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Non tutti sanno che...... - Versione stampabile

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Non tutti sanno che...... - Cher - 31-05-2011 21:56

Questo nuovo thread vuole porsi come anello di congiunzione tra il "nucleare" e la realtà che ci circonda:

http://www.phme.it/2009/11/nucleosintesi...-galassia/
Nucleosintesi: una pioggia di Oro sulla Galassia.



Nebulosa del Granchio, residuo di una Supernova.



RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 31-05-2011 21:58

http://www.phme.it/2009/11/nucleosintesi...-galassia/
Tutto l’oro dell’universo viene dalle supernove

- Alan Moore, Watchmen -

Tutti sappiamo che in natura esiste un gran numero di elementi:
Principalmente Idrogeno, Elio, Azoto e Ossigeno compongono la nostra atmosfera, Silicio, Alluminio, Ferro, Calcio, Carbonio compongono in larga misura la terra su cui poggiamo i piedi ed un infinità di elementi più o meno rari arricchiscono l’intero universo. Com’è possibile questa varietà di elementi?

Dopo circa un millesimo di secondo dal Big Bang, il caldissimo plasma di quark si raffredda e si producono i mattoncini fondamentali della materia: elettroni, protoni, neutroni; intanto l’universo continua a espandersi e raffreddarsi. Da quei solitari protoni (quindi nuclei di idrogeno), non è banale la formazione di nuclei più complessi e quindi di tutti gli elementi che conosciamo; tale processo viene chiamato nucleosintesi.

Prima di proseguire però è necessaria la mia solita premessa “non tutti sanno che“, onde spiegare le fisica di base necessaria per comprendere il fenomeno:

generalmente la formazione di sistemi maggiormente legati viene favorita rispetto a quella di sistemi più fragili. Ovvero se l’unione di due componenti determina un sistema molto stabile (con una forte “energia di legame”) sarà molto probabile che tale sistema si crei all’incontro di quelle componenti e perduri, se invece l’unione di due componenti determina un sistema molto fragile (con una piccola “energia di legame”) o addirittura instabile (con una energia di legame inferiore rispetto a quella delle sue componenti) sarà molto improbabile se non impossibile che tale sistema possa essere composto. Unendo due componenti, al fine di conservare l’energia, viene anche dispersa nell’ambiente un’energia pari a quella guadagnata dal sistema stesso legandosi. Questo avviene per qualunque sistema qualunque sia la forza in gioco, gravitazionale, elettromagnetica (che determina la chimica), nucleare. Tutte le reazioni che generano energia (come la normale combustione) è perchè partendo da dei componenti (in chimica chiamati reagenti) formano dei prodotti con maggiore energia di legame, liberando in ambiente ulteriore energia nel processo.

Per questo motivo, subito dopo il Big Bang, una piccola parte dei protoni si unì ad alcuni neutroni liberi costruendo atomi di deuterio, isotopo dell’Idrogeno composto da un protone e un elettrone. Invece è molto più difficile, in quelle condizioni, che un nucleo di deuterio si fonda con un ulteriore neutrone per formare un nucleo di trizio (1 protone, 2 neutroni) essendo quest’ultimo nucleo meno stabile del deuterio. Tuttavia è estremamente probabile che due nuclei di deuterio si uniscano fra di loro per formare un nucleo di Elio-4 (2 protoni, 2 neutroni). A causa della sua elevata simmetria, questo nucleo è estremamente stabile: è un sistema così stabile che agli albori della fisica nucleare fu anch’esso confuso per un componente fondamentale e chiamato particella alfa.

Tuttavia dei composti tanto stabili avranno difficoltà a legarsi nuovamente onde formare strutture più complesse: sia l’aggiunta di protoni e neutroni, sia l’unione di due nuclei di Elio 4, risulta energeticamente sfavorita e improbabile. Il brodo primordiale degli elementi è formato in maggioranza da Idrogeno, e circa il 25% Elio 4 (la quantità necessaria per assorbire tutti i neutroni liberi generati dal Big Bang); elementi più complessi difficilmente possono essere creati.

Mano a mano che l’universo si espande e raffredda, grandi quantità di questi elementi possono aggregarsi a causa della forza di gravità formando nebulose. Quando la nebulosa inizia a collassare la densità diventa enorme, schiacciando moltissimi nuclei in uno spazo ristretto e rendendo le collisioni fra di essi molto frequenti. In questo particolare ambiente le reazioni di fusione fra i nuclei diventano sistematiche, rilasciando enormi quantità di energia e “accendendo” una nuova stella.
Le reazioni termonucleari che illuminano le stelle (e purtroppo non solo) non sono nient’altro che la trasformazione degli elementi onde formare nuclei mano a mano più stabili e pesanti, facendo guadagnare energia di legame al sistema e rilasciando nell’ambiente la stessa quantità di energia.

