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Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Versione stampabile

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Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 23-03-2011 18:59

Su indicazioni degli amministratori ho aperto qui qesta discussione relativa a software e sistemi di controllo utilizzati nelle centrali nucleari.
In vari forum si affrontano vari argomenti riguardo alle nuove centrali, la sicurezza, il fonzionamento ecc.. ma in nesun forum ho potuto avere informazioni relative ai sistemi di controllo realmente/praticamente impiegati.
Sperando che qualche addetto ai lavori partecipi alla discussione.


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - magnox - 23-03-2011 22:08

In effetti all'universita' non si studia particolarmente questo aspetto.

So che l'elettronica di controllo, sistemi "embedded", si basano sugli FPGA,, che sono schede con microcontrollori programmabili. Tali sistemi hanno software specifico che non richiede i classici sistemi operativi (windows o UNIX), scritti per usare le solite architetture (x86, Alpha, ecc..).
Hanno software scritto per lavorare in modo efficiente e fare le operazioni specifiche e previste, con eventuali deviazioni.
In tal modo non sono soggette a errori tipi delle piattaforme con sistemi operativi piu' complessi (e meno implementati), come windows e sistemi UNIX.

E' probabile ci siano macchine con sistemi operativi classici, per operazioni meno funzionali ai fini del controllo dell'impianto.



RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 23-03-2011 22:22

Il SW in effetti sembra rimanere un mistero anche se si trovano marginalmente tracce di un sistema WINCC di Siemens che, leggendosi i manuali, servirebbe propio a gestire i vari microcontrollori purtroppo si basa su XP o peggio VISTA.
La mia richiesta era esattamente mirata a sapere qualche cosa di specifico riguardo ai sistemi di controllo e relativo SW.
Ho un'esperienza lavorativa più che trentennale su PLC, attuatori, Microcontrollori e loro programmazione dedicati ai sistemi di alimentazione dai GE di emergenza a tutti i vari sistemi inverter e UPS, e mi sono sempre chiesto cosa veniva utilizzato nelle centrali nucleari.


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 23-03-2011 22:42

Interessante l'articolo che oggi ha postato Don Peppone su archivionucleare.com, il testo originale completo e' questo:

http://www.articlesbase.com/electronics-...79975.html

Il trend e' certamente quello di portare ad un bus comune che da un punto hardware si chiama Ethernet, con la sua versione industriale denominata senza grande fantasia Industrial Ethernet:

http://en.wikipedia.org/wiki/Industrial_Ethernet

Il layer dati invece ricade certamente sul protocollo IP come trasporto, anche se questa scelta apre un po' di dubbi sulla questione Security (la Network Security e' incidentalmente il campo di cui mi occupo da 20 anni).

Come gia' accennavo su archivionucleare.com, il disegno di questo genere di reti diventa di fondamentale importanza.  Non c'e' miglior sicurezza di avere reti separate da aria!  Seriamente, in gergo militare si chiama "air gap".

Quindi reti fisicamente diverse per ogni tipo di livello di criticita' dei sistemi coinvolti.

Discussione molto affascinante per me, dato che avvicina il mondo a me ben conosciuto a quello della tecnologia nucleare che e' un interesse recentissimo per me.

Cordiali saluti,
Luca Bertagnolio


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - livingreen - 24-03-2011 09:01

Riprendo l'argomento già in parte discusso nel thread
http://www.archivionucleare.com/index.ph...a-daiichi/

Domanda:
siamo sicuri che il virus stuxnet che colpisce i sistemi simatic sia stato concepito per creare problemi alle centrali nucleari?

Voglio dire, i sistemi WinCC sono diffusissimi in migliaia di aziende, dalla fabbricazione di biscotti all'automotive, dai mulini per il grano alle macchine per la stampa, ed anche in qualche piccola centrale elettrica tradizionale che ho visto... ma in ambito critico si usano ben altri sistemi, in generale DCS avanzati in RTOS, dedicati ai settori chimici, oil-&-gas e nucleare.

Ora, vista la scarsa diffusione nell settore nucleare e l'esiguità del numero di centrali, mi sembra che il virus che aggredisce i sistemi Siemens vada a colpire decisamente altri settori industriali, piuttosto che il nucleare.


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 24-03-2011 10:48

Certamente LIVINGREEN i sistemi WINCC sono utilizzati nei più varicampi e non credo assolutamente che sia stato pensato un virus solo per le centrali nucleari. Il problema è un altro, se nelle centrali vengono utilizzati SW commerciali basati su SO commerciali il rischio diventa serio, un NIMDA o chi per esso potrebbe causare danni.
In ogni modo la mia richiesta si rivolgeva agli addettii al settore per conoscere come realmente vengono gestiti e con cosa i controlli.


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - magnox - 24-03-2011 10:58

walter59 ha Scritto:

Il SW in effetti sembra rimanere un mistero anche se si trovano marginalmente tracce di un sistema WINCC di Siemens che, leggendosi i manuali, servirebbe propio a gestire i vari microcontrollori purtroppo si basa su XP o peggio VISTA.
La mia richiesta era esattamente mirata a sapere qualche cosa di specifico riguardo ai sistemi di controllo e relativo SW.
Ho un'esperienza lavorativa più che trentennale su PLC, attuatori, Microcontrollori e loro programmazione dedicati ai sistemi di alimentazione dai GE di emergenza a tutti i vari sistemi inverter e UPS, e mi sono sempre chiesto cosa veniva utilizzato nelle centrali nucleari.


Stamattina provo a contattare un conoscente di EDF.
Cmq resto del parere che ci siano sistemi non basati su OS "classico".
Il Simatic di Siemens gestisce genericamente i PLC, non per questo vengono messi nelle centrali nucleari.
Pensa ad un generico sistema di controllo, non e' mica necessario avere windows, linux, GNX, openVMS per farlo girare. Ti "basta" implementare i controllori caricandoci sopra un firmware. Pensa al BIOS dei computer.

RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 24-03-2011 11:19

Certamente MAGNOX è esattamente quello che penso anch'io.
Avevo già detto che non credevo possibile l'utilizzo di SOeSW commerciali.
La mia richiesta era propio di sapere quale tipo di architettura HW/SW e RTOS vengono realmente utilizzati.
Esistono un discreto numero di RTOS anche di tipo open-source e sarebbe interessante sapere quali sono realmente le scelte dei vari consorzi e costruttori di centrali


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 24-03-2011 12:21

Si la domanda è molto interessante.

Ricordo che anche l'hardware può avere bugs, la cui probabilità aumenta con l'aumentare della complessità del sistema, esattamente come per il sw.

Non a caso sui grandi aerei di linea commerciali è stato imposto l'uso di 2 sistemi paralleli di controllo, e sia l'hardware che il software devono essere di progetto e fornitori diversi.

In ogni caso mi sembra poco probabile che l'interfaccia utente di tali software possa totalmente prescindere da software di largo utilizzo, sarebbe un costo enorme riprogettare tutto, però potrebbero aver separato la logica di controllo dall'interfaccia, il che andrebbe ugualmente bene.


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 24-03-2011 15:08

Sarek ha Scritto:


In ogni caso mi sembra poco probabile che l'interfaccia utente di tali software possa totalmente prescindere da software di largo utilizzo, sarebbe un costo enorme riprogettare tutto, però potrebbero aver separato la logica di controllo dall'interfaccia, il che andrebbe ugualmente bene.


Questo è un aspetto che mi preoccuperebbe ancor di più.
in ambito di sicurezza informatica va sempre ricercato l'anello debole della catena, che in questo caso sarebbe del SW commerciale.
Propio nell'ottica del risparmio si potrebbe incappare in errori fatali.
Normaòmente gli attacchi informatici si rivolgono principalmente alle interfacce utente.
Speriamo che un addetto ai lavori ci illumini un po
RE:   Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 24-03-2011 16:16

walter59 ha Scritto:

Questo è un aspetto che mi preoccuperebbe ancor di più.
in ambito di sicurezza informatica va sempre ricercato l'anello debole della catena, che in questo caso sarebbe del SW commerciale.
Propio nell'ottica del risparmio si potrebbe incappare in errori fatali.
Normaòmente gli attacchi informatici si rivolgono principalmente alle interfacce utente.
Speriamo che un addetto ai lavori ci illumini un po

La sicurezza non è il mio settore, quindi qualunque parere esperto è migliore del mio.
Però non la vedo così nera, sarei portato a pensare ad un sistema chiuso e con comunicazioni criptate, difficilmente aggredibile dall'esterno. Magari potrebbe essere più critica la fault tolerance o l'integrazione/interoperabilità di sistemi diversi (quest'ultima da non sottovalutare, se non ricordo male un errore nella conversione delle unità metriche tra sistemi diversi causò l'esplosione dell'Arianne).
In ogni caso una ridondanza hw/sw di qualche tipo sarebbe auspicabile.

RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 24-03-2011 18:50

Di errori SW è costellata la storia, a volte però si esagera un po.
Qella di Arianne non la sapevo, avevo sentito dire però che per le stesse cause si erano bloccati i calcolatori di bordo (ben 5) del primo shuttle COLUMBIA costringendo il pilota ad un rientro manuale.
Non vorrei che come al solito con un minimo fondo di verità si creino fantasiose leggende un po come quelle che circolano sul nucleare.
SO come Vista hanno già problemi da soli senza che vengano per giunta attccati.
Uno Shuttle è si esploso ma le cause sono purtroppo ben note e accertate da tutte le commissioni, in fondo le cause sono sempre le stesse (economiche)


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 24-03-2011 20:11

Fonte : wikipedia, ma lo avevo appreso altrove.

