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Il problema delle scorie - Versione stampabile

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Il problema delle scorie - Jack - 17-09-2010 16:33

Premetto che non sono contro il nucleare, semplicemente sono convinto che si dovrebbe trovare una vera soluzione al problema delle scorie prima di pensare a nuove centrali.

la mia domanda è proiprio questa, possibile che in tutto questo tempo non sia stata ancora trovata una soluzione?
non so a voi, ma a me l'idea di interrare rifiuti che rimarranno attivi per centinaia di migliaia di anni non attira più di quel tanto... si può essere completamente sicuri che per tutto questo tempo non ci sarà nessuno smottamento e quindi nessun movimento di materiale pericoloso? io sono convinto di no... gli imprevisti in queste cose ci sono sempre.

è un peccato che ancora non siamo riusciti a chiudere il ciclo del combustibile, perchè il nucleare secondo me è qualcosa di grandioso, un simbolo di progresso scientifico.
cosa che sicuramente non si può dire per le fonti fossili...


RE: Il problema delle scorie - Cher - 17-09-2010 19:15

Le scorie non sono un problema!Wink
Il problema è la convinzione che sono un problema!
Cmq mi piacerebbe conoscere da dove deriva questa tua convinzione, affinché si possa tracciare una migliore linea di comunicazione, tra il problema reale e l'immagine di questo problema.

Ti riporto una sintesi del NON problema scorie, di facile lettura e sintetica nel suo concetto. Naturalmente in questo forum l'argomento è trattato, meglio sviscerato, in più occasioni da parte di autorevoli esperti.
Tratto da FUSION (2005) "Nucléaire - Les 50 prochaines années"

Le scorie? Il punto forte dell'industria nucleare
di Emmanuel Grenier, redattore di Fusion

Da qualche anno la questione del destino delle scorie delle centrali nucleari sembra essere diventata la questione condizionante il futuro del settore. Alcuni corrono freneticamente tra la gente, gridando "le scorie, le scorie, pericolo!"; altri assumono un atteggiamento ispirato, alzano gli occhi al cielo e sospirano: "sì, il nucleare è un bene, ma che ne è dei rifiuti?". La maggioranza di questa gente è radicalmente ignorante e si lascia trasportare dalla corrente dell'opinione più in voga. Alcuni sono palesemente in cattiva fede, presi dalla loro passione antinucleare. Altri ancora, competenti ma interessati, si compiacciono di sottolineare l'importanza e la difficoltà del problema, sperando di ottenere un finanziamento adeguato ai loro studi. Pochissimi hanno invece il coraggio di dire che si tratta di un problema già risolvibile dal punto di vista tecnico, e che la sola vera questione degna di nota è il grado di accettazione nei centri di deposito sotterraneo da parte della società.
Che fare dei rifiuti, dunque? A questa domanda, leggiamo che cosa risponde la rete "Sortir du Nucléaire" (uscire dal nucleare): "Le scorie nucleari sono per [loro] natura INGESTIBILI. Non esiste alcuna soluzione affidabile e accettabile per proteggersi dal pericolo che esse rappresentano. I metodi esistenti non sono che soluzioni di ripiego, peggiorative. La misura che s'impone sulla scala delle priorità è l'arresto della loro produzione." Ecco riassunte con poche parole le principali menzogne degli antinucleari, con il fanatismo che li caratterizza e che ha già fatto un morto, in Francia, l'anno scorso. Convinto di agire per il bene dell'umanità, Sébastien Briat il 7 novembre 2004 si legò ai binari del treno, per manifestare la sua opposizione al passaggio di un convoglio carico di rifiuti del processo di ritrattamento del combustibile nucleare, diretto in Germania. In seguito ad uno sfortunato concorso di circostanze, fu avvertito troppo tardi e non poté liberarsi per tempo, morendo travolto all'età di ventidue anni. Anziché affrontare le loro responsabilità nell'accaduto, gli organizzatori della protesta hanno, in maniera piuttosto ignobile, tentato di strumentalizzarne la morte. L'Est Républicain riprese in un titolo la dichiarazione di un militante antinucleare arrestato nel corso di operazioni parallele: "E' il nucleare che l'ha ucciso". Lo stesso giorno del decesso del giovane, i Verdi si dichiararono "profondamente sconvolti", reclamando l'organizzazione di un "vero dibattito democratico" sulla filiera nucleare e "interpellarono la COGEMA affinché cessasse immediatamente il trasporto delle scorie nucleari". Ricordiamo che i Verdi militano sin dalla loro nascita per la depenalizzazione del cannabis, un potente cancerogeno che colpisce anche il sistema riproduttivo. La loro responsabilità è dunque tale per due motivi: la diffusione del loro fanatismo ha condotto un giovane di ventidue anni ad esporsi ad un rischio insensato; la loro propaganda tendente a legittimare il consumo di cannabis ha condotto il gruppo dei giovani intorno a Sébastien a farne uso prima di entrare in azione, cosa che li ha privati della necessaria lucidità.
Ma ritorniamo ai nostri rifiuti "per natura ingestibili". E' una menzogna! Per lunghissimo tempo, la natura stessa ha saputo trattare dei rifiuti nucleari, quelli generati nelle centrali nucleari naturali di Oklo, nel Gabon. Sì, si tratta di una fatto poco noto: sono esistite sul nostro pianeta, ben prima della nascita dell'uomo, delle centrali nucleari naturali! Intorno a due miliardi di anni fa, ad Oklo ben sedici reattori naturali hanno funzionato per circa cento milioni di anni, producendo circa quattro tonnellate di plutonio e dieci tonnellate di prodotti di fissione radioattivi. Lo studio della dispersione di questi prodotti di fissione in quel sito naturale, ne mostra la forte limitazione, in assenza di qualunque misura di precauzione. Da questo studio, si ricavano dei dati fondamentali per descrivere le dispersioni che potrebbero aver luogo in un deposito creato dall'uomo. Il rischio di dispersioni impreviste è quasi nullo, se il sito è scelto oculatamente. In altre parole, se la natura ha saputo gestire le scorie ad altra radioattività da lei prodotte, perché l'uomo non potrebbe fare altrettanto? Con la scienza e la tecnologia, egli ha già superato la natura, in numerosi campi (alloggio, nutrimento, speranza di vita, trasporti, ecc.). Negli ultimi cento anni abbiamo costruito il calcolatore elettronico, la "rivoluzione verde", il viaggio spaziale e mille altre cose capaci di rivoluzionare la nostra esistenza. Possiamo immaginare seriamente che un tale processo creativo debba cessare brutalmente? Ciò potrebbe accadere se gli ecologisti giungessero a conquistare il potere e ad imporre una dittatura interdicente il progresso!
Francis Sorin, della Società Francese dell'Energia Nucleare, spiega che si sa benissimo che cosa fare dei rifiuti nucleari: "si tritano, si trattano, si condizionano, si trasportano, si pongono in fusti, si depositano seguendo le procedure e i metodi codificati precisamente, messi in opera sotto il controllo delle autorità pubbliche. Dai prodotti di fissione meno contaminati fino a quelli più virulenti, tutti i tipi di rifiuto nucleare hanno un percorso e un punto d'arrivo definiti. Le scorie a vita breve, che costituiscono il 90% del totale, sono depositati in superficie in due centri gestiti dall'ANDRA, creati nella Manche e nell'Aube. Le scorie a vita lunga sono trattati e depositati nei siti di produzione, nelle centrali nucleari o nelle industrie di ritrattamento dei combustibili di la Hague e di Marcoule, in strutture superficiali gestite con criteri speciali, oppure in pozzi coperti da colate di cemento. Questo modo di gestione funziona in Francia da un quarto di secolo senza che alcun rifiuto, isolato dalla biosfera con dei contenitori impermeabili, abbia mai causato dei problemi significativi alla salute degli individui o all'ambiente."

Per quanto riguarda il "pericolo che esse rappresentano", è interessante un paragone: a livello mondiale, l'elettricità è prodotta per una quota superiore al 50% da centrali a carbone. Secondo l'organizzazione "Sauvons le climat" (salviamo il clima), "una centrale che produce 1000 MW elettrici consuma ogni anno circa quattro milioni di tonnellate di carbone. Essa produce circa trecentomila tonnellate di ceneri che contengono quattrocento tonnellate di metalli pesanti tossici, delle quali cinque tonnellate sono di uranio e tredici di torio. Notiamo che questi radioelementi non sono gestiti [..] al pari di quelli prodotti durante il ciclo [di una centrale] nucleare. La centrale a carbone, inoltre, emette ogni anno dieci milioni di tonnellate di gas carbonici (CO, CO2) nell'atmosfera." Siamo ancora in attesa di una mobilitazione ecologista contro le scorie delle centrali a carbone.
Ugualmente interessante è il paragone tra il volume dei rifiuti nucleari e quello degli altri rifiuti industriali tossici. Nel 1998, nell'Unione Europea, il volume delle scorie nucleari ad alta radioattività (HAVL) era di 150 m3 (cioè un cubo di 5,3 m di lato) e il volume comprendente anche le scorie nucleari a bassa attività era di 80000 m3 (cioè un cubo di meno di 45 m di lato); il volume dei rifiuti industriali tossici era invece di dieci milioni di meri cubi (cioè un cubo di 215 m di lato) e quello di tutti i rifiuti industriali era pari a un miliardo di metri cubi (cioè un cubo di 1 km di lato).

La gestione dei rifiuti industriali tossici e quella dei rifiuti nucleari, a corto o a lungo termine, sono difficilmente comparabili; tuttavia, possiamo riscontrare gravi casi di intossicazione da piombo o da mercurio, anche nei Paesi sviluppati, mentre negli stessi Paesi non sono mai stati riscontrati casi di esposizione ai raggi che abbiano portato a conseguenze significative per la popolazione, durante la gestione dei combustibili usati o dei rifiuti del ritrattamento.

Quale industria può vantare una gestione dei rifiuti paragonabile per bontà a quella dell'energia nucleare? I rifiuti tossici derivati dalla produzione del computer che sto usando per scrivere questo articolo e quelli derivanti dalla stampa di quest'ultimo, o quelli dell'industria meccanica e chimica, e di qualunque altro settore industriale, restano tali in eterno. Essi sono posti nelle discariche di classe 1, ma nessuno può presentare garanzie in merito al loro destino nei prossimi 300 anni, data nella quale presenteranno ancora la stessa pericolosità, se non di più a causa del deterioramento dei fusti che ora li contengono.

All'opposto, più i rifiuti nucleari permangono nel tempo, e meno sono pericolosi.