A seconda del materiale che la stella fonde essa affronta i vari stadi del suo sviluppo. Per una lunga fase iniziale fonde nuclei di idrogeno per formare più stabili nuclei d’Elio 4.
Questa fase, chiamata “sequenza principale” è la più longeva nella vita della stella, e dura dai 10 ai 100 miliardi di anni a seconda della tipologia e dalla massa.

Una volta trasformato la maggior parte dell’Idrogeno la stella è composta principalmente da Elio-4, come ho detto è difficile partendo da un componente tanto stabile fondere ulteriormente per formare sistemi più complessi: il sistema più vicino che gode di una maggiore energia di legame dell’Elio-4 è il Carbonio-12 (6 protoni e 6 neutroni) che, ovviamente, è il risultato della fusione di 3 nuclei di Elio-4. Un processo a tre corpi come questo è improbabile anche alle temperature e pressioni delle normali stelle. Una volta esaurito l’idrogeno le reazioni termonucleari all’interno della stella cessano, la forza mostruosa della fucina nucleare che bilanciavano il collasso gravitazionale dell’enorme peso della stella su se stesso viene a cessare. Il nucleo della stella torna a collassare su se stessa finchè, se la massa della Stella è sufficiente, la densità diventa così elevata da rendere possibili queste reazioni che generano Carbonio e Magnesio, mentre la crosta si espande a dismisura e si raffredda formando la cosidetta gigante rossa (ricordate la radiazione di corpo nero?). Il Sole, quando sarà in questa fase, avrà un raggio paragonabile all’attuale distanza Terra-Sole.

Una volta superato questo scoglio, se la massa della stella lo permette, è tutta in discesa: continuando con le fusioni nucleari si arricchiscono i nuclei formando elementi sempre più pesanti, fino ad arrivare al nucleo più stabile in natura: il Ferro.
Accumulato un sostanzioso nucleo di Ferro alla stella non rimangono più elementi da “bruciare”: qualsiasi ulteriore fusione nucleare non potrebbe formare nuclei più stabili del Ferro (essendo esso il più stabile in natura) e fornire ulteriore energia alla Stella e quindi è fortemente improbabile. Per formare nuclei più pesanti sono necessarie condizioni estreme, che forzino la mano.

A questo punto la stella collassa e continua a collassare, le condizioni di pressione e temperatura sono mostruose, ancora protoni si trasformano in neutroni per sfuggire alla naturale repulsione Coulombiana fra due cariche elettriche (come i protoni), in questo modo nuclei più pesanti del Ferro vengono rapidamente creati in questo gigantesco collasso gravitazionale, finchè, per motivi ancora non del tutto spiegati, questo collasso sfocia in una gigantesca e spettacolare esplosione in cui quasi tutti gli elementi ora formati, gli unici nell’universo più pesanti del Ferro, vengono espulsi lontanissimo: una pioggia d’oro e argento si riversa sulla galassia, rilasciando un’enorme nebulosa arricchita di questi preziosi e rari elementi.

Nel centro della nova rimane un piccolissimo residuo: una Stella di Neutroni o Pulsar. Il collasso ha condensato un nucleo formato quasi esclusivamente da neutroni, la gravità tiene unito questo oggetto esotico, compattissimo, che racchiude la massa del Sole in 10km di diametro, in cui una gravità spaventosa regna in un mondo dalla superficie superfluida che ruota vorticosamente emettendo un fascio luminoso direzionato: il faro dell’universo.

In tutto questo complicato processo di genesi vengono generati gli elementi di cui siamo composti noi e l’universo, che permettono la vita come la conosciamo.

Pensateci quando guardate i vostri monili d’oro e argento: quello, un tempo, miliardi di anni fa, era parte di una gigantesca nova, coronamento di un certosino percorso di formazione durato decine di miliardi di anni e che ha richiesto fucine grandi quanto sistemi solari.


RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 01-06-2011 15:50

http://www.archivionucleare.com/index.ph...-nocciolo/


Lo sconcertante caso del super enalotto

31 Maggio 2011 di Amministratore

Enrico D’Urso ci ha inviato un documento contenente interessanti spunti di riflessione sul paragone che a volte si porta come esempio per sentenziare l’ insicurezza del nucleare, raffrontando la probabilità di estrazione del “6″ al superenalotto e la probabilità di danneggiamento grave di un reattore nucleare.

