushima spaventa, la politica si adegua. Ma «la ricerca non si ferma e tutto si giocherà sulle nuove garanzie di sicurezza», proclamava nei giorni scorsi il nostro premier Silvio Berlusconi. Detto e fatto. Confezionata con comprensibile riserbo, ecco infatti la sorpresa. Che si gioca in queste ore dietro il sipario del Consiglio europeo dell'energia in corso a Budapest. Lì, con un primo patto tecnologico con l'Ungheria, l'Italia sta tentando di guadagnarsi un posto in prima fila nella ricerca sul nucleare di quarta generazione. Quello teoricamente più sicuro e redditizio, perché dovrebbe riciclare le scorie in ulteriore carburante, disattivando automaticamente le reazioni nucleari in caso di guasto.

Più sicuri con il piombo
La meta tecnologica e commerciale? Reattori con raffreddamento al piombo da sviluppare partendo dalla tecnologia già adottata dai russi per i sottomarini atomici. La strada da battere: appunto un'alleanza scientifica ma anche operativa con l'Ungheria, Paese ponte tra la scienza europea e l'esperienza atomica dei paesi dell'Est. Per piazzare intanto un laboratorio avanzato nelle strutture della grande centrale nucleare di Paks, che con quattro reattori di tecnologia russa Vver per quasi 2mila megawatt complessivi produce più di un terzo dell'energia necessaria a tutta l'Ungheria, ma dovrà ora vedersela con gli stress test disposti dalla Ue.

Tecnologie made in Italy
Gli ungheresi devono rinnovare il loro atomo. Noi italiani vorremmo agganciarci al futuro, meno supini rispetto alla tecnologia dei francesi o degli americani. Ed ecco che con gli ungheresi si pensa perfino a una tappa operativa, da raggiungere nel prossimo quinquennio: una mini centrale atomica sperimentale, da loro. Piccola, ma neanche tanto. Cento megawatt, un decimo di un reattore di terza generazione come il francese Epr. Un prototipo di quarta generazione dove il made in Italy potrebbe giocare un ruolo chiave. Perché nella ricerca nucleare i brevetti, la stima internazionale e il buon nome non ci mancano, anche se ciò può sorprendere. Abbiamo le soluzioni ingegneristiche e progettuali partorite da Luciano Cinotti, ex capo della ricerca di Ansaldo Nucleare. Abbiamo gli studi e le sperimentazioni del centro Enea del Brasimone, ben nascosto tra gli Appennini emiliani sotto la direzione dello scienziato Pietro Agostini. E abbiamo le nostre istituzioni che, almeno in questa occasione, danno segnali vitali per la nostra claudicante politica energetica.

Il governo italiano al lavoro
Pilota politico dell'operazione è Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico su con delega per l'energia. A lui il compito di dare una forma operativa, oggi a Budapest, ai primi accordi intergovernativi imbastiti dal ministro Paolo Romani. Si parte allestendo un "campus" con il reciproco sigillo istituzionale. E via, già oggi, a un primo incontro-seminario tra i tecnici. «Dopo quanto accaduto a Fukushima il tema centrale rimane quello della garanzia assoluta sulla sicurezza degli impianti e la nuova filiera di reattori veloci al piombo presenta aspetti di indubbio interesse su questo fronte, e offre oltretutto all'Italia un'ottima carta da giocare per riguadagnare un ruolo leader nella ricerca di settore» rimarca Saglia.

L' articolo è di qualche mese fà e a quanto si è discusso e concordato è seguito il silenzio per dar spazio ad eventi più attuali e preoccupanti.
Comunque la notizia è doveroso guardarla come "volontà di ricerca" piuttosto che concreta possibilità nell'immediato futuro di ripresa progettuale del Nucleare in Italia.
Ora tutto dipende dal corso e dagli eventi politici, legati al risanamento economico del paese e dalla convinzione che i cittadini, maturando, potranno avvertire la necessità di "rileggere" il capitolo nucleare liberi da preconcetti e manipolazioni faziose.

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 12-09-2011 10:44

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni...tp/419532/

CRONACHE
10/09/2011 - RIFIUTI TOSSICI ALLARME IN CALABRIA
La galleria radioattiva
Ecco le prove dell'orrore

Contatori impazziti: la rilevazione all’interno della galleria rivela livelli di radioattività quattro volte superiori al normale
+ Il pentito: "Inquinavamo sapendo di uccidere"
Un geometra racconta: «Discarica nel cemento»
E c’è un nuovo pentito
NICCOLÒ ZANCAN

INVIATO A REGGIO CALABRIA

Nel mare e nel cemento. Per lunghi anni disgraziati la Calabria è stata la pattumiera d’Europa. Fra lo Ionio e l’Aspromonte sono stati smaltiti quintali di rifiuti tossici e radioattivi. È stato il lavoro ordinario di capitani e marinai, operai e geometri. Un affare ben retribuito e conosciuto, almeno in parte, dai nostri servizi segreti.