Contrariamente ai rifiuti chimici come l'arsenico, il piombo, il cadmio, la cui durata di vita è indefinita (infinita), i rifiuti nucleari hanno il buon gusto di ridurre la loro attività nel tempo (cioè, dal punto di vista della ragione che li rende pericolosi, spariscono nel tempo), anche se per alcuni di questi occorre il passaggio di lunghissimi periodi di tempo. Si deve fare un'altra osservazione, generalmente passata sotto silenzio: più è lungo il tempo di decadimento e meno pericoloso è il rifiuto! Per esempio lo iodio 129, che ha una vita di quindici milioni di anni, è un 1,5 miliardi di volte meno pericoloso dello iodio 131, responsabile dei cancri alla tiroide nel disastro di Chernobyl, la cui attività si riduce nel corso di qualche settimana (tempo di dimezzamento pari a 8 giorni). La maggioranza dei nostri cittadini sono persuasi, invece, dell'identità dei due isotopi dello iodio!
Per tutto il tempo in cui restano confinati sotto terra, in un sito appropriato (opportunamente scelto con criteri e conoscenze geologiche), i rifiuti nucleari non presentano alcun pericolo per il pubblico. L'unico eventuale pericolo per il futuro può essere rappresentato dalla contaminazione delle acque superficiali da parte della frazione costituita di radioelementi a vita lunga. Tuttavia, affinché una tale contaminazione abbia luogo, è necessario che si presentino le seguenti tre condizioni improbabili:
- i contenitori delle scorie siano danneggiati da una corrosione a mezzo dell'acqua, un processo che conosce tempi tipicamente intorno ai diecimila anni;
- gli elementi radioattivi siano poi progressivamente dissolti nell'acqua (con tempi, anche qui, lunghissimi: centinaia di migliaia di anni), quindi siano così trasportati fuori dalla nicchia geologica che forma il deposito (altre centinaia di migliaia di anni);
- gli elementi radioattivi, infine, passino nella falda freatica superficiale (processo assai più rapido, in confronto).

Alla fine di queste tre tappe consecutive, i radionuclidi più attivi, il cesio 137, lo stronzio 90 e i principali attinidi (plutonio, americio e curio), sarebbero già scomparsi da tempo!

La regola fondamentale di sicurezza imposta dalle autorità coinvolte nell'individuazione di un sito geologico adeguato, raccomanda che l'aumento dell'esposizione delle popolazioni più prossime, in qualunque momento futuro, non ecceda il decimo della radioattività naturale. Per un deposito ben concepito, tutte le simulazione di ritorno dei radionuclidi in seno alla biosfera mostrano che questo limite non sarebbe mai superato, salvo nel caso di intrusioni volontarie, d'altra parte con conseguenze soltanto per coloro che entrassero ne deposito. Coloro che vivono nei pressi dei siti geologici di deposito e la loro lontana discendenza non rischiano in alcun modo, tranne che le conseguenze per la loro discendenza vicina per eventuali incidenti legati al trasporto dei materiali durante la loro gestione.

Rimane ancora da capire perché questa innocuità del deposito geologico sia largamente messa in dubbio dai media e dal pubblico. Il seguente estratto da Ouest-France del giugno 2005 è rappresentativo: "Oggi, l'agenzia [nazionale dei rifiuti radioattivi] non è in grado di affermare se l'argilla costituisca la scelta migliore. Restano numerose incognite da studiare. Questa roccia che si scava con la dinamite potrà conservare tutte le sua qualità dopo i lavori [di adattamento del sito]? Quale sarà il suo comportamento allorché le scorie molto calde vi saranno conservate? Faglie, sismi, geotermia, debolezza dello strato d'argilla, mancanza di esperienza, irreversibilità del deposito, rischi importanti di contaminazione: ecco le tante domande senza risposta che suscitano molto turbamento presso gli oppositori." Al di là degli errori tecnici (non si scava con la dinamite, naturalmente, ma con la massima cura possibile), il termine importante è: "domande senza risposta". Le risposte esistono, ma sono ugualmente nascoste o sussurrate in modo da non essere udite!

Invece che spiegare con coraggio i fatti elementari sopra elencati, il governo ha deciso di concedere altri dieci anni di ricerca supplementare, prima di affermare una soluzione definitiva al "problema" delle scorie radioattive provenienti dalla centrali nucleari!

"I lavori di ricerca condotti da ANDRA dovranno proseguire oltre il 2006. Se i risultati di queste ricerche saranno confermati e nel caso il Parlamento lo desidererà, la decisione di creare un'installazione (di deposito) potrebbe intervenire nel 2015, per inaugurarne lo sfruttamento nel 2025", spiegava François Loos nel giugno 2005.

Dopo circa tre miliardi di euro spesi, assistiamo allo stanziamento di una decina di miliardi di euro supplementari, senza alcuna necessità. Questo prolungherà certamente la vita dei laboratori incaricati delle ricerche, ma non permetterà in alcun modo di risolvere il problema reale, quello dell'accettazione sociale. E' necessaria una vigorosa campagna di educazione, commisurata alla propaganda incessante degli antinucleari. Per questo fine, sarebbe sufficiente una frazione di quei dieci miliardi.

La produzione dei rifiuti è qualcosa di peculiare di ogni attività umana. Voler sopprimerne la produzione risale dunque all'interdizione delle attività umane in generale; questo significa, in altri termini più crudi, interdire l'esistenza stessa dell'uomo. La soluzione che consistesse nella soppressione della produzione di rifiuti radioattivi, chiudendo definitivamente ogni installazione atomica a soddisfazione degli oppositori del nucleare, sarebbe puramente criminale in vista dello stato tecnologico attuale. Questo ci forzerebbe a ricorrere a processi d produzione energetica più primitivi, incapaci di sostenere i bisogni energetici di una popolazione umana intorno di circa 6,5 miliardi di individui; con la miseria, le carestie, l'aumento massiccio della mortalità, noi ritorneremmo allora ai livelli di popolazione compresi tra uno e due miliardi di individui. Questa diminuzione della popolazione umana globale corrisponde al desiderio degli ecologisti alla [Jacques] Cousteau, che si augurava il ritorno ad un massimo di settecento milioni di persone in tutto. Questo ritorno a processi primitivi di produzione energetica (eolico, solare, fermentazione delle biomasse, combustione di carbone e gas), ironicamente non porterebbe affatto all'eliminazione delle scorie, anzi ad un loro aumento.

Ben prima che gli ecologisti se ne facessero cruccio, l'industria nucleare applicò per prima il principio di precauzione, in quanto pioniera in materia di igiene, di sicurezza e di tutela dell'ambiente. La gestione delle scorie che essa ha istituito, anche se può subire delle migliorie, è per molti versi esemplare. Essa serve quale esempio a molti altri settori industriali meno avanzati.
La trasmutazione.

Il plutonio costituisce la parte più pericolosa dei rifiuti di tipo C. Da qualche anno, è recuperato negli impianti come quello di La Hague ed è sottoposto al riciclaggio, poiché va a formare un nuovo combustibile speciale chiamato MOX. Il plutonio, così, si trasmuta all'interno dei reattori [a MOX] in elementi meno radioattivi, mentre fornisce energia ulteriore. Anche per gli altri radioelementi del tipo C è stato pensato un adeguato processo di trasmutazione. Sfortunatamente, il principale strumento di definizione delle procedure, Superphénix, fu smantellato sotto la pressione dei [soliti] ecologisti.


I differenti tipi di rifiuti nucleari.

Tipo A - Rifiuti a bassa o media radioattività e a vita corta.
Questi rappresentano il 90% della totalità dei rifiuti radioattivi. Nella maggioranza dei casi contengono radionuclidi che emettono raggi beta e gamma, poiché si tratta di filtri, [gant] e altro materiale costruttivo proveniente dalle centrali, dai laboratori di ricerca o dagli ospedali. Devono essere compattati e contenuti in fusti di metallo o di cemento, poi depositati nel centro di Soulaines. Il periodo della loro radioattività è inferiore ai 300 anni.

Tipo B - Rifiuti a media radioattività e a vita lunga.
La loro media attività può durare, in alcuni casi, alcune decine di migliaia di anni. Questi rifiuti rappresentano poco più del 9% della totalità dei rifiuti radioattivi. Si tratta di resine di depurazione, concentrati, filtri o gusci metallici che hanno contenuto l’uranio. Devono essere trattati al fine di abbassarne il volume, contenuti in fusti di metallo o di cemento, quindi depositati a La Hague. Una delle opzioni previste per la loro conservazione è l’interramento in profondità.

Tipo C - Rifiuti a forte radioattività e a vita lunga.
Questi rifiuti sono anche chiamati “scorie vetrificate” perché sono colati dentro adeguate matrici di vetro. Pur essendo estremamente attivi, rappresentano circa il 0,5% della totalità dei rifiuti radioattivi. Si tratta, principalmente, delle ceneri della combustione dell’uranio (o dei suoi prodotti di fissione) prodotte dalle reazioni che hanno luogo nel nocciolo del reattore, e che sono recuperate per fare parte di altro combustibile grazie alle operazioni di ritrattamento. Sono previste molte tappe, nella loro gestione: al momento, i prodotti della fissione sono conservati in forma liquida per cinque anni in opportune celle di acciaio inossidabile, mentre perdono parte del loro calore e della loro radioattività.


RE: Il problema delle scorie - Jack - 19-09-2010 18:38

Devo ammettere che questa mia convinzione deriva più che altro dal sentito dire, infatti il nucleare è un'argomento sul quale ho iniziato a informarmi solo di recente. Beh, meglio che sia stato smentito allora Smile

Avrei ancora una domanda sul testo che hai riportato: nell'ultima parte si cita solo il Superphénix come possibilità per il riutilizzo del combustibile fissile esaurito (plutonio in particolare), ma non si fa alcuna menzione dei reattori CANDU.
Anche se non sono autofertilizzanti, possono utilizzare le miscele MOX, quindi quello che non mi è chiaro è: abbiamo già una soluzione alternativa per il più pericoloso dei rifiuti, il plutonio, giusto?
In altre parole, se ipoteticamente tutti i reattori CANDU iniziassero a produrre energia per anni solamente smaltendo le scorie (civili e militari) accumulate, potremmo virtualmente liberarci di tutto il plutonio?


RE: Il problema delle scorie - AleD - 20-09-2010 08:01

Certo che però la Germania con il deposito di Asse ha fatto una figura ben magra.
Ok, sta bene che avendo sottovalutato le analisi ora ci vanno con i piedi di piombo, ma questo purtroppo aggiunge la possibile interpretazione:
- ecco, se han cannato una volta, come essere sicuri che non cannino di nuovo, qui (in germania) e altrove?

Visto che l'interpretazione: siccome han sbagliato, ora non succederà più, viene meno naturale, purtroppo.


RE: Il problema delle scorie - Cher - 20-09-2010 10:55

Come spesso succede, gli "incidenti" o "  disastri" hanno sempre in comune la stessa matrice dinamica:
tre fattori negativi + 1 (una) o più concause.
Un attento studio di questi fattori negativi , uniti allo studio delle concause determinano, spesso, una scoperta inaspettata.
*********
Dato che il deposito di Asse è di fatto una "mano tesa" per gli Eco-talebani e per gli Anti-N per la campagna a loro favore ,un pronto intervento per la verifica reale dello stato di sicurezza............. io non l'ho trovata.
Non vorrei che succedesse come non caso nostrano di Saluggia (Eurex /Avogadro) tante vesti lacerate ( vedi articoli) ma poi controllando le analisi del territorio.......... nisba/nadà/nulla, niente! Nessuna contaminazione di rilievo sul territorio.
Questo è il problema!
Magari,ipotesi, si ad Asse è una magra figura, ma nella realtà, intesa contaminazione del territorio , qual'è la realtà?
Una comunicazione asimmetrica genera/fissa nelle "testine" un loro ancorata presa di posizione.
In fondo che si pretende, ultima iniziativa in ordine di tempo, vedi la nascita del FORUM sul NUCLEARE Italiano, vai sul loro sito, che trovi?
Nulla, niente,nadà,nisba!
Smile



RE: Il problema delle scorie - AleD - 20-09-2010 11:09

Vabbe', però i video dove si vede l'acqua che cola e i fusti buttati li con qualcuno rotto sono ben chiari. Saranno anche a bassa radioattività (in teoria, visto che quelli a media radioattività dubito che siano piazzati dentro quel tipo di bidoni, ma non saprei), ma questo assieme alle notizie per cui già ai tempi c'erano riserve sulla natura geologica di quel deposito non fanno certo bene per difendere la serietà sul nucleare.