In altre parole, Enrico D’Urso analizza ed esamina la veridicità di questa tesi: poichè il gioco del superenalotto avrebbe una probabilità piccolissima di estrazione del “6″ ma comunque ogni tanto capita che qualcuno vinca, ne discenderebbe quindi che il nucleare non sarebbe sicuro in quanto ha una probabilità superiore di fusione del nocciolo.
Segue testo del documento inviatoci.

Lo sconcertante caso del supernenalotto - di E. D’Urso (maggio 2011)

La statistica e la probabilità sono due materie affascinanti e strettamente legate, tutti sappiamo le regole base (la probabilità è il rapporto fra il numero di eventi favorevoli ed i eventi totali), ma in quanti casi si fa confusione nell’ambito scientifico per chi non mastica i concetti?

Prendiamo un caso semplice, il lancio della monetina. La probabilità di testa (che chiameremo T) o croce (invece C) è del 50%, infatti abbiamo sole due possibili combinazioni: T o C. consideriamo ora un caso più complesso, vogliamo sapere la probabilità di avere con due lanci due volte testa, la nostra probabilità è del 25%, infatti abbiamo una sola combinazione vincente (TT) sulle 4 possibili combinazioni (TT, TC, CT, CC). La probabilità del 25% è una probabilità teorica, infatti nel caso pratico è difficile raggiungere in un tempo t non eccessivamente lungo questa probabilità.

Con ad esempio 5 giocate reali c’è la probabilità non nulla di avere solo casi favorevoli o solo sfavorevoli, il 25% di probabilità di vittoria si ha quindi nella realtà solo con un numero di ripetizioni molto alto, tendente all’infinito.

Ora siamo arrivati ad una base chiara e concisa. Quello che non è detto nel caso precedente è che il numero di “vittorie” in un dato tempo dipende non solo dalla probabilità della stessa, ma anche dal numero di giocate fatte. Consideriamo un esempio “pratico”: consideriamo due tipi di dadi, uno con 6 facce (il solito e comune dado), ed uno icosaedrico con 20 facce (usato ad esempio nei GDR da tavolo).

Io ora faccio una scommessa, cioè che vince la ipotetica posta chi fa uscire la combinazione 1-1 con una coppia di dadi uguali.

La persona che ha la coppia di dadi da 6 ha un lancio al giorno, chi invece ha il dado da 20 facce ne ha 1 all’ora (cioè 24 al giorno), chi vincerà alla fine?
La probabilità secca mi dice che nel caso del dado cubico ho una probabilità di 1/36 (36 combinazioni possibili di cui una sola vincente), mentre per quello icosaedrico è di 1/400 (400 possibili con una vincente).

La probabilità secca è tutta a favore del mio dado cubico, è oltre 10 volte più probabile avere il mio caso favorevole col dado a 6 facce rispetto a quello a 20 facce. C’è però un MA, in un dato lasso di tempo t (quello appunto in cui faccio le mie puntate e giocate) quante giocate avrò fatto? Chi avrà vinto la puntata più volte?

Consideriamo un tempo lungo ma non eccessivo, cioè 1 anno. In questo lasso di tempo io col dado a 6 facce avrò fatto 365 giocate (1 giocata al giorno per 365 giorni), l’altro dado ne avrà fatte invece 8760 (24 al giorno per 365 giorni).

Considerando che questo anno sia un anno semi-ideale e che non ci siano forti deviazioni dalla media (per compensare questo, il caso reale dovrebbe prendere in considerazione un tempo t molto più lungo), quante volte ogni giocatore avrà vinto? Il dado cubico avrà vinto circa 10 volte (365 giocate / 36 giocate per ogni vittoria), il dado icosaedrico invece quasi 22 volte (8760 giocate / 400 giocate per ogni vittoria). Il nostro giocatore con dado icosaedrico avrà quindi alla fine vinto più volte, benché la probabilità nuda e cruda fosse a suo netto sfavore.

Andiamo ora al nocciolo della questione, raffronto fra un gioco a premi e la probabilità di danneggiamento grave del reattore.

Spesso e volentieri si parla di probabilità di fusione del nocciolo e come paragone si porta ad esempio il superenalotto, uno dei giochi ad estrazione con le minori probabilità di vincita al mondo. Si dice infatti, come paragone per l’ambito nucleare, una frase che recita all’incirca così:

“il superenalotto ha una probabilità piccolissima di estrazione, ma ogni tanto capita che qualcuno vinca, quindi il nucleare non è sicuro perchè ha una probabilità superiore“. numericamente il “core damaged“(fusione del nocciolo, la probabilità a cui si fa riferimento nella frase) di un reattore nucleare ha una probabilità superiore a quella del nostro gioco, ma è davvero così? o è solo una lettura maldestra dei numeri?

per lasciar stare sempre il solito ed inflazionato EPR, consideriamo l’AP1000, questo possiede una probabilità calcolata di 5*10^-7(0,0000005)
( http://www.westinghousenuclear.com/docs/...ochure.pdf )
la probabilità di fare SEI al superenalotto è di 1 su 622.614.630 (i possibili risultati), approssimato a 1.6*10^-9 (1 / possibili risultati, 0,0000000016)
di base quindi sembrerebbe che il reattore ha una probabilità di rompersi di circa 300 volte maggiore superiore a quella dell’estrazione al superenalotto.

visto che ci sono anche alcuni SEI ogni anno, ci dovrebbero essere quindi decine e decine di “core” che si fondono ogni anno, perchè non è così? perchè si usano e/o si leggono maldestramente i numeri!!!

vediamo cosa c’è dietro quei numeri. per il “core damaged” è calcolato come probabilità che il reattore a piena potenza per un anno ha di subire quel danno. dopo un anno al 100% della potenza la probabilità è quindi di 5*10^-7 (cioè 0,0000005), andando avanti con gli anni la probabilità cresce, non addentrandoci troppo nelle leggi della statistica, arriviamo a che dopo 2 milioni di anni (1 / probabilità) quel dato reattore avrà una probabilità del 50% di essersi fuso.

Come paragone possiamo considerare una immensa scacchiera di 2*10^6 caselle, lanciamo a caso una biglia e vediamo dove si ferma, quella è la nostra estrazione. faremo una estrazione all’anno per ogni reattore a piena potenza (se va al 50% della potenza faremo 0.5 estrazioni all’anno, cioè una ogni 2 anni). se imbrocchiamo la casella giusta il reattore si è fuso, altrimenti nulla, un’altra biglia l’anno prossimo.

Passiamo al superenalotto, ognuno sceglie 6 numeri su 90, consideriamo quindi una delle possibili 6*10^8 (622.614.630) combinazioni possibili ed usiamo lo stesso paragone di prima, una immensa scacchiera dove mandiamo le biglie. però c’è un però, io mando una sola biglia all’anno nel reattore, ma ad ogni estrazione del gioco a premi ci sono alcuni milioni di schedine e combinazioni giocate. consideriamo che in ognuna delle estrazioni vengano giocate 10 milioni di combinazioni-biglie (nella realtà sono di più), a fine anno quante biglie avrò? circa 1.5*10^9.
come si modificano quindi alla fine i numeri?

Unendo ora assieme il dato di probabilità (1.6*10^-9 per ogni combinazione) e quello delle estrazioni (1.5*10^9 biglie) che ne viene fuori? circa una estrazione vincente del SEI all’anno.

da ciò la probabilità di fusione del nocciolo di un reattore è di molti ordini di grandezza inferiore a quella di vincere un SEI al superenalotto, benchè i numeri all’apparenza sembrino dire il contrario. infatti, la probabilità è per ogni “estrazione”: nel caso del reattore nucleare hai una estrazione all’anno per reattore (quindi, al momento circa 440 estrazioni all’anno totali), nel secondo caso invece ne hai dell’ordine di grandezza del miliardo nello stesso periodo di tempo.

ora è certo, se si lanciasse una biglia all’anno per tutti e due i casi, alla fine l’AP100 “vincerà” molto più spesso del superenalotto, ma questa evenienza non è ipotizzata nella tesi di chi pronuncia l’affermazione iniziale, infatti questi considera la totalità delle estrazioni e delle giocate raffrontato con il reattore (o il parco reattori mondiale).

Ci sarebbe poi anche da disquisire sui reali danni che il “core damaged” avrebbe, se risultino circoscritti all’ isola nucleare o se ci siano conseguenze anche all’ esterno, o anche l’influenza del “fattore umano” durante l’ inconveniente (influenza sempre più ridimensionata nei reattori moderni), ma questa è un’altra storia…


RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 05-06-2011 13:38

Che è nato un nuovo osservatorio energia:
http://www.agenparl.it/articoli/news/new...a-ambiente

Roma, 21 gen - Un organismo appositamente formato dalle tre associazioni che riuniscono l’intero mondo delle imprese di produzione, distribuzione e vendita di energia in Italia, si riunirà regolarmente, da oggi in poi, allo scopo di offrire un contributo comune per lo studio e l’approfondimento delle tematiche energetiche da portare all’attenzione delle istituzioni nazionali ed internazionali e per definire linee di comportamento nei confronti delle parti sociali.

Contestualmente prenderà il via un Osservatorio Energia Acqua Ambiente che avrà il compito di monitorare la legislazione nazionale ed internazionale, le tecnologie e gli scenari possibili di cui tenere conto nella definizione delle politiche energetiche del Paese.

Sono questi i due punti principali della lettera d’intenti firmata da Assoelettrica (l’associazione aderente a Confindustria dei produttori, distributori e venditori di energia elettrica), Confindustria Energia (la federazione cui aderiscono numerose associazioni dell’area energetica: Anfida, Anigas, Assogasliquidi, Assomineraria, Unione Petrolifera, Assocostieri, Assocarboni, Anev, Assosolare) e FederUtility (la federazione delle imprese di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas metano e del ciclo idrico integrato).

L’esigenza di una voce comune - pur nell'assoluta autonomia di ciascuna parte, si legge nella lettera d’intenti - è legata alla consapevolezza “del ruolo che l’energia ricopre nello sviluppo economico e sociale del Paese, che richiede anche un impegno etico”, con l’intento di superare la difesa di interessi immediati a favore di “obiettivi di crescita e sostenibilità nel medio - lungo periodo” L’organismo previsto nella lettera d’intenti, sarà formato dai Presidenti, dai loro delegati e dai Direttori Generali delle associazioni coinvolte.


RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 20-06-2011 16:35

Qui ho trovato il manuale dello scettico, leggerlo è un dovere per chi vuole parlare( inteso scrivere sui blog &forum di Eco-fesserie) molto utile per chi vuole destreggiarsi tra i vari Eco-storditi.
Oppure più semplicemente farsi un paio di risate, per il semplice motivo , che gli Eco-metteciquellochevipare tanto non li schiodate mai dalle loro convinzioni, ma di sicuro avrete degli argomenti ineccepibili per sostenere quello che è risaputo da sempre,che il riscaldameto globale sono tutte stronzate.
Per altro ampiamente descritto nel report del NIPCC.
http://www.climatemonitor.it/?p=11803

All'interno il pdf del manuale dello scettico.


RE: Non tutti sanno che...... - walter59 - 20-06-2011 18:12

Sono completamente digiuno di metereologia/climatologia, quindi mi faccio almeno queste domande.

Quale è la spiegazione per il ritiro dei ghiacciai? dal polo Nord al PeritoMoreno.

In passato ci sono state le glaciazione e le successive "sglaciazioni" ma qui andiamo forse un po troppo indietro nel tempo.

Nel caso il riscaldamento si sia già arrestato (2001) evremmo di nuovo una loro estensione, e quindi dei dati verificabili.

Ossequi


RE:  Non tutti sanno che...... - Cher - 20-06-2011 18:21

walter59 ha Scritto:

Sono completamente digiuno di metereologia/climatologia, quindi mi faccio almeno queste domande.

Quale è la spiegazione per il ritiro dei ghiacciai? dal polo Nord al PeritoMoreno.

In passato ci sono state le glaciazione e le successive "sglaciazioni" ma qui andiamo forse un po troppo indietro nel tempo.

Nel caso il riscaldamento si sia già arrestato (2001) evremmo di nuovo una loro estensione, e quindi dei dati verificabili.

Ossequi


Non sò se la lettura del " manuale dello scettico" sia stata di aiuto, resta il fatto che stiamo attraversando una fase di "IDIOZIA" ormai diffusa.


RE:  Non tutti sanno che...... - Charade77 - 20-06-2011 18:37

walter59 ha Scritto:

Sono completamente digiuno di metereologia/climatologia, quindi mi faccio almeno queste domande.

Quale è la spiegazione per il ritiro dei ghiacciai? dal polo Nord al PeritoMoreno.

In passato ci sono state le glaciazione e le successive "sglaciazioni" ma qui andiamo forse un po troppo indietro nel tempo.

Nel caso il riscaldamento si sia già arrestato (2001) evremmo di nuovo una loro estensione, e quindi dei dati verificabili.

Ossequi


In merito nemmeno io ho dati particolari anche se quando se ne sono usciti con ste storia c'ho mai creduto :la % d'incidenza per quanto concerne l'emissione CO2 è bassa rispetto al reale aumento:personalmente la tesi che accredito di più è quella legata agli oceani che rilasciano ciclicamente grossi quantitativi e vista la presenza di acqua ,non mi risulta impossibile pensare che effettivamente sia così.O comunque deve esserci dietro un  "manovratore oscuro" ben più influente della civiltà (attività solari o palle di questo tipo).Certo è che è una fantastico spot per far stringere il culo a soliti (che coincidono con i soliti delle rinnovabili ,e come dall'ultimo referendum sono la maggiotranza!e sono gli stessi che credono che lo stop del traffico permetta di girare in biciletta e respirare a pieni polmoni il cesso che nell'aria aleggia cui servirebbero dei lustri per purificare!).Vendono le auto che emettono meno co2 ,non importa se però vanno sempre a petrolio & company ... però emettono meno!Come , con tutta sincerità , ti dirò che sposo l'utilizzo dell'energia nucleare principalmente non per assenza di co2 (che comunque è importante) ma per potenza principalmente.
Negli anni '70 c'era l'allarme dell'abbassamento delle temperature ,adesso l'innalzamento.Evitassero tante seghe mentali e si concetrassero su altro sarebbe molto meglio
RE:   Non tutti sanno che...... - walter59 - 20-06-2011 19:09

Cher ha Scritto:


Non sò se la lettura del " manuale dello scettico" sia stata di aiuto, resta il fatto che stiamo attraversando una fase di "IDIOZIA" ormai diffusa.



La lettura è stata certamente utile, ma sai io mi faccio sempre un sacco di domande e difficilmete trovo delle risposte chiare, come al solito non avendo a che fare con geologi/metereologi ecc..

saluti
RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 20-06-2011 19:29

immagino  che la temperatura è il prodotto finale di un meccanismo complesso,non è certo la "psicosi" che ne determina la spiegazione, bensì l'aspetto puramente scientifico,il quale non è in grado di determinarne la causa.
Tutto il sistema solare ha avuto un aumento rilevato di temperatura, che le  supernove abbiano influenzato il tutto?

http://www.nationalgeographic.it/scienza...ti-370586/

oppure l'emissione di energia da un buco nero che si "divora" una nana bianca.

http://www.nationalgeographic.it/scienza...index.html




Una stella viene attratta e smembrata da un buco nero supermassiccio in una rappresentazione artistica. Illustrazione per gentile concessione Mark A. Garlick, University of Warwick


RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 25-06-2011 17:14

http://www.nationalgeographic.it/scienza...to-392653/
National Geographic Italia, giugno 2011
Terre rare, gli ingredienti segreti di smartphone, missili e tanto altro

Sono elementi chimici essenziali per produrre tanti oggetti high-tech, dagli schermi televisivi alle auto ibride. E vengono quasi sempre dalla Cina. I danni per l'ambiente.



Il samario è uno dei 17 elementi detti terre rare. Tra i suoi usi industriali: contribuisce a convertire il suono in elettricità nei pick-up magnetici delle chitarre elettriche ed è contenuto nelle barre di moderazione di alcuni reattori nucleari. Fotografia di Nick Mann.

di Tim Folger

Molti di noi avrebbero qualche difficoltà a individuare su una mappa la Mongolia Interna, lo Jiangxi o il Guangdong. Eppure buona parte dei dispositivi high-tech da cui dipendiamo - cellulari, laptop e centinaia di altri - non esisterebbero senza alcuni elementi chimici che provengono, a volte illegalmente, da quelle e altre regioni della Cina.

Scoperti alla fine del Settecento sotto forma di minerali ossidati, questi elementi furono chiamati terre rare. In realtà si tratta di metalli, e non sono effettivamente rari; però sono sparsi nel mondo. Una manciata di terriccio raccolta nel vostro cortile probabilmente ne contiene un po’, magari poche parti per milione. La terra rara meno comune è quasi 200 volte più abbondante dell’oro. Sono invece rari i giacimenti abbastanza grandi e concentrati da consentire l’attività estrattiva.

L’elenco di oggetti che contengono terre rare è quasi infinito. I magneti fabbricati con questi minerali sono molto più potenti di quelli convenzionali e pesano meno; questa è una delle ragioni per cui molti strumenti elettronici sono diventati tanto piccoli. Le terre rare sono fondamentali anche per una serie di macchine “verdi”, dalle auto ibride alle turbine eoliche. Nella batteria di una Toyota Prius ci sono circa 10 chili di lantanio; il magnete di una grande turbina eolica può contenere 260 chili o più di neodimio. Le forze armate degli Stati Uniti hanno bisogno delle terre rare per i dispositivi che consentono la visione notturna e per armi come i missili Cruise.

«Siamo circondati da terre rare», dice Karl Gschneidner, un esperto di metallurgia che le studia da 30 anni. «Pensiamo per esempio ai fosfori degli schermi televisivi: il colore rosso viene da un elemento chiamato europio. La marmitta catalitica di un’auto contiene cerio e lantanio. Le terre rare sono nascoste a chi non ne conosce l’esistenza; non hanno mai suscitato interessi o preoccupazioni particolari, almeno fino a quando si è riusciti a comprarle facilmente».

Oggi però molte persone sono interessate.

Nell’autunno del 2010 la Cina, che soddisfa il 97 per cento del fabbisogno mondiale di terre rare, ha scosso i mercati internazionali interrompendo per un mese le spedizioni in Giappone in seguito a un incidente diplomatico. Si prevede che nel prossimo decennio la Cina ridurrà costantemente le esportazioni per proteggere le forniture delle proprie industrie in rapida espansione, che già oggi consumano circa il 60 per cento della produzione di terre rare del paese.

I timori di future carenze hanno fatto salire alle stelle i prezzi di questi elementi. Il disprosio, usato per gli hard disk dei computer, costa 467 dollari al chilo, contro i 14,93 di otto anni fa. In soli due mesi, l’estate scorsa, il prezzo del cerio è aumentato di più del 450 per cento. Secondo Mark A. Smith, presidente e amministratore delegato di Molycorp - l’azienda americana che l’anno scorso ha riaperto una miniera di terre rare a Mountain Pass, in California - probabilmente prima della fine del 2011 la domanda mondiale supererà l’offerta.

«Oggi siamo in piena crisi degli approvvigionamenti, ed è una crisi piuttosto grave», dice Smith. «Quest’anno la domanda fuori dalla Cina sarà di 55-60 mila tonnellate e tutti prevedono che la Cina ne esporterà circa 24 mila tonnellate. Sopravviveremo grazie alle scorte delle industrie e alle riserve statali, ma credo che il 2011 sarà un anno molto, molto difficile per quanto riguarda l’offerta e la domanda».

La domanda non sembra affatto destinata a diminuire, anzi. Secondo le previsioni, nel 2015 le industrie di tutto il mondo consumeranno circa 185 mila tonnellate di terre rare, con un aumento del 50 per cento rispetto al 2010. Ma visto che la Cina si tiene strette le sue riserve, dove si rivolgeranno gli altri paesi per procurarsi gli elementi ormai indispensabili per la tecnologia moderna?

Benché al momento la Cina monopolizzi l’estrazione delle terre rare, esistono giacimenti anche altrove. La Cina possiede il 48 per cento delle riserve mondiali, gli Stati Uniti il 13 per cento. Russia, Australia e Canada hanno giacimenti di una certa consistenza. Fino agli anni Ottanta la produzione di terre rare era appannaggio degli Stati Uniti, grazie soprattutto alla miniera di Mountain Pass. «Producevamo 20 mila tonnellate l’anno quando tutta la domanda mondiale era di 30 mila», ricorda Smith.

Il predominio americano è finito a metà degli anni Ottanta. La Cina, che per decenni aveva sviluppato la tecnologia per separare le terre rare (processo non facile perché si tratta di elementi molto simili sotto il profilo chimico), è entrata prepotentemente nel mercato. Grazie ai finanziamenti statali, alla manodopera a basso costo e a normative ambientali permissive, se non inesistenti, le industrie cinesi hanno sbaragliato la concorrenza.

Con la chiusura della miniera di Mountain Pass nel 2002, il ruolo di nuova capitale mondiale delle terre rare è passato a Baotou, una città della Mongolia Interna (una regione autonoma della Cina). Nelle miniere di Baotou si trova circa l’80 per cento delle terre rare della Cina, spiega Chen Zhanheng, direttore del dipartimento accademico della Società cinese delle terre rare di Pechino. Ma la città ha pagato a caro prezzo il suo primato.

Alcuni dei prodotti high-tech più innocui sotto il profilo ambientale, infatti, hanno origini tutt’altro che “pulite”.

Spesso le miniere di terre rare contengono elementi radioattivi come l’uranio e il torio. Gli abitanti dei villaggi vicini a Baotou sarebbero stati trasferiti altrove perché gli scarichi delle miniere avrebbero contaminato acqua e raccolti. I giacimenti nei pressi di Baotou producono ogni anno circa 10 milioni di tonnellate di acque di scolo, in gran parte acide o radioattive e quasi del tutto non trattate. Chen sostiene che lo Stato cinese si sta impegnando per combattere l’inquinamento provocato da queste industrie.

“Il governo ha già varato leggi severe per tutelare l’ambiente ed eliminare tecnologie, attrezzature e prodotti arretrati”, ha scritto Chen in un’e-mail inviata all’autore. “Le fabbriche che non riusciranno ad adeguarsi andranno incontro alla chiusura o alla fusione con aziende più grandi”.

Alla fine il governo cinese potrebbe essere in grado di regolamentare la grande attività estrattiva intorno a Baotou. Ma decine di altre miniere, molto redditizie e molto inquinanti, che si trovano nelle province meridionali dello Jangxi e del Guangdong, sono gestite da organizzazioni criminali. Secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua, nel 2008 sono state contrabbandate fuori dal paese 20 mila tonnellate di terre rare, quasi un terzo del totale delle esportazioni di quell’anno. Se avete uno smart phone o un televisore a schermo piatto, è possibile che contenga terre rare contrabbandate dal Sud della Cina.

«La gente non conosce il profondo livello di corruzione del sistema cinese, in cui i funzionari di partito locali sono praticamente complici dei criminali», dice Alan Crawley, amministratore delegato della Pacific Ores Metals & Chemicals, azienda commerciale di Hong Kong. Crawley parla per esperienza: 11 anni fa un suo collega è stato ucciso da una banda di criminali del Guangdong. «La polizia di Hong Kong non può fare nulla», osserva. «I killer sono fuggiti indisturbati».

Oggi il mondo è alla disperata ricerca di nuove fonti di approvvigionamento; lo sviluppo delle miniere di terre rare negli Stati Uniti, in Australia, Russia e altri paesi potrebbe ridurre il contrabbando. Secondo Chen, la Cina non ha interesse a mantenere il suo primato sul mercato nel lungo termine. «Ovviamente la situazione non è sostenibile», conclude, «né per l’industria cinese delle terre rare, né per il settore mondiale dell’high-tech».
(23 giugno 2011)


RE: Non tutti sanno che...... - Cher - 23-09-2011 09:23

http://www.ilgiornale.it/cronache/cern_n...comments=1


Cern conferma: "Superata la velocità della luce" Sconfessata la teoria della relatività di Einstein


Ginevra - C’è la conferma ufficiale: la velocità della luce è stata superata. I neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi. Il risultato è stato ottenuto dall’esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), nel quale un fascio di neutrini viene lanciato dal Cern verso i Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Un risultato che rivoluzionerà l'attuale concezione dell'universo. Rompe infatti uno dei capisaldi della fisica contemporanea, quello dell'impossibilità di superare la velocità della luce, previsto dalla Teoria della Relatività Generale di Einstein.

Nonostante siano fra le particelle più abbondanti in natura, fino a non moltissimi anni fa i neutrini erano ancora misteriosi. Sono continuamente prodotti nelle reazioni nucleari all’interno delle stelle e attraversano la materia senza interagire con essa: basti pensare che in un secondo ben 60 miliardi di neutrini attraversano la punta di un dito senza lasciare traccia del loro passaggio.

Per questo, ben direzionato, il fascio di neutrini prodotto al Cern di Ginevra arriva esattamente a destinazione nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), nell’esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso). I neutrini sono particelle elettricamente neutre e appartengono a tre famiglie: elettronici, muonici e tauonici. I componenti di ogni famiglia possono trasformarsi in uno dei due altri tipi di neutrini, in un fenomeno chiamato "oscillazione" e confermato recentemente proprio dall’esperimento Cngs. Il fenomeno dell’oscillazione implica che i neutrini abbiano una massa e che le masse dei tre tipi siano differenti, in contraddizione con la teoria di riferimento della fisica moderna, chiamata Modello Standard, secondo cui i neutrini sono privi di massa. In natura i neutrini sono prodotti da alcuni tipi di reazioni nucleari, come quelle che avvengono nel Sole. Si calcola che ogni secondo il corpo umano venga attraversato da 50.000 miliardi di neutrini provenienti dal Sole senza che questi lascino traccia. Queste particelle inafferrabili sono molto importanti in astrofisica, in cosmologia e in astronomia perché possono essere considerate le uniche testimoni della nascita e dell’evoluzione delle stelle e di tutto l’universo.

A poco più di cinque anni dalla partenza del primo fascio di neutrini, è arrivato un risultato dirompente che, se confermato, manterrà la promessa di aprire una nuova pagina nella fisica contemporanea rivelando nuovi aspetti del comportamento di particelle finora inafferrabili, come i neutrini. È un viaggio lungo 730 chilometri, che i neutrini fanno impiegando un tempo che, a quanto si apprende, supera la velocità della luce. Prima che cominci il viaggio, nel Cern un fascio di protoni viene fatto collidere contro un bersaglio di grafite in modo da ottenere particelle chiamate pioni e kaoni; quindi queste decadono dando origine ai neutrini. Questi vengono quindi lanciati verso il Gran Sasso, in un viaggio nel quale corrono indisturbati in linea retta, grazie alla loro proprietà di attraversare la materia senza interagire con essa. Durante l’intero percorso matengono la direzione che hanno assunto nel momento in cui sono stati prodotti. Arrivati a destinazione, ad accogliere i neutrini ci sono i rivelatori dell’esperimento Opera, diretto da Antonio Ereditato. Sono rivelatori pesanti 1.800 tonnellate e formati da lastre fotografiche alternate a strati di piombo.


RE: Non tutti sanno che...... - magnesium - 26-09-2011 20:52

Questa discussione ormai è diventata non tematica con l'argomento del forum!

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Grazie.