Il primo volo dell'Ariane 5 (Ariane 5 volo 501) svoltosi il 4 giugno 1996 fallì e il razzo si autodistrusse dopo 40 secondi dal lancio per via di un malfunzionamento del software di controllo, creato da uno dei più famosi bug della storia. Un dato a 64 bit in virgola mobile, probabilmente quello della pressione, venne convertito in un intero a 16 bit con segno, questa operazione causò una trap del processore (operazione errata): il numero in virgola mobile era troppo grande per poter essere rappresentato con un intero a 16 bit. Motivi di efficienza avevano spinto i progettisti a disabilitare il controllo software (scritto in Ada) sulle trap, anche se altre conversioni simili nel codice erano corrette. Questo errore scatenò una reazione a catena che causò poi la deviazione distruttiva del razzo a causa delle enormi forze aerodinamiche. Fu necessario quasi un anno e mezzo per capire quale fosse stato il malfunzionamento che aveva portato alla distruzione del razzo.

Però ricordavo male, era una conversione errata tra tipi di dato...


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 24-03-2011 20:19

walter59 ha Scritto:


Uno Shuttle è si esploso ma le cause sono purtroppo ben note e acertate da tutte le commissioni, in fondo le cause sono sempre le stesse (economiche)


Credo che in questo caso, "l'economico" non centri per nulla.
Una concatenazione di eventi negativi.
Oppure una serie di eventi (metereologici - in questo caso) che hanno messo in "crisi" un apparato che non aveva la necessità di resistere a quegli "eventi" in quanto mai avvenuti e pertanto non presi in considerazione.
----------------
Ogni singolo Incidente vero ( dove non emergono carenze di ogni tipo) è molto utile perché innalza la valutazione progettuale per ovviare a situazioni future.
Questo rende il nucleare come sicurezza intrinseca nella sua progettazione un punto di riferimento per tante altre tecnologie.

Altro aspetto per contrastare la "negligenza" si chiama risarcimento danni.

Purtroppo viviamo in un "luogo" dove il risarcimento per negligenza non viene neanche preso in considerazione.

Questo è la causa prima della diffidenza verso il nucleare.
Naturalmente è un mio punto di vista.
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 24-03-2011 21:55

http://www.loccidentale.it/articolo/ahma...2.00100130
Cyber-change
Ahmadinejad deve riconoscere di essere stato battuto da "Stuxnet"

di Jonathan V. Last20 Dicembre 2010
........."Stuxnet ha fatto per la prima volta la sua comparsa lo scorso 17 Giugno, quando una compagnia di sicurezza digitale di Minsk, VirusBlokAda, ne fece la scoperta in uno dei suoi computer destinato ad uno dei suoi clienti iraniani. E' stato immediatamente chiaro che Stuxnet non era un comune malware (N.d.T. per malware si intende qualsiasi programma inteso a danneggiare o mettere fuori uso computer o sistemi per computer).
Infatti Stuxnet non è un virus ma un worm. Si tratta di virus che si appoggiano su programmi già presenti su di un computer. I worm sono programmi in tutto e per tutto, che si nascondono dentro un computer, e che segretamente si propagano in altri computer. Dopo un mese di studio alcuni ingegneri di cyber-sicurezza hanno emesso la sentenza: Stuxnet è stato disegnato per interferire con sistemi industriali costruiti dalla casa tedesca Siemens, con la finalità di mettere fuori uso i controlli di supervisione ed i protocolli di acquisizione dati degli stessi, i c.d. SCADA. Come a dire che, a differenza di molti malware oggi in circolazione (tesi alla mera manipolazione di operazioni virtuali), Stuxnet può invece generare conseguenze nel mondo reale: questo worm è infatti in grado di comandare tanto i lavori di un grande stabilimento industriale, quanto quelli di una centrale energetica, di una diga o di un'industria. Di quale impianto si sia trattato in questo caso, non è dato saperlo.
Quel che sappiamo però, è che Stuxnet ha sin da subito mostrato un profilo di anomalia rispetto ai suoi predecessori. I worm che hanno interferito con SCADA non sono sconosciuti ma eccezionalmente rari. Quale sequenza di codice fisico, Stuxnet è enorme (si stima che pesi all'incirca mezzo megabyte), superando in grandezza, di molti multipli, un medio esemplare di worm in circolazione.
Prendiamo in conto ora il suo raggio d'infezione: Stuxnet è riuscito ad infiltrarsi in almeno 100.000 computer in tutto il mondo, di cui il 60% solo in Iran. Senza contare che la potenza e l'eleganza di Stuxnet lo rendono ancora più intrigante agli addetti ai lavori. Molti sistemi industriali girano su computer che usano Microsoft Windows quale sistema operativo. Gli hacker mettono alla prova costantemente quelle che in gergo vengono chiamate le vulnerabilità del “giorno zero” (zero day vulnerabilities), i punti deboli del codice non identificati dai programmatori-creatori. Su un pezzo di software sofisticato quale è Windows, la scoperta di una sola vulnerabilità del “giorno zero” è estremamente rara. Basterà dire allora che i creatori di Stuxnet ne hanno trovate, e usate, ben quattro. Nessuno negli ambienti della cyber-sicurezza aveva mai visto niente del genere.
Il worm ha ottenuto il suo primo accesso attraverso un drive USB ordinario. Immaginate quando attaccate un flash drive nel vostro computer: il computer incomincia a fare una serie di operazioni in modo automatico; una di queste è quella di far comparire le icone sul vostro schermo, le quali rappresentano i dati sul drive ospite. Attraverso questa procedura di inserimento del drive USB, Stuxnet si inoltra nel computer. Ora, una volta nella macchina, il worm diviene visibile ai protocolli di sicurezza, i quali monitorano costantemente i file alla ricerca di malware o virus. Per non farsi scoprire, Stuxnet installa quel che è chiamato un 'rootkit', ovvero un pezzo di codice che intercetta i monitoraggi di sicurezza e che invia indietro falsi messaggi di sicurezza, a voler indicare che il worm è innocuo.
L'installazione di un 'rootkit' ha bisogno di driver dai quali i sistemi Windows sono abituati a guardarsi bene. Windows infatti richiede che tutti i driver immessi in una macchina che si affida al suo sistema operativo, forniscano una verifica della loro 'sincerità' attraverso la presentazione di una firma digitale sicura. Queste firme digitali sono segretamente custodite. L'aspetto interessante di questa vicenda è che i driver di Stuxnet avevano in dotazione firme digitali per così dire originarie, ovvero provenienti da due compagnie di computer, Realtek Semiconductor e JMichron Technologies. Entrambe le compagnie hanno uffici negli stessi stabilimenti del parco scientifico di Hsinchu, sull'isola di Taiwan. Con frode elettronica o con scasso e furto (non è dato sapere), i creatori di Stuxnet hanno rubato queste firme digitali, in modo abbastanza sofisticato da fare in modo che nessuno sapesse che esse fossero compromesse.
Per ricapitolare: la chiavi di sicurezza danno il là ai driver, i quali permettono l'installazione di un 'rootkit', che a sua volta nasconde il worm che è stato consegnato dal drive USB corrotto. Stuxnet a quel punto ha l'obiettivo di propagarsi con efficienza e in modo silenzioso. Allorché un altro drive USB viene inserito in un computer già infetto, esso viene infettato a sua volta. Ma per ridurre la sua tracciabilità, Stuxnet permette ad ogni USB infetta di passare il worm in soli tre computer alla volta. Ma questo non è il solo modo con cui Stuxnet si propaga. (Fine della prima puntata, continua...)
Tratto da The Weekly Standard
Traduzione di Edoardo Ferrazzani


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 25-03-2011 02:46

non intendevo l'economico nel senso di risparmio, ma economico inteso come contratti da rispettare e nel caso penali da pagare..
Interrompere il lancio avrebbe causato un insolvenza contrattuale e allora si è rischiato, le guarnizioni avrebbero forse tenuto.
Per quanto concerne i rootkit e la loro diffusione sarei di tutt'altra opinione, incontrandone tutti i giorni , i sistemi windows sono completamente vulnerabili e i monitoraggi di sicurezza sono cose da operetta o forse ne sono la causa.
in ogni modo non è questo l'argomento da trattare qui.


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 25-03-2011 02:52

walter59 ha Scritto:

i sistemi windows sono completamente vulnerabili

Vecchio aforisma informatico : l'unico computer sicuro è un computer spento Big Grin
RE:   Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 25-03-2011 10:15

Sarek ha Scritto:
Vecchio aforisma informatico : l'unico computer sicuro è un computer spento Big Grin

ci vuol far arrivare a credere che l'unica centrale nucleare sicura è una centrale spenta, Sarek?  Big Grin

Come in tutte le cose, anche nelle applicazioni dell'informatica e delle reti di telecomunicazioni bisogna fare degli assessment e valutare costi/benefici prima di passare ad una realizzazione pratica.

Purtroppo questo modo di operare è ben conosciuto solamente in certi settori dell'industria, certamente dal mondo dell'aviazione commerciale e da quello del nucleare, ma in molti altri campi si fa poca pianificazione in anticipo, si parte subito con qualcosa di raffazzonato alla bell'è meglio, e poi si spende tutto i resto del tempo a tappare buchi... Sad

Comunque sia, il trend è netto e chiaro, come è già successo nel campo dell'aeronautica commerciale, anche nel nucleare si farà sempre più uso di computer e di reti, magari di sistemi embedded e non di sistemi operativi consumer, ma la direzione è comunque chiara.

Un saluto,
Luca Bertagnolio
RE:    Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 25-03-2011 10:55

lucaberta ha Scritto:

ci vuol far arrivare a credere che l'unica centrale nucleare sicura è una centrale spenta, Sarek?  Big Grin

Il detto esiste davvero. E' la constatazione che non esiste alcun computer (ma si può estendere a qualunque macchina fatta dall'uomo) che possa essere definita assolutamente sicuro, per quanto uno si impegni all'aumentare della complessità dei sistemi aumentano il numero di possibili falle.

La sicurezza assoluta è irraggiungibile così come è impossibile attivare a zero partendo da 1 e dividendo all'infinito per due. Però allo stesso modo si può tendere ad essa, tenendo presente che sempre di approssimazione stiamo parlando. Inoltre, come dimostrato dal virus suddetto, la sicurezza deve essere sempre rapportata a quello che devo difendere. Una cosa sono le foto di famiglia su un computer personale e una cosa sono i progetti di satelliti militari su un network della difesa.
Tutto qui.