Per carità, che poi la trasmissione su rai3 sia stata a senso unico CONTRO il nucleare è lampante, ma di fatto il fianco su certe argomentazioni è un po' scoperto, e vedi te di convincere la gente a fidarsi, soprattutto se è contro a prescindere (che fra l'altro credo siano la minoranza, nel senso che i più sono solo disinformati e con dibattiti seri di certo avrebbero modo di rivalutare seriamente tutta la questione attorno al nucleare, si, ma porca miseria, QUESTI DIBATTITI SERI CHI MINCHIA LI DEVE FARE? MIA NONNA? :-))


RE: Il problema delle scorie - Cher - 20-09-2010 11:27

Smile Se leggi chi il presidente del "FORUM sul NUCLEARE Italiano" scatta spontaneo il classico... MA V****** Wink

La gente vuole sapere, basta essere presa per i fondelli!
Asse è un pericolo o solo una strumentalizzazione?
Questa è la domanda.
Dove sono disponibili le informazioni?


RE: Il problema delle scorie - Cher - 20-09-2010 11:31

Immagino che tu l'abbia già letto:
http://www.assonucleare.it/Documenti%20A...3-2009.pdf
Cmq è meglio riproporlo.


RE: Il problema delle scorie - AleD - 20-09-2010 11:35

Testa non è adatto al ruolo?

Ah, per via del pdf, si è quello relativo alla vecchia puntata, io mi riferivo a quella di ieri sera. Per Asse, insomma, se stanno preparando un altro deposito per spostare le scorie, visto che il lavoro porta via tempo e dindi, mica lo faranno per passare il tempo, no? :-)


RE: Il problema delle scorie - Cher - 20-09-2010 11:41

Tratto dal documento ASSONUCLEARE
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Germania. Non c'è stato bisogno di aspettare nessuna generazione futura. Strade della Bassa Sassonia, zona
delle miniere di Asse, Hannover non è molto lontana. Le vedete quelle A in mezzo ai campi? Vogliono dire
aufpassen: attenzione contaminazione da cesio 137.
- Le grandi A in legno (iniziale di aufpassen, fare attenzione a…) sono state installate nella zona di Asse
dalle organizzazioni antinucleari tedesche e non indicano affatto la presenza di contaminazione da
cesio 137.

E' successo quello che non doveva succedere. Alla fine degli anni '60 sono arrivati i primi fusti di scorie nelle
miniere di sale di Asse. Quel sale sta lì da 150 milioni di anni, hanno pensato i tecnici, e due milioni di anni,
geologicamente parlando, per conservare scorie radioattive non sono niente. Poi, solo qualche decina d'anni
dopo alla miniera di sale è iniziata ad avvicinarsi l'acqua e la sta corrodendo. Oggi i fusti radioattivi sono
126.000 e i tedeschi riescono a mantenere i nervi saldi.
DETLEV ECK - DIRETTORE MINIERA ASSE
E' stato commesso un errore: le scorie nucleari sono state depositate nella falda sud, molto vicine agli strati
contenenti acqua. E' stato l'errore fondamentale: si sono verificate le prime infiltrazioni di acqua salata che
hanno provocato fenditure nei fusti.
- L’intervistato espone una convinzione personale, che non corrisponde alle valutazioni delle istituzioni
tedesche competenti.
- Il deposito di Asse è oggetto da molti anni di campagne di stampa ricorrenti fomentate dalle organizzazioni
antinucleari tedesche.
- Si tratta di una miniera di potassio dismessa nel1964 (ubicata nei pressi di Wolfenbüttel a circa 80
km da Hannover, in Bassa Sassonia) in cui dal 1967 al 1978 furono stoccati a scopo sperimentale dal
Centro di ricerca sulla salute e sull’ambiente (GSF) circa 124.700 fusti contenenti rifiuti a bassa attività
e circa 1.300 fusti contenenti rifiuti a media attività.
- Nella miniera sono state condotte anche attività sperimentali per verificare l’idoneità delle miniere di
salgemma per il deposito geologico di rifiuti ad alta attività (combustibile irraggiato, scorie vetrificate),
ma il deposito non è mai stato utilizzato per questo scopo.
- Nella miniera di Asse si sono rilevate nel periodo 1906-2008 61 infiltrazioni d’acqua, che sono state
sigillate o intercettate. Le infiltrazioni intercettate (complessivamente 11,4 mc/giorno) sono sistematicamente
raccolte dal sistema di drenaggio, controllate ed eventualmente trattate.
- Secondo uno studio pubblicato nel 2008 dal Niedersächsischen Ministeriums für Umwelt und Klimaschutz
(Ministero dell’Ambiente della regione) le suddette infiltrazioni sono “prive di significato
per la sicurezza operativa del deposito”
(http://cdl.niedersachsen.de/blob/images/...25_L20.pdf
).


RE: Il problema delle scorie - AleD - 20-09-2010 12:00

Ops, non me lo ricordavo questo pezzo, pardon.

Comunque se "le suddette infiltrazioni sono “prive di significato
per la sicurezza operativa del deposito”", l'altro deposito lo stanno preparando per altri motivi?
Che gli allarmi sul crollo magari imminente del deposito siano esagerati lo posso capire, ma che ai tempi abbiano cannato credo che non si possa mettere in discussione, l'han presa troppo sotto gamba, gran bella cappella han fatto.
Comunque se il direttore della miniera fa quel tipo di valutazioni personali, cavolo o lo dichiarano incompetente e lo rimuovono, oppure se è competente bollarlo così con superficialità mi pare esagerato.


RE: Il problema delle scorie - Cher - 20-09-2010 13:31

Come troppo spesso succede, ed è una mia impressione, tutti questi fenomeni di "al lupo al lupo" creano un contesto che a sua volta genera il famoso "piatto ricco".
Qui sintetizzato:
.........."Altri ancora, competenti ma interessati, si compiacciono di sottolineare l'importanza e la difficoltà del problema, sperando di ottenere un finanziamento adeguato ai loro studi."............

In questo marasma  di cose vere o verosimili, di problemi veri o verosimili, l' accontentare l'opinione pubblica con il "contentino-tranquilla-coscienze" scalza le priorità e finiscono in secondo o terzo grado di realizzo cose di maggior utilità/sicurezza/tranquillità.


RE:  Il problema delle scorie - Jack - 21-09-2010 15:44

Jack ha Scritto:

[...]
Avrei ancora una domanda sul testo che hai riportato: nell'ultima parte si cita solo il Superphénix come possibilità per il riutilizzo del combustibile fissile esaurito (plutonio in particolare), ma non si fa alcuna menzione dei reattori CANDU.
Anche se non sono autofertilizzanti, possono utilizzare le miscele MOX, quindi quello che non mi è chiaro è: abbiamo già una soluzione alternativa per il più pericoloso dei rifiuti, il plutonio, giusto?
In altre parole, se ipoteticamente tutti i reattori CANDU iniziassero a produrre energia per anni solamente smaltendo le scorie (civili e militari) accumulate, potremmo virtualmente liberarci di tutto il plutonio?

nessuno ne sa qualcosa?
RE: Il problema delle scorie - Dwalin - 21-09-2010 20:17

non avevo visto la domanda

già i normali reattori ad acqua leggera però sono sfruttabili per il consumo del MOX, e già da decenni (già trino fece qualche ciclo con MOX)

i candu hanno di positivo che hanno un alto fattore di riproduzione, se non ricordo male 0.9, cioè ogni 100 atomi di combustibile usato ne creano 90 di nuovi (gli autofertilizzanti ne producono sui 120 mentre l'epr dovrebbe essere sugli 80 ed i reattori precedenti sui 60)

consumare tutto il plutonio però non è un bene, è come buttare tutti i semi.....poi non hai più frutti un domani.....
però tenerne poco è un netto vantaggio, come ad esempio hanno deciso gli USA
http://www.nuclearnews.it/news-342/anche...le-scorie/
questo consente di avere scorie meno radiotossiche, meno voluminose e meno persistenti nell'ambiente (quindi meno costi e meno requisiti del deposito)


RE: Il problema delle scorie - Jack - 21-09-2010 21:59

«Se si riciclassero le 60.000 tonnellate di scorie degli Stati Uniti, si produrrebbe l'equivalente di 8 anni di rifornimento di combustibile per tutti i 104 reattori americani».

Era proprio quello che volevo sapere Smile
Caspita... otto anni di energia a costo zero!

Perchè dici che consumare il plutonio non è un bene? Alla fine se per qualche motivo se ne avesse bisogno basterebbe fissare di nuovo del normable combustibile nucleare.


RE: Il problema delle scorie - Dwalin - 22-09-2010 09:49

tutto.......serve sempre un pò di plutonio per diminuire i costi energetici per l'arricchimento, se lo consumi tutto......

nell'FBR di beloyarsk usano plutonio, non arricchiscono uranio al 20%


RE: Il problema delle scorie - Cher - 17-12-2010 12:22

Questo è il vero problema delle scorie:
http://it.euronews.net/2010/12/16/blocca...-nucleari/


RE:  Il problema delle scorie - Erinews - 06-01-2011 00:49

Resta il fatto che abbiamo la miope presunzione di saper prevenire a tempo indeterminato attacchi terroristici e bellici mirati ai depositi di scorie.


Crediamo inoltre che per migliaia di anni, i nostri discendenti avranno la possibilità di difendere l'integrità dei siti di stoccaggio.


Inoltre dimentichiamo forse che l'uranio impoverito, prodotto secondario ricavabile dalle scorie delle centrali nucleari, è già stato ampliamente utilizzato come arma in guerra durante il conflitto Yugoslavo, in Afghanistan ed in Iraq. Altissime percentuali di persone afflitte da Tumori e leucemie sono registrate in queste aree geografiche. Potrebbe essere solo l'inizio.

Vi invito ad informarvi.


RE: Il problema delle scorie - Cher - 06-01-2011 13:13

Solo retorica con elevata e se non totale e indiscutibile mancanza di informazione scientifica, tipica degli Ortorenergetici.
Toungue


RE:  Il problema delle scorie - Erinews - 07-01-2011 11:57

Cher ha Scritto:

Solo retorica con elevata e se non totale e indiscutibile mancanza di informazione scientifica, tipica degli Ortorenergetici.
Toungue


Cher, hai forse una risposta ai punti sopra illustrati?

Quali sono le soluzioni per assicurare che per migliaia di anni le scorie non saranno attaccate o utilizzate da criminali e terroristi?

Visto che stoccare le scorie costa a tempo praticamente indeterminato, mentre utilizzarne una parte a scopi militari permette di ridurne i costi di stoccaggio, come possiamo evitare che il futuro ci prospetti una crescente tentazione di utilizzare uranio impoverito nelle attività belliche?
E cosa vogliamo raccontare ai serbi, agli iracheni ed agli afghani che hanno dato luce a migliaia di bambini con malformazioni genetiche? Sono dati ufficiali, negati solo dai governi degli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, che, guarda caso, sono coloro che hanno utilizzato le armi all'uranio impoverito.
RE:   Il problema delle scorie - Cher - 07-01-2011 13:15

Erinews ha Scritto:



Cher, hai forse una risposta ai punti sopra illustrati?

Quali sono le soluzioni per assicurare che per migliaia di anni le scorie non saranno attaccate o utilizzate da criminali e terroristi?

Visto che stoccare le scorie costa a tempo praticamente indeterminato, mentre utilizzarne una parte a scopi militari permette di ridurne i costi di stoccaggio, come possiamo evitare che il futuro ci prospetti una crescente tentazione di utilizzare uranio impoverito nelle attività belliche?
E cosa vogliamo raccontare ai serbi, agli iracheni ed agli afghani che hanno dato luce a migliaia di bambini con malformazioni genetiche? Sono dati ufficiali, negati solo dai governi degli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, che, guarda caso, sono coloro che hanno utilizzato le armi all'uranio impoverito.


Difficile da dirsi se le scorie saranno utilizzate da terroristi/criminali ( a che scopo? Dato che lo scopo del terrorista è creare TERRORE nell'immediato)

Di sicuro le scorie verranno usate per alimentare le centrali nucleari predisposte a questo tipo di combustibile (MOX).

Uranio impoverito in campo bellico è finalizzato alla perforazione di corazze/blindature, per Altri impieghi non è necessario!

Le malformazioni genetiche non sempre sono strettamente collegate ( causa/effetto) all'uranio impoverito usato nel teatro bellico.
Non è solo una negazione di comodo, di fatto non c'è correlazione ma
concausa.
Cmq in guerra si muore in tanti modi e finché non si trova una alternativa bisogna rispettare almeno le regole imposte dai vari trattati da San.Pietroburgo a quello di Ginevra.
Ma dato che NE Serbi NE Irakeni NE Afgani non hanno mai rispettato le convenzioni ne l'umana pietà, l'uso di proiettili all'uranio impoverito per fermare un carro che intende massacrare gente inerme in villaggi privi di interesse militare è una "triste" necessità.

Posso risponderti che cosa raccontiamo alle persone che hanno perso i loro cari negli attentati terroristici da parte di terroristi provenienti da territori che sono stati teatro di guerra?
E' un circolo vizioso!
RE:    Il problema delle scorie - Erinews - 07-01-2011 22:37

Cher ha Scritto:



Difficile da dirsi se le scorie saranno utilizzate da terroristi/criminali ( a che scopo? Dato che lo scopo del terrorista è creare TERRORE nell'immediato)




Scusa la domanda impertinente, ma se un terrorista o uno stato nemico ti dice: "ho il controllo di una determinata quantita` di scorie nucleari e se non state alle mie condizioni le usero` contro di voi"....tu non hai terrore?


Cher ha Scritto:


Uranio impoverito in campo bellico è finalizzato alla perforazione di corazze/blindature, per Altri impieghi non è necessario!



Non sara` necessario, ma ha degli effetti collaterali a lungo termine...

Cher ha Scritto:


Cmq in guerra si muore in tanti modi e finché non si trova una alternativa bisogna rispettare almeno le regole imposte dai vari trattati da San.Pietroburgo a quello di Ginevra.
Ma dato che NE Serbi NE Irakeni NE Afgani non hanno mai rispettato le convenzioni ne l'umana pietà, l'uso di proiettili all'uranio impoverito per fermare un carro che intende massacrare gente inerme in villaggi privi di interesse militare è una "triste" necessità.



Si, in guerra si muore ed e` sempre un ingiustizia. Comunque da diversi punti di vista i proiettili all'uranio impoverito possono essere interpretati come una violazione della convenzione di Ginevra, tant'e` che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno avuto bisogno di vari scandali prima di ammettere che ne fanno uso.

Una breve parentesi per sottolineareche mi sembra molto impreciso dire che serbi iracheni afghani e via dicendo non abbiano mai rispettato le convenzioni ne l'umana pieta`, ma do' per scontato che tu ti riferissi ai governi ed agli eserciti dei loro paesi.

In ogni caso, senza voler iniziare un dibattito sulla guerra che effettivamente non e` l'obiettivo di questo forum...resta il fatto che stoccare le scorie implica dei costi "fissi", ed inevitabilmente fornirne una parte all'industria bellica e` economicamente conveniente. Il tutto significa che il rischio di un utilizzo sempre piu` massiccio di uranio impoverito come arma in guerra e` pressoche` inevitabile.

Mi scuso per l'assenza di accenti, ho una tastiera molto scomoda.
RE: Il problema delle scorie - Cher - 08-01-2011 12:53

Sintetizzo:
L'uranio impoverito non crea NESSUN problema in quanto non ti contamina e la sua irradiazione è ridicola, puoi tenerlo in mano!
Tantè che è usato per stabilizzare le ali degli aerei e le chiglie delle navi, ho sentito anche che l'hanno usato nelle palle da golf per stabilizzare il volo durante il tiro.

Il suo utilizzo per realizzare PROIETTILI è per colpire i carri-armati/Blindature/Corazze.
Così come ogni tipicità dell'ogiva serve per uno scopo, i proiettili all'uranio impoverito ha un unico scopo e per altro è una tecnologia di ESCLUSIVITA' NATO.

Forse confondi la radioattività con la contaminazione radioattiva.

la gestione delle così definite "SCORIE" è di per sè un termine errato che porta inevitabilmente ad una confusione di ogni genere.

Fatti una ripassata sul termine SCORIE e suddividi:
L'uranio impoverito da gli attinidi da combustibile esaurito ecc ecc
Vedrai che trovi la risposta alla tua domanda/Timore.


RE: Il problema delle scorie - ESP - 21-01-2011 18:44

Salve, è il primo post, scusate ma non ho ancora letto il manifesto del forum, percui se violo qualche regola abbiate pazienza...Smile

Parliamo di scorie...qualcuno le teme, altri sorridono di paure che ritengono immotivate...

...andiamo al sodo.

Mi risulta che per il 2017 sia previsto il ritorno dall'inghilterra di scorie radiottive là inviate dal nostro paese per la riprocessazione.

Mi risulta che per il 2025 sia previsto il ritorno dalla francia di scorie nucleari là inviate per il medesimo motivo.

(così come mi risulta che le due "partite" rappresentano solo una parte delle scorie prodotte dall'avventura nucleare italiana)

Ora, vorrei sapere, quanto questo evento si verificherà, dove verranno collocate?


RE:  Il problema delle scorie - Cher - 21-01-2011 19:24

ESP ha Scritto:

Salve, è il primo post, scusate ma non ho ancora letto il manifesto del forum, percui se violo qualche regola abbiate pazienza...Smile

Parliamo di scorie...qualcuno le teme, altri sorridono di paure che ritengono immotivate...

...andiamo al sodo.

Mi risulta che per il 2017 sia previsto il ritorno dall'inghilterra di scorie radiottive là inviate dal nostro paese per la riprocessazione.

Mi risulta che per il 2025 sia previsto il ritorno dalla francia di scorie nucleari là inviate per il medesimo motivo.

(così come mi risulta che le due "partite" rappresentano solo una parte delle scorie prodotte dall'avventura nucleare italiana)

Ora, vorrei sapere, quanto questo evento si verificherà, dove verranno collocate?



Qui trovi una spiegazione articolata e NON faziosa senza entrare nel tecnicismo della materia.
http://www.movisol.org/scorie2.htm

Se vuoi approfondire in questo forum puoi trovare i vari link  sulle varie tipologie di scorie:
Partendo dalla trasmutazione fino alle scorie di tipo A di tipo B e di tipo C.

Cmq il nucleare Italiano NON è stata una avventura ma una lungimirante intuizione da parte del Ing . Felice  Ippoliti.
Uscirà a breve un libro:
http://www.amazon.it/miracolo-scippato-o...8860365422


Il dove verranno collocate, è solo un dettaglio!
La sindrome psicotica collettiva basata sulle false informazioni  hanno superato ogni decenza scientifica creando il problema e NON certo la sistemazione in sicurezza delle scorie.




RE:   Il problema delle scorie - ESP - 21-01-2011 20:43

Cher ha Scritto:


Qui trovi una spiegazione articolata e NON faziosa senza entrare nel tecnicismo della materia.
http://www.movisol.org/scorie2.htm

Cmq il nucleare Italiano NON è stata una avventura ma una lungimirante intuizione da parte del Ing . Felice  Ippoliti.
Uscirà a breve un libro:
http://www.amazon.it/miracolo-scippato-o...8860365422


Il dove verranno collocate, è solo un dettaglio!
La sindrome psicotica collettiva basata sulle false informazioni  hanno superato ogni decenza scientifica creando il problema e NON certo la sistemazione in sicurezza delle scorie.





CHER, ti ringrazio moltissimo per la risposta...

però...non te ne avere a male, non è che mi possa dire molto soddisfatto...mi spiego meglio...

Ho letto con grande curiosità l'articolo che mi hai linkato...e se mi permetti vorrei fare qualche obiezione.

La prima è che putroppo non posso dire di averla trovata "non faziosa"...l'autore difatti oltre a non essere pacato nella sua esposizione (usa continuamente termini sprezzanti nei confronti di chi evidentemente non la pensa come lui) ricorre ad iperboli che insospettiscono il lettore...un esempio per tutti quando tenta di affermare che dato che i rifiuti l'umanità li produce da sempre non ha senso opporsi altrimenti si è contro la razza umana...

...un argomento che visto dal mio punto di osservazione (un comune con una quota di riciclaggio al 70%) non posso che ritenere vecchio e pretestuoso.

La seconda obiezione...haimè...hemmm....

...è putroppo che l'autore si pone nell'articolo delle domande...si chiede in pratica cose tipo: ma perchè qualcuno dovrebbe mai dubitare sulla sicurezza dei depositi, visto che essi sono sicurissimi?

In un altro punto dice inspiegabilmente che la cannabis (lasciamo stare cosa posso pensare io dal punto di vista morale sull'uso o meno di cannabis...) è cancerogena...

Infine, per non dilugarmi troppo, parla della trasmutazione...anche qui in modo sospetto.


3 obiezioni, limitiamoci a queste...adesso vedo di spiegare meglio la motivazione di queste obiezioni:

1) I DEPOSITI sono sicuri perchè dubitano?

Bhe, forse dubitano perchè il deposito ideale sarà sicurissimo...ma quelli realizzati dagli umani a volte no. Ad esempio esiste un deposito chiamato Asse, nell'avanzata germania, che era ritenuto sicurissimo...purtroppo però risulta che non lo sia più. Non doveva avere infiltrazioni d'acqua...invece risulta che le abbia...e che le abbia avute già dopo pochi anni...inoltre risulta che ci siano persino rischi di crollo delle gallerie.

Secondo me, chi dubita, dubita perchè una cosa è la teoria, un'altra ciò che si verifica nella realtà...e trovo difficile dar loro torto se esistono esempi che mettono in allarme...(e quello di Asse non è il solo esempio).

2) La cannabis è cancerogena? Bhe...è un'intero secolo che ci sono ricerche in merito...ed in alcuni periodi ci sono state grandi pressioni perchè tali ricerche rivelassero che la cannabis fa male o peggio...ma purtroppo non è stato possibile dimostrarlo...cancerogena? Ma scherziamo?

Ora...so che non c'entra niente...ma io non lo scriverei un articolo che voglio attendibile mettendoci dentro un evidente falso scientifico...

3) La TRASMUTAZIONE (ma si riferisce senz'altro al riprocessamento)..ora, se l'articolo l'avessi scritto io...e volessi convincere qualcuno che non ci sono rischi sulla base dell'onestà intellettuale...bhe, lo DIREI che la riprocessazione delle scorie da un lato dà nuovo "combustibile" ma che dall'altro produce "scorie"...un'altra volta.


E SIAMO TORNATI AL PUNTO DI PARTENZA!

Smile

ed alla mia domanda finale.

Proprio tali scorie torneranno in Italia nel 2017 e nel 2025.

Dove verranno messe?

Tu dici che è un dettaglio. Io credo che non lo sia affatto.

Dato che non mi risulta che sia pronto un sito idoneo...un sito SICURO esattamente come quello che l'autore dell'articolo propone...e dato che si parla nuovamente di nucleare in italia...io mi RIFIUTO di credere che si voglia intraprendere un ritorno al nucleare senza avere uno straccio di deposito per smaltire i problemi del nucleare già abbandonato (a torto o a ragione che sia). Sarebbe una cosa inconcepibile, buona da sola a fornire più di un motivo per opporsi al progetto...perchè rivelerebbe un pressapochismo ed un'impreparazione inaccettabili.

Ora, dato che mi rifiuto di crederlo, mi chiedo:

DOVE LE METTERANNO?

E ancora, cosa si prevede di fare per le altre "scorie", ovvero i rifiuti radioattivi di classe varia di cui incredibilmente pare nessuno si sia ancora occupato? (ma forse questi tempi lunghi fanno parte di un piano strategico di gestione che io non conosco...mi sembra difficile, ma ipotizziamolo pure...)

Infine...il termine avventura non aveva necessariamente un'accezione negativa....anche se vedere le dismissioni delle centrali ancora in corso dopo tanti anni (nonostante 3 delle 4 centrali "spente" fossero praticamente a fine vita...percui quello era comunque il loro destino), ed il termine lavori previsto per il 2030 non fa una buona impressione.


Ciao e ancora grazie per la risposta! ESP


P.S.

A scanso di fraintendimenti...non è che la risposta sul DOVE LE METTERANNO la pretendo da te, sia chiaro... è una domanda aperta che mi angustia poichè nessuno sembra potermi dare informazioni in merito e mi stanno venendo brutte idee a riguardo.




RE: Il problema delle scorie - Cher - 21-01-2011 21:48

Prego!

Qui il livello #2 ( riservato a chi vuole sapere e SCONSIGLIATO a persone affette da Ortorenergia *)
http://www.ingegnerianucleare.net/Temati...corieA.htm

* un nuovo neologismo da me coniato , in quanto mi rifiuto di usare termini che esulano dal ragionamento.


RE: Il problema delle scorie - Cher - 25-01-2011 13:04

Se ci sono ancora dei dubbi sul fatto che l'uranio impoverito sia pericoloso a tal punto da giustificate gli atteggiamenti psicopatici nell'opinione pubblica si può accedere al #3 livello di conoscenza per approfondire l'argomento:
http://wwwsis.lnf.infn.it/seminars/aespo...erito.html



RE:  Il problema delle scorie - ESP - 25-01-2011 19:48

Cher ha Scritto:

Prego!

Qui il livello #2 ( riservato a chi vuole sapere e SCONSIGLIATO a persone affette da Ortorenergia *)
http://www.ingegnerianucleare.net/Temati...corieA.htm

* un nuovo neologismo da me coniato , in quanto mi rifiuto di usare termini che esulano dal ragionamento.




Cher, sei molto gentile...(a parte i nomignoli, suvvia!!!)

...Ma mi sa che c'è un fraintendimento.

Io sono abbastanza informato, te lo assicuro...sono anni che leggo e mi informo...

...e continuo ad imbattermi in una sorta di realtà sdoppiata.

Da un lato soluzioni teoriche ineccepibili e perfette, anzi, assolutamente prive di possibilità di errori e di rischi.

Dall'altro le stesse soluzioni, portate nella realtà ed inevitabilmente affette da errori, negligenze ed incidenti (a volte di una banalità sconcertante...non per la gravità, a volte considerevole, ma per la banalità che ha causato tali incidenti).

Così, anche io mi sono riservato, a mio modo, di trattare solo di ciò che mi aiuta a capire, cercando di non farmi fuorviare.


Proprio per questo io non mi fermo alle considerazioni generali, non mi limito ad esaminare i casi che evidenziano il fallimento di tali protocolli ipersicuri (teoricamente) di gestione dei rischi...


Io voglio valutare i casi. Dato che in italia si vuole reitrodurre il nucleare...io mi chiedo, COME?

E per l'oggetto di questa discussione mi chiedo: Come intendono gestire le scorie che GIA' abbiamo? E quelle future?

Per quelle che già abbiamo, che abbiamo fatto? Una quota l'abbiamo data da riprocessare ad altri, discutibile, ma è pur sempre una strategia.

Alla fine del processo ce le renderanno...in forma differente, ma non è che le si può usare come arredo per i parchi giochi degli asili, no?

Allora ci sarà un sito ove stoccarle, dico io...una strategia su come gestirle.

Invece no.

Invece , nonostante le date di ritorno siano già fissate, sembra, incredibilmente, che nessuno abbia ancora idea di che farsene.

Anzi, peggio.

Sembra si volesse costruire tale sito a Scanzano Jonico. Sicurissimo.

Tanto sicuro che il sito di S.Jonico è stato stralciato perchè una seconda valutazione ha stabilito che era tutt'altro che sicuro. Se la popolazione locale non fosse insorta (male informata, irrazionale...quello che vuoi) magari, come spesso accade nel nostro paese, lo costruivamo tutto il sito...poi, a soldi spesi...OPPPSSSSSSS!!!!!

Bhe, insurrezione popolare, seconda perizia....risultato: a rischio sismico e di infiltrazione di acqua marina. Sicurissimo.


Ora, non so che ne pensi tu, ma a me non servono altre prove per essere sicuro che questa faccenda sia gestita da dilettanti, o peggio.


Dato però che io, al contrario di molti tromboni sempre sicuri di se stessi e sprezzanti nei confronti dei critici (sino a quando non succede qualche casino) ammetto sempre che potrei ignorare qualcosa...continuo a chiedere ed a cercare di capire se ci sia una soluzione...magari la ignoro io!!!

Però, sinceramente, non è che mi si possa accontentare con la teoria.


Il succo del mio pensiero è: Se non sei stato in grado, e non sei in grado di risolvere i problemi causati da opportunità del passato (nonostante tu abbia avuto tre quarti di secolo per farlo), non hai la credibilità per proporre alcunchè.

Prima offri prove certe di essere in grado di governare i problemi, poi se ne riparla.

E' la stessa cosa che chiedo a chi smaltisce l'olio usato della mia auto, posso chiederlo a chi maneggia plutonio?

Oppure in quel caso mi devo fare da parte e accontentarmi di risposte generiche e rassicuranti?

OVVIAMENTE DI TRATTA DI UN "TU" IMPERSONALE, non è che ce l'ho con te!!!!!!Smile
RE: Il problema delle scorie - Cher - 25-01-2011 20:30

Ok............... noto dalla tua risposta / considerazione, che non ti è chiaro il concetto/definizione e relativo processo di "scorie nucleari da centrali elettriche".
Su tutto il resto, hai ragione, perché i fatti da te elencati sono reali e incontrovertibili.
Non capisco ( polemica) perchè dopo il disastro del Vajon non hanno smantellato tutte le Dighe per le centrali Idroelettriche.
Dopo Viareggio, non hanno interdetto l'uso del GPL.
Dopo l'esplosione della petroliera nel golfo di Genova non sia stata vietata l'attracco nei porti Italiani delle petroliere..
Dopo l'esplosione dell'oleodotto a Trieste , non sia stata vietato il transito sul territorio nazionale .
Dopo il black - out del 2003 perchè ancora compriamo energia elettrica dalla Svizzera.......
potrei continuare per altre 20 pagine!
Nulla di personale, ma come vedi , se non si sà scindere una cosa dalla sua strumentalizzazione faziosa e di parte si crea un giro vizioso , dove tutti hanno ragione!

Per non essere frainteso, che il nucleare in Italia non si faccia perché la popolazione non lo vuole , mi può anche star bene. Ma che l'opinione pubblica sia strumentalizzata da un ammasso di furbi&upportunisti che sfruttano la paura, dopo averla generata con false informazioni, insinuata nella testa dell'opinione pubblica........ allora troveranno nel mio piccolo una difesa alla realtà delle cose!




RE: Il problema delle scorie - Cher - 26-01-2011 14:16

Peccato che la discussione sia scivolata sull'inconcludente piuttosto che sul pacato ragionamento di ipotesi risolutrici.


RE:  Il problema delle scorie - ESP - 26-01-2011 19:30

[quote=Cher]
Ok............... noto dalla tua risposta / considerazione, che non ti è chiaro il concetto/definizione e relativo processo di "scorie nucleari da centrali elettriche".

No, no...ti assicuro...mi è chiarissimo.

Ci sono in arrivo, tra pochi anni, diversi container che non mi posso seppellire in giardino, a meno che non voglia ritrovarmi i reni fosforescenti sul comodino la mattina dopo...

Dove, di grazia, andranno a finire?




Su tutto il resto, hai ragione, perché i fatti da te elencati sono reali e incontrovertibili.
Non capisco ( polemica) perchè dopo il disastro del Vajon non hanno smantellato tutte le Dighe per le centrali Idroelettriche.


Forse perchè per quanto immane un disastro di natura geologica, provocato da criminali, accaduto in Italia non ha tolto dai mercati rionali dell'Ucraina ortaggi e latte...

Scusa, vuoi dirmi che non ti rendi conto del differente ordine di grandezza del rischio di un incidente nucleare le cui conseguenze arrivano a centinaia di km ed il crollo di una frana che interessa pochi km2????

Non so che età abbia tu...ma io nel 1986 c'ero. Avevo già l'età della ragione e ricordo bene cosa accadde. Ricordo i primi allarmi, le rassicurazioni, la derisione dei preoccupati, le prime ammissioni, il "coprifuoco", l'assalto alle farmacie per procurarsi farmaci protettori della tiroide, frutta, verdura, latte scomparsi dai negozi. Le informazioni incerte, il percepire chiaramente che nessuno sapeva che esito avrebbe avuto il tentativo sovietico di limitare i danni...

Il tutto dopo che per anni, che dico, per DECENNI tutti si erano sentiti dire che il nucleare era SICURO, che certi incidenti ormai erano impossibili, che quelli che si erano verificati ...si erano verificati per delle coincidenze così rare che era proprio impensabile, anzi, da stupidi pensare potessero accadere ancora...

TUTTA QUESTA SEQUELA DI MENZOGNE E di fatti scioccanti hanno generato la paura che ora ti infastidisce tanto. Il fatto di rendersi conto che le avevano mentito rese l'opinione pubblica ostile al nucleare.

Non fantomatici "untori di paura"..figuriamoci, in italia la gente non crede alle previsioni del tempo, figurati che presa potevano avere quattro ragazzetti con mille lire a disposizione.

Gli antinuclearisti allora, come i verdi dopo di loro, come gli ambientalisti oggi venivano considerati con grande aria di sufficienza, il massimo credito che veniva dato loro era quello di porre questioni che in effetti potevano contenere qualcosa di sensato. Esattamente come oggi.

Ci sono stati dei MOTIVI OGGETTIVI che hanno causato la paura, c'è poco da girarci intorno.


Dopo Viareggio, non hanno interdetto l'uso del GPL.

Se è per questo abbiamo ancora gli autobus, nonostante ogni tanto ne cada qualcuno da una scarpata...

E per inciso, anche nel caso di Viareggio le cisterne erano SICURISSIME e un incidente così era Impossibile...scherziamo, con i controlli che si fanno? Adderittura ispezioni radiografiche dei mozzi delle ruote...AGGIA'...si erano dimenticati però che se il carro non era loro bastava un foglietto che certificava una prova inesistente per farli fessi.

Dopo l'esplosione della petroliera nel golfo di Genova non sia stata vietata l'attracco nei porti Italiani delle petroliere..

Già, il perchè di questo me lo chiedo pure io. In effetti non ha senso.

Però, a ben pensarci, non c'è nessuno in giro che dice che le petroliere sono sicurissime e che chi dissente è un pazzo disinformato.
Anzi, sono state messe al bando le petroliere a scafo unico e tutti sanno che al più si tratta di un male necessario.

Dopo l'esplosione dell'oleodotto a Trieste , non sia stata vietato il transito sul territorio nazionale .
Dopo il black - out del 2003 perchè ancora compriamo energia elettrica dalla Svizzera.......
potrei continuare per altre 20 pagine!
Nulla di personale, ma come vedi , se non si sà scindere una cosa dalla sua strumentalizzazione faziosa e di parte si crea un giro vizioso , dove tutti hanno ragione!


Ma non mi pare! Non mi pare perchè io potrei seguirti per 20 pagine facendoti notare che gli esempi non sono congruenti (come alcuni di questi) oppure che l'esistenza di qualcosa di folle non è ragione sufficiente per giustificare alcunchè.

Non è che perchè qualcuno picchia sua moglie allora è legittimo prendere a schiaffi le vecchie per strada.

E non è vero che cercando di buttare fumo negli occhi alle persone allora tutti hanno ragione solo perchè qualcuno cerca di confondere le acque.

La ragione si basa su constatazioni tra cause ed effetti. La teoria è insufficiente, la speculazione verbale anche.


Per non essere frainteso, che il nucleare in Italia non si faccia perché la popolazione non lo vuole , mi può anche star bene.

A me invece della faccenda non importa una cippa...e sai perchè? perchè so dove viviamo...e so che è tutta una scusa per scappare con la cassa.

...visto che negli avanzati USA i tempi di costruzione di una centrale sono divenuti spessissimo il doppio di quelli previsti ed i costi sono triplicati...so già cosa succederebbe in ITALIA se si prendesse una strada tanto scellerata...semplicemente le centrali costrerebbero 5 volte tanto e ci vorrebbero 30 anni per farne la metà

(per inciso, si veda cosa sta accadendo in Finlandia su un progetto sostanzialmente identico a quello che vorrebbero impiantare in italia...si veda cosa succede in SLOVENIA, dove i privati scappano a frotte dal progetto nucleare e stato ed ENEL...sempre i più furbi noi! rischiano di restaRE CON IL CERINO ACCESO IN MANO)

...è più probabile che si riesca a costruire altrove una centrale ad antimateria piuttosto che nel paese dell'eterno ponte di messina si faccia una centrale a fissione.

Sono invece seriamente preoccupato per le coseguenze del VECCHIO nucleare...e viste le risposte PERTINENTI che ottengono le mie domande mi sa che faccio bene a preoccuparmi.


Ma che l'opinione pubblica sia strumentalizzata da un ammasso di furbi&upportunisti che sfruttano la paura, dopo averla generata con false informazioni, insinuata nella testa dell'opinione pubblica........ allora troveranno nel mio piccolo una difesa alla realtà delle cose!


E' un intento nobile, che condivido.

E non c'è ironia nelle mie parole.

Ma come già ti dicevo, non sono AFFATTO convinto che quelle paure ci siano perchè istigate da qualcuno.

Io c'ero, rammento i ruoli avuti dalle varie parti ed il peso degli antinuclearisti nel merito...ovvero quello di una caccola!

I verdi raccolsero POI il consenso di una rabbia che GIA' c'era e che loro non contribuirono affatto in modo determinante a creare.

Ma suvvia...i verdi...ITALIANI POI, mobilitare una nazione?????

Capitanati, tra l'altro, da quel CHICCO TESTA che adesso fa il capo dei pro-nucleare??? Ma ci rendiamo conto? Qui non abbiamo a che fare con dei maestri del pensiero, ma con dei mentecatti. Allora erano lo specchietto per le allodole della sinistra per acchiappare qualche votarello, adesso le stesse persone sono i servi di alcune multinazionali che perseguono fini immorali.

Quindi permettimi di consigliarti una seria riflessione in merito. Perchè difendere il tuo prossimo dalle menzogne altrui (e stare attenti a non colpirlo con le proprie) è come dicevo un intento assai nobile...

...ma se il nemico menzognero che crediamo di vedere si rivela inesistente...così come i giganti si rivelano essere mulini a vento, il tutto diventa assai donchisciottesco!


RE:  Il problema delle scorie - ESP - 26-01-2011 19:33

Cher ha Scritto:

Peccato che la discussione sia scivolata sull'inconcludente piuttosto che sul pacato ragionamento di ipotesi risolutrici.


Cher...la discussione è scivolata sull'inconcludente perchè la mia domanda non ha avuto risposta.

Le scorie stanno per tornare da riprocessamento, dove le metteranno?

Se non c'è nemmeno uno straccio di "ipotesi risolutrice" mica è colpa mia.

(neanche tua, certo).
RE:   Il problema delle scorie - Cher - 27-01-2011 16:32

ESP ha Scritto:



Cher...la discussione è scivolata sull'inconcludente perchè la mia domanda non ha avuto risposta.

Le scorie stanno per tornare da riprocessamento, dove le metteranno?

Se non c'è nemmeno uno straccio di "ipotesi risolutrice" mica è colpa mia.

(neanche tua, certo).


http://www.movisol.org/scorie2.htm

I differenti tipi di rifiuti nucleari.

Tipo A - Rifiuti a bassa o media radioattività e a vita corta.
Questi rappresentano il 90% della totalità dei rifiuti radioattivi. Nella maggioranza dei casi contengono radionuclidi che emettono raggi beta e gamma, poiché si tratta di filtri, [gant] e altro materiale costruttivo proveniente dalle centrali, dai laboratori di ricerca o dagli ospedali. Devono essere compattati e contenuti in fusti di metallo o di cemento, poi depositati nel centro di Soulaines. Il periodo della loro radioattività è inferiore ai 300 anni.


Tipo B - Rifiuti a media radioattività e a vita lunga.
La loro media attività può durare, in alcuni casi, alcune decine di migliaia di anni. Questi rifiuti rappresentano poco più del 9% della totalità dei rifiuti radioattivi. Si tratta di resine di depurazione, concentrati, filtri o gusci metallici che hanno contenuto l’uranio. Devono essere trattati al fine di abbassarne il volume, contenuti in fusti di metallo o di cemento, quindi depositati a La Hague. Una delle opzioni previste per la loro conservazione è l’interramento in profondità.

Tipo C - Rifiuti a forte radioattività e a vita lunga.
Questi rifiuti sono anche chiamati “scorie vetrificate” perché sono colati dentro adeguate matrici di vetro. Pur essendo estremamente attivi, rappresentano circa il 0,5% della totalità dei rifiuti radioattivi. Si tratta, principalmente, delle ceneri della combustione dell’uranio (o dei suoi prodotti di fissione) prodotte dalle reazioni che hanno luogo nel nocciolo del reattore, e che sono recuperate per fare parte di altro combustibile grazie alle operazioni di ritrattamento. Sono previste molte tappe, nella loro gestione: al momento, i prodotti della fissione sono conservati in forma liquida per cinque anni in opportune celle di acciaio inossidabile, mentre perdono parte del loro calore e della loro radioattività.


La trasmutazione.

Il plutonio costituisce la parte più pericolosa dei rifiuti di tipo C. Da qualche anno, è recuperato negli impianti come quello di La Hague ed è sottoposto al riciclaggio, poiché va a formare un nuovo combustibile speciale chiamato MOX. Il plutonio, così, si trasmuta all'interno dei reattori [a MOX] in elementi meno radioattivi, mentre fornisce energia ulteriore. Anche per gli altri radioelementi del tipo C è stato pensato un adeguato processo di trasmutazione. Sfortunatamente, il principale strumento di definizione delle procedure, Superphénix, fu smantellato sotto la pressione dei [soliti] ecologisti.

Coal Ash è più radioattivo di rifiuti nucleari
Con bruciando tutto il carbonio fastidiosi e altre impurità, centrali a carbone producono cumuli di radiazione
Con Mara Hvistendahl  | 13 Dicembre 2007 |

http://www.scientificamerican.com/articl...lear-waste

".............A un estremo, gli scienziati hanno stimato fly ash radiazione nelle ossa individui 'a circa 18 millirems (millesimi di reale, di unità di misura per le dosi di radiazioni ionizzanti) un anno. Dosi per le due centrali nucleari, al contrario, andavano da tra tre e sei millirems per lo stesso periodo. E quando tutto il cibo è stato coltivato nella zona, dosi di radiazioni sono stati 50 al 200 per cento più alto di tutto il centrali a carbone............"

Uranio impoverito
http://wwwsis.lnf.infn.it/seminars/aespo...erito.html

"........L'esposizione esterna massima ipotizzabile per un individuo completamente contornato dall' uranio impoverito è stata calcolata essere £ 0.025 mSv/h.

L'esposizione reale massima ottenibile è quella per un individuo all'interno di un carro armato dotato di corazza all' uranio impoverito, le cui munizioni sono all’uranio impoverito. Un tipico valore misurabile è pari a 0.002 mSv/h. Guidando detto carro armato per 500 ore si potrebbe raggiungere il limite di dose per i membri del pubblico 1 mSv/anno. Vale la pena notare che il fondo ambientale è superiore a tale valore. (Trasparenza valori del fondo)

Se l' uranio impoverito entra nel corpo possono aversi sia rischi dovuti agli effetti radiologici che ad effetti chimici.

Vale la pena ricordare che l'attuale limite per l'esposizione professionale ai composti solubili dell'uranio è da mettersi in relazione alla massima concentrazione di uranio per grammo di rene. Qualsiasi tipo di effetto riscontrabile a danno dei reni a questo livello di concentrazione è da considerarsi essere piccolo e comunque transiente. Pertanto allo scopo di non far superare detti limiti per il rene, negli ambienti di lavoro è posta una limitazione nella concentrazione dell'uranio a 0.2 mg/ m3 per lavori di 8 ore/giorno con un limite di 0.6 mg/m3 per un massimo di 15 minuti.

È difficile definire un limite sicuro per l'esposizione alle radiazioni con particolare riguardo agli effetti stocastici. Come già detto viene assunta una relazione lineare senza soglia fra gli effetti e le dosi.

Il limite annuale per i membri del pubblico è pari a un mSv, per i lavoratori esposti 20mSv.

Il rischio addizionale per tumori letali per mSv assorbito è pari a 1 su 20.000 da confrontare con l'incidenza naturale (tumori mortali + malattie mortali) 1 su 100 ovvero soltanto con l'incidenza di tumori pari a 1 caso su 350 (dati riferiti all'Italia 1984).

Premesso che nel corpo umano sono mediamente presenti ~ 90 m g di uranio introdotti attraverso la dieta......."


La soluzione è una corretta informazione e una adeguata attesa di "decadimento" della psicosi collettiva verso un problema che è stato strumentalizzato per promuovere energie così dette rinnovabili.

Tutto il resto solo retorica.
Per quanto riguarda l' "illuminazione" o "redenzione"di Chicco verso il nucleare , può rispondere Lui stesso...se vuole.

Per approfondire l'argomento sulla radioprotezione:

http://www.airm.it/Chi-e-l-Airm.html

La scelta del luogo dove porre in sicurezza, spetterà a:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/fr...p;parse=no
b) l’Agenzia ha la responsabilità del controllo e della verifica ambientale sulla gestione dei rifiuti radioattivi;

RE:    Il problema delle scorie - ESP - 01-02-2011 19:27

Cher ha Scritto:



La scelta del luogo dove porre in sicurezza, spetterà a:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/fr...p;parse=no
b) l’Agenzia ha la responsabilità del controllo e della verifica ambientale sulla gestione dei rifiuti radioattivi;



Ok, e loro non sembrano saperlo.

Siamo di nuovo al punto di partenza.

Io cerco fatti, non teorie.

Voglio che qualcuno mi dica: lo fanno là il deposito, e lo fanno così.








Teoria ne so a pacchi ormai...

:-)
RE:     Il problema delle scorie - Cher - 01-02-2011 21:50

ESP ha Scritto:



Ok, e loro non sembrano saperlo.

Siamo di nuovo al punto di partenza.

Io cerco fatti, non teorie.

Voglio che qualcuno mi dica: lo fanno là il deposito, e lo fanno così.








Teoria ne so a pacchi ormai...

:-)

Teoria ne so a pacchi ormai...
Non è mia intenzione "menar il cane per l'aia" ( è un modo di dire)

Per la cronaca oggi 1 Febbraio:
tratto dall'Occidentale
Nominati i componenti dell'autority
Fatta l'Agenzia per il nucleare ora tocca a quella per energia elettrica e gas
di Diego Menegon1 Febbraio 2011
Il Governo, raccolti i pareri del Parlamento, ha deliberato la nomina dei cinque membri dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare. Ora manca solo la firma di Napolitano per formalizzare la costituzione del collegio che sarà guidato da Umberto Veronesi e composto dai professori in Impianti nucleari Marco Ricotti e Maurizio Cumo, designati dal Ministro dello sviluppo economico, e dai giuristi Stefano Dambruoso e Stefano Laporta, designati dal Ministro dell’ambiente.
Perché l’autorità acquisti piena operatività serve stabilire la sua sede. Roma è la candidata naturale, ma sono state proposte anche Milano, Genova e Torino. Con lo stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che fisserà la dimora dell’agenzia, saranno decisi i compensi dei componenti dell’Agenzia. L’autorità è già dotata di uno Statuto, approvato la scorsa estate; manca, invece, il regolamento di organizzazione e funzionamento interni, da approvarsi con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri e la nomina del direttore generale, uno dei primi atti che verranno emanati dal collegio in via di costituzione. Umberto Veronesi, intanto, ha già annunciato a breve la convocazione di una prima riunione del vertice.
....continua.


Io cerco fatti, non teorie.
Cmq per la cronaca le informazioni tecniche/scientifiche sono indicate nei post precedenti sono reali e non frutto di psicopatiche opinioni di chi che sia.

Ok, e loro non sembrano saperlo.

L'ubicazione delle scorie deve avere caratteristiche conformi ai parametri stabiliti dal' AIEA

Siamo di nuovo al punto di partenza.

Detto da uno che dice di essersi informato, mi stupisce dato che non esiste un deposito ufficiale in Italia...........

Voglio che qualcuno mi dica: lo fanno là il deposito, e lo fanno così.
.......lo saprai se vorrai informarti, sia il luogo che le specifiche tecniche.



RE:      Il problema delle scorie - ESP - 02-02-2011 19:58

Cher ha Scritto:


Siamo di nuovo al punto di partenza.

Detto da uno che dice di essersi informato, mi stupisce dato che non esiste un deposito ufficiale in Italia...........



Lo so, lo so benissimo. Non era più semplice rispondere così?


Lo so che nonostante abbiamo spento le centrali suppergiù da 20 anni ancora nessuno si è preoccupato di risolvere in maniera degna il problema dei contaminanti radioattivi che sono stati prodotti.


e poi...a margine...UMBERTO VERONESI???????????
Dove si è laureato in FISICA NUCLEARE, il Dott Veronesi?
O è forse un INGEGNERE SPECIALIZZATO?
Sentiamo...quale titolo del settore vanta questo eminente specialista?




Così, ora possiamo occuparci della vera domanda (vale a dire, giudicando i FATTI, il nucleare è nella pratica sicuro?):

DOMANDA: Ma se chi aveva il DOVERE di occuparsi del problema dal 1955 ad oggi non l'ha fatto, perchè mai dovrei credere che lo farà in futuro?


Quali garanzie mi si offrono per convincermi?




E si badi, io non sono un bastian contrario professionista animato da chissà quali sentimenti irrazionali e agitato da chissa chi.

Anzi, sono uno che irride i meschini mezzucci di chi vuole cavalcare il sentimento antinucleare per squallidi tornaconti di potere e prestigio personale...

...solo che, haimè, irrido quelli, ma mi preoccupo degli altri, vale a dire coloro che vorrebbero reimpiantare una tecnologia di cui non sono stati in grado di dimostrare NELLA PRATICA la sicurezza.




Che sarebbe accaduto se il reattore di Lucens, nella vicinissima svizzera nel 1962 avesse fuso il nocciolo in superficie anzichè in una caverna? E se fosse stato in superficie...a TRINO VERCELLESE?

Che sarebbe successo se l'esplosione di Mayak del 1957 fosse invece accaduta a saluggia (VC)?

[per inciso, il reattore sperimentale SORIN di saluggia (coordinate 45°13'01.71"N - 8°01'46.42"E) nel 1994 fu sommerso dall'alluvione che mandò sotto mezzo piemonte...ma non ne parlò nessuno...curioso vero? Strano che non interessi a nessuno...era una bella isoletta di cemento in mezzo ad un bel lago di tre metri di profondità...ed all'interno di questa struttura per giorni irraggiungibile c'era il grosso delle scorie pericolose italiane...secondo me era una GRANDE notizia! Chissà perchè non è stata diffusa.]



Dato che quando chiedo risposte razionali generalmente mi si risponde con della teoria o delle affermazioni massimaliste ingiustificate ("oggi non potrebbe più accadere" "cernobyl fu un errore umano dei sovietici") allora io mi attengo ai fatti, con semplici e chiare domande come:

Dove, di grazia, volete mettere le scorie?


E fido che la risposta "veramente non ne abbiamo idea" sia illuminante per chi è contrario e spunto di riflessione per chi è favorevole.

Magari finisce che ci si lavora sù e tra vent'anni si può dare una risposta convincente...tipo:

Lì, ecco guarda, questo è l'indirizzo, qui puoi leggere come le commissioni scientifiche internazionali abbiano effettuato i collaudi e certificato che esso sarà sicuro per tot anni....


Chissà, magari allora si potrà considerare una cosa intrinsecamente pericolosa come un'opportunità dal rischio calcolato.


Oggi, così non è.

Oggi a timori viene risposto disprezzo...e come sosteneva Carl Sagan questa è una delle cose che indicano la menzogna.




P.S.

Ah...per inciso, per chi non lo dovesse sapere....ho citato Cernobyl (non si può parlare di nucleare senza citare cernobyl...è come parlare dei film di Coppola senza citare il padrino!) Cernobyl era una centrale in cui almeno 3 gravi errori di progetto creavano un potenziale rischio di incidente grave.

L'errore umano da solo non avrebbe causato l'incidente.

Solo che:

1) In disprezzo alla sicurezza (tanto era sicuro!!!!!) per rendere più agevole il cambio delle barre di combustibile la struttura era praticamente a "cielo aperto"...con un semplice "soffittino" perchè non ci piovesse...

... A PROPOSITO! Oggi invece, ci piove. Piove sopra i detriti ed i materiali radioattivi bollenti, piove dagli squarci della copertura provvisoria (che cazzo, nel nucleare non c'è modo di vedere un  problema risolto in modo definitivo!) grandi abbastanza da farci passare un'auto...bello vero?

2) la procedura di sicurezza vietava di lasciare meno di 30 barre di controllo dal reattore...ma era possibile estrarle manualmente comunque.

Così ne furono lasciate in sede solo 7.

3) le barre di sicurezza erano state progettate con un errore, il loro uso, in casi come quello che si verificò non era efficace, anzi, causò un innalzamento imprevisto della potenza del reattore che si deformò i condotti delle barre stesse e la successiva esplosione del nocciolo.


Fatti, solo quelli mi interessano.


RE: Il problema delle scorie - Cher - 02-02-2011 21:27

Mi sfugge qualcosa, ma va bè....
Non intendo polemizzare punto su punto, in quanto, escludendo il perché o percome i fatti restano e l'opinione del fatto è irrisoria.
Personalmente ogni singolo "problema" è un'occasione unica per migliorare la progettazione in un sistema complesso.

Citare Cernobyl come esempio  "Timore" verso il nucleare ,non solo è ERRATO , dal mio punto di vista,ma è ancor più grave perché esalta un fatto ignorando il contesto.

Spiegare Cernobyl come si è generato il disastro, le motivazioni ,la tecnologia e le relative ricadute sulla salute e sull'ecosistema è molto interessante, se il fatto è ineluttabileil risultato è di porre la questione sicurezza nucleare al centro di ogni nuovo progetto.

Si facesse lo stesso per AUTO,AEREI,NAVI.............
Cmq l'industria petrolifera stà guardando alle norme di sicurezza del nucleare con estremo interesse e stà valutando di inglobarle nelle proprie norme.
Come trovo il link , lo metto.
Tornando alle scorie, questa news ti lenisce un pò le tue angosce?Smile
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnolo...aabc.shtml

...."Saglia ha aggiunto che «il deposito nazionale dei rifiuti nucleari deve essere realizzato entro il 2011, anche perché ce lo impone una direttiva europea. L`individuazione del deposito segue un suo iter autonomo, indipendente dalla realizzazione del programma nucleare».


RE: Il problema delle scorie - Dwalin - 02-02-2011 22:05

ti va bene questo?

http://www.nuclearnews.it/news-341/marea...a-imitare/
http://www.nuclearnews.it/news-517/energ...sicurezza/


RE:  Il problema delle scorie - ESP - 03-02-2011 11:20

Dwalin ha Scritto:


Ovviamente no.

Nessuno dei due link risponde alla mia domanda
, ovvero dove verranno stoccate le scorie radioattive che stanno per tornare da francia ed inghilterra.

Nè alle domande corollario, ovvero: come sarà costruito il sito, come sarà gestito, chi ne certificherà la sicurezza. Come già dicevo, si tratta dello standard minimo che richiedo a chi smaltisce l'olio usato della mia auto, non vedo perchè dovrei accontentarmi di meno per dei container di scorie radioattive. Non è colpa mia se chi doveva occuparsene non se ne è occupato ed oggi è possibile darmi solo risposte teoriche ed insoddisfacenti.


Quando IO voglio perseguire uno scopo, lavoro seriamente per creare le condizioni adatte a soddisfare i favorevoli e fornire solidi argomenti a mio favore per i contrari. Perchè invece quando si tratta di nucleare, in italia, non si fa niente di significativo e ci si limita alla propaganda?


Tuttavia...Il primo dei due link rimanda ad un articolo che rammenta l'enorme contaminazione causata da una trivellazione profonda nel golfo del messico.
[e noto che sembra sia solo io a scorgere l'allarmante pararallelo tra l'aver consentito la fuoriuscita del greggio e ciò che accadrebbe consentendo la fuoriuscita di contaminanti radioattivi da un enerme sito ove essi fossero stoccati]

Se non è chiaro (ma dovrebbe esserlo) le catastrofi causate da una tecnologia non giustificano l'adozione di altre tecnologie che causano catastrofi differenti.

Ergo: affermare che ci sono gli scippatori per le strade non fornisce giustificazione all'attività di rapina a mano armata nelle farmacie.

Inoltre, l'adozione di poche centrali nucleari in italia avrebbe un effetto pari a ZERO sulle attività estrattive di petrolio nel mondo, e pari a ZERO anche sulle attività estrattive ITALIANE nel mondo.

Ma visto che si vuole introdurre questo tema, vediamo...ho altre domande naturalmente!

1) Quante centrali nucleari a fissione sarebbero necessarie per portare a ZERO le attività estrattive di petrolio in tempi ragionevoli?
[lasciamo stare i livelli di CO2, altrimenti saremmo costretti a contare la CO2 prodotta dalle attività estrattive dell'uranio, per la costruzione della centrale e dei siti di stoccaggio, per la dismissione delle centrali...]

2) Quanto durerebbero i combustibili noti per la fissione con tale numero di centrali?
[Hem...come sappiamo tutti BENISSIMO le centrali IV gen. e quelle a fusione per ora sono "mondo dei sogni", quindi, ti prego, nel tuo interesse, evita di costringermi a spiegare perchè non voglio siano citate]

3) ovviamente...dove verrebbero stoccati i materiali pericolosi? Ovviamente in ragione della QUANTITA' che teoricamente sarebbe prodotta in quelle condizioni.
[materiali pericolosi: residui di estrazione del minerale; scorie ad alta attività; materiali contaminati (compresa la centrale stessa)]



P.S. Ovviamente sarò lietissimo di affrontare con te questa discussione (e ti ringrazio per avermi dedicato il tuo tempo ovviamente! :-) ma prima vorrei che anche tu ammettessi che non c'è uno straccio di luogo ove mettere le scorie radioattive che attendiamo.

Cosa che non dovrebbe costarti alcuna fatica, dato che è semplicemente la verità.

Così, per chiarezza e semplicità prima di passare ad altro.


RE:  Il problema delle scorie - ESP - 03-02-2011 12:07

Cher ha Scritto:

Mi sfugge qualcosa, ma va bè....
Non intendo polemizzare punto su punto, in quanto, escludendo il perché o percome i fatti restano e l'opinione del fatto è irrisoria.
Personalmente ogni singolo "problema" è un'occasione unica per migliorare la progettazione in un sistema complesso.



Anche a me sfuggono delle cose, è umano credo... Smile

Sul resto del tuo pensiero direi che abbiamo una perfetta identità di vedute.

I fatti restano fatti.

Ed anche io credo che a furia di perfezionare sarebbe potenzialmente possibile arrivare un giorno a creare un sistema di produzione di energia nucleare sufficientemente affidabile. NON senza rischi, ma tale da offrire sufficienti garanzie di costo/beneficio. Quello che però io credo (e potrei ovviamente sbagliarmi, come tutti) è che la tecnologia della fissione abbia perso la sua occasione per farlo. Se in questi 75 anni circa non ci si fosse accontentati dell'esistente probabilmente oggi le cose sarebbero differenti. Così non è stato. E secondo me è meglio concentrarsi oggi su altre tecnologie piuttosto che usare risorse per migliorarne una che ha mostrato ampiamente i suoi pericolosi limiti. Forse un giorno avremo una fusione sicura (tra un secolo o giù di lì), speriamo. Non chiederei di meglio.



Cher ha Scritto:

Citare Cernobyl come esempio  "Timore" verso il nucleare ,non solo è ERRATO , dal mio punto di vista,ma è ancor più grave perché esalta un fatto ignorando il contesto.

Spiegare Cernobyl come si è generato il disastro, le motivazioni ,la tecnologia e le relative ricadute sulla salute e sull'ecosistema è molto interessante, se il fatto è ineluttabileil risultato è di porre la questione sicurezza nucleare al centro di ogni nuovo progetto.


Nel rispetto del tuo punto di vista...

Vorrei dissentire.

Mi spiego prima con un esempio. Quando si parla del possesso di armi da fuoco si mette l'accento, tra le altre cose, sul fatto che esse vanno custodite in armadi blindati. Questo perchè non vengano maneggiate da non esperti o bambini.

Se guardiamo cosa può accadere in tal caso troveremo che la stragrande maggioranza delle volte, ANCHE SE UN BAMBINO MANEGGIA UN'ARMA, semplicemente non succede nulla. Perchè è scarica, perchè non sa come caricarla, perchè si limita a guardarla.

Talvolta accadrà un incidente di lieve entità, ad esempio sparerà accidentalmente ad un muro, o in un campo...senza conseguenze.
Talvolta accadrà un incidente grave...lui stesso, un animale, un'altra persona resteranno feriti più o meno seriamente.
Occasionalmente avverrà una catastrofe, ovvero qualcuno rimarrà ucciso.

In ragione di tale occasionale e raro incidente catastrofico e della possibilità che ne avvengano altri meno gravi l'arma stessa viene considerata intrinsecamente pericolosa.

Se si considera il numero di armi che girano ogni anno in italia, più quelle custodite in luoghi sicuri ed il numero di feriti o morti si rileverà che la percentuale di probabilità di avere un incidente è bassissima.
Ciò nonostante la sua pericolosità esiste, sulla base TEORICA del fatto che essa potrebbe causare un incidente catastrofico, la morte di un essere vivente.

Allo stesso modo, l'incidente di Cernobyl ha reso manifesta la possibilità che un analogo incidente catastrofico si possa verificare.

Non è ESALTARE un fatto ed IGNORARE IL CONTESTO.

E' la gravità potenziale dell'evento che descrive il rischio, non la sua frequenza.


E questo è un altro FATTO, si chiama RISK ANALISYS, il documento alla base di ogni progetto.

Il problema è che in tale documento si esplicita il rischio e si descrivono i modi in cui si intende ridurlo o azzerarlo.
ALLA VOCE: FUSIONE DEL REATTORE corrispondono molti metodi per CERCARE di evitarlo e per RIDURRE le conseguenze.


Con Cernobyl alcuni credono di avere capito che le conseguenze possono essere tanto gravi da non poter considerare sufficiente nemmeno una riduzione del rischio a livelli di probabilità astronomici.
Altri dicono che sono già soddisfatti così, dopo aver aggiunto altre sicurezze. Non sembrano però riflettere sul fatto che hanno capito quali altre sicurezze dovevano introdurre DOPO avere osservato cosa aveva causato l'incidente.


Cher ha Scritto:

Si facesse lo stesso per AUTO,AEREI,NAVI.............
Cmq l'industria petrolifera stà guardando alle norme di sicurezza del nucleare con estremo interesse e stà valutando di inglobarle nelle proprie norme.


Ritengo saggio che l'industria petrolifera guardi alle norme di sicurezza del nucleare per migliorare le proprie.

E lo ritengo perchè solo l'industria nucleare ha dovuto sviluppare norme così severe perchè c'era la CONSAPEVOLEZZA che la propria attività ed i propri rifiuti avrebbero potuto causare un GENOCIDIO.

Ciò non significa che il nucleare è sicuro, significa che affronta dei rischi IMMANI e cerca con coscienza di ridurli.


Del resto, non si mettono freni a disco a 6 pistoni sulle biciclette, invece si mettono sulle moto da 200 Kg con motori capaci di spingerle a più di 300 km/h.
E non vuole certo dire che andare a 300 km/h è più sicuro che passeggiare in bicicletta, come è OVVIO.


Cher ha Scritto:

Come trovo il link , lo metto.
Tornando alle scorie, questa news ti lenisce un pò le tue angosce?Smile
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnolo...aabc.shtml

...."Saglia ha aggiunto che «il deposito nazionale dei rifiuti nucleari deve essere realizzato entro il 2011, anche perché ce lo impone una direttiva europea. L`individuazione del deposito segue un suo iter autonomo, indipendente dalla realizzazione del programma nucleare».




Senti Cher, adesso, dimmi....

...come potrebbe TRANQUILLIZZARMI leggere un documento (un articolo di giornale....) che dice che quest'anno (il 2011!!!!!) deve ESSERE REALIZZATO un deposito di scorie radioattive che in altre e più avanzate nazioni ha richiesto ANNI di studio ED ANNI di realizzazione per ottenere luoghi che si sono rivelati INADATTI E PERICOLOSI?



Ma vuoi prendere in giro me o te stesso?
RE: Il problema delle scorie - Dwalin - 03-02-2011 14:15

veramente io rispondevo mettendo i link delle aziende petrolifere che vogliono avere le stesse norme dell'industria nucleare per aumentare la sicurezza dei propri impianti, anche se non ho messo spiegazione, essendo una risposta ad una risposta immediatamente precedente, mi pareva lampante


RE: Il problema delle scorie - Cher - 03-02-2011 15:41

......lenire le angosce....... voleva solo stemprare lo scambio di opinioni.

Qui un argomento interessante non redatto da dei giornalisti:
http://www.archivionucleare.com/files/EN...aliano.pdf
------------
Ps, grazie per i link Wink


RE:  Il problema delle scorie - ESP - 03-02-2011 18:41

Dwalin ha Scritto:

veramente io rispondevo mettendo i link delle aziende petrolifere che vogliono avere le stesse norme dell'industria nucleare per aumentare la sicurezza dei propri impianti, anche se non ho messo spiegazione, essendo una risposta ad una risposta immediatamente precedente, mi pareva lampante


Pazienza, non era quotato, pensavo dicessi a me...perchè, ti secca che ti abbia scritto? :-)
RE:  Il problema delle scorie - ESP - 03-02-2011 18:43

Cher ha Scritto:

......lenire le angosce....... voleva solo stemprare lo scambio di opinioni.

Qui un argomento interessante non redatto da dei giornalisti:
http://www.archivionucleare.com/files/EN...aliano.pdf
------------
Ps, grazie per i link Wink


Ma non serve stemperare...è già tranquillissimo!Smile


RE: Il problema delle scorie - ESP - 03-02-2011 20:41

Questo documento dà qualche parziale idea di come sono pessimamente gestite le vecchie scorie nucleari.

http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/...utonio.wmv


I fatti descritti, ho controllato, sono veri e confermati.

Di più, conosco personalmente parte dei luoghi (sono stato al loro interno).

Ecco, anche per questo c'è opposizione ad ipotesi di rentroduzioni del nucleare.


RE: Il problema delle scorie - Cher - 28-07-2011 18:07

http://www.world-nuclear-news.org/WR_Eur...07111.html
La nuova direttiva Europea sulle scorie.


RE:  Il problema delle scorie - AleD - 28-07-2011 18:56

ESP ha Scritto:

I fatti descritti, ho controllato, sono veri e confermati.


Come anche l'affermazione che il riprocessamento del nostro vecchio combustibile produce plutonio da usare per le bombe atomiche?

Poi circa la contaminazione da plutonio, da una parte si dice che la sogin sia rassicurante, dall'altra che non è vero. Peccato che alla fine non si sappia quanto sia sta contaminazione.
Quanto è?