Perché questa è una storia delicatissima e tipicamente italiana, non si chiarisce e neppure si estingue. Dopo lo strano infarto che ha stroncato il capitano Natale De Grazia, mentre stava indagando sulla motonave Jolly Rosso incagliata sulla spiaggia di Amantea (1991). Dopo le dichiarazioni mai riscontrate, eppure molto dettagliate, del pentito di ’drangheta Francesco Fonti (2004). Ora due nuove voci, che la Stampa è in grado di documentare, si aggiungono al coro. E sono voci che fanno paura.

Ha parlato del traffico di rifiuti radioattivi, in almeno due verbali, il pentito principe della ’ndrangheta. Principe perché di alto livello gerarchico, a differenza di Fonti. Principe perché Antonino Lo Giudice detto «il nano», solo per un problema di statura, finora si è rivelato estremamente attendibile. Arrestato ad ottobre del 2010. Si è autoaccusato degli attentati intimidatori contro la procura di Reggio Calabria. «Lo Stato non si stava dimostrando abbastanza riconoscente», ha spiegato con calma. Poi ha iniziato a parlare. Di tutto.

Delle cosche. Dei nuovi rapporti di potere legati al clan Condello. Ha svelato omicidi e affari. Ha fatto arrestare un capitano dei carabinieri, Gaspare Spadaro Tracuzzi, per concorso esterno in associazione mafiosa. Ha messo nei guai avvocati. Fatto iscrivere nel registro degli indagati anche un magistrato in carriera come Francesco Mollace, uno dei due vice procuratori nazionali antimafia. Insomma, Antonino Lo Giudice ha dimostrato di avere molte storie da raccontare. E ha iniziato a parlare anche dei veleni che sono stati seminati in Calabria: «Essendo, diciamo, in amicizia con l’avvocato Gatto e sapendo io che si stava interessando di questo fatto ha messo a verbale - mi ricordai che Pasquale Condello mi disse che c’era questo Galimi - che ha un’agenzia automobilistica nel quartiere Pentimele - che era stato fermato nei pressi di Platì o di San Luca. Con lui c’era il comandante di una nave di Reggio Calabria: stavano andando a trattare, diciamo, cose radioattive per buttarle a mare».

Sono le navi a perdere. Sarcofagi immondi. Carrette colate a picco nel mare turchese, che richiama turisti e brutti pensieri. Secondo le nuove rivelazioni, la zona interessata sarebbe quella davanti a Saline Joniche. Particolare non secondario. Perché tre anni fa, su indicazione di Francesco Fonti, gli investigatori erano andati a caccia di un relitto sul versante opposto. Ma la carcassa inabissata di fronte a Cetraro si era rivelata la vecchia nave passeggeri Catania, affondata nel 1917 durante la prima guerra mondiale. Erano tutti presenti, quel giorno, anche il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo. A celebrare lo scampato pericolo.

Ma ora il pentito Lo Giudice indicherebbe altre coordinate. Altri tratti di mare interessati. Diverse le navi affondate piene di scorie. Una pratica quasi banale. Un tipo di lavoro così diffuso e tenuto ben nascosto che solo adesso, dopo sei anni, si scopre un documento firmato da un geometra residente in un piccolo paese della zona. Ha 84 anni, si è ritirato a vivere in montagna. Di quello che ha dichiarato, in un colloquio investigativo reso davanti a un investigatore della Direzione Nazionale Antimafia, non vuole più parlare. Eppure lui era a conoscenza di questo fatto: «Certe volte, quando l’affondamento in mare si rivelava troppo complicato, si usavano le tumulazioni nel cemento». Il geometra ha parlato nello specifico della galleria Limina, 3 chilometri e 700 metri, sulla strada statale 682 che collega i due mari. Da Rosarno a Gioiosa Jonica.

L’ultimo tratto, proprio quello della galleria, è stato ultimato nel 1992. Lì, secondo il suo racconto, sarebbero stati tumulati rifiuti radioattivi. Impastati nel cemento e poi inaugurati in pompa magna. Una rivelazione su cui - questo è l’aspetto più straniante - nessuno avrebbe mai fatto accertamenti. Parole che giacevano da sei anni negli archivi investigativi, come lettera morta.