Questo non implica affatto che dobbiamo smettere di utilizzare aerei, computers, centrali o quan'altro. Per favore non mettetemi in bocca cose che non penso.
Continuo a notare (purtroppo) la tendenza a voler 'schiererare' le idee. Dal mio punto di vista non è così. Ci sono i fatti incontestabili (i dati), che non discuto MAI. Poi ci sono le valutazioni del dato, che possono essere condivise o meno. E poi ci sono le valutazioni sul da farsi, su cui si possono RAGIONAVOLMENTE avere opinioni diverse.
E' vero che io non sono omologo al pensiero dominante nel forum, vedo molte ombre nella tecnologia nucleare, però ci vedo anche enormi potenzialità.

Se mi posso permettere un'osservazione, il fatto di continuare a pensare in pro e contro non giova a nessuno. Ad oggi i 'contro' sarebbero molti di più dei 'pro', finendo col buttare tutto nel secchio.
Continuo a pensare che parlare delle cose cercando di non farsi prendere dal pregiudizio e dalla tifoseria sia la cosa più proficua.

Se devo essere onesto, è l'energy ratio del nucleare, così paurosamente alto, che secondo me dovrebbere spingere tutti a non cedere alla paura. D'altro canto ritengo che il dire 'va già bene così com'è' sia un errore. Come sempre può esistere un punto d'incontro tra posizioni non concordanti, e di solito e quello che scontenta un pò tutti.

Ciao
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 25-03-2011 11:29

Cyber-change/ 2
Chi ha inquinato il programma nucleare dell'Iran col virus "Stuxnet"?

di Jonathan V. Last21 Dicembre 2010
http://www.loccidentale.it/articolo/chi+...F.00100171

"Stuxnet" è stato disegnato per propagarsi su internet in generale, ma può muoversi anche attraverso reti locali che usano programmi di gestione delle azioni in attesa delle stampanti, i c.d. “print scoolers”. In ogni gruppo di computer con una stampante in comune, quando un computer si infetta, Stuxnet striscia velocemente attraverso il print scooler della stampante per contaminare tutti gli altri. Una volta raggiunto un computer con un accesso alla rete, esso comincia a comunicare con i centri di comando e controllo dei server in Danimarca e in Malesia (chiunque abbia gestito l'operazione in questione ha messo questi server fuori rete, ovvero offline, appena Stuxnet è stato scoperto). Mentre i server erano in funzione, Stuxnet ha rilasciato informazioni che aveva raccolto a proposito dei sistemi che aveva invaso, immettendole nei server e richiedendo delle versioni aggiornate di sé stesso.
Varie versioni di Stuxnet sono state isolate, e ciò significa che i programmatori sono stati in grado ridefinire in tempo reale il worm, ben oltre il momento del suo rilascio. Infine si parli degli effetti del worm. Una volta dentro una macchina con sistema operativo Windows, Stuxnet cerca i programmi WinCC e PCS 7 SCADA. Se la macchina non possiede nessuno dei due, allora Stuxnet si dà il semplice obiettivo di propagarsi. Quando invece Stuxnet riesce a trovare uno dei due programmi, allora il worm inizia la riprogrammazione del software di controllo logico programmabile (programmable logic control, PLC), apportando modifiche in un pezzo di codice chiamato Blocco Operazionale 35 (Operational Block 35). Per mesi nessuno è riuscito a comprendere cosa Stuxnet intendesse fare con questo blocco una volta impossessatosene. Da tre settimane la ragione è divenuta chiara.
L'ingegnere di cybersicurezza Ralph Langner la mette cosi: Stuxnet è un'arma con due testate. La prima 'testata' è stata indirizzata al programma di controllo Siemens S7-417 della centrale nucleare di Bushehr. La seconda ha puntato al programma di controllo Siemens S7-315 della centrifuga di Natanz, dove l'uranio è processato e arricchito. A Bushehr il worm Stuxnet ha probabilmente tentato di degradare la turbina a vapore dell'impianto, con risultati che ci sono sconosciuti. Quanto all'attacco a Natanz, sembra aver dato risultati brillanti. Ancora una volta, la progettazione di Stuxnet ha dimostrato un'eleganza inaspettata. Assumendo il controllo della centrifuga di Natanz, il worm ha scatenato un singolo e catastrofico incidente.
Stuxnet ha di fatto assunto il controllo dei convertitori di frequenza della centrifuga durante le operazioni di routine giornaliera, dando il là a piccole esplosioni accelerative delle attività della macchina, seguite da repentine decelerazioni. Questi cambi di velocità hanno sottoposto a stress le componenti della centrifuga. Le componenti si sono deteriorate velocemente, sino a rompere misteriosamente le centrifughe. Inoltre ciò ha permesso che l'uranio sottoposto ad arricchimento si corrompesse. Nel frattempo mentre i danni si estendevano, Stuxnet ha continuato ad inviare agli iraniani normali feedback, dicendo loro che dal punto di vista del computer, il sistema stava operando come un orologio svizzero. Questo lenta degradazione è andata avanti per un anno, portando gli iraniani all'esasperazione per ciò che sembrava sabotaggio e che sapeva di sabotaggio, benché i loro computer non mancassero di rassicurarli sul fatto che tutto stesse filando liscio.
Per farla breve: Stuxnet ha mandato al macero un anno di sforzi di arricchimento a Natanz, fatto danni nelle componenti della centrifuga e nei luoghi di stoccaggio dell'uranio, seminato il caos nel programma nucleare iraniano e forzato con buona probabilità l'Iran a spendere un anno ancora nella disinfestazione di propri sistemi prima che possano operare con i picchi di operatività pre-infezione. Considerato tutto, un'operazione di successo.
Chi merita credito per Stuxnet? Tre possibilità: la prima un singolo attore statuale; seconda possibilità: un consorzio di Stati; e terza possibilità: un gruppo privato. Ognuna di queste possibilità è a prima vista plausibile. Ma l'exploit è certamente stato molto più complicato di quanto non appaia a prima vista. La pianificazione e l'implementazione di Stuxnet è certamente passata per il superamento di tre livelli di complicazione.
Il primo livello sta nella sofisticazione del worm stesso. Microsoft ha stimato che la codificazione di Stuxnet ha avuto bisogno di qualcosa di simile ad un monte ore vicino alle 10.000 giornate di lavoro umano. Con una squadra composta da una gruppo di programmatori oscillante tra le 30 e le 50 unità, la sua progettazione avrà avuto bisogno di almeno un anno o due di sforzo creativo. Tra il monte ore, i test del “giorno zero” e il design innovativo del worm, Stuxnet ha certamente richiesto non solo tempo, ma anche enorme sofisticazione tecnica e significativa dotazione finanziaria.Il secondo livello riguarda la competenza da parte dei creatori di Stuxnet delle misteriose maestranze dello spionaggio. I certificati di verifica digitale devono essere stati rubati a Taiwan, e le USB infette devono essere state seminate dentro, o intorno, alla comunità di persone che lavorano nel programma nucleare iraniano, e ciò reso possibile con le tecniche di spionaggio moderno espresse ai più alti livelli.
Il terzo e ultimo livello di complicazione sta nell'ampio livello di competenza richiesto in termini di ingegneristica nucleare. Non è sufficiente infatti progettare un worm da infiltrare in una centrale nucleare. I creatori di Stuxnet dovevano avere delle competenze in almeno tre ambiti.  In primis essi dovevano sapere quali parti attaccare. Secondo: essi dovevano conoscere i dettagli della progettazione dei sistemi. E terzo: essi dovevano sapere come manipolare i sistemi al fine di raggiungere gli effetti desiderati.
Non v'è dubbio che raccogliere questi tre livelli di competenza deve essere stata impresa molto ardua. Il mondo è pieno di zelanti appassionati di computer; ma non ci sono tante persone che comprendano esattamente come centrifughe e reattori nucleari funzionino, oltre ad avere una minuta comprensione delle complessità dei sistemi di controllo quali il Siemens S7-315 o il S7-417. Appare improbabile che una parte privata – un gruppo di reprobi hacker o civili interessati – possano aver raccolto le competenze richieste in queste tre aree di conoscenza.
Allora chi è stato: gli israeliani, gli Stati Uniti, la Germania o la Russia? Una qualche combinazione dei suddetti? Non lo sapremo mai. Dato lo scopo dell'operazione, è già abbastanza incredibile che si possa capire quel che già abbiamo colto sul conto di Stuxnet. Molti dei precedenti atti di cyber-guerra hanno avuto luogo nell'ombra. Stuxnet è la prima seria cyber-arma vista in azione da civili. E questa è proprio la ragione per cui abbiamo assistito, negli scorsi mesi, alla nascita di un gruppo d'investigazione open-source, composto da esperti in differenti discipline da ogni parte del mondo. Gli entusiasti di tecnologia continueranno a spingere e a testare Stuxnet, nel tentativo di capire come abbia funzionato, e soprattutto per comprendere come certi sistemi possano essere protetti da simili attacchi. E questo ci porta in estrema analisi ad affermare che fondamentalmente la cyber-guerra non è diversa dalla guerra tradizionale. Le innovazioni possono essere copiate, e esiste sempre la possibilità che i nemici possano usarle a proprio vantaggio. (Seconda puntata. Fine)
Tratto da The Weekly Standard
Traduzione di Edoardo Ferrazzani


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 25-03-2011 12:22

Quando ho aperto questa discussione speravo fosse possibile affrontare argomenti tecnico specialistici, ma vedo che è molto difficile entrare nello specifico.
La discussione relativa ai sistemi informatici, più o meno sicuri, può essere interessante e deve far pensare, ma dalla mia esperienza personale posso affermare che i sistemi SW "di funzionamento" delle reti di telecomunicazione non sono  attaccabili dai cosi detti virus, worm e company.
Per condurre un attacco, escludendo un complice, e prendere il controllo del sistema è necessario che questo sia interfacciato alla rete esterna con SW di tipo commerciale, a questo punto l'attaccante (umano) dopo essersi scavato un tunnel deve essere in grado di agire sul sistema, conoscendolo a fondo.
Per non entrare nei particolari, posso dire che i comandi Uomo/Macchina di un complesso HW/SW tipo centrale telefonoca sono qualche centinaio, tutti specifici e devono essere impartiti conoscendo perfettamente la configurazione/tipologia/architettura dell'impianto stesso e dell'insieme della rete, pena l'impossibilità di agire e tanto meno provocare danni o fermi.
E' possibile altresi creare un insiema di disservizi a tutto quello che sta intorno, sistemi commerciali e gestionali, praticamente all'interno delle intranet LAN/WAN che si basano su SO commerciali stile Microsoft in primis.
Per deontologia professionale non posso divulgare il metodo di attacco e relative malfunzioni subite "a opera di NIMDA" da una delle più grandi reti LAN/WAN nazionali, ma posso affermare che la cosa era mirata a server e PC Microsoft, provocando notevole "fastidio" numerosi restart della intranet ma nessun disservizio agli apparati di sistema.
Il SW dedicato ai vari apparati,vi assicuro molto eterogenei, non ha accusato nessuna defaiance e di conseguenza nessun disservizio.
Il disagio diciamo era solo a livello di ufficio non di sala macchine.
Ma se usiamo come piattaforma un SO commerciale (Microsoft) e sopra ci mettiamo un gestionale per controlli e attuatori, poi colleghiamo il tutto a una LAN con accessi verso WAN, tutto diventa possibile, tipo inchiodare i PC in un momento delicato del processo. In queste condizioni gli operatori (umani) potrebbero essere sviati e aver bisogno di parecchio tempo prima di passare ai comandi "manuali"


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 25-03-2011 12:34

Ho parlato cosi' tanto di NIMDA negli anni, ma era un po' che non mi capitava di ricordarmelo! Grazie Walter per il flashback! Smile

Sono d'accordissimo con lei, c'e' una gran differenza tra un attacco stupido, che mira ad un Denial of Service o DoS, rispetto ad un hacker che impianta un qualche worm o rootkit e, durante un periodo di tempo anche lungo, continua ad operare inosservato all'interno di una infrastruttura a lui sconosciuta, capendo sempre di piu' l'ambito in cui si trova e potenzialmente crescendo la sua capacita' di andare a fare danni in maniera molto precisa.  Altroche' Denial of Service!

Rimango dell'idea che reti con livelli di sicurezza diverse possano anche essere fisicamente, e non solo logicamente, separate.  Le VLAN possono essere un sistema accettabile a livello commerciale, permettendo di segmentare traffico in LAN virtuali differenti, ma magari in un ambito di comando e controllo di una centrale nucleare o comunque di un impianto con processi industriali di una certa criticita', potrebbero essere gia' un compromesso non accettabile.

Cordiali saluti,
Luca Bertagnolio


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 25-03-2011 12:36

Cher ha Scritto:

Cyber-change/ 2
Chi ha inquinato il programma nucleare dell'Iran col virus "Stuxnet"?


L'affaire Stuxnet è certamente emblematico, e credo che debba far riflettere sui "sistemi chiavi in mano".
Oltre alle possibili ritorsioni, va considerata anche la manutenzione in caso di "scadenza del contratto"
In riferimento a quest'ultima "scadenza del contratto" relativamente al mio lavoro purtroppo ne so parecchio.
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 25-03-2011 12:40

Concordo pienamente su tutto con LUCABERTA


RE:     Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 25-03-2011 12:45

Sarek ha Scritto:

Questo non implica affatto che dobbiamo smettere di utilizzare aerei, computers, centrali o quan'altro. Per favore non mettetemi in bocca cose che non penso.

il mio era un commento "tongue in cheek" Sarek, ecco il perche' della faccina. Ho letto suoi messaggi in cui si schierava nettamente contro il nucleare, e ho di conseguenza fatto una nota spiritosa.  Ma vedo che comunque lei ha preso la cosa dal lato giusto!  Smile

Riporta:
E' vero che io non sono omologo al pensiero dominante nel forum, vedo molte ombre nella tecnologia nucleare, però ci vedo anche enormi potenzialità.


e lei e' gia' molto piu' avanti di tanti altri che non si fermano nemmeno a discutere con chi la pensa in modo diverso, e questo le fa grande onore.

Riporta:
Continuo a pensare che parlare delle cose cercando di non farsi prendere dal pregiudizio e dalla tifoseria sia la cosa più proficua.


personalmente credo che qui lei sfonda una porta aperta con questa affermazione. Le menti chiuse sono prevalentemente nel campo degli antinuclearisti, da quanto e' dato di vedere.

Riporta:
Se devo essere onesto, è l'energy ratio del nucleare, così paurosamente alto, che secondo me dovrebbere spingere tutti a non cedere alla paura.


eh gia', e' proprio cosi'. Tantissima energia in un "form factor" molto compatto, perdipiu'. Produzione di energia a basso costo e ad impatto ambientale basso, considerando anche che la cubatura di una centrale nucleare e' molto ma molto ma molto minore rispetto a quella di impianti eolici o solari, che hanno comunque rendimenti nemmeno lontanamente paragonabili a quelli del nucleare.

Riporta:
D'altro canto ritengo che il dire 'va già bene così com'è' sia un errore. Come sempre può esistere un punto d'incontro tra posizioni non concordanti, e di solito e quello che scontenta un pò tutti.


i tecnologi sanno che tutto puo' essere sempre migliorato. Ma la scienza non ha posizioni concordanti o non concordanti, in realta', ed il volere piegare le leggi della natura all'ideologia e' francamente stupido e fa solo perdere tempo ed energie alle persone a cui interessa che ci sia un futuro per questo genere di civilita'.

Un cordiale saluto,
Luca Bertagnolio

RE:      Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 25-03-2011 14:29

lucaberta ha Scritto:

Ma la scienza non ha posizioni concordanti o non concordanti.

Eccome se ne ha. Fino a qualche anno c'era chi pensava che l'universo si sarebbe contratto e chi pensava che si sarebbe espando all'infinito. La scienza ha anche preso per buone leggi che tali non erano nel corso della storia. Ricordo che la meccanica newtoniana, che sembrava spiegare correttamente la fisica conosciuta, è stata sorpassata dal relativismo quando ci si è accorti che determinati fenomeni non erano spiegabili solo con quelle leggi. In un universo che oggi teorizza 26 dimensioni (se non ricordo male) non mi stupirei se tra qualche anno saltasse fuori che qualcosa che davamo per scontato così scontato non era.

In ogni caso, stò uscendo dal tema. Concordo che dal punto di vista informatico un sistema isolato ha molte meno problematiche, ma il virus suddetto ha dimostrato che nessun sistema può essere ritenuto immune a priori, è solo una questione di risorse utilizzate (impressionanti, in questo caso) per raggiungere l'obbiettivo.

Ripeto che per quanto riguarda il nucleare la mia più grande perplessità non è di natura tecnica.
La mia impressione è che si tenda a sottovalutare quanto l'economia reale e la politica influenzino tutto quanto.
Ho letto in questo stesso forum di quanto gli RBMK vengano considerati instabili (coefficente di vuoto positivo, sistemi sicurezza schifosi), nonostante questo, e nonstante uno sia esploso, i rettori gemelli di quello esploso sono stati lasciati in funzione fino al 2000, altri 14 anni (lo ho letto sempre qui).
Non mi sembra che la gestione reale abbia finora dimostrato la propensione alla sicurezza che servirebbe per avere una diffusione su grande scala di questo tipo di energia.
RE:       Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 25-03-2011 20:08

Sarek ha Scritto:

Ho letto in questo stesso forum di quanto gli RBMK vengano considerati instabili (coefficente di vuoto positivo, sistemi sicurezza schifosi), nonostante questo, e nonstante uno sia esploso, i rettori gemelli di quello esploso sono stati lasciati in funzione fino al 2000, altri 14 anni (lo ho letto sempre qui).


Per l'esattezza il reattore 3 di Pripyat ha concluso "ufficialmente" la sua carriera nel 2003, mentre altri RBMK in Lituania e Russia sono stati spenti da poco forse, ma non ne sono sicuro. In ogni modo hanno svolto il loro compito senza "problemi".
Un'auto da corsa ha bisogno di un pilota, nelle mani di un qualsiasi automobilista della domenica serebbe un pericolo, se si vuole andare sulla stazione orbitale bisogna andare in Kazakstan e partire con una vecchia Sojuz-Progress e quindi??? Cavallo che vince non si cambia ......
Proporrei di non allontanarci dal tema della discussione, purtroppo le considerazioni filosofiche personali benche importantissime non ci possono portare da nessuna parte.
Constato che gli argomenti tecnici restano al palo e fino ad ora non siamo riusciti a scoprire quali SW sono utilizzati nelle moderne centrali di III genereazione e future.
Il mistero si infittisce ??
RE:      Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 26-03-2011 01:06

lucaberta ha Scritto:

Ho letto suoi messaggi in cui si schierava nettamente contro il nucleare.

E ridai. Sono schierato apertamente solo contro la mancanza di riflessione. Sono contario a un B. quando dice 'si va avanti lo stesso' e allo stesso modo sono contrario a una Merkel quando dice 'prima si esce dal nucleare e meglio è'. Chiaro ?

Sfido a rileggere i mei messaggi e a trovare da qualche parte una parola dove dico che il nucleare va abbandonato.

Certo che esprimo una serie di dubbi. Presente cosa stà succedendo a Tokio? Sembra normale?
Certo trovo difficile condividere che l'RBMK sia un cavallo vincente. Che ha vinto? Il premio per il casino nucleare non bellico più grosso della storia? Quanti RBMK dovevano fare il botto prima che fosse considerato un progetto pericoloso ?
Se questa è la sicurezza del nucleare (ma anche di qualunque altra cosa) allora non lo voglio. Come non volerei mai su un aereo sapendo che lo stesso modello è esploso in aria perchè il pilota ha spinto una manetta che non doveva spingere. Come si fà a progettare un aggeggio che consente all'operatore durante il ciclo operativo di lasciare solo 7 barre quando il minimo doveva essere 30 barre.
Non solo lo consente, ma se provi a reinfilarle fa il botto perchè la grafite modera meno dell'acqua. Proprio un progetto coi fiocchi.
E poi si lasciano in funzione. Bell'idea si sicurezza.

Se invece si comincia a ragionare su basi diverse allora il discorso cambia.
Che le pompe attive siano comunque rischiose non ci vuole un genio a capirlo. Se no perchè all'AP1000 gli avrebbero messo una piscina a ciambella sulla testa? Logico anche quello che ha detto Cher. Che succede a una massa con un'inerzia così grande se capita un terremoto con una potente accelerazione laterale ? Ma ai problemi le soluzioni si possono trovare, basta porseli.
Però bisogna correggere o buttare via, se non si può correggere, quello che è si è manifestato come un progetto bacato. Almeno dai tecnici, dai futuri o attuali ingegneri questo me lo aspetterei.

Cosa speravo di trovare che NON stò trovando? Domande.
Dubbi tecnici su cosa sia andato storto e stia tuttora andando storto a Fukushima (a meno che non si pensi che va tutto nel migliore dei modi, al che mi domando se viviamo in due modi diversi).
Domande e poi risposte, o possibili risposte o anche nessuna risposta.
Ma dubbi e domande mi sarei aspettato di vederle.

Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
Affermazioni del tipo 'le menti chiuse sono prevalentemente nel campo degli antinuclearisti' sono pregiudiziali ed escludono implicitamente la possibilità che chi la pensa diversamente possa avere ragione.
Le menti chiuse sono ovunque, come quelle aperte.
Qui qualcuno mi ha giustamente ricordato che anche Einstain ha sbagliato qualche volta. E' vero.

RE:       Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 26-03-2011 01:39

Sarek ha Scritto:
Chiaro ?

si', ma non se la prenda.  Io metto le faccine per sdrammatizzare e lei mi fa un cazziatone?  Devo proprio mettermi in ginocchio sui ceci?  Smile

Riporta:
Certo che esprimo una serie di dubbi. Presente cosa stà succedendo a Tokio? Sembra normale?


no che non e' normale, come non e' normale tutta la ricostruzione che il Giappone sta rapidamente iniziando.  I danni creati da un terremoto 9 Richter e dal susseguente tsunami sono ben visibili, ahinoi.

Eppure nessuno parla del dramma del terremoto e dello tsunami, tranne se ci sono notizie inusuali che si possono "vendere" (tipo la storia della strada riparata), mentre tutti sono iperfocalizzati sulla questione dell'incidente di Fukushima Dai-ichi che, seppur molto serio, non ha fatto morti.

Riporta:
Certo trovo difficile condividere che l'RBMK sia un cavallo vincente. Che ha vinto?


lei mette totalmente fuori contesto il messaggio dal contenuto prettamente tecnico scritto da qualcuno che ne sa qualcosa sul tema RBMK, dato che si parlava del rendimento termodinamico.  Non credo che nessuno qui abbia gioito per il disastro di Chernobyl.

Riporta:
Cosa speravo di trovare che NON stò trovando? Domande.
Dubbi tecnici su cosa sia andato storto e stia tuttora andando storto a Fukushima (a meno che non si pensi che va tutto nel migliore dei modi, al che mi domando se viviamo in due modi diversi).
Domande e poi risposte, o possibili risposte o anche nessuna risposta.
Ma dubbi e domande mi sarei aspettato di vederle.


non mi pare che qui non ci sia spazio per le domande, anzi, questo e' certamente il luogo piu' calmo e pacato dove questo genere di discussioni sono ben accette. Magari pero' non in questo thread... Smile

Riporta:
Affermazioni del tipo 'le menti chiuse sono prevalentemente nel campo degli antinuclearisti' sono pregiudiziali ed escludono implicitamente la possibilità che chi la pensa diversamente possa avere ragione.
Le menti chiuse sono ovunque, come quelle aperte.


mi permettera' di farle notare che la quasi totalita' di coloro che scrivono tutto in maiuscole e che sbraitano accusando a destra e a manca di certo non sono favorevoli al nucleare.  Ed e' a questo genere di persone a cui facevo riferimento. Io non penso di avere ragione, l'unica cosa di cui sono certo e' che so davvero poco di nucleare, ma continuo a vedere che c'e' gente che ne sa meno di me che sbraita e mette all'indice me ed altri che cercano, pacatamente, di far capire il proprio punto di vista.

E' molto comodo fare proclami all'ombra di una bandiera ideologica, purtroppo. E se qualcuno chiede loro spiegazioni, si immagini le risposte.

Io qui conosco solamente la scienza e la tecnologia.  E di loro mi fido.  Non mi fido della politica, che pero' e' un male necessario.

Perdonatemi per l'OT clamoroso...

Buon fine settimana,
Luca Bertagnolio

RE:        Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 26-03-2011 04:51

lucaberta ha Scritto:

si', ma non se la prenda. Io metto le faccine per sdrammatizzare e lei mi fa un cazziatone?

Scusami, hai ragione, mi sono accalorato, ma è qualche giorno che prendo schiaffoni (metaforicamente parlando) perchè si applica la filosofia del 'o con me o contro di me', quando invece speravo di parlare di dati e tecnologie.

Penso sia indubbio che la questione sicurezza sia 'il nodo' del nucleare, ma anche su questo non si può discutere senza i dati.

A oggi non riesco a sapere su quanti anni/reattore di storia operativa possiamo fare statistica, quale sia l'energy ratio media, quale sia l'età media dei reattori attualmente in attività, quale sia la media incidenti per anno/reattore, in che percentuale le scorie prodotte siano state correttamente stoccate, quanto è costato finora il kw/hr nucleare e se in questo costo sia stato calcolato il costo degli incidenti finora accaduti e del decommissioning da effettuare, quante centrali siano state effettivamente 'decommissioned' tra quelle spente sino ad oggi e quante siano ancora piantate lì.

Senza i dati alla fine tutte le opinioni, compresa la mia, sono prive di sostanza.

E ora che sono finito definitivamente OT, chiedo scusa a tutti.

RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 26-03-2011 12:53

Sarek ha Scritto:



Come non volerei mai su un aereo sapendo che lo stesso modello è esploso in aria perchè..........



Niente panico ma è correto informare che solo gli aerei militari( non ricordo i modelli) hanno la compesazione volumetrica nel svutamento dei serbatoi  con gas inerte ( azoto?) per neutralizzare la formazione di miscele potenzialmente esplosive.
Per le aereomobili civili costerebbe troppo...........SadSadSad
Gradirei un commento di chi è esperto, solo per saperne di più.
Grazie
---------------------------------------

Per info dati nucleari posto un allegato che raccoglie tutta una serie di informazioni aggiornate.
RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 26-03-2011 13:32

Cher ha Scritto:
Niente panico ma è correto informare che solo gli aerei militari( non ricordo i modelli) hanno la compesazione volumetrica nel svutamento dei serbatoi  con gas inerte ( azoto?) per neutralizzare la formazione di miscele potenzialmente esplosive.
Per le aereomobili civili costerebbe troppo...........SadSadSad

il tema si e' iniziato a discutere dopo il caso dell'incidente del B747-100 della TWA 800 presso Long Island, NY, USA:

http://en.wikipedia.org/wiki/TWA_800

La causa piu' probabile dell'incidente e' stata identificata con una esplosione dovuta ad un corto circuito in una delle pompe nel serbatoio centrale dell'aereo.

Nel campo dell'aviazione commerciale e' prassi comune fare analisi molto approfondite, che possono impiegare anche anni.  Tali risultati hanno certamente confermato che l'uso di azoto avrebbe potuto evitare questo particolare incidente, ma come dici giustamente i costi avrebbero impattato negativamente i benefici, e tale applicazione tecnologica ricade solamente sui velivoli ad alte prestazioni per uso militare.

http://en.wikipedia.org/wiki/Inerting_system

Ad ogni modo, FAA dice:

Riporta:
The FAA has stated that there have been four fuel tank explosions in the previous 16 years—two on the ground, and two in the air—and that based on this statistic and on the FAA's estimate that one such explosion would happen every 60 million hours of flight time, about 9 such explosions will probably occur in the next 50 years. The inerting systems will probably prevent 8 of those 9 probable explosions, the FAA said. Before the inerting system rule was proposed, Boeing stated that it would install its own inerting system on airliners it manufactures beginning in 2005. Airbus had argued that its planes' electrical wiring made the inerting system an unnecessary expense.



ma comunque sia, ad oggi, non esiste ancora un regolamento che obblighi i produttori di velivoli ad implementare tali sistemi.

Un saluto,
Luca Bertagnolio
pilota commerciale

RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 26-03-2011 13:44

Si grazie, il mio voleva solo essere una indicazione ( x Sarek) che troppo spesso ci allarma su cose che non si conoscono e si ignorano cose che se le conosci ti fanno accaponare la pelle.

Naturalmente il calcolo statistico gioca un ruolo fondamentale.....il famoso tzunami con onde da 14 metri bisogna andare indietro di 1040 anni fà in Giappone.
Ps non è una scusante!


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 26-03-2011 13:51

Cher ha Scritto:

Per info dati nucleari posto un allegato che raccoglie tutta una serie di informazioni aggiornate.

Certo che con questi sponsor è facile fare il gioco dell'antinuclearista.
Non "sarei" un esperto in aerei militari e quindi non so esattamente tutti i modelli che utilizzano un sistema pittosto che un altro, so per certo che si utlizzano sistemi di compensazione sugli aerei cisterna o adibiti a tale scopo come KA-6D della Grumman e in alcuni aerei da combattimento F14-15-16-18-22, SU25-27, MIG29.
Preferirei discutere di forze sottomarine, però l'argomento è off-linits sia per le reali caretteristiche tecniche del soggetto che off-topic per il forum.
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 26-03-2011 14:47

http://nuclearstreet.com/

qui avevo trovato del materiale interessante sia software e controllo, quando lo trovo lo posto.
Potete cercare anche Voi Smile


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - magnox - 26-03-2011 16:47

Argomento molto interessante.
Ho girato la domanda del post ad un amico di EDF (che pero' si occupa di altro, anche se ha fatto training presso un simulatore).
Non mi ha dato una risposta (tecnicamente) estesa. Ha tagliato corto, facendomi notare che, parole testuali, "una centrale nucleare non e' un aereo" ne' un comune PLC... e che "anche su un aereo il software non ha il totale controllo dei sistemi" (esiste sempre il controllo manuale).
La questione "uso del software" non intacca gli aspetti della sicurezza, per es. in caso di sisma, gli accelerometri (non interfacciati in nessun modo con il software esterno e all'hw riprogrammabile) inviano automaticamente, come e' successo a tutte le centrali giapponesi, fukushima compresa, il segnale (elettrico) di scram [senza considerare lo scram passivo, in caso di anomalie elettriche].
Inoltre ricordo a tutti che la sala controllo e' piena di manopole e bottoni (specie nelle vecchie centrali), con cui si possono fare le principali operazioni, e che tali sistemi sono ridondanti.
La mail continuava dicendo che se la MCR saltasse in aria, il reattore si spegnerebbe e i sistemi di raffreddamento inizierebbero a lavorare. Il resto non conta. L'isola nucleare andrebbe in sicurezza.

I sistemi di emergenza non sono riprogrammabili e il software non interferisce in alcun modo; non possono essere "sabotati" neanche manualmente dagli operatori.

Penso che non si possa paragonare una centrale nucleare ad un "oggetto che vola", perche' l'oggetto che vola e' per sua natura instabile e per sua natura "tende a rompersi" (a cadere al suolo). Richiede un controllo ben piu' sofisticato e flessibile. Inoltre se una aereo va in stallo e' fottuto (in ogni caso). Il controllo e' ben diverso.
Una centrale nucleare deve fare poche cose: produrre energia e garantire di farlo in modo sicuro (e possibilmente efficiente).
Poi tutto il resto puo' essere reso complicato quanto si vuole (si puo' prevedere un sistema che analizza e fa previsioni sul burnup, ci saranno processi per l'acquisizione dei dati e la loro elaborazione, altri sistemi che inviano i dati, altri che visualizzano cosa sta succedendo, altri che permettano di inviare/ricevere richieste varie dall'esterno, altri che permettono, per assurdo, di andare a cazzeggiare su facebook), ma la parte critica e' semplificata e resa autonoma in caso di avaria.

Il prof. di impianti nucleari una volta disse "l'informatica non e' affidabile".

Ho letto l'articolo di "The Weekly Standard". Ho cercato qualche fonte non giornalistica. Non ho trovato niente, e per come funziona il mio "software", sono portato ad essere abbastanza perplesso sulla veridicita' di quella notizia.
Una centrifuga di un impianto di arricchimento non e' una comune centrifuga industriale e il processo di arricchimento non ha eguali; una volta messa in marcia non ha senso variare la velocita'... sono in cascata, a migliaia, modificare la velocita' di una di esse sarebbe stupido (perche' prevedere allora quella possibilita'?).
La mia e' pero' una critica perfettamente sindacabile (non so come sono controllate le centrifughe).
Avrei preferito leggere quella notizia da qualche altra parte... sapete, i giornalisti come sono... ma certo, non per questo l'accaduto e' falso...
Cmq, un impianto di arricchimento e' ben diverso da una centrale nucleare (e molto piu' simile ad un impianto chimico).

Fino a che non avremo documentazione specifica, penso si possano fare tutte le ipotesi che uno vuole.
Per quello che ho studiato all'uni, mi verrebbe da dire che, ammesso che sia possibile l'hacking, l'eventuale software presente, se compromesso potrebbe provocare al max lo scram. Cosa non da poco, perche' lo spegnimento del reattore provocherebbe un danno economico sensibile; e, per chi non lo sapesse, un reattore non e' una caldaia che puo' essere riaccesa subito dopo lo spegnimento... per colpa di Xe e Sm, ci possono volere decine di ore prima di ripartire.


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 26-03-2011 17:23

Nessuna equiparazione di una centrale ad un aereo!
Era intenzione di Serek di fare una similitudine, la mia ripresa era che la similitudine ( giusta ) racchiudeva un aspetto tecnico sconosciuto ai più.

Confermato da LB e la valutazione finale era che "la tecnologia c'è" il mitico rapporto costo/sicurezza e finchè la statistica pende dalla parte "niente coastrofe" niente incremento.

Fukuschima : il costo per dei ricombinatori catalitici dell'idrogeno + l'innoservanza delle regole di manutenzione hanno generato un risparmio significativo alla compagnia ?
Vuole essere una domanda.


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 26-03-2011 21:12

magnox ha Scritto:

I sistemi di emergenza non sono riprogrammabili e il software non interferisce in alcun modo; non possono essere "sabotati" neanche manualmente dagli operatori.
.....................................................................................
Il prof. di impianti nucleari una volta disse "l'informatica non e' affidabile".


Perfettamente d'accordo che una centrale nucleare non è un aereo, e sinceramente non capirei il paragone.

Per quanto riguarda i sistemi di emergeza, io non sarei tanto sicuro finche non vedo come sono realizzati, il fatto che non possano essere riprogrammati mi lascia qualche dubbio in quanto un aggiornamento degli eventuali firmware deve essere sempre necessario, esattamente per quello che dice il Prof.
Comprendo perfettamente la reticenza del tecnico di EDF, sopratutto se si occupa di altro.

Un piccolo esempio relativo a un problema che ho dovuto affrontare con un Gruppo elettrogeno di emergenza 1200KW, l'impianto era appena stato consegnato e aveva superato il collaudo, ma alla prima reale necessità (emergenza) si era spento dopo pochi minuti di funzionamento, il comando di spegnimento era venuto dalle logiche di controllo erogazione (frequenza errata/sovravelocità).
Le ditte costruttrici e installatrici ad una successiva verifica ribadivano che l'apparato superava tutti i test, non accettando da contratto le ulteriori modalità di test e conseguenti modifiche da me suggerite.
La soluzione stava nell'adeguamento dei filtri  atti a bloccare le armoniche di ritorno generate da un apparato utilizzatore, che entrando in funzione creava questo disturbo per pochi secondi confondendo le circuiterie di controllo. L'anomalia è stata successivamente rimossa tramite una banale riprogrammazione e l'insermento di poche decine di euro di componeti elettronici, molta pazienza e diplomazia.
La situazione creatasi non può certamente essere paragonata all'operatività e complessità di una centrale, ma considerando la moltitudine di apparati e le numerose situazioni che si possono manifestare credo sia molto interessante sapere come vengono affrontati i vari problemi impiantistici/realizzativi
Per questa discussione è necessario trovare un addetto ai lavori con la necessaria competenza e liberta di azione.
RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 26-03-2011 22:10

Cher ha Scritto:

Fukuschima : il costo per dei ricombinatori catalitici dell'idrogeno + l'innoservanza delle regole di manutenzione

Qui leggo qualche cosa di nuovo per me.
Potresti spiegare meglio i ricombinatori ecc..
grazie
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - ranxerox - 26-03-2011 22:27

Vorrei qualche notizia in più sul virus o malware Stuxnet che ha colpito le centrifughe nucleari iraniane. Devo dire che la cosa mi ha impaurito, pensando ad un possibile attacco ai sistemi informatici di una qualsiasi centrale nucleare.
Grazie


RE:   Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 26-03-2011 23:49

walter59 ha Scritto:
Perfettamente d'accordo che una centrale nucleare non è un aereo, e sinceramente non capirei il paragone.

ci provo io a fare capire il senso del parallelo, Walter.

Per molti versi, i piloti in un cockpit si trovano ad operare in un ambiente ostile, particolarmente durante una situazione di emergenza.  Essi, in maniera simile a quanto succede in una centrale nucleare, non hanno accesso diretto alla zona dove si e' sviluppato un problema (es. un'esplosione di un motore con danneggiamento ad altri sistemi limitrofi, vedi inconveniente grave dell'Airbus A380 di Qantas a Singapore lo scorso Novembre) e debbono forzatamente basarsi, nel troubleshooting della situazione, su strumenti controllati da sensori che possono a loro volta essere stati coinvolti da un danno, e quindi rappresentare informazioni errate, o peggio contrastanti con informazioni che provengono da altri sensori.

Non a caso l'addestramento dei piloti verte al 95% sulle operazioni degradate in caso di emergenze, e le sessioni ai simulatori sono un massacro continuo, rispetto alla pacchia di un semplice volo con dietro i passeggeri... Smile

Tavolta poi, e la letteratura in materia e' piena di esempi, i piloti si trovano in situazioni tali per cui le checklist previste dal costruttore del mezzo e della compagnia non sono in grado di dare una corretta risposta, perche' talvolta accadono delle cose che semplicemente non sono ancora mai accadute!  Non dimentichiamoci che l'uomo vola "solamente" da poco piu' di 100 anni, ed ancora la tecnologia, seppur gia' molto regolamentata e sofisticata, ci da' ogni tanto dei dispiaceri e dei grossi disastri da capire, interpretare, e tramutare in occasione di nuova crescita della sicurezza.

Un caso e' quello del DC10 volo United 232 del 19 Luglio 1989:
http://en.wikipedia.org/wiki/United_232

Un altro caso molto interessante e' quello dell'Airbus 330 volo Air Transat 236, atterrato senza alcun tipo di propulsione a Lajes, Azzorre, a causa di un'errata interpretazione dei segnali contrastanti che arrivavano in cockpit dopo la rottura di un condotto del carburante, ed e' andata molto bene:
http://en.wikipedia.org/wiki/Air_Transat_Flight_236

Molto interessante pure l'incidente, finito benissimo, dell'Airbus 300 DHL che, decollato da Baghdad e' stato colpito da un missile terra-aria poco dopo il decollo, riuscendo pero' a tornare all'atterraggio malgrado fosse diventato quasi impossibile il controllo dell'aereo con i normali comandi di volo:
http://en.wikipedia.org/wiki/2003_Baghda...n_incident

Un caso ahinoi ancora irrisolto invece e' quello dell'Airbus 330 volo Air France 447:
http://en.wikipedia.org/wiki/Air_France_447

Scusate per la digressione, ma piu' imparo di nucleare e piu' mi accorgo dei paralleli con il mondo dell'aviazione commerciale, che conosco abbastanza bene in quanto ho studiato per diventare pilota commerciale, anche se poi la vita mi ha portato in un'altra direzione professionale.

Gli aspetti di alta tecnologia e la lucidita' che serve nella gestione delle emergenze, poi, nei due campi, mi hanno davvero affascinato in queste drammatiche ultime settimane.

Cordiali saluti,
Luca Bertagnolio

RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 26-03-2011 23:57

magnox ha Scritto:
Il prof. di impianti nucleari una volta disse "l'informatica non e' affidabile".

e' proprio quello che si e' sentito dire per anni e anni nel mondo dell'aviazione commerciale.  Tranne poi capire che, se le cose sono fatte come si deve e con le giuste precauzioni, anche il ricorso alle tecniche legate all'uso del digitale e dei microprocessori e del loro software, non sono poi sempre da buttare, e portano a dei grandissimi vantaggi in termini di efficienza e sicurezza.

Uno dei lampanti esempi di come la tecnologia digitale possa cambiare radicalmente approccio a molte cose e' il GPS.

La tecnologia continua a fare balzi in avanti, poi, e bisogna rassegnarsi al fatto che talvolta certi passi portano a dover modificare abitudini, usi e consuetudini che si sono consolidati negli anni.

Io ho vissuto molto da vicino la rivoluzione delle reti digitale a pacchetto, rivoluzione che e' stata la base sulla quale Internet e' diventata la rete che conosciamo.  Se fosse stato per le telecom nazionali, saremmo ancora qui a lavorare con reti a commutazione di circuito al giorno d'oggi...

--Luca
RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 26-03-2011 23:59

ranxerox ha Scritto:

Vorrei qualche notizia in più sul virus o malware Stuxnet che ha colpito le centrifughe nucleari iraniane. Devo dire che la cosa mi ha impaurito, pensando ad un possibile attacco ai sistemi informatici di una qualsiasi centrale nucleare.

io sono partito da qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Stuxnet

e sto ancora leggendo...

--Luca
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - magnox - 27-03-2011 01:03

(sto facendo sempre piu' spesso il polemico... e' una cosa che mi infastidisce, spero di non creare fastidio ad altri)

Rispondo a Walter e a Luca:

walter59 ha Scritto:

Per quanto riguarda i sistemi di emergeza, io non sarei tanto sicuro finche non vedo come sono realizzati, il fatto che non possano essere riprogrammati mi lascia qualche dubbio in quanto un aggiornamento degli eventuali firmware deve essere sempre necessario, esattamente per quello che dice il Prof.

il problema e' che tu paragoni la controllistica di un impianto convenzionale ad una centrale nucleare (anzi all'isola nucleare), che usa sistemi di affidabilita' paragonabile a quelli della ISS.
Quando ho citato il sistema che aziona lo scram ho semplicemente detto che il dispositivo e' reso semplice: gli accelerometri misurano un valore, inviano un segnale elettrico al controllore che lo confronta con un valore di riferimento. Se il valore misurato e' maggiore, il controllore avvia lo scram.
Sicuramente conosci meglio di me l'elettronica, quindi saprai che per confrontare un valore di input (una tensione variabile) e un valore di riferimento (un tensione fissa) basta un semplice comparatore analogico (quindi niente da programmare).
Il prof si riferiva a sistemi di controllo a risposta indipendente da un discriminatore attivo di tipo digitale (o peggio governato da un pc).

Sulla questione "riprogrammabilita' " penso che, per quel che riguarda i sistemi di emergenza, non sia un fatto necessario. Dopo validazione, collaudo e test (fatti anche periodicamente per verificare la risposta) non e' necessario l'intervento a livello di logica. Anzi.
Sai meglio di me che durante una riprogrammazione puo' verificarsi un problema. Inoltre bisogna assumere che la riprogrammazione sia migliorativa (chi dice che la modifica del controllore non contenga altri errori?).
Prendila cosi: il gruppo elettrogeno di cui parli, e' andato fuori servizio alla prima richiesta di potenza... un evento simile non e' accettabile in un impianto critico (lo so, qualcuno fara' qualche batutaccia).

Cmq, si', finche' non c'e' qualche schema e' inutile discutere.
Cmq, credo che difficilmente venga reso pubblico il modo con cui viene realizzato (a livello circuitale) un sistema di controllo per questo tipo di applicazione.

Cher ha Scritto:

Era intenzione di Serek di fare una similitudine

Il mio cervello evidentemente non e' all'altezza.
Mi dite perche' l'aereo dovrebbe essere una similitudine??
Non ci trovo nulla di paragonabile... ma proprio nulla...

Le situazioni di emergenza di un aereo sono totalmente diverse da quelle di un sistema nucleare.
Te la do' io una situazione di emergenza paragonabile:
saltano, di notte, tutti, dico tutti, i sitemi elettrici... come lo controlli l'aereo??
Oppure, cadono entrambi i motori (so che per i grossi aerei di linea e' previsto il distacco fisico di un motore... molti miei amici sono aerospaziali e a mensa me ne raccontavano...)

Un aereo deve volare, per far questo deve controllare istantaneamente che la portanza sia sufficiente a tenerlo su. Per far questo gli alettoni e i piani di coda (mi pare si chiamano) vengono controllati in funzione dei parametri atmosferici, del peso dell'aereo e della spinta del motore. Se il software del pilota automatico si imputtana, si spera che il pilota "umano" in qualche modo riprenda il controllo. Se cio' non avviene, il sistema e' fottuto (precipita).
L'aereo e' intrinsecamente instabile (perche' la fisica dice che non puo' volare).
I sistemi sono complicati e attivi. E non esiste nessun semplice sistema per modificare il profilo alare.
Ci vuole per forza un sistema attivo di comando, in ogni caso, anche se deve compensare altri sistemi in avaria.
Le situazioni di emergenza, come lo stesso controllo, sono diversi.
Devono si' essere affidabili in entrambi i casi, ma in caso di avaria le cose sono diverse.

Per far funzionare una caldaia posso agire in modo semplice: potrei usare una termocoppia (senza software/firmware/protocolli) che apre e chiude una valvola.
In caso di incidente posso "usare la fisica" per raffreddarla (es, uso la differenza di densita' fra acqua fredda e calda per far circolare o richiamare acqua).

Un impianto a terra e' controllabile con strategie ben diverse dall'aereo, avendo un oggetto del controllo ben diverso. L'aereo tende a suibire molte situazioni di instabilita' rapida (decollo, virata, atterraggio).

Nota macabra: se cade un aereo, il danno e' minimo. La morte di 300 persone e' accettabile (infatti se succede, la gente continua a volare).
Se si rompe una centrale nucleare, anche se perde un po' di acqua attivata, succede un gran casino.
Il fatto della "non affidabilita' " dell'informatica e' riferita alla eccessiva (e forse inutile) complessita' degli algoritmi richiesti per fare operazioni che richiedono "semplici" operazioni.

Riporta:

"il mitico rapporto costo/sicurezza e finchè la statistica pende dalla parte "niente coastrofe" niente incremento."


Per lo stesso motivo per cui non si mettono i corpi speciali a sorvegliare la cassa di un fiorista.
E per lo stesso motivo per cui gli aerei non sono perfettamente schermati dalla radiazione cosmica (quando andiamo in aereo aumenta la dose...): la schermatura aumenterebbe il peso e aumenterebbe costi di progettazione/esercizio.

L'episodio di Fukushima va analizzato considerando l'impianto (che aveva i diesel..., che usava il Mark1, ecc) e l'evento che ha causato l'incidente (un terremoto del 8.9° grado con annesso tsunami con un'onda di non mi ricordo quanti metri).
Su fukushima, per piacere, non riduciamo tutto al "incoscienza" dei tecnici o di chi non ha previsto quello che e' successo; analizziamo le cose per quello che sono (e aspettiamo di avere dati un po' meglio esplicitati oltre che dettagliati).

Dei ricombinatori catalitici non so che dirti... non sono mica istantanei nella riconversione di H2 e O2, andrebbe vista la sequenza degli eventi quale e' stata, quali sono stati i volumi di gas e le sezioni interessate. Il grosso del problema e' stato non esser riusciti a raffreddare e di aver raggiunto, in alcune parti del core, i 1200°C; le esplosioni hanno poi complicato le cose.
Gli ESFs in generale migliorano la risposta agli incidenti, ma vanno analizzati gli eventi.
I piani di manutenzione di quell'impianto io non li conosco (non so i giornalisti...). Non so cosa e', o cosa non e', stato fatto.
Teniamo presente che l'impianto (di un certo tipo) ha subito un evento straordinario.
Per evitare quello che e' successo, penso che l'unica cosa che avrebbe avuto effetto sarebbe stato lo spegnimento, nei mesi prima, delle unita' ancora attive.
RE:    Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Sarek - 27-03-2011 01:26

Neanche io intendevo equiparare direttamente una centrale ad un aereo, ma il parallelo sulle metodologie mi sembrava praticabile.

Se non vado errato, così come un aereo senza il corretto funzionamento di tutto un insieme di teconolgie non potrebbe volare, un reattore ha ugualmente bisogno che tutta una serie di tecnologie funzionino correttamente per poter operare. Insomma entrambe le cose sono 'tecnologicamente' stabili, non 'naturalmente' stabili.

Sul fatto che i reattori abbiano margini più ampi nei modi e tempi di intervento non concordo. Dipende dalla situazione a dalla sorte. A Cernobyl sono passati solo 7 secondi tra l'attivazione dello SCRAM e l'irrecuperabile perdita di controllo del sistema.

Quindi, a mio avviso, alcuni approcci potrebbero essere mutuabili, considerando anche che l'aviazione civile è arrivata ad essere il mezzo di trasporto statisticamente più sicuro.

Per quanto riguarda l'informatica io non sarei così categorico da definirla inaffidabile. E' indubbio che le probabilità di un difetto aumentino con l'aumentare della complessità, ed esite, in informatica, un acronimo per ricordare la cosa.
KISS = Keep It Simple Stupid
Effettivamente mettere un computer a fare il lavoro di un banale accelerometro inerziale non offrirebbe alcun vantaggio aumentando invece le probabilità di problemi.

Però è anche vero che sistemi complessi riescono a produrre risultati non raggiungibili in altro modo, il che potrebbe avere tutta un'altra serie di vantaggi. Per continuare il parallelo avionico veivoli con ali a freccia negativa o motori a spinta vettoriale probabilmente non sarebbero utilizzabili senza l'informatica di controllo.


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 27-03-2011 02:50

magnox ha Scritto:

Prendila cosi: il gruppo elettrogeno di cui parli, e' andato fuori servizio alla prima richiesta di potenza... un evento simile non e' accettabile in un impianto critico (lo so, qualcuno fara' qualche batutaccia).

Per questioni di riservatezza non posso dire quale era la funzione del gruppo elettrogeno in questione e tanto meno quali ditte che hanno effettuato i lavori, ma la missione del GE era altro che critica e il mancato funzionamento ha provocato seri danni "collaterali".
Il mio esempio voleva focalizzare i problemi che si possono creare in condizioni anomale che purtroppo sfuggono in fase di progetto.
Mi risulta difficile credere che in un impianto nucleare tutto sia previsto e sono portato a credere che a volte per cause "stupide" si corrano rischi seri, naturalmente l'intervento umano può minimizzare i danni o meglio risolvere la situazione, ma si tratta sempre di rischio latente.
Spero che con questa discussione si possa inquadrere realmente e non solo in modo "teorico" come è realizzata l'infrastruttura tecnologica  di un vero impianto in servizio, e le eventuali modifiche apportatabili agli impianti futuri.
RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 27-03-2011 19:27

Qui per farsi un'idea sulla sicurezza di reattore:
http://www.ingegnerianucleare.net/Temati...D_note.htm

--------------

http://www.ingegnerianucleare.net/Temati...aD_epr.htm

Per i ricombinatori di idrogeno:
Inoltre i dispositivi ricombinatori (che ‘bruciano’ l’idrogeno gradualmente) ne mantengono la concentrazione sempre al di sotto del 10 %, scongiurando in questo modo ogni pericolo di detonazione (tale gas è esplosivo in un range di concentrazioni[3] comprese fra il 15 ed il 59 %);


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 27-03-2011 23:57

Cher ha Scritto:

Inoltre i dispositivi ricombinatori (che ‘bruciano’ l’idrogeno gradualmente) ne mantengono la concentrazione sempre al di sotto del 10 %, scongiurando in questo modo ogni pericolo di detonazione (tale gas è esplosivo in un range di concentrazioni[3] comprese fra il 15 ed il 59 %);

Questo vorrebbe dire che questi ricombinatori non erano presenti o danneggiati?
Oppure si sono verificati eventi tali da renderne iutile il funzionamento (eccessiva produzione di idrogeno) ?
Ho letto da qualche parte che la produzione di grandi quantità di drogeno sarebbe dovuta a una reazione con il materiale costituente il rivestimento delle barre del combustibile.
E' cosi ? e in tal caso come avviene la reazione ?
Grazie per i link e le informazioni.

RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - AleD - 28-03-2011 00:42

magnox ha Scritto:

L'episodio di Fukushima va analizzato considerando l'impianto (che aveva i diesel..., che usava il Mark1, ecc) e l'evento che ha causato l'incidente (un terremoto del 8.9° grado con annesso tsunami con un'onda di non mi ricordo quanti metri).
Su fukushima, per piacere, non riduciamo tutto al "incoscienza" dei tecnici o di chi non ha previsto quello che e' successo; analizziamo le cose per quello che sono (e aspettiamo di avere dati un po' meglio esplicitati oltre che dettagliati).

Secondo WNA e i dati forniti da TEPCO, a fronte di mura "frangi tsunami" da 5,7m, quel che è arrivato era alto 14m.
Ora, io dico, a Messina per il terremoto ad inizio 1900, ci sono state onde da 13m.
Dire che li in giappone abbiano sfidato la fortuna per me non è tanto esagerato, anzi!
Anche perché dubito che triplicare l'altezza di quelle mura potesse avere un impatto così pesante sui costi dell'impianto.
Hanno rischiato, gli è andata male, TEPCO ha consapevolmente in buona misura affossato la credibilità attorno alla tecnologia nucleare, così come è scemata la credibilità sulll'importanza effettiva attorno alle agenzie di sicurezza nazionali, per non parlare della IAEA che per le parole del suo stesso direttore ha ammesso che non ha nessun potere vincolante per garantire la sicurezza degli impianti per gli stati membro, visto che la IAEA non può fare da poliziotto nucleare (sue parole).

RE:   Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 28-03-2011 11:45

AleD ha Scritto:


Secondo WNA e i dati forniti da TEPCO, a fronte di mura "frangi tsunami" da 5,7m, quel che è arrivato era alto 14m.
Ora, io dico, a Messina per il terremoto ad inizio 1900, ci sono state onde da 13m.
Dire che li in Giappone abbiano sfidato la fortuna per me non è tanto esagerato, anzi!
Anche perché dubito che triplicare l'altezza di quelle mura potesse avere un impatto così pesante sui costi dell'impianto.
Hanno rischiato, gli è andata male, TEPCO ha consapevolmente in buona misura affossato la credibilità attorno alla tecnologia nucleare, così come è scemata la credibilità sull'importanza effettiva attorno alle agenzie di sicurezza nazionali, per non parlare della IAEA che per le parole del suo stesso direttore ha ammesso che non ha nessun potere vincolante per garantire la sicurezza degli impianti per gli stati membro, visto che la IAEA non può fare da poliziotto nucleare (sue parole).


Pienamente d'accordo, non solo, aggiungo che non è giustificabile il fatto che queste agenzie blocchino con la loro lungaggine tutto ciò che è innovativo e al contempo lascino tutto ciò che è obsoleto indisturbato con la propria pericolosità intrinseca.
Non è accettabile in un settore dove può mancare tutto ciò che volete ma di sicuro non mancano i soldi per attuare tutto ciò che è tecnologicamente fattibile.

x Walter
Solo quando verrà redatta la perizia si potrà ( forse) dare risposta alle tue domande.
RE:    Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 28-03-2011 15:58

Cher ha Scritto:

Solo quando verrà redatta la perizia si potrà ( forse) dare risposta alle tue domande.

Questa era la risposta che immaginavo, ma escludendo il problema di Fukushima l'idrogeno come viene generato, o meglio quali sono le cause di una produzione eccessiva di idrogeno ?
La produzione di idrogeno avviene solo nei reattori moderati ad acqua o avviene anche con altri tipi di moderatore ?

RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 29-03-2011 17:00

Ho appena letto di questo video su TED che ha come tema Stuxnet:

Riporta:
When first discovered in 2010, the Stuxnet computer worm posed a baffling puzzle. Beyond its unusually high level of sophistication loomed a more troubling mystery: its purpose. Ralph Langner and team helped crack the code that revealed this digital warhead's final target -- and its covert


http://www.ted.com/talks/ralph_langner_c...eapon.html

In genere i video di TED sono molto ben fatti, appena ho una ventina di minuti liberi lo guardo volentieri.

Ciao, Luca
RE:     Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - magnox - 29-03-2011 17:15

walter59 ha Scritto:


Questa era la risposta che immaginavo, ma escludendo il problema di Fukushima l'idrogeno come viene generato, o meglio quali sono le cause di una produzione eccessiva di idrogeno ?
La produzione di idrogeno avviene solo nei reattori moderati ad acqua o avviene anche con altri tipi di moderatore ?



l'idrogeno si forma per via della temuta reazione Zr-acqua a 2200°F (circa 1200°C).
Chiaramente, quel valore viene raggiunto quando la camicia si surriscalda.
E' anche quello il motivo primario per cui si deve raffreddare il core: il problema non e' tanto il core che si fonde (che pure non e' una bella cosa) quanto piu' la formazione dell'idrogeno gassoso.
2200°F e' una temperatura ben conosciuta (per questo motivo) dagli ing. nucleari.
Nella progettazione dell'elemento combustibile vengono imposti molti limiti termoidraulici, uno dei quali e' quella temperatura.


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - lucaberta - 30-03-2011 10:17

Altre informazioni su Stuxnet da un blog molto popolare in Silicon Valley, in un post che cita anche il video su TED da me linkato qui ieri:

http://blogs.siliconvalley.com/gmsv/2011...-iran.html

Un altro post relativo a Stuxnet sullo stesso blog, scritto quando si scopri' il worm, e' questo:

http://blogs.siliconvalley.com/gmsv/2010...erwar.html

Ciao, Luca


RE: Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 30-03-2011 13:40

http://www.ted.com/talks/lang/ita/bill_gates.html


RE:  Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - walter59 - 31-03-2011 12:37

Cher ha Scritto:


Speriamo non usi una nuova versione di VISTA per il SW del "suo" reattore, magari non sarà pericoloso ma chissà quanti restart Big Grin
RE:   Software e sistemi di controllo delle centrali nucleari - Cher - 03-04-2011 19:34

walter59 ha Scritto:


Qui leggo qualche cosa di nuovo per me.
Potresti spiegare meglio i ricombinatori ecc..
grazie


http://en.wikipedia.org/wiki/Fukushima_I..._accidents

Quasi certamente l'idrogeno si è formato all'interno del contenitore del reattore [ 24 ] a causa di livelli di caduta in acqua, l'idrogeno e questo poi si sono riversate in edificio di contenimento. [ 24 ] Esposto zircaloy cladded barre di combustibile è diventato molto caldo e ha reagito con vapore, ossidazione della lega, e liberando idrogeno . [ 163 ]
I dispositivi di sicurezza normalmente bruciare l'idrogeno generato quando viene scaricato prima di concentrazioni esplosive sono raggiunti, ma questi sistemi non riuscito, probabilmente a causa del carenza di energia elettrica.