Immagino lo stordito di turno espleterà le sue limitate funzioni celebrali leggendo quanto da me scritto nel post precedente; voglio evitargli l'ennesima figura da Ecostordito pubblicandone la fonte:
http://www.terranews.it/news/2011/04/il-...innovabile
INCHIESTA
Prosegue la truffa dei certificati di origine. Secondo il governo sono falsi, ma in Italia è ancora obbligatorio acquistarli. Se ne avvantaggiano pochi colossi italiani e la francese EdfInviato da redazione il Mar, 05/04/2011 - Giorgio Mottola
Nessuno ha ancora fermato la truffa dei certificati di origine. A novembre, anche il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia fu costretto,
davanti alle telecamere di Report, ad ammettere che sono «assolutamente falsi».
Ma, a distanza di quasi cinque mesi, in Italia si continua a comprare energia nucleare che ufficialmente vienecertificata come verde
Un giro di affari che nel 2010 ha superato i 500 milioni di euro.
E che sta facendo le fortune degli oligopolisti italiani del settore energetico e soprattutto della francese Edf.
La società transalpina, presente in entrambi i mercati, ricopre infatti un doppio ruolo vantaggiosissimo: in Francia vende elettricità e nello Stivale la ricompra. questo modo, l’elettricità che non proviene da fonti rinnovabili costa molto di più.
In Italia ogni megawattora, nel caso in cui si applichi il sovrapprezzo del certificato verde, arriva a costare circa 4 o 5 euro.
Se però l’energia viene importata dall’estero scompare l’obbligo del certificato verde e il prezzo di un singolo megawattora scende a poco più di un euro.
È necessario però che l’elettricità importata sia accompagnata dal certificato di origine che attesti la provenienza “pulita” dell’energia.
Le attestazioni però non sono per nulla attendibili.
Emblematico è il caso di Edf, la società quasi interamente partecipata dallo Stato francese e tra i più grandi produttori di elettricità al mondo: lo scorso anno oltre il 20 per cento dell’energia europea proveniva dalle sue centrali.
Ma quali sono le fonti adoperate dal colosso transalpino? Nel 2010, l’85,8 dell’elettricità prodotta proveniva dagli impianti nucleari, il 4,2 dall’idroelettrico, il 9,8 dal termico e il restante (quindi appena lo 0,2) da fonti rinnovabili.
L’Edf è uno dei principali esportatori di energia in Italia.
E, sulla carta, quasi tutta l’elettricità venduta, come dimostrano i certificati di origine, proverrebbe da fonti rinnovabili.
Se così fosse, la società transalpina avrebbe ceduto al nostro paese buona parte del la propria energia verde, lasciando a secco la Francia. Sarkozy si sarebbe dovuto trovare molto al di sotto della quota del 20 per cento stabilita dall’Europa.
Questa circostanza non si è però verificata. Merito di un banale gioco di prestigio.
L’Edf ha venduto energia nucleare trasformandola in verde attraverso i certificati di origine rilasciati dal governo francese per sola la quota prodotta veramente da fonti rinnovabili (che non supera il 5 per cento): ha allargato la validità di quegli attestati a tutta la sua produzione.
D’altronde chi può dire che un determinato megawatt viene da una pala eolica o da una centrale a carbone? Con questo escamotage la società francese ha potuto esportare elettricità proveniente (probabilmente ) da impianti atomici a condizioni estremamente proficue: ogni megawattora è stato infatti venduto con il sovrapprezzo del certificato di origine che ammontava a circa un euro.
Operazione resa molto più semplice dalla partecipazione con quota di maggioranza di Edf nell’italiana Edison, che aveva quindi ben poco interesse a riscontrare la veridicità dei certificati.
Che qualcosa non andasse se ne è accorto anche il governo italiano.
Il decreto Romani sulle rinnovabili, infatti, da un lato ha sospeso la loro validità per l’importazione di energia, persino con una retroattività fino al 2008. Ma dall’altro ha imposto come quadro normativo di riferimento sul tema una legge del 2003, che rende i certificati di origine obbligatori. Per cui, gli imprenditori italiani continuano a comprarli, con una sola differenza rispetto al passato: ora sono consapevoli di essere costretti ad acquistare carta straccia.