Senza alcuna pretesa di scientificità, possiamo dire questo: all’imbocco della galleria Limina in direzione Tirreno, con un piccolo contatore geiger, si registra una radioattività di 0,41 microsievert ora. Quando il fondo ambientale in Calabria - il livello normale - oscilla fra 0,10 e 0,20. Sul versante opposto le alterazioni sono meno evidenti: 0,31. Altre gallerie della zona non fanno riscontrare lo stesso sbalzo. Va detto subito: 0,41 non è indice di pericolosità. Ma è anche vero che un metro di cemento basta per schermare in massima parte le radiazioni. Resta il dubbio se possa essere un piccolo indizio. Una conferma alle parole del geometra.

A Mammola nessuno ama parlare della galleria, anche se in molti in paese hanno lavorato per costruirla. È uno di quei posti dove nel giro di due minuti ci si sente degli intrusi. Alla fine un ex operaio in pensione, seduto sulla panchina della piazza, ricorda: «Di scorie e rifiuti tossici qui nessuno sa nulla. Ma posso dire che quella galleria è piena d’acqua e roccia friabile tutta uguale. È costruita solo con cemento, centine e tronchi di pioppo. Non ha impermeabilizzazione». Ecco, nel mare e nel cemento. Il procuratore capo di Reggio Calabria, quello a cui erano destinati i bazooka piazzati da Lo Giudice, non si nasconde. Giuseppe Pignatone è qui da due anni: «Quello dei veleni è un tema su cui abbiamo la massima sensibilità - spiega - saranno fatti tutti gli accertamenti. Lasceremo nulla di intentato. In passato però, mi è parso di capire, spesso il problema è stato trovarsi di fronte a segnalazioni troppo generiche».

Molti sapevano. Come dimostrano i documenti riservati numero 488/1 e 488/3 - consegnati da Giorgio Piccirillo, il direttore dell’Aisi (Agenzia di informazione e sicurezza interna), alla commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti. Era il 12 luglio. Documenti attraverso i quali, finalmente, venivano scoperte alcune carte: «Fin dal 1992 il servizio avrebbe acquisito notizie fiduciarie relative all’interesse del clan Mammoliti, in particolare i fratelli Cordì, per lo smaltimento illegale di rifiuti radioattivi, che sarebbero pervenuti sia dal centro, sia dal nord Italia, ma anche da fonti straniere». La Calabria era il posto giusto per risolvere questo tipo di problemi. Nel senso che la ’ndrangheta avrebbe trattato il tema alla stregua di un qualsiasi altro affare. E infatti: «Informatori del settore non in contatto tra loro - quindi fonti diverse che riportano la stessa informazione - hanno riferito che Morabito Giuseppe, detto Tiradiritto, previo accordo raggiunto nel corso di una riunione tenutasi recentemente con altri boss mafiosi, avrebbe concesso in cambio di una partita di armi, l’autorizzazione a far scaricare nella provincia di Africo un quantitativo di scorie tossiche presumibilmente radioattive».

Quel giorno di luglio, il presidente della commissione, Gaetano Pecorella, ha dichiarato: «Vi è una serie di notizie che ci paiono di specifico e rilevante interesse per indagini in materia di rifiuti radioattivi. Rifiuti che sono stati - secondo notizie sempre molto ricche ma poco verificate fino ad ora - occultati soprattutto in Calabria». È il succo velenoso della storia: notizie molto ricche ma poco verificate. A chi è convenuto?


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - mi.greco - 16-09-2011 14:54

Questo commento che segue è stato inserito in "La Caduta degli Dei" a giustificare l'inserimento d'una notizia giornalistica ritenuta non idonea all'Argomento trattato.
Le considerazioni fatte di conseguenza le ritengo pertinenti a qualsiasi rubrica che tratti la speculazione nucleare.


Ritengo del tutto inutile motivare ancora una volta il nascere d'una rubrica o meglio d'un argomento, quando si è ancora legati a tabù che non lasciano possibilità interpretative, tantomeno di convincimento d'una equità giuridica che dovrebbe essere al di sopra delle parti e non suddividersi per opportunismi politico-sociali, modificabili ad ogni folata di vento.
Il nucleare ormai è un "capitolo centrale" di tutta la politica e l'economia mondiale. Intorno ad esso ruotano interessi che danno vita a continui, "apparentemente inspiegabili", squilibri nella stabilità del pianeta. Non dico che il Nucleare sia il solo motivo di dissenso e di belligeranza mondiale, ma è sicuramente un elemento indispensabile in una scacchiera internazionale che porta ad evidenziale l'arrivismo di "pochi" e la paura di molti.
Si va incontro ad una crescita incontrollabile della povertà che ci appare ogni giorno "più forte" e inevitabile pericolo futuro. Un vecchio nemico che trova facile terreno e che sta diventando sempre più incontenibile come il diramarsi d'una neoplasia devastante. Non è la notizia, che qualcuno ha indicato nella Santa Chiesa una irregolarità di gestione della morale interna ai propri uffizi, quanto la naturale avversione che un "mondo solitario" sta dimostrando di avere verso certi "principi" intoccabili, verso certi tabù resi tradizionali e storici, verso certe forme di potere, infine verso le disuguagliaze e il protezionismo che si evidenziano a vantaggio di molte "specie protette" e caste intoccabili.
Sono convinto che vi sia anche insofferenza ed opportunismo da parte di chi oggi indichi la Santa Chiesa "protettrice" d'un cattivo costume sociale, come sono convinto che quest'ultima saprà difendersi da certe accusa che appaiono irriverenti ed infondate. Ciò non toglie che la notizia possa essere data e commentata.
Siamo arrivati ad un punto in cui, o certe "verità" emergono, o altre menzogne e delitti contro l'umanità verranno a sovrapporsi a quelle già del passato e nel presente in corso.
La realtà e la verità se potessero trovare all'unisono una comune dignità e chiara lettura, potrebbero loro stesse restaurare una dignità ed un reciproco rispetto in una umanità disumana ed arrogante.
Oggi vi è la continuità a quelle che furono le lotte per la proprietà della terra, che resero definibili confini di possesso, differenze di razza,di colore, di cultura, di religione e di caste; una continuità resa "democratica e moderna" ancora più spregiudicata e "giustificabile", più subdola e nascosta.
L'Illusione della "Caduta degli Dei" resta una Illusione!

Michele Greco


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - Cher - 17-09-2011 16:10

http://www.ilgiornale.it/rubrica_cucu/la...comments=1

La camorra ringrazia i magistrati
di Marcello Veneziani


Ma vuie penzate che bellezza, don Rafaé. A Napule ci sta, con rispet­to parlando, a' Camorra, ci stanno tand 'e mariùle, spacciatòr, ricettatòr, guap­pe e lazzarùne, falsi invalidi e finti lavo­ratori in falsa malattia, ci sta da indaga­re perché è ridotta 'na fetenzìa e chi l'ha ridotta, con tutta chista munnezza e 'sta bella delinguenza. A Napule, dicono pure alla televisio­ne, c'è tanda illegalità, tanda criminali­tà, tanda infamità. Prima pagina venti notizie ventuno ingiustizie. Qui ci stà l'inflazione, la svalutazione e la borsa ce l'ha chi ce l'ha. E i tutori della Legge stan­no tutti presi a dimustrà che Berlusco­on pagava- coi soldi suie- duie 'nzivuse pe' fasse purtà i' zoccole aumm aumm. Migliaia di processi aspettano da 'na vita, tanda ggente chiagne ggiustizia a Napule, la città è 'na chiavica, ma o' Ca­valiere addà lassà o' govern, l'Italia, l'Europa, e adda venì currenne a Napu­le nanz ai ggiudici pe' raccuntà de zoc­cole e pappun, quann' spenneva e com­me trumbava co' e' uagliùne. Eccheè, nu' terremot: 'ntercettaziòn, 'nvestigaziòn, dichiaraziòn, convoca­ziòn, mobilitaziòn.

Maronna mia, man­co pe' vuie, don Rafaè, fecero accussì tanta ammuìna, spesero tanda terrise e misero tanta ggente appresso, puliziot­ti, carabbinieri, finanzieri, cangellieri, giudici, 'nfamoni. Meno male che s'hann fissate cu' Ber­luscoon, accussì nuie stamm' bell'e tranguille e faccimme i' cazze nuoste. A che bell'ò cafè pure in carcere 'o san­no fa, co' à ricetta ch'à Ciccirinella com­pagno di cella ci ha dato mammà. ( cita­zioni da don Rafaè di Fabrizio de An­dr
è).


RE: Nucleare no, bambina che abbaia, si! - magnesium - 17-09-2011 21:17

Questa discussione ormai è diventata non tematica con l'argomento del forum